DIZIONARIO DI

TERMINI RELIGIOSI

E AFFINI

AQUILINO DE PEDRO

O

P

Q

___________________________________________________

O

Obbedienza. (inizio)

1. *Virtù morale per mezzo della quale si accetta e si realizza la volontà di un legittimo superiore.

2. Nella *vita religiosa è uno dei tre *consigli evangelici che i membri si impegnano per voto a rispettare, " ad imitazione di Cristo, obbediente fino alla morte " (CIC 601). Esistono *ordini antichi (vedi Vita religiosa) che pronunciano solo il voto di obbedienza; in esso sono compresi, assieme alla vita in comunità, gli altri consigli evangelici (povertà e castità).

3. Si chiama obbedienza anche la destinazione o la funzione che un superiore religioso assegna a un determinato membro della comunità.

4. Il documento del superiore con cui assegna un mandato.

Obiezione di coscienza. (inizio)

Rifiuto di obbedire a un'ordine o a una disposizione legale perché la propria coscienza impone una tale disobbedienza. Il principio o base fondamentale dell'obiezione di coscienza sta nel fatto che le leggi o altre disposizioni umane sono fallibili e in alcuni casi appare chiaro all'individuo che sono contrarie alla volontà di Dio. San *Paolo dice: " Ciascuno di noi renderà conto a Dio di se stesso " (Rm 14,12). E gli apostoli Pietro e Giovanni risposero ai capi di Israele che impedivano loro di insegnare nel nome di Gesù: " Se sia giusto innanzi a Dio obbedire a voi più che a lui, giudicatelo voi stessi; noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato " (At 4,19). Uno degli ambiti concreti in cui si suole ricorrere all'obiezione di coscienza è quello del servizio militare. Numerosi paesi ammettono l'obiezione e prevedono servizi alternativi.

Oblata. (inizio)

Nell'antica liturgia cristiana, i pani offerti per la consacrazione e la distribuzione.

Oblato. (inizio)

Dal latino oblatus = offerto. Designa una persona offerta a Dio.

1. Storicamente, si riferisce alla pratica (particolarmente in uso dal sec. IV al Concilio di Trento) dell'oblazione di fanciulli ai monasteri.

2. Il termine indica anche i laici adulti affiliati a ordini religiosi ma senza pronunciare i voti solenni, spesso per poter svolgere un determinato servizio (assistenza ai malati, educazione della gioventù...).

3. Numerosi istituti religiosi e secolari hanno adottato questa denominazione, pur pronunciando i tre voti semplici; in questo caso, essa indica solo un tipo di spiritualità, l'offerta di sé.

Oblazione. (inizio)

L'offerta del sacrificio. Nella messa, il pane e il vino e ogni altra cosa portata all'altare nella processione dell'offertorio. Vedi *Messa. Parti: Preghiera eucaristica.

Obolo. (inizio)

Piccola moneta greca di bronzo. E sinonimo di piccola offerta in denaro, elemosina.

Occam, Guglielmo di (1270-1347). (inizio)

Francescano inglese, professore a *Oxford, principale rappresentante del *nominalismo. In ambito morale, professò il *volontarismo. Fu scomunicato nel 1328.

Occasionalismo. (inizio)

Dottrina filosofica secondo la quale gli esseri finiti non possiedono azione causale efficiente, ma sono mere cause occasionali dell'azione di Dio. Le creature sono semplici condizioni (Malebranche), ovvero strumenti passivi dell'agire di Dio (Geulincx). " Non essendo possibile un essere senza azione, l'occasionalismo conduce logicamente al panteismo " (W. Brugger, DF-H).

Occultismo. (inizio)

Pratiche *magiche e misteriose con cui si tenta di conoscere e di dominare la natura. Mentre la fede si avvicina al sacro con atteggiamento religioso, l'occultismo lo fa da una falsa religiosità, o da una prospettiva profana. E affine alla *magia, all'*astrologia, alla divinazione (vedi *-Manzia)...

Octogesima adveniens. (inizio)

Vedi *Dottrina sociale della Chiesa.

Odio. (inizio)

Peccato direttamente opposto all'*amore. Desiderio che al prossimo sopraggiunga il male o, addirittura, che scompaia. Chi odia ha volontà omicida. Per questo, san Giovanni dice che " chiunque odia il proprio fratello è omicida " (1 Gv 3,15).

Offerta. (inizio)

Elemosina che si dà al sacerdote per dei servizi religiosi, generalmente per l'intenzione della messa secondo la volontà del donatore; la cosa più comune è che si chieda in favore dei propri parenti defunti. Pur essendo una abitudine in sé molto buona, in pratica può favorire una deviazione: chi " ordina " una *messa si disinteressa personalmente della celebrazione o immagina che la propria partecipazione al sacrificio sia carente di efficacia, di modo che attribuisce tutto l'effetto impetrativo alla preghiera del *ministro ordinato. Questo implica il disconoscimento del *sacerdozio comune di tutti i fedeli. Il Diritto Canonico dedica a questo tema tutto un capitolo (n. 945-958) e altre allusioni (c. 1385), indubbiamente per la facilità di cadere in un concetto sbagliato del suo senso.

Offerte. (inizio)

Nella *liturgia, a) come accezione principale, indicano il pane, il vino e l'acqua che si portano all'altare al momento della *presentazione delle offerte (vedi *Messa), per essere consacrati; b) altri doni che si presentano nello stesso momento con diversi fini: offerte per i bisognosi, per il culto, ecc.

Offertorio. (inizio)

Si suole dare questo nome alla parte della *messa durante la quale si preparano e si portano all'*altare i doni, ma il termine non è adeguato, perché genera confusione: ciò che si offre nella messa è il corpo e il sangue di Cristo (offerta del sacrificio dopo la consacrazione). La designazione più adeguata per ciò che viene impropriamente chiamato " offertorio " è presentazione delle offerte. Il momento che segue la consacrazione, nel quale si offre esplicitamente il sacrificio, è chiamato *anamnesi e offerta: nell'adempiere al comandamento del Signore, la Chiesa ne celebra la memoria e offre al Padre nello Spirito Santo la vittima immacolata. Vedi *Messa. Parti. Liturgia eucaristica.

Ofir. (inizio)

Luogo dove si recavano le navi israelite per caricare oro e pietre preziose. E menzionato numerose volte nell'AT, ma non è stato finora possibile localizzarlo.

Oggettivismo. (inizio)

Giudizio o valutazione di qualcosa che prende a norma l'oggetto, ciò che è esterno alla persona che opera il giudizio. E l'opposto del *soggettivismo.

Ogivale (arte, stile). (inizio)

Designazione equivalente a *gotico, per l'uso che si fa in questo stile di ogive o archi a sesto acuto.

Oli santi. (inizio)

Olio consacrato dal vescovo il Giovedì santo durante la Messa Crismale celebrata la mattina (nel pomeriggio si celebra la messa " in cena Domini ". A seconda della loro destinazione, si impartiscono diverse *benedizioni: olio dei catecumeni (per il battesimo), olio per i malati, crisma (che è olio con profumo) per i cresimandi.

Olier, Jean-Jacques (+ 1657). (inizio)

*Presbitero francese, scrittore di spiritualità e fondatore della Società di san Sulpizio, dedita alla formazione del *clero. Vedi *Sulpiziani.

Oligarchia. (inizio)

In greco, " governo di pochi ". Sistema di governo nel quale il potere è esercitato da pochi, in genere appartenenti ad una determinata classe sociale.

Olocausto. (inizio)

1. Il sacrificio nel quale la vittima è arsa completamente. In Israele, il sacrificio mattutino e il sacrificio vespertino, che si offrivano tutti i giorni (per questo si parlava di sacrificio perpetuo) erano olocausti.

2. Genocidio degli ebrei nei campi di sterminio nazisti durante la seconda guerra mondiale.

Omega. (inizio)

Vedi *Alfa e Omega.

Omelia. (inizio)

E la parte della celebrazione liturgica che proclama le meraviglie di Dio partendo dai testi sacri (letture o altre parti) e mettendoli in relazione con il mistero che si celebra e con la vita concreta della comunità.

Tiene dunque conto dell'aspetto biblico, misterico (relazione con la parte centrale del sacramento) e antropologico (parte dalla vita e si proietta verso la vita). (Cf SC 35,2; Ordinamento generale del Messale Romano, n. 41; CIC 767, 1; Documento di Puebla, n. 930.)

Omeliario. (inizio)

Libro che contiene omelie.

Omerale. (inizio)

Larga fascia che il vescovo o il sacerdote portano sulle spalle, con la parte anteriore della quale si coprono le mani per evitare di toccare direttamente la *pisside o *l'ostensorio, nel benedire con il *Santissimo o quando lo si porta in processione.

Omicidio. (inizio)

Cagionare la morte di un essere umano. E uno dei peccati considerati dalla Chiesa fin dai primi secoli cristiani come crimini particolarmente gravi, poiché privano della vita, il bene più grande dell'uomo.

Omosessualità. (inizio)

Forma deviata o pervertita per la quale una persona rivolge le sue tendenze sessuali verso una persona del suo stesso sesso. Quella maschile si chiama anche sodomia; quella femminile lesbismo o saffismo. Ci sono persone che ne soffrono per costituzione anomala o come effetto di situazioni traumatiche nell'infanzia; altre la acquisiscono successivamente; si nota il suo aumento nelle società decadenti. D'altra parte, esistono spesso tendenze omosessuali limitate a periodi passeggeri della vita, come nell'adolescenza, prima di giungere a maturare una corretta sessualità. Si definisce bisessuale chi prova attrazione sessuale per persone sia dell'altro sesso che del proprio.

Onagro. (inizio)

Animale simile all'asino, ma di taglia più grande, nel quale Giobbe ammira l'amore per la libertà (cf Gb 39,5). E citato anche in altri libri dell'AT.

Onan. (inizio)

Figlio di Giuda. Avendo contratto matrimonio per la legge del *levirato con la vedova di suo fratello, evitò con malizia di avere figli, per cui Dio lo punì con la morte (cf Gn 38,6-11). Da Onan prende nome l'*onanismo.

Onanismo. (inizio)

Peccato che consiste nel consumare il matrimonio evitando con mezzi illeciti di avere figli. Il nome viene da Onan.

Onciale. (inizio)

Tipo di lettere grandi (alte un'oncia), separate tra loro, in uso fino al sec. IX, quando divenne comune il tipo minuscolo, più rapido ed economico in quanto richiede meno spazio. Vedi *Codice.

Onesimo. (inizio)

Schiavo del ricco *Filemone, della città di *Colossi, che fuggì dal suo padrone. Giunto a Roma, *Paolo lo convertì e lo inviò a Filemone con una splendida lettera nella quale gli chiede di rendere la libertà a Onesimo e di inviarlo a Roma, perché lo aiuti " nelle catene che porto per il vangelo ". Benché Paolo non condanni esplicitamente la schiavitù, nella lettera a Filemone esprime con forza la realtà che distrugge la schiavitù: lo schiavo è un fratello (Fm 16).

Onnipotenza. (inizio)

Attributo (qualità) esclusivo di Dio, che significa " ogni potere ". Dio può fare tutto, salvo ciò che implichi contraddizioni, perché questa sarebbe un'imperfezione.

Onnipresenza. (inizio)

Attributo o proprietà di Dio che consiste nell'essere presente allo stesso tempo in ogni luogo.

Onniscienza. (inizio)

Proprietà di Dio in virtù della quale conosce tutto in maniera perfetta.

Ontologia. (inizio)

Scienza o trattato dell'ente, vale a dire la parte della *filosofia che studia l'essere in quanto tale.

Ontologico, Argomento. (inizio)

Dimostrazione dell'esistenza di Dio proposta da sant'*Anselmo di Canterbury (1109), considerato il primo rappresentante della *Scolastica. Il suo argomento è detto ontologico perché si basa sull'idea stessa dell'essere: Dio è l'essere al di sopra del quale non se ne può concepire alcun altro. Se non esistesse, se ne potrebbe concepire un altro esistente e, pertanto, più perfetto. Quindi... Ci sono importanti filosofi che lo danno per valido. San *Tommaso e molti altri non lo ammettono perché vedono un salto dall'ordine logico all'ordine della realtà.

Ontologismo. (inizio)

Teoria filosofica che cerca di spiegare l'origine delle idee e della conoscenza partendo da Dio, l'essere primo (da cui il termine). Importanti sostenitori dell'ontologismo furono Malebranche (filosofo francese del sec. XVII) e Gioberti (italiano del sec. XIX).

Opinione pubblica. (inizio)

E' il parere che l'insieme o la maggioranza della gente ha su un fatto determinato. E molto importante, dato che si riflette nelle disposizioni dei legislatori e dei governanti nella maggioranza dei casi. In larga misura, si forma attraverso i *mezzi di comunicazione di massa. La *pastorale deve essere fortemente interessata a questa opinione e ai mezzi più efficaci per renderla positiva.

Opus Dei. (inizio)

Espressione latina che significa Opera di Dio o servizio di Dio.

1. Nella Regola di san *Benedetto (cap. 43) designa la preghiera liturgica.

2. Questo nome si dà abitualmente all'istituto secolare fondato nel 1928 da Josemaría Escrivá de Balaguer, che comprende rami maschili e femminili e membri sia presbiteri che laici sposati o celibi. Il suo apostolato si rivolge principalmente ad attuali o potenziali dirigenti.

Opzione fondamentale. (inizio)

Concetto basilare nel rinnovamento della *teologia *morale degli ultimi tempi. E l'atteggiamento radicale o centrale della persona che qualifica o determina la bontà o meno del suo agire perché incarna il senso radicale che la persona dà alla sua vita. Gli atti sono più o meno buoni a seconda dell'atteggiamento dal quale sgorgano; l'individuo, prima che gli si presenti l'occasione puntuale di realizzare qualcosa, già vi aderisce o lo rifiuta. Ma l'azione tocca l'atteggiamento fondamentale, che si va rafforzando, indebolendo o modificando nella opzione concreta di ogni atto. " Non comprenderemo il centro della persona senza i suoi atti, né gli atti senza la profondità trascendentale della persona " (M. García Leyva, DAP-VD). Ad esempio, prima che si presenti la facile opportunità di impadronirci di una cosa altrui, l'atteggiamento fondamentale indica che cosa farà il soggetto in quel momento. Se bene intesa, la dottrina della opzione o atteggiamento fondamentale non toglie alcuna importanza ai singoli atti, che la esprimono normalmente e la rafforzano o indeboliscono.

Opzione preferenziale per i poveri. (inizio)

Scelta di preferenza per le classi economicamente più bisognose nell'organizzare dei progetti *pastorali e nel tradurli in pratica. Anche se molti nella Chiesa l'hanno vissuta nel corso dei secoli, oggi si è assunta una coscienza più acuta di questa necessità di fronte a interi popoli che vivono in condizioni inumane accanto a gente che vive nell'opulenza. L'opzione preferenziale per i poveri è un'esigenza evangelica: la fece Gesù nelle parole (cf il suo discorso inaugurale a *Nazaret: Lc 4,18; molti insegnamenti sul distacco dai beni e sull'interesse per i poveri - il povero Lazzaro, l'obolo della vedova, ecc. - ) e nelle opere (guarigioni, per esempio). Anche se fu inviato per salvare tutti, è indubbia la sua preferenza per i poveri. Questa preferenza è essenziale nell'essere cristiani: la esige la *carità, norma suprema e unico valore definitivo. Quindi, se oggi se ne parla è solo per il risveglio di una coscienza che si era addormentata al riguardo. L'aggettivo preferenziale mette in evidenza che non si tratta di un'opzione unica, benché urgente e irrinunciabile. Si sono pronunciate esplicitamente in questo senso le Conferenze Generali dell'Episcopato dell'America Latina svoltesi a Medellín (cf Documento n. 14) e a Puebla (cf Documento n. 1134-1165).

Oracolo. (inizio)

Una sentenza che manifesta la volontà di Dio all'uomo. Nell'AT è una delle principali funzioni del sacerdote nelle prime epoche. Nei *profeti, prende spesso il nome di oracolo un enunciato che può essere di diversi generi: a) di salvezza: annuncio di liberazione da parte di Dio; normalmente comprende la formula " non temere "; b) contro le nazioni pagane: annuncio di castigo. In generale si chiama oracolo la risposta di Dio all'uomo che lo consulta (cf F. Serrano - A. Schökel, DTCB; X. Léon-Dufour, DNT-C).

Orange. (inizio)

Città della Francia, a nord di *Avignone, dove furono celebrati diversi *concili non ecumenici; il più importante fu il II (nel 529), nel quale si condannò il semipelagianesimo.

Oratio dominica. (inizio)

Si chiama così il *Padre Nostro, perché ci è stata insegnata dal Signore, in latino Dominus.

Oratorio. (inizio)

" Luogo destinato, su licenza dell'*Ordinario, al *culto divino, in favore di una comunità o di un gruppo di fedeli che ivi si radunano, e al quale possono accedere anche altri fedeli con il consenso del Superiore competente " (CDC 1223). E un luogo normalmente più piccolo di una chiesa, che può trovarsi anche all'interno di un altro edificio (casa, collegio, ospedale).

Ordalìa - Giudizio di Dio. (inizio)

Il rimettere a Dio il giudizio su una persona o una vicenda sottomettendola a una prova o tirando a sorte. Esempio: 1 Re 17, 20-40 (il caso di *Elia e dei falsi profeti).

Nel Medio Evo si introdusse la riprovevole abitudine di ricorrere a Dio mediante le ordalìe per molte faccende. Per provare la propria innocenza si poteva essere costretti a camminare sui carboni ardenti, o si veniva gettati in uno stagno con le mani legate... Se l'accusato ne usciva senza ferite o galleggiava, era ritenuto innocente; in caso contrario, lo si riteneva colpevole. Questo è " tentare " Dio, cercando di obbligarlo a risolvere i nostri problemi.

Ordinario del luogo. (inizio)

Il vescovo o altro prelato a cui è stato affidato il governo di una *diocesi o di una circoscrizione equivalente, come una *prelatura o un *vicariato.

Ordinazione. (inizio)

Rito liturgico con il quale si conferisce il sacramento dell'*ordine.

Ordine religioso. (inizio)

Vedi *Vita religiosa.

Ordine, Sacramento dell'. (inizio)

Sacramento con il quale si conferisce a un uomo il *ministero sacerdotale " ordinato ". E l'unico sacramento che ha diversi gradi: *episcopato (che è quello originario del quale partecipano gli altri due), *presbiterato e *diaconato.

Oreb. (inizio)

Nome dato al monte *Sinai.

Orfeo - Orfismo. (inizio)

Orfeo è un dio della *mitologia greca sul quale si scrissero numerosi libri *apocrifi (occulti) e sorsero pratiche orfiche o orfismo. Gli scritti mitologici attribuiscono al poeta Orfeo l'introduzione dei misteri delle religioni elleniche. Tuttavia, l'orfismo professa dottrine *dualiste, tipiche dell'Oriente, non della Grecia. In questo dualismo, si avverte la preoccupazione per i problemi del male e della salvezza.

Orgoglio. (inizio)

Il primo dei *peccati mortali. Porta in sé la malizia di porsi al di sopra degli altri disprezzandoli e il vuoto della menzogna, poiché l'orgoglioso si ritiene più di quello che è, o si attribuisce ciò che gli viene da Dio.

Orientamenti pastorali. (inizio)

Insieme di suggerimenti (che possono essere stabiliti come norme) che l'autorità corrispondente detta per regolare l'azione *pastorale d'insieme, enfatizzando i punti a cui si deve prestare maggiore attenzione. Sono particolarmente importanti in ogni paese gli Orientamenti pastorali della *Conferenza Episcopale.

Origene. (inizio)

Famoso scrittore ecclesiastico nato ad *Alessandria nel 184 e morto a Tiro nel 254. Di intelligenza profonda e instancabile lavoratore, scrisse molte opere, soprattutto sulla Bibbia. L'opera principale fu la *Hexapla. Fu a capo della scuola alessandrina. Non fu esente da alcuni errori, come la credenza nella preesistenza delle anime e l'*apocatastasi o *palingenesi (= riduzione allo stato primo), secondo la quale l'*inferno non è eterno, ma i condannati si vanno purificando fino a che, secondo 1 Cor 15,28, " Dio sia tutto in tutti ".

Orixàs - Voduns. (inizio)

Divinità intermediarie tra l'essere supremo, chiamato Olorum (= il Cielo) - che non è oggetto di culto diretto - e l'uomo. Tali divinità reggono gli atti della vita umana e devono essere consultate e obbedite. Nel *Pantheon africano esistevano circa 400 orixàs. I negri portati in Brasile ne conservarono poco più di dieci. I principali erano: Obatalà o Orixalà (= Il Grande Orixà, o Firmamento), Odudua (= la Terra), Aganju (la terraferma), Iemanjà (l'acqua) (cf C. Folch Gomes, Macumba, 13-14).

Orsoline. (inizio)

Congregazione religiosa fondata in Italia da sant'Angela Merici nel 1535, che adottò la regola di sant'*Agostino. Fu la prima congregazione femminile consacrata all'insegnamento. Si dedicano anche all'assistenza ai malati. Successivamente, molti altri istituti femminili hanno adottato lo stesso nome, a volte spinti dalla necessità di essere riconosciuti come congregazioni dedite all'educazione.

Ortodossia. (inizio)

1. Letteralmente, retta lode. In genere, si usa nel senso di retta dottrina, in opposizione a *eterodossia. E significativo che la retta dottrina sia designata come retta lode: la religiosità è fondamentalmente un rapporto vivo con Dio, non un mero consenso intellettuale.

2. L'insieme delle Chiese orientali. Vedi *Scisma.

Ortodosso. (inizio)

1. Chi professa la vera dottrina.

2. Membro della Chiesa orientale separata da Roma.

Osanna. (inizio)

Grido o acclamazione ebraica di lode che è entrato a far parte, come esclamazione di giubilo, anche della liturgia cristiana. Si usa nel *santo della *messa.

Osea. (inizio)

In ebraico, " Yhwh salva ". Il primo dei dodici profeti minori. Svolse la sua missione, approssimativamente, tra il 750 e il 730 a.C. Il suo messaggio è energico: " Io voglio amore, non sacrificio ". Denuncia soprattutto i capi che perpetrano violenze e ingiustizie sociali. " Con una sorprendente audacia e una passione impressionante, l'anima tenera e violenta di Osea esprime per la prima volta i rapporti di Yhwh e di Israele nella terminologia del matrimonio. Tutto il suo messaggio ha come tema fondamentale l'amore di Dio disprezzato dal suo popolo " (E. Osty, BJ). Dopo di lui, *Geremia, *Ezechiele, *Isaia, e il *Cantico dei Cantici useranno l'immagine del matrimonio per significare il rapporto tra Dio e il suo popolo o tra Dio e l'uomo; nel NT si userà per esprimere il rapporto di Cristo con la Chiesa.

Ostensorio. (inizio)

Custodia di metallo prezioso munita di vetro nel quale si colloca il *Santissimo per esporlo all'adorazione dei fedeli o per portarlo in processione. Diffuso dopo il sec. XIV.

Ostia. (inizio)

" Vittima " che si offre in sacrificio. Al principio, come si usava tra gli ebrei, un animale, ovvero un essere vivente. Oggi designa il pane che si usa nella messa e che, una volta consacrato, è offerto in sacrificio.

Ostinazione (inizio)

In una prospettiva religiosa, è " la resistenza abituale o costante all'azione divina " (Hesse).

Ostrakon. (inizio)

Frammento di terracotta su cui gli ateniesi scrivevano il nome del condannato all'esilio (di 5 o 10 anni), da cui il termine ostracismo. Su alcuni ostraka, gli archeologi hanno trovato brevi testi della Bibbia.

Otre. (inizio)

Pelle di animale (generalmente di capra) che, cucita lungo il bordo salvo che nella parte corrispondente al collo, e venendo a formare così una sorta di sacco, serve per contenere liquidi, come acqua, latte, vino, olio. E menzionato da Gesù nel Vangelo (cf Mt 9,17 e par.). Oggi, praticamente, il suo uso è scomparso.

Ottava. (inizio)

In *liturgia, l'ottavo giorno a contare da una solennità e anche l'insieme degli otto giorni.

Oxford. (inizio)

Città dell'Inghilterra, sede della celebre università, fondata intorno al 1200. La Sorbona (Parigi), Bologna, Oxford e Salamanca furono i quattro Studi Generali (che poi si sarebbero chiamati università) più famosi. Nacquero tutti come centri ecclesiali.

Oxford, Movimento di. (inizio)

La corrente, o movimento, sorto nell'ambito universitario di Oxford nella prima metà del sec. XIX. Fu promosso da giovani chierici desiderosi che la Chiesa *Anglicana ritrovasse lo spirito originale del cristianesimo. L'iniziatore fu John Keble, ma a dargli un forte impulso fu soprattutto John Henry *Newman, che con i suoi tracts (foglietti di propaganda programmatica che diedero al movimento anche il nome di *Trattariano) e i suoi sermoni acquistò grande risonanza come principale teologo del suo tempo in Inghilterra e promotore del nuovo spirito. Gli studi portarono numerosi rappresentanti del movimento all'unione con Roma. Newman si converte al cattolicesimo nel 1845; *Manning (1808-1892) lo farà nel 1851. Entrambi, come *Wisemann (1802-1865), animatore dei convertiti, furono poi nominati *cardinali. La spinta del movimento fu tale da condurre alla restaurazione della *gerarchia in Inghilterra, con la creazione di 13 *diocesi cattoliche nel 1850.

Ozanam, Frédéric (1813-1853). (inizio)

Laico francese impegnato nella pastorale e nel progresso sociale. Si interessò agli operai e a un avvicinamento ad essi della classe borghese e dell'aristocrazia. Fondò le *Conferenze di san Vincenzo de Paoli per aiutare i bisognosi.

P

Pace. (inizio)

Nell'ordine personale, l'integrazione dell'essere umano che lo fa vivere in armonia e pienezza interiore e verso l'esterno.

Nell'ordine sociale, intesa tra gli uomini, tra le classi sociali e tra gli Stati. La pace non è semplicemente assenza di guerra o di lotta, ma percezione ed esperienza di pienezza crescente, cementata sulla *giustizia e sulla collaborazione o solidarietà.

Per il popolo ebraico, la pace è la speranza *messianica per eccellenza e l'anelito radicale dell'uomo, che si concretizza nel saluto: " La pace sia con te ", al quale si risponde: " E con il tuo Spirito ". " La parola ebraica shalom non si adatta né al latino pax, né al greco eirene. Etimologicamente, deriva dalla radice sumera shlm e dall'accadico shalamu = essere sano, integro (...). Per *Israele, il contenuto di shalom si può descrivere come segue: shalom significa la totale armonia all'interno della comunità che, grazie all'ordine, è penetrata dalla benedizione di Dio e rende così possibile una crescita libera e senza ostacoli dell'uomo in tutti i suoi aspetti. Questo spiega il fatto che shalom sia un concetto assai ampio, frequentemente usato, tanto per la vita quotidiana come per le più alte speranze religiose. Con esso si esprime la salute del corpo (Is 57,18s; Ger 6,14); si usa come formula di saluto (Gn 29,6; 43,27; 1 Sam 16,4s); si parla di "andare in pace" (Gn 26,29; Es 18,23); si "desidera" la pace (Dt 23,7; Ger 29,7); si "dorme" in pace (Sal 4,9) e si è "sepolti" in pace (Gn 15,15; 2 Re 22,20) " (H. Gross, in Baur, DT-H, c. 778-779).

Dio è " il Dio della pace " (Rm 15,33; 16,20; 1 Cor 14,33) e ce l'ha data nel suo Figlio, di cui san *Paolo dice: " Egli è la nostra pace " (Ef 2,14). Gesù proclamò beati " quelli che cercano la pace " o " gli operatori di pace " (Mt 5,9), e ordina ai suoi di salutare augurando la pace (cf Mt 10,13; Lc 10,5). Il saluto all'inizio di quasi tutte le lettere paoline è un augurio di grazia e di pace (cf 1 e 2 Cor, Gal, Ef, Fil, Fm, Col, 1 e 2 Tm, Tt).

Pacem in terris. (inizio)

Vedi *Dottrina sociale della Chiesa.

Pachamama. (inizio)

Tra i nativi degli altipiani andini del Perù e della Bolivia, è la divinità della fecondità e della fertilità, è la Madre Terra, che con l'acqua produce ciò che è necessario per la vita dell'uomo.

Pacomio, san (, 346). (inizio)

*Asceta, vissuto nella Tebaide (vedi *Tebe), Alto *Egitto. Fu lui, con genialità organizzatrice, a cambiare la vita solitaria degli *eremiti in quella comunitaria o *cenobitica. Compose una saggia *regola ed ebbe numerosissimi seguaci, che si dedicavano alla preghiera e al lavoro manuale dell'artigianato e della coltivazione dei campi.

Padovano. (inizio)

*Sacramentario della famiglia di quello gregoriano.

Padre Nostro - Oratio dominica. (inizio)

Dal latino Dominus = Signore. La preghiera che Gesù insegnò ai suoi discepoli quando questi gli chiesero che insegnasse loro a pregare (cf Lc 11,1-4; Mt 6,9-13). E riportato da Matteo e Luca e si trova anche nella *Didachè (8,2), libro quasi contemporaneo a Mt e Lc. La Didachè lo conclude con una lode: " Perché tuo è il regno, il potere e la gloria per sempre ". Matteo lo colloca nel *discorso della montagna, quando parla della preghiera. Luca offre il contesto in cui Gesù lo pronunciò e lo trasmette in una formulazione più breve.

Quando Gesù prega, come vediamo nei *Vangeli, chiama sempre Dio Padre, e lo fa in un senso molto personale, tutto suo. Ma anche ai suoi discepoli insegna a rivolgersi a Dio come Padre.

Tutta la prima parte di questa preghiera ha un senso *escatologico: venga il *regno di Dio, sia fatta la sua volontà. La seconda parte si riferisce ai bisogni quotidiani dell'uomo nell'attesa del Regno. Il Padre Nostro è la preghiera che esprime la nostra condizione di figli di Dio e la fraternità cristiana. Nel corso della storia della Chiesa è stato commentato da molti illustri scrittori.

Padri della Chiesa. (inizio)

Scrittori ecclesiastici dei primi secoli, si suole dividerli in tre gruppi:

- Padri apostolici: quelli che conobbero direttamente uno dei dodici apostoli (san Giovanni visse fino all'anno 100 circa). Tra questi citiamo: san Clemente, papa dall'88 al 97, del quale si conservano due lettere; gli sconosciuti autori della *Didachè, della Lettera a Barnaba e della Lettera a Diogneto; sant'*Ignazio di Antiochia, del quale abbiamo sette lettere; san *Policarpo di Smirne (due lettere); *Papia, vescovo di Ierapolis (commenti ai detti del Signore); *Erma, fratello del papa san Pio I, autore de Il Pastore.

- Padri apologeti: sono quelli che scrissero tra il 150 e il 300. I loro scritti sono a difesa dei cristiani e della loro fede di fronte alle autorità civili e contro i filosofi pagani e gli *eretici cristiani. Tra questi: Aristide di Atene, sant'*Ireneo di Lione, san Clemente d'Alessandria, san Cipriano di Cartagine. Non figurano come padri *Origene e *Tertulliano per alcune circostanze della loro vita e per certe loro dottrine, benché molti dei loro scritti siano citati alla pari delle opere dei padri.

- Padri dogmatici: maestri di teologia i cui scritti continuano ad alimentare la fede della Chiesa. Ad essi ricorrono i papi, i *concili e i teologi di tutti i tempi. Vissero tra il sec. IV e l'VIII (san *Bernardo, benché posteriore, è compreso tra questi). Sono molti. Tra quelli orientali (scrissero in greco), sono particolarmente importanti: sant'Atanasio (296-379), san Basilio Magno (329-379), san Gregorio di Nazianzo (328-389) e san *Giovanni Crisostomo (347-407). Tra i padri occidentali (scrissero in latino), ricordiamo: sant'Ilario (303-367), sant'*Ambrogio (340-397), san *Girolamo (331-420) e sant'*Agostino (354-430). Altri padri importanti furono: san Giovanni Damasceno (, 749), sant'Isidoro di Siviglia (, 636) e sant'Ildefonso di Toledo (, 667).

Padrino. (inizio)

Colui che assiste il catecumeno nella sua formazione, lo presenta al battesimo e lo accompagna nella sua vita cristiana. Se si tratta del battesimo di un bambino, non è necessario il *catecumenato; in questo caso, accompagna i genitori e si assume con essi la responsabilità della futura formazione del bambino battezzato (cf CIC 872-874). E previsto anche che vi sia un padrino nella *confermazione; si consiglia che sia lo stesso del battesimo (cf CIC 892-893). Il padrino o la madrina devono essere cattolici, aver compiuto sedici anni e avere ricevuto i sacramenti dell'eucaristia e della confermazione. Non può essere il padre o la madre del battezzando (CIC 874).

Pafo. (inizio)

Città portuale a sud-ovest dell'isola di *Cipro. *Paolo, *Barnaba e *Marco vi passarono durante il primo viaggio (cf At 13,6-30).

Pagano. (inizio)

Il cristianesimo, nell'impero romano, si diffuse soprattutto nelle città, raggiungendo solo più tardi le campagne, tanto che il termine paganus = abitante del villaggio (pagus), venne a identificare il non cristiano. Nell'AT, coloro che non appartenevano al popolo di Dio venivano denominati *gentili. Altre volte si parlava delle nazioni nello stesso senso.

Pagoda. (inizio)

Tempio o edificio religioso *buddista.

