R. CANTALAMESSA, Verginità, Ancora, Milano, 1988.

Il primo pregio del libro è quello di essere molto attento a dialogare con il vissuto concreto

-          della cultura dominante che in parte è contro il valore della verginità;

-          di un contesto ecclesiale che vede con sospetto la verginità come possibilità di piena realizzazione;

-          di un continuo confronto con il matrimonio per scoprire la natura e la bontà del reciproco carisma.

Il testo si fa apprezzare nella prima parte per il solido e lucido riferimento alla Parola di Dio per mettere in luce le motivazioni bibliche nel commento a due testi: Mt 19, 10-12 e 1 Cor 7, 31-35.

Vengono evidenziate con chiarezza le dimensioni della verginità, quella profetica e quella missionaria, per giungere alla ricchezza dell'esperienza del cuore indiviso come meta e pienezza di significato di questa scelta.

Nella seconda parte, dopo aver richiamato il significato del matrimonio e della verginità come carismi, c'è un interessante capitolo pedagogico per dire come si arriva a quella libertà con cui si deve vivere il carisma della verginità e quale è il prezzo da pagare. Ricorda l'autore come Cristo non ha eliminato da noi la concupiscenza della carne, ma ci ha dato i mezzi per non soccombere ad essa: la mortificazione, una sana conoscenza e accettazione della sessualità, la comunità.

Dopo aver parlato di questi mezzi per coltivare il carisma del celibato e della verginità, viene sviluppato nell'ultimo capitolo il riferimento a Maria: una costante attenzione e devozione a Maria è certamente uno dei mezzi tra i più semplici ed efficaci.

Il testo dunque si fa apprezzare per la semplicità non banale dell'esposizione e del linguaggio, per la solidità della dottrina nei riferimenti biblici e conciliari e per la positività della proposta della verginità vista anzitutto come un carisma, un dono ricevuto da Dio e, di conseguenza, una vocazione.

 

Angelo Cazzaniga

Romano Martinelli