AA.VV., Identità e missione del sacerdote, G. Pittau - C. Sepe (edd.), Città Nuova Editrice, Roma 1994, 246 pp.

 

Il presente volume raccoglie le relazioni più significative tenute nel convegno promosso dalla Congregazione per il Clero presso l'Università Gregoriana nel maggio 1993 («Pastores dabo vobis: il sacerdoti oggi»). E' articolato in 16 interventi, preceduti dalla presentazione del Card. Sànchez e dall'allocuzione del Santo Padre ai partecipanti al convegno. Il volume si chiude con le conclusioni, a carico di Mons. Sepe.

I tre primi interventi, a carattere biblico (Vanhoye, Vanni) e teologico (Aranda), inquadrano l'argomento nella giusta prospettiva cristologica ed ecclesiologica, offrendo una solida base per le pagine successive. Queste affrontano sostanzialmente il tema della formazione sacerdotale (Londoño, Coletti, Ghirlanda, Laurentin), la sfida della nuova evangelizzazione (Teràn Dutari), la vocazione (Guitton) e il celibato sacerdotale. Su quest'ultimo tema ci sono stati ben sette interventi, e segna l'indirizzo principale del convegno. S'impone perciò una sua considerazione più attenta.

Imoda, i coniugi Gagey e Dyrud affrontano l'argomento dell'uso della psicologia nella formazione sacerdotale, con attenzione particolare alla formazione celibataria. Si segnalano sia i limiti delle scienze umane e la loro accordatura con gli altri mezzi di formazione sacerdotale, che le condizioni per il loro legittimo impiego. Mentre Imoda sottolinea la necessità di impostare la formazione considerando al soggetto secondo la sua intera persona, integrando in unità le diverse dimensioni, i Gagey denunciano la fuorviante antropologia sessualista sottostante in gran parte dell'attuale psicologia. Prendendo lo spunto da PDV 63, Dyrud prende in considerazione il discernimento vocazionale dei candidati con difficoltà diverse rispetto alla castità.

Sulla scia di PDV 50, Hillenbrand esce all'incontro di alcune delle obbiezioni più frequenti riguardo il celibato sacerdotale. Sostiene la necessità di uscire da una considerazione isolata del celibato, integrandolo nell'ampio contesto della vita di fede e più in particolare dei consigli evangelici. Mostra in seguito il carattere complementario del celibato e del matrimonio, come due vie attraverso le quali giunge a noi l'amore di Dio. Infine, il legame tra vocazione al ministero e carisma del celibato è illustrato sulla base del rapporto tra missione istituzionale e la sua conferma sul piano personale.

Nella relazione di Cochini - una delle più lunghe - si tratteggiano le testimonianze della tradizione primitiva sull'origine apostolica dell'obbligo della continenza dei chierici. L'intervento è ben documentato (l'autore ha scritto, peraltro, Origines apostoliques du célibat sacerdotal, Paris 1981) e presenta una argomentazione molto valida.

Preso il tema da una cornice teologica, Mons. Stafford parla sul fondamento eucaristico del celibato sacerdotale, mettendo in luce l'incompatibilità tra il simbolismo del matrimonio sacramentale e l'offerta dell'unico sacrificio.

Ancora sul rapporto vocazione-celibato, Szentmàrtoni mette in evidenza gli aspetti più originali della Pastores dato vobis: a suo avviso, l'orientamento dinamico-evolutivo dello studio del celibato, che ci porta a parlare non tanto del celibato in sé stesso, ma delle persone celibi. A questo si aggiungerebbe un'altra precisazione di grande portata: l'indicazione di considerare l'identità del presbitero come locus del suo celibato: un aspetto di importanza non piccola riguardo la distinzione (respinta dall'autore) tra celibato «funzionale» e celibato «escatologico».

Nelle conclusioni del convegno, esposte da Mons. Sepe, si ribadisce il fondamento cristologico e derivatamente ecclesiologico del sacerdozio, con un accento marcatamente eucaristico e prendendo le distanze da una concezione funzionalistica del ministero. In questo contesto, il legame tra sacerdozio e celibato si propone come un valore strettamente connesso con l'identità sponsale ed eucaristica del sacerdote.

Preso il volume nel suo insieme, esso si presenta come un contributo di grande attualità, che non si sofferma nell'abituale modo di argomentare, ma offre invece una impostazione suggerente e aperta a nuovi sviluppi, oltre ad uscire all'incontro delle posizioni odierne contrarie al celibato.

 

Philip Goyret