Palestina. (inizio)

Il territorio nel quale o intorno al quale si svolge la storia biblica. Il nome deriva da *filistei, benché essi ne occupassero sono una parte. I suoi limiti non sono definiti con precisione: ad est, il deserto siro-arabico (a volte si indicano il Giordano e il *Mar Morto, non tenendo conto della *Transgiordania); i monti del *Libano e *l'Ermon a nord; il mar *Mediterraneo a ovest e il deserto arabico con il massiccio del *Sinai a sud. Da est a ovest si distinguono quattro settori: a) la costa mediterranea; b) la *Sefelà o pianura contigua; c) la catena montuosa che corre dall'*Ermon fino ai monti di Giuda, che si staglia nella pianura di *Yezrael; d) la depressione del *Giordano. Il paesaggio è molto vario: deserto, montagne nevose, terre aride, vallate e pianure fertili, altipiani. Particolarmente fertili sono le pianure della *Galilea e della *Samaria. Il clima è contrastante: piovoso, particolarmente nel nord; secco, con rare piogge torrenziali, nel sud; a *Gerusalemme fa molto freddo d'inverno e molto caldo d'estate. Il vento del deserto è fastidioso e nuoce ai raccolti per la sabbia che porta e perché è molto secco.

Palingenesi. (inizio)

In greco, " rinascita ". Simile nel significato a *Nuova creazione. Vedi *Apocatastasi.

Palinsesto. (inizio)

Dal greco palim = di nuovo, e psao = pulire. *Pergamena dalla quale si grattava quanto vi era scritto per usarla di nuovo. Si faceva per ragioni economiche. Alcuni importanti *codici della Bibbia sono palinsesti.

Palla. (inizio)

Piccolo quadrato di lino inamidato che serve a coprire il *calice durante la celebrazione eucaristica.

Pallio. (inizio)

Stola di lana bianca, ornata con croci nere ricamate, che gira sulle spalle e le cui estremità ricadono sul petto e sulle spalle. Esprime " la potestà che, in comunione con la Chiesa di Roma, il *metropolita acquisisce di diritto nella propria provincia " (CIC 437).

Palmatoria. (inizio)

Piccolo candelabro usato nella *liturgia dai cardinali, dai vescovi e dagli abati, oggi caduto praticamente in disuso.

Panegirico. (inizio)

Discorso o scritto in lode di qualcuno, in particolare della Madonna o di qualche santo nel giorno della sua festa.

Panfilia. (inizio)

Regione sulla costa occidentale dell'attuale Turchia. Ebrei provenienti da questa regione si trovavano a Gerusalemme il giorno della *Pentecoste (At 2,10; 13,13).

Pani della proposizione. (inizio)

Detti anche pani dell'offerta o perenni. Dodici pani o focacce che si disponevano sul tavolo della proposizione nel santuario del popolo di Dio. Si rinnovavano ogni sabato e potevano mangiarli solo i sacerdoti; *Davide ne mangiò per estrema necessità e Gesù giustificò la sua condotta (Lv 24,5-9; Nm 4,7; 1 Cr 9,32; 23,29; 1 Sm 21,7; 1 Re 7,48, Ne 10,33; Mt 12,4 e par.).

Panteismo. (inizio)

Dal greco pan = tutto, e theos = dio. Dottrina *eretica di coloro che identificano Dio con tutto il creato.

Pantheon. (inizio)

1. Dalla stessa radice di *panteismo. Tempio nel quale i greci e i romani ponevano le immagini di tutti gli dèi.

2. Monumento funebre o tempio dove sono sepolti personaggi illustri.

Pantocratore - Pantokràtor. (inizio)

Onnipotente. Attributo di Cristo, che come tale è raffigurato frequentemente in Oriente nelle *absidi dell'arte *bizantina e *romanica; seduto o a mezzo busto, domina su tutta la navata centrale, benedicendo con la destra, mentre con la sinistra mostra il vangelo.

Paolini - Pia Società di San Paolo. (inizio)

Istituto religioso fondato da Giacomo *Alberione (1884-1971), dedito all'apostolato tramite i mezzi di comunicazione sociale: editoria, radio, televisione.

Paolo della Croce, san (1694-1775). (inizio)

Fondatore dei passionisti, consacrati alle missioni popolari, con particolare devozione alla Croce e alla Vergine Addolorata.

Paolo, san. (inizio)

Il nome che gli avevano messo i suoi genitori era Saulo, che significa " il desiderato ". Paolo era il nome romano. Della sua vita sappiamo quanto ci dicono gli *Atti degli apostoli e le sue *lettere. Nacque a *Tarso, in Cilicia (Asia Minore), cioè fuori dalla *Palestina, da genitori ebrei della tribù di *Beniamino, che vivevano nella *diaspora. Ricevette quindi sia l'educazione ebraica che quella ellenistica, così come godette dell'appartenenza al popolo ebraico e della cittadinanza romana (cf At 22,28), che aveva anche suo padre. Come questi, aderì alla corrente *farisaica; a quindici anni circa, andò a *Gerusalemme a formarsi come maestro della legge alla scuola (" ai piedi ") di *Gamaliele, maestro di larghe vedute. Come i*rabbini, imparò un mestiere di cui vivere: quello di fabbricante di tende, mestiere che esercitò anche durante il tempo della sua predicazione (cf At 18,3; 1 Cor 4,12; 1 Ts 2,9). Come dati cronologici della sua vita, si possono dare approssimativamente i seguenti: nacque verso l'anno 8 della nostra *era. Quando lapidarono *Stefano, cioè fra il 33 e il 36, era un " giovane " (At 7,58). Nella lettera a *Filemone (scritta nel 62-63), definisce se stesso " vecchio " (Fm 8). A quei tempi, a cinquant'anni un uomo poteva già considerarsi vecchio. Secondo la tradizione, morì decapitato per ordine di Nerone a Roma, nel 67. Nei primi anni della sua attività pubblica, perseguitò i seguaci di Gesù, finché Cristo, che lo aveva eletto, gli andò incontro sulla strada di *Damasco.

L'attività apostolica di Paolo fu immensa, tanto che lo si chiama l'apostolo per antonomasia, anche se non conobbe Gesù in vita. Gli Atti degli apostoli lo presentano come il principale protagonista nell'espansione del cristianesimo, da Gerusalemme a Roma, capitale dell'impero a quei tempi. Lavorò instancabilmente in mezzo a enormi difficoltà. E al tempo stesso, un seguace entusiasta della persona di Cristo e un *teologo che fa la prima sintesi dottrinale. Scrisse numerose lettere. Delle 14 comprese nel numero degli scritti paolini, i critici considerano certamente sue: 1 Ts, 1 e 2 Cor, Gal, Rm, Fil, Fm. La lettera agli ebrei ha uno stile completamente diverso da quello di Paolo, anche se questa e le altre rientrano nella tradizione paolina.

Papa - Papato. (inizio)

Papa significa Padre. Riceve questo nome il *vescovo di *Roma, successore di san *Pietro in questa *sede e, come tale, capo e centro dell'unità della Chiesa Cattolica. Per questo presiede il *collegio episcopale e nella Chiesa è il maestro supremo e il sommo pontefice. Occupa il primo posto (vedi *primato) nel governo (vedi *Gerarchia), sebbene nell'*ordine il suo potere sia uguale a quello di qualsiasi altro vescovo. Il papato o primato di un vescovo su tutta la Chiesa proviene dallo stesso Gesù, che conferì questa autorità a *Pietro, come si vede chiaramente in Mt 16,18-19 (" Tu sei Pietro e su questa pietra costruirò la mia Chiesa... "), in Lc 22,32 (" Conferma i tuoi fratelli ") e in Gv 21,15-17 (" Pasci i miei agnelli..., pasci le mie pecorelle "). Gli *Atti degli Apostoli mostrano come Pietro eserciti, di fatto, il governo. Morto Pietro a Roma, il suo successore eredita la sua missione come centro e capo della Chiesa. La storia ci mostra come in tutte le epoche i papi abbiano svolto questa funzione, permanente nell'essenziale, anche se con una varia gamma di centralizzazione a seconda delle epoche. L'esistenza di questa autorità centralizzatrice è ovviamente necessaria. Dice il *Concilio *Vaticano I: " Affinché l'episcopato fosse uno e non diviso, affinché la moltitudine dei fedeli si mantenesse nell'unità della fede e della comunione, Cristo, nel porre il beato Pietro al di sopra degli altri apostoli, stabilì nella sua persona il perpetuo e visibile principio e fondamento di questa duplice unità (...). Tutti coloro che succedono a Pietro in questa cattedra ricevono, per l'istituzione di Cristo stesso, il primato di Pietro su tutta la Chiesa " (*Costituzione " Pastor aeternus "). (Vedi lista di tutti i papi alla fine del libro.)

Papia. (inizio)

Vescovo di Ieràpolis. Uno dei *padri apostolici; fu discepolo di san *Giovanni. Ci sono giunti solo dei frammenti delle sue Spiegazioni sui detti del Signore.

Papiro. (inizio)

Pianta acquatica molto diffusa nell'antico Egitto. Veniva usata per fabbricare imbarcazioni e cesti o altri oggetti, ma particolarmente importante fu il suo uso per la fabbricazione, con le fibre del midollo del suo fusto, di fogli per scrivere. I lunghi steli, tagliati in strisce sottili, venivano disposti in due strati, sovrapposti ad angolo retto e poi pressati. Ne risultava un foglio alle cui estremità si incollavano altri fogli, così da formare un *rotolo. La Bibbia è stata scritta in gran parte su rotoli come questi. Nonostante la sua fragilità, ci sono giunti numerosi manoscritti biblici antichi su papiro, in particolare dall'*Egitto, grazie al suo clima secco. Vedi *Manoscritti.

Parabola. (inizio)

In greco, parabolé, da para e ballo = mettere in parallelo, comparare. Il termine ebraico è mashal, che ha un significato più ampio: somiglianza, comparazione, proverbio, enigma. La parabola è un genere letterario in cui l'insegnamento è dato in forma di racconto drammatizzato basato sulla vita reale; a differenza della favola, si mantiene all'interno del verosimile: quanto si dice potrebbe essere accaduto. La parabola non è esclusiva dei racconti evangelici né della Bibbia, ma le parabole di Gesù costituiscono un tesoro che, anche sotto l'aspetto letterario, non ha paragoni nella letteratura universale. San *Giovanni non narra nessuna parabola. Due dei suoi racconti, che hanno una certa somiglianza con le parabole, sono in realtà *allegorie: quella del buon pastore (10,1-16) e quello della vite e dei tralci (15,1-6). I *sinottici contengono un gran numero di parabole. San Matteo ne raggruppa otto nel capitolo 13, dette parabole del regno. Con questi racconti, spesso misteriosi, Gesù a volte parlava senza svelare tutto, dato che i suoi ascoltatori non erano ben disposti, e al tempo stesso suscitava la loro attenzione perché si disponessero all'ascolto. In altri casi sono facili ma profonde e si compie quanto dice san Gregorio Magno: " Sono come una corrente d'acqua che un agnello può guadare e nella quale un elefante può nuotare comodamente ".

Paraclito. (inizio)

Termine greco che significa " avvocato, consolatore, protettore ". San Giovanni lo usa per riferirsi allo *Spirito Santo (cf Gv 14,16; 14,26; 15,26) e anche per riferirsi a Gesù (cf 1 Gv 2,1).

Paradigma. (inizio)

Termine di origine greca che significa " mostrare, manifestare ". Senza entrare nelle diverse definizioni e sfumature della sociologia, per paradigma si intende ciò che serve da modello o esempio.

Paradiso. (inizio)

1. Il luogo felice dove abitavano Adamo ed Eva prima del peccato, secondo la descrizione di Gn 2,8-25 (che non deve essere preso in senso letterale, ma come *teologia fatta in un linguaggio di immagini). Vedi *Eden.

2. Il " luogo " della felicità eterna dei salvati. Più che come luogo deve essere concepito come stato o modo di esistere. Vedi *Gloria.

Paralipomeni. (inizio)

Con questo nome, che significa " delle cose omesse o tralasciate ", la versione dei *Settanta e la *Vulgata, designa i libri che l'originale ebraico chiama delle *Cronache. Sono un complemento dei *Libri dei Re.

Paraliturgia. (inizio)

Celebrazione che, senza essere liturgica, è strutturata in modo simile a quello della *liturgia. Vedi *Celebrazione della Parola.

Parallelismo. (inizio)

Nella poesia ebraica, il principale espediente letterario. Consiste in una specie di bilanciamento delle idee, che si esprimono mettendo in relazione versi o strofe diverse in uno di questi tre diversi modi:

- Parallelismo sinonimo: il secondo verso o strofa riproduce lo stesso pensiero del primo; per es.: " Glorifica il Signore, Gerusalemme; loda il tuo Dio, Sion " (Sal 147).

- Parallelismo antitetico: dove c'è contrapposizione di idee: " Chi si vanta dei carri e chi dei cavalli; noi siamo forti nel nome del Signore nostro Dio " (Sal 20).

- Parallelismo sintetico o progressivo: la seconda parte svolge la prima: " Benedetto il Signore, mia roccia, che addestra le mie mani alla guerra " (Sal 144).

Paramenti. (inizio)

Gli indumenti usati dai ministri del culto per la celebrazione dei riti sacri.

Parasceve. (inizio)

" Preparazione ", da cui giorno della preparazione. Per gli ebrei, era la vigilia del sabato, durante la quale si svolgevano tutti i lavori che sarebbero stati proibiti nel giorno successivo, giorno di riposo assoluto.

Parenesi. (inizio)

In greco, " esortazione " o " ammonizione ". Scritti, omelie o discorsi di carattere esortativo, più che dottrinale, il che non equivale a moralistico nel suo senso peggiorativo.

Parentela legale. (inizio)

Rapporto familiare che non proviene dalla consanguineità, ma da legami sorti per matrimonio, ad esempio: suoceri con genero o nuora, cognati.

Parentela spirituale. (inizio)

Quella che si stabilisce tra chi riceve un sacramento e chi fa da *padrino o madrina.

Parola. (inizio)

Vedi *Logos.

Parola di Dio. (inizio)

La *Bibbia o qualsiasi sua parte; infatti, confessiamo con la Chiesa che è stata ispirata da Dio. I profeti del popolo di Dio usano già questa espressione per mettere in rilievo il carattere del loro messaggio; nei loro scritti leggiamo anche, come equivalente, *oracolo del Signore. Gesù non rimanda ad un altro, come i *profeti o successivamente gli *scribi, ma parla di sua autorità; la sua parola è parola di Dio e nell'esprimerla impressionava i suoi ascoltatori: " In verità, vi dico... ". Ad esempio, nel *discorso della montagna, in Mt 5,20-22.28.32.33.39.44. " Le folle restarono stupite dei suoi insegnamenti: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità e non come i loro scribi " (Mt 7,28-29). Allo stesso tempo, questa parola dimostrava la sua efficacia, ad esempio, nel guarire gli ammalati o nel realizzare altri segni.

La Chiesa, nella *liturgia, continua a proclamare le letture bibliche come parola di Dio.

Parole di Gesù. (inizio)

Vedi *Logos, *Logion, *Ipsissima verba.

Parrocchia. (inizio)

" E una determinata comunità di fedeli che viene costituita stabilmente nell'ambito di una *Chiesa particolare, e la cui cura pastorale è affidata, sotto l'autorità del Vescovo diocesano, ad un parroco quale suo proprio pastore " (CIC 515). L'aspetto più importante della parrocchia è quello pastorale, anche se vi si aggiungono quello amministrativo e quello giuridico.

Parroco. (inizio)

*Presbitero " pastore proprio della *parrocchia affidatagli " (CIC 519).

Partenogenesi. (inizio)

Dal greco, parthenos = vergine e genesis = generazione. Corrisponde a ciò che in *cristologia e *mariologia denominiamo *concezione e parto *verginali.

Parti c 1. (inizio)

Popolo di origine iraniana, che occupava una regione a sudest del Mar Caspio.

Parusìa. (inizio)

In greco, " presenza, venuta ". Si usa in senso *escatologico, per esprimere il ritorno di Cristo alla fine dei tempi. Nel NT, si usa la parola in un contesto di gioia, perché annuncia la venuta e la presenza del Signore nel compimento della storia. L'attesa della parusia è un elemento importante della vita cristiana (cf Mt 24,3.27.37.39; 1 Cor 15,32; 1 Ts 2,19; 3,13; 4,15; 2 Ts 2,1; 2 Pt 1,16).

Pascal, Blaise (1623-1662). (inizio)

Fisico, matematico e filosofo francese. Si distinse come pensatore e scrittore religioso. Frequentò gli ambienti *giansenisti di Port-Royal. Le sue opere più famose sono le Lettere provinciali, nelle quali attacca i *gesuiti, e i Pensieri.

Pascasio Radberto (ca. 790-860). (inizio)

Monaco di Corbie (Francia), che concepì la presenza di Cristo nell'eucaristia con un realismo deformante: il corpo di Cristo nell'eucaristia è la carne che nacque da Maria; Cristo sta nel sacramento così come era quando viveva sulla terra. A questa dottrina si opposero diversi autori; nel sec. XI, *Berengario sarebbe caduto nell'errore opposto, riducendo la presenza a una figura o immagine del corpo del Signore.

