Ponenza di S.E Mons. Willem Eijk, Arcivescovo di Utrecht

 

 

Problematiche legate alle ristrutturazioni e alle necessità economiche nelle attuali circostanze

 

 

Dopo essere stato vescovo di Groningen-Leeuwarden per più di 8 anni, sono stato nominato arcivescovo di Utrecht il 11 dicembre 2007 e ho preso possesso della sede di Utrecht il 26 gennaio 2008. Molti si sono congratulati per questa mia nomina, sottolineando che questa era una promