DAL VANGELO AI VANGELI

Rinaldo Fabris

 

  1. Il "vangelo" di Dio

 

I primi quattro libri del canone cristiano sono chiamati, dal secondo secolo in poi, "vangeli". Il termine "evangelo", dal greco euaggèlion, nelle lettere di Paolo designa la predicazione dei missionari cristiani su Gesù, riconosciuto come il Messia - Christòs in greco - il crocifisso che Dio ha risuscitato. Egli così conferma le promesse della Bibbia e rivela la sua identità di Figlio di Dio e Signore (cfr. Rm 1.1-4; 1Ts 1, 5; 2,2-8).

2. I vangeli canonici

I quattro vangeli riportano l'insegnamento di Gesù, raccontano quello che egli ha fatto e la sua passione, morte e risurrezione. Questi scritti, dal quarto secolo in poi, sono riconosciuti come canonici, cioè appartenenti alla lista ufficiale dei libri sacri cristiani. Questo riconoscimento li distingue da altri scritti cristiani contemporanei o successivi che riportano fatti o parole su Gesù. Dal confronto con alcuni di questi vangeli chiamati "apocrifi", cioè nascosti o segreti, saltano agli occhi la superiorità e la diversità dei quattro vangeli canonici.

3. Vangelo come "buona notizia"

Gesù, dopo l'arresto di Giovanni Battista, inizia la sua attività in Galilea, annunciando il lieto messaggio del regno di Dio (Mc 1,14-15). Questo è il compito essenziale della sua missione storica. Quando Giovanni Battista chiede a Gesù se è lui il messia atteso, egli risponde mostrando che le promesse dei profeti si compiono nei suoi gesti (Mt 11,5). Gesù interpreta la sua attività a favore dei poveri alla luce delle profezie di Isaia che annuncia la liberazione dei prigionieri come "buona notizia" (Lc 4,18-19).

 

II. LA FORMAZIONE DEI VANGELI

1. La tradizione delle parole e dei fatti

La tradizione delle parole e dei fatti di Gesù, prima di essere messa per iscritto, ha circolato in piccole unità separate che si possono classificare secondo la loro forma. Le parole di Gesù hanno la forma di sentenze profetiche, sapienziali, parabole. Tre queste si distinguono: proverbi, similitudini, i paradossi, paragon, le allegorie. I racconti dei fatti assumono la forma di esempi, racconti di miracolo, racconti di chiamata, il racconto della passione.

2. La storia della tradizione

Gesù raccoglie attorno a sé un gruppo di discepoli ai quali trasmette il suo insegnamento e li invia nei villaggi della Galilea per comunicarlo agli altri. Dunque la tradizione evangelica nasce nell'ambito dei discepoli che vivono ed operano accanto a Gesù. L'esperienza della sua risurrezione segna una svolta nella loro vita. Essi, che hanno seguito Gesù, dopo la risurrezione, lo riconoscono come il Cristo.

3. L'ambiente vitale della tradizione

L'esperienza dello Spirito spinge i discepoli a proclamare che Gesù è risorto! Il vangelo si sviluppa attorno a questo nucleo. I predicatori cristiani raccolgono sia le parole sia i fatti di Gesù. Nel dibattito con i giudei essi citano la Bibbia per mostrare che quello che Gesù ha fatto e detto corrisponde alle profezie e adattano le sue parole alle nuove esigenze della comunità. Nelle celebrazioni in onore di Gesù Signore sono ricordati il suo battesimo e la cena di addio. La liturgia delle prime comunità cristiane plasma il racconto di questi eventi.

6. Una tradizione viva e fedele

Nelle prime comunità si conserva la tradizione su Gesù. Questa tradizione è viva perché i predicatori non ripetono in modo meccanico i fatti e le parole di Gesù. Essi adattano i suoi insegnamenti agli uditori e alle loro necessità. Nonostante questo la tradizione evangelica rimane fedele a Gesù. Il ruolo di guida dei "dodici" e della prima chiesa di Gerusalemme garantisce unità e fedeltà nella trasmissione delle sue parole.


Bibiografia

FABRIS R., "Metodologia esegetica", in R.Fabris (ed.), Introduzione generale alla Bibbia (LOGOS - Corso di Studi Biblici 5), Torino - Leumann 1994,495-520; FUSCO V., "Introduzione generale ai sinottici", in M. Laconi (ed.), Vangeli sinottici e Atti degli apostoli (LOGOS - Corso di Studi Biblici, 5), Elle Di Ci, Torino-Leumann 1994, 33-132; SEGALLA G., Evangelo e Vangeli, Edizioni Dehoniane, Bologna 1993.

Rinaldo Fabris, nato nel 1936 in Provincia di Udine, si è laureato in Teologia all’Università Lateranense di Roma ed in Scienze Bibliche al Pontificio Istituto Biblico di Roma. Attualmente insegna esegesi del Nuovo Testamento presso lo "Studio Teologico Aquileiese" di Udine, Trieste, Gorizia ed è il Direttore della Rivista Biblica Italiana. Ha pubblicato vari commenti biblici e numerosi articoli monografici, in particolare sulla storia dell'esegesi, sulla teologia e spiritualità biblica.

Un suo recente lavoro di successo è stato "Paolo. L’Apostolo delle genti". Ed. Paoline, 1997