GERALD O'COLLINS

EDWARD G. FARRUGIA

 

 

 

 

D I Z I O N A R I O

S I N T E T I C O

D I T E O L O G I A

 

LEV

Titolo originale: A Concise Dictionary of Theology

Published by Paulist Press, Mahwah,

New Jersey 07430, USA

Copyright 1991 by Gerald O'Collins

and Edward G. Farrugia

Traduzione di Luigi Melotti

Copyright 1995 Libreria Editrice Vaticana

00120 Città del Vaticano

Tel. (06)698.85003 - Fax (06)698.84716

ISBN 88-209-2049-2

PREFAZIONE

In questi ultimi trent'anni, i programmi riguardanti gli studi di teologia cristiana sono stati, tutto sommato, notevolmente migliorati. Le fonti storiche e bibliche vengono generalmente usate in modo più scientifico e più appropriato. I dibattiti ristretti hanno lasciato il posto al dialogo e ad una disponibilità ad imparare dalle autorità più valide. I docenti e gli studenti dell'Occidente latino hanno scoperto sempre più i ricchi tesori dell'Oriente cristiano. Un rigido attaccamento ad un'unica tradizione filosofica è stato soppiantato da un più sano pluralismo filosofico. In molte parti, i teologi hanno apprezzato e affrontato due problemi importanti: Che cosa viene implicato quando interpretiamo i nostri testi fondamentali? Che metodo (metodi) dovremmo usare nello sviluppare i nostri sistemi teologici? Il dialogo con l'ebraismo, con l'islamismo e con altre religioni è fiorito in un modo nuovo e sorprendente. In varie parti del mondo, sono emerse esposizioni locali e regionali della fede cristiana.

Nonostante qualche perdita, ci sono stati molti guadagni nella teologia cristiana. Nello stesso tempo, i cambiamenti, le crescite e le nuove diversità hanno creato un problema di linguaggio, specialmente per quanti iniziano gli studi di teologia. Gli studenti possono rimanere confusi circa il significato di certi termini teologici importanti e addirittura basilari.

Per venire incontro a questa situazione, offriamo questo dizionario sintetico. Il nostro intento non è quello di privilegiare un sistema particolare, ma semplicemente di chiarire le parole e le frasi chiavi che sono usate nella teologia d'oggi alle volte in una grande varietà di modi. Vi abbiamo incluso alcuni termini biblici, catechetici, storici, liturgici e filosofici che prima o poi gli studenti di teologia dovranno incontrare. Sebbene questo dizionario sia destinato primariamente agli Occidentali (specialmente ai cattolici), i contatti sempre più frequenti con cristiani Orientali ci hanno suggerito di aggiungere alcuni termini mutuati dall'Oriente.

In breve: l'intento di questo lavoro è quello di chiarire la terminologia teologica e di promuoverne un uso esatto. Ci riterremo pienamente soddisfatti se saremo riusciti a dare un qualche contributo per il raggiungimento di queste finalità. Nel suo complesso, questo dizionario è opera dei due autori, e ce ne assumiamo un'uguale responsabilità per l'intero suo contenuto.

Non ci è sembrato il caso di appesantire un dizionario sintetico di teologia con indicazioni bibliografiche. Abbiamo voluto, però, ricordare le fonti principali: la Bibbia, le cui parti, Antico e Nuovo Testamento, sono rispettivamente abbreviate in AT e NT; i documenti del Concilio Vaticano II (1962-1965); il Codice di Diritto Canonico del 1983 (abbreviato: CIC); e l'ultima edizione di H. Denzinger - A. Schönmetzer, Enchiridion Symbolorum, Definitionum et Declarationum de Rebus Fidei et Morum (Friburgo in Breslavia, 1976; abbreviato: DS). Chi avesse difficoltà per il latino può trovare la traduzione dei passi principali di questo Enchiridion in: Justo Collantes, La fede della Chiesa Cattolica, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1993 (abbreviato FCC).

L'esperienza di vari amici e colleghi ci ha aiutati a chiarire molti termini con maggior successo: Giorgio Barone-Adesi, Jean Beyer, Charles Conroy, Mariasusai Dhavamony, Clarence Gallagher, Edouard Hambye, Eduard Huber, John Long, Antonio Orbe, Ronald Roberson, Tomas _pidlík, Frank Sullivan, Javier Urrutia, Jos Vercruysse, Jared Wicks e Boutros Yousif. In modo speciale desideriamo ringraziare vivamente John Michael McDermott e Robert Taft, che hanno portato molte correzioni e suggerimenti.

Con gratitudine ed affetto, dedichiamo questo dizionario a quei grandi sostenitori della teologia e dei teologi che sono Eugene e Maureen McCarthy.

Gerald O'Collins S.J.

e Edward G. Farrugia, S.J.

Roma, 16 giugno 1990

Avevamo già consegnato il dattiloscritto alle stampe quando Giovanni Paolo II promulgò, il 18 ottobre 1990, il Codex Canonum Ecclesiarum Orientalium, Libreria Editrice Vaticana, 1991. Molti dei suoi 1546 canoni sono importanti per questo dizionario: per esempio, le voci sul Patriarca (canoni 55-150; in particolare, 78, 110), l'Eparchìa (117-310), la Vita religiosa (410-572), e tutte le voci attinenti ai sacramenti (667-895). Nelle Chiese orientali, per esempio, la benedizione del presbitero (anziché di un semplice diacono) è essenziale per la celebrazione ordinaria del matrimonio (canone 828). Il nuovo Codice è uno strumento di lavoro indispensabile per quanto concerne le Chiese d'Oriente.

G. O'C. e E.G.F.

11 febbraio 1991

ABBREVIAZIONI

per i documenti del Concilio Vaticano II

AA Apostolicam Actuositatem (Decreto sull'apostolato dei Laici)

AG Ad Gentes Divinitus (Decreto sull'attività missionaria della Chiesa)

CD Christus Dominus (Decreto sull'ufficio pastorale dei vescovi)

DH Dignitatis Humanae (Dichiarazione sulla libertà religiosa)

DV Dei Verbum (Costituzione dogmatica sulla divina Rivelazione)

GE Gravissimum Educationis (Dichiarazione sull'educazione cristiana)

GS Gaudium et Spes (Costituzione pastorale: La Chiesa nel mondo contemporaneo)

IM Inter mirifica (Decreto sui mezzi di comunicazione sociale)

LG Lumen Gentium (Costituzione dogmatica sulla Chiesa)

NA Nostra Aetate (Dichiarazione sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane)

OE Orientalium Ecclesiarum (Decreto sulle Chiese Orientali Cattoliche)

OT Optatam Totius (Decreto sulla formazione sacerdotale)

PC Perfectae Caritatis (Decreto sul rinnovamento della vita religiosa)

PO Presbyterorum Ordinis (Decreto sul ministero e la vita sacerdotale)

SC Sacrosanctum Concilium (Costituzione sulla Sacra Liturgia)

UR Unitatis Redintegratio (Decreto sull'Ecumenismo)

Altre abbreviazioni

AT Antico Testamento

Ebr. Ebraico

Gr. Greco

Lat. Latino

NT Nuovo Testamento

__________________________________________________

A

B

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A

Abbà. (inizio)

Termine familiare aramaico che vuol dire: padre (più esattamente: papà). Quando si trova nel NT (Mc 14,36; Rm 8,15; Gal 4,6), viene sempre aggiunto il termine greco equivalente. Cf Adozione a figli di Dio.

Abito (Lat. " vestito "). (inizio)

L'abbigliamento distintivo indossato da uomini e donne che appartengono a congregazioni e ordini religiosi. Nella filosofia e nella teologia occidentale, per abito si intende qualche modificazione nel nostro interno che produce modelli regolari di comportamento buono o cattivo. Le virtù, come per esempio il coraggio, sono abiti buoni, mentre i vizi, come la viltà, sono abiti cattivi. La Scolastica occidentale chiamava la grazia santificante un abito creato soprannaturale, perché

a) trasforma la nostra anima e le sue facoltà puramente naturali, e

b) sostiene le tre virtù teologali che superano le nostre capacità naturali.

Cf Grazia abituale; Vita religiosa; Scolastica; Soprannaturale; Virtù; Virtù teologali.

Abito infuso. (inizio)

Un abito buono elargito direttamente da Dio. Va distinto da un abito acquisito che cresce e matura gradualmente.

Accidente. (inizio)

Qualità che inerisce in una sostanza e non può esistere senza di essa, mentre non è indispensabile a quella sostanza. La filosofia aristotelica conosce nove classi di accidenti, fra cui la qualità, la quantità, lo spazio e il tempo. Cf Sostanza e accidenti; Transostanziazione.

Accolito (Gr. " seguace "). (inizio)

Cf Lettore; Tonsura.

Acemeti (Gr. " insonni "). (inizio)

Monaci che prendevano sul serio il precetto di Paolo: " Pregate incessantemente " (1 Ts 5,17). Vivevano in assoluta povertà e si alternavano a gruppi nella preghiera ventiquattr'ore su ventiquattro. Furono fondati dall'abate sant'Alessandro (circa 356 - circa 430). Difesero il Concilio di Calcedonia (451), ma in seguito furono ingiustamente accusati di essere nestoriani. Col loro centro di Costantinopoli, sopravvissero fino al secolo XIII, dopo aver mitigato la loro povertà e costruito una famosa biblioteca. L'ideale paolino ha ispirato anche contemplativi occidentali, in particolare istituti dediti all'adorazione perpetua. Sia l'Oriente che l'Occidente hanno ampiamente accettato il programma di Origene (circa 185 - circa 254) di unire la preghiera col lavoro necessario, di modo che l'intera vita diventi un " pregare incessante ". Cf Esicasmo; Liturgia delle Ore; Monachesimo; Preghiera.

