DIZIONARIO DI

TERMINI RELIGIOSI

E AFFINI

AQUILINO DE PEDRO

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Raab. (inizio)

Prostituta di *Gerico che nascose in casa sua alcuni israeliti inviati ad esplorare la terra che dovevano conquistare e li aiutò poi a fuggire (cf Gs 2,1-21). Questa azione le salvò la vita quando gli israeliti conquistarono la città. In Eb 11,31 e in Gc 2,25 si lodano la sua fede e le sue opere.

Rabano Mauro (774-856). (inizio)

Discepolo di *Alcuino, considerato il primo *teologo tedesco (in senso cronologico, non per importanza), *abate di Fulda e poi vescovo di Magonza. Intervenne nella lotta contro diversi errori, come quello relativo alla doppia *predestinazione (alcuni sarebbero predestinati da Dio alla salvezza e altri alla condanna) o quella di *Pascasio Radberto sul modo della presenza reale di Cristo nell'eucaristia.

Rabbì. (inizio)

In ebraico, " maestro ". Appellativo di rispetto per un maestro. Dopo la distruzione di Gerusalemme (70 d.C.), è il titolo ufficiale dei dottori della legge ebraica. In Gv 3,26, *Giovanni Battista viene chiamato così dai suoi discepoli. Così anche Gesù, ripetutamente (Gv 1,38; Mc 9,5; Mt 26,25). In Gv 13,13, Gesù riconosce di essere lui il vero Signore e Maestro.

Rabbino. (inizio)

Nome che usiamo oggi nella nostra lingua come titolo dei maestri della legge ebraica.

Rabbunì. (inizio)

Forma aramaica di *Rabbì. Secondo BJ (nota a Gv 20,16): " appellativo più solenne di rabbì e spesso usato quando ci si rivolge a Dio. Esso si avvicina alla professione di fede di Tommaso: "Mio Signore e mio Dio" ".

Rachele. (inizio)

In ebraico, " pecora " e " maternità ". Seconda figlia di *Làbano e moglie prediletta di *Giacobbe, madre di *Giuseppe e di *Beniamino, dando alla luce il quale perse la vita.

Radio. (inizio)

Vedi *Mezzi di comunicazione sociale.

Raffaele.(inizio)

In ebraico, " Dio ha guarito ". Angelo che appare nel libro di *Tobia come vincitore del *demonio e compagno di viaggio e protettore del giovane Tobia.

 

Rama c 2.(inizio)

In ebraico, " altura ". Nome di diversi luoghi nominati nella Sacra Scrittura. Il più ricordato è Rama di Beniamino (oggi er-Ram), circa 9 km a nord di Gerusalemme, citato in Ger 31,15 che descrive *Rachele mentre, presso la propria tomba, " piange i suoi figli ". Mt 2,18 fa riferimento a questo passo nel racconto della strage degli innocenti. Un'altra Rama importante è Rama di Efraim, dove nacque e abitò il profeta Samuele, chiamata anche Ramatàim-Zofim.

 

Ramadan.(inizio)

E il nono mese del calendario musulmano, durante il quale si pratica un rigoroso digiuno (dai cibi, dalle bevande, dai rapporti sessuali) dall'alba al tramonto. Nel corso del ramadan si celebrano due importanti festività: la " notte del destino " (lailat alqadr), che ricorda la notte della prima rivelazione del Corano a Maometto, e la festa finale della rottura del digiuno ('Id al-fitr).

 

Ramses.(inizio)

" Casa di Ramses ". Città fatta erigere da Ramses II, *faraone d'Egitto. Per costruirla furono costretti a lavorare gli israeliti (cf Es 1,11). Da questa città gli israeliti partirono verso la *terra promessa (cf Es 12,37).

 

Rapporti prematrimoniali. (inizio)

Rapporti sessuali tra coloro che si amano e si preparano al matrimonio. L'amore reciproco e l'intenzione di contrarre matrimonio fanno sì che questi rapporti abbiano un carattere diverso dalla *fornicazione tra altre persone. Benché oggi socialmente non siano più tanto condannati, la Chiesa continua a considerarli una grave infrazione alla legge di Dio, in quanto svalorizzano la serietà del *matrimonio come dono definitivo e totale, così come il *sacramento, segno dell'unione di Cristo con la sua Chiesa.

 

Ras Shamra. (inizio)

Vedi *Ugarit.

 

Razionalismo. (inizio)

Sistema filosofico nel quale, per giungere alla conoscenza, si valorizza in modo unico e sproporzionato la ragione escludendo o disprezzando i sensi, il sentimento e la *rivelazione. All'interno delle diverse correnti razionaliste nel corso della storia, riceve il nome di razionalismo per antonomasia la filosofia iniziata da *Descartes (1596-1650), la quale si prolunga nell'idealismo, capeggiato da Kant (1724-1804).

L'ansia per la libertà di pensiero e la fiducia piena nella ragione umana, fece sì che il movimento razionalista, o illuminista, considerasse come età minorenne l'accettare qualcosa che venisse da una via diversa dalla ragione, come i criteri di autorità di qualsiasi tipo - anche intellettuale - , di fede, di tradizione, ecc. Ovviamente, benché i suoi iniziatori non deducessero per se stessi quelle conseguenze, il razionalismo conduce alla negazione di tutto ciò che è *trascendente (Dio, l'aldilà, il soprannaturale...) o, quanto meno, all'*agnosticismo, poiché non è contro la ragione, ma è al di là della ragione. Di fatto, il razionalismo deviò verso il *deismo, l'*anticlericalismo, il *materialismo, ecc.

 

Re, Libri dei. (inizio)

Sono due libri che ne formavano uno solo finché i *Settanta li divisero (poi furono divisi anche nel testo ebraico). Nei Settanta e nella *Vulgata, sono chiamati 3-4 Re, in quanto 1-2 Samuele, portano il titolo di 1-2 Re. Contengono la storia dei re di *Giuda e di *Israele, dalla morte di *Davide (ca. 970 a.C.), fino alla distruzione di *Gerusalemme da parte di *Nabucodonosor (587 a.C.). Presentano ognuno dei Re secondo uno schema fisso. Il giudizio con cui termina la narrazione di ognuno è negativo per tutti quelli del *regno del nord. Tra quelli del *regno del sud, alcuni meritano un giudizio positivo. Alla storia dei re si aggiunge qualche altro racconto, come quelli che si riferiscono a *Elia e ad *Eliseo. Il redattore o i redattori hanno utilizzato fonti alle quali alludono nel testo stesso. L'ultima redazione dovette essere realizzata poco prima del ritorno da *Babilonia.

 

Rebecca. (inizio)

Figlia di Bètuel e nipote di *Làbano. E presentata come particolarmente bella. Sposa di *Isacco, dal quale ebbe i gemelli *Esaù e *Giacobbe. Con la sua astuzia aiutò Giacobbe ad ottenere dal padre la benedizione che gli dava il diritto di *primogenitura, salvandolo poi dall'ira di *Esaù (Gn 22,23; 24; 26). Fu sepolta a *Macpela (cf Gn 49,31).

 

Recensione. (inizio)

1. Esame critico di un'opera letteraria.

2. In filologia, scelta dell'esatta lezione, tra tutte le varianti raccolte, di un testo, al fine di costruirne l'edizione critica.

 

Redentoristi. (inizio)

Vedi *Alfonso Maria de Liguori.

 

Redenzione. (inizio)

Dal latino red-emptio = ri-acquisto, riscatto. Ristabilimento dell'amicizia con Dio, con enfasi sull'aspetto del riscatto. E il recupero della *grazia di Dio che Cristo ottiene agli uomini mediante il prezzo della sua Passione. " Egli portava il peccato di molti ", dice Isaia (53,12); e Gesù stesso nell'*ultima cena offre il suo sangue " versato per molti, in remissione dei peccati " (Mt 26,28). Il NT offre numerosi testi in questa linea (cf Rm 3,24; 4,25; 5,10; 8,23; 1 Cor 1,30; 6,20; Gal 3,13; 4,5; Ef 1,7.14; 4,30; Col 1,14; 1 Pt 1,18-19; Tt 2,14; Eb 9,12.15; 2 Pt 2,1; Ap 5,9; 14,3). L'idea del pagamento non si deve intendere come se Dio, sentendosi offeso, esigesse un compenso e desse un castigo, nonostante il fatto che ricadrebbe su uno diverso dal peccatore. Il concetto di ciò che Cristo ha pagato per il nostro riscatto è uno degli aspetti dell'opera di salvezza e sottolinea la grande stima di Dio e l'amore di Cristo. Si deve comprendere nel contesto più ampio della solidarietà con Cristo che ci rende partecipi della sua vita stessa.

 

Regalismo.(inizio)

In Spagna, prende questo nome l'errore di intromettersi nelle faccende ecclesiali da parte di re (da cui il nome) e di altre autorità. Si rivolgeva principalmente contro i diritti del papa, ad esempio, nel riservarsi se far passare o meno i documenti pontifici (*exequatur), nel nominare vescovi e altre autorità ecclesiastiche, nello stabilire le linee pastorali, nel regolare problemi di culto, ecc. E un errore simile al *febronianismo, al *gallicanismo e al *giuseppinismo.

 

Regione ecclesiastica.(inizio)

Vedi *Provincia ecclesiastica.

 

Regno dei cieli. (inizio)

E' l'espressione che *Matteo utilizza in genere al posto di *regno di Dio. Il suo Vangelo si rivolge agli ebrei e questi evitavano per rispetto di pronunciare il nome di Dio.

 

Regno del nord - Regno del sud. (inizio)

Alla morte di Salomone, dieci tribù si ribellarono contro suo figlio *Roboamo e costituirono il regno detto di Israele o regno del nord, che durò dal 932 fino alla conquista da parte degli *assiri nel 721; ebbe diverse capitali: *Sichem, Tirza e più a lungo *Samaria. Il regno del sud rimase costituito dalla tribù di Giuda e da quella di Beniamino. Al contrario di quanto avvenne nel regno del nord, nel quale si succedettero diverse dinastie, nel regno del sud rimase sempre la dinastia di *Davide. Questo regno conservò la sua indipendenza fino 587 a.C., quando il suo re *Sedecia e i principali personaggi del regno furono deportati a *Babilonia (vedi *Esilio).

 

Regno di Dio. (inizio)

Il rapporto con Dio nel quale l'uomo vive secondo il piano divino. Ha una dimensione personale e comunitaria. Nell'AT, *Jhwh appare come re di *Israele, il che implica che la vita debba essere retta dalla legge di Dio. Gesù fa di questa categoria il nucleo del suo messaggio con un senso che va totalmente al di là degli aspetti nazionalistici e moralistici di Israele. L'ingresso nel regno di Dio suppone una *conversione, un cambiamento di mentalità per adottare i valori che Cristo incarna. Accettare il regno di Dio non implica schiavitù, al contrario: è la vera realizzazione, poiché " inseparabilmente unita con il dominio di Dio è la salvezza della creatura. Dove comincia questo regno nell'uomo, lì sta la salvezza dell'uomo (...). L'uomo nel ricevere il regno di Dio entra nel regno della vita e della salvezza eterna " (Th. Filthaut). Per questo, la venuta del regno di Dio è *vangelo, la buona novella portata da Gesù. Ecco alcuni testi evangelici sul regno di Dio: Mt 6,10 (" Venga il tuo regno "); 11,12; 13,1s (le parabole del regno); 12,28 e par.; Mc 1,15 e par. (predicazione del regno); Lc 17, 21 e par.

 

Regola.(inizio)

Dal latino, regere = dirigere. Nella *vita religiosa, l'insieme dei principi dottrinali e, per estensione, delle norme pratiche che incarnano lo spirito del fondatore di un ordine o congregazione. Esistono regole classiche come quelle di sant'*Agostino, san *Basilio, san *Benedetto e altre nell'antichità; quelle di san Francesco, san Domenico, ecc., nel Medio Evo. Le numerose regole apparse più tardi sono in genere ispirate in qualche misura alle precedenti (cf J.L. Monge DTVC).

A partire dal sec. XI, le congregazioni cominciano ad aggiungere complementi alla regola di base che hanno adottato, dando generalmente al risultato il nome di Costituzioni. In seguito, regola e costituzioni si useranno come sinonimi, sia per esprimere un documento di base e un altro complementare, sia riservando la Regola per gli ordini antichi e medievali e le Costituzioni per quelli moderni, come stabilì il *Diritto Canonico del 1917 (cf J. Alvarez DTVC).

 

Regola aurea (inizio)

Si chiama così la sentenza di Gesù nel *discorso della montagna che dice: " Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro " (Mt 7,12) o, nella redazione di san Luca: " Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro " (Lc 6,31). Ovviamente, nell'intenzione di Gesù non si tratta di un mero calcolo di equità interessata, alla quale è più vicina la formulazione negativa proposta da alcuni rabbini prima di Cristo: non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te. Nella mentalità cristiana, è espressione di una carità che raggiunge la più alta finezza.

 

Reincarnazione. (inizio)

Vedi *Metempsicosi.

 

Religione. (inizio)

Dal latino, religio che, secondo *Lattanzio, deriverebbe da religare = legare, unire. E l'atteggiamento dell'uomo di fronte alle realtà trascendenti, di fronte alla ragione ultima della propria esistenza, la coscienza di essere in relazione con l'origine e il sostegno di tutto: con Dio. Nel parlare di religione, ci riferiamo più concretamente alle espressioni o manifestazioni del senso religioso che alla semplice convinzione delle verità. Vedi *Fede.

 

Religioni. (inizio)

I popoli e le culture esprimono la loro religiosità in diverse forme. Sebbene anche nel cristianesimo si siano infiltrate tracce del *paganesimo, con i suoi aspetti magici, nelle religioni non rivelate si hanno non pochi errori e deviazioni uniti alla verità centrale. Il Vaticano II riconosce il valore delle diverse religioni dalle quali gli uomini attendono " risposte agli enigmi reconditi della condizione umana che oggi come ieri commuovono intimamente il suo cuore: che cos'è l'uomo? Qual è il senso e il fine della nostra vita? Che cos'è il bene e cos'è il peccato? Qual è l'origine e il fine del dolore? Qual è la strada per trovare la vera felicità... Qual è, infine, quell'ultimo e ineffabile mistero che avvolge la nostra esistenza, dal quale procediamo e verso il quale ci dirigiamo? " (NA 1).

Le principali religioni oggi esistenti nel mondo sono:

- il cristianesimo: 1.250.000.000

cattolici: 850.000.000;

protestanti: 330.000.000;

ortodossi: 100.000.000.

- L'islamismo: 650.000.000;

- L'ebraismo: 14.000.000;

- L'induismo: 518.794.000;

- Il buddismo: 300.000.

 

Religioni misteriche. (inizio)

Numerose religioni dell'antichità, in particolare quelle ellenistiche, avevano come elementi importanti la dottrina e i riti misterici. In alcuni casi, i misteri erano aperti a tutti. Altre volte, erano riservati agli iniziati, vale a dire a quelli che erano stati ammessi a quella tappa per mezzo del rito di iniziazione. Tale riserva è la causa principale del fatto che sono scarse le conoscenze sulla loro natura. Erano in rapporto con la fecondità e con la vita dell'aldilà. In generale, si può dire che per mezzo di riti, il fedele era introdotto nella vita degli dèi. I più famosi in Grecia erano quelli eleusini (dalla città di Eleusi, vicino ad Atene), praticati nel santuario della dea Demetra e di sua figlia Core, e che avevano un effetto positivo nel rendere più umana la vita aprendola alla gioia e alla speranza nell'aldilà della morte.

 

Religiosi. (inizio)

Vedi *Vita religiosa.

 

Religiosità. (inizio)

Traduzione pratica dell'atteggiamento religioso. L'atteggiamento è il fondo religioso della persona, la religiosità è l'espressione di quell'atteggiamento, che è sempre condizionato anche da fattori esterni, come il carattere personale e l'ambiente culturale.

 

Religiosità popolare. (inizio)

Sono i modi peculiari della religiosità nella *cultura popolare. Popolare non indica una classe sociale inferiore, ma piuttosto l'insieme delle persone nelle quali coincidono un atteggiamento religioso forte e una cultura teologica scarsa. Da questo derivano la sua ricchezza principale, che è il senso della trascendenza, e il suo difetto, o pericolo più frequente: un certo senso magico che porta a considerare la religione in una prospettiva utilitaristica. Seguendo il Documento di *Puebla, possiamo notare qualche altro particolare: a) Ricchezze: senso della provvidenza di Dio Padre; Cristo celebrato nei suoi misteri; intensa venerazione della Vergine Maria; ricorso ai santi come protettori; memoria dei defunti; senso della fraternità solidale; coscienza del peccato; capacità di esprimere la fede in un linguaggio totale; fede situata nel tempo (feste) e nello spazio (santuari, pellegrinaggi); rispetto filiale per i pastori, in particolare per il papa; gusto per l'espressione comunitaria; pratica dei *sacramenti e dei *sacramentali; capacità di sofferenza e di eroismo nella pratica della fede; valore della preghiera; accettazione degli altri. b) Aspetti negativi: *superstizione, *magia, fatalismo, idolatria del potere, ignoranza religiosa, ritualismo, riduzionismo della fede a un contratto con Dio; è minacciata dal *secolarismo, dalle *sette, dall'*agnosticismo, dalle manipolazioni ideologiche... La pastorale di questa religiosità si pone tra il coltivare le sue ricchezze e l'attenzione ai suoi rischi (cf Documento di Puebla, n. 454 e 456).

 

Reliquie. (inizio)

Resti del corpo dei santi, generalmente delle loro ossa. Per estensione, oggetti appartenuti a un santo. La Chiesa autorizza la loro venerazione religiosa sotto forma di *culto relativo, vale a dire non diretto alle reliquie, ma alla persona del santo. Il Codice di Diritto Canonico indica che si devono collocare reliquie dei martiri o di altri santi sotto l'altare (CIC 1237). Ma " è preferibile dedicare l'altare senza reliquie che riporvi reliquie dubbiose " (Pontificale Romano, introduzione alla dedicazione di un altare, n. 5b; cf Ordinamento generale del Messale Romano, 266). (Del resto, è bene ricordare che gli altari non sono mai *dedicati ai santi, ma a Dio soltanto.)

La religiosità popolare del Medio Evo si rivolse in modo squilibrato ai santi e diede spesso origine alla falsificazione di reliquie. Questo spiega le precauzioni oggi raccomandate dai documenti.

 

Reni. (inizio)

Vedi *Cuore e reni.

 

Rerum novarum. (inizio)

Vedi *Dottrina sociale della Chiesa.

 

Rescritto. (inizio)

E' la risposta scritta che un'autorità dà a una petizione che le è stata presentata e per mezzo della quale viene concesso un privilegio, una dispensa o un'altra grazia. Il termine si usa soprattutto per le risposte degli organismi della *Santa Sede. Vedi CIC 59-75.

