G. MOIOLI, voce: Verginità I, in «Dizionario Enciclopedico di Spiritualità», a cura di E. Ancilli et alii, Ed. Città Nuova, Roma 1990, t. Ili, pp. 2615-2624.

La premessa con cui si apre il contributo specifica che si tratta evidentemente della verginità cristiana, che non si fa riferimento particolare alla v. femminile e che viene lasciata da parte la problematica del celibato sacerdotale.

L'esposizione si articola in due parti: 1. Teologia della v.; 2. Spiritualità della verginità. Le riflessioni teologiche della prima parte prendono spunto dalla considerazione di origine biblico-patristica della verginità come «mistero». Anche se in ogni elemento della Chiesa viene espressa in qualche modo la «mediazione» del mistero, nella v. ciò avviene con «particolare perfezione ed espressività» (p. 2615). Uno spazio relativamente ampio è poi riservato ad esporre le dimensioni di tale mistero. Si inizia con quella che, secondo la teologia patristica, sembra essere fondamentale: la dimensione ecclesiale o sponsale. Nella verginità si dà un'espressione-partecipazione «simbolica» del mistero sponsale Cristo-Chiesa più vicina, perché più soprannaturale, di quella che si dà nel matrimonio. Le considerazioni circa la perfezione del significato ecclesiale della verginità vengono poi completate riflettendo sui rapporti che essa ha con il mistero della maternità della Chiesa e sul suo valore escatologico.

Altrettanto profonde, e forse più originali, sono le considerazioni che l'A. fa seguire sulla verginità ed il mistero di Maria. Pur essendo vero che tutti i membri della Chiesa prolungano per la loro carità il mistero della maternità di Maria, i vergini sono ad esso particolarmente vicini e come deputati a rendergli esplicita testimonianza. Infatti si fa evidente in loro che la maternità spirituale della Chiesa trascende «carne e sangue».

Seguono quindi le considerazioni sul rapporto tra la verginità e il mistero di Cristo. Esse si possono svolgere secondo due punti dì vista: quello dell'unione ipostatica e quello della vita di Cristo. L'unione ipostatica rappresenta il grande archetipo dell'alleanza sponsale dell'umanità con Dio e per cui la Chiesa, tramite l'umanità del suo Signore è «sposa del Verbo». Guardando invece alla vita di Cristo si mette in luce che Cristo si è costituito modello di verginità vivendo verginalmente. Le spiegazioni teologiche di questa realtà hanno seguito due direzioni: dapprima la caratteristica di sposo che Cristo stesso si riconosce; poi l'intimità del suo rapporto con la persona del Padre, nello Spirito Santo. L'A. suggerisce di unificare le due linee, integrando anche la considerazione precedente sull'unione ipostatica. Giunge così ad affermare che la caratteristica «sponsale» di Cristo nei confronti della Chiesa trascende quanto possono dire il matrimonio e la verginità «In questa prospettiva, la vita non matrimoniale di Cristo apparirebbe pertanto come dovuta più alla sua posizione trascendente che alla sua scelta tra lo stato matrimoniale e lo stato di v.» (p. 2619).

Successivamente viene affrontata la difficile questione della superiorità della verginità. Al riguardo si osserva anzitutto che la famosa asserzione di Trento riguardo alla superiorità della verginità sul matrimonio era motivata dalla difesa della legittimità evangelica del modo di proporre la v. da parte della Chiesa cattolica. Quanto alla ragione di tale superiorità il testo conciliare è piuttosto generico. Il riferimento a 1 Cor 7, testo considerato nella tradizione teologico-spirituale come fondante la superiorità della verginità sul matrimonio, è secondo l'A. da studiare entro un più ampio contesto. L'A. osserva giustamente che «la letteratura al riguardo non procede sempre con adeguata preoccupazione critica» (p. 2619). Si deve partire dalla universale vocazione alla santità, che è unica (cf. LG, 41) e consiste nella piena attuazione della carità, le cui esigenze sono egualmente totalitarie in tutti (amare Dio con tutto il cuore ...).

Si dovrà quindi parlare di «diverse manifestazioni della totalità della carità nella perfetta vita cristiana degli sposi e in quella dei vergini» (p. 2619). A ciò va aggiunta l'affermazione che la scelta della verginità cristiana suppone una grazia particolare: non è dunque questione di pura generosità dell'individuo e non può quindi misurare da sé sola la perfezione dell'individuo. A proposito dell'interpretazione dell'essere «diviso» (1 Cor 7,34) di chi si sposa quale fondamento della superiorità della verginità, l'A. propone di leggere l'insegnamento di 1 Cor 7,32-34 nella più ampia prospettiva paolina offerta da Rm 7,7-25; 8,1-13.23 (tema della legge del peccato che è in noi). Si comprende allora che «la divisione della nostra personalità prima che in questo o quello stato di vita, è in noi stessi; e la varietà dei doveri che incontriamo nell'esistenza rappresenta purtroppo per noi la fonte di molteplici esperienze di quella divisione» (p. 2620).

Alla luce di queste riflessioni ci sembra accertato osservare con l'A. che «la questione della superiorità della verginità sul matrimonio, nei suoi diversi aspetti, sarebbe ancora da riesaminare; non per eliminare l'affermazione in se stessa, ma per identificarne il vero significato» (p. 2620).

La seconda parte, dedicata alla spiritualità della verginità, contempla i seguenti aspetti: a) L'orizzonte spirituale del vergine; b) Fondamentali disposizioni cristiane e psicologiche; c) Verginità e vita affettiva; d) Superamento di alcune false difficoltà; e) Verginità e contemplazione; f) Verginità e apostolato. Queste considerazioni si muovono a partire da quelle esposte in precedenza sulle dimensioni del mistero della verginità. L'A. rileva ora che la grazia della verginità è una grazia di «comprensione» e in quanto tale dona una particolare capacità di sintonia con gli aspetti del mistero che i vergini sono chiamati a rivivere.

Il contributo raccoglie alla fine alcuni cenni bibliografici che vengono utilmente suddivisi secondo le principali questioni, ma che avrebbero potuto essere un po' più aggiornati.

Concludendo ci sembra trattarsi di un prezioso contributo, ad opera di un grande specialista, che in poche pagine riesce ad offrire un quadro oltremodo ricco e profondo di un tema certamente non facile e nel quale spesso si osservano malintesi o riduzioni semplicistiche.

Arturo Cattaneo