A. BARRAL - BARON, Il celibato
cammino di vita, O.R., Milano, 1993.
L'A., del centro teologico di Peylan, non si rivolge solo a
quanti hanno scelto il celibato per il Regno, ma vuol tener contro del contesto
sociale attuale, in particolare francese, ove molti vivono nella provvisorietà
di chi non ha ancora trovato il partner ideale, lo hanno perso in maniera
traumatica, oppure sono in condizioni tali che non è immaginabile per loro una
vita matrimoniale. Si prende in considerazione anche un celibato forzato o
provvisorio ... al femminile. Esiste dunque questo fatto molto diffuso, da
considerare e da interpretare. La Buona Notizia «può realmente aiutare ad
approfondire le dimensioni umane e spirituali di uno stato di vita che
potrebbe, d'altra parte, sembrare marginale o estraneo. Il Vangelo tiene conto
di questa situazione e ricorda che non sempre si tratta di una libera scelta
personale (Mt 19, 12).
Gesù rimane celibe;
come non intravedere quando si ammira la vita di Cristo, che il celibato possa
essere anche il cammino di un'esistenza pienamente umana, fonte di felicità e
di pienezza umana?» (p. 12).
Ebbene quale senso profondo può dare il Regno di Dio,
presente fra noi (Lc 17, 21), al celibato anche quando non è stato scelto? Come
accogliere il modo positivo quanto si dovrebbe subire? E tutto questo in un
mondo in cerca di felicità e sicurezza, dove i matrimoni diminuiscono, le
relazioni sessuali tra uomo e donna sono talvolta più enfatizzate che comprese
in profondità, ove dilaga la solitudine destrutturante e viene dato per
impossibile un impegno di tutto l'essere per tutta la vita ...
L'A. argomenta in modo convincente dimostrando che il
celibato "involontario" può diventare anche una chance. Con stile
sciolto accompagna nella scoperta dei dinamismi umani del celibato, richiama
l'apertura della sessualità alla libertà, rilegge l'assenza crocifiggente di
una paternità o maternità suggerendo il possibile superamento di questa
sofferta condizione.
Il celibato viene poi illuminato dalla fede cristiana, come
espressione della vita battesimale, nella libertà dello Spirito, che rende
capaci di una nuova disponibilità. L'A. segnala l'itinerario che conduce alla
percezione di una privazione, che è prova, sino alla gioia di una solitudine
abitata da una comunione profonda. Si indicano, seppur per accenni, anche i
rischi di questa condizione di vita ed il segreto per custodirne la fecondità.
«Il celibato cristiano significa e celebra l'incontro avvenuto nell'Amore:
ispira, crea, sviluppa una dedizione amante della libertà che null'altro chiede
se non di stare con l'amato, consegnandosi ai fratelli» (p. 9).
Per queste ragioni ne ho
suggerito la traduzione in lingua italiana e ne ho curata la presentazione. Mi
ha persuaso la scorrevolezza della trattazione e la capacità dell'A. di parlare
con il linguaggio dell'uomo d'oggi e la sua abilità nel muoversi nelle
acquisizioni delle scienze umane, senza evaderne gli interrogativi e senza
"svendere" il Mistero.
Romano Martinelli