 

Responsorio. (inizio)

Dal latino tardo, responsorium = rispondere. Canto liturgico alternato tra il solista e il popolo.

 

Resto di Israele. (inizio)

Espressione che compare nell'AT, soprattutto nei profeti per designare la piccola parte del *popolo di Dio che sfuggirà alla rovina. Si distinguono tre tempi nel suo uso e nel suo significato: a) Prima dell'esilio è minaccia (solo pochi resteranno). b) Durante l'esilio di Babilonia è promessa: alcuni torneranno. c) Successivamente, il resto indica quelli che riedificheranno la città e il tempio (cf Is 4,2; 7,3; 10,20-22; 11,11.16; 28,5; Am 5,15; Mi 4,7; 5,6; Sof 3,13; Zc 8,11; 13,8; 14,2; Ez 14,22; Gl 3,5; Esd 9,8.13-15; Rm 11,5) (cf Haag-Born-Ausejo, DB-H).

 

Restrizione mentale. (inizio)

Asserzione alla quale interiormente si toglie parte del contenuto ovvio della frase senza che chi la riceve se ne possa rendere conto. E un modo di ingannare e pertanto è moralmente riprovevole.

 

Retribuzione. (inizio)

La ricompensa che Dio concede a ciascuno secondo il suo comportamento. Non è qualcosa che ci si meriti perché lo stesso agire bene è un dono di Dio e la ricompensa è al disopra di tutto ciò che l'uomo potrebbe esigere o perfino desiderare. Non si deve nemmeno concepire come proporzionale alle opere concepite in modo quantificabile. La retribuzione definitiva è il possesso di Dio nella misura dell'intensità dell'amore che il soggetto raggiunge. Le opere, realizzate con l'aiuto di Dio, sono alla base di questo ottenimento (vedi *Carità, *Cielo, *Grazia). (Cf Ez 18,2; Mt 6,4-18; 16,27; 25,46; Rm 2,6; 2 Cor 5,10; Col 3,24; Fil 1,25; 2 Tm 4,14; Eb 10,26-30; Ap 2,23; 21,3-4; 22,1-5.12).

 

Reuel. (inizio)

Altro nome di *Ietro, suocero di Mosè.

 

Revisione di vita. (inizio)

Metodo di autoformazione ideato da J. Cardijn fondatore della JOC (Gioventù Operaia Cattolica), la cui metodologia si riassume in tre verbi: vedere, giudicare e agire. Lo stimolo a cercare un nuovo metodo gli venne dal verificare che i sistemi formativi che si utilizzavano convincevano ma diventavano presto inoperanti di fronte allo scontro con la realtà. In questo metodo, destinato in origine ai giovani pienamente coinvolti nella vita lavorativa, concretamente, si riflette su un testo biblico e lo si confronta a lungo con casi della vita, dopo di che viene l'impegno, sempre in una linea di concretezza. Questa formazione a contatto con la realtà è propiziata dal Vaticano II, che nel Decreto sull'apostolato dei laici (AA), dice che il laico " impari... a vedere a giudicare e a fare tutto alla luce della fede " (n. 29). L'*enciclica *Mater et Magistra propone espressamente questo metodo nel suo n. 236.

 

Ricchezza. (inizio)

Possesso di beni in abbondanza. Normalmente, si intende di beni materiali. Nei primi scritti biblici la ricchezza è considerata segno dell'amore di Dio; in un tempo in cui sulla vita dell'aldilà la luce era così scarsa, il benessere in questo mondo era una dimostrazione della giustizia di Dio nei confronti dell'uomo retto. Già i *profeti e gli *agiografi posteriori denunciano con energia la superbia e l'ingiustizia di molti ricchi (vedi, ad esempio, *Amos), Gesù, senza condannare la ricchezza, poiché i beni sono doni di Dio, parla molte volte contro l'ansia di accumulare ricchezze di questo mondo. *Luca è l'evangelista che raccoglie il maggior numero di insegnamenti di Gesù sui poveri e sulla ricchezza (cf Lc 1,53; 3,11; 4,18; 6,24-25; 12,13-21; 14,12-24.33; 16,1-13.19-31. Questi passi sono esclusivi di Luca). Anche *Matteo e *Marco ci trasmettono la posizione di Gesù su questo tema (cf Mt 6,19.24; 10,23-25; 16,26; 19,16-22 = Mc 10,17-22 e Lc 18,18-23). L'amore disordinato per le ricchezze impedisce di comprendere e di ottenere i valori del regno.

 

Ricci, Matteo. (1552-1608). (inizio)

Gesuita italiano. Fu il primo missionario che riuscì ad introdurre il cristianesimo in Cina, servendosi del prestigio delle sue conoscenze scientifiche in matematica, astronomia, geografia, filosofia e del suo spirito aperto all'adattamento della *liturgia alla *cultura locale, introducendo quelli che vengono denominati i riti cinesi. Dopo la sua morte, sorsero delle polemiche sulla legittimità di questi adattamenti e, fondamentalmente, su: a) l'applicazione a Dio di certi vocaboli; b) la venerazione degli antenati e di *Confucio; c) la soppressione di riti secondari nei *sacramenti. La discussione verteva sulla questione se queste pratiche avevano un carattere semplicemente civile o se erano pratiche religiose in senso stretto che contaminavano la fede cristiana. Il papa Innocenzo X condannò i riti cinesi nel 1645; Alessandro VII li autorizzò nel 1656; Clemente XI li condannò definitivamente nel 1704. La vicenda non è del tutto chiara. Nel sec. XX Roma ha fatto alcune concessioni. Si tratta di adattare l'espressione religiosa alle diverse culture (punto generalmente trascurato nelle missioni cattoliche), il che non è una concessione, ma il riconoscimento di un diritto, visto che dobbiamo pregare in consonanza con ciò che siamo perché la preghiera sia autentica e, al tempo stesso, è indispensabile mantenere la fede nella sua genuina purezza.

 

Riconciliazione. (inizio)

1. Ristabilimento di un'amicizia infranta.

2. Sacramento della riconciliazione. Vedi *Penitenza.

 

Riforma. (inizio)

Cambiamento con il quale si cerca di dare nuovamente la sua forma, o stato genuino, alle persone o alle istituzioni. Nella Chiesa si sente periodicamente un bisogno di riforma, cioè di far tornare la vita e le strutture ad uno stile più conforme al *vangelo. Storicamente, si sono avute riforme di determinati settori come, ad esempio, le congregazioni religiose (riforma carmelitana, francescana, agostiniana, ecc.) e riforme rivolte all'insieme della Chiesa: riforma carolingia, riforma del papa Ildebrando - *Gregorio VII - la cosiddetta riforma cattolica o *controriforma (per il fatto che la frattura di *Lutero venne chiamata riforma). Anche se nell'insieme non le si dà questo nome, l'opera del concilio *Vaticano II ha implicato una autentica riforma, sia a livello delle istituzioni (*Codice di Diritto Canonico, istituti di *vita religiosa, *liturgia, *curia pontificia, ecc.) che delle persone nella mentalità e nella vita.

 

Riforma protestante. (inizio)

Movimento capeggiato da Martin *Lutero, agli inizi del sec. XVI, che pretendeva di riformare la Chiesa e che si concluse nel grande *scisma d'Occidente con l'introduzione del *protestantesimo. Insieme a Lutero si devono ricordare altri importanti riformatori: *Calvino, *Zwingli, Enrico VIII.

 

Rinascita. (inizio)

Il passaggio dalla situazione di peccato alla vita nella *grazia che ci fa figli di Dio (cf Gv 3,3-9; 2 Cor 5,17 e *Nuova creazione).

 

Ripalda. (inizio)

Vedi *Astete.

 

Riscatto. (inizio)

Vedi *Redenzione.

 

Riserva. (inizio)

Designazione abbreviata di Riserva del Santissimo Sacramento (o Riserva eucaristica), vale a dire del pane consacrato che si conserva nel *tabernacolo per poterlo portare ai malati, per dare la comunione a coloro che non hanno potuto partecipare alla celebrazione comunitaria e per l'adorazione privata o pubblica del sacramento. La riserva non deve essere fatta per farne uso nei giorni successivi, perché in ogni *messa si deve cercare di dare la comunione con le specie consacrate in quella stessa celebrazione (cf Ordinamento generale del Messale Romano, n. 56, h; Istr. Eucharisticum mysterium, n. 31).

 

Risurrezione della carne. (inizio)

Il tornare alla vita si deve intendere come il continuare a vivere dello stesso soggetto, non precisamente con le stesse cellule, le quali si corrompono nel sepolcro (a parte il fatto che già durante la vita si vanno rinnovando in modo tale che ogni sette o otto anni scompare tutto ciò che costituisce il nostro corpo). Il linguaggio e le immagini di quaggiù sono poveri per parlare della situazione dell'*aldilà. San *Paolo fa il paragone del chicco di grano che muore e germoglia di nuovo.

Gli ebrei trovavano difficile capire che ne sarebbe stato dell'uomo dopo la morte, vedi *Sheol. Negli ultimi tempi dell'AT, comincia ad apparire la luce (cf Dn 12,2; 2 Mac 7,9.11.14.29; Sap 5). Nel NT è una dottrina chiaramente manifestata da Gesù e poi dai suoi discepoli, soprattutto nel parlare del Signore stesso (cf Mc 12,18-27; At 2,31-33 e quanto indicato in *Parusia).

 

Risurrezione di Cristo. (inizio)

E' il dato centrale della predicazione apostolica, fondamento della fede cristiana. Senza di essa, tutto sarebbe finito sul *calvario. Gli *apostoli e i discepoli insistono nel segnalare questo fatto tanto in contesti narrativi (è il caso dei *Vangeli: Mt 28; Mc 16; Lc 24; Gv 20 e 21 e altri testi, ad esempio, 1 Cor 16,4-8) che in proclamazioni di fede, che sono abbondantissime; in esse, si presenta la risurrezione come glorificazione o esaltazione di Gesù, come l'azione per mezzo della quale il Padre lo costituisce Cristo e Signore, causa e principio della nostra stessa glorificazione (cf At 2,24.33-36; 3,15; 4,8-12; 5,30-32; 10,39-43; 1 Ts 1,9-10; 4,14; 1 Cor 15,3-5.12-28; Rm 1,3-4; 4,24-25; 6,4; 8,11.29; 10,9; Col 1,18 ecc.). Con la sua risurrezione, Cristo inaugura il nuovo modo di esistere. In quella esaltazione è giunto alla meta della sua incarnazione divinizzante; la sua umanità oltrepassa i limiti dello spazio e del tempo per avere il modo divino di esistere; se tutta la sua esistenza è pasqua fin dall'*incarnazione, in questo momento giunge al suo culmine. Giustamente, è la *pasqua e non l'incarnazione il centro del mistero di Cristo e della sua celebrazione nella *liturgia. Da quel momento Gesù, per mezzo dello *Spirito Santo, ci comunica la partecipazione alla sua vita, di modo che per la sua risurrezione è la primizia di tutti quelli che saranno glorificati.

 

Riti di passaggio. (inizio)

Sono l'insieme degli atti *simbolici con i quali, in ogni cultura, si mette in risalto l'importanza che hanno certi momenti della vita. Riguardano il senso dell'esistenza e vengono quindi praticati da tutte le religioni; poiché questo senso è radicale e trascendente, si devono esprimere attraverso dei simboli. " Per cercare di comprendere una religione dobbiamo prima di tutto concentrare la nostra attenzione sui riti più che sulle credenze " (Radcliffe-Brown). I riti di passaggio sono collegati alla nascita, all'iniziazione sessuale, al matrimonio e alla morte, momenti chiave nel divenire umano. Di minore importanza o meno universali sono altri riti, come quello dell'inizio o della fine degli studi, della laurea, di certi saluti. Il rito segnala il limite di vitamorte, mortevita, qualcosa di importante finisce e qualcosa di importante comincia. Il rito sottolinea questa importanza e dà serietà alla vita nella sua dimensione sociale e personale (cf A.N. Terrin, Antropologia Culturale, NDL-EP).

La religione non va contro corrente con ciò che è umano, al contrario. Nella religione cattolica, i momenti chiave dell'esistenza sono accompagnati da riti sacramentali: battesimo, confermazione, matrimonio, unzione degli infermi, riti delle esequie.

 

Ritiro spirituale. (inizio)

Periodo durante il quale ci si ritira dalle occupazioni abituali per dedicarsi all'esercizio più intenso della riflessione e della *preghiera per far crescere l'unione con Dio nella propria vita. Si usa chiamare ritiro quando è di breve durata (un giorno o anche meno); *esercizi spirituali, quando si tratta di un periodo più lungo.

 

Rito. (inizio)

Cerimonia che si realizza secondo degli schemi e un ordine prestabiliti. Per il suo svolgimento assume una serie di segnisimboli che sono come unità minori all'interno di un rito. Generalmente, si usa riferendosi a riti religiosi. A volte, significa tutta la cerimonia; altre, un insieme al suo interno; altre volte ancora, si dà questo nome ad un semplice *segno. Il rito è un momento di grande energia: un rito già stabilito evita lo sforzo di creare in ogni occasione e l'energia liberata può così essere usata per vivere meglio la celebrazione.

 

Rito di comunione. (inizio)

Vedi *Messa. Parti.

 

Rito penitenziale. (inizio)

Vedi *Messa. Parti.

 

Riti cinesi. (inizio)

Vedi *Ricci Matteo.

 

Rituale. (inizio)

Libro liturgico contenente le formule e i riti delle celebrazioni sacramentali. Esistono rituali per ognuno dei *sacramenti o celebrazioni liturgiche similari, come funerali, benedizioni, professione religiosa, ecc.

 

Rivelazione. (inizio)

Manifestazione che Dio fa agli uomini di se stesso e del suo piano di salvezza. " La rivelazione si realizza con le opere e con le parole intrinsecamente unite " (Vaticano II, DV 1). " Dio invisibile (cf Col 1,15; 1 Tm 1,17), mosso d'amore, parla agli uomini come amici (cf Es 33,11; Gv 15,14-15), vive fra loro (cf Bar 3,38) per invitarli e accoglierli nella sua compagnia " (Id., Ibid). Già la creazione è rivelazione, in quanto attraverso di essa possiamo conoscere qualcosa del creatore (cf Rm 1,20); la si suole chiamare rivelazione naturale. Normalmente, si riserva il nome di rivelazione a quella che Dio realizza tramite i suoi inviati, i *profeti e gli altri *agiografi. Il culmine della rivelazione è Cristo. Dopo la rivelazione dell'AT, in questa tappa finale Dio " ha parlato a noi per mezzo del Figlio " (Eb 1,2). Egli " proferisce la parole di Dio " (Gv 3,34). Chi lo vede, vede il Padre (cf Gv 14,9). Dopo la sua *ascensione, inviò lo *Spirito Santo, che ispirò gli autori del NT.

 

Rivelazione privata. (inizio)

Quella che afferma di aver ricevuto un persona in particolare. Ci sono rivelazioni private nella vita dei santi e anche numerose pretese rivelazioni che altre persone dicono di aver ricevuto. Quando non sono d'accordo con la fede, la Chiesa le condanna. In caso contrario, lascia la libertà ai fedeli di aderire a quello che propongono, ma ciò che appartiene alla rivelazione privata (quella non inclusa nei libri della*Bibbia) non è mai proposto come fede della Chiesa, alla quale c'è l'obbligo di aderire.

 

Roboamo. (inizio)

Figlio di Salomone ed erede del suo regno. La sua condiscendenza con gli amici, che gli consigliavano durezza di fronte alle giuste proteste del popolo, fu la causa immediata della divisione del regno. Le dieci tribù settentrionali si separarono ed elessero re *Geroboamo; da allora il regno settentrionale fu chiamato *Israele. Rimasero fedeli a Roboamo, nel regno meridionale detto Giuda, solo le tribù di *Giuda e Beniamino.

 

Rocchetto. (inizio)

Sopravveste di lino bianco, lunga come la cotta, con maniche strette e lunghe, indossata dal papa, dai cardinali, dai vescovi o altri prelati nelle cerimonie liturgiche.

 

Roma. (inizio)

Centro del mondo cattolico, " presidio della carità " secondo l'espressione di sant'*Ireneo. Ha circa 2.500.000 di abitanti. E attraversata dal fiume Tevere. La parte antica è sui sette colli (septimontium) del lato sinistro del fiume. Conserva monumenti di grande valore e molte rovine dell'antichità. Le basiliche di Santa Maria Maggiore, San Giovanni in Laterano e San Paolo Fuori le Mura, benché all'interno della città, fanno parte dello Stato della *Città del Vaticano. La fondazione di Roma si situa nel 753 a.C., inizio dell'*era romana (a. u. c. = *Ab Urbe Condita = " dalla fondazione della città "). Dopo aver dominato l'intera penisola, estese la sua egemonia su tutta la conca del *Mediterraneo e fu la capitale dell'impero nel quale nacque e si sviluppò il cristianesimo.

 

Romani, Lettera ai. (inizio)

E' la lettera più dottrinale di san Paolo, scritta in tono sereno (a differenza di Galati che, in buona parte, espone lo stesso tema). La scrive da *Corinto, probabilmente tra il 57 e il 58, quando non è ancora stato a Roma. Non conosce ancora quella comunità cristiana, ma qualcuno venuto da lì lo ha informato. Paolo vuole andare a Roma e annuncia loro la sua visita. Sa che ci sono alcune tensioni tra i cristiani proveniente dal *giudaismo e quelli che si sono convertiti dal *paganesimo, i quali sembrano disprezzare i primi. Per questo canta ammirevolmente le glorie di *Israele, l'ulivo sul quale è stato innestato l'oleastro (11,23-24; cf 9,1-11,36). Ma il tema principale è quello della *giustificazione per la fede. Su questa lettera, male interpretata, *Lutero baserà i punti principali della sua *eresia.

 

Romanico. (inizio)

Stile architettonico e artistico in generale che si sviluppò nell'Europa occidentale dal sec. V al sec. XII, particolarmente nei sec. XI e XII. Deriva dallo stile imperiale di Roma e riceve apporti dai bizantini e dai barbari che invasero i paesi mediterranei. Gli edifici di culto si caratterizzano dalla configurazione a croce latina (una lunga navata che si incrocia con un'altra più corta); l'arco a tutto sesto poggia su grossi pilastri, generalmente cilindrici, a volte poligonali; all'esterno, solidi contrafforti offrono appoggio ai muri; dato il grande spessore dei muri, le finestre sono piuttosto ridotte, per cui le chiese romaniche sono semioscure, salvo quelle degli ultimi tempi, quando si nota un'evoluzione verso le volte che annunciano il gotico.

