BENEDICTIO

La benedizione (bar k, eulogein - ber kâh, eulogia) è, nell'Antico Testamento, una confessione pubblica della potenza di Dio ed anche il favore concesso da Dio all'uomo. Le cose, campi e proprietà, sono benedette perché giovano al popolo. Ma la fonte di ogni benedizione è Dio, benché anche l'uomo possa benedire. In Cristo "siamo stati benedetti con ogni benedizione spirituale" (Eph 1, 3) e la chiesa ha ricevuto la facoltà di benedire.

Le antiche formule di benedizioni cristiane risentono l'influsso giudaico o paolino, o sono connesse con elementi eucaristici.

Per Ambrogio Benedictio est sanctiticationis et gratiarum votiva collatio (PL 14, 707).

La benedizione costitutiva conferisce una disposizione permanente al servizio divino (vesti liturgiche). Un tipo più solenne si ha utilizzando l'olio di consacrazione (chiesa). Nella benedizione invocativa, la persona o l'oggetto non sono mutati permanentemente (malato) e implica l'intercessione della chiesa in suo favore (CE 2, 164).

Tra le benedizioni, le principali sono quelle di ordinazione (dette talora di consacrazione) del vescovo, presbitero, diacono, suddiacono e ordini minori, nonché quelle di designazione di vedove e vergini. I catecumeni venivano benedetti prima del congedo dall'assemblea eucaristica e varie volte durante il catecumenato. L'assemblea veniva benedetta prima di sciogliersi e talora durante l'eucaristia. Categorie speciali sono le benedizioni super populum.

Di benedizioni nuziali parla Ignazio di Antiochia (+107) da parte del vescovo (Ad Polyc., PG 5, 723); Tertulliano dal Padre celeste (Ad Ux.: PL 1, 1415; DePud.: PL2, 1038; Ambr., Ep. 19: PL 16, 984; Cir. Al., In Joann.: PG 73, 223). La formula più antica di benedizione per Abati e badesse si trova nel Gregorianum. I più antichi riferimenti di benedizione di oggetti sono connessi con l'eucaristia, l'agape e l'iniziazione cristiana. Olio, formaggio, olive, frutta, fiori offerti al vescovo sono benedetti, come il calice e il pane, le lampade per la preghiera serale e l'olio per l'iniziazione.

Il Gelasianum contiene le benedizoni del cero pasquale e del fonte, i maggiori sacramenti, la solenne benedizione degli oli (Gel. 382ss). In questa fase sono introdotti oggetti connessi col culto, quali l'altare, il calice e la patena. Al tempo del Supplementum Anianense l'ambito degli oggetti da benedire si era ampiamente esteso sotto l'influsso monastico, e includeva luoghi quali il refettorio, dormitorio, scrittorio, cucina, granaio.

Le Constitutiones Apostolorum dicono che benedire è compito del vescovo e del presbitero, che non deve essere usurpato dal diacono o da un laico, Ippolito invece attesta che le mani sono imposte sul catecumeno dalla sua guida sia chierico sia laico (Ipp., n. 19).