AGIOGRAFIA

Agiografia è il genere letterario che riguarda i santi, martiri e confessori, della Chiesa. I più antichi documenti agiografici della letteratura cristiana sono gli Atti dei Martiri, Acta Martyrum o Passiones. Cessate le persecuzioni, si scrivono biografie, in greco e in latino, su modelli classici, di preferenza svetoniani. Si perde pertanto l'interesse storico e psicologico del personaggio e si mette in primo piano il meraviglioso per esaltare l'eroe ed edificare i lettori.

I numerosi sottogeneri: Vitae, Passiones, Translationes, Miracula ne testimoniano la diffusione. Le passiones narrano i tormenti inflitti agli eroi della fede dai pagani. Le translationes riguardano le loro reliquie nei luoghi di maggiore devozione. I miracula ne tramandano i fatti straordinari, da loro operati in vita o dopo la morte.

La finalità didattica e morale spinge a minute esposizioni delle virtù, più che della vita, secondo uno schema preciso e un catalogo di tutte le virtù. Nelle leggende domina l'elemento meraviglioso, nelle vite ci sono dati positivi, ma uniti a fatti miracolosi, nelle biografie, rare, di carattere storico, i tratti individuali sono presentati in una cornice abbastanza precisa, come la biografia di Bernardo di Chiaravalle, scritta da un gruppo di autori contemporanei (s.XII), e la vita di Francesco d'Assisi scritta da S.Bonaventura, il capolavoro letterario dell'agiografia medievale, pervenutaci in due redazioni: Legenda maior, del 1261-62, e Legenda minor, del 1266, abbreviata per ragioni liturgiche.

Il genere letterario pone il problema delle fonti e del metodo:

- fonti specifiche dell'agiografia sono i documenti martirologici, i calendari, i libri liturgici, le invenzioni o racconti della scoperta di corpi santi (p. es. di Gervasio e Protasio a Milano, s. Maddalena a Vézelay), le traslazioni o relazioni di trasferimento dei loro corpi da un luogo ad un altro (p. es. la cosiddetta traslazione degli apostoli Pietro e Paolo ad catacumbas), i racconti dei miracoli (libelli miraculorum) sulle tombe dei santi, o per loro intercessione (libelli di s.Stefano, raccolti da Agostino), panegirici in loro onore;

- il metodo o euristica deve innanzitutto ricercare i documenti, quali nei sempre utili Repertorium fontium historiae medii aevi o nuovo Potthast (a cura dell'Istituto storico italiano per il Medioevo, Roma 1962 ss), i Cataloghi di manoscritti di fondi internazionali, i repertori specializzati pubblicati a Bruxelles dai Bollandisti, le Biblioteche agiografiche, latina (BHL), greca (BHG), orientale (BHO): i Catalogi codicum hagiographicorum delle grandi biblioteche (Bruxelles 1886-9, Paris 1889-93, Roma 1909, Vaticano 1910) facilitano l'accesso ai testi inediti; i Catalogues récents de manuscrits negli Analecta bollandiana, presentano una rassegna di manoscritti e di testi agiografici inventariati di recente; gli Analecta bollandiana (AB) contengono la bibliografia, generalmente completa degli studi agiografici, con gli Indices della rivista ogni venti anni.

Abitualmente esistono non solo testimoni, ma anche recensioni multiple: ben sette degli Atti dei martiri Scillitani. Stabilito il testo critico, occorre affrontare problemi di carattere storico: autore, data, provenienza, la cui soluzione non è sempre possibile, particolarmente se l'opera è attribuita ad un illustre personaggio, talora con anacronismi evidenti.

Per la Critica del culto Delehaye ha elaborato il criterio delle coordinate agiografiche, che consente di risalire dal culto al santo, attraverso le Depositiones romane, il Calendario di Cartagine o il Martirologio siriaco, l'iscrizione funebre, i sacramentari e i calendari locali, gli itinerari dei pellegrini, le passioni e le vite, i martirologi, nonostante possibilità di errori quando ci si allontana dalle fonti, benché anche gli errori e i falsi danno preziose notizie non tanto sul santo, quanto sulla storia del suo culto e sulle intenzioni dei devoti. (AA.VV., Hagiographie, cultes et sociétés, Paris 1981).