G. ZANGHÌ, L'insegnamento di Paolo VI, in "Ekklesia" III (1969), 51-78.

 

L'A., commentando l'enciclica di Paolo VI, evidenzia l'intuizione del Pontefice circa le vere difficoltà contro il celibato come provenienti da una inadeguata formazione dei sacerdoti nei tempi attuali (n. 60). Dopo aver coltivato il senso di ricettività del dono divino e della disponibilità nei confronti di Dio, non bisogna omettere «un'attenta cura dei fattori umani biologici e psicologici» perché «l'idoneità naturale può essere anche segno dell'idoneità soprannaturale» (p. 68). L'A. poi sottolinea le sapienti e concrete indicazioni del Papa in materia di "ascesi" sacerdotale che si estende all'esercizio del suo ministero che comporta non la rinuncia ai sentimenti umani più belli, ma una più pura e profonda partecipazione alla vita degli uomini sull'esempio di Cristo, che fu favorito e non impedito nello svolgere la sua missione dalla condizione di celibe. Questa partecipazione inizia e si consolida mediante la comunione tra gli stessi sacerdoti nel presbiterio come «spazio esistenziale in cui respirare profondamente e trovare quegli aiuti che può dare il Cristo presente fra quelli che si amano nel suo nome» (p. 70).

 

Giuseppe Versaldi