 

Rosa da Lima, santa (1586-1617). (inizio)

Nacque, visse e morì a Lima, in Perù. E stata la prima santa canonizzata d'America. Presso la casa paterna, costruì una piccola cella nella quale combinò una vita di penitenza e intimità con Dio con l'interesse per il prossimo; accanto alla sua cella costruì una stanza nella quale curava malate di estrema povertà. Fu diretta soprattutto dai padri domenicani, così da essere considerata appartenente a quella famiglia religiosa, benché non sia mai entrata in nessun convento.

 

Rosacroce. (inizio)

Organizzazione scientifico-religiosa che conta circa 6.000.000 di adepti, soprattutto negli Stati Uniti. La sua origine non sembra essere legata a Cristian Rosenkreutz (sec. XIV-XV), ma piuttosto alla *massoneria, benché i rosacroce non accettino tale affermazione. La sua dottrina è un sincretismo gnostico e alchimistico, che propone la conoscenza della natura assieme ad elementi mistici delle religioni antiche (Egitto, Babilonia, Grecia e Roma) ed elementi cristiani. Essi, e non la Chiesa, sono i depositari della rivelazione di Gesù, dicono. Sono tolleranti; ognuno dei suoi membri può scegliere per la religione che ritenga migliore (cf Y. de Gibon, DdlR-H e C. Vidal, DSO-VD).

 

Rosario. (inizio)

Preghiera mariana che san Pio V, proveniente dall'ordine domenicano, definì così: " Il rosario, o salterio della beata vergine Maria, è un mondo pietosissimo di preghiera e di invocazione a Dio, modo facile, alla portata di tutti, che consiste nel rendere lode alla santissima Vergine ripetendo il saluto angelico per 150 volte, tante quanti sono i *salmi del salterio di Davide, frapponendo, tra ogni decina, la preghiera del Signore, con determinate meditazioni che illustrano l'intera vita di Nostro Signore Gesù Cristo " (Bolla Consueverunt romani Pontifices, 17091569; cf NDM-P). Il rosario si apprezza in particolare in quanto è: a) eminentemente biblico nelle sue preghiere e nei misteri che si contemplano; b) cristologico; c) prossimo alla liturgia, che è il modello e il vertice della preghiera, secondo il concilio Vaticano II (cf SC 10). Si adatta alla situazione di ogni persona: a chi si trova bene con la preghiera vocale e a chi ama la contemplazione, perché nella sua esperienza si possono distinguere i seguenti livelli o tappe: a) l'attenzione alle parole di carattere piuttosto razionale; b) la contemplazione del mistero enunciato, con minore attenzione riflessiva e maggiore attenzione alla Vergine, che si contempla immaginandola nel corrispondente quadro meditativo; c) approfondendo quanto si è detto, attenzione sempre più concentrata sulla persona e meno sulle parole e sulle immagini: è già un esercizio di *contemplazione che può essere di preghiera molto elevata. Il rosario è stato insistentemente raccomandato dagli ultimi papi; si tenga particolarmente conto di quanto dice su di esso Paolo VI nella *esortazione apostolica " Marialis cultus " (02021974), n. 42-55 (cf A. de Pedro, Madre de Dios... EP 164-165).

 

Rota Romana. (inizio)

Tribunale della *Santa Sede di competenza universale, sebbene la maggioranza delle cause trattate si riferiscano a vicende di nullità matrimoniale.

 

Rotoli. (inizio)

Strisce di *papiro e più tardi di *pergamena, formate da pezzi che si incollavano gli uni agli altri e si arrotolavano a due bastoni o cilindri, di modo che, srotolandole, si potessero leggere. Il documento era scritto in colonne, in senso trasversale alla lunghezza del rotolo. Poteva raggiungere una decina di metri di lunghezza. Si scriveva su un solo lato (il *codice permetterà la scrittura su ambedue i lati). L'uso del termine volume per indicare un libro ci viene dal verbo latino volvo = arrotolare.

 

Ruben. (inizio)

Figlio maggiore di *Giacobbe e *Lia. Perse il diritto di primogenitura per il suo peccato di *incesto con Bila (cf Gn 35,22; 49,3-4).

 

Rubriche. (inizio)

In latino, rùbrica = scritto in rosso. Una volta si scrivevano in rosso i titoli dei capitoli e alcune lettere iniziali. Nei sec. XII-XIII, si annotano in questo modo indicazioni pratiche nei libri liturgici. Poi si unificano le indicazioni di tipo generale di una *celebrazione e, con il nome di Rubriche generali, si collocano al principio del rispettivo libro (*messale, *ufficio divino...), mentre quelle particolari restano nel posto corrispondente della celebrazione. Oggi quelle generali sono solitamente nello stesso tipo di inchiostro dell'insieme; quelle particolari si mettono ora in rosso ora in altro colore o in quello normale, ma con diverso tipo di carattere. Le rubriche sono totalmente in funzione del contenuto; sono come la corteccia del rito. Il rubricismo o culto della rubrica è negativo, perché sconvolge i valori, ma le rubriche sono importanti in quanto aiutano il corretto svolgimento delle celebrazioni liturgiche e, in non pochi casi, aiutano a penetrare il senso del *rito.

 

Rut. (inizio)

Il libro di Rut racconta la storia di questa donna moabita che, alla morte del marito, accompagna fedelmente la suocera *Noemi, rimasta anch'essa vedova, a Betlemme, da cui era partita ai tempi della carestia. Qui sposa Booz, parente di suo marito, in applicazione della legge del *levirato. Questo matrimonio la renderà ascendente del *Messia, in quanto bisnonna di *Davide (cf Mt 1,5). La storia è situata all'epoca dei *Giudici, ma il libro fu scritto intorno ai sec. V o IV a.C. E uno dei cinque *megillot e si leggeva nella *sinagoga a *Pentecoste. Non appartiene ai libri storici, ma a quelli che oggi vengono chiamati " piccoli racconti ".

 

Ruysbroek, Jan van, beato. (1293-1381). (inizio)

*Asceta e *mistico olandese. Ebbe grande influenza sul suo tempo e sulla cosiddetta *Devotio moderna. Vedi *Tommaso da Kempis.

 

Rylands. (inizio)

Nella John Rylands Library di Manchester (Inghilterra) si conserva il più antico manoscritto del Nuovo Testamento. Ha su una facciata Gv 18,31-33 e sull'altra Gv 18,37-38. E datato negli anni 125-130 circa, molto vicino, quindi, alla data della morte di san Giovanni. E un papiro, parzialmente deteriorato, catalogato con la sigla P52, designato anche con il nome di Rylands. Vedi *Manoscritti biblici.

 

 

 

 

S

 

Saba Sabei. (inizio)

Regno dell'Arabia del sud, famoso per le sue ricchezze e per il commercio di *incenso, spezie, oro e pietre preziose. Nel primo libro dei Re si racconta la visita della regina di Saba a *Salomone (1 Re 10,1-3); Gesù la menziona in Mt 12,42.

 

Sabaot. (inizio)

Racchiude l'idea di esercito. Non c'è unanimità né certezza tra gli *esegeti sul senso che assume nei diversi contesti in cui compare nell'AT. Sembra significare l'insieme delle potenze celesti, e Jhwh-Sabaot è il Dio potente che lotta con il suo popolo e lo porta alla vittoria.

 

Sabato. (inizio)

Significa probabilmente " riposo ". Settimo giorno della settimana, che compare nel racconto della creazione e in tutte le raccolte di leggi dell'AT (Gn 2,2-3; Es 20,8-11; 23,12; 31,12-17; 32,34; 35,1-3; Lv 23,3; 26,2; Nm 15,32-36; 28,9-10; Dt 5,12-16) e a cui si fa riferimento in molti altri passi. Osservato, senza dubbio, prima di *Mosè, è dall'*alleanza una delle istituzioni fondamentali del *popolo di Dio. Il riposo fu imposto nelle diverse epoche con un rigore che prevedeva perfino la pena di morte; ma non era il suo unico aspetto. Era un giorno di gioia e di culto. Ai tempi di Gesù, il legalismo lo aveva svuotato del suo significato autentico e il modo di agire di Gesù a riguardo del sabato è una delle cause di maggior conflitto con i *farisei. Gesù osserva il sabato (cf Mc 1,21; Lc 4,16) e al tempo stesso si dichiara signore del sabato (cf Mc 1,28) e ricorda che " il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato " (Mc 2,27). Agli ebrei convertiti fu difficile smettere di osservarlo, come si deduce da diversi testi del NT. I cristiani osservano il primo giorno della settimana, non come sostituzione del sabato, ma con un senso suo proprio (vedi *Domenica).

 

Sabbatico, Anno. (inizio)

Era l'istituzione legale che in *Israele ordinava che ogni sette anni se ne osservasse uno di riposo, come il sabato nella settimana. Durante questo anno, gli schiavi riacquistavano la libertà, si rimettevano i debiti, non si coltivava la terra e i suoi frutti spontanei potevano essere liberamente colti dai poveri (cf Es 21,2; Lv 25,3-7; Dt 15,1-6). Di fatto, non sembra che questa legge, il cui senso era la carità verso i bisognosi, fosse osservata.

 

Sabellio / Sabellianismo. (inizio)

Vedi *Modalismo Monarchianismo.

 

Sacerdotale. (inizio)

l Documento o tradizione sacerdotale è una delle fonti principali del *Pentateuco. Proviene dai circoli di sacerdoti che vivevano nell'*esilio di *Babilonia. Si designa con P, lettera iniziale di sacerdote in tedesco: Priester.

 

Sacerdote. (inizio)

La persona che, per la sua configurazione a Cristo, possiede il *sacerdozio. Posto che tanto chi possiede il sacerdozio comune ricevuto nel *battesimo come chi possiede il sacerdozio ministeriale ricevuto con il sacramento dell'*ordine sono sacerdoti, questa parola non è adeguata a designare i ministri della chiesa, a cui generalmente si applica, ma che sarebbe meglio chiamare *presbiteri.

 

Sacerdoti e leviti. (inizio)

Nel popolo di Dio dell'AT, Dio, per mezzo di *Mosè, si riservò per il suo culto i maschi della tribù di *Levi. Al suo interno, ai discendenti di *Aronne furono assegnate le funzioni più immediate del culto, come offrire i *sacrifici e dirigere la preghiera. Questi vennero chiamati " sacerdoti ". Gli altri membri della tribù di Levi collaboravano nei servizi come l'ordine e la pulizia del tempio o altri compiti complementari. Questi furono chiamati " leviti ".

 

Sacerdozio. (inizio)

E la capacità che qualcuno possiede di arrivare a Dio per presentare sacrifici e per fungere da mediatore a favore di altri.

Solo l'uomo Gesù Cristo, per mezzo della sua unione con Dio, possiede questa capacità nel suo essere stesso. Qualsiasi altro sacerdozio procede da quello di Cristo. Di modo che il sacerdozio cristiano è una configurazione o assimilazione (farsi simile) a Cristo che conferisce la capacità di giungere a Dio per offrire sacrifici (adorazione, lodi...) e per essere mediatore, ovvero intercedere per gli altri.

Si distinguono due tipi di sacerdozio: a) Il sacerdozio comune o regale, proprio di ogni battezzato, che riguarda direttamente l'essere della persona, che è configurata a Cristo in ordine alla doppia finalità già detta. Non ha senso né efficacia in chi è nemico di Dio. b) Il sacerdozio ministeriale o gerarchico, che si riceve con il sacramento dell'*ordine; riguarda la persona in ordine a una funzione o ministero in favore della comunità ecclesiale. Rendendo capaci di operare come ministri in nome di Cristo, la sua azione è valida anche se tale ministro è in peccato (un sacramento conferito da un ministro indegno è valido, perché il ministro è solo lo strumento attraverso il quale opera Cristo).

 

Sacra Scrittura. (inizio)

L'insieme dei libri sacri scritti per ispirazione dello *Spirito Santo. Vedi *Bibbia.

 

Sacramentali. (inizio)

" Sono segni sacri con cui, per una speciale imitazione dei *sacramenti, vengono significati e ottenuti, per l'impetrazione della Chiesa, effetti soprattutto spirituali " (CIC 1166). Ad esempio, tutto ciò che in una celebrazione accompagna l'essenziale: le *benedizioni, l'uso dell'acqua benedetta, ecc. Nel suo uso si deve evitare tanto la mancanza di riverenza (sono intercessione della Chiesa) quanto un impiego tinto di *magia.

 

Sacramentario. (inizio)

Fino al sec. XI, libro contenente i formulari liturgici. I più famosi e antichi sono: il leoniano (ritenuto opera di san Leone Magno (440-461), il gelasiano (di papa Gelasio, 492-496), il veronese, il bergomense.

 

Sacramenti. (inizio)

Segni sensibili ed efficaci, istituiti da Cristo per comunicarci la grazia. a) Sono segni o simboli, perché il soprannaturale che contengono non può essere espresso in modo pieno o adeguato nel linguaggio razionale. b) Sono efficaci, ovvero non solo significano, ma comunicano realmente la grazia. c) Solo Cristo può unire l'effetto spirituale a elementi materiali. La determinazione concreta dei segni, a volte procede da Cristo (acqua nel battesimo, pane e vino nell'eucaristia) e altre volte viene dalla Chiesa, che Cristo ha lasciato come suo corpo.

La ragione per cui Dio ci si comunica in questo modo è la natura stessa dell'uomo, essenzialmente simbolico, che percepisce e si esprime per mezzo di segni e di simboli.

I sacramenti sono *celebrazioni, ovvero azioni rituali e festive. Non sono una cosa che si " riceve " come un elemento estraneo o strano che ci giunge. L'azione sacramentale è azione della Chiesa e, con essa, del soggetto, che mette in contatto vivificante con Dio.

 

Sacrificio. (inizio)

Atto di culto che consiste nel distruggere o non usare un essere vivo o un elemento naturale come *segno di riconoscimento della sovranità di Dio. L'essenziale non è la distruzione, ma l'atteggiamento di riverente riconoscimento. Nell'AT si sacrificavano animali, si versava olio o altri liquidi, si bruciavano cereali, ecc. Il sacrificio supremo di Cristo sulla *croce supera e abolisce tutti gli altri sacrifici.

In senso più ampio, si parla di sacrificio come dedicazione della propria vita a Dio e anche nel senso di fare qualcosa di costoso o di doloroso per Dio.

 

Sacrilegio. (inizio)

Dal latino sacrum = sacro, e lego = rubo, tolgo. *Profanazione di una persona, di un luogo o di una cosa.

 

Sacro. (inizio)

Persone, cose o luoghi sottratte al mondo *profano per la divinità.

 

Sacrosanctum Concilium. (inizio)

Prime parole, in latino, della Costituzione del Vaticano II sulla Sacra *Liturgia.

 

Sadducei. (inizio)

Partito politico ai tempi di Gesù. Il nome proviene dal sacerdote *Zadoc, anche se il gruppo si formò nel sec. II a.C. Era costituito da membri dell'aristocrazia e da famiglie sacerdotali. La sua ideologia era conservatrice e opportunista, cosicché si adattavano al potere dominante, in questo caso a Roma. Non ammettevano altro che la legge scritta e non credevano alla *risurrezione (cf Mt 22,23s; Mc 12,18; Lc 20,27; At 23,6-10). Anche se molto distanti dai *farisei riguardo alle credenze, alla legge e al punto di vista politico, rispetto a Gesù li vediamo spesso uniti (cf citazioni precedenti e Mt 3,7; 16,1.6s). Nella storia dei secoli II e I a.C. ebbero una grande influenza politica, anche se a volte fu superiore quella dei farisei. Ai tempi di Gesù, i farisei godevano di maggiore stima e di grande influenza sul popolo, ma nel *sinedrio erano loro a dominare e dalle loro fila usciva generalmente il *sommo sacerdote. Per questo, insieme a quella dei farisei, la loro influenza fu decisiva nella condanna di Gesù (cf Gv 11,47-53).

 

Sadismo. (inizio)

Perversione di chi ottiene il piacere sessuale infliggendo dolore fisico a un altro. Il nome viene dal marchese de Sade, scrittore francese del sec. XVIII. Vedi *Masochismo.

 

Saffismo. (inizio)

Vedi *Omosessualità.

 

Sagrestia. (inizio)

Recinto del tempio nel quale si vestono i ministri e nel quale si conservano i *paramenti, i vasi sacri e gli altri elementi che si usano nel culto.

Sailer, Johannes Michael (1751-1832). (inizio)

Tedesco. Figura di grande importanza nella storia della *pastorale e, all'interno di questa, della *catechesi. Imprime un orientamento biblico-teologico, di impostazione *kerigmatica, reagendo contro la tendenza *razionalista e *moralista. Più che dell'" arte " nella predicazione e nella catechesi, si preoccupa dei contenuti. Decisiva la sua riscoperta dell'antico asse della pastorale e dell'insegnamento: la *storia della salvezza. Purtroppo, poco dopo di lui, si diffuse la *neoscolastica, più razionalista e facente poco ricorso alla *Bibbia, il cui principale rappresentante nella catechetica fu Deharbe.

 

Salesiani / Società di san Francesco di Sales. (inizio)

Congregazione religiosa fondata da san Giovanni Bosco a Torino nel 1859. A volte sono anche chiamate salesiane le Figlie di Maria Ausiliatrice, ramo femminile fondato anch'esso da san *Giovanni Bosco assieme a santa Maria *Mazzarello. Entrambi i rami si dedicano all'educazione dei bambini e dei ragazzi, soprattutto dei più poveri. Sostengono molte scuole professionali. I salesiani sono, per numero, la terza congregazione religiosa, dopo i *gesuiti e i *francescani.

 

Salmanassar. (inizio)

Re assiro che nel 721 conquistò la *Samaria, deportando a *Ninive tutti i suoi principali abitanti (cf 2 Re 17,4-6; 18,9-11). Morì poco prima della caduta della città di Samaria, conquistata quando era già re il suo successore *Sargon.

 

Salmanticensi. (inizio)

Gruppo di teologi dell'ordine dei *carmelitani scalzi, professori all'Università di Salamanca (Spagna), che nel sec. XVII composero un trattato di teologia al quale si fa spesso riferimento nella storia della *teologia.

 

Salmi. (inizio)

Composizioni poetico-musicali della letteratura del popolo ebraico. Sono: a) Preghiere, principalmente di lode. b) Poesie, il che significa che in essi l'aspetto intuitivo prevale su quello discorsivo. c) Destinati al canto; il loro stesso nome greco (da psallo = far vibrare le corde di uno strumento) e quello che molti portano in ebraico (Mizmor), indicano un canto accompagnato con strumenti a corde. Erano destinati principalmente alle celebrazioni comunitarie. In essi si rivive tutta la storia di Israele in preghiera di lode, di azione di grazie, di invocazione, di lamentazione, di acclamazione messianica, ecc. Data la loro grande ricchezza religiosa (oltre che letteraria), la Chiesa continua a usarli nella sua preghiera.

Ci interessano quelli biblici, ma anche altri popoli vicini a *Israele composero dei salmi.