Adamo (Ebr. " uomo "). (inizio)

È il termine biblico con cui è indicato il primo uomo, creato con Eva ad immagine di Dio (Gn 1,26-27), e il primario antenato di Gesù (Lc 3,38). Come Secondo o Nuovo Adamo (Rm 5,14; 1 Cor 15,45), il Cristo ha restaurato la stirpe umana nella rettitudine e nella vita perdute dal primo Adamo (cf DS 90l). Cf Eva; Giustificazione; Nuova Eva; Peccato originale; Poligenismo.

Adorazione. (inizio)

Il massimo atto di omaggio che viene rivolto solo a Dio (Es 20,1-4; Gv 4,23), nostro creatore, redentore e santificatore, che solo va " adorato e glorificato " (Simbolo Niceno). I credenti adorano Dio attraverso varie immagini (per es., la croce); adorano anche Cristo presente nell'Eucaristia (cf DS 600-601; FCC 7.336-7.337). Cf Croce; Icona; Latrìa; Venerazione dei santi; Culto.

Adozianismo. (inizio)

Eresia spagnola del secolo VIII, secondo cui Cristo, in quanto Dio, era vero Figlio di Dio per natura, ma in quanto uomo, era soltanto figlio adottivo di Dio (Cf DS 595; 610-615; FCC 4.075; 4.079). Gli esponenti principali furono: Elipando (circa 718-802), arcivescovo di Toledo, e Felice (morto nell'818), vescovo di Urgel. La dominazione islamica di Toledo, a quel tempo capitale della Spagna, e la teologia islamica di cui uno dei princìpi fondamentali è che Dio non può avere figli, furono il terreno propizio. Questa eresia aveva precedenti negli Ebioniti e nel monarchianismo dinamico che vennero associati all'adozianismo negli studi di Adolf von Harnack (1851-1930). Cf Ebioniti; Islamismo; Monarchianismo; Nestorianesimo.

Adozione a figli di Dio. (inizio)

È un modo col quale Paolo esprime i nuovi rapporti che hanno stretto con Dio coloro che sono stati redenti da Cristo. Non sono più schiavi del peccato, ma figli adottivi che gridano: " Abbà, Padre " (Rm 8,15; Gal 4,5-7). Sono credenti divenuti eredi con Cristo, il Figlio di Dio per natura (Rm 8,17; Gal 4,7). La loro adozione sarà perfetta con la risurrezione corporea (Rm 8,21-25). Cf Deificazione; Grazia abituale; Redenzione; Rigenerazione; Risurrezione.

Aftartodocetismo (Gr. " incorruttibilità " e " apparenza "). (inizio)

Eresia monofisita del VI secolo, fondata da Giuliano di Alicarnasso (morto dopo il 518). Sosteneva che fin dal primo momento dell'incarnazione, il corpo di Cristo era incorruttibile e immortale, ma aveva liberamente accettato di soffrire per la nostra salvezza. Cf Concilio di Calcedonia; Docetismo; Monofisismo.

Agàpe (Gr. " amore "). (inizio)

Termine caratteristico usato nel NT, specialmente nel Vangelo di Giovanni, nelle lettere di Paolo e di Giovanni, per designare l'amore di Dio (o di Cristo) verso di noi e, per derivazione, il nostro amore verso Dio e fra di noi (per es., Gv 15,12-17; 1 Gv 4,16; 1 Cor 13). Questo termine si applica anche al pasto che la cristianità primitiva prendeva in comune in connessione con l'Eucaristia. Cf Amore; Eucaristia.

Agiografia (Gr. " santi", " scritti "). (inizio)

Opere che narrano la vita dei Santi. Mentre si hanno scritti del genere già nel cristianesimo delle origini, l'agiografia, come iniziativa di studiosi, ha ricevuto un forte impulso da Giovanni van Bolland, S.J. (1596-1665). Il suo lavoro è stato continuato dai Gesuiti " Bollandisti ". Cf Martire; Santo.

Agnosticismo (inizio)

(Gr. " non conoscere "). Dottrina filosofica che afferma l'incapacità di conoscere qualcosa di certo intorno a Dio, all'" altro " mondo e alla vita dopo morte (cf DS 3475-3477; 3494-3495; GS 57). Nell'uso popolare, il termine abbraccia varie forme di scetticismo religioso. Cf Ateismo.

Agostinianismo. (inizio)

È il sistema filosofico e teologico di sant'Agostino di Ippona (354-430). Questa sintesi sottolinea:

a) la libera sovranità di Dio nell'elargire la grazia e

b) il primato dell'illuminazione di Dio nella conoscenza razionale.

Questo sistema si chiama alle volte Agostinismo per distinguerlo dall'agostinianismo che fu sviluppato da Egidio Romano (= Egidio di Roma, circa 1243-1306), della famiglia dei Colonna e allievo di Tommaso d'Aquino, e che divenne predominante tra gli Eremiti di sant'Agostino. Cf Grazia; Semi-pelagianesimo.

Akàthistos (Gr. " stando in piedi "). (inizio)

È uno dei più antichi e più belli inni di lode dell'Oriente bizantino alla Madre di Dio. Lo si canta stando generalmente in piedi (di qui il suo nome) durante l'Ufficio della vigilia del Sabato della quinta settimana della Quaresima dei Greci. La prima parte dell'inno è basata sul vangelo dell'infanzia di Luca, con l'aggiunta di alcuni elementi mutuati dai vangeli apocrifi e con la ripetizione di " Ave, Maria". La seconda parte contempla la nascita di Gesù e il suo impatto salvifico sul mondo intero. Cf Theotòkos.

Albigeismo. (inizio)

Eresia medievale che prese il nome dal suo centro, Albi, nella Francia meridionale. La redenzione veniva intesa come una liberazione dell'anima dalla carne. Ritenevano cattiva la materia e perciò respingevano l'incarnazione di Cristo, i sacramenti e la risurrezione dei corpi. Gli aderenti di questa eresia si dividevano in perfetti, che non si sposavano e conducevano una vita quanto mai austera, e credenti ordinari che vivevano una vita normale fino a quando non erano in pericolo di morte. Nel 1215, l'eresia fu condannata nel Concilio Lateranense IV (cf DS 800-802; FCC 6.060-6.062; 7.025). Cf Bogomili; Catari; Concilio Lateranense IV; Dualismo; Manicheismo.

Alessandria. (inizio)

Cf Teologia alessandrina.

Alleanza. (inizio)

Patto di amicizia di Dio con l'intera umanità rappresentata da Noè (Gn 9,8-17) e poi con Abramo e coi suoi discendenti (Gn 15,18; 17,1-22). Sul Sinai, Dio stabilì un'alleanza attraverso Mosè (Es 19,5-6; 24,7-8) e nei dieci Comandamenti sintetizzò i doveri con cui Israele avrebbe dovuto corrispondere (Es 20,1-17; Dt 5,1-21; Ger 11,1-8). I Profeti Maggiori annunciarono che la santità interiore sarebbe stata offerta ed effettuata da Dio (per es., Ger 31,31-34). L'Alleanza nuova ed eterna venne sigillata col Sangue di Cristo (Lc 22,20; 1 Cor 11,25; Eb 7,22; 8,8-13). Cf Berith; Decalogo.

Allegoria (Gr. " esprimere un significato diverso da quello letterale "). (inizio)

Interpretazione esauriente che non si ferma al detto narrativo che si palesa, ma cerca legami ulteriori e più profondi con la realtà (per es., l'allegoria della vigna in Is 5,1-7; Sal 80,9-17). In certi passi, san Paolo segue l'esegesi ebraica del suo tempo per interpretare allegoricamente l'AT (per es., Gal 4,21-31). A differenza degli scrittori antiocheni, Origene (circa 185 - circa 254) privilegiò il significato allegorico anziché quello letterale degli scritti narrativi dell'AT. Come altri Padri Latini, sant'Agostino (354-430) riconobbe sia il significato letterale sia quello allegorico delle Scritture. Cf Ermeneutica; Esegesi; Haggadah; Origenismo; Parabola; Sensi della Scrittura; Teologia alessandrina; Teologia antiochena.

Amartiologia (Gr. " studio del peccato "). (inizio)

È quel settore della teologia che studia il peccato e i suoi effetti sugli uomini. Cf Peccato.

Ambone. (inizio)

Leggìo dal quale si legge o si canta. Per molto tempo, l'ambone era praticamente scomparso come attrezzo liturgico ufficiale, in quanto lo spazio valido era monopolizzato dall'altare, dal pulpito e, nella cattedrale, dal trono del vescovo. Il Concilio Vaticano II ha contribuito al ritorno dell'ambone con l'insegnare che è Cristo che parla quando in chiesa si legge la Scrittura (SC 7).

