STEFAN HEID, Il celibato nella Chiesa antica. Gli inizi di un dovere di continenza per chierici nell'Oriente e nell'Occidente, Ferdinand Schöningh (Paderborn - Monaco - Vienna - Zurigo) 1997, 339 pp.

 

Il patrologo e sacerdote Stefan Heid dà alla storia di ricerca sul celibato con il suo libro un contributo, che merita particolarissima attenzione.

Basandosi sulle recenti opere di Cholij, Stickler e soprattutto di Cochini, segue «La tesi di un celibato apostolico di continenza» (20), che egli documenta con una scelta di tutte le testimonianze disponibili dei primi sette secoli. Con ciò egli pone in luce il dovere che riguarda tutti i chierici superiori, di vivere continenti dal giorno della loro ordinazione, sia che fossero sposati, vedovi o celibi. Fondamentale per quest'opera è una visione che Heid scorge già data nel Nuovo Testamento, cioè la giustificazione della monogamia del chierico attraverso la continenza richiesta a lui nel suo matrimonio che continua ad esistere (36-49). Partendo da questo egli delinea il panorama di uno sviluppo piuttosto unitario del ministero ecclesiastico e della sua disciplina nella Chiesa antica, non contrapponendo però il dovere clericale della continenza al matrimonio chiaramente riconosciuto. Il mondo tardo antico e la Chiesa condividono l'alta stima per l'ascesi sessuale.

Il precetto della monogamia, la richiesta della castità, la proibizione del matrimonio per il clero già nel 2° e 3° secolo si possono spiegare con il celibato nella continenza. Questo però non si deve considerare limitato al tempo del culto. Un argomento in favore di questo è già la testimonianza di Origene a favore di una continenza permanente «cosicché il sacrificio del corpo sia equivalente alla offerta del corpo» (89). Le prime regole canoniche, come le offrono l'Ordinamento Apostolico della Chiesa o il Concilio di Elvira, rimangono inimmaginabili e incomprensibili senza presupporre una disciplina di continenza generalmente diffusa e accettata nell'Oriente e nell'Occidente.

Heid può presentare una raccolta convincente di commenti dall'Oriente (Epifanio di Salamina, Hieronymus; Giovanni Crisostomo, Teodoro di Mopsuestia, Teodoreto di Kyros) contro il vecchio pregiudizio che il celibato sia una invenzione occidentale-papale. Tutti costoro documentano una continenza del clero o, almeno, la presuppongono chiaramente (131-154). Egli può perfino constatare una tendenza verso un clero celibe, per lo meno una preferenza per i candidati celibi (154-167). Ancora più chiaramente si nota che nell'Oriente del tempo postniceno di praticava una autentica vita continente (da tutti e due i Gregori di Nazianzo, Cirillo di Gerusalemme, Atanasio, Synesio e i canoni di Ippolito) (167-180).

Poi Heid si rivolge verso l'Occidente e, precisamente, al Nordafrica, alla Spagna, all'Italia e alle Gallie. Il significato delle crisi locali della Chiesa (Donatismo, Priscillianismo) e di singole figure (Jovinian, Vigilantius, Ieronimo, papi) come anche del papato viene esaminato e soppesato criticamente. Soprattutto si riesce a dimostrare una disciplina della continenza molto antica che si intende far accettare di nuovo attraverso le diverse riforme sinodali e papali, contro il sospetto di manicheismo da un lato e l'euforia della verginità dall'altro (183-258).

Ciò che risulta particolarmente convincente è la presentazione dell'accettazione di una realtà di vita che all'uomo di oggi sembra insopportabile ed impossibile. Qui sta il senso più profondo del libro. Da una parte non ci si ritrae da realtà, che magari potrebbero sembrarci estranee, senza che debbano parere inumane. Questa stranezza diventa una richiesta per la Chiesa di oggi e ancora di più per il mondo di oggi . Oggi - e questo è l'altro lato - ci si pone la domanda sul senso del celibato, una tradizione apostolica con una storia quanto mai viva. Il nostro mondo non offre più le indicazioni per la plausibilità e la possibilità di vivere il celibato così come avveniva un tempo. Perciò ha bisogno ancora di più di una spiegazione cristiana esatta . La sua storia però dimostra come siano cresciute nuove comprensioni di esso, proprio quando è stato aspramente criticato. In quei casi è stata decisiva la sua giustificazione fondamentale nell'orientamento verso Dio e nella sequela dell'esempio di Gesù.

 

Hans Feichtinger