Pasqua. (inizio)

Il senso etimologico è incerto. In ebraico, pesah; in aramaico pasha; in greco, pascha. Possibili significati: zoppicare, saltare, passaggio... Era la principale festa di Israele, si celebrava a partire dal 14 di *Nisan e durava sette giorni, i giorni degli *azzimi. La pasqua, festa pastorale, e gli azzimi, festa agricola, si fusero. I riti principali erano l'immolazione dell'agnello, lo spargimento del suo sangue davanti all'altare e la cena pasquale, nella quale si mangiava l'agnello arrosto accompagnato dagli azzimi, da erbe amare, da quattro coppe di vino rituali e da altri alimenti. Un elemento importante era la grande benedizione (*beraka), nella quale si lodava Dio e gli si rendevano grazie per i prodigi compiuti a favore del suo popolo, in particolare nell'*esodo o uscita dall'*Egitto (cf Es 14).

Cristo, nell'ultima cena, unì la pasqua ebraica alla propria pasqua. Si offrì come l'agnello del quale l'altro era solo una figura (1 Cor 5,7). Stabilì la *nuova alleanza nel suo sangue (Lc 22,20) e lasciò il *memoriale eucaristico. La pasqua è anche per la Chiesa la festa per antonomasia. In essa, il mistero di Cristo raggiunge il suo culmine con il passaggio alla nuova e definitiva situazione, della quale entriamo a far parte nella misura in cui passiamo dal peccato alla vita in Cristo. Ogni celebrazione della Chiesa è celebrazione del *mistero pasquale. Oltre a ricordare quello passato, lo celebriamo presente in Cristo (cf Mc 14,12-26 e par.).

Passione del Signore. (inizio)

1. Come fatto, i patimenti di Cristo dalla notte in cui è consegnato fino alla morte, nel pomeriggio del giorno successivo.

2. Come racconto storico, la narrazione che ne fanno i quattro evangelisti. Questi racconti, assieme a quello della *risurrezione, sono la prima cosa che venne scritta dei Vangeli; il messaggio essenziale, infatti, era: lo hanno messo a morte, ma Dio lo ha risuscitato (cf At 2,22-24; 3,13-16). Ogni evangelista la narra con propri particolari, nel suo stile e linguaggio e con la sua peculiare prospettiva teologica.

Pastorale. (inizio)

Emblema dei vescovi per indicare, con la sua forma di bastone da pastore, la loro funzione di pastori del gregge cristiano. Vedi *Bàcolo.

Pastorale. (inizio)

1. Come scienza: la parte della *teologia che studia l'azione della Chiesa. Ovvero, scienza (studio sistematico e con solide basi) teologica (fondata sulla rivelazione) che studia l'azione della Chiesa per rendere più efficace il messaggio evangelico nelle circostanze concrete del presente.

2. Come azione: la serie di realizzazioni pratiche che i membri della Chiesa, sotto la direzione dei *pastori, portano a termine per estendere il *regno di Dio.

Sia sotto il profilo di scienza che nella pratica, si distinguono diversi tipi di pastorale, a seconda dei campi a cui si fa riferimento. Si distinguono, ad esempio: pastorale catechetica, pastorale liturgica, pastorale giovanile, pastorale popolare, pastorale di élite, pastorale dei mezzi di comunicazione sociale, pastorale di insieme, pastorale sanitaria, pastorale degli emigranti, del turismo, ecc.

Pastorali, Lettere. (inizio)

Vedi *Lettere.

Pastore. (inizio)

Nella Chiesa, si chiamano pastori quelle persone che, specificamente incaricate dall'autorità, si prendono cura di un determinato gruppo di persone e si assumono il compito di estendere il regno di Cristo. Anche se in teoria e di fatto tutti i seguaci di Cristo devono preoccuparsi degli altri e propagare il *regno di Dio, i " pastori " propriamente detti sono i *vescovi e i *presbiteri.

Patena. (inizio)

Piccolo piatto di metallo, di legno o di un altro materiale, che si usa nella celebrazione dell'eucaristia per posarvi il pane consacrato.

Paternalismo. (inizio)

Da pater = padre. Atteggiamento di un superiore (padre, educatore, padrone...) che " protegge " in modo eccessivo i subordinati, impedendo loro di svilupparsi e di agire secondo le proprie capacità e responsabilità. Alla base del paternalismo c'è una mancanza o un limite di fiducia, ovvero un desiderio di mantenere il dominio.

Paternità responsabile. (inizio)

Atteggiamento degli sposi in virtù del quale regolano il numero di figli che decidono di avere secondo le proprie capacità e i mezzi di cui dispongono per accoglierli, mantenerli e educarli. Se realizzano questa regolazione con mezzi leciti, questo modo di procedere è lodevole. Non si tratta di paternità responsabile, bensì di egoismo, quando si evitano i figli per risparmiarsi il lavoro e le preoccupazioni che naturalmente accompagnano la paternità e la maternità.

Patmos. (inizio)

Piccola isola del mar Egeo, ad ovest di *Mileto, nella quale l'autore dell'Apocalisse riceve la rivelazione e scrive l'unico libro profetico del NT (cf Ap 1,9).

Patriarca. (inizio)

1. Nella Chiesa latina, titolo onorifico che portano alcuni vescovi, o in quanto annesso alla loro *sede episcopale (Venezia, Lisbona), o per concessione personale. " Non comporta nella Chiesa latina alcuna potestà di governo " a meno di un privilegio apostolico o di una consuetudine approvata (cf CIC 438).

2. Nelle Chiese orientali, sia cattoliche che *ortodosse, possiede *giurisdizione. Vedi *Chiese orientali cattoliche.

Patripassiani. (inizio)

Equivalente a *modalisti. Nel primo stadio dell'eresia, alcuni di loro, non distinguendo il Figlio dal Padre, sostenevano che il Padre si era incarnato, aveva patito ed era morto sul Calvario.

Patristica. (inizio)

L'insieme degli insegnamenti dei *Padri della Chiesa. Spesso, si usa anche l'espressione epoca patristica riferendosi al periodo in cui i padri svolsero la loro attività. In quel periodo si strutturò nella Chiesa, ad opera dei padri, la dottrina sui *dogma fondamentali (Dio, Trinità, Cristo, grazia-libertà), di fronte alle *eresie che andavano sorgendo (*arianesimo, *nestorianesimo, *monofisismo, *monotelismo, *pelagianismo...). Si trattava, a quel tempo, di una dottrina piuttosto occasionale. La strutturazione sistematica generale sarebbe venuta più tardi con la *scolastica.

Patrologia. (inizio)

Studio dei *padri della Chiesa nella loro globalità: vita, attività, qualità letterarie, ecc. e non solo del loro pensiero teologico, che è l'aspetto specifico della *patristica.

Patronato. (inizio)

Diritto che si riconosceva al fondatore di una chiesa o al sostenitore della stessa, così come ai suoi successori, di presentare al *vescovo il *chierico da lui scelto perché ricevesse l'assegnazione del *beneficio ecclesiastico.

Patronato reale. (inizio)

Diritto riconosciuto dalla *Santa Sede ai re di Spagna e di Portogallo (" padroado "), di presentare o proporre i candidati a determinate cariche o posti, in particolare nelle missioni. Fu concesso da Alessandro VI ai re di Spagna nel 1493 e a quelli del Portogallo nel 1494.

Patto. (inizio)

Vedi *Alleanza.

Pax Christi. (inizio)

Espressione latina: " La pace di Cristo ". E il nome di un movimento cattolico che ha per fine lo sviluppo della comprensione e della pace tra i popoli per mezzo del dialogo e anche tramite iniziative a livello politico.

Peccato. (inizio)

E una mancanza cosciente e responsabile nel comportamento umano, che comporta una rottura o un peggioramento nel rapporto con Dio, con il prossimo e con se stessi. a) E rottura con Dio: perché la sua essenza stessa esige la rettitudine nell'agire e perché nella *rivelazione ha manifestato esplicitamente la sua volontà. b) E rottura con il prossimo, sia per l'offesa che gli si infligge direttamente, sia perché tutto ciò che deteriora l'ambiente morale pregiudica gli altri. c) E rottura con se stessi, perché il peccatore è diviso tra la profonda aspirazione del suo essere al bene e alla verità, da una parte, e la distruzione di quei valori nella sua vita dall'altra.

Nel peccato si distinguono due livelli: a) Livello etico, che è la coscienza che l'uomo senza fede religiosa ha del fatto che, nell'agire male, va contro la sua vera autorealizzazione e contro il prossimo. In questo livello, la mancanza si chiama colpa. Sebbene il soggetto lo ignori, nella sua azione etica il colpevole compromette il suo destino. b) Livello religioso, laddove l'uomo percepisce che la sua azione è un'infedeltà nei confronti di Dio. Il disordine, in questo livello, si chiama propriamente peccato. Si distinguono: peccato mortale e peccato veniale o peccato grave e peccato lieve. Mortale indica che il peccatore si separa da Dio perdendo, a causa della sua infedeltà, la sua grazia ed amicizia. Veniale (dal latino venia = perdono) indica " perdonabile ", non perché quello mortale non lo sia, ma perché non giunge alla rottura con Dio. Grave e lieve si riferiscono maggiormente alla materia oggettiva. Oggi si preferiscono questi termini a mortale e veniale, perché è molto difficile dire se la persona di fatto ha rotto l'amicizia con Dio oppure no.

Peccato originale. (inizio)

1. Il peccato commesso dai nostri primogenitori Adamo ed Eva.

2. La situazione contraria al piano di Dio in cui tutti nasciamo come conseguenza del peccato dei nostri primogenitori. Non si tratta di una mera attribuzione, ma di un peccato nel vero senso della parola. La dottrina sull'*opzione fondamentale può oggi chiarire un po' meglio come possiamo ereditare questa condizione: la natura umana è rimasta moralmente ferita da quel primo peccato (e da quelli successivi dell'umanità, come avvertono i *teologi). Questo peccato si distingue dal peccato personale (vedi *Peccato). Pertanto, nessuno è condannato per esso (oggi è opinione comune che i bambini morti senza il *battesimo non rimangono privi della visione di Dio o felicità eterna). Ma il peccato originale costituisce una forza di disordine morale (peccato) di fronte alla quale l'uomo deve reagire. Ad ogni modo, il peccato originale è un mistero difficile da capire. San *Paolo parla del peccato di Adamo, ma soprattutto per far risaltare, in contrapposizione, la grazia di Cristo (cf Rm 5,12.17-19).

Pedagogia. (inizio)

Dal greco, pais = figlio, bambino, e ago = guidare, accompagnare. Una volta, si intendeva con pedagogia la pratica educativa; poi ha indicato maggiormente la teoria, sia pure con un chiaro riferimento alla pratica. " Si è configurata così come studio comune di varie scienze ausiliari, psicologiche, sociologiche, antropologico-culturali e come verifica comparata di piani, sistemi, metodi e tecniche " (M. Laeng, VP-H). La si può definire come studio scientifico dell'*educazione.

Pederastia. (inizio)

Abuso sessuale commesso con bambini. Si dice anche, per estensione, dell'*omosessualità tra adulti.

Pelagianismo. (inizio)

*Eresia promossa da *Pelagio e Celestio, secondo la quale l'uomo non ha bisogno della *grazia per fare il bene. Nega la trasmissione del *peccato originale; il primo uomo ci ha semplicemente dato un cattivo esempio, ma il suo peccato non ha ferito la *libertà umana. Il suo maggiore avversario fu sant'*Agostino. Il pelagianismo e diverse forme di semipelagianismo furono condannati in diversi sinodi, fino alla condanna definitiva in quello di *Orange, nel 529, approvata dal papa Bonifacio II.

Pelagio. (inizio)

Monaco inglese che introdusse l'*eresia del *pelagianismo. Visse a Roma, a Cartagine, in Palestina. Fu molto abile nell'esporre la sua dottrina, riuscendo a farla approvare a personaggi importanti e anche ad alcuni sinodi orientali. Ma uomini attenti agli errori nascosti, come san *Girolamo, sant'*Agostino e altri, lo smascherarono e riuscirono a far condannare l'eresia.

Pellegrinaggio. (inizio)

Viaggio a piedi o in altro modo verso un luogo di particolare significato religioso: *Gerusalemme, *Roma, santuari famosi in diverse parti del mondo o locali.

Pellegrino. (inizio)

Colui che compie un *pellegrinaggio.

Pelletier, Maria Eufrasia, santa (1796-1868). (inizio)

Fondatrice, nel 1835, della congregazione di Nostra Signora della Carità del Buon Pastore di Angers, comunemente note come suore del Buon Pastore. Durante la sua vita, fondò personalmente 110 case in tutto il mondo. Attualmente, vi sono circa 5000 religiose distribuite in più di 100 case nei cinque continenti. Il carisma proprio della fondatrice incarna la misericordia di Gesù, buon pastore, nell'attenzione alla donna, specialmente alle minorenni in situazione irregolare: rieducazione e riabilitazione di quelle cadute vittime della prostituzione, della droga o di altri vizi. Le suore del Buon Pastore hanno anche un altro tipo di collegi e, in alcuni paesi, è affidata all'istituto anche la direzione delle prigioni femminili.

Pena di morte. (inizio)

La decisione di un tribunale di togliere la vita a una persona. Nei tempi antichi si valutava poco la vita umana e su questo tema non si discuteva. Oggi, molti paesi l'hanno abolita, ritenendola una violazione dei diritti umani barbara e inutile. Nessuno è padrone della vita di un altro. L'insegnamento tradizionale della Chiesa non esclude il ricorso alla pena di morte, ma ritiene che i casi di assoluta necessità di soppressione del reo sono ormai molto rari, se non addirittura praticamente inesistenti. Vedi *Vita umana, *taglione, *violenza.

Penati. (inizio)

Vedi *Lari.

Penitenza. (inizio)

Virtù che consiste nel dolore a causa dei *peccati e che comporta un cambiamento o *conversione di vita. Si dice anche degli atti penosi con cui si lavora nella riparazione dei peccati, incluse le opere che nel sacramento della penitenza vengono date a tal fine.

Penitenza, Sacramento della. (inizio)

E' il *sacramento istituito da Cristo per il perdono dei peccati. Il vangelo ci mostra come Cristo:

- chiama alla penitenza (cf Mc 1,15; Mt 4,17);

- perdona tutti coloro che si pentono della loro vita peccaminosa (cf Lc 5,17-26; 7,50; 15,11-24; 19,10; 23,43; Gv 8,10-11);

- confida alla sua Chiesa il potere di perdonare (cf Mt 18,18; Gv 20,22-23).

La Chiesa ha celebrato il sacramento del perdono nel corso di tutta la sua storia, anche se in modi molto diversi (è il sacramento che più è cambiato nelle sue forme liturgiche), dalla configurazione come penitenza pubblica, nella quale erano inclusi solo i peccati particolarmente gravi, fino alla forma attuale. Gli atti fondamentali nella celebrazione di questo sacramento sono:

- La contrizione o pentimento, che è la cosa essenziale.

- La confessione ovvero la manifestazione dei peccati al sacerdote, *ministro della Chiesa.

- La soddisfazione o riparazione del peccato.

- L'assoluzione, che consiste nelle parole con le quali il ministro esprime il perdono di Dio e della Chiesa.

Nella misura in cui è necessario, prima di celebrare il sacramento, bisogna fare un esame di coscienza o indagine della propria interiorità di fronte a Dio.

Attualmente, il Rituale contempla tre forme di celebrazione:

a) Rito per riconciliare un solo penitente; tutto si svolge in privato.

b) Rito per riconciliare diversi o numerosi penitenti; la confessione dei peccati e l'assoluzione si fanno in modo individuale; tutto il resto in modo comunitario.

c) Riconciliazione di molti con confessione e assoluzione comunitarie. Questa forma è riservata a casi eccezionali ed esige che i peccati gravi siano confessati successivamente (cf CIC 961).

Le forme b) e c) hanno la ricchezza di un maggior senso comunitario, che è importante nella vita cristiana e nella liturgia; la forma a) accentua gli aspetti personali (cf CIC 959-964 e 987-991).

Penitenziali, Libri. (inizio)

Libri di un'epoca del Medio Evo (sec. VII-VIII), che contenevano liste di peccati con la penitenza corrispondente per ciascuno. Questo sistema di stabilire una pena fissa per ogni tipo di peccato venne detto penitenza tariffata. Si tratta di un'epoca di decadenza liturgica, perché il peccato non si può misurare in un modo così oggettivo nei diversi casi. Questi libri apparvero perché i confessori (il clero) avevano una scarsissima formazione *teologica.

Penitenziere. (inizio)

Il canonico penitenziere ha, nella confessione, la facoltà di assolvere dalle *censure *latae sententiae non dichiarate, non riservate alla Sede Apostolica (vedi CIC 518).

Pentapoli c 2. (inizio)

In greco, " cinque città ". Confederazione di cinque città della regione del *Mar Morto, delle quali non si conosce esattamente l'ubicazione: *Sodoma, *Gomorra, Adma, Zeboim e Zoar. In Gn 14,2-12, si narra come fecero prigioniero *Lot e, in Gn 19,1-29, la loro distruzione, ad eccezione di Zoar.

