LA PREGHIERA E LA VITA SPIRITUALE

di Prof. Michael F. Hull (New York)

 

"La preghiera è l’ascesa della mente verso Dio, ovvero il perseguimento del bene che viene da lui" (S. Giovanni Damasceno, De fide orthodoxa, 3, 24; cfr. anche S. Tommaso d’Aquino, Summa theologiae II-II, q. 83). La preghiera è la nostra risposta all’amore di Dio; è un atto della virtù della religione con cui noi riconosciamo l’onniscienza e l’onnipotenza di Dio in conformità con il Primo Comandamento (cfr. S. Tommaso d’Aquino, Summa theologiae II-II, q. 81). La preghiera è il fondamento della vita spirituale, poiché è nella preghiera che innalziamo le nostre menti verso il Padre nella lodevole aspirazione di condurre una vita su questa terra nell’imitazione del Figlio, sotto la guida dello Spirito Santo, al fine di poter godere l’eternità in compagnia della stessa Santissima Trinità e dei santi. La preghiera può essere vocale (comunitaria o individuale) o mentale (affettiva o contemplativa) sotto forma di adorazione, richiesta, intercessione, rendimento di grazie, lode. Il modello di preghiera è la preghiera del Signore (Mt 6, 9-13; Lc 11, 2-4), che rappresenta il perfetto equilibrio tra il riconoscimento di Dio e la dipendenza da Dio da parte dell’uomo. Il modello della vita spirituale è la vita del Signore, che rappresenta l’esempio perfetto della virtù e della santità.

San Paolo ci ricorda: "State sempre lieti, pregate incessantemente, in ogni cosa rendete grazie; questa è infatti la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi" (1 Ts 5, 17). Nella misura in cui la preghiera rappresenta l’elevazione della mente e del cuore in risposta a Dio, la vita spirituale rappresenta la vita di preghiera costante e regolare che ha come fine l’unione con Dio. Tale unione è cominciata in questa vita e prosegue nella vita dell’aldilà. La Chiesa insegna che "tutti i fedeli di qualsiasi stato o grado sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità" (LG 40). La roccia fresca e il fondamento insostituibile della "pienezza della vita cristiana e della perfezione dell’amore" è la preghiera. In questo modo, è interesse di ognuno di noi radicarsi in una vita di preghiera al fine di condurre una vita spirituale. Quello che intendo dire è che non esiste una vita spirituale che non cominci e non finisca nella preghiera, "nell’ascesa della mente verso Dio, nel perseguimento del bene che viene da lui". Ecco nuovamente quel che ci ripete San Paolo: "Per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno" (Fil 1, 21). La vita spirituale è una partecipazione all’Amore che procede dal Padre e dal Figlio, ovvero, lo Spirito Santo (cfr. Gv 14, 16, 23). L’arte della preghiera, introdotta per la prima volta dal Signore con la preghiera che porta il suo nome, insieme ad un’attenzione zelante alle cose di Dio, inaugura la vita spirituale. Imitando la virtù e la santità del Signore e implorando che lo Spirito venga a dimorare presso di noi, diventiamo idonei ad offrire una lode appropriata e atti di carità nella vita spirituale. Questa vita spirituale ha la sua spinta e i suoi frutti nelle opere di misericordia spirituale. È precisamente in virtù dell’immanenza dello Spirito che siamo resi in grado di usufruire della grazia santificante, che l’anima viene innalzata al di sopra della natura, verso il soprannaturale e che veniamo portati più vicini all’unione con Dio, il cui "amore è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato" (Rm 5, 5). Finché rimaniamo nello Spirito in questa vita, la morte fisica (e qualunque sofferenza concomitante) può essere solo un guadagno, dal momento che ci porta alla visione beatifica in cui null’altro resta se non l’amore.

La preghiera è il marchio della nostra vita spirituale, poiché era il marchio della vita terrena di Gesù. "Nei giorni della sua vita terrena Gesù offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da morte e fu esaudito per la sua pietà" (Eb 5, 7). La preghiera rappresenta la nostra risposta alla grazia del Padre nell’imitazione del Figlio per mezzo dello Spirito. Nella vita spirituale, cerchiamo di conoscere Cristo, di sperimentare il potere della sua risurrezione, di condividere la sua sofferenza, di diventare come lui nella sua morte, così da poter guadagnare "la risurrezione dai morti" (Fil 3, 10-11).