VI. ASPETTI PASTORALI

KARL RAHNER, Lettera aperta sul celibato, Queriniana, Milano 1967.

Nella premessa c'è una affermazione che spiega l'originalità della riflessione di R. e la bontà per un suo uso nel periodo formativo: «Oggi non si tratta per i preti di presentarsi al mondo sposati o no, bensì di riuscire a dare al mondo secolarizzato la percezione che Dio, il Vangelo, la grazia abbiano ancora significato. Il problema del celibato può avere solo un senso in questo contesto».

Viene così affermata una scelta pedagogica fondamentale che unifica tutto l'itinerario formativo: il prete come credente. All'origine della scelta celibataria e come ragione profonda c'è la vita cristiana maturata come esperienza del Dio di Gesù Cristo "visto e toccato": il celibato è dire 1'«impossibilità di dare un altro senso alla propria esistenza».

Il genere di linguaggio, una lettera, coinvolge subito il lettore, il quale è chiamato a sentirsi profondamente interpellato, mettendogli davanti il rischio che potrà correre nella sua vita: «la tentazione di mettere in discussione la propria scelta, operata in una situazione storica che costituisce di fatto un imperativo concreto, rifugiandosi in una discussione erudita e teologica».

Non è un trattato sul celibato, ma un dialogare a partire dall'esperienza. Infatti la premessa è che le «situazioni di infelicità e di frustrazioni di molti preti non sono semplicemente delle realtà date per se stesse, ma molto spesso fatti che sono conseguenze ... di una rinuncia al sacrificio, alla preghiera, al desiderio affamato di felicità palpabile» (p. 12).

A partire poi dalla propria esperienza e dal riferimento alla Scrittura l'autore afferma che il celibato costituisce «una possibilità autentica per la realizzazione cristiana dell'esistenza» (p. 20).

Un altro punto molto incisivo è la difesa della possibilità di fare una scelta di definitività anche da giovani di 25 anni, invitando però, se fosse richiesto dalla mutata situazione culturale del tempo presente, la Chiesa «a consacrare questi giovani più tardi e a ordinare corrispondentemente lo studio e la preparazione al sacerdozio» (p. 25). Saggia proposta pedagogica!

In conclusione: «la lettera del Rahner è una voce, un tentativo di lettera credente e speranzosa».

Angelo Cazzaniga

Romano Martinelli