Pentateuco. (inizio)

In greco, " cinque astucci " (volumi). L'insieme è formato dai primi cinque libri della Bibbia: Genesi (" origine " del mondo, con la cui narrazione ha inizio), Esodo (" uscita " dall'Egitto), Levitico (che contiene la legge dei sacerdoti della tribù di *Levi), Numeri (" enumerazioni " o censimenti dei cap. 1-4), *Deuteronomio (= seconda legge). Il Pentateuco costituisce ciò che gli ebrei chiamano la legge, la Torah. Sebbene si attribuisca a Mosè, è una raccolta di scritti di diversi autori ed epoche. Vi si distinguono numerose fonti; le principali sono: quella *jahvista (Dio è chiamato " Jhwh " nei primi capitoli), *elohista (Dio è chiamato " Elohim "), *deuteronomista (propria del Deuteronomio) e *sacerdotale (scritto di carattere sacerdotale), conosciute con le lettere J, E, D e P (Priester = sacerdote in tedesco). Molti racconti sono ripetuti in varie fonti e a volte si mescolano l'uno con l'altro. Alcuni specialisti ritengono che si dovrebbe includere in questo insieme il libro di *Giosuè, che costituirebbe così un *Esateuco. Le narrazioni fondamentali nacquero ai tempi dei due *regni e la loro unificazione venne fatta in diversi momenti, terminando probabilmente nel sec. IV a.C.

Pentecostali. (inizio)

Movimento cristiano che mette fortemente in risalto l'importanza dello Spirito Santo e gli aspetti relativi alla Terza Persona della *Trinità: battesimo nello Spirito, dono delle lingue, guarigioni e, in generale, i *carismi. Sottolineano anche la preghiera di lode. Sorse nelle comunità protestanti. Attualmente, esistono anche numerosi gruppi o comunità di pentecostali cattolici. In generale, si apprezza in essi la citata preghiera di lode, l'impegno morale individuale, l'apprezzamento di ciò che è carismatico senza disconoscere l'autorità. Sono visti come punti meno positivi o negativi l'" affanno " per ciò che è miracoloso e il disinteresse per gli aspetti della giustizia sociale.

Pentecoste. (inizio)

Dal greco, " cinquanta giorni " (dopo la pasqua). Chiamata anche nell'AT " festa delle settimane " (7 x 7 + 1), era una delle feste in cui gli israeliti dovevano " presentarsi di fronte al Signore ", ovvero andare in pellegrinaggio a *Gerusalemme. Venne anche detta festa della mietitura (cf Es 23,26; 24,23; Dt 16,16; Nm 28,26).

Nel NT, la Pentecoste è il grande giorno della discesa dello Spirito Santo e la consacrazione prodigiosa della Chiesa che inaugura la sua espansione missionaria, come si narra negli Atti degli apostoli (2,1-14). La Chiesa continua a celebrare questo evento nella solennità della Pentecoste.

Perea. (inizio)

Territorio situato ad est del *Mar Morto. Per un certo tempo fece parte di Israele, ma non al tempo di Gesù.

Perfezione. (inizio)

Il fatto che una cosa, una persona o un'azione sia realizzata in modo pieno, senza difetto (= carenza) alcuno. Secondo la realtà o l'aspetto di cui si tratta, si parlerà di perfezione fisica, umana, psicologica... In senso religioso, normalmente si riferisce alla morale o alla correttezza nell'agire.

Pergamena. (inizio)

Pelle di animale, generalmente di capra, pecora, agnello, vitello, gazzella, che, debitamente preparata secondo un metodo inventato a *Pergamo, veniva usata per scrivere. La sua forte consistenza permetteva di scrivere su ambedue le facciate e perfino di grattarla per scrivervi di nuovo (*palinsesto). Questo materiale per la sua struttura non si arrotolava, come si faceva con il *papiro, ma si rilegava in fogli che formavano dei *codici. Molti importantissimi *manoscritti della Bibbia ci sono giunti grazie a questa invenzione, risalente al sec. II a.C., che fu utilizzata soprattutto a partire dal IV d.C. Ovviamente, era un materiale costoso. Solo a Medio Evo avanzato, la carta venne a sostituire la pergamena.

Pergamo. (inizio)

Città occidentale dell'*Asia Minore, prima capitale della regione della *Misia e, dal 129 d.C., capitale della provincia romana dell'Asia. A Pergamo si sviluppò l'industria della *pergamena, che prese nome da questa città. Una delle sette lettere con cui inizia l'*Apocalisse è rivolta all'angelo (vescovo) di questa città " dove Satana ha il suo trono " (Ap 2,13), probabilmente perché là si trovava il tempio di *Zeus.

Perge. (inizio)

Capitale della regione della *Panfilia, nel sud dell'*Asia Minore. Paolo la visitò sia all'andata che al ritorno nel suo primo viaggio apostolico (cf At 13,13 e 14,25).

Pericope. (inizio)

Dal greco, " tagliare intorno ". Frammento che costituisce un'unità narrativa. Ad esempio, le letture che si scelgono per una celebrazione, la narrazione di un miracolo, una parabola, le beatitudini.

Pericoresi. (inizio)

Dal greco, " l'essere uno dentro l'altro ". Termine dei padri *cappadoci per esprimere il rapporto delle tre persone divine nella *Trinità. Vedi *Circuminsessione.

Persia. (inizio)

Il paese dei persiani che, insieme ai medi, costituiscono gli iraniani e che, pertanto, corrisponde in gran parte all'attuale Iran. La Persia fu uno dei grandi imperi dell'antichità, da quando *Ciro il Grande si annise i medi (552 a.C.) e conquistò *Babilonia (539 a.C.), finché cadde ad opera di *Alessandro Magno (333 a.C.). Gli eventi biblici più significativi in rapporto con i persiani sono la fine dell'*esilio, o cattività babilonese, per decreto di Ciro il Grande (529 a.C.), e gli aiuti offerti per la ricostruzione del tempio al tempo del re Dario (522-486), come appare nei libri di Esdra e *Neemia. Si parla della Persia anche nel libro di *Daniele.

Persona. (inizio)

Secondo la definizione classica, è " l'individuo di natura razionale ". In questa definizione risaltano l'individualità, ovvero il fatto di essere un'entità che sussiste in quanto " diversa " da qualsiasi altro essere, con qualcosa di proprio e di incomunicabile, e la razionalità o capacità intellettiva. L'essere giunti a questa chiarificazione del concetto di persona fu una conquista dei pensatori cristiani spinti dal caso singolare di Cristo, nel quale esiste una natura umana (oltre a quella divina), senza che sia persona umana. A Cristo non manca assolutamente nulla di ciò che corrisponde all'essere umano; se non è persona umana, è perché la sua natura umana sussiste nella persona divina del *Verbo.

Ai giorni nostri, soprattutto nella filosofia personalista, senza negare gli elementi di quella definizione, si preferisce sottolineare l'aspetto di dialogo o di apertura: l'io, che incarna l'essere personale, implica un tu al quale è teso (Dio e altre persone); e non solo in dialogo intellettuale e razionale, ma anche di compenetrazione nell'*amore, che è l'atteggiamentoattività in cui un soggetto personale trova la sua realizzazione più piena come persona.

Personalità. (inizio)

La totalità dinamica delle disposizioni e delle attività che costituiscono l'io individuale. " E il "lato" della persona accessibile all'esperienza e, quindi, alla scienza empirica " (Bruger-Fisseni, DF-H); " la somma di tutte le caratteristiche che un individuo possiede e che lo definiscono " (M.a N. Lamarca, DAP-VD); psicologicamente, " la sintesi dinamica e unitaria di tutto l'uomo individuale compresi i concetti subordinati di costituzione biologica e di carattere psichico " (M. Laeng, VP-H), la peculiarità di ogni io che si manifesta in un modo di essere e di agire specifico. Questa esteriorizzazione non è l'essenza, ma entra nell'ambito della psicologia sperimentale.

Persone divine. (inizio)

Il *Padre, il *Figlio e lo *Spirito Santo, ovvero ciascuna delle tre persone della santissima *Trinità.

Pesce. (inizio)

In greco, ichtus. Nella Chiesa primitiva, si trova molto spesso la figura di un pesce nelle catacombe o in altri luoghi, per il fatto che le lettere della parola in greco formano un acrostico con l'espressione " Iesous Christos Theu Uios Soter ", che significa " Gesù Cristo figlio di Dio Salvatore ".

Peshitta. (inizio)

Vedi *Versioni della Bibbia.

Pestalozzi, Johann Heinrich (1746-1827). (inizio)

Illustre educatore svizzero. Suscitò grande ammirazione ed esercitò una grande influenza su altri educatori o pedagoghi. Unì la teoria e la pratica nella sua vita e nella sua metodologia attiva. Consacrò la sua vita all'elevazione del popolo per mezzo della scuola. Dava grande importanza all'educazione religiosa, per la quale riteneva importante soprattutto l'opera della madre. Tra i suoi scritti risalta nell'ambito della metodologia Come Gertrude istruisce i suoi bambini (1801).

Pettorale. (inizio)

1. La croce che i vescovi occidentali portano sul petto, o il medaglione che similmente portano i vescovi orientali.

2. Piccola borsa di stoffa, fatta con i materiali più reziosi, in cui si mettevano gli *urim e i tummim; perciò chiamata, in Es 28,15-30, pettorale del giudizio. Per il sommo sacerdote postesilico era soltanto un elemento tradizionale, simbolo del giusto giudizio di Dio sugli israeliti.

Pfliegler, Michele (1871-1972). (inizio)

Sacerdote austriaco, distintosi nell'ambito della *pastorale generale e della pedagogia e *catechetica in particolare.

Piacere. (inizio)

Sensazione gradevole o soddisfazione del corpo a differenza della gioia, che è una soddisfazione di ordine più spirituale. Il piacere può portare al disordine, se non è regolato dalla ragione, ma in se stesso è sano in quanto stimola all'azione.

Piaghe. (inizio)

1.Dal greco, " colpo, percossa ". Lesione dei tessuti, ulcera di difficile guarigione.

2. Calamità che in modo intenso ed esteso affliggono una regione o un gruppo di uomini. Nella Bibbia sono famose le piaghe d'Egitto, narrate nel libro dell'*Esodo come castighi con i quali Dio ammorbidì il cuore del *faraone perché permettesse agli *israeliti di uscire dall'*Egitto (cf Es 7,12). Gli specialisti vedono questa sequenza di calamità in relazione a fenomeni non sconosciuti nella regione, ma che giunse con un'intensità tale, che fu chiaramente vista come un segno di Dio in favore del suo popolo.

Pianeta. (inizio)

Paramento liturgico usato dal vescovo o dal presbitero sul *camice. Il suo colore corrisponde a quello del tempo liturgico o della festa che si celebra. Dopo la riforma liturgica voluta dal Vaticano II, si va sostituendo con la *casula.

Piccoli Fratelli Piccole Sorelle di Gesù. (inizio)

Vedi *Foucauld.

Pienezza dei tempi. (inizio)

Espressione con la quale si indica la venuta del tempo atteso da *Israele e il compimento di ogni cosa nell'*escatologia. La venuta del *messia compie e colma le profezie. Alla fine dei tempi, ogni speranza sarà compiuta e colmata in Cristo. L'espressione è usata soprattutto da san Paolo (Gal 4,4; Ef 1,10; 1 Cor 10,11). La troviamo anche in Eb 9,26 e, in espressioni che rimandano ad un'idea analoga, in altri passi, come Mc 1,15; At 1,7; Eb 1,2; 1 Pt 1,20.

Pietismo. (inizio)

Movimento spirituale nato in seno al *protestantesimo nella seconda metà del Seicento, come reazione al formalismo e al razionalismo, in favore di una pietà personale viva e attiva.

Pietro, san. (inizio)

Dal greco, petros e dall'aramaico kefa. Simone, figlio di Giona (Barjona: Mt 16,17), o di Giovanni (Gv 1,42), ricevette da Gesù il nome di Pietro nel primo incontro che ebbe con lui (cf Gv 1,42). Nome solennemente ratificato quando gli promette il *primato che è il motivo del nuovo nome: egli sarà la *pietra o autorità fondamentale della Chiesa (cf Mt 16,18). Simon Pietro era nato a *Betsaida dove, con suo fratello *Andrea, e i suoi amici e soci, i fratelli *Giacomo e *Giovanni, praticava la pesca nel lago (cf Mc 1,16; Mt 4,18).

Nella lista degli *apostoli, Pietro è sempre indicato per primo (cf Mt 10,2-4; Mc 3,16-19; Lc 6,13-16; At 1,13). Con Giacomo e Giovanni forma il gruppo dei tre prediletti che Gesù sceglie come testimoni della risurrezione della figlia di Giairo (Mc 5,37 e par.), della *trasfigurazione (Mc 9,2 e par.) e dell'agonia (Mc 14,33 e par.). E solito prendere la parola a nome del gruppo (cf Mt 16,16; 17,4; 17,25; Lc 5,8; Gv 6,68; 13,6). Anche se durante la passione negò, per paura, di essere un suo discepolo (cf Mc 14,66-72 e par.), Gesù appare in particolare a lui (cf Lc 25,34) e nella comunità primitiva agisce come capo: elezione di *Mattia (cf At 1,15s); discorso davanti al sinedrio (cf At 4,8s); vicenda di Ananìa e Saffira (cf At 5,1-11); visita alle comunità che stanno nascendo (cf At 9,32). E lui a fare il grande passo dell'apertura delle porte della Chiesa ai *gentili, senza pretendere che passino per la legge ebraica (cf At 10). Fu miracolosamente liberato quando *Erode decise di ucciderlo (cf At 12,1-19). La tradizione ci dice che andò a Roma, dove fu a capo della comunità cristiana e che lì patì il martirio, sotto l'imperatore Nerone, nell'anno 67 (o 64).

Le lettere di Pietro. La prima gli viene attribuita senza esitazioni. Il greco " troppo raffinato " e le citazioni secondo i *Settanta si spiegano con la collaborazione di Silvano (cf 5,12). E un'esortazione generale con numerosi riferimenti al *culto (*battesimo, *eucaristia, inni...). La seconda, pur portando il suo nome, si ritiene che non sia sua, ma abbastanza posteriore. E incentrata sull'attesa della *parusia.

Pietro Betancur, beato (1626-1667). (inizio)

Nacque a Tenerife e morì in Guatemala, dove lavorò dal 1651, dedicandosi al servizio degli ammalati. Per lavorare negli ospedali fondò l'ordine dei betlemiti, con un ramo maschile (soppresso nel 1820) e uno femminile, ancora esistente.

Pietro Canisio, santo (1527-1597). (inizio)

Gesuita olandese, grande apostolo, lavorò soprattutto in Germania con grande efficacia nei confronti del *protestantesimo. Il suo nome è rimasto noto soprattutto come autore di *catechismi di grande qualità: Catechismo maggiore (1556), minore (1558) e medio (1559) che, essendo ancora vivo l'autore, ebbero centinaia di edizioni. Le loro doti sono in particolare: a) il carattere poco polemico, nonostante il clima dell'epoca, pur sviluppando maggiormente i punti conflittuali; b) il linguaggio preciso, impregnato di spirito biblico e patristico; c) sono concreti, pieni di immagini e paragoni, vicini alla gente semplice, ed evitano discorsi tecnici da teologi; d) una ricca ecclesiologia: la Chiesa viene presentata come il corpo di Cristo e la comunione dei santi. Segue l'ordine delle virtù teologali: a) fede e credo; b) speranza e preghiera; c) carità e comandamenti; d) sacramenti; e) giustizia (santità) cristiana. Separare i sacramenti dal dogma non è positivo e autori posteriori (*Bellarmino, *Astete, *Ripalda) elaboreranno testi che aggravano questa linea, in opere carenti delle ricchezze dei testi di san Pietro Canisio (cf M. Pedrosa, La Catequesis hoy; J. A. Jungmann, Catequética; S. Riva, Catequética pastoral; A. Etchegaray, Historia de la catequesis).

Pietro Claver, santo (1580-1654). Nacque a Verdú (Spagna). (inizio)

Nel 1602, entra nel noviziato gesuita. Inviato in America, lavorò soprattutto a Cartagena. Nel 1622, nel fare la sua professione solenne, firma così: Pietro Claver, schiavo dei negri per sempre, e mantenendo il suo impegno visse fino alla fine della sua vita con molteplici sofferenze, privazioni, incomprensioni, occupandosi di tutti e specialmente dei negri portati dall'Africa come schiavi.

Pietro d'Alcántara, santo (1499-1562) c 6. (inizio)

Frate francescano spagnolo, di grande austerità, spirito di preghiera ed elevata *mistica. Fu confessore di santa *Teresa di Gesù. Fondò un ramo riformato osservante dei *francescani.

Pietro Lombardo (+ 1160). (inizio)

Nacque a Novara. E uno dei più notevoli rappresentanti della *scolastica, detto il " Maestro delle Sentenze ". La sua opera principale è il libro delle Sentenze o Somma teologica, testo molto usato nel Medio Evo. Fu professore a Parigi e infine vescovo di questa città fino alla sua morte.