 

Salmi, Libro dei. (inizio)

Sebbene vi siano dei salmi in diversi libri della *Bibbia, in essa figura un libro chiamato dei Salmi, che ne contiene 150. Salmi di epoche diverse andarono via via a comporre delle raccolte, cinque delle quali formarono poi questo libro ammesso nel *canone. Questo insieme viene a volte chiamato il salterio di Davide: gliene sono infatti attribuiti 73, sebbene in molti casi si tratti semplicemente dell'antica usanza di attribuire un'opera a un personaggio famoso. Gli specialisti riducono questo numero a una dozzina. L'epoca della composizione va dal sec. X al III a.C. La raccolta fu completata intorno al 200 a.C.

 

Salmo responsoriale. (inizio)

Vedi *Messa. Parti. E *Salmi.

 

Salmodia. (inizio)

nsieme di *salmi che si cantano o si recitano in una*celebrazione che ne contiene vari. Ad esempio, quelli delle *lodi o dei *vespri. Vedi Liturgia delle ore.

Salomone (970-930 a.C.). (inizio)

Re di *Israele per 40 anni, superò in fama, ma non in importanza, perfino suo padre *Davide. Re pacifico, mantenne buoni rapporti con i regni vicini. La sua saggezza fu ed è tuttora proverbiale e per questo gli furono attribuiti *salmi, proverbi e libri. Organizzò il regno dividendolo in territori che avevano i loro rispettivi governatori. Fece realizzare numerose costruzioni, la più importante delle quali fu il *tempio di Gerusalemme. Fedele a Yhwh all'inizio del suo regno, fu poi distolto dal vero Dio dalle numerose mogli straniere, che lo indussero a permettere il culto dei loro idoli (cf 1 Re 1-11; 2 Cr 1-9).

 

Salterio. (inizio)

L'insieme dei 150 *Salmi, ovvero, il libro dei Salmi.

 

Salvatore. (inizio)

Equivalente a *Gesù, che in ebraico significa " Yhwh salva ".

 

Salvezza. (inizio)

Liberazione da un male, da un pericolo, da una disgrazia. In senso religioso, liberazione dal *peccato e dalle sue conseguenze grazie all'azione di Dio nella cosiddetta *storia della salvezza, della quale Cristo è il centro e il suo*mistero pasquale il culmine. Ha una dimensione comunitaria e *trascendente. Lo stabilirsi del *regno di Dio o l'entrare in esso sono espressioni equivalenti a salvezza.

 

Samaria. (inizio)

Capitale del *regno del nord dall'800 a.C. circa. Venne poi designata con lo stesso nome tutta la regione. Nel 721 a.C. cadde in potere degli *assiri, e ne seguì la deportazione a *Ninive. Distrutta in altre occasioni, *Erode il Grande la ricostruì nel 30 a.C. dandole il nome di Sebaste.

 

Samaritani. (inizio)

Abitanti della *Samaria. Con le deportazioni degli *assiri, parte degli abitanti furono sostituiti da altri portati da diversi paesi. Il conseguente miscuglio di razze e la tradizionale rivalità tra i regni del nord e del sud provocò l'antipatia dei rimpatriati da *Babilonia, che consideravano i samaritani impuri ed eretici. Questi restituirono loro l'inimicizia e costruirono il loro tempio sul monte *Garizim. Gesù non partecipa al disprezzo per i samaritani, come si nota nell'incontro con la samaritana (Gv 4), nella parabola del buon samaritano (Lc 10,29-37) e nel giudizio sul lebbroso riconoscente (Lc 17,11-19; cf At 1,8; 8,5-25; 9,31).

 

Samuele. (inizio)

*Profeta e *giudice di Israele. Da bambino, venne consacrato a Dio come nazireo e visse nel tempio. Intervenne da parte di Dio presso il popolo, per elevare la sua religiosità, molto esposta nell'epoca dei Giudici, in cui non c'era coesione tra le tribù. Gli toccò un ruolo decisivo nell'instaurazione della monarchia. Fu lui a ungere da parte di Dio i primi re di *Israele (cf 1 Sam 1-12; 15-16; 25).

 

Samuele, I libri di. (inizio)

Sono due, che in origine ne formavano uno solo. Non furono scritti da Samuele. Cominciano con la vita e l'attività del profeta e narrano poi l'instaurazione della monarchia e la storia dei primi re, *Saul e *Davide. Nella *Vulgata sono chiamati 1 e 2 Re, mentre questi ultimi prendono la numerazione 3 e 4 Re.

 

Sanazione in radice. (inizio)

Convalidazione di un matrimonio, senza rinnovazione del consenso, concessa dall'autorità ecclesiastica competente. Ha effetto retroattivo in relazione alla dispensa dall'impedimento che fu causa dell'annullamento, così come in quanto alla *legittimazione dei figli avuti dal momento della contrazione del matrimonio sanato (cf CIC 1161-1165).

 

Sancta sanctorum. (inizio)

La stanza più recondita all'interno del *tempio di Gerusalemme, dietro al *santo e separata da questo da un velo. Aveva forma cubica. In origine conteneva l'altare d'oro dell'*incenso e l'*arca dell'alleanza, con la *manna, la verga di *Aronne e le *tavole della legge. Dopo la scomparsa dell'arca dell'alleanza, era vuota. Costituiva il luogo per eccellenza della presenza divina, e vi entrava solo il *sommo sacerdote una volta all'anno, nel giorno dell'*espiazione (cf Lv 16,1s).

 

Sansone. (inizio)

Uno dei più famosi *giudici di Israele, le cui imprese si narrano nei capitoli 13-16 del libro dei *Giudici.

 

Santa Sede. (inizio)

Vedi *Sede Apostolica.

 

Santificazione. (inizio)

1. Effetto del farsi santo.

2. Si usa anche come sinonimo di *consacrazione.

 

Santissimo / Santissimo Sacramento. (inizio)

Le specie (pane e vino) consacrate nella celebrazione eucaristica. Normalmente si custodisce nel *tabernacolo, per i malati che chiedano di fare la comunione o per altri che non possono partecipare alla celebrazione eucaristica, per l'adorazione privata o pubblica e, in rare occasioni, per portarlo in processione.

 

Santità. (inizio)

1. E come l'attributo essenziale di Dio. Racchiude l'idea del suo mistero, della sua gloria e maestà, della sua bontà e fedeltà. Il termine ebraico qadosh significa " separare "; è l'essere assolutamente diverso, che ispira rispetto e adorazione non separata dalla fiducia, soprattutto da quando Gesù si rivolge sempre a Dio come Padre e ci insegna a chiamarlo così.

2. La santità dell'uomo consiste innanzi tutto nel possesso della *grazia di Dio che lo trasforma interiormente facendolo partecipare alla santità e all'essere di Dio. La grazia è " una certa amicizia con Dio " (san Tommaso). La sua principale espressione è l'*amore o *carità assieme alla quale vanno le altre virtù *teologali e le virtù morali.

 

Santo. (inizio)

1. Chi possiede la *santità. Santo è chi vive per i valori assoluti: Dio e il *prossimo. Si può esprimere anche con termini come bontà, giustizia, rettitudine.

2. Area del *tempio di Gerusalemme contigua al *sancta sanctorum.

3. Santo canonizzato. Quello che la Chiesa, previo esame della sua vita e delle sue virtù, e dopo aver verificato l'esistenza di miracoli realizzatisi per sua intercessione dopo la sua morte, propone come modello di vita, permettendo al tempo stesso che gli sia reso culto nella *liturgia. Vedi *Beato e *Beatificazione; *Canonizzazione.

 

Santo sepolcro. (inizio)

Il sepolcro nel quale fu posto il corpo di Gesù dopo la morte in croce. Secondo i *Vangeli, il sepolcro apparteneva a *Giuseppe di Arimatea, che lo aveva preparato per sé; era nuovo; nessuno vi era mai stato sepolto; si trovava vicino al luogo della crocifissione; era scavato nella roccia e si chiudeva facendo rotolare una grande pietra (cf Mt 27,59-60; Mc 15,45-46; Lc 23,53; Gv 19,38-41). Attualmente si trova, così come l'altura del *Calvario, all'interno della *basilica del *Santo Sepolcro, all'interno della città di *Gerusalemme. La prima basilica su questo luogo fu costruita dall'imperatore *Costantino. Il Santo Sepolcro è uno dei luoghi preferiti dai pellegrini in Terra Santa.

 

Santuario / Santuari. (inizio)

1. Nell'AT, luoghi dedicati alla divinità o ai falsi dèi. In *Israele, la preservazione del *monoteismo giunse a esigere l'unicità del santuario, che fu prima lo spazio chiuso all'interno del quale si trovava l'*arca dell'alleanza e poi il *tempio di Gerusalemme. Costruire un altro santuario, come quelli di *Dan e *Betel nel *regno del nord dopo la divisione del regno, fu un'infedeltà. Ancora peggio recarsi in altri luoghi, come denunciano i profeti.

2. Santuario si chiama oggi una chiesa molto frequentata dal popolo nella quale si venerano con particolare devozione il Signore in uno dei suoi misteri o la Madonna.

 

Sanzione. (inizio)

Dal latino sancire = ratificare.

1. La ratifica o conferma di una legge o altra disposizione simile; o anche l'approvazione di un comportamento o di un'usanza.

2. Pena stabilita contro chi infrange una legge o disposizione.

 

Sapienza. (inizio)

E la conoscenza sotto l'aspetto della rettitudine di vita. Il sapiente, o saggio, in senso biblico, non è chi conosce molte cose, ma colui che sa distinguere il vero bene, che si manifesta nell'agire secondo la volontà di Dio.

La *letteratura sapienziale fu coltivata nelle diverse culture dell'antichità. Esprime lo sforzo di integrare l'uomo nel mondo e nelle società. Si esprime soprattutto in forma di proverbi e di sentenze.

In *Israele, si comincia a coltivare la sapienza scritta soprattutto da *Salomone in poi. In quella prima epoca, la sapienza di Israele ha una maggiore somiglianza con quella di altri popoli; ci sono anche testi presi da altre letterature e adattati, poiché la sapienza del popolo di Dio, anche se alimentata dall'osservazione della vita, non rimane sul piano meramente umano. Si comincia in quel periodo a raccogliere il materiale che più tardi formerà i libri biblici, che sono composti dopo l'*esilio. La riflessione dei saggi diviene allora " un concetto chiave della teologia ebraica. Viene ad occupare il posto della predicazione profetica e si fa centro e nucleo della concezione storico-salvifica di Israele. Tutta la *storia della salvezza è presentata come opera della sapienza (...). Yhwh stesso parla attraverso di essa " (A. Baum, VPB-H).

I Libri sapienziali sono cinque (una specie di " Pentateuco " sapienziale, dice L. Alonso Schökel): *Proverbi, *Giobbe, *Qoelet (Ecclesiaste), *Siracide (Ecclesiastico) e *Sapienza. Tre di essi (Proverbi, Qoelet e Sapienza) sono attribuiti a Salomone. Anche alcuni *Salmi, i " salmi sapienziali ", hanno simili caratteristiche. Il *Cantico dei Cantici, attribuito a Salomone, è annoverato tra i libri sapienziali.

 

Sapienza, Libro della. (inizio)

Uno dei libri della letteratura sapienziale porta il nome di Sapienza. Attribuito a Salomone, fu scritto in greco da un ebreo che aveva familiarità con la cultura *ellenistica nel sec. I a.C.. Cronologicamente, è l'ultimo libro dell'AT.

 

Sapienziale. (inizio)

Relativo alla sapienza. Vedi *Sapienza e *Libri sapienziali.

 

Sara. (inizio)

In ebraico, " principessa ". Moglie di *Abramo, chiamata inizialmente Sarai (Gn 17,15). Dopo essere stata sterile e ormai anziana, divenne madre di *Isacco. San *Paolo la mostra come immagine della Gerusalemme celeste (la Chiesa), madre di coloro che nascono alla libertà, in contrapposizione a quelli che nascono da *Agar, la schiava (cf Gal 4,22-31).

 

Sarcofago. (inizio)

Dal greco, " che mangia carne ": una pietra che ha la proprietà di far sì che la carne si consumi presto. Il sarcofago è una bara di pietra. Se ne conservano molti dell'antichità cristiana, spesso con simboli o altre figure, oppure con leggende scolpite, miniere di importanti informazioni (cf O. de la Brosse, DdC-H).

 

Sardi. (inizio)

Antica capitale della Lidia, regione dell'*Asia Minore prospiciente il mar Egeo. Una delle lettere all'inizio dell'*Apocalisse è diretta all'angelo (vescovo) della Chiesa di Sardi, che chiama alla *conversione (cf Ap 1,11 e 3,1-6).

 

Sargon. (inizio)

Re assiro, successore di *Salmanassar. Fu Salmanassar a porre l'assedio alla città di *Samaria, che però cadde all'inizio del regno di Sargon.

 

Saron. (inizio)

Pianura abbondante di acqua e di proverbiale fertilità sulle coste del *Mediterraneo, tra *Giaffa e il monte *Carmelo.

 

Satana. (inizio)

" Avversario, colui che si oppone, colui che attacca ". Equivalente di *diavolo. A volte si usa come nome comune, come demonio, mentre altre volte si personifica come individuo, ad esempio nelle tentazioni di Gesù (cf Mc 1,12-13 e par.). Vedi *Demonio.

Saul (ca. 1020-1010 a.C.). (inizio)

In ebraico, " il desiderato ". Primo re di *Israele, della tribù di *Beniamino. Lottò contro i filistei e gli amaleciti. Sul suo regno pesarono l'invidia e la paura nei confronti di *Davide, le sue tensioni con *Samuele e il suo carattere preda di attacchi di depressione. Si parla di lui nel primo libro di Samuele (cf 1 Sam 8-31), anche se in gran parte per mettere in risalto la figura di Davide.

 

Saulo. (inizio)

Vedi *Paolo.

Savonarola, Girolamo (1452-1498). (inizio)

Domenicano italiano, focoso predicatore, ardente promotore della riforma della Chiesa in un'epoca di decadenza. Fallì per la sua intransigenza, per le sue esagerazioni e la sua intromissione a livello politico a Firenze, e schierandosi a favore del re di Francia, nemico del papa. Morì impiccato a Firenze e il suo corpo fu bruciato. La sua personalità e la sua attività continuano a produrre reazioni vivaci. Avrebbe potuto essere un buon riformatore, se non fosse stato più rispettoso dell'autorità della Chiesa.

 

Scandalo. (inizio)

Dal greco skandalon = pietra d'inciampo, insidia. Pietra d'inciampo od ostacolo nel cammino verso il bene. Nella Scrittura, a volte si chiama scandalo la sorpresa dell'uomo di fronte al modo di procedere di Dio o di Gesù: Mt 11,6; Mc 6,3; Lc 2,34. Inteso nel senso di ostacolo al bene, Gesù è molto duro contro chi provoca scandalo: Mt 18,5-7; Mc 9,42; Lc 17,1-2.

 

Scapolare. (inizio)

Dal latino scapulae = spalle, dorso. Abito lungo di stoffa che pende sul petto e sul dorso. In origine, era un abito da lavoro. Poi, trasformatosi in una striscia di stoffa sovrapposta alla tunica, diventò distintivo dell'abito degli ordini religiosi (nero per i *benedettini; bruno per i *carmelitani; bianco per i *domenicani...). Ridotto a due piccoli pezzi di stoffa uniti da nastri, che poggiano sul petto e sulle spalle, divenne segno di appartenenza dei laici che lo indossavano come segno di adesione alla spiritualità di un ordine religioso, o anche l'espressione di una spiritualità in senso più indipendente. Il più usato è lo scapolare dei terziari carmelitani.

 

Scetticismo. (inizio)

Indirizzo filosofico o intellettuale che dubita sulla possibilità di poter giungere a conoscere la verità. Può essere generale o relativo a qualche aspetto, come lo scetticismo religioso.

 

Schizofrenia. (inizio)

Dal greco skizein = dividere, dissociare, e fren = pensiero, intelligenza. Malattia mentale la cui caratteristica principale è la dissociazione della personalità. Chi ne è colpito soffre di una sconnessione tra se stesso e il mondo esterno.

 

Schola cantorum. (inizio)

Designazione latina di " coro di cantori ". Si usa spesso l'espressione latina in riferimento a cori che cantano nelle *celebrazioni liturgiche.

 

Sciamano / Sciamanismo. (inizio)

Nelle religioni *animiste, lo sciamano è un guaritore che, a differenza dello *stregone (che usa i suoi poteri per fare del male), agisce a beneficio dei suoi. E un personaggio introverso, che cade in trance o estasi o crisi epilettica mediante l'uso di allucinogeni. Durante la trance, la sua anima va nel mondo dei defunti, entra in comunicazione con gli spiriti buoni dei morti e torna con il rimedio. Lo sciamano è l'antitesi dello stregone, ma può trasformarsi in stregone se usa i suoi poteri per fare del male.

 

Scienza Cristiana. (inizio)

*Setta fondata nel 1866 da Mary Baker Eddy negli Stati Uniti. I suoi seguaci danno più importanza agli scritti della Baker che alla Bibbia. Ha un carattere fortemente *gnostico. Negano la realtà della materia, il peccato, la divinità di Cristo, la Redenzione. Ritengono che l'essenza della vita cristiana sia curare ogni male fisico e morale mediante la preghiera, motivo per cui rifiutano le medicine correnti (cf C. Vidal, DSO-VD).

 

Scienza e fede. (inizio)

Il problema del rapporto tra scienza e fede si è posto soprattutto a partire dall'età moderna con lo sviluppo delle scienze storiche e naturali. All'inizio, fu più che altro un rapporto di scontro e di polemica; si osservavano, particolarmente negli scritti biblici, dati che non corrispondono a quelli della scienza. Benché qualcuno rimanga in questo atteggiamento, oggi è superato questo scontro, che veniva dal cercare nella *Bibbia ciò che la Bibbia non vuole insegnare. La Bibbia è un messaggio religioso, e riguardo a questo è preservata dall'errore grazie all'*ispirazione. In essa non si deve cercare un libro di scienze naturali o di storia. I dati che può fornire in questi campi non sono falsi; devono però essere presi non alla lettera, ma compresi all'interno di un normale uso dei *generi letterari. La scienza e la fede hanno ognuna il proprio ambito. Se la fede invade il campo delle scienze, questo conduce ad errori come la condanna di *Galileo. Se le scienze vogliono dimostrare o negare il soprannaturale, entrano in un campo nel quale è impossibile fare affermazioni di ordine scientifico. Quando la scienza e la fede operano ciascuna nel proprio campo, si armonizzano perfettamente e non vi è conflitto tra loro.

 

Scienze dell'educazione. (inizio)

Insieme di discipline che studiano gli elementi e i metodi utili per la formazione della persona. Abbracciano ambiti diversi come la conoscenza del soggetto, della materia, dell'educatore, della metodologia... Sono scienze dell'educazione la *Pedagogia, la Filosofia dell'Educazione, la Teologia dell'Educazione, la Sociologia educativa, la Metodologia e le diverse Didattiche, le Tecnologie, l'Amministrazione Scolastica. Nel nostro caso, è di particolare importanza la *Catechetica.

 

Scienze della comunicazione. (inizio)

Insieme di scienze che vertono sul tema delle relazioni degli uomini, che vanno dal linguaggio, i gesti, i simboli, la scrittura... ai moderni mezzi di comunicazione di massa (cinema, radio, televisione) e all'informatica. Sono di grande importanza in numerose aree, in particolare nell'ambito dell'educazione e dell'evangelizzazione. Vedi *Mezzi di comunicazione sociale.

 

Scintoismo. (inizio)

Religione tradizionale giapponese. Combina il culto degli antenati con quello delle forze della natura.

 

Scisma. (inizio)

Scissione, separazione di una parte dei membri di una comunità. Si usa sopratutto per riferirsi a coloro che, nella Chiesa, si separano dall'autorità del papa. " Il rifiuto della sottomissione al Sommo Pontefice o della comunione con i membri della Chiesa a lui soggetti " (CIC 751). Lo scisma più importante è stato quello della Chiesa orientale, avvenuto nel 1054, quando il patriarca di Costantinopoli *Michele Cerulario ruppe con il papa Leone IX. Quando la separazione è dovuta ad errori dottrinali condannati, non ci troviamo di fronte a uno scisma, ma ad una *eresia, il che è ancora più grave. Il primo compito dell'*Ecumenismo è unire coloro che gli scismi hanno separato; e poi, unire anche quelli che sono separati dalla fede della Chiesa. Gli orientali, di fatto, oggi differiscono anche dalla fede della Chiesa Cattolica Romana, ma unicamente nel senso che non hanno accettato i dogmi proclamati dopo la separazione (*Immacolata Concezione, *Assunzione, *infallibilità del papa).

 

Scolastica. (inizio)

La scienza filosofico-teologica coltivata nelle scuole medievali europee. Dato che la cultura di quel tempo e luogo era cristiana, la scolastica è cristiana nella sua impostazione, benché in filosofia - considerata ancella della teologia - avesse come base della sua elaborazione il pensiero dei filosofi greci, principalmente di *Aristotele. Il genio più illustre della scolastica è san *Tommaso d'Aquino.

 

Scolopi. (inizio)

Vedi *Giuseppe Calasanzio.

 

Scomunica. (inizio)

Pena correttiva per mezzo della quale si separa un membro della Chiesa dalla comunione ecclesiale per un delitto o mancanza molto grave. Anche se lo scomunicato continua ad essere membro della Chiesa, gli è proibito di celebrare i sacramenti, di esercitare qualsiasi funzione ministeriale nella celebrazione dell'eucaristia e altro, come indicato dal Canone 1331. La scomunica può essere decretata pubblicamente, o il soggetto può incorrervi per il mero fatto di aver commesso il reato, nel qual caso si dice che è scomunicato latae sententiae, ovvero per sentenza occulta. La scomunica è tolta quando il soggetto che l'ha subita si pente.

 

Scotismo. (inizio)

La scuola filosofico-teologica che si ispira al francescano Giovanni Duns Scoto. Si leva contro la dottrina di san *Tommaso e torna in generale sulla linea di sant'*Agostino. Punti chiave dello scotismo sono: a) Una certa univocità dell'essere. Il concetto dell'essere, cioè, si applica nello stesso senso al creatore e alle creature (per san Tommaso, il concetto di essere è analogo, vale a dire che la creatura non è nello stesso senso in cui Dio è). b) Il primato della volontà sull'intelligenza. L'essenza della felicità sta nella volontà, non nell'intelletto.

 

Scoutismo. (inizio)

Movimento educativo che privilegia un intenso contatto con la natura, creato nel 1908 dall'inglese Robert Stephenson Baden Powell (1857-1941), in due gruppi: quello maschile (boyscouts) e quello femminile (girl-guides, o guide).

 

Scribi. (inizio)

Presso le corti orientali, funzionari di corte abili nell'arte dello scrivere. E per la prima volta con *Esdra che lo scriba diviene colui che legge, traduce e spiega la Legge o Torà al popolo d'Israele. Chiamati anche dottori e maestri (cf Mt 22,35; Lc 5,17), avevano grande influenza ed erano molto considerati dal popolo. La loro presenza acquista importanza con la scomparsa dei profeti. Potevano appartenere a diverse correnti, anche se i *farisei erano molto più numerosi dei *sadducei o degli *esseni. La maggior parte di essi si oppone a Gesù (cf Mt 14,1; Lc 22,1), che critica duramente il loro comportamento legalista e ipocrita (cf Mt 23,1-36; Lc 11,45-52; 20,46-47), così come quello dei farisei. Scomparso il *tempio (nel 70) e con esso il sacerdozio ebraico, la loro influenza fu ancora più grande. Scribi famosi furono Hillel e Sammai (poco prima di Cristo), capi di tendenze opposte nell'interpretazione della legge, liberale il primo e rigido il secondo. *Gamaliele, discepolo di *Hillel, fu maestro di Paolo (cf At 22,3). Alcuni scribi, come Gamaliele (cf At 5,34), simpatizzarono con i cristiani.

 

Scrittura, Sacra. (inizio)

Un altro nome della *Bibbia. E la fissazione grafica della parola ispirata. Il suo valore risiede nell'essere veicolo del pensiero e della volontà del Padre. Sono innumerevoli i punti dell'AT e del NT nei quali si allude ad altri passi biblici con il nome di Scrittura, vale a dire la scrittura per antonomasia.

 

Scrupolo. (inizio)

Timore di coscienza infondato o esagerato: pena interiore provocata da un giudizio sbagliato sulla malizia di un atto e sulle sue conseguenze, che si percepiscono sproporzionatamente aggravate. La *coscienza scrupolosa ignora la bontà di Dio. E il contrario della coscienza lassa, che presta poca attenzione alla gravità del peccato. Ambedue, per eccessi contrari, si oppongono alla coscienza retta.

 

Scrutinio. (inizio)

In *liturgia, è l'analisi delle disposizioni dei candidati a divenire membri della Chiesa per mezzo dei sacramenti della *iniziazione cristiana (quando si tratta di una persona adulta e con l'uso della ragione); un particolare scrutinio è richiesto per l'ordinando (CIC 1051).

 

Secolare. (inizio)

Il battezzato che compie la sua missione cristiana in mezzo alle realtà del mondo: famiglia, politica, lavoro... E equivalente a laico, anche se con maggior precisione nel significato, perché laico si applica anche ai *religiosi che non hanno un ministero ordinato, il che non accade con secolare.

 

Secolarizzazione / Secolarismo. (inizio)

Dal latino saeculum = secolo, che dal significato di tempo (cento anni) passa a quello dello spirito di un'epoca. Consiste nell'emancipazione dalla tutela religiosa rispetto alle realtà terrene. Questo processo ha un lato positivo e un altro negativo. " Se per autonomia della realtà terrena si vuol dire che le cose create e la società stessa godono di proprie leggi e valori, che l'uomo deve scoprire, usare e ordinare poco a poco, è assolutamente legittima questa esigenza di autonomia... Ma se autonomia del temporale vuol dire che la realtà creata è indipendente da Dio e che gli uomini possono usarla senza riferimento al creatore, non c'è credente a cui sfugga la falsità insita in queste parole " (Vaticano II, GS 36). La legittima autonomia del temporale si chiama oggi secolarizzazione e la rottura con la realtà religiosa, secolarismo. Il processo di secolarizzazione si traduce nell'organizzazione della società e in uno " spostamento, all'interno della religione, di ciò che si sperimenta come sacro. Comportamenti, istituzioni, oggetti prima considerati intoccabili e fuori da una discussione razionale (sacri) per il credente, sono progressivamente introdotti nell'ambito della razionalizzazione "... Tuttavia, il processo non è lineare e oggi si sperimenta un certo " ritorno al sacro " (cf J. Martínez Cortés, DAP-VD).

 

Sede Apostolica. (inizio)

Con il nome di Sede Apostolica o *Santa Sede si intendono nel codice non solo il Romano Pontefice, ma anche, se non risulta diversamente dalla natura della questione o dal contesto, la Segreteria di Stato, il Consiglio per gli affari pubblici della Chiesa e gli altri Organismi della Curia Romana (CIC 361).

 

Sede pontificia, episcopale, patriarcale... (inizio)

Dal latino, sedes = seggio. Il seggio di un'autorità ecclesiale. Più che nel suo senso materiale originale, si intende in senso morale: la corrispondente autorità morale quando esercita il governo o l'insegnamento.

 

Sede vacante. (inizio)

Espressione latina: " essendo vacante la sede ". Periodo che decorre dalla cessazione del titolare della sede (per morte, rinuncia, rimozione...) fino alla nomina e presa di possesso del suo successore. L'espressione si usa soprattutto nel caso della *Santa Sede.

 

Sedecia. (inizio)

Principe che *Nabucodonosor, nella sua prima conquista di *Gerusalemme, pose sul trono del regno di Giuda al posto di Ioiachin. Contro i consigli di *Geremia, tentò di liberarsi dal giogo del vassallaggio, ma il re di *Babilonia assediò nuovamente Gerusalemme (587 a.C.). Sedecia fu accecato e portato in esilio a Babilonia.

 

Sefalà. (inizio)

Fascia della Palestina che si estende da nord a sud tra le montagne centrali e la pianura della costa mediterranea. L'altitudine oscilla tra i 300 e i 400 metri sul livello del mare.

 

Sefarditi. (inizio)

Ebrei discendenti da quelli che furono espulsi dalla Spagna (Sepharad) e dal Portogallo e che conservano la lingua spagnola del secolo XV: l'ebraico-spagnolo o ladino. Vivono disseminati nella conca del Mediterraneo, specialmente nei Balcani e nel nord Africa. Si distinguono da altri ebrei, oltre che per la lingua, anche per i costumi familiari e per i loro riti, con bellissimi inni castigliani.

 

Segnatura apostolica. (inizio)

Supremo tribunale della *Santa Sede che si occupa soprattutto della validità procedurale nelle sentenze di altri tribunali (cf CIC 1445).

 

Segni dei tempi. (inizio)

" I fenomeni che, per il loro significato e la loro frequenza, caratterizzano un'epoca e attraverso i quali si esprimono i bisogni e le aspirazioni dell'umanità presente " (M. D. Chenu). L'espressione segni dei tempi la troviamo già in Gesù (cf Mt 16,3). Nei tempi moderni, la usò per la prima volta *Giovanni XXIII nel convocare il concilio nel 1961; poi torna ad essa nell'enciclica *Pacem in terris (1963) e anche Paolo VI nella sua prima enciclica nel 1964. Il *Vaticano II lo fa nella costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo (GS 4) e nei decreti sul ministero e la vita dei presbiteri (PO 9) e sull'ecumenismo (UR 4).

Si indicano come segni dei tempi ai nostri giorni: la velocità e profondità dei cambiamenti; il potere dell'uomo nei campi della tecnica, della fisica, della biologia, dell'economia...; la miseria accanto all'opulenza; il senso acuto della libertà assieme a nuove schiavitù; la socializzazione e l'interesse per la giustizia; lo spirito di dialogo; il *secolarismo; la paura, l'oppressione; l'allontanamento dalla religione tradizionale.

 

Segno. (inizio)

1. Nei Vangeli, spesso si impiega questa parola, assieme a prodigio, per ciò che chiamiamo *miracolo.

2. Realtà che suggerisce o rimanda ad un'altra. Vedi *Simbolo.

 

Segno della croce. (inizio)

La croce che i cristiani fanno su se stessi o su altri con sentimento di riverenza per Cristo, che è morto su una croce. Si fa in due modi principali: a) portando la mano tesa dalla fronte al petto e dalla spalla sinistra a quella destra; b) facendo con il pollice della mano destra tre croci su se stessi: sulla fronte, sulla bocca e sul petto. A volte si fa sul cuore o solo sulle labbra. Il *ministro che presiede una celebrazione lo traccia nell'aria di fronte ai presenti.

 

Segreto sacramentale. (inizio)

Vedi *Sigillo sacramentale.

 

Seleucia. (inizio)

Città portuale del *Mediterraneo nord-orientale, vicina ad *Antiochia di Siria, nella quale *Paolo e *Barnaba iniziarono il loro primo viaggio apostolico (cf At 13,4).

 

Seleucidi. (inizio)

Monarchia fondata da Seleuco, uno dei generali che si divisero l'impero di *Alessandro Magno. I suoi domini si estesero dall'*Asia Minore all'India, e ne fu centro la *Siria, con *Antiochia di Siria per capitale. Ottennero anche l'annessione della *Palestina. Contro il tentativo di ellenizzarla da parte di Antioco IV Epifane, membro di questa dinastia, si sollevarono i *Maccabei.

Sem. (inizio)

Primogenito di *Noè (cf Gn 5,32), che promette alla sua discendenza la terra di *Canaan (cf Gn 9,26). E menzionato tra gli ascendenti del *messia (cf Lc 3,36). In quanto al termine patronimico, vedi *Semita.

Seminario. (inizio)

Dal latino semen= seme; seminarium = semenzaio. Istituto destinato alla formazione dei futuri *presbiteri o, per estensione, dei * religiosi laici. Si distinguono il seminario minore, nel quale gli alunni rimangono fino al termine della scuola media, e il seminario maggiore, destinato a chi segue i corsi di filosofia e teologia. Oggi sono scarsi i seminari minori; sono chiamati così, in genere, dei collegi nei quali si educano gli alunni con qualche prospettiva vocazionale. E prevista l'esistenza di un seminario maggiore in ogni *diocesi, se è possibile, oppure, se il numero degli alunni, quello dei professori e altre circostanze lo consigliano, un seminario interdiocesano o nazionale (cf CIC 237).

 

Semiti. (inizio)

Termine relativamente recente (sec. XVIII) che designa, più che una razza (i discendenti di *Sem), i popoli appartenenti a una stessa famiglia linguistica. Lingue semitiche sono l'arabo, l'etiopico, l'accadico, il siriaco, il fenicio, l'ebraico, l'aramaico, ecc.

 

Semitismo. (inizio)

Forma linguistica proveniente da una lingua semita. Si notano dei semitismi in alcuni punti del NT, che fu scritto in greco.

 

Senape / Senapa. (inizio)

Pianta che raggiunge i 3 o 4 metri di altezza. Dai suoi minuscoli semi si ottiene il condimento omonimo. Gesù prende in diverse occasioni la piccolezza di questo seme come elemento comparativo nei suoi insegnamenti (cf Mc 4,31 e par.; Mt 17,20 e par.).

 

Seno di Abramo. (inizio)

Espressione con la quale simbolicamente si esprime la felicità dei giusti nell'*aldilà. Proviene dal concetto ebraico che esprime la vita eterna con un banchetto. Poiché mangiavano sdraiati, appoggiando il braccio sinistro su grossi cuscini, quello di destra era disteso presso il seno dell'altro (cf Gv 13,23). Gesù usa il simbolismo del seno di Abramo nella parabola del ricco e del povero Lazzaro (cf Lc 16,22). I *padri della Chiesa continuarono a usare questa immagine (cf Haag-Born-Ausejo, DB-H; A. Baum, VPB-H).

 

Sensi biblici. (inizio)

Come opera di Dio e dell'uomo (*agiografo), i testi della *Bibbia possono avere vari sensi, ovvero:

- Senso letterale o ovvio. E quello che esprimono le parole secondo l'accezione corrente che aveva in mente l'autore nello scrivere e che chiunque percepisce nel leggere.

Ma essendo anche parola ispirata da Dio, in alcuni testi esistono anche altri significati, a cui gli autori danno nomi che non sempre coincidono. In generale, è detto senso spirituale, che va, cioè, al di là del senso letterale. In particolare, lo si chiama:

- Senso tipico. Esiste quando, per mezzo di figure o fatti dell'AT, si esprimono realtà future che sarebbero venute nel NT. Esempi si vedono in Gal 4,21s (Agar e Sara); Eb 9 (tempio, altre istituzioni dell'AT); 1 Pt 2,4s (la pietra angolare), ecc.

- Senso pieno o più pieno (plenior, in latino). Lo abbiamo quando il senso più largo del testo non si esprimeattraverso figure, ma con le parole (cf M. de Tuya, Introducción a la Biblia, II, Ed. Católica, 53: A. Martínez Sierra, María, Madre del Señor, 71).

- Senso anagogico. Senso spirituale nel quale con realtà di quaggiù se ne esprimono altre della vita celeste. Es. Sion per indicare la comunità della vita eterna.

 

Separazione matrimoniale. (inizio)

Interruzione della convivenza coniugale con l'intenzione di non riannodarla. Il *Diritto Canonico riconosce questo diritto al coniuge innocente quando la comparte commette *adulterio, ma gli raccomanda di non rifiutare il perdono e di non interrompere la vita coniugale o di riannodarla. La separazione, anche se decretata da un tribunale ecclesiastico, non spezza il vincolo coniugale. Vedi *Divorzio (cf CIC 1151-1155).

 

Sequela. (inizio)

Andare dietro a qualcuno. Secondo il costume *rabbinico ebraico, i *discepoli seguivano il loro maestro seguendolo nei suoi spostamenti. Gesù è seguito, in modo più o meno permanente, da quelli che sceglie e chiama (cf Mc 1,17 e par.; 10,21 e par.; Lc 9,57-62 e par.; Gv 6,67-69). C'è un'altra sequela che non implica l'andare materialmente dietro di lui, ma l'accettare e mettere in pratica la sua dottrina (cf Mc 8,34; Gv 8,12). La sequela è un concetto e una realtà chiave: la *vita religiosa consacrata è stata concepita e definita come sequela Christi = sequela di Cristo, e ciò che qualifica il cristiano, più che l'aspetto strutturale dell'organizzazione ecclesiale, è questa sequela, che suppone una radicale trasformazione.

 

Sequenza. (inizio)

Brano poetico che in certe occasioni si introduce nella *messa, intercalato tra il *salmo responsoriale o la seconda lettura e la *pericope evangelica. E un elemento accessorio. In certe epoche in cui il senso liturgico era povero, proliferarono molto, e per questo motivo se ne conoscono circa un migliaio, in genere di scarso valore. Attualmente, si conservano come obbligatorie unicamente quelle delle solennità di *Pasqua (Victimae paschali) e di *Pentecoste (Veni, Sancte Spiritus); nel messale ve ne sono alcune altre, di uso facoltativo.

 

Serafino. (inizio)

Nome che in Is 6,2 si dà agli angeli che stanno davanti al trono di Dio.

 

Serdica. (inizio)

Oggi Sofia (Bulgaria). Città dove si celebrò un *concilio nel 343, presieduto da Osio di Cordova.

 

Serse. (inizio)

Nella *Vulgata viene chiamato *Assuero. Figlio di Dario I, fu re di Persia dal 486 al 465 a.C.. Si parla di lui nel libro di *Ester e in Esd 4,6.

Servet, Miguel. (inizio)

Vedi *Calvino.

Servo di Yhwh. (inizio)

Yhwh chiama suo servo: *Israele (cf Is 41,8-9; 42,19; 44,1.2.21; 45,4; 48,20; Ger 30,10); *Abramo (cf Sal 105,6); *Mosè (cf Es 14,31; Nm 12,7-9; Gs 1,13.15); *Davide (Is 37,35) e altri, compresi alcuni non israeliti come *Nabucodonosor (Ger 25,9).

Negli studi biblici, tuttavia, dalla fine del secolo scorso, si chiama servo di Yhwh per antonomasia e quasi esclusivamente il personaggio che risalta nel Secondo Isaia (*Deuteroisaia) e cioè in Is 42,1-4; 49,1-6; 50,4-9; 52,1353,12. Questi passi sono i Canti del servo di Yhwh. Si discute su chi sia questo servo: il popolo, lo stesso Deuteroisaia o un altro, uno che verrà successivamente... Nel NT si chiarisce che quel misterioso servo sofferente e glorioso, così poeticamente cantato, è Cristo (cf Mt 12,18; At 3,26; 8,30-36; Fil 2,7) (cf Haag-Born-Ausejo, DB; DVMM-Cl; Léon-Dufour, DNT-C).

 

Sessualità. (inizio)

Proprietà dei viventi che si riproducono attraverso l'unione dell'elemento maschile con quello femminile. Nell'essere umano, la sessualità comprende elementi e finalità più ampi della riproduzione. Conforma aspetti fondamentali della costituzione e dello sviluppo della *personalità. Nell'unione stabile di un uomo e una donna, alla quale conduce la complementarità sessuale e che la Chiesa benedice nel *sacramento del *matrimonio, si raggiunge la doppia finalità del reciproco perfezionamento e la procreazione dei figli. E l'amore integra questi quattro elementi:

- Istinto sessuale, che è egocentrico, chiuso, possessivo.

- Amore erotico (vedi *Eros), costituito da elementi psicologici che si nutrono delle qualità dell'altra persona. E più elevato, anche se ancora chiuso e cerca di soddisfare la sua indigenza.

- Amicizia, che è amore disinteressato e reciproco. Qui si cerca già il bene dell'altro in modo aperto.

- Carità. E l'amicizia elevata al livello soprannaturale, infusa da Dio nel cuore umano.

 

Sesta. (inizio)

Vedi *Liturgia delle ore.

 

Setta. (inizio)

Gruppi religiosi privi della serietà dottrinale delle *confessioni religiose. Nell'ambito del cristianesimo, sono i gruppi che, pur avendo poco o nulla a che fare con esso, si presentano come cristiani, dando più rilievo alla figura del leader fondatore che a Gesù stesso. Nel nostro tempo, si nota il fenomeno di una moltiplicazione di sette, in gran parte subito dopo la seconda guerra mondiale. La maggior parte provengono dalla scissione di confessioni protestanti; ma sono numerose anche quelle di tipo occultistico, misterico e in relazione con le filosofie orientali. La loro proliferazione viene attribuita a diversi fattori. Cause psicologiche: Insicurezza e ansia, confusione, mancanza di guide che diano fiducia, contraddizioni tra i dirigenti politici e quelli religiosi. Cause sociali: crisi familiari con conseguenze di vuoto e solitudine, crisi di strutture, massificazione, anonimato nella grande città, confusione di fronte a una comunicazione dei mass media (radio, TV, cinema) non digerita, spersonalizzazione; tecniche di controllo della mente; proselitismo irrispettoso; interessi economici e politici... E indubbiamente anche il fatto che non abbiamo saputo dare una risposta efficace al bisogno di sacro che oggi rivive, come segnalò il *Sinodo dei vescovi del 1985 (cf A. Suquía, La difusión de las sectas... ECCLESIA, 27.04.91, 28-29; Doc. de Puebla, 469; C. Vidal, DSO-VD).

Alcune sette: Vedi *Hare Krishna, *Moon, *Mormoni, *Testimoni di Geova. Vedi anche: *New age, *Rosacroce.

Settanta, Versione dei (LXX). (inizio)

E la prima e la più importante traduzione della *Bibbia dall'ebraico al greco. Si chiama dei Settanta perché, secondo la leggenda, sarebbe stata eseguita da 72 ebrei (6 per ognuna delle dodici tribù). Fu elaborata nel corso di un secolo approssimativamente (ca. 250-150 a.C.). Nacque come risposta alla necessità sperimentata dagli ebrei della *diaspora e fu probabilmente realizzata ad *Alessandria (*Egitto).

 

Sette. (inizio)

Numero che tra i *semiti, specialmente tra gli ebrei, era simbolo di armonia, pienezza e perfezione. Probabilmente questo si deve alla durata delle fasi lunari (vedi *Settimana). Ricordiamo i sette giorni della creazione (Gn 1,1.2.4), il candelabro a sette bracci (Es 25,31-37); il settimo anno o anno sabbatico (Es 23,11); l'invocazione a Yhwh sette volte al giorno (Sal 119,164); la vendetta sette volte più grande (Gn 4,15.24; Sal 79,12; Pr 6,31). Nel *vangelo, il perdono sette e settanta volte sette (Mt 18,21; Lc 17,4) e molti altri riferimenti: Mc 8,1-10.20 e par. (moltiplicazione di sette pani); Mt 12,45 e par. 22,25 e par. In At 6,1-6, sette diaconi eletti. Nell'Apocalisse è molto significativo l'uso simbolico del numero sette: 1,4.11.12.20; 5,1.6; 8,2.6; 10,3-4; 12,3; 21,9.

 

Settimana. (inizio)

Periodo di tempo di sette giorni. Il nome, in latino septimana, proviene dall'ultimo giorno, il settimo. L'origine della divisione dei giorni in gruppi di sette dipende dalle fasi della luna, quattro fasi di sette giorni nel mese lunare. Tra gli ebrei, i giorni anticamente si designavano semplicemente secondo il loro ordine (primo, secondo...), salvo il *sabato e poi il sesto giorno, chiamato *parasceve o giorno della preparazione.

 

Settimana di anni. (inizio)

Periodo di sette anni. A volte compare nella *Bibbia, specialmente in racconti di stile *apocalittico (cf Dn 9,2427; Ger 25,11-12; 29,10; 2 Cr 36,21). Altre volte si parla in linguaggio simile con altri termini, per esempio in Ap 11.

 

Sezioni " noi ". (inizio)

Sono così designate quelle parti del libro degli *Atti degli Apostoli redatte in prima persona plurale che, pertanto, segnalano la presenza del redattore assieme al protagonista *Paolo (e, eventualmente, di altri) nei fatti che narra. Sono: At 16,10-17; 20,5-15; 21,1-18; 27,1-28; 27,1-28,16. Queste sezioni, più che l'apostolato diretto, narrano dei viaggi. L'autore degli Atti potrebbe avere avuto a disposizione un racconto del testimone diretto o, più probabilmente, secondo gli *esegeti, lo stesso *Luca, autore del libro, accompagnò Paolo in quelle occasioni. Di fatto, Luca è menzionato dallo stesso Paolo come uno dei suoi collaboratori (cf Col 4,14).

 

Shekinà. (inizio)

" Uno dei nomi di Dio nella letteratura *rabbinica ". Non è il luogo dove Dio abita, ma " la permanenza al tempo stesso occulta e manifesta di Dio, le sue manifestazioni e la sua prossimità all'uomo ". Per evitare di cadere nell'*antropomorfismo, nel Medio Evo fu identificata con la Gloria di Dio, presente in ogni luogo, senza che questo significhi negare la presenza particolare nel tempio (cf D. de la Maisonneuve, DdlR-R).

 

Sheol. (inizio)

Luogo dell'*aldilà nel quale gli ebrei collocavano la dimora dei defunti in una specie di vita ridotta, inattiva, nell'oscurità. Si menziona varie volte nell'AT (per esempio in Is 5,14; Prv 1,12; 30,16). Lo immaginavano come un luogo sotterraneo o sotto le acque dell'oceano (cf Gb 26,5). Gli ultimi libri dell'AT aprono prospettive più ampie che infine si chiariranno in Cristo.

 

Sibille. (inizio)

Donne del mondo *pagano (greco-romano) che pronunciavano *oracoli rispondendo a domande e predicendo il futuro. Esiste una raccolta di oracoli sibillini della quale si servirono alcuni ebrei e cristiani con intenzioni di *proselitismo. In quella raccolta vi sono elementi che provengono dal sec. II a.C. al sec. VI d.C.

 

Sicar. (inizio)

Città della *Palestina, nella regione della *Samaria, presso la quale si trovava il pozzo di *Giacobbe. Presso questo pozzo avvenne l'incontro di Gesù con la samaritana, narrato da Gv nel cap. 4 del suo *Vangelo.

 

Sichem. (inizio)

Città vicina a *Sicar, con la quale alcuni la identificano. Stava tra i monti Ebal e *Garizim (da cui il nome di Sichem, che significa " collo "). E menzionata numerose volte nell'AT fin dai tempi di *Abramo (cf Gn 12,33; 34; Gs 21,21; Gd 9; 1 Re 12, ecc.).

 

Siclo. (inizio)

In ebraico shegel = peso. Moneta d'argento di 11,424 grammi, equivalente a 4 *denari (il denaro era il salario di un giorno di lavoro) o a 1 statere (tetradramma) greco. L'attuale unità monetaria di Israele si chiama shegel = siclo.

 

Sicomoro. (inizio)

Albero della stessa famiglia del fico. Raggiunge un'altezza di circa 15 metri. E frondoso. Il suo legno veniva usato, tra l'altro, per la costruzione dei sarcofaghi egizi. In *Palestina si trova nella pianura costiera e nella valle del *Giordano. I suoi frutti sono simili ai fichi, un poco più piccoli e meno saporiti. E menzionato numerose volte nell'AT (cf 1 Cr 27,28; 2 Cr 1,15; Am 7,14; Sal 78,47; 1 Mac 6,34) e nel *Vangelo (Lc 17,6; 19,3: *Zaccheo).

 

Sidone. (inizio)

In ebraico, " pescheria ". Anticamente, fu la più importante città fenicia. Ad essa corrisponde l'attuale Saida, in *Libano, 30 chilometri a sud di Beirut. Alternò l'egemonia con la rivale *Tiro. Matteo menziona insieme Tiro e Sidone in 11,21 e in 15,21-28 = Mc 7,24-30: Gesù si ritirò una volta verso quella zona e lì guarì la figlia della cananea.

 

Sigillo sacramentale / Segreto sacramentale. (inizio)

L'obbligo assoluto di mantenere il segreto che ha il confessore su ciò che ha udito in *confessione.

 

Signore. (inizio)

Colui che ha un certo dominio su un altro. In ebraico, al posto di *Yhwh (il sacro *tetragramma che nella lettura non si pronunciava per rispetto) si usò Adonai = mio Signore (cf Gn 15,2.8), espressione di fiducia piena nella sua sovranità. In greco, la parola corrispondente è Kyrios, che implica sia la signoria di Dio che il suo nome incomunicabile; si usa spesso anche come semplice titolo di cortesia, così come si usa tra noi dire " signore ". Nel NT è usato frequentemente, sia in citazioni dell'AT che in modo indipendente (cf Mt 1,20.24; 11,25; Mc 12,11.36; Lc 1,11; 2,9; Gv 12,38; At 17,24; Rm 4,8; 9,28; 1 Cor 10,9; Eb 7,21; Ap 1,8; 11,17; ecc.). Per i primi cristiani, è il titolo dato a Gesù risorto. Nella risurrezione, " Dio lo ha costituito Signore e Cristo " (At 2,36). " Gesù è il Signore " era la formula con cui si confessava la sua divinità.

 

Sikh. (inizio)

Membro di una setta *sincretista tra *induismo e *islam fondata in India nel sec. XVI.

Sila (o Silvano). (inizio)

Cristiano proveniente dal giudaismo, profeta, inviato con Giuda, Barnaba e Paolo ad *Antiochia a comunicare le decisioni del concilio di *Gerusalemme (cf At 15,22-32). Accompagnò Paolo nel secondo viaggio apostolico e fu redattore o co-autore delle lettere ai *Tessalonicesi (cf 1 Ts 1,1; 2 Ts 1,1) e della prima lettera di *Pietro (cf 1 Pt 5,12).

 

Silo. (inizio)

Città dove fu eretta la tenda del convegno (*tabernacolo) dopo la conquista di Canaan. Divenuta il centro del culto di Israele, la tenda fu sostituita da una costruzione più stabile. Geremia predice la distruzione del tempio di Gerusalemme così come il santuario di Silo fu distrutto dai filistei. Cf Gs 18,1; Gd 21,19; Ger 7,12; 41,5.

 

Siloe. (inizio)

In ebraico, " inviato ".

1. Piscina di Siloe. La menziona san Giovanni come luogo dove Gesù mandò il cieco nato a lavarsi perché ricuperasse la vista (Gv 9,7). Vi sboccava il canale di Siloe.

2. Canale di Siloe. Galleria scavata nella roccia, costruita da *Ezechia verso il 700 a.C. per portare alla città le acque della sorgente di Ghihon, necessaria soprattutto in caso di assedio della città. E lungo poco più di mezzo chilometro ed alto tra m. 1,5 e m. 4,5 (cf 2 Cr 32,30; Sir 48,17).

 

Simbolo. (inizio)

Dal greco, sym-ballein = riunire, mettere insieme. Anticamente, " simbolon " designava un oggetto tagliato in due parti da riunire come prova di un'alleanza o di un contratto. " Si può definire come una formulazione figurata di un'esperienza umana alla quale si vuole dare un senso all'interno del mondo " (J. Mateos, Simbolo, in Concetti fondamentali di pastorale). In esso si unisce un elemento razionale con un'altro, frutto dell'esperienza, non esprimibile nel linguaggio razionale. Non rimanda semplicemente a un oggetto o a un'idea, ma ad un'esperienza in una certa misura collettiva; infatti, come il segno, è sempre un mezzo di comunicazione. Esprime quell'al di là del razionale che sta in fondo al mondo e alla vita. " Il simbolo produce il significato, nel riunire il conscio e l'inconscio, il mondo esteriore e l'interiore dell'uomo. Grazie ad esso, l'uomo non vive unicamente in mezzo alla realtà che lo circonda come un elemento in più della natura, ma anche in una dimensione di quella realtà, quella del suo significato " (J. Martínez C., DAP-VD). Nel senso corrente, oggi, il simbolo è l'espressione di un'esperienza in cui l'uomo si riconosce, racchiusa in una persona o in un oggetto, in una parola o in un gesto, e in cui comunica, con significati molto più ricchi delle parole, il fondamento della sua vita.

Il simbolo è un elemento essenziale nei *sacramenti e nella *liturgia in generale, poiché in questo campo si deve esprimere ciò che è inesprimibile razionalmente, il soprannaturale che è presente.

Simbolo di fede. Professione di fede, detta anche *Credo per le parole con cui inizia. Sintetizza le verità fondamentali della fede. Proclamare il simbolo è confessare l'adesione vitale a ciò che sintetizza e che dà senso alla propria esistenza. Le sue più importanti formulazioni sono:

il Simbolo apostolico, che si fa risalire agli apostoli, sorto a Roma nel II secolo e successivamente adattato, è il più breve. Ha un linguaggio semplice e concreto;

il Simbolo niceno-costantinopolitano, formulato in quei due grandi *concili ecumenici per correggere le eresie di *Ario e Macedonio, è di carattere più filosofico, meno comprensibile per il popolo. Ha valore ecumenico in quanto, redatto prima dello *Scisma, è professato anche dai fratelli separati, in particolare gli orientali.

Simboli religiosi. Questa espressione ha in genere un senso più debole, equivalente a *segno. Sono segni che rimandano a idee o realtà di tipo religioso, senza la profondità caratteristica del simbolo.

 

Simeone. (inizio)

In ebraico, " Dio ha ascoltato ".

1. Figlio di *Giacobbe e di *Lia. Antenato della tribù omonima.

2. L'anziano che riconosce Gesù come colui che doveva venire, quando Maria e Giuseppe lo presentano al *tempio. Sulle sue labbra, Luca pone il cantico: " Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza " (Lc 2,25-35).

 

Simmaco. (inizio)

Nato in *Samaria, forse giudeocristiano, verso la fine del sec. II d.C. realizzò una traduzione dell'AT in greco più fedele e corretta di quelle di *Aquila e *Teodozione. Vedi *Versioni.

 

Simone. (inizio)

1. Nome primitivo dell'apostolo *Pietro.

2. Uno dei dodici apostoli. In Mt 10,4 e in Mc 3,19 viene chiamato Simone il Cananeo; in Lc 6,16 e At 1,13, Simone lo Zelota.

Nel NT compaiono molti altri che portano questo nome: uno dei " fratelli " (cugini) del Signore (Mc 6,3; Mt 13,55); il *fariseo che invita Gesù per tentarlo (Lc 7); un lebbroso di *Betania (Mt 26,6; Mc 14,3); il *Cireneo che aiuta Gesù a portare la croce (Mt 27,32; Mc 15,21; Lc 23,26); il padre di *Giuda Iscariota (Gv 6,71; 13,2.26); un mago di *Samaria dal quale viene il termine *simonia.

 

Simonia. (inizio)

Peccato di chi, come Simone il mago di Samaria (cf At 8,18-24), cerca di ottenere dei beni spirituali in cambio di denaro o di altri beni materiali.

 

Sinagoga. (inizio)

E l'equivalente di " assemblea, chiesa, comunità ". Così come poi sarebbe accaduto con la Chiesa, dal significato di *assemblea il termine passò a indicare l'edificio. E il luogo nel quale si riunisce la comunità ebraica. Le sinagoghe nacquero probabilmente *nell'esilio di *Babilonia. Non potendo andare al *tempio, né offrirvi i *sacrifici, cominciarono a riunirsi per delle celebrazioni attorno alla parola di Dio. Si estesero poi a tutta la *diaspora e alla stessa Palestina. L'edificio, di pianta quadrata, è orientato in modo che l'assemblea guardi verso *Gerusalemme. Non ha un *altare, ma un mobile - ricordo dell'*arca dell'alleanza - nel quale si conservano i rotoli della Scrittura. Presiede la celebrazione un laico eletto tra i notabili della comunità; ha un aiutante che fa da cantore e, ai tempi biblici, spesso faceva anche da maestro. La celebrazione comprende preghiere (la Shemah, ovvero " Ascolta Israele... " di Dt 6,4s e altre), letture della *legge e dei *profeti, seguite da un'omelia o spiegazione. Gesù stesso fu invitato qualche volta a farla (Lc 4,16 e par.) e gli apostoli approfittarono di questi inviti per annunciare Cristo nella *diaspora (cf At 13,15; 17,10).

