F. MARCHISANO, Il celibato ecclesiastico nell'insegnamento dei Sommi Pontefici e dei Concili, in Seminarium, 49 (1967), 729-763.
L'A. intende elencare le tappe fondamentali della legislazione ecclesiastica a supporto dell'affermazione dell'enciclica circa la secolare tradizione della Chiesa. Dopo una pertinente e sintetica rassegna dei documenti che riguardano la legge del celibato nella Chiesa latina, si traggono alcune interessanti conclusioni: a) il ripetersi e moltiplicarsi di norme emanate in questa materia dalla Chiesa da oltre 16 secoli dimostrano sia l'importanza che il legislatore annette alla materia sia la difficoltà intrinseca di ciò che è comandato e che non viene sempre osservato; b) per quanto riguarda i motivi della legge del celibato sacerdotale quali emergono anche solo dalle prescrizioni dei Concili e dei Sommi Pontefici (tralasciando quindi tutto l'insegnamento dei Padri e dei teologi), bisogna dire che da essi «non traspaiono che motivi eminentemente soprannaturali, che si polarizzano attorno a due considerazioni: una certa incompatibilità tra l'ufficio della preghiera e del sacrificio, proprio del sacerdote, e le relazioni coniugali; e l'esemplarità di Cristo» (p. 762); e) dall'evoluzione della legislazione ecclesiastica si evidenzia una progressiva presa di coscienza della Chiesa circa la necessità di provvedere alla formazione dei sacerdoti in modo conveniente; d) chi conosce la storia della legislazione in materia di celibato sacerdotale con le difficoltà e le lotte per salvarne il valore non può credere che oggi la Chiesa possa fare diversamente.
Giuseppe Versaldi