PAROLE INTRODUTTIVE

di

Sua Em. Rev.ma il Signor Cardinale

Darío Castrillón Hoyos

Prefetto della Congregazione per il Clero

"La Chiesa e la questione bioetica"

Da New York, 28 febbraio 2003

"Sterile è l’orgoglio di colui che non realizza l’indipendenza assoluta del sapiente ed al tempo stesso disprezza la dipendenza del credente". Queste parole di Josef Pieper (Lieben, hoffen, glauben - Munchen 1986, p. 292) possono introdurre la riflessione iniziale di questa sedicesima video-conferenza teologica internazionale che ha per tema: "La Chiesa e la questione bioetica".

La novità del termine composito "bioetica" accosta ed unisce due dimensioni della stessa realtà – bios vita, ed ethos etica – e pone l’interrogativo circa la reale consistenza della vita umana e di quella del cosmo, nonché dei loro principi regolatori.

La Chiesa, interpellata dall’uomo di scienza che anela alla verità, risponde che l’etica cristiana rischiara sempre, con la sua luminosità, l’opera della ragione. Perché, lungi dall’essere circoscritta, la ragione umana viene chiamata alla sua pienezza dalla fede e resa capace di proclamare un radicale sì alla verità dell’essere dell’uomo e della natura.

Nel fare siamo diventati grandi ma nell’arte del saper essere, del saper vivere secondo verità, dobbiamo ancora crescere. Contro il pericolo dell’isolamento della scienza di dominio, contro il trono scientista dell’orgoglio, la Chiesa è chiamata a additare la vera scienza che si apre alla totalità ed unità dell’essere umano. Si comprende allora, più facilmente, come l’intrinseca dimensione etica della scienza medica e biologica si radica sul luminoso realismo della ricerca scientifica, pronta ad essere guidata dalla maestà della verità.

In tale contesto, la bioetica è quella disciplina che, a partire dalla descrizione del dato scientifico – biologico e medico – razionalmente esamina, alla luce della verità, la liceità dell’intervento dell’uomo sulla vita. Per questo la questione bioetica, come più volte è stato sottolineato dal Magistero petrino, diviene anche la questione della vita della famiglia e dell’intera società umana!

"Io non ti ho fatto per essere prigioniero. Alzati, Cristo t’illuminerà!" In una antica omelia attribuita ad Epifanio (cfr. PG 43, 440) ascoltiamo l’espressione paolina "Sveglaiti, o tu che dormi, destati dai morti e Cristo ti illuminerà"(Ef 5,14). La Chiesa antica ha usato quest’espressione riferendola ad un dialogo tra il Verbo incarnato ed Adamo, come invito della Chiesa credente alla vera libertà della scienza umana: in esso la Chiesa ci prende per mano, in esso la verità parla con noi e ci mostra la strada che conduce alla libertà. Ancora oggi la Chiesa proclama questo nesso tra la verità, la ragione e la scienza. "Chi si sforza con umiltà e con perseveranza di scandagliare i segreti della realtà, anche senza che egli se ne avverta, viene condotto dalla mano di Dio, il quale, mantenendo in esistenza tutte le cose, fa che siano quelle che sono (Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, 36).

Ciò, sotto diversi aspetti, sarà commentato in questa sessione internazionale dai Teologi invitati, ai quali va il mio più cordiale ringraziamento. Gli interventi, lo ricordiamo, si svolgono in collegamento diretto, da dieci nazioni dei cinque continenti. Gli interventi saranno svolti da Roma, dalla Sede della Congregazione per il Clero, dal Prof. Bonifacio Honing, da S.E. Elio Sgreccia, dal Prof. Victor Timbone e dal Prof. Jean Galot. Interverranno, inoltre, da Manila il Prof. José Vidamor Yu; da Mosca il Prof. Igor Kowaleswski, da Taipei-Taiwan il Prof. Louis Aldrich, da Johannesburg il Prof. Stuart Bate OMI, da Bogotà il Prof. Silvio Cajiao, da Regensburg S.E. Prof. Gerhard Ludwig Müller, da New York il Prof. Michael Hull, da Sydney il Prof. Gary Dewery, da Madrid il Prof. Alfonso Carrasco.

Auguro a tutti un buon ascolto.