 

Sinai. (inizio)

Montagna sacra nella penisola che porta lo stesso nome, sulla quale *Mosè ricevette la rivelazione da *Yhwh. Non è possibile identificare con certezza a quale delle cime del massiccio montagnoso della penisola corrisponda quello della promulgazione della legge. L'opinione prevalente indica il cosiddetto monte di Mosè, di 2285 metri di altezza. Nella Bibbia, il monte Sinai è anche chiamato Oreb.

 

Sinassi. (inizio)

Dal greco, synaxis = adunanza, riunione. E un'altra espressione utilizzata in *liturgia, in particolare per designare l'assemblea eucaristica (vedi *Messa). Questo termine ha goduto di una certa preferenza dopo il concilio *Vaticano II, soprattutto in alcuni ambienti dell'America Latina, ma non a livello popolare, perché con questo termine veniva chiamata, nelle prime comunità cristiane, l'assemblea dei fedeli per la lettura della parola di Dio o per la celebrazione eucaristica.

 

Sincretismo religioso. (inizio)

Fusione di diversi sistemi filosofici e soprattutto di diverse credenze e religioni. E stata una tentazione costante nel corso della storia, come si avverte già nell'AT e poi nel cristianesimo degli ambienti *ellenistici. Nell'impegno *ecumenico è uno dei rischi a cui bisogna prestare attenzione.

 

Sincronismo. (inizio)

Coincidenza di date, che permette di mettere in relazione certi eventi con altri e di situarli storicamente. Alle origini del cristianesimo ne troviamo diversi di grande interesse: a) Quello che colloca la nascita di Gesù " ai tempi del re *Erode " (Mt 2,1) e di Cesare Augusto (cf Lc 2,1). b) L'inizio della predicazione di *Giovanni Battista (e pertanto di quella di Gesù, pochissimo tempo dopo) ai tempi di *Tiberio, *Pilato, *Erode, Filippo, Lisania e di Anna e Caifa (cf Lc 3,1-2). c) La permanenza di *Paolo a *Corinto l'anno in cui era proconsole dell'Acaia *Gallione (At 18,12).

 

Sinedrio. (inizio)

" Gran Consiglio " di notabili di *Israele, costituito dopo l'*esilio per il governo della comunità ebraica. Era composto da 71 membri - anziani, sacerdoti e *scribi - e lo presiedeva il *sommo sacerdote. Era l'autorità suprema per le questioni religiose e per alcune questioni di carattere civile. Roma ne limitò i poteri. Per la pena di morte era necessaria la conferma del rappresentante di Roma.

 

Sinodo dei vescovi. (inizio)

Assemblea di vescovi, scelti dalle diverse regioni del mondo, i quali si riuniscono in tempi determinati per favorire una stretta unione tra il Romano Pontefice e i vescovi stessi e per prestare aiuto con il loro consiglio al papa, nella salvaguardia e nell'incremento della fede e dei costumi... e, inoltre, per studiare i problemi riguardanti l'attività della Chiesa nel mondo (cf CIC 342). Tali vescovi sono eletti dalle *conferenze episcopali delle diverse nazioni, in proporzione al numero dei loro membri; alcuni sono direttamente designati dal papa (fino al 15%). Il sinodo ordinario si riunisce ogni tre anni; quando se ne convoca uno straordinario hanno solitamente una cadenza di due anni.

 

Sinodo diocesano. (inizio)

Assemblea di *presbiteri e di altri fedeli scelti per aiutare il *vescovo nel suo lavoro pastorale. Viene convocato dal vescovo diocesano. E composto da alcuni membri di diritto (quelli che hanno le responsabilità più significative nella *diocesi), più altri eletti dal clero diocesano e dal clero regolare; il vescovo può invitare anche altri chierici o laici come membri o come osservatori (CIC 460-468).

 

Sinossi. (inizio)

Visione d'insieme. Prospetto che permette di avere una visione globale di una materia, o delle somiglianze e delle differenze tra diversi documenti. Sono stati elaborati in modo particolare diversi studi di questo tipo sui Vangeli *sinottici.

 

Sinottici. (inizio)

Sono chiamati Vangeli sinottici quelli di Matteo, Marco e Luca, perché gran parte del loro contenuto può essere disposto in colonne parallele, poiché narrano gli stessi fatti o insegnamenti. In questa lettura sinottica si notano molto particolari interessanti: quale testo sembra più primitivo, che cosa aggiunge o omette uno in rapporto agli altri, differenze di stile, di sensibilità, di interessi, di *teologia, di metodo nel presentare i fatti... San Giovanni segue una strada più indipendente; salvo che nella passione e risurrezione, non suole narrare quanto era già noto attraverso i sinottici. Vedi *Vangelo secondo...

 

Sion. (inizio)

La collina sulla quale era ed è costruita la parte più antica di *Gerusalemme. Era la roccaforte dei gebusei (2 Sam 5,6); *Davide la conquistò e ne fece la sua capitale. E situata a sud del *tempio, tra le valli del Tyropeon e del *Cedron.

A questo significato geografico si è affiancato un senso religioso e simbolico: esprime la casa di Dio, la *Chiesa e il *cielo.

 

Sionismo. (inizio)

Movimento che dalla metà del sec. XIX cerca la restaurazione della patria degli ebrei. Prende nome da *Sion, la collina sulla quale è edificata *Gerusalemme. Iniziatore del movimento fu Teodoro Herzl (1860-1904), giornalista ebreo di Vienna. Nel 1896, pubblicò Lo Stato ebraico, libro che incarna le idee del movimento. Si trattava di riunire in un paese - che non poteva che essere la Palestina originaria - con una lingua comune e secondo le proprie tradizioni, il popolo ebreo disseminato in tante nazioni. A differenza dell'ebraismo, che privilegia l'aspetto religioso, il sionismo accentua l'aspetto politico. Durante la II Guerra Mondiale, l'Inghilterra si dichiarò ufficialmente disposta a collaborare nella realizzazione dell'ideale sionista. L'atto decisivo fu costituito dalla risoluzione delle Nazioni Unite del 1948 che creò lo Stato di Israele in Palestina. Il fatto che questa terra fosse occupata dai palestinesi arabi ha portato come naturale conseguenza a scontri e guerre tra i due popoli.

 

Siracide / Libro di Ben Sira. (inizio)

E il libro che nella *Vulgata porta il nome di Ecclesiastico. Appartiene ai libri *sapienziali e non figura nel *canone ebraico (è *deuterocanonico), benché sia stato scritto in ebraico da Gesù Ben Sira, o Siracide, come si afferma alla fine (51,30). Deve essere stato scritto verso il 190 a.C. La denominazione di Ecclesiastico gli viene dal grande uso che ne ha fatto la Chiesa. La sua prima parte (1,142,14) è una raccolta di proverbi; la seconda (42,1551,30) è un inno alla sapienza di Dio, manifestata nella creazione, e un elogio delle grandi figure di *Israele, nonché una condanna di coloro che non camminarono secondo la legge del Signore. Si conclude con un appendice (preghiera e poesia sulla sapienza).

 

Siria. (inizio)

Il nome viene da *Assiria. Anche se la sua demarcazione è variata a seconda delle epoche, designa la regione compresa tra il *Mediterraneo orientale, il deserto siroarabico e la *Palestina; quando era una provincia romana (dal 65 a.C.), includeva anche la Palestina; pertanto, ciò che oggi sono la Siria, il *Libano e il sudest della Turchia (oltre alla Palestina). La capitale era *Antiochia. *Davide la unì al suo regno, ma presto si rese indipendente e in generale fu ostile nei confronti di *Israele.

 

Sistina, Cappella. (inizio)

*Cappella di grandi proporzioni che il papa Sisto IV (1471-1484) fece costruire perché si potesse usare durante la costruzione della *basilica di San Pietro. E un gioiello di arte che custodisce il Giudizio universale e altri affreschi di Michelangelo. Vi si riunisce il *conclave per eleggere il papa.

 

Situazione, Etica della. (inizio)

Vedi *Etica.

 

Sitz im Lebem. (inizio)

Negli studi biblici sulla *Formgeschichte (storia delle forme) o sulle unità letterarie, designa la situazione o ambiente originale (letteralmente, la " situazione vitale ") in cui apparve uno scritto e che ne condizionò la nascita e le caratteristiche.

 

Smirne. (inizio)

Città ad est dell'*Asia Minore, divenne il più importante porto commerciale dopo la sua ricostruzione voluta da *Alessandro Magno. In Ap 2,8-11, si rivolge un messaggio " all'angelo (vescovo) della Chiesa di Smirne ". Il più famoso vescovo di Smirne fu san *Policarpo, morto verso il 169, che fu discepolo dell'apostolo san *Giovanni.

 

Socialismo. (inizio)

Sistema politico, sociale e economico nel quale i mezzi di produzione e la maggior parte dei beni sono di proprietà collettiva. Si sono avuti nel corso della storia non pochi socialismi o teorie, tentativi e realizzazioni socialiste; per esempio, la teoria che descrive *Platone nella sua Repubblica, o il sistema stabilito nell'impero incaico. Ma il sistema che ha preteso di essere al tempo stesso fondato filosoficamente e realizzabile praticamente è quello proposto da Karl Marx e Friedrich Engels, che essi stessi definirono scientifico, perché lo consideravano basato sull'analisi scientifica della società. Danno come processo inarrestabile la venuta di una società socialista, nella quale si stabilisce la dittatura del proletariato e lo Stato possiede i beni di produzione e pianifica l'economia. Successivamente, quando si sarà giunti a non aver più bisogno della coazione, si giungerà al *comunismo. In questo stadio, scompariranno la dittatura e perfino lo Stato, che è una struttura al servizio della classe dominante, e si stabilirà la socializzazione non solo dei mezzi di produzione (socialismo), ma anche dei frutti della stessa.

In una prima divisione delle tendenze all'interno del *marxismo, si considerarono socialisti quelli che propiziavano la socializzazione con mezzi democratici e comunisti quelli che propiziavano la via violenta praticata in Russia nel 1917. Verso il 1970, anche i partiti comunisti cominciarono a proporre la via democratica verso il comunismo. Per questo, il giudizio del credente sul *marxismo, nella gamma dottrinale e pratica a cui si è giunti, deve distinguere tra socialismi rispettosi della libertà e delle credenze religiose e quelli che professano il *materialismo *ateo e la dittatura. Nei giudizi dei papi sul socialismo si nota un'evoluzione, dalla condanna quando si trattava semplicemente di materialismo ateo, ai giudizi che riconoscono i valori indiscutibili delle forme democratiche che cercano la giustizia sociale nel rispetto delle credenze religiose e della libertà. Vedi *Marxismo (cf L. González C., DAP-VD).

 

Socializzazione. (inizio)

1. Instaurazione delle realizzazioni propiziate dal *socialismo in una delle sue varianti. 2. Incremento progressivo dei legami che uniscono i membri della società umana in tutti gli ordini.

 

Società dei consumi. (inizio)

E quella stabilita nelle società altamente sviluppate nelle quali, mentre si producono beni in abbondanza, la grande massa degli abitanti dispone dei mezzi per consumare ed è stimolata non al risparmio, ma al consumo. In questo modo si stabilisce il circolo del produrre per consumare e del consumo per sostenere e aumentare la produzione. La pubblicità promuove il consumo di oggetti non necessari e la loro eliminazione quando possono ancora servire. Questo stile di vita offre migliori condizioni materiali, ma paga tributi molto elevati sotto gli aspetti psicologico, morale e religioso.

 

Sociologia. (inizio)

Studio scientifico della società: le leggi della sua costituzione e sviluppo, i rapporti delle persone tra di loro, all'interno dei gruppi e nell'ambiente circostante.

 

Sociologia religiosa. (inizio)

Scienza ausiliaria della *pastorale. Studia gli aspetti sociali della *religione. Interessa la sociologia, perché quello religioso è uno degli aspetti che caratterizzano in modo decisivo una società; basti ricordare ciò che ha implicato in realizzazioni benefiche, nel provocare tensioni e guerre, nello stimolare le arti e in generale nella conformazione delle *culture. Interessa la religione, particolarmente la pastorale, che nella pratica è condizionata dalla situazione di ogni individuo e dal loro insieme nella società. Nella dimensione sociale, è una scienza che suscita interesse da secoli. Nel versante pastorale è recente. La sociologia offre una diagnosi di dati oggettivi, mostra lo stato dei destinatari dell'azione pastorale, in particolare la loro situazione religiosa, le leggi che reggono le relazioni e le influenze soprattutto nei macro-gruppi. L'iniziatore di questa scienza fu Gabriel Le Bras (1891-1970), intorno agli anni Trenta. Alcuni ritengono che questa scienza e altre affini siano chiamate a svolgere un ruolo di aiuto simile a quello che ha svolto la filosofia nella formazione teologica e pastorale.

 

Socratico, Metodo. (inizio)

E la tecnica con la quale si aiuta chi cerca la verità per mezzo di domande induttive, in modo che sia il discepolo stesso a scoprirla. Il nome viene da Socrate (469-399 a.C), il filosofo greco maestro di *Platone che, con questi e con Aristotele, constituisce il vertice della filosofia greca. Vedi *Maieutica.

 

Sodoma. (inizio)

Una delle cinque città sulle rive del *Mar Morto che furono distrutte ai tempi di *Lot a causa della corruzione dei loro abitanti (cf Gn 18,20-33 e 19,23-29). La corruzione di Sodoma è descritta non solo per l'*omosessualità o *sodomia (Gn 19,5), ma anche come autosufficienza (cf Is 3,9), " superbia, ingordigia, ozio indolente " e indifferenza per il povero e l'indigente (cf Ez 16,49). Il racconto della moglie di Lot, trasformata in statua di sale (Gn 19,26), " è una spiegazione popolare della forma singolare delle colonne di sale nel Mar Morto e un'affermazione del diritto di Dio a esigere obbedienza senza condizioni " (DBM-Cl).

 

Sodomia. (inizio)

Peccato di *omosessualità. Vedi anche *Sodoma.

 

Sofisma. (inizio)

Ragionamento apparentemente corretto, ma viziato nella sua forma logica e, pertanto, nella conclusione.

 

Sofonia. (inizio)

In ebraico, " Yhwh nasconde ". Uno dei dodici *profeti minori. Profetizzò al tempo del re Giosia di Giuda, prima del 622 a.C. La predicazione che appare nel libro di Sofonia preparò la riforma realizzata da Giosia a partire dall'anno suddetto.

 

Soggettivismo. (inizio)

Atteggiamento mentale e affettivo nel quale la validità di un giudizio o apprezzamento è misurato non per ciò che le realtà sono in sé o oggettivamente, ma per la situazione del soggetto che giudica. Pur se è vero che il soggetto condiziona sempre a seconda del suo essere ciò che gli perviene, si qualifica come soggettivo l'atteggiamento chiuso a ciò che comunemente le persone vedono come realtà oggettiva.

 

Solidarietà. (inizio)

1. In *teologia, esprime il principio in virtù del quale influiamo nella vita spirituale degli altri; il che non significa che, in definitiva, la libertà e la responsabilità di ognuno possano essere sostituite da quelle di un altro.

2. In *sociologia, la solidarietà è un principio centrale ai giorni nostri, in particolare nella *dottrina sociale della Chiesa. Si scontra con l'individualismo, il cui interesse è racchiuso nella convenienza personale, familiare o di classe, e si ribella anche a una giustizia intesa come mero compimento delle norme legali di rispetto e distribuzione dei beni. Il principio della solidarietà fa sì che ognuno senta come personale il destino di tutti, intendendo per tutti: a) l'insieme degli individui, e b) la situazione personale di ciascuno, il che implica la ricerca del benessere in modo particolare per i più bisognosi; questa solidarietà si traduce nella condivisione e nel cercare un ordine soddisfacente per tutti.

 

Solideo. (inizio)

Parola latina che significa " solo a Dio ". Termine con cui veniva anche chiamato lo *zucchetto, per il fatto che gli ecclesiastici si tolgono questo copricapo solo davanti a Dio, cioè davanti al *Santissimo.

 

Somma teologica. (inizio)

Trattato sistematico che contiene l'insieme della *teologia. Questo tipo di studi cominciò nel Medio Evo. La Somma teologica per antonomasia è quella di san *Tommaso d'Aquino.

 

Sommo sacerdote. (inizio)

Era la massima autorità religiosa, e in certe epoche anche civile, degli ebrei. Era consacrato con una *unzione particolare; indossava l'*efod e il *pettorale; offriva quotidianamente il *sacrificio; era l'unico a poter entrare, una volta l'anno, nel *sancta sanctorum. Presiedeva il *sinedrio. La carica, vitalizia ed ereditaria, spettava al primogenito tra i discendenti di Aronne; ai tempi di Gesù, tuttavia, era scelto o deposto dai romani secondo le sue tendenze politiche e i suoi regali. Ad ogni modo, anche dopo aver lasciato l'incarico, manteneva un elevato prestigio. I Vangeli menzionano i sommi sacerdoti Anna e Caifa; quest'ultimo era genero di Anna.

Non si sa sempre con certezza che cosa si intenda quando si parla di sommi sacerdoti. L'espressione può indicare colui che esercita in quel momento come tale o i suoi predecessori, oppure, nel suo insieme, l'aristocrazia sacerdotale.

Come afferma la lettera agli *Ebrei (4,14; 5,10), il sacerdozio di *Aronne è stato abolito e l'unico sommo sacerdote, eterno e perfetto, è Cristo.

 

Soprannaturale. (inizio)

Ciò che trascende la natura. In *teologia si intende per tale ciò che è divino e ciò che nell'uomo è un dono superiore a quanto, secondo la sua natura, gli corrisponderebbe. Per questo ogni realtà soprannaturale appartiene all'ordine della *grazia.

 

Sorbona. (inizio)

Università di Parigi. E una delle più famose università sorte nel Medio Evo. Il nome le è dato da Robert de Sorbon, che la fondò nel 1253. Similmente alle altre di quei tempi, nacque come università della Chiesa. La sua specialità fu la *teologia. Durante la Rivoluzione francese venne chiusa. Riaperta alcuni decenni più tardi, è attualmente università statale.

 

Sospensione. (inizio)

Pena canonica per la quale si proibisce a un *chierico l'esercizio di tutti o alcuni atti propri del suo *ministero; ad esempio, di celebrare l'*eucaristia o altri *sacramenti (cf CIC 1333-1334). Ad essa si riferisce l'espressione " sospensione a divinis ".

 

Sostanza. (inizio)

Dal latino substare= stare sotto. Ciò che sussiste o ha l'essere in sé, a differenza degli accidenti (vedi *sussistenza). E l'*essenza o natura degli esseri vista come contrapposizione agli accidenti, a ciò che appare ma non costituisce l'essere.

