F. IMODA, Aspetti psicologici nella formazione al celibato sacerdotale, in «Civiltà Cattolica» 144/3 (1993) 359-372.

Come indicato in calce, l'articolo presenta la relazione tenuta dal Autore al Simposio Internazionale su «Pastores dabo vobis. Il sacerdote oggi» (Roma, 26-28 maggio 1993), organizzato dalla P. U. Gregoriana con il patrocinio della Congregazione per il Clero.

Lo scopo del lavoro è «rivolgere l'attenzione all'importanza, alla necessità e ad eventuali limiti e rischi dell'uso, nella formazione sacerdotale, di conoscenze di ambito specificamente psicologico» (p. 359). Inoltre, l'Autore afferma il suo convincimento che l'intervento formativo, se vuole essere realistico e corretto, dovrebbe essere «preventivo più che riparativo» (p. 359), anche nell'affrontare la formazione al celibato sacerdotale.

Davanti alle domande che oggi si pongono sul celibato sacerdotale, sebbene non mancano le affermazioni e i richiami di alto valore umano e spirituale, essi rischiano di rimanere astratti, soprattutto «per insufficienza nelle mediazioni formative» (p. 359-360). Dunque, per l'Autore la domanda da porsi è: «quale formazione?» (p. 260). Il suo contributo per una risposta a tale domanda consiste nella presentazione di alcuni richiami concreti sulle reali possibilità di coniugare la componente spirituale di fede, di valori cri-stocentrici, e le osservazioni di carattere psicologico. L'Autore pone come punto di partenza che, sebbene il fine proprio della formazione dell'uomo chiamato al sacerdozio è un fine teocentrico e cristocentrico, non si può ignorare la realtà fisica, psichica, motivazionale del soggetto «chiamato», realtà che si esprime in un momento storico, in una vita singola, in una cultura, di cui fa parte una certa interpretazione psicologica (p. 362). Di conseguenza, «il dialogo, nel confronto tra le «psicologie» e i valori cristocentrici caratteristici della vocazione sacerdotale, può e deve in proposito assumere un carattere «critico» di mutua interpellazione e verifica» (p. 363).

Dopo una breve esposizione di alcuni apprezzamenti sulla difesa e discernimento critico degli ideali presenti nella vocazione sacerdotale (pp. 363-364), l'uso della psicologia per il discernimento delle motivazioni del chiamato (pp. 364-366), e la sua necessaria crescita umana e spirituale (pp. 366-368), l'Autore affronta il tema del celibato, come «uno degli ambiti della formazione dove la l'esigenza di una risposta di tutta la persona con libertà e maturità non solo si manifesta con insistenza ma è chiamata con urgenza ad attuarsi» (p. 369). E tenendo presente che, davanti alle difficoltà in questo campo, è necessario distinguere tra il sintomo e la causa, e come dietro, dentro o al di là delle specifiche difficoltà, ci sono - oltre le debolezze nel campo spirituale religioso - delle vulnerabilità circa le aree, anche psicologiche, della stima personale, dell'autonomia, del risentimento e della dipendenza affettiva, l'Autore propone infine un elenco di dieci osservazioni conclusive.

In esse, l'Autore afferma che: a) le domande sul celibato di devono situare non solo nel contesto di tutta la persona, ma anche della formazione di tutta la persona; b) la formazione non può essere soltanto teorica, ed esaurirsi nell'insegnamento e la santificazione come iniziazione sacramentale: ci deve essere un incontro personale, spesso individuale, con il formatore o guida spirituale; e) non c'è dubbio sulla necessità dell'uso degli strumenti umano-psicologici, ma piuttosto sul come e sulla loro adeguatezza; d) si può usare ma non abusare delle conoscenze e dell'arte pedagogica; e senza limitarsi ai casi estremi, patologici; e) si deve tener conto delle diverse psicologie delle persone per una adeguata pedagogia, in quanto tale psicologie sono alla base della mentalità e la dinamica dei candidati. L'Autore conclude mettendo in rilievo l'urgente necessità di formatori compe-tenti, cioè persone che non siano soltanto lo psicologo, ma anche guide spirituali attenti e competenti rispetto a tutto l'uomo cristiano (p. 372).

Dall'insieme del lavoro si può dedurre la preoccupazione dell'Autore sulla necessità di una corretta integrazione delle conoscenze psicologiche ed educative nella la formazione al celibato, senza sbilanciamenti, e con l'aiuto di persone preparate sia dal punto di vista della psicologia umana, sia dal punto di vista della direzione spirituale.

Juan R. Areitio