Americanismo. (inizio)

Un movimento della fine del secolo XIX tra i Cattolici degli Stati Uniti aperti agli ideali migliori del puritanesimo americano, dell'illuminismo, dell'ecumenismo incipiente e della cultura contemporanea. Furono influenzati da p. Teodoro Isacco Hecker (1819-1888), fondatore dei Padri Paulisti. Nel 1899, la Santa Sede condannò l'americanismo (DS 3340-3346). Alcune tematiche dell'americanismo, come la libertà religiosa, furono in seguito sostenute dal Vaticano II (cf DH 2-8). Cf Concilio Vaticano II; Ecumenismo; Illuminismo; Libertà religiosa; Puritanismo.

Amore. (inizio)

Comportamento libero, auto-trascendente, vivificante ed unificante che ha la sua sorgente e il suo modello nella Beata Trinità. L'AT ripetutamente confessa Dio come il " partner " fedele e tenero dell'Alleanza con il Popolo da lui scelto. Questo è chiamato a rispondere con l'amare Dio (Dt 6,5) ed il prossimo (Lv 19,18). Gesù ha congiunto questi due comandamenti basilari (Mc 12,29-31), e ha insegnato che il nostro amore deve estendersi in particolare ai nemici e a quelli che si trovano in difficoltà speciali (Mt 5,43-48; 25,31-46; Lc 10,29-37). In quanto comandamento massimo e " nuovo " (Gv 13,13.34; cf 1 Cor 12,3113,13), l'amore può anche comportare di morire per gli altri, come ha fatto Gesù (Gv 15,13; 1 Gv 3,16). L'iniziativa dell'amore di Dio verso noi peccatori rende possibile la nostra risposta di amore (Lc 15,3-32; Gv 3,16; Rm 5,6-8; 8,31-39; 1 Gv 4,19). Ci è dato lo Spirito dell'amore (Rm 5,5); siamo chiamati nella nuova comunità dell'amore (Ef 5,25-26.29); siamo invitati a partecipare all'amore divino che è la vita intima della Trinità (Gv 17,26). Cf Agàpe; Alleanza; Carità; Virtù teologali.

Anabattisti (Gr. " ribattezzatori "). (inizio)

Movimento del XVI secolo (diffuso specialmente in Germania, Olanda e Svizzera). Riteneva invalido il battesimo dei bambini e sosteneva perciò la necessità di " ribattezzare " gli adulti. Era composto di parecchi gruppi, il più famoso dei quali aveva come capo Thomas Münzer (circa 1490-1525) che guidò la " Rivolta dei contadini " (1522-1525). Un'altro gruppo di Anabattisti cercò di instaurare una forma di governo teocratico a Münster (1533-1535) con Jan Mattys e Giovanni di Leyden. Eredi degli Anabattisti sono i Mennoniti, discepoli di Menno Simons (1496-1561), diffusi soprattutto nel Nord America. Cf Battesimo dei bambini; Teocrazia.

Anacoretismo (Gr. " ritirarsi in solitudine "). (inizio)

Termine applicato a monaci orientali che vivono in solitudine come fanno gli eremiti nell'Occidente. Come i monaci occidentali, gli anacorèti possono essere collegati a un monastero. Cf Cenobiti; Monachesimo; Monte Athos.

Anàfora (Gr. " offrire "). (inizio)

È la preghiera eucaristica, o " canone " della Messa. Di solito comprende un dialogo introduttorio, il ringraziamento, le parole dell'istituzione dell'ultima Cena, l'anàmnesi, l'epìclesi, e la dossologia. I Siriani Orientali chiamano l'anafora " quddasha " (Siriaco " santificare "). In Oriente, porta il nome di un apostolo o di qualche altro santo. Cf Dossologia; Epìclesi; Preghiera eucaristica.

Anakephalàiosis (Gr. " ricapitolazione ", o " riunificare "). (inizio)

È un termine che, nella sua forma verbale, si riferisce a Cristo il quale riporta nel mondo ogni cosa all'unità (Ef 1,10). Su questa linea, certi Padri della Chiesa, come sant'Ireneo (circa 130 - circa 200) presentarono Cristo come Capo della Chiesa che porta a compimento il piano di Dio nella creazione e nella storia della redenzione.

Analisi della fede. (inizio)

È lo studio dei motivi che portano alla fede in Dio così come si è rivelato liberamente in Gesù Cristo. L'analisi di questi motivi mostra che l'auctoritas Dei revelantis (Lat. " l'autorità di Dio che rivela ") è il fattore decisivo per credere. Cf Esperienza religiosa; Fede; Mistero; Preamboli della fede.

Analogia (Gr. " proporzione "). (inizio)

È l'uso di un termine comune per designare realtà che sono somiglianti e dissimili sotto lo stesso aspetto (per es., " amore ", predicato di Dio e degli esseri umani). Il termine analogico va distinto:

a) dai termini equivoci: questi si hanno quando si usa una stessa parola per indicare realtà differenti (per es., il cane, animale, e il cane, costellazione);

b) e dai termini univoci, o termini perfettamente sinonimi: si tratta, in questo caso, di termini differenti che indicano una stessa e identica realtà (per es., il " re " e il " sovrano " per indicare il capo supremo di un regno). Cf Equivocità; Univocità.

Analogia dell'ente. (inizio)

In teologia, l'analogia regola il nostro parlare di Dio in termini umani e indica che nessuna informazione che ci venga comunicata in questo modo viola l'assoluto mistero di Dio. Come dice il Concilio Lateranense IV, qualsiasi somiglianza tra il Creatore e le creature è caratterizzata da una dissomiglianza ancora maggiore (cf DS 806; FCC 6.067). Esiste una differenza infinita tra l'affermazione " Dio è " e l'affermazione " le creature sono ". Cf Concilio Lateranense IV; Dio; Mistero; Theologia Crucis; Tomismo.

Analogia della fede. (inizio)

È un'espressione mutuata da Rm 12,6 e viene usata nella teologia cattolica per ricordare che un passo della Scrittura o un dato di fede va interpretato nel contesto dell'unica, intera e indivisibile fede della Chiesa (DS 3016, 3283; FCC 1.081, 2.019). Karl Barth (1886-1968) ha usato questa espressione per indicare la somiglianza e dissomiglianza che esistono contemporaneamente tra la decisione umana di credere e la decisione divina di elargire la grazia. Cf Fede; Grazia; Mistero; Theologia Crucis.

Anatema (Gr. " maledizione " o " oggetto che è maledetto "). (inizio)

Forma solenne di scomunica o esclusione dalla comunità. San Paolo usa questo termine contro chi predicasse un falso vangelo (Gal 1,9), o non volesse amare Cristo (1 Cor 16,22).

Anawim (Ebr. " gli afflitti "). (inizio)

I poveri privi di beni e di posizione sociale. Sebbene la povertà sia stata alle volte considerata frutto della pigrizia (Prv 10,4) e segno di disapprovazione di Dio, i profeti hanno reclamato la giustizia per gli oppressi (Is 10,2). Il termine anawim finì per designare coloro che ripongono la loro fiducia in Dio (Sof 2,3). Il re messianico cavalcherà un asinello come un povero (Zc 9,9; Mt 21,5). Nel canto del Magnificat, Dio abbraccia la causa dei poveri (Lc 1,46-55). Gesù elenca come prima beatitudine quella sui poveri (Mt 5,3; Lc 6,20). Cf Beatitudini; Povertà.

Angeli (Gr. " messaggeri "). (inizio)

Inviati spirituali di Dio, riconosciuti, sia pure in modo differente, dalla confessione ebraica, cristiana e islamica. Nelle tradizioni primitive dell'AT, gli angeli si distinguono difficilmente da Dio (Gn 16,7-13); il loro scopo è quello di essere mediatori tra Dio e gli uomini e di salvaguardare la trascendenza di Dio. L'insegnamento sugli angeli ebbe un grande sviluppo nel tardo giudaismo, dove appaiono i nomi di " Michele ", " Gabriele " e " Raffaele ". Nel NT, gli angeli hanno un ruolo importante (per es., Mt 1,20-24; Lc 2,9-15; Gv 20,12-13). Sono a servizio della salvezza dell'umanità (Eb 1,14). L'insegnamento della Chiesa distingue la realtà spirituale degli angeli da quella degli esseri corporei e afferma la loro esistenza personale (cf DS 3891; FCC 9.109) Sebbene gli angeli siano più agenti che oggetto della rivelazione, la Scrittura e il Magistero della Chiesa ritengono comunque certa la loro esistenza (cf DS 3320). Cf Angeli Custodi; Cori degli angeli.

Angeli custodi. (inizio)

Spiriti intelligenti, non materiali, incaricati da Dio di aver cura degli uomini (cf Mt 18,10; At 12,15). Nell'AT, gli Angeli proteggono i singoli (Tb 5,112,21; Sal 91,11-12), piccoli gruppi di persone (Dn 3,24-28), ed anche intere nazioni (Dn 10,13-21). Cf Angeli.

Angelologia. (inizio)

È quel trattato della teologia sistematica che studia la funzione, la natura e la gerarchia degli angeli, come anche il culto e l'iconografia che li concerne.

Anglicana. (inizio)

Cf Comunione anglicana.

Anglo-cattolicesimo. (inizio)

Termine che cominciò ad essere usato nella metà del secolo XIX per designare gli Anglicani della Chiesa Alta che in gran parte condividono le dottrine, le tradizioni e la prassi dei sacramenti dei Cattolici. Cf Ecumenismo; Movimento di Oxford.

Anima. (inizio)

È il principio spirituale degli esseri umani che sopravvive dopo la loro morte. Secondo l'AT, il nephesh (Ebr. " respiro di vita ") viene da Dio (Gn 2,7) e scompare con la morte. " Il mio nephesh " può significare: " me stesso ", o " l'anima mia " (Sal 3,2-3; cf Mc 8,34-36). Come i " Settanta ", così anche il NT, usa spesso il termine psyché (Gr. " anima ") per indicare il principio di vita (Rm 16,4; Fil 2,30). Verso la fine dell'AT, la lingua e il pensiero greco hanno introdotto il concetto dell'anima umana distinta dal corpo e dotata di immortalità da parte di Dio (Sap 3,1-9; 9,15; 16,13). Qua e là, il NT riflette un certo dualismo tra il corpo e l'anima (Mt 10,28; Lc 16,22; 23,43; 2 Cor 5,6-10; Fil 1,23; 1 Pt 1,9), ma pensa soprattutto agli esseri umani in quanto destinati alla risurrezione finale. Sotto l'influsso dello stoicismo, Tertulliano (circa 160 - circa 220) sembra aver ritenuto che l'anima fosse materiale, mentre Origene (circa 185 - circa 254), all'estremo opposto, pensava che le anime fossero non solo spirituali, ma anche preesistenti. San Tommaso d'Aquino (circa 1225-1274) intese l'anima come forma del corpo. Questo divenne l'insegnamento ufficiale nel Concilio di Vienne nel 1312 (DS 9O2; FCC 3.029). Contro il neo-aristotelismo di Pietro Pomponazzi (1464-1525), il Concilio Lateranense V insegnò nel 1513 l'individualità e l'immortalità dell'anima umana (DS 1440; FCC 3.031). Cf Animismo; Antropologia; Aristotelismo; Concilio di Vienne; Materia e Forma; Morte; Preesistenza; Reincarnazione; Risurrezione; Stoicismo; Vestigia Trinitatis; Vita dopo la morte.

Animismo (Lat. " anima ", " spirito "). (inizio)

Termine applicato una volta su larga scala per indicare la credenza di popoli primitivi secondo cui certe piante e oggetti materiali avrebbero un'anima o uno spirito proprio.

Anipostasia (Gr. " senza una ipostasi "). (inizio)

Termine usato per la natura umana di Cristo, la quale, pur essendo completa, tuttavia non sussiste propriamente come persona umana, o ipostasi, bensì nel Lògos divino. Cf Enipostasia; Ipostasi; Lògos; Neo-Calcedonianesimo; Persona.

Annullamento. (inizio)

Dichiarazione ufficiale di una sentenza ecclesiastica secondo cui un sacramento, specialmente un matrimonio o un'ordinazione presbiterale, nonostante tutte le apparenze contrarie, non è mai esistito, a causa di qualche impedimento, di una mancanza di consenso o di qualche difetto nell'osservare la forma o il procedimento specifico circa il matrimonio o l'ordinazione. Se viene riconosciuta la nullità di matrimonio, entrambe le parti sono libere di contrarre nuove nozze, ma soltanto " dopo che la sentenza che dichiarò la nullità del matrimonio in primo grado fu confermata in grado di appello con un decreto o con una seconda sentenza " (CIC can. 1684; cf cann. 1671-1685; 1708-1712). Cf Diritto Canonico; Matrimonio; Ordine; Validità.

Annunciazione. (inizio)

Si chiama così la solennità che celebra l'annuncio di Cristo portato a Maria dall'angelo Gabriele (Lc 1,26-38). Di origine bizantina, pare che questa festa sia stata celebrata a Roma fin dal VII secolo. La data del 25 marzo precede di nove mesi il Natale, data tradizionale, ma non fondata storicamente, della nascita di Gesù. Cf Avvento; Concepimento verginale; Natale.

Anomei (Gr. " dissimili "). (inizio)

Si chiamavano così gli Ariani estremisti della seconda generazione, con a capo Aezio (morto nel 370 circa) ed Eunomio (morto nel 394), secondo i quali il Figlio era soltanto la prima creatura ed era diverso quanto ad essenza dal Padre. Inoltre, Eunomio sosteneva che lo Spirito era semplicemente la più eccelsa creatura prodotta dal Figlio. Conseguentemente, i suoi discepoli battezzavano solo " nel nome del Signore ". Cf Arianesimo; Eunomianesimo; Filioque; Padri cappàdoci.

Anticlericalismo. (inizio)

Atteggiamento che nega alle autorità ecclesiastiche il diritto e il dovere di parlare di problemi politici connessi con la moralità pubblica, come anche un ruolo reale nella vita politica e socioculturale del paese. Cf Chiesa; Clericalismo, Clero; Teologia politica.

Antico Testamento. (inizio)

Quei libri sacri accettati dagli Ebrei e dai Cristiani come ispirati e canonici (NA 4). Gli Ebrei hanno una triplice divisione:

a) la Legge o il Pentateuco (Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio);

b) i Profeti: la maggior parte dei libri storici e i profeti maggiori e minori (escluso Daniele); e

c) gli Scritti: comprendono libri come i Salmi, i Proverbi, Giobbe e Daniele.

La Chiesa riconosce alcuni altri libri come la Sapienza di Salomone e Giuditta. Si hanno così 45 libri dell'AT (o 46 se la Lettera di Baruc è contata a parte da Geremia) che sono divisi nel modo seguente: il Pentateuco, i libri storici, la letteratura sapienziale e i profeti. Contro Marcione (morto verso il 160) e altri, la Chiesa ha sempre affermato che i libri dell'AT sono divinamente ispirati e appartengono al canone delle Scritture. Il Vaticano II ha sottolineato il valore permanente degli scritti dell'AT (DV 11, 14-15), i quali ricordano e interpretano la storia della preparazione per la venuta di Cristo e della sua Chiesa (DV 16; LG 2, 6; SC 5). Cf Bibbia; Canone delle Scritture; Ispirazione; Marcionismo; Nuovo Testamento.

Anticristo. (inizio)

L'avversario supremo di Cristo, connesso con la fine del mondo (1 Gv 2,18.22; 4,3) e personificato in quanti negano l'incarnazione (2 Gv 7). È stato anche identificato con " l'uomo iniquo " (2 Ts 2,3-10) e con " la bestia " (Ap 11,7; cf DS 916; 118; FCC 7.068). Cf Messia.

Antidoron (Gr. " al posto del dono "). (inizio)

Cf Eulogia.

Antimension (Gr. " al posto della mensa "). (inizio)

Cf Venerazione dei santi.

Antinomianismo (Gr. " contro la legge "). (inizio)

Disattenzione o addirittura disprezzo per la legge. Generalmente, questo comportamento può basarsi su ragioni filosofiche o teologiche; può derivare da un rifiuto psicologico dell'autorità, o essere semplicemente dettato da interessi economici. Già al tempo del NT, varie sette hanno sostenuto che i cristiani non erano più soggetti a nessuna legge, giustificando questo loro atteggiamento con un'interpretazione errata dell'insegnamento di Paolo (cf Rm 3,8.21), o appellandosi ad una guida speciale dello Spirito Santo che li liberava dai comuni obblighi morali. Cf Anabattisti; Gnosticismo; Legge.

Antiochia. (inizio)

Cf Teologia antiochena.

Antisemitismo. (inizio)

Ostilita contro gli Ebrei con sfondi razziali, religiosi e politici. Il Concilio Vaticano II respinse l'accusa fatta agli Ebrei di responsabilità collettiva per la morte di Gesù e deplorò " gli odii, le persecuzioni e tutte le manifestazioni dell'antisemitismo dirette contro gli Ebrei in ogni tempo e da chiunque " (NA 4). Cf Ebrei; Olocausto.

Antropocentrismo. (inizio)

Approccio alle questioni teologiche che prende l'umana esperienza come punto di partenza e guida conseguente. Quando questo approccio degenera fino a fare degli esseri umani il centro e l'unica misura di tutte le cose, l'antropocentrismo rende impossibile una teologia genuina. Cf Mistero; Teocentrismo; Teologia.

Antropologia. (inizio)

Interpretazione dell'esistenza umana (nella sua origine, natura e destino) alla luce della fede cristiana. Cf Creazione; Deificazione; Escatologia; Grazia; Immagine di Dio; Peccato originale; Protologia.

Antropomorfismo. (inizio)

Attribuire a Dio caratteristiche umane, sia fisiche (per es., il volto, la bocca, le mani) che emozionali (per es., il dispiacere, la gioia, l'ira). Cf Teologia Apofatica; Teologia Negativa.

Anziani. (inizio)

Uomini rivestiti di autorità nelle Sinagoghe ebraiche (Lc 7,3), nel Sinedrio di Gerusalemme (Mc 14,43.53; 15,1) e nelle comunità cristiane primitive (At 11,30; 14,23; 15,22). Alle volte, nel NT, " anziani ", o " presbiteri " sembrano essere sinonimi di ispettori o " vescovi " (Fil 1,1; Tt 1,5.7). Giovanni Calvino (1509-1564) distingueva tra " anziani maestri " (ordinati pastori) e " anziani governanti " (laici). Questa distinzione esiste ancora nelle Chiese Riformate e Presbiteriane. Cf Vescovo; Laico; Presbitero.