 

Soteriologia. (inizio)

Dal greco soter = salvatore. E la parte della *teologia che studia Cristo nella sua qualità di salvatore degli uomini.

 

Sozomeno. (inizio)

Storico di *Costantinopoli, autore di una storia ecclesiastica per il periodo che va dal 324 al 425.

 

Specie eucaristiche. (inizio)

Dal latino species = aspetto visibile. Le qualità esteriori (accidenti) del pane e del vino che, anche dopo la *transustanziazione nella consacrazione eucaristica, rimangono immutate, pur divenendo, nella sostanza, il corpo e il sangue di Cristo.

 

Speranza. (inizio)

Una delle tre virtù *teologali. Grazie ad essa sperimentiamo la sicurezza di ottenere i beni promessi dal Signore, affidati alla sua bontà e appoggiati in Cristo, che ha vinto la morte e ha inaugurato nella sua *risurrezione la nuova vita verso la quale camminiamo, sia pure in mezzo alle difficoltà. Come si vede, la speranza si basa sulla *fede. L'autentica speranza non è egoismo, ma è direttamente legata alla *carità: ciò che speriamo è essenzialmente vivere uniti a Dio nell'amore, il che è la felicità più grande, e la vita eterna.

 

Spergiuro. (inizio)

*Giuramento falso fatto davanti a un tribunale. E un *peccato grave e anche un reato punito dalle leggi civili. Si dice spergiuro anche chi non mantiene il giuramento fatto.

 

Spiritismo. (inizio)

Dottrina religiosa mescolata con la scienza occulta che si interessa alle condizioni dello spirito prima, durante e dopo la sua incarnazione nei corpi; sostiene che lo spirito dei defunti può essere evocato e che si può conversare con essi. Questa dottrina si è espressa in pratiche di popoli primitivi. La forma attuale proviene principalmente dall'interesse suscitato dalle esperienze che dissero di avere le sorelle Fox (1847) a New York (nel 1888 confessarono che si era trattato di un inganno). Il francese Allan Kardec (1804-1869) strutturò la dottrina. Per gli spiritisti, uno spirito è la persona che, pur perdendo con la morte il corpo fisico, conserva un corpo sottile, etereo, con il quale agisce nel tempo delle sue successive reincarnazioni fino a giungere allo stato finale della felicità. L'uomo che vive qui sulla terra può essere il medium attraverso il quale si può entrare in comunicazione con gli spiriti dei morti e ottenere informazioni. Si calcola che esistano circa dieci milioni di spiritisti. Il Brasile si distingue come paese dove si conta il maggior numero di seguaci dello spiritismo (cf Lexis I, 273; Y de Gibon, Ddl-RH).

 

Spirito. (inizio)

Essere immateriale, semplice, intelligente, capace di amare. Tanto in ebraico (ruah) che in greco (pneuma), significa " soffio, vento ". Da qui l'uso di questi termini per esprimere realtà impercettibili ai sensi. Nell'AT appare dal primo capitolo della *Genesi. " In genere, esprime il dinamismo, più che l'immaterialità, e può essere cosmico, umano o divino " (Nueva Biblia Española, p. 1940): azione creatrice (Gn 1; Sal 33,6), creatore di vita (Sal 104,30); azione salvifica che suscita persone elette (Giudici); ispirazione dei profeti (Nm 11,17s; Ez 2,2; 3,12); il messia avrà pienezza di spirito (Is 11,2; 61,1) e nell'era messianico-escatologica ci sarà un'effusione universale di spirito (Gl 3,1-2). " In Sap 1 quasi si confonde con la sapienza trascendente " (cf Ibid. e DBM-Cl, v. *Spirito). " L'espressione Dio è spirito non era possibile per l'AT (cf però Is 31,3), poiché Spirito non era riferito all'essenza o all'essere di Dio, ma al suo agire " (DBM-Cl). Nel NT si giunge a quell'affermazione (Gv 4,24). Qui appare: con il senso veterotestamentario di " vento " (cf Gv 3,5-8), come spirito dell'uomo (Mt 26,41; 1 Cor 2,11; 2 Cor 7,1.13), come spiriti immondi o demoniaci (Mc 9,17-18.25; 3,29-30...), come Spirito di Dio (Mt 3,16; Rm 8,9; 1 Gv 4,2), del Signore (Lc 4,18; At 5,9), di vostro Padre (Mt 10,20), di Gesù (At 16,7), di Cristo (Rm 8,9), della verità (Gv 14,17), di vita (Rm 8,2), o semplicemente lo Spirito (Mc 1,10) (cf NBEsp.).

 

Spirito Santo. (inizio)

Terza persona della Santissima *Trinità. Solo nel Nuovo Testamento appare chiaramente il mistero trinitario, non manifestato nell'epoca veterotestamentaria, tanto propensa al politeismo. E lo Spirito Santo che discende su *Maria perché in lei si realizzi l'*Incarnazione (cf Lc 1,35) e su Gesù quando comincia la sua vita pubblica: battesimo (Lc 3,22), tentazioni (4,1), inizio della predicazione (Lc 4,14.18). Gesù promette ai suoi che invierà loro lo Spirito (Gv 14,16-17.26; 16,7.13), il che si realizza nella *Pentecoste (At 2). Lo Spirito Santo guida la *Chiesa . Attualmente viviamo nel tempo dello Spirito, e implorare lo Spirito Santo è la migliore preghiera che possiamo fare (Lc 11,3).

 

Sponsali. (inizio)

Promessa di *matrimonio, con alcune formalità sociali. Oggi la benedizione degli anelli suole esserne il segno più espressivo.

 

Stagirita, Lo. (inizio)

Così viene anche chiamato *Aristotele, nativo di Stagira.

 

Stampa. (inizio)

Vedi *Mezzi di comunicazione sociale.

 

Statère. (inizio)

Moneta greca d'argento, avente corso legale ai tempi di Gesù, il cui valore era pari a 4 *dracme. Mt 17,27 menziona lo statere trovato da Pietro nella bocca del pesce quando Gesù gli disse di gettare l'amo.

 

Stati Pontifici. (inizio)

I territori che il *papa possedette come governante politico-temporale. L'origine di questi stati iniziò con donazioni ricevute fin dai primi secoli del Medio Evo. Durante il *feudalesimo lo stesso papato fu integrato nel sistema. Di fronte all'avidità dei re longobardi, il re franco Pipino il Breve accorse in aiuto del papa Stefano II offrendogli il pieno possesso di quelli che saranno gli Stati pontifici (756). La minaccia di un altro re longobardo, durante il pontificato di Adriano I, provoca l'intervento di *Carlomagno, che lo detronizza, si impadronisce del suo regno e conferma, ampliandoli, gli Stati pontifici. Questo governo temporale dei papi durò fino all'unità d'Italia nel 1870. Vedi *Patti Lateranensi.

 

Stato del Vaticano. (inizio)

Vedi *Vaticano.

 

Stato di grazia. (inizio)

Situazione di amicizia con Dio propria di colui che ha ricevuto questo dono di Dio per mezzo del *battesimo (di acqua o di desiderio esplicito o implicito). Perde questo stato chi commette *peccato mortale. Si recupera con la contrizione o dolore per avere offeso Dio, normalmente accompagnato dal *sacramento della *penitenza.

 

Stazione. (inizio)

Così veniva chiamata, e si chiama tuttora nei libri liturgici, la chiesa di *Roma nella quale si riunivano anticamente i fedeli, al termine di una processione, per la solenne celebrazione presieduta dal *papa, circondato da tutto il clero, delle messe di Quaresima o di altre feste importanti. A ciascuna di queste solennità liturgiche corrisponde, quindi, una Stazione (il ciclo completo ne comprende 89). Ad esempio, nel giorno di Natale, la stazione indicata è la basilica di Santa Maria Maggiore; il Mercoledì delle Ceneri, la chiesa di Santa Sabina. La tradizione ha mantenuto le 43 chiese stazionali del sec. V, 25 delle quali erano le parrocchie romane, chiamate anche *titoli. (Vedi anche *Via Crucis.)

 

Stefano. (inizio)

In greco, " corona ". Negli Atti, appare come una figura di grande rilievo. Fu uno dei sette eletti - ed è il primo della lista - a prestare il servizio delle mense (cf At 6,1-6). Subito dopo, ci appare, " pieno di grazia e di fortezza ", fare grandi prodigi e disputare con quelli che si opponevano alla buona novella. La sua dedizione al *vangelo lo porta a trovare la morte per *lapidazione. E il primo *martire o *protomartire cristiano. *Saulo custodiva i mantelli di coloro che lo lapidavano (cf At 7,58).

 

Sterilità. (inizio)

In senso biologico, incapacità di generare figli. In senso generale, vacuità, carenza di frutti.

 

Sterilizzazione. (inizio)

Mutilazione della donna o dell'uomo che li rende incapaci di avere figli. Se si fa con questa intenzione, l'atto costituisce un peccato grave contro il quinto comandamento.

 

Stilita. (inizio)

Da stylos = colonna, in greco. Si chiamano stiliti gli *asceti che vivevano solitari su delle colonne, pratica che si ebbe in Oriente, iniziata da san Simeone lo Stilita (secolo V).

 

Stimmate. (inizio)

Marchio sul corpo, come quello che il padrone poneva sullo schiavo che gli apparteneva. Si parla delle stimmate della passione per riferirsi alle piaghe di Cristo. Stigmatizzato è colui che, come per una ridondanza o ripercussione dell'atteggiamento spirituale nella carne, vede riprodotte nel suo corpo le piaghe che ebbe Cristo nella sua passione. Il caso più famoso è quello di san *Francesco d'Assisi. Nelsec. XX, quello di Padre Pio da Pietrelcina. Paolo dice di se stesso che porta sul suo corpo le stimmate di Gesù (Gal 6,17), e alcuni lo intendono nel senso appena detto; altri pensano che si tratti delle " cicatrici dei maltrattamenti subìti per il Cristo " (BJ).

 

Stoicismo. (inizio)

Scuola filosofica fondata da Zenone (ca. 340-268 a.C.). Il suo periodo più rigoglioso va dal 300 a.C. al sec. II d.C. Il suo nome viene da stoà = portico, perché venne aperta nella stoà pecile, un portico di *Atene. Al centro dell'attenzione dello stoicismo c'è l'uomo, in particolare sotto l'aspetto etico. La felicità è nell'*atarassia, apatia o indifferenza raggiunta con il dominio degli affetti e delle passioni. Il cosmo è retto dalla provvidenza divina, e in esso tutto accade quasi fatalmente. " I padri della Chiesa cristiana accettarono molte idee e distinzioni stoiche, ma eliminando da queste l'orgoglio moralista della virtù e la valutazione troppo negativa degli affetti " (J. Schuster, DF-H). Stoici famosi furono, a parte Zenone, Seneca, nel sec. I della nostra era (suo fratello *Gallione è citato negli Atti degli Apostoli 18,12); Epitteto (50-130 d.C.); Marco Aurelio, imperatore romano dal 161 al 180.

 

Stola. (inizio)

Elemento dell'abito liturgico consistente in una lunga striscia di stoffa: si indossa sopra al *camice, in modo che, dopo averla incrociata sul petto e legata mediante il cingolo, le due frange scendano fin quasi alle ginocchia. Si usano stole di colori diversi, secondo il colore liturgico del giorno. E segno della funzione sacerdotale. La usano il *vescovo e il *presbitero nel modo descritto; il *diacono la indossa diagonalmente: partendo dalla spalla, le due frange si uniscono e sono annodate sul fianco.

 

Storia della salvezza. (inizio)

E lo sviluppo dell'azione salvifica di Dio attraverso il tempo. Le sue grandi tappe sono l'Antico Testamento, il Nuovo Testamento e la vita della Chiesa. Si consumerà nella vita eterna. Il suo centro è Cristo. Non comprende unicamente gli atti e gli eventi comunemente detti religiosi, ma tutto l'insieme della storia umana in quanto essa è sotto l'azione di Dio.

 

Stregoneria. (inizio)

Operazione presuntamente soprannaturale e diabolica, fatta da strega o stregone. Secondo la credenza popolare, questi poteri straordinari sono dovuti a un patto col diavolo. Vedi *Magia.

 

Stromata. (inizio)

In greco, " arazzi, tappeti ". Titolo di una famosa opera di san Clemente di Alessandria. La stessa denominazione venne data a opere che comprendevano materiali di diversa indole.

 

Stupro. (inizio)

Unione sessuale con fanciulla (*vergine) ottenuta con l'inganno o per abuso di fiducia. A volte si applica anche ai casi di *incesto e all'unione con nubile non vergine o con vedova, senza il loro consenso.

Suárez, Francisco (1548-1617). (inizio)

Filosofo e teologo spagnolo. Gesuita, ultimo autorevole rappresentante della *Scolastica, la sua dottrina si colloca in una posizione intermedia tra il *tomismo e lo *scotismo (più vicina al primo che al secondo). Attribuisce il potere sovrano, anticipando Grozio, non " a un solo sovrano, ma al popolo intero " e confuta il diritto divino dei re.

 

Sublimazione. (inizio)

Concetto psicoanalitico che esprime il meccanismo inconscio di difesa per mezzo del quale si libera una pulsione dandole sfogo verso un valore religioso, morale o sociale: la pulsione continua a fornire energia all'attività sublimata. La sublimazione permette di integrare armoniosamente quelle energie e solo a causa di certe deviazioni può assumere un carattere nevrotico.

 

Subordinazionismo. (inizio)

Dottrina che, al fine di mantenere con sicurezza l'unicità di Dio, sostiene che il Figlio e lo Spirito Santo sono in qualche modo inferiori al Padre. I modi per spiegare questa subordinazione sono vari; alcuni di essi sono chiaramente *eretici, supponendo che il Figlio e lo Spirito Santo sono inferiori o non sono consostanziali a lui; oltre ad alcuni rappresentanti di questa tendenza della fine del secolo II o inizi del secolo III, intorno al 250 difende queste idee Paolo di Samosata, secondo il quale Cristo è meramente un uomo in cui abita la forza di Dio. Alcuni autori, come san *Giustino e *Origene, usano espressioni simili, ma in un senso che non nega l'uguaglianza delle tre persone divine né la loro consostanzialità.

 

Sudario. (inizio)

In latino, sudarium. Panno per detergere il sudore. Negli scritti del NT è menzionato in vari usi: per coprire la testa (cf At 19,12), per avvolgere la testa dei cadaveri (cf Gv 11,44 e 20,7); perfino per custodire delle monete (cfr. Lc 19,20).

 

Suffraganeo. (inizio)

All'interno di una *provincia ecclesiastica, il *vescovo titolare della sede è *arcivescovo *metropolita; tutti gli altri sono vescovi suffraganei. Allo stesso modo, la sede principale è detta metropolitana e le altre suffraganee.

 

Suffragio. (inizio)

Preghiera che la Chiesa offre per i vivi o per i defunti, anche se nella pratica il termine si usa unicamente nel caso di preghiere liturgiche per i defunti.

 

Sufismo / Sufiti. (inizio)

Movimento interno all'*Islam che interpreta il maomettanesimo in una prospettiva prevalentemente mistica.

 

Suicidio. (inizio)

Atto con cui ci si dà la morte volontariamente. E un peccato grave contro il quinto comandamento: solo Dio è padrone della vita. Tuttavia, il giudizio in ogni caso non è facile: spesso la gravità è diminuita da alterazioni dello stato psichico.

 

Sulpiziani. (inizio)

Sono detti sulpiziani i membri dell'associazione di chierici o Società di sacerdoti di san Sulpizio, fondata da Jean Jacques *Olier (1608-1657), parroco nella chiesa di St-Sulpice a Parigi. La loro missione specifica è la formazione del clero.

 

Sumeri. (inizio)

Abitanti della parte meridionale della *Mesopotamia. Svilupparono un'elevata cultura, nella quale nacque la scrittura cuneiforme.

 

Superstizione. (inizio)

Peccato che consiste nel praticare la religione in forma indebita, in vari tipi di disordine, come i seguenti: attribuire effetti soprannaturali a determinati oggetti o azioni che non li hanno (per esempio, a un numero fisso di preghiere, a un ferro di cavallo sulla porta...); rivolgere il culto a ciò che non lo merita: idolatria, ricorso alla divinazione (carte, oroscopi), vana osservanza e credulità (*ordalie, *magie, timori infondati). Era molto diffusa in epoche passate, in particolare nel Medio Evo, ma perdura ai giorni nostri in diverse forme.

 

Sura. (inizio)

Ogni " rivelazione " ricevuta da *Maometto e inserita nel *Corano, ovvero ogni singolo capitolo - che può contenere diverse rivelazioni - dello stesso libro. Le sure sono 114 e di diversa lunghezza.

 

Susa. (inizio)

Capitale dell'impero elamita (vedi *Elam). Per certi periodi, fu residenza dei re persiani. La storia di *Ester si svolge nel palazzo reale di Susa. Fu conquistata da *Alessandro Magno. Vi è stato rinvenuto il Codice di *Hammurabi.

 

Sussidiarietà. (inizio)

Dal latino subsidium = sussidio, aiuto. Principio secondo il quale un'istanza o ente, al quale non spetta un compito come primo responsabile, aiuta o supplisce l'azione di colui a cui in primo luogo spetta. Si applica, per esempio, ai casi in cui lo Stato si prende la responsabilità di qualcosa che spetterebbe alla famiglia, come l'educazione. Il principio di fondo che regge è che sia inquadrata secondo la volontà del primo responsabile.

 

Sussistenza. (inizio)

Termine filosofico per indicare la condizione di chi possiede l'essere in sé e non in un altro. Possedere l'essere " in sé " non è la stessa cosa di " per sé ". Per se stesso solo Dio lo possiede. La sussistenza si può comprendere meglio per contrapposizione agli accidenti. Questi, ad esempio il colore o la grandezza, non sussistono in sé, ma in una sostanza.

 

Sviluppo. (inizio)

Accrescimento, miglioramento (o peggioramento, a volte) di una realtà. Lo sviluppo nei diversi aspetti o settori (economico, sociale, culturale e spirituale...), rettamente integrati, produce l'armonia nei rapporti umani. Giustamente, Paolo VI afferma che " lo sviluppo è il nuovo nome della pace " (PP 76). Questa non può esistere se manca qualcuno degli aspetti essenziali o se ne vengono emarginati determinati gruppi.

 

Sviluppo del dogma. (inizio)

Sviluppo del contenuto della fede per esplicitazione, nuova coscienza o crescita della conoscenza che la Chiesa, nel passar del tempo, acquisisce della *rivelazione. Questa crescita è possibile perché la scienza della Chiesa non è mai compiuta.

 

Syllabus. (inizio)

Parola latina che significa " indice, catalogo ". E noto sotto questo nome il documento che il papa Pio IX pubblicò assieme all'*enciclica Quanta cura, l'8 dicembre del 1864. Vi si enumerano e condannano 80 errori del suo tempo.