Pietro Nolasco, san. (inizio)

Vedi Mercede, Ordine della.

Pilato, Ponzio. (inizio)

Fu procuratore romano (governatore) in Giudea dal 26 al 36 della nostra era e quindi durante tutto il tempo della vita pubblica di Gesù. Luca lo menziona nel molteplice sincronismo che offre all'inizio della predicazione di Giovanni (Lc 3,1). E menzionato anche da *Filone e da Giuseppe Flavio. Si fece odiare dai giudei a causa dei suoi arbitri, per le sue crudeltà e lo scarso tatto politico. Lo storiografo cristiano Eusebio di Cesarea raccoglie la tradizione secondo la quale diede termine alla sua vita suicidandosi; altri affermano che *Nerone lo fece giustiziare. Tutti i Vangeli mettono in risalto la sua partecipazione nel processo e nella condanna di Gesù (Mc 15; Mt 27; 28,24; Lc 23; Gv 18,2819,42). E menzionato anche nella predicazione degli *apostoli (At 3,13; 4,27; 13,28; 1 Tm 6,13). Così è passato nella nostra confessione di fede o *Credo come riferimento storico concreto della vita e della condanna a morte di Gesù Cristo.

Pinnacolo del tempio. (inizio)

Cima, torretta, punta del tetto. Non si sa bene a quale parte del *tempio di Gerusalemme si possa riferire questa espressione che troviamo in Mt 4,5 e Lc 4,9; probabilmente, all'angolo a sudovest sopra la spianata. Del resto, non bisogna prendere alla lettera che il *diavolo vi abbia portato Gesù. Si tratta più che altro di una rappresentazione immaginaria.

Pio. (inizio)

Vedi la lista dei papi in Appendice. I più significativi tra quelli che portarono questo nome sono: san Pio V (1556-1572); Pio VI (1575-1579); Pio VII (1800-1823); Pio IX (1846-1878); san Pio X (1903-1914); Pio XI (1922-1939); Pio XII (1939-1958).

Pisidia. (inizio)

Regione montagnosa nella zona meridionale dell'*Asia Minore. San *Paolo vi passò durante il suo primo viaggio apostolico sia all'andata che al ritorno (cf At 13,14-51 e 14,24).

Pisside. (inizio)

Dal greco, pyxis, " cofanetto ". Vaso di metallo prezioso in cui si conservano le *ostie consacrate, soprattutto quando vengono riposte nel *tabernacolo (benché non se ne debbano conservare molte per usarle poi in altre celebrazioni; diversi documenti hanno più volte raccomandato che in ogni messa si consacrino le ostie per coloro che faranno la comunione). Nel corso dei secoli, ha avuto svariate forme: cestino, cofanetto o piccola arca, scatoletta da appendere al collo, colomba con uno sportellino sulla parte superiore o sul petto...

Pistoia. (inizio)

Città a nord-est di Firenze. Nel 1786, presieduto da Scipione de' Ricci, vi si celebrò un *sinodo di tendenza *giansenista, *febronianista e *gallicana che approvò, tra l'altro, la riforma del messale, l'uso della lingua italiana nel rituale, la superiorità del concilio ecumenico sul papa. Pio VI condannò, nel 1794, 85 proposizioni di questo sinodo.

Piviale. (inizio)

Dal latino pluviale, " mantello da pioggia ". Paramento liturgico a forma di mantello usato dal *presbitero in alcune cerimonie: benedizioni eucaristiche, processioni, celebrazione del matrimonio al di fuori della *messa, ecc. In origine veniva usato per proteggersi dalla pioggia nelle processioni e a questo uso deve il suo nome; il pezzo di stoffa sovrapposta nella parte posteriore è un'evoluzione del cappuccio originale.

Platonismo. Dottrina filosofica di Platone (427-347 a.C.). (inizio)

La sua caratteristica fondamentale è il dualismo, non nel senso di un principio del bene e di uno del male, che indichiamo con il termine *dualismo, ma come separazione tra il mondo di ciò che è percettibile, che è mera apparenza, e il mondo delle idee, che è quello delle autentiche realtà. Altri filosofi ampliarono e modificarono le sue idee, soprattutto i creatori e sostenitori del *neoplatonismo. Sant'*Agostino è influenzato dal platonismo, ma senza giungere agli estremi ideologici di Platone.

Pleroma. (inizio)

In greco, " pienezza ". San Paolo usa frequentemente questo termine per esprimere l'ineffabile ricchezza di Dio e di Cristo, cui i cristiani sono chiamati a partecipare (Rm 13,10; 15,29; Ef 1,23; 3,15; 4,13; Col 2,9; in Gal 4,4 ed Ef 1,10, esprime pienezza dei tempi).

Plinio il Giovane. (inizio)

*Governatore o legato imperiale in *Bitinia e nel *Ponto, che nel 112 scrive una lettera all'imperatore Traiano chiedendogli quale condotta debba osservare riguardo ai cristiani, i quali " si riuniscono prima dell'alba e cantano a Cristo, che considerano come Dio " senza che, per altro, si sia scoperto nulla di male in loro. I sacerdoti pagani si lamentavano perché i loro templi restavano vuoti (la risposta dell'imperatore fu che se erano denunciati fossero castigati; in caso contrario, di lasciarli tranquilli). E una delle più antiche testimonianze non cristiane di Cristo e dei cristiani.

Pluralismo. (inizio)

Nel linguaggio attuale, esprime il fatto che la società non possiede una visione unificata nemmeno all'interno della tradizionali grandi *culture, ad esempio, quella grecoromana o occidentale.

Si riferisce anche all'atteggiamento di reciproco rispetto e tolleranza, nonostante la diversità delle convinzioni di fondo.

Il termine si applica anche ai rapporti all'interno della Chiesa, e in questo caso significa il rispetto e l'accettazione di opinioni diverse, tenuto conto della *gerarchia di verità e di modi diversi di organizzare elementi non essenziali. Dato che il pluralismo è una grande ricchezza che si deve coniugare con un'altra grande ricchezza: l'unità, è normale che possa esistere una certa tensione tra pluralismo e unità, il che è anche sano e auspicabile, purché non siano messe in pericolo né l'unità né il rispetto delle persone.

Pneumatologia. (inizio)

Dal greco pneuma = aria, spirito. Parte della *teologia che studia ciò che concerne lo *Spirito Santo. La teologia orientale è tradizionalmente più ricca su questo aspetto. In quella occidentale, si cerca ultimamente di rivalutarla e di darle maggiore importanza.

Poliandria. (inizio)

Unione matrimoniale poligama di una donna con diversi uomini. E esistita in alcuni popoli, benché sia una forma molto poco frequente.

Policarpo, san. (inizio)

Uno dei più famosi *padri apostolici, discepolo di san *Giovanni. Fu vescovo di Smirne, *Asia Minore. A causa di alcune discrepanze sulla celebrazione della *pasqua, andò a Roma per parlare con il papa Aniceto (155-166), ma non giunsero a un accordo. Verso il 156 fu martirizzato con altri sei cristiani; ci è giunta una lettera della comunità di Smirne con il racconto di questo martirio.

Poligamia. (inizio)

Matrimonio di un uomo con diverse donne (*poliginia), o di una donna con diversi uomini (*poliandria). In genere, quando si parla di poligamia si intende, essendo molto più diffusa, la poliginia. La poligamia fu tollerata da Dio nell'AT, come vediamo, ad esempio, nei casi di *Abramo e di *Giacobbe, ma già negli ultimi tempi era rara tra gli ebrei. Cristo restituisce al matrimonio la sua condizione originale di unità e di indissolubilità (cf Mt 19,3-6). Attualmente, è proibita dalla legge in quasi tutti i paesi, anche se a volte si pratica di nascosto.

Poliginia. (inizio)

Matrimonio di un uomo con diverse donne. Vedi *Poligamia.

Politeismo. (inizio)

Il riconoscere diversi dèi. Era molto diffuso nei popoli antichi. *Israele stesso cadde alcune volte in questo disordine, che è un'offesa all'unico Dio (cf 1 Re 14,22-24; 16,31-33; 2 Re 21,2-7.20; 23,4.11; Ger 44,3.8-9; Is 57).

Politica. (inizio)

Dal greco, polis = città. Scienza e attività che si occupano dell'ordinamento della vita pubblica. La Chiesa proibisce ai chierici e ai religiosi la partecipazione attiva ai partiti politici come norma generale (CIC 287 e 672), soprattutto perché questa partecipazione disturberebbe la loro attività apostolica presso i membri di altri partiti. La politica, tuttavia, è degna della massima attenzione da parte dei cristiani. Dati gli immensi bisogni di un'elevata percentuale dell'umanità, solo con misure politiche si possono affrontare soluzioni adeguate, senza che questo impedisca la pratica della carità nei casi concreti che ognuno ha accanto a sé.

Pontefice. (inizio)

Dal latino, pons = ponte. Si applica ai *vescovi in quanto primi titolari del *sacerdozio, una delle cui funzioni fondamentali è quella di essere intermediari per unire gli uomini a Dio. Il papa viene detto *sommo pontefice.

Pontificale. (inizio)

1. Come aggettivo, ciò che si riferisce al *pontefice o al *vescovo. Si parla di messa pontificale quando viene celebrata dal vescovo. Sono segni pontificali l'anello, la mitra, il pastorale e la croce pettorale.

2. Il *libro liturgico che contiene i testi per le celebrazioni riservate al vescovo.

Ponto. (inizio)

Regione nord-orientale dell'*Asia Minore, a sud del Mar Nero. Da lì provenivano alcuni ebrei della *diaspora, citati in At 2,9, e lì era nato *Aquila, marito di Priscilla, ebreo convertito al cristianesimo in casa del quale fu ospite Paolo (cf At 18,2). La prima lettera di *Pietro menziona in primo luogo i cristiani del Ponto tra i suoi destinatari (1 Pt 1,1).

Popolo di Dio. (inizio)

Nell'AT, il popolo eletto formato dai discendenti di *Abramo, popolo con il quale Dio realizzò l'*alleanza, riassunta nell'espressione: " Voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio " (cf Ger 7,23; Ez 11,20; Lv 26,12; Dt 29,12; ecc.).

Da Cristo in poi, il popolo di Dio è la *Chiesa intendendo come tale le persone che la costituiscono. Gesù la chiama la sua Chiesa (cf Mt 16,18). Essa è " l'Israele di Dio " (Gal 6,16), al quale sono chiamati tutti gli uomini (cf Ef 2,11-22).

E di grande importanza la coscienza di essere popolo, senza la quale non si capisce Dio che si interessa a tutti. *Israele, nell'AT, era destinato a preparare la salvezza di tutta l'umanità; la Chiesa in questo tempo deve essere sacramento di salvezza per tutti gli uomini (cf Vaticano II, LG 1 e 48).

Populorum progressio. (inizio)

Vedi *Dottrina sociale della Chiesa.

Pornografia. (inizio)

Dal greco, porné = prostituta. Presentazione di qualcosa che si riferisce alla sessualità in detti, scritti o grafici, con intenzioni e modalità oscene. La pornografia ostacola lo sviluppo sano della vita sessuale dal punto di vista psicologico e morale.

Port Royal. (inizio)

*Abbazia di monache *cistercensi nei dintorni di Parigi, famosa per essere stata, dalla metà del sec XVII, il principale centro e nucleo di irradiazione del *giansenismo. Dopo le polemiche suscitate da questo movimento *eterodosso, al quale parteciparono uomini famosi, come *Pascal (uno dei " solitari " che frequentavano il monastero o vivevano nelle sua vicinanze), vescovi, politici, ecc., le monache di Port Royal furono *scomunicate (1707); il loro monastero fu chiuso l'anno successivo e distrutto nel 1710 per ordine del governo. Vedi *Arnauld (Angelica e Antonio).

Portico. (inizio)

Galleria all'aria aperta, con un tetto sostenuto da colonne. San Giovanni (10,23) e gli Atti degli Apostoli (3,11; 5,12) menzionano il portico di Salomone nella facciata orientale del *tempio. San Giovanni parla della piscina *Betesda, che aveva cinque portici.

Porziuncola. (inizio)

Piccola cappella sul luogo dove morì san *Francesco, nella città di *Assisi. Oggi si trova all'interno della *basilica di Santa Maria degli Angeli, come un piccolo eremo dentro al grande tempio.

Positivismo. (inizio)

Sistema filosofico che non ammette l'universale e l'assoluto, ma si limita a ciò che è sperimentabile e alle leggi che da tale esperienza si deducono. Logicamente, in questo sistema non c'è posto per il soprannaturale.

Possessione diabolica. (inizio)

" Stato di asservimento, di schiavitù in sommo grado (Lc 13,16), "nel quale il centro della personalità, l'io, come principio del volere e dell'agire coscienti, rimane intorpidito da strani poteri che cercano di perdere o corrompere l'uomo e lo spingono, a volte, verso la propria distruzione" " (W. Foerster, cit. da M. Plager: Bauer, DTB-H). Alcuni casi di apparente possessione diabolica possono essere semplici fenomeni oggi spiegati dalle scienze psicologiche, per cui si deve procedere con grande cautela prima di considerare come possessione diabolica un determinato caso, ma le parole e il comportamento di Gesù ci assicurano che il fenomeno esiste e che tutti quelli menzionati nei Vangeli sono autentici casi di possessione, anche se comunemente alcuni di essi sono intesi come malattie; ad esempio, quello del ragazzo di cui parlano Mc 9,14-29 e par. (sembra essere un caso di epilessia). Gesù definisce il cacciare i demoni un segno della venuta del messia (cf Lc 7,21), compie numerose guarigioni di posseduti, in modo chiaramente diverso dalle guarigioni dalle malattie (Mc 1,25; 1,34; 5,9; 9,18; Lc 13,16, ecc.), concede ai discepoli il potere di cacciare i demoni (cf Mt 10,8). La Chiesa ha continuato la pratica degli *esorcismi e ha mantenuto il *ministero specifico dell'esorcista.

Postcommunio. (inizio)

Dopo la comunione. Vedi *Messa. Parti.

Postulandato. (inizio)

Periodo di prova, che precede l'ammissione al *noviziato, di chi chiede di entrare in un ordine religioso.

Postulatore. (inizio)

L'ecclesiastico che promuove presso il tribunale della Sacra Congregazione dei Riti una causa di beatificazione o di canonizzazione.

Postulazione. (inizio)

Dal latino, " chiedere, supplicare ". Petizione. E un termine tipico o tecnico per alcune petizioni, come la postulazione di una *beatificazione o *canonizzazione o per l'ingresso in una congregazione religiosa. Vedi *Postulandato.

Potestà. (inizio)

Facoltà o potere di esercitare l'autorità e di compiere azioni giuridicamente valide. Vedi *Gerarchia.

Potifar. (inizio)

Alto funzionario della corte del *faraone, che comprò come schiavo Giuseppe, il figlio di *Giacobbe, venduto dai suoi fratelli (cf Gn 37,36; 39,1).

Povero - Povertà. (inizio)

In senso economico, è povero chi è carente di beni materiali. In senso religioso, povero è l'uomo distaccato da quei beni, che vive confidando nel Signore. E un atteggiamento fatto di umiltà e fiducia. Nell'AT, in particolare negli scritti più antichi, si riteneva che la ricchezza fosse una ricompensa di Dio, soprattutto perché non esisteva chiarezza sulla vita dell'aldilà: Dio benedice con abbondanza di beni i *patriarchi di Israele, *Giobbe, ecc., ma poi, nella misura in cui si verifica come spesso la ricchezza sia frutto dell'ingiustizia, il povero è visto come il preferito da Dio. Nei *salmi e in altri libri, appare la figura del povero di Jhwh, che è il giusto che vive in un atteggiamento di umiltà, di distacco e di fiducia (cf Is 66,2; Sof 2,3; 3,11-15; 1 Sam 2,1-10; Sal 34; 89; 103; 107; 113). Poveri di Jhwh sono, ad esempio, a parte molti israeliti anonimi, *Elisabetta, *Simeone e *Anna (cf Lc 2,25-38); risalta come tale la Vergine *Maria (cf Lc 1,46-56). Gesù stesso, mite e umile di cuore, è l'incarnazione perfetta del povero e al tempo stesso esprime con la sua parola la stima di Dio per il povero (cf Mt 5,3-12; Lc 6,20-26; Mt 11,25 = Lc 10,21; Lc 14,7-11).

La ricchezza è un bene. Se le preferenze di Cristo vanno verso il povero è perché l'uomo si attacca alle ricchezze, dimentica Dio e i beni definitivi e diviene ambizioso, duro, ingiusto, superbo.

Vedi *Opzione preferenziale per i poveri. Sul *consiglio evangelico della povertà, vedi anche CIC 600.

Pragmatismo. (inizio)

Dal latino, pragma = azione. Sistema filosofico per cui la verità ha un valore solo per la sua capacità di tradursi in atti o realtà vantaggiose. Non gli interessano i concetti universali, né la verità in se stessa.

Prassi. (inizio)

Dal greco, prassein = agire. L'azione o esecuzione a differenza della teoria. E una categoria antropologica molto incidente nel pensiero moderno, specialmente in campo sociale. Nel linguaggio religioso, si parla di prassi cristiana per esprimere il tradursi della dottrina nella vita.