Apatia (Gr. " mancanza di passione o sofferenza "). (inizio)

Termine stoico usato qualche volta dai Padri della Chiesa per indicare la serenità che proviene dalla libertà da passioni cattive e dalla profonda unione con Dio. Cf Ascesi; Deificazione; Esicasmo; Impassibilità; Mortificazione; Stoicismo.

Apocatastasi (Gr. " restaurazione universale "). (inizio)

Teoria sviluppata da Origene (circa 185 - circa 254) e poi condannata come eretica, secondo cui gli angeli e gli uomini, anche i demoni e i dannati, saranno alla fine tutti salvi (Cf DS 409, 411; FCC 0.008). Cf Inferno.

Apocrifi (Gr. " nascosti ", o " non genuini "). (inizio)

Libri dell'AT scritti in greco (la maggior parte tra il 200 a.C. e il 70 d.C.), stampati nelle Bibbie cattoliche, ma spesso omessi in quelle protestanti. Comprendono libri come quello di Tobia, di Giuditta, del Siracide, della Sapienza e il 1o e 2o dei Maccabei (cf DS 213, 354). Cf Antico Testamento; Bibbia; Canone delle Scritture; Libri deuterocanonici; Vangeli apocrifi; Volgata.

Apollinarismo. (inizio)

Eresia cristologica sostenuta dal vescovo di Laodicea, Apollinare (circa 310 - circa 390). Preoccupato di difendere la piena divinità di Cristo contro gli Ariani, Apollinare intaccò la sua piena umanità col sostenere che Cristo non aveva spirito, ossia anima razionale, in quanto questa era sostituita dal Lògos divino (cf DS 146, 149, 151; FCC 4.023; 4.034). Il suo interesse principale era così quello di stabilire una stretta unità in Cristo, come appare dalla sua formula: " L'unica natura incarnata del Lògos ". Cf Arianesimo; Cristologia; Monofisismo.

Apologetica. (inizio)

Difesa razionale della fede cristiana circa Dio, Cristo, la Chiesa e la sorte comune degli uomini. Le argomentazioni possono essere rivolte agli aderenti di altre religioni, ai membri della comunità cristiane non cattoliche, ai membri dubbiosi della propria Chiesa, o semplicemente ai credenti che desiderano approfondire la consapevolezza della loro fede (cf 1 Pt 3,15). Cf Dialogo; Teologia fondamentale.

Apologisti. (inizio)

Nome dato a san Giustino Martire (circa 100 - circa 165), a san Teofilo di Antiochia (fine del II secolo), ad Atenagora (il quale verso il 177 rivolse la sua Apologia all'imperatore Marco Aurelio), a Taziano (morto verso il 160), e ad altri scrittori cristiani i quali difesero la fede contro le obiezioni degli Ebrei e dei pagani. Mentre alcuni, come Giustino, divennero i primi autori cristiani a fare un uso serio della filosofia, altri invece, come Taziano, si dimostrarono ostili alla filosofia greca. Gli apologisti offrivano alle persone colte del paganesimo un'esposizione della religione cristiana. Gli apologisti latini vennero un po' più tardi con Tertulliano (circa 160 - circa 220). Cf Filosofia; Padri Apostolici; Padri della Chiesa; Platonismo; Stoicismo.

Apophthegmata Patrum (inizio)

(Gr. Lat. " sentenze dei Padri "). Raccolta in greco di aneddoti e detti dei Padri del deserto d'Egitto e altrove che comprendono sant'Antonio Abate (circa 251-356), santa Sincletica (IV secolo) e Poemen (V secolo). A parte alcune stravaganze, l'opera è caratterizzata da saggezza e discrezione. Costituisce una fonte preziosa per le origini del monachesimo e per la vita spirituale cristiana. Cf Anacoretismo; Cenobiti; Monachesimo.

Apostasia (Gr. " distaccarsi "). (inizio)

Si trova questa parola nella traduzione greca dei Settanta (Ger 2,19) e in At 21,21 per descrivere la defezione dalla fede e l'allontanamento dalla comunità dei credenti. Nel linguaggio comune, indica l'abbandono completo e deliberato della fede da parte di cristiani battezzati. Si distingue così dalla semplice eresia e dallo scisma. Cf Eresia; Fede; Scisma.

Apostolicità. (inizio)

È l'identità di fede e prassi cristiana della Chiesa di oggi con la Chiesa degli Apostoli. Assieme all'unità, santità e cattolicità, il Simbolo Niceno-Costantinopolitano elenca l'apostolicità come una delle quattro " note " della Chiesa. Cf Cattolicità; Note (Segni) della Chiesa; Santità; Simbolo niceno.

Apostolo (Gr. " uno che è mandato ", " ambasciatore "). (inizio)

In senso stretto, si chiamano così i dodici discepoli scelti da Cristo (Mt 10,2; Lc 6,13-16), i quali resero testimonianza al suo ministero, alla sua morte e risurrezione con la potenza dello Spirito Santo (At 1,5.8). In un senso più largo, sono compresi come Apostoli: Paolo (1 Cor 9,1; Gal 1,1.17), Barnaba (At 14,4.14), Giacomo (1 Cor 15,7) ed altri (Rm 16,7) che servirono come guide nella missione originaria del cristianesimo e che furono investiti dell'autorità di Cristo nella fondazione della Chiesa (Ef 2,20). Cf Ministero petrino; Successione apostolica.

Apparizioni del Signore risorto. (inizio)

Si tratta di quella serie speciale di incontri col Gesù risorto, che costituirono il modo primario con cui i primi cristiani conobbero che era risorto dai morti. Apparve a persone singole, come Maria Maddalena (Mt 28,9-10; Gv 20,11-18), Pietro (1 Cor 15,5; Lc 24,34) e Paolo (1 Cor 9,1; Gal 1,12.16; At 9,1-19) e a gruppi, specialmente agli " Undici " (per es., Mc 16,7; Mt 28,16-20; 1 Cor 15,5,). Come indicano la 1 Cor 15,8; Gv 20,29 e altri testi del NT (per es., 1 Pt 1,8), le apparizioni del Cristo risorto furono esperienze riservate ai testimoni originari la cui predicazione e il cui ministero inaugurarono la missione cristiana e la Chiesa. Cf Apostolo; Ascensione; Risurrezione.

Appropriazioni (Lat. " fare proprio "). (inizio)

Attribuire ad una persona divina un'azione o un attributo che in realtà è comune alle tre Persone divine. Così, la creazione è attribuita per appropriazione al Padre, la redenzione al Figlio e la santificazione allo Spirito Santo. Di fatto, tutte le opere ad extra (Lat. " le azioni esterne ") sono comuni alle tre Persone divine (cf DS 545-546; 1330; FCC 6.072). Cf Attributi divini; Trinità immanente.

Archimandrita (Gr. " che guida un gregge "). (inizio)

Titolo dell'Oriente bizantino applicato al Superiore di un grande monastero o di un gruppo di monasteri. È usato anche come titolo onorifico per certi presbiteri celibi.

Arcidiacono. (inizio)

Originariamente, si chiamava così il capo del collegio dei diaconi, che faceva da vicario al vescovo nell'amministrazione e nella disciplina della diocesi. Il termine venne poi a designare un presbitero incaricato di funzioni importanti nella diocesi. Cf Diacono; Diocesi.

Arcivescovo. (inizio)

Titolo usato a partire dal IV o V secolo per vescovi di sedi particolarmente importanti, e in seguito applicato in Occidente per i metropoliti o capi di una regione ecclesiastica. Nella Chiesa Latina, il titolo di " arcivescovo " può essere puramente onorifico. In Oriente, i patriarchi vennero chiamati arcivescovi e in seguito il titolo fu esteso ai metropoliti. Cf Patriarca; Vescovo.

Argomenti per l'esistenza di Dio. (inizio)

Sono le vie filosofiche per dimostrare come la fede in Dio abbia un fondamento ragionevole. Una di queste vie, per esempio, è quella che parte dal finalismo cosmico per giungere ad una Mente ordinatrice (cf DS 3004, 3026; FCC 1.061, 1.064). Ben lungi dal sostituire la fede, questi argomenti vengono da una fede e da una esperienza di Dio che li precedono. Cf Argomento teleologico; Cinque Vie (Le); Dio; Esperienza religiosa; Mistero; Teologia naturale

Argomento cosmologico. (inizio)

Cf Argomenti per l'esistenza di Dio; Cinque Vie (Le).

Argomento ontologico. (inizio)

Questo modo di " dimostrare " l'esistenza di Dio è stato sviluppato da sant'Anselmo di Aosta (circa 1033-1109). Siccome ciò che intendiamo per " Dio " è " id quo nihil maius cogitari possit " (Lat. " ciò di cui non si può pensare nulla di più grande "), proprio l'idea di Dio esige l'esistenza obiettiva di Dio. Altrimenti, cadremmo in una contraddizione, in quanto saremmo capaci di immaginare qualcosa più grande di Dio, e precisamente un Dio che esiste. San Tommaso d'Aquino (circa 1225-1274), Immanuel Kant (1724-1804) e altri hanno respinto questo argomento in quanto passa indebitamente, secondo loro, dal livello del pensiero puro a quello dell'esistenza effettiva. Altri filosofi, invece, sia pure in modi differenti, hanno difeso questo argomento: René Descartes (Cartesio: 1596-1650), Baruch Spinoza (1632-1677), Goffredo Guglielmo Leibniz (1646-1716), Giorgio Guglielmo Federico Hegel (1770-1831). Più recentemente, alcuni hanno sostenuto che l'argomento ontologico, anziché essere una " prova ", non fa che spiegare la conoscenza implicita che abbiamo già di Dio. Cf Cinque Vie (Le); Ontologismo.

Argomento teleologico (inizio)

(Gr. " studio dei fini e degli scopi "). È l'argomento che parte dall'ordine che si costata nel mondo per affermare l'esistenza di Dio come Ordinatore e Causa finale di ogni cosa. In maniere differenti, Aristotele (384-322 a.C.), san Tommaso d'Aquino (circa 1225-1274) e molti altri hanno interpretato l'universo come rivelatore di finalità intelligenti e indicatore di Dio come fine ultimo di tutte le cose. Davide Hume (1711-1776) ha messo in discussione la causalità trans-empirica in genere; Immanuel Kant (1724-1804) ha contestato la possibilità di prove, in particolare per l'esistenza di Dio. L'argomento teleologico ha dovuto affrontare ulteriori obiezioni quanto Charles Darwin (1809-1882) spiegò il disegno biologico come la sopravvivenza dei più idonei. Le teorie meccanicistiche dell'ordine del mondo come semplice risultato di operazioni casuali delle forze naturali sono durate a lungo. Però, i recenti progressi in astronomia, biologia, fisica ed in altre scienze hanno mostrato quanto vasto e di grande portata sia l'ordine in un mondo che, a quanto pare, esiste solo da un tempo tutto sommato relativamente breve. Le probabilità contrarie ad un ordine così sbalorditivo che sarebbe emerso per puro caso dànno una nuova plausibilità all'argomento che postula un Ordinatore intelligente. Cf Argomenti per l'esistenza di Dio; Causalità; Cinque Vie (Le); Finalità.

Arianesimo. (inizio)

Eresia condannata nel Concilio di Nicea I (325). Il suo fautore fu un prete di Alessandria, Ario (circa 250 - 336), il quale sosteneva che il Figlio di Dio non era sempre esistito e perciò non era di natura divina, ma soltanto la prima creatura (cf DS 125-126, 130; FCC 0.503-0.504). Dopo aver turbato seriamente la pace della Chiesa fino al 381, l'Arianesimo sopravvisse in forma mitigata per parecchi secoli fra le tribù germaniche. Cf Anomèi; Concilio di Nicea I; Filioque; Omèi; Omooùsios; Semi-Arianesimo; Subordinazionismo.

Aristotelismo. (inizio)

Orientamento filosofico che ebbe la sua origine con Aristotele (384-322 a.C.), caratterizzato da un maggiore realismo della precedente e spesso rivale scuola platonica. Dopo essere stato disatteso e combattuto da alcuni Padri della Chiesa, l'aristotelismo con la sua etica, logica, teoria della causalità (con le sue quattro cause: efficiente, finale, formale e materiale) e visuale dell'anima umana come forma del corpo (e non prigioniera del corpo, come insegnava il platonismo), si affermò nel Medioevo col sostegno di filosofi arabi, di Mosè Maimonide (1135-1204) e di san Tommaso d'Aquino (circa 1225-1274). San Tommaso elaborò le sue prove dell'esistenza di Dio su una base aristotelica, ma difese l'immortalità naturale dell'anima, negata, a quanto pare, da Aristotele. Cf Anima; Causalità; Cinque Vie (Le); Neoplatonismo; Platonismo; Tomismo.

Armeni. (inizio)

Cf Cristianità armena.

Ars moriendi (Lat. " l'arte di morire "). (inizio)

Insegnamento del tardo Medioevo sul modo con cui i cristiani devono affrontare la morte. I libri su questo argomento, come per esempio quello di Giovanni Gersone (1363-1429), godettero di una grande popolarità ed influenzarono l'arte per le descrizioni della morte. Cf Morte.

Ascensione. (inizio)

È la salita al cielo del Cristo risorto per entrare nella gloria piena e definitiva " alla destra del Padre ", dove intercede per noi ed esercita la sua signoria sull'intero universo (cf DS 10-30; 189; FCC 5.004, 0.502, 5.006). L'Ascensione indica la chiusura delle apparizioni avvenute dopo la risurrezione (unica eccezione è il caso di Paolo) ed inaugura una nuova presenza di Cristo mediante lo Spirito Santo. Questa nuova presenza è la Chiesa con la sua missione nel mondo intero. Di qui, i due misteri vennero inizialmente celebrati insieme a Pentecoste, ma verso il 370 la festa dell'Ascensione venne fissata a quaranta giorni dopo la Pasqua (At 1,3). Cf Pentecoste; Risurrezione.

Ascesi (Gr. " esercizio "). (inizio)

Vie e modi adottati dai cristiani sotto l'azione dello Spirito Santo per purificarsi dal peccato e rimuovere gli ostacoli che si oppongono alla libera sequela di Cristo. L'ascesi genuina porta una crescita nella contemplazione e nell'amore di Dio e non è per nulla dannosa alla maturità personale e alla responsabilità sociale. Cf Contemplazione; Imitazione di Cristo; Mortificazione; Penitenza.

Assenso di fede. (inizio)

Confessione dell'autocomunicazione di Dio salvatore in Cesù crocifisso e risorto (per es., Rm 10,9). Questo comporta un impegno personale verso Cristo come Signore (per es., Rm 1,5; 1 Cor 12,3) ed una speranza fiduciosa nella futura risurrezione (Rm 6,8). Questo atto, libero e ragionevole, è reso possibile mediante la potenza dello Spirito Santo che dà ad ognuno la capacità di farsi battezzare e di entrare nella Chiesa. Cf Battesimo; Fede.

Assenso nozionale. (inizio)

Assenso puramente astratto a una verità senza afferrarla in pieno o senza essere afferrati dalla realtà di quella verità. Cf Teologia.

Assenso reale. (inizio)

Assenso pieno alla verità, specialmente a verità concrete più che a verità astratte. Notando come molti accettino solo nozionalmente le realtà mediate dalle verità concrete e dal linguaggio della rivelazione, John Henry Newman (1801-1890) rese popolare la distinzione tra assenso reale e assenso puramente nozionale. Cf Fede.

Assoluzione. (inizio)

Dichiarazione ai peccatori pentiti del perdono dei peccati personali per mezzo di Cristo (cf DS 1673; FCC 9.233). L'assoluzione può avere la forma indicativa (per es.: " Io ti assolvo "), o deprecativa (per es.: " Dio onnipotente abbia misericordia di noi e perdoni i nostri peccati "). Le formule di assoluzione degli Orientali sono generalmente deprecative (per es.: " Dio ti perdoni "). L'assoluzione costituisce una parte essenziale del sacramento della Riconciliazione e richiama il ministero di perdono di Cristo (Mt 18,21-35; Mc 2,1-12.15-17; Lc 5,17-26; 7,36-50; 15,1-32; 19,1-10; Gv 8,3-11) e il potere che ha lasciato alla Chiesa di " legare " e di " sciogliere " (Mt 16,19; 18,18; Gv 20,22-23). Nel Rito Latino, la formula dell'assoluzione suona così: " Dio, Padre di misericordia, che ha riconciliato a sè il mondo nella morte e risurrezione del suo Figlio, e ha effuso lo Spirito Santo per la remissione dei peccati, ti conceda, mediante il ministero della Chiesa, il perdono e la pace. E io ti assolvo dai tuoi peccati nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo ".

Il Concilio di Trento (1545-1563) definì che l'assoluzione non è una semplice dichiarazione, ma è anche un atto giudiziale (DS 1684, 1709; FCC 9.245, 9.265).

L'assoluzione è data dal vescovo che è a capo di una diocesi e dai presbiteri ai quali egli abbia dato l'autorità di ascoltare le confessioni (cf DS 1323; FCC 9.217). Secondo il Codice di Diritto Canonico del 1983, " Coloro che godono della facoltà di ricevere abitualmente le confessioni sia in forza dell'ufficio, sia in forza della concessione dell'Ordinario del luogo di incardinazione o del luogo nel quale hanno il domicilio, possono esercitare la stessa facoltà ovunque, a meno che l'Ordinario del luogo, in un caso particolare, non ne abbia fatto divieto... " (Can.969, & 2; cf 959-960, 966). Si può impartire l'assoluzione in modo generale qualora " vi sia imminente pericolo di morte ed al sacerdote o ai sacerdoti non basti il tempo per ascoltare le confessioni dei singoli penitenti " (CIC 961 & 1, 1o). Però, a coloro che ricevono l'assoluzione in questo modo va detto che dovranno confessarsi individualmente appena sarà loro possibile. L'assoluzione all'inizio della Messa o durante la liturgia delle Ore è un sacramentale, non un sacramento. Cf Confessione; Diocesi; Epìclesi; Giurisdizione; Ordinario; Perdono dei peccati; Sacramento della penitenza; Sacramento; Sacramentale.

Assunzione della Beata Vergine Maria. (inizio)

Dogma definito nel 1950 dal Papa Pio XII secondo cui, terminato il corso della vita terrena, Maria fu assunta in cielo in anima e corpo (cf DS 3900-3904; FCC 5.027-5.030). Mentre Cristo " ascese " per virtù propria, Maria fu " assunta " dalla potenza di Dio. A partire dal V secolo, i cristiani d'Oriente celebravano la " kòimesis " (" dormizione ") della Beata Vergine Maria. Il termine " Assunzione " sostituì quello di " dormizione " quando Roma adottò la festa nel VII secolo. Cf Dogma.

Astinenza. (inizio)

Rinuncia ad attività di per sé legittime, come, per esempio, il mangiare carne. In Occidente, la Chiesa Cattolica prescrive l'astinenza dalle carni il Mercoledì delle Ceneri e ogni venerdì, specialmente i venerdì di Quaresima. Le Conferenze Episcopali possono, però, adattare questa prassi secondo le necessità del luogo (cf CIC 1249-1253). In Oriente, i giorni di astinenza sono molto più frequenti e sono di solito associati col digiuno. Cf Conferenze Episcopali; Digiuno; Quaresima.

Ateismo (Gr. " senza Dio "). (inizio)

Negazione dell'esistenza di Dio, in teoria o in pratica. Le molteplici forme di ateismo vanno da una indifferenza tollerante ad un rigetto militante, che varia a seconda del concetto particolare del Dio che viene rigettato e dell'ambiente socio-ecclesiale in cui si ingaggia il conflitto. Per un tempo più o meno lungo, è possibile essere atei in buona fede, ma il rifiuto consapevole del problema dell'esistenza di Dio è irresponsabile e degno di biasimo. Cf Agnosticismo; Dio; Mistero; Teologia Negativa.

Athos. (inizio)

Cf Monte Athos.

Attributi divini. (inizio)

Proprietà predicate di Dio sulla base del pensiero filosofico (per es., 'immutabilità) eo della rivelazione biblica (per es., la fedeltà). Essi esprimono, nei limiti dell'analogia, l'essenza ineffabile di Dio, da cui, in ultima analisi, non si distinguono realmente. Cf Analogia; Palamismo.

Attrizione (Lat. " rimorso "). (inizio)

Termine coniato nel XII secolo per indicare il dispiacere dei peccati commessi.

a) Questo dispiacere è causato dalla vergogna o dal timore dei castighi più che dall'amore verso Dio.

b) Qualche volta si chiama " dolore imperfetto ".

Il Concilio di Trento (1545-1563) insegnò che l'attrizione è sufficiente per la recezione fruttuosa del sacramento della Penitenza quando sia animata dalla speranza del perdono e dal proponimento di non peccare di nuovo (cf DS 1678). Cf Contrizione; Sacramento della penitenza.

Augusta (Augsburg). (inizio)

Cf Confessione di Augusta.

Autocefalo (Gr. " che ha la propria testa "). (inizio)

Termine usato specialmente per le Chiese rette dai propri Sinodi e che fanno parte della comunione delle Chiese Orientali Ortodosse. Tutti i patriarcati sono autocefali, ma non tutte le Chiese autocefale sono patriarcati. Per gli Ortodossi Orientali, il Patriarca di Costantinopoli gode di un primato d'onore, mentre un Concilio generale può legiferare per tutte le Chiese autocefale. Cf Chiese Orientali.

Autocomunicazione. (inizio)

Termine usato da idealisti tedeschi come G. G. F. Hegel (1770-1831) e poi adattato da teologi come Karl Rahner (1904-1984) e dal Concilio Vaticano II (DV 6) per designare l'automanifestazione e autodonazione di Dio nell'opera della rivelazione e della grazia. Cf Deificazione; Grazia; Idealismo; Rivelazione.

Autonomia (Gr. " auto-governo "). (inizio)

Termine usato spesso a partire da Immanuel Kant (1724-1804) per indicare il diritto di autodeterminazione nelle sfere della libertà morale e del pensiero religioso. Siccome questa indipendenza è esercitata in un universo creato e conservato nell'essere da Dio, la nostra autonomia può essere soltanto relativa. Cf Eteronomia; Illuminismo; Teonomia.

Autorità. (inizio)

L'aspettativa giustificata che un comando sarà eseguito o che un'affermazione sarà accettata come vera. Nella Chiesa, ogni autorità viene da Cristo e va esercitata sotto la guida dello Spirito Santo come un servizio, e non come un'affermazione di potere (cf Lc 22,24-27; LG 24). Cf Analisi della fede; Antinomianismo; Autonomia; Carismi; Eteronomia; Giurisdizione; Magistero; Obbedienza; Teonomia.

Avventisti del settimo giorno. (inizio)

Si tratta di un gruppo che si staccò dai principali Avventisti dopo che William Miller (1782-1849) ebbe annunciato che il 1844 sarebbe stato l'anno della fine del mondo e dell'avvento di Cristo. Ellen G. White (1827-1915) fu un personaggio di primo piano tra gli Avventisti del Settimo Giorno. Essi osservano il sabato anziché la domenica, praticano il battesimo degli adulti per immersione completa, si astengono dall'alcool e dal tabacco, e vivono nell'attesa della parusìa, senza, però, predire una data precisa per il ritorno di Cristo. Cf Avvento; Domenica; Parusìa; Sabato.

Avvento. (inizio)

Per i cristiani d'Occidente sono le quattro settimane che preparano al Natale e che formano l'inizio dell'anno liturgico. Sono caratterizzate dalla riduzione dei segni festivi: non si dice il Gloria (eccetto per la solennità dell'Immacolata Concezione); il colore liturgico è quello penitenziale, cioè, viola (eccetto la terza domenica di Avvento in cui si può usare il colore rosa). Il termine " Avvento " si riferisce anche alla " seconda venuta " di Cristo alla fine della storia. Cf Calendario liturgico; Gloria; Immacolata Concezione; Parusìa; Preparazione al Natale.

Azzimi (Gr. " senza lievito "). (inizio)

Pane sottile, cotto senza lievito (cf Gn 19,3). Lo si mangiava per una settimana intera nella festa dell'AT che commemorava l'esodo dall'Egitto (Es 23,15; 34,18). A motivo della sua fermentazione, il pane lievitato venne a simboleggiare la corruzione (Mt 16,6; 1 Cor 5,7). Secondo i vangeli sinottici, l'ultima Cena avvenne nel primo giorno della Festa degli Azzimi (Mt 26,17; Mc 14,12; Lc 22,7). Per questo motivo, i Latini usano per la Messa pane non lievitato. La maggior parte, delle Chiese Orientali, invece, segue san Giovanni che data l'ultima Cena e la crocifissione proprio prima che cominciasse la festa degli Azzimi (Gv 13,1; 18,28; 19,14). Questa differenza fu uno dei pretesti che occasionarono lo scisma del 1054 tra l'Oriente e l'Occidente. L'arcivescovo Leone di Acrida accusò i Latini di essere " azzimiti " o " infermentarii ", mentre gli Orientali vennero a loro volta soprannominati " prozimiti " o " fermentari ". Il Concilio di Firenze (1439) insegnò che si può usare per l'Eucaristia sia il pane non lievitato che quello lievitato (cf DS 1303). Tutti gli Orientali, eccetto gli Armeni e i Maroniti, usano pane lievitato. Cf Concilio di Firenze (Basilea, Ferrara); Pasqua ebraica.

B

Basilea. (inizio)

Cf Concilio di Basilea.

Battesimo (Gr. " lavare ", o " immergere "). (inizio)

Il sacramento fondamentale della " rinascita " che fa membri della Chiesa e perciò capaci di ricevere gli altri sacramenti. Lavati con l'acqua e consacrati dallo Spirito Santo (Gv 3,5; Mt 28,19), con la fede e il pentimento, i battezzati sono purificati dal peccato, diventano partecipi della morte e risurrezione di Cristo e cominciano in lui una nuova vita (Rm 6,3-11). Nei primi secoli, il battesimo era di solito seguito subito dalla confermazione e dalla comunione. Questa prassi è tuttora conservata dagli Ortodossi. Il battesimo è necessario per la salvezza, ma può essere sostituito dal battesimo di sangue (martirio), o dal battesimo di desiderio (il desiderio implicito o esplicito di essere battezzati; DS 1524; FCC 8.057). Cf Catecumeni; Carattere; Iniziazione; Sacramento.

Battesimo dei bambini. (inizio)

Si tratta dei bambini nati da genitori cristiani. Il NT insinua la pratica del battesimo dei bambini quando parla di intere famiglie che abbracciano la fede e che vengono battezzate (cf At 10,1-48; 16,15.33; 18,8; 1 Cor 1,16). Nel secolo III, troviamo san Cipriano (morto nel 258) e Origene (circa 185 - circa 254) che si richiamano esplicitamente al battesimo dei bambini, mentre Tertulliano (circa 160 - circa 225) contesta questa prassi. All'inizio del V secolo, il battesimo dei bambini sembra largamente diffuso per non dire universale. Al tempo della Riforma, prima gli Anabattisti, poi i Battisti e altri gruppi rigettarono il battesimo dei bambini come opposto alla scelta personale e consapevole per Cristo che è richiesta a ogni battezzato. D'altra parte, siccome tutti gli esseri umani sono chiamati alla salvezza eterna, la Chiesa afferma il diritto e il dovere di battezzare i bambini dei genitori cristiani (cf DS 2552-2562; 3296), purché almeno uno dei genitori sia d'accordo e vi sia la speranza che il bambino riceverà un'educazione cristiana (cf CIC 867-868). Il battesimo dei bambini può essere differito se ciò può servire a preparare i genitori ad assumere meglio le loro responsabilità di cristiani. Nella Chiesa d'Oriente, il battesimo dei bambini è seguito immediatamente dalla cresima e dall'Eucaristia. Il nuovo Rito della Chiesa Cattolica per il battesimo degli adulti segue questa prassi. I bambini, invece, ricevono solo il battesimo. La comunione e la cresima (in questo ordine) sono tramandati finché abbiano raggiunto almeno l'uso di ragione. Cf Anabattisti; Battesimo; Battisti; Pelagianesimo; Sacramento.

Battesimo per aspersione. (inizio)

In casi urgenti, si asperge (anziché versare) tre volte il battezzando con acqua.

Battesimo per immersione. (inizio)

Questa forma di battesimo era una volta molto diffusa, mentre oggi si trova solo presso i Siriani sia orientali che occidentali. Consiste nel versare tre volte acqua sul battezzando mentre questi è già immerso nell'acqua o sta per immergersi. Cf Siriani Ortodossi.

Battesimo per immersione totale. (inizio)

È la forma di battesimo più comune tra gli Ortodossi Orientali e molti Battisti dell'Occidente. Il corpo intero del battezzando, o almeno il capo, è completamente sommerso tre volte nell'acqua. Cf Chiese Orientali.

Battesimo per infusione. (inizio)

È la forma di battesimo che consiste nel versare tre volte l'acqua sul capo del battezzando. Introdotto inizialmente per i malati che non potevano essere immersi nella piscina, questa forma è divenuta nel XIII secolo la forma comune di battesimo tra gli Occidentali.

Battisti. (inizio)

Membri di una Chiesa evangelica abbastanza grande che fa risalire le proprie origini all'inizio del secolo XVII, quando si staccò dalla Chiesa Anglicana. John Smyth (circa 1554-1612), chiamato l'" autobattezzatore ", perché battezzò se stesso, fondò la prima Chiesa Battista ad Amsterdam nel 1609. I Battisti riservano il battesimo per coloro che consciamente professano il pentimento dei propri peccati e la fede in Cristo. Conservano la relativa autonomia delle Chiese locali. Cf Anabattisti; Battesimo dei bambini; Evangelici.

Beati. (inizio)

In senso stretto, tutti coloro che sono stati ufficialmente beatificati. In senso largo, tutti coloro che sono in cielo. Cf Beatificazione.

Beatificazione. (inizio)

L'approvazione solenne per la pubblica venerazione dopo la morte di un cristiano che abbia esercitato in vita le virtù in grado eroico. Nel 1747, Benedetto XIV riservò al Papa il diritto di beatificare. Cf Canonizzazione.

Beatitudini. (inizio)

Le otto (o nove) benedizioni pronunciate da Cristo nel Discorso della Montagna (Mt 5,3-11), che presentano delle analogie nell'AT (per es., Sal 1,1; Is 32,20) e sintetizzano la perfezione cui devono tendere tutti i cristiani. Nel " Discorso della Pianura ", parallelo in Lc 6,20-26, le quattro benedizioni, accoppiate con quattro maledizioni, sono più specifiche nelle loro esigenze. Le beatitudini, che presentano il Regno di Dio nelle sue esigenze e promesse fondamentali, hanno fornito ispirazioni a molti non cristiani. Cf Imitazione di Cristo; Regno di Dio.

Benedizione. (inizio)

Nell'uso cristiano, si intende con questo termine una dichiarazione autorevole, un'invocazione o una concessione di grazia e ratifica divina, accompagnata di solito da un segno di croce. Cf Berakàh; Consacrazione; Sacramentale.

Benedizione (col Santissimo). (inizio)

Forma di devozione eucaristica che divenne comune in Occidente a partire dal VI secolo. Un'ostia consacrata è esposta sull'altare per l'adorazione. Dopo inni, preghiere e l'uso di incenso, il celebrante benedice l'assemblea tracciando un segno di croce con l'Ostia. Cf Benedizione.

Berakàh (Ebr. " benedizione "). (inizio)

Preghiera ebraica di ringraziamento a Dio (per es., Gn 24,27; Sal 28,6). Il termine cristiano " eucaristia " traduce sostanzialmente il termine ebraico berakàh.

Berith (Ebr. " obbligo ", o " alleanza "). (inizio)

Concetto ebraico fondamentale che può originariamente aver significato semplicemente un obbligo imposto da Dio o (occasionalmente) una promessa fatta da Dio. In seguito, venne ad indicare un rapporto reciproco di alleanza tra Dio e il popolo eletto. Cf Alleanza.

Bestemmia (Gr. " danneggiare il buon nome "). (inizio)

Manifestare disprezzo verso Dio e le realtà religiose con parole, pensieri e azioni (cf Es 22,27; Lv 24,10-23).

Bibbia. (inizio)

Scritti sacri ispirati da Dio e che esprimono la fede ebraica e cristiana in un modo che è normativo per tutti i tempi. Cf Antico Testamento; Apocrifi; Canone delle Scritture; Critica biblica; Critica storica; Ermeneutica; Ispirazione; Libri deuterocanonici; Marcionismo; Nuovo Testamento.

Binitarismo. (inizio)

È un termine moderno con cui si indicano certe formule brevi di professioni di fede (per es., 1 Tm 2,5-6; Rm 4,24; 2 Cor 4,14) che nominano solo il Padre e il Figlio. Queste, naturalmente, si trovano anche accanto a formule trinitarie (per es., Mt 28,19; 2 Cor 13,13). Il binitarismo può anche significare quell'eresia che nega la divinità dello Spirito Santo e che ammette in Dio due sole persone. Cf Concilio Costantinopolitano I; Professione di fede; Trinità.

Bizantini. (inizio)

Cf Cristiani bizantini.

Bogomili (Slavo " cari a Dio "). (inizio)

Sètta dualista e doceta del Medioevo. Fu per un certo tempo appoggiata da Bisanzio. Si ritiene che i fondatori siano stati un prete di nome Geremia (bulgaro della metà del X secolo) e un certo Teofilo che fu molto attivo tra il 927 e il 950 (Bogomilo è la traduzione slava di Teofilo). Il disprezzo per la materia portò i Bogomili a rigettare:

a) l'AT (eccetto i passi profetici che si riferiscono a Cristo e i Salmi) e

b) varie pratiche " materiali " come la venerazione delle immagini (compreso il crocifisso), il battesimo di acqua, qualsiasi forma di battesimo dei bambini, e il matrimonio. L'unica preghiera ammessa era il Padre nostro.

La sètta si diffuse rapidamente nei Balcani, specialmente in Bulgaria, ma, con la venuta dei Turchi, molti suoi aderenti si fecero musulmani. I Bogomili influirono sull'origine degli Albigesi. Cf Albigeismo; Càtari; Docetismo; Dualismo; Gnosticismo; Manicheismo; Marcionismo; Priscillianismo.

Breviario. (inizio)

Nome che si dà in Occidente al libro o ai libri usati per la preghiera quotidiana dai sacerdoti e da altri. Contiene tutti i salmi, una varietà di inni, di letture della Scrittura, dei Padri e di altri scrittori spirituali (cf SC 83-101; PO 5, 13). Cf Liturgia delle Ore.

Buddismo (Sanscrito " illuminato "). (inizio)

È una religione del mondo, fondata in India da Siddharta Gautama Buddha (circa 563 - circa 483 a.C.). Esiste in due forme: il Buddismo Hinayana (Sanscrito " piccolo veicolo "), o Theravada (Pali " vecchia dottrina "): si trova in Birmania, nello Sri Lanka, in Tailandia e altrove. L'altra forma è il Buddismo Mahayana (Sanscrito " grande veicolo "): si trova in Cina, in Giappone, Corea, Mongolia, Tibet e altrove. Sotto l'albero Bodhi (l'albero dell'illuminazione), il principe Gautama divenne illuminato intorno alle quattro verità fondamentali:

a) l'esistenza umana è dolore;

b) la causa del dolore è il desiderio;

c) il dolore cessa con la liberazione da ogni forma di desiderio;

d) la cessazione del dolore può essere raggiunta attraverso la ottupla via della liberazione.

Questa ottupla via comprende: la retta conoscenza delle quattro verità enunciate, la retta intenzione, il retto parlare, il retto agire, la retta occupazione, il retto sforzo, il retto controllo delle sensazioni e delle idee, la retta concentrazione.

Questa via promette l'annientamento del dolore (il quale si nutre di desiderio) e porta al nirvana (Sanscrito " l'essere estinto "), ossia ad uno stato di pace completo (cf NA 2). Le scritture buddiste esistono in Pali (Sri Lanka) e in Sanscrito (India). Le due dottrine fondamentali del Buddismo sono:

a) quella del karma (Sanscrito " azione, fede "): credere che le azioni passate sono ricompensate o punite in questa vita o in vite successive;

b) la dottrina della rinascita o trasmigrazione delle anime.

Il Buddismo Mahayana, che sorse verso l'epoca di Cristo, insegna ai singoli non solo come si fa a raggiungere il nirvana, ma anche come si può diventare altrettanti Buddha e così salvare altri. Questa forma di Buddismo comprende il culto di vari dèi e diversi elementi sincretisti. Cf Reincarnazione; Religioni del mondo; Salvezza; Sincretismo; Zen.