Preadolescenza. (inizio)

Prima tappa dell'adolescenza. Comprende il periodo tra gli 11 e i 15 anni, con variazioni secondo le persone. Viene detta anche *pubertà, perché coincide con questo fenomeno biologico. E la tappa più conflittuale e difficile nel passaggio dall'infanzia alla gioventù.

Prebenda. (inizio)

Rendita di una *cattedrale o *collegiata assegnata a ogni *canonico o prebendario a motivo del suo ministero nella stessa.

Precatechesi. (inizio)

Elementi e iniziative pastorali che precedono e preparano la catechesi propriamente detta. Vi rientra la simpatia che irradia il cristiano e soprattutto la comunità cristiana, così come le nozioni su Cristo in prospettiva meramente umana, vale a dire, senza giungere ancora agli aspetti di fede.

Predestinazione. (inizio)

Dal greco proorizo = destinare in precedenza. L'azione di Dio che sceglie e destina gli uomini alla *gloria eterna. Il verbo predestinare, " con una costellazione di altri di significato simile, descrive antropologicamente il modo di agire di Dio che domina il tempo degli uomini; una volta conosciuto il disegno di Dio realizzato, il credente lo presenta dalla sua origine, da prima della creazione del mondo " (Ef 1,4) (X. Léon-Dufour, DNT-H). Nella Scrittura, specialmente in san *Paolo, abbonda l'idea di questa preelezione (cf Rm 1,4; 8,29; 9,23; 11,2; 1 Cor 2,9; 1 Pt 1,2.20; Ef 2,10; Mc 10,40 e par.; Gv 14,2; Lc 2,31, ecc.). La predestinazione si trasforma da mistero a problema quando si tenta di scoprire perché alcuni non si salvano e si pensa che Dio è come responsabile di non averli predestinati alla gloria. Dio non predestina nessuno alla *condanna; è l'uomo che sceglie liberamente il suo destino (vedi *Amore); ma da lui ci viene certamente la salvezza, che è un mistero d'amore.

Predicazione. (inizio)

L'annuncio del messaggio di Dio. La sua forma principale è l'*omelia, che è la predicazione che fa parte di una celebrazione liturgica.

Preevangelizzazione. (inizio)

Tutto ciò che precede l'annuncio esplicito del vangelo, incluso il primo annuncio missionario, si può chiamare " preevangelizzazione " (cf Paolo VI, Evangelii nuntiandi, n. 51).

Prefazio. (inizio)

Vedi *Messa: Preghiera eucaristica.

Prefettura apostolica. (inizio)

Circoscrizione ecclesiale o Chiesa particolare che, per motivi importanti, non è stata ancora costituita come *diocesi ed è affidata alla cura pastorale di un prefetto apostolico (invece che a un vescovo) che la governa in nome del papa (cf CIC 371). Allo stesso modo si esprime il Codice sul *Vicariato apostolico, che è retto da un vicario apostolico.

Preghiera. (inizio)

" Rapporto di amicizia con chi sappiamo che ci ama (Dio) " (santa *Teresa di Gesù). Unione con il Signore nel silenzio e nella vita. Si distinguono la preghiera liturgica (cf *Liturgia), la preghiera comunitaria (preghiera non liturgica fatta in gruppo) e la preghiera individuale. E un elemento essenziale della vita cristiana. Gli aspetti della preghiera sono: a) di lode-adorazione-azione di grazie; b) di richiesta di perdono; c) di richiesta di favori. Si devono praticare tutti, ma il più importante è il primo, poiché la più genuina esperienza di preghiera è la gratuità, giacché si tratta di un rapporto di amicizia. Né sarebbe genuina una preghiera che si disinteressasse degli altri, poiché l'amore per il prossimo è una sola cosa con l'amore per Dio.

Preghiera dei fedeli. (inizio)

Vedi *Messa. Parti. Liturgia della parola.

Preghiere presidenziali. (inizio)

Quelle che spettano al *ministro che presiede la celebrazione liturgica, il quale le proferisce ad alta voce. Nella *messa sono: la preghiera eucaristica e le tre preghiere variabili, cioè, colletta, sulle offerte e postcommunio.

Preghiera sacerdotale. (inizio)

Designazione ormai classica della preghiera con cui Gesù conclude i suoi discorsi nell'*ultima cena (Gv 17). " E la grande preghiera di oblazione e intercessione del salvatore nell'ora del suo sacrificio " (BJ). Nella forma, è simile a un inno. La densità e profondità dei suoi pensieri la rendono " perfettamente paragonabile al prologo del Vangelo di Giovanni " (P. Hubert Schüngel, DPB-H).

Preghiera eucaristica. (inizio)

Vedi *Messa. Parti.

Prelato. (inizio)

Dal latino, praelatus = posto davanti. Nella Chiesa designa persone a cui sono stati affidati incarichi di rilievo o dignitari. Vedi *Prelatura.

Prelatura. (inizio)

" La prelatura territoriale o l'abbazia territoriale è una determinata porzione del popolo di Dio, circoscritta territorialmente, la cura della quale viene affidata, per circostanze speciali, a un prelato o a un *abate che la governa a modo di vescovo diocesano, come suo pastore proprio " (CIC 370). Il prelato può essere vescovo.

Esistono anche delle prelature personali, ovvero delle prelature nelle quali i membri non vivono in un territorio comune. Ciascuno, là dove si trova, appartiene alla prelatura, che ha il suo prelato e i suoi *presbiteri propri (cf CIC 294).

Prematrimoniali, Rapporti. (inizio)

Vedi *Rapporti prematrimoniali.

Premio. (inizio)

Vedi *Retribuzione.

Preparazione. (inizio)

In greco, parasceve. La vigilia del sabato o della festa, quando si doveva preparare tutto il necessario per non dover lavorare durante il tempo festivo (cf Mc 15,42; Mt 27,62; Lc 23,54; Gv 19,14.31-42).

Prepuzio. (inizio)

Vedi *Circoncisione.

Presbiterio. (inizio)

1. Parte della chiesa circostante l'altare riservata ai *presbiteri durante la celebrazione liturgica.

2. L'insieme dei presbiteri di una diocesi; presieduti dal vescovo, sono i responsabili principali della *pastorale all'interno della *diocesi.

Presbitero. (inizio)

Dal greco presbiteros = anziano. Nell'uso corrente è sinonimo di *sacerdote, ma il termine sacerdote è meno adeguato, perché non distingue il presbitero dal vescovo e soprattutto perché sacerdote è anche ogni battezzato, non di sacerdozio ministeriale, ma di sacerdozio regale (vedi *Sacerdozio). Il riservare il termine sacerdote al presbitero comporta il dimenticare il sacerdozio dei fedeli, il che induce alla loro passività.

Presenza reale. (inizio)

La presenza di Cristo nell'eucaristia in corpo, sangue, anima e divinità. Anche altre presenze di Cristo sono reali (ad esempio nella sua parola (cf SC 7): ma, riferita all'eucaristia, esprime una presenza più densa o forte.

Pretorio. (inizio)

Palazzo nel quale risiedeva il pretore (capo militare) o il *governatore romano. Durante la sua *passione, Gesù fu portato al pretorio di *Pilato (cf Mc 15,16; Gv 18,28.33). L'ubicazione del pretorio al quale fu condotto Gesù rimane incerta.

Primato. (inizio)

Funzione *gerarchica all'interno della Chiesa. Significa " il primo ". Si dice di Pietro tra gli apostoli, del papa tra i vescovi del mondo, di un vescovo in una nazione. Il primate di una nazione non possiede alcuna *giurisdizione sugli altri vescovi.

Primizia. (inizio)

Ciò che si separava dai primi frutti per offrirlo a Dio: il primo animale nato, i primi frutti del raccolto. Ha un senso *sacrificale. Il primo è simbolo della totalità (cf Rm 11,16). Quel dono serviva per il sostentamento dei sacerdoti addetti al culto. L'ultimo giorno della festa degli azzimi gli israeliti celebravano la cerimonia delle primizie, ma la grande festa della mietitura o delle settimane si celebrava più tardi. Vedi *Pentecoste.

Primogenito. (inizio)

Il primo figlio, il figlio maggiore. Era il preferito dal padre e colui che ereditava il suo posto come capo del clan familiare. Offrire il primogenito è nell'ordine delle *primizie. In alcuni popoli, era immolato in *sacrificio; la storia del sacrificio di *Isacco da parte di *Abramo (cf Gn 22), proprio all'inizio della storia del *popolo di Dio, rivela questa mentalità e il comportamento di Abramo è presentato come lodevole, ma al tempo stesso in essa si chiarisce che Dio non vuole sacrifici umani. Nel caso di Acaz, re di Giuda dal 736 al 716 a.C., la Bibbia ripudia il fatto che sacrificasse suo figlio (cf 2 Re 16,3). Si stabilì che si presentasse il primogenito al tempio come proprietà di Dio e che lo si riscattasse con un'offerta (cf Es 13, 12-15; Nm 18,15). E quanto vediamo compiere a *Giuseppe e *Maria nella presentazione di Gesù al tempio (cf Lc 2,22-23).

Primogenitura. (inizio)

Condizione del figlio *primogenito. Ad essa va unito il diritto di primogenitura, ovvero di ereditare ciò che spetta al capo della famiglia. Non sempre è il figlio maggiore o primogenito a ereditare questo diritto, come vediamo nel caso di *Esaù e *Giacobbe, o in quello dei figli di Giacobbe, tra i quali fu *Giuda, il suo quarto figlio, a ereditare questo diritto, diventando così ascendente del *messia.

Priore. (inizio)

Dal latino prior = il primo. In alcune comunità è il nome che si dà al superiore. In altre, come tra i *benedettini, riceve questa designazione il superiore di un monastero separato, ma nell'*abbazia priore è colui che segue ed eventualmente sostituisce l'abate.

Priscilla. (inizio)

Vedi *Aquila.

Priscilliano - Priscillianesimo. (inizio)

Priscilliano (sec. IV) fu un eretico che sostenne un'eresia non facile da identificare per il segreto mantenuto dai suoi adepti. I vescovi Istanzio e Salviano, che accolsero la sua dottrina, lo consacrarono vescovo di Avila (Spagna). Praticavano un rigido *ascetismo e le loro idee sembra fossero imparentate allo *gnosticismo. Fu condannato nel *sinodo di Bordeaux del 384. L'anno dopo, condannati dal tribunale imperiale, Priscilliano e diversi suoi seguaci furono messi a morte.

Privilegio paolino. (inizio)

Chi si è unito in matrimonio prima di diventare cristiano, se si converte e il coniuge non gli permette di vivere conformemente alla sua fede, può separarsi e contrarre un nuovo matrimonio. E detto privilegio paolino perché lo propone san *Paolo in 1 Cor 7,12-16. Il *Diritto Canonico lo ammette e ne regola l'applicazione (cf CIC 1143-1147).

Pro-nunzio. (inizio)

Vedi *Nunzio.

Probabilismo. (inizio)

Sistema morale che, evitando gli estremi del *lassismo, da un lato, e del rigorismo, dall'altro, " ammette che, per agire onestamente, è necessario agire con prudenza; ma insegna che si agisce con prudenza quando il giudizio della coscienza poggia su una ragione che sia veramente probabile, benché sia meno probabile dell'opinione che esprime l'istanza della legge, che di conseguenza appare come "più probabile" " (D.Capone, Sistemas morales: DETM-P).

Processione. (inizio)

Dal latino procedo = marciare, camminare. Corteo ordinato da un luogo a un altro in una celebrazione religiosa. La processione è simbolo della Chiesa peregrinante per il mondo o lungo la storia verso la patria definitiva del cielo. Ai giorni nostri, hanno in gran parte perso senso le processioni per le strade, a causa dell'ambiente secolarizzato, ma hanno recuperato interesse quelle che si realizzano all'interno del tempio, come quella del presidente della celebrazione e dei suoi ministri all'inizio, quella della presentazione delle offerte, quella della comunione.

Proclamazione. (inizio)

Nella celebrazione liturgica è il fatto di leggere di fronte *all'assemblea il vangelo o un altro testo sacro con una certa solennità, rispetto e venerazione. Le *pericopi inserite nella *liturgia non devono essere soltanto lette, ma proclamate come messaggio che Dio rivolge in quel momento ai partecipanti.

Proconsole. (inizio)

Vedi *Governatore.

Procuratore. (inizio)

Vedi *Governatore.

Profanazione. (inizio)

Uso delle cose sacre senza tener conto della loro qualità come tali, ovvero come se non fossero dedicate a Dio e al *culto, senza distinguerle.

Profano. (inizio)

Da pro = davanti, fuori da, e num = tempio. Le realtà comuni, non riservate alla divinità come lo sono i luoghi sacri.

Professione di fede. (inizio)

1. La proclamazione pubblica dei contenuti centrali della propria fede.

2. La formula che esprime i contenuti principali della fede, come il *simbolo degli apostoli o un'altra formulazione del *Credo.

Professore di religione. (inizio)

Chi è incaricato dell'insegnamento religioso nell'ambito scolastico. Attualmente si distingue tra catechista, che orienta l'educazione della fede, e professore di religione, il cui impegno è di tipo accademico e intellettuale, in modo simile a quel che si fa in altre materie di studio. Nella scuola è questo ciò che si deve fare in primo luogo, poiché l'educazione della fede, che non si può imporre a chi non la desidera, e che è specifica della comunità ecclesiale, si fa nella misura in cui l'ambiente generale e altre circostanze lo permettano e lo rendano consigliabile.

Profeta. (inizio)

Il significato etimologico non è certo. Per alcuni significa " colui che predice " il futuro; per altri, " colui che parla in nome di un altro ". Predire il futuro a volte fa parte della missione del profeta; ma ciò che è specifico di ogni profeta è l'illuminazione del presente con la luce di Dio. Per questo il profeta è definito come l'uomo che proclama la parola di Dio sulla vita e sugli eventi. Ogni membro del popolo di Dio (Chiesa) ha una missione profetica. Tuttavia, riserviamo questo nome a due tipi di persone:

- I profeti dell'antica alleanza. Sono detti in ebraico nabi (colui che annuncia o comunica) e anche veggenti quando trasmettono *oracoli di *Jhwh. Operano soprattutto dal secolo VIII al secolo V a.C. Ci furono profeti d'azione, che predicarono ma non scrissero, e profeti scrittori. Tra questi si è soliti distinguere profeti maggiori (*Isaia, *Geremia, *Ezechiele, e *Daniele) e profeti minori, che furono dodici: *Osea, *Gioele, *Amos, *Abdia, *Giona, *Michea, *Naum, *Abacuc, *Sofonia, *Aggeo, *Zaccaria e *Malachia.

- I profeti furono le sentinelle dell'alleanza, che Jhwh aveva stabilito con il suo popolo. A volte accompagnarono le loro parole con gesti simbolici.

- Persone nelle quali brilla il carisma profetico. Anche se tutti i cristiani hanno, in virtù del *battesimo, la missione profetica, questo dono risplende in modo particolare in alcune persone in ogni tempo. Sono quegli uomini o donne di ieri o di oggi che, con la loro vita e la loro parola, comunicano la luce di Dio sul presente. Nella seconda metà del sec. XX, ad esempio, *Teresa di Calcutta.

Programmazione. (inizio)

Impostazione di un'attività sulla base di piani stabiliti per raggiungere un obiettivo. Nell'ambito religioso, si applica a tutta la pastorale e, con caratteristiche molto concrete, all'*insegnamento religioso e alla *catechesi. In molte situazioni, la programmazione è un'esigenza delle autorità educative. Si fa una programmazione generale dell'anno (o anche per un periodo più lungo) e una programmazione a breve termine. Anche la programmazione quotidiana deve includere: a) Obiettivi che si vogliono raggiungere (questo è essenziale, irrinunciabile; il resto è al servizio degli obiettivi). b) Contenuti, ovvero, temi o dottrina che deve essere assimilata. c) Metodo, attività e altri mezzi (compresi i materiali come libri, cartine geografiche, audiovisivi), per ottenere quanto precedentemente detto. d) Valutazione.

Progressismo. (inizio)

Vedi *Tradizionalismo Progressismo.

Prolessi. (inizio)

In greco, " anticipazione ". Collocazione di eventi storici secondo una cronologia che ancora non esisteva quando questi avvennero. Il narratore descrive i fatti usando espressioni proprie del momento nel quale egli si trova. Ad esempio, a volte nella Bibbia Dio viene chiamato *Jhwh in una narrazione corrispondente ad un'epoca anteriore alla rivelazione di questo nome.

Promessa. (inizio)

Israele viene chiamato il popolo della promessa per essere stato depositario della promessa di salvezza che attraversa tutto l'AT: verrà il Salvatore. Questa grande promessa si va prima realizzando in altre promesse minori, che sono il cammino verso di essa. Le tre figure culminanti dell'AT ricevono la promessa in tre modi diversi. Abramo: posterità innumerevole (cf Gn 15 e 17), nella quale saranno benedette tutte le nazioni (cf Gn 12,3). Mosè: promessa di liberazione e di possesso della terra (cf Es 3,8). Davide: promessa del regno eterno in uno della sua discendenza (2 Sam 7,5,16). Le grandi promesse al popolo eletto sono essenzialmente una discendenza, una terra e il *messia.

Propiziatorio. (inizio)

Il coperchio d'oro massiccio dell'*arca dell'alleanza alle cui estremità erano collocate due figure alate (i *cherubini). Era il luogo santo per eccellenza dal quale Dio manifestava la sua volontà: " Io ti darò convegno in quel luogo: parlerò con te da sopra il propiziatorio, in mezzo ai due cherubini " (Es 25,22). Vedi nota BJ a Es 25,17.

Proseliti. (inizio)

In greco, " quelli che si avvicinano ". Questo nome veniva dato ai pagani che accettavano il *giudaismo: la *circoncisione e l'insieme della Legge.

Proselitismo. (inizio)

Lo sforzo o l'impegno per guadagnare *proseliti alla propria religione, ovvero convertirli ad essa. Attualmente, comporta un senso peggiorativo di tentare di forzare la libertà altrui. Si preferiscono termini come *evangelizzazione, irradiazione della propria fede o simili.

Prossimo. (inizio)

Dal latino, proximus = prossimo, vicino. E l'uomo che incontriamo. La prossimità ha diversi gradi: dai familiari o altri con cui mangiamo e viviamo, al vicino o a uno che incontriamo occasionalmente. Oggi, possiamo farci " prossimi " perfino a persone materialmente lontane, ma che ci sono rese vicine dai *mezzi di comunicazione sociale. Nella Bibbia, a volte viene detto prossimo un altro membro del *popolo di Dio e altre volte anche lo straniero (cf Dt 10,19). Gesù indica senza equivoci che prossimo è ogni uomo, per questo dobbiamo amare ed aiutare tutti quelli che hanno bisogno (cf Lc 10,29-37: parabola del buon samaritano) e il comandamento dell'amore per il prossimo è inseparabile dall'amore per Dio (cf Mc 12,28-34 e Lc 10,27 che cita Lv 19,18). La legge cristiana comanda di amare tutti, senza eccezione (cf Mt 5,38-48). San *Paolo giunge ad affermare che la legge raggiunge la sua pienezza nel comandamento " amerai il tuo prossimo come te stesso " (Gal 5,14) (cf Rm 12,13.20; Gc 2; 1 Gv 2,3-11; 3,11s; 4,7-21).

Prostituzione. (inizio)

Relazione sessuale in cambio di denaro o altra forma di pagamento. Nell'antichità, si ebbe anche la prostituzione sacra. Vedi *Ierodulia. I *profeti, così come ricorsero all'immagine del *matrimonio per esprimere l'intimità di Dio con il suo popolo, usarono anche quella della prostituzione come espressione dell'infedeltà (cf Os 2; Ez 16,26; vedi anche Ap 17,1-19,2).

Protestantesimo. (inizio)

Vedi *Riforma protestante.

Proto-diacono. (inizio)

Il cardinale proto-diacono annuncia al popolo il nome del papa neo-eletto. Inoltre, impone il pallio ai *metropoliti in nome del Romano Pontefice (CIC 355).

Protocanonici. (inizio)

In greco, " primi (libri) canonici ". Vedi *Canone.

Protovangelo. (inizio)

In greco, " primo vangelo ". I Padri chiamarono così il passo di Gn 3,15 (" Porrò inimicizia tra te e la donna... "). Essi videro nell'inimicizia tra la donna e il serpente, e quindi tra l'uomo e il diavolo, il primo barlume di salvezza annunciato ai nostri primogenitori dopo la caduta.

Proverbi, Libro dei. (inizio)

Libro dell'AT appartenente al gruppo dei libri sapienziali. Poiché *Salomone compose molti proverbi e fu l'uomo saggio per antonomasia (cf 1 Re 4,32), questo libro gli è attribuito nel titolo, secondo l'antica abitudine di attribuire le opere a personaggi famosi. Contiene, sotto forma di sentenze, consigli di saggezza per condurre una vita ordinata, riuniti nel corso dei secoli in raccolte (se ne contano nove), che poi costituirono il libro. Alcune delle sue sentenze sono di contenuto meramente umano, senza riferimenti religiosi diretti. Il libro, nel suo insieme, ha un tono ottimista con una visione positiva della vita.

Providentissimus Deus. (inizio)

Una delle grandi *encicliche sullo studio della Bibbia. Fu promulgata dal papa Leone XIII nel 1893.

Provincia ecclesiastica. (inizio)

Insieme di *Chiese particolari o *diocesi, normalmente contigue, riunite " affinché venga promossa un'azione pastorale comune ". E presieduta dall'*arcivescovo *metropolita (titolare dell*arcidiocesi). Spetta alla *Santa Sede costituire o modificare le province ecclesiastiche (CIC 431-432).

" Se l'utilità lo suggerisce, ...le province ecclesiastiche viciniori, su proposta della *Conferenza Episcopale, possono essere congiunte dalla Santa Sede in regioni ecclesiastiche " (CIC 433).

Provvidenza. (inizio)

Il governo o cura che Dio ha del mondo e di ogni persona in ordine alla realizzazione del suo disegno di salvezza. Comunemente, si parla di essa in termini di personificazione: la divina provvidenza è Dio stesso che si prende cura di ognuno di noi.

Prudenzio, Aurelio Clemente (348-405). (inizio)

" E il poeta cristiano più insigne dell'antichità " (B. Llorca). Spagnolo, scriveva in latino. Alcune delle sue composizione entrarono nella *liturgia. Le sue opere principali sono il Catemerinon e il Peristephanon, composto con inni in onore dei martiri.

Pseudonimia. (inizio)

Dal greco, " falsa denominazione ". Il mettere un'opera sotto un nome diverso da quello dell'autore. Nell'antichità, era piuttosto frequente per dare maggiore autorità ad un'opera. Ve ne sono esempi anche nella Bibbia, come nei Proverbi di *Salomone e nella Seconda lettera di Pietro.

Psichiatria. (inizio)

Scienza che studia e cerca di guarire le malattie psichiche o mentali.

Psicologia. (inizio)

Scienza che studia l'anima e le sue funzioni. Nella concezione moderna " studio delle funzioni di governo della vita di relazione negli animali e specialmente nell'uomo " (M. Laeng, VP-H).

Psicologia religiosa. (inizio)

Scienza che studia la relazione esistente tra gli aspetti naturali della mente umana e gli elementi propri della *teologia. E importante nello studio e nella pratica dell'insegnamento della religione e della *catechesi.

Psicopatia. (inizio)

Disturbo o malattia psichica.

Psicosomatico. (inizio)

Ciò che colpisce simultaneamente lo spirito (psichè) e il corpo (soma).

Pubblicano. (inizio)

Dal latino, publicus = pubblico. Esattore delle imposte. I romani appaltavano la riscossione delle imposte a privati che, per mezzo di impiegati, le riscuotevano per pagare all'autorità la somma stabilita. Questo sistema le faceva aumentare in modo eccessivo. I pubblicani erano malvisti dal popolo e particolarmente odiati dagli ebrei che ritenevano intollerabile dover pagare le imposte ai dominatori *pagani. Per questo a volte nel Vangelo compare la frase " pubblicani e peccatori ", che unisce due classi di simile condizione (cf Mt 9,10-11 e par.; 18,17; 21,31; 5,46; Lc 3,12-13). Tuttavia, Gesù li accoglieva e fu particolarmente amico di alcuni di loro, come Matteo e Zaccheo (cf Lc 19,2; Mt 10,3 e par.; Mc 2,14 e par.); nella parabola del fariseo e del pubblicano, è quest'ultimo a essere proposto ad esempio. Dice Luca che " anche i pubblicani hanno riconosciuto la giustizia di Dio " (Lc 7,29).

Pubertà. (inizio)

Dal latino, pubescere = mettere i primi peli. Tappa dello sviluppo umano compresa tra gli undici e i quindici anni circa, nella quale avvengono profondi cambiamenti biologici e psicologici: in essa comincia a svilupparsi la capacità riproduttiva. Questa tappa è anche detta *preadolescenza.

Vedi *Iniziazione, Riti di.

Pudore. (inizio)

Atteggiamento naturale di modestia che evita l'esibizione dell'intimità del corpo. E in relazione principalmente, ma non esclusivamente, con la sfera sessuale.

Puebla de los Angeles. (inizio)

Città della zona centrale del Messico, di circa 350.000 abitanti, *sede *arcivescovile. Vi si celebrò, nei mesi di gennaio e febbraio del 1979, la III Conferenza Generale dell'Episcopato dell'America Latina, convocata dal papa Giovanni Paolo II. Oltre all'esperienza stessa, che ha irrobustito lo spirito di comunione ecclesiale, la Conferenza ha prodotto un unico documento, intitolato L'evangelizzazione nel presente e nel futuro dell'America Latina, nel quale vennero ordinati e unificati i risultati dei diversi gruppi di lavoro. E composto da 1310 numeri, articolati in cinque parti:

1. Visione pastorale della realtà latino-americana.

2. Disegni di Dio sulla realtà latino-americana

3. L'evangelizzazione nella Chiesa dell'America Latina: comunione e partecipazione.

4. Chiesa missionaria al servizio dell'evangelizzazione in America Latina.

5. Sotto il dinamismo dello Spirito: scelte pastorali.

La conferenza stabilì due opzioni preferenziali:

- opzione preferenziale per i poveri.

- opzione preferenziale per i giovani.

Pulpito. (inizio)

Palco sopraelevato, spesso addossato a una colonna nella *navata, per la proclamazione della Parola. Dopo la riforma liturgica postconciliare, non viene più usato, e si ritiene più adeguato per la predicazione liturgica l'*ambone o la *sede del presidente.

Purgatorio. (inizio)

Stato di quelle persone che sono morte in amicizia con Dio, ma che hanno ancora bisogno di purificarsi da ciò che impedisce loro l'unione completa con lui. L'esistenza del purgatorio fu definita dal concilio di *Trento nel 1563. Il fuoco purificatore è un'immagine. La vita in quello stato è di intensa speranza di giungere all'unione piena con Dio.

Purificatoio. (inizio)

Piccolo panno bianco che si usa per pulire i vasi sacri (il *calice, la *patena e la *pisside) durante o dopo la *messa. Si usa anche per pulirsi le labbra dopo la comunione.

Purim, Festa dei. (inizio)

Dalla parola babilonese, pur = sorte. Festa con la quale gli ebrei celebrano la liberazione dal pericolo dello sterminio ai tempi del re Serse di *Persia (485-465). Come racconta il libro di *Ester, Aman, primo ministro del re, aveva gettato il pur per scegliere il giorno dello sterminio degli ebrei.

Puritano. (inizio)

Dall'inglese puritan, che viene dal latino purus = puro. Membro del partito religioso-politico dei puritani, che si formò in Inghilterra nel sec. XVII con il proposito di promuovere le esigenze religiose, in linea con *Calvino, più di quanto non facesse la Chiesa Nazionale d'Inghilterra. Il movimento puritano diede origine alle confessioni presbiteriana, battista, quacchera, ecc. E sulla linea della Low Church o Chiesa Bassa, in contrapposizione con la High Church o Chiesa Alta, che è l'*Anglicanesimo ufficiale. Per estensione, si denomina puritano, o si qualifica come tale, chi professa con rigore le virtù e perfino se ne vanta (cf DRA e DdC).

Q

Qahal. (inizio)

Termine ebraico che equivale a *assemblea o *chiesa.

Qoèlet. (inizio)

Vedi *Ecclesiaste.

Quadragesimo anno. (inizio)

Enciclica sociale di Pio XI (1931). Vedi *Dottrina sociale della Chiesa.

Quadrivium. (inizio)

Vedi *Trivium e Quadrivium.

Quarantore. (inizio)

Pratica di devozione, introdotta a Milano nel XVI secolo, che consiste nell'adorazione del *Santissimo per circa quaranta ore in tre giorni consecutivi, ovvero per il tempo in cui il corpo di Gesù rimase nel sepolcro.

Quaresima. (inizio)

Vedi *Anno liturgico.

Quartodecimani. (inizio)

Cristiani orientali che, nei secoli II e III, celebravano la Pasqua secondo l'usanza ebraica nella feste corrispondente al 14 di *Nisan, anche se tale giorno non cadeva di domenica. Il papa Vittore I (189-199) giunse quasi a scomunicarli, ma intervenne la mediazione pacificatrice di sant'*Ireneo. Nel sec. III, adottarono l'uso romano, confermato dal Concilio di *Nicea, di celebrarla sempre di domenica.

Quasimòdo. (inizio)

Si chiama domenica di Quasimodo o *in albis la prima domenica dopo quella di Pasqua. Il nome viene dalle prime parole dell'introito: Quasi modo geniti infantes = " Come bambini appena nati ".

Quesnel, Pasquier. (1634-1719). (inizio)

*Giansenista francese, discepolo di Antonio *Arnauld. Operò soprattutto nei Paesi Bassi. Con la sua opera Riflessioni morali sul Nuovo Testamento, che ebbe l'approvazione di Noailles, vescovo di Chalons e poi cardinale arcivescovo di Parigi, provocò molte polemiche. Il papa Clemente XI condannò 101 proposizioni dell'opera di Quesnel con la famosa bolla Unigenitus che molti, compreso Noailles e altri vescovi, rifiutarono di accettare, ma che fu il colpo di grazia contro il giansenismo come movimento pubblicamente sostenuto, benché il suo spirito abbia perdurato nella pratica di non poca gente. Noailles accettò la bolla Unigenitus poco prima della sua morte, avvenuta nel 1729.

Questione romana. (inizio)

Vedi *Lateranensi, Patti.

Questione sinottica. (inizio)

La problematica relativa al rapporto letterario esistente fra i tre Vangeli *sinottici: come spiegare le loro somiglianze e le loro differenze, l'ordine cronologico di apparizione, le fonti comuni a tutti e tre e quelle specifiche di ognuno, l'approccio tipico di ogni autore di fronte ad uno stesso fatto, ecc.

Quietismo. (inizio)

Corrente mistica sorta alla fine del sec. XVII, propugnata principalmente da Miguel de *Molinos, che teorizza una passività assoluta e l'abbandono di ogni sforzo teso alla propria perfezione. Il papa Innocenzo XI condannò la sua dottrina, che venne accolta specialmente in Francia. Nel 1699, Innocenzo XII censurò 23 proposizioni del vescovo *Fénelon affini al quietismo, definendole pericolose.

Quimbanda. (inizio)

Nel suo senso originale africano significa *stregone. Oggi, in Brasile, è una forma di culto generalmente chiamato *macumba. Ha un carattere malefico ed è come l'altra faccia del *candomblé e della *umbanda. Durante le sedute del culto, celebrate a mezzanotte in luoghi appartati o in cimiteri o sentieri, il quimbandeiro o la quimbandeira consumano abbondanti quantità di alcool di canna, si fanno delle incisioni e dirigono la loro forza malefica verso uno dei presenti. Il maleficio, però, può ricadere sul quimbandeiro o quimbandeira. Il rituale deve essere seguito rigorosamente (cf J. Vidal, DdlR-H; CNBB, Macumba).

Quinet, Camille (1879-1961). (inizio)

Importante catecheta francese. Colse l'importanza di un nuovo approccio a causa della scristianizzazione e di una metodologia rinnovata particolarmente attenta alla pedagogia e alla psicologia, promuovendo l'uso di metodi attivi. Fondò la rivista " Cahiers Catéchistiques " e fu coautore principale del Catechismo nazionale francese (1937 e 1947) (cf U. Gianetto, DC-CCS).

Quirino. (inizio)

Personaggio menzionato in Lc 2,2 come *governatore della Siria al tempo della nascita di Gesù. Secondo *Giuseppe Flavio, Quirino ebbe la carica di governatore a partire dall'anno 6 d.C. E probabile, però, che lo stesso Quirino, prima di essere governatore, fosse incaricato del censimento precedente, verso l'8-6 a.C. (cf BJ, nota a Lc 2,2). Fino ad oggi non si è riusciti a chiarire questo fatto del censimento portato a termine da Quirino.

Qumran. (inizio)

Località nella parte orientale del deserto di Giuda, nella depressione del *Giordano, a nord-est del *Mar Morto e a sud di *Gerico, dove si trovano le rovine di una specie di monastero dove visse una comunità di *esseni ai tempi di Gesù. A un chilometro circa di distanza si trovano delle grotte nelle quali, a partire dal 1947, sono state trovate delle giare contenenti alcuni manoscritti in ebraico, aramaico e greco dei secoli II-I a.C. e I d.C. (secondo dati archeologici, monete trovate, prova del carbonio...). Questi manoscritti, comprendenti quasi tutti i libri dell'AT, tra cui l'intero libro di *Isaia, sono particolarmente importanti perché confermano la validità del testo masoretico (vedi *Masora e *Masoreti). Altri manoscritti permettono di conoscere la vita della comunità degli esseni e diversi aspetti della vita ebraica ai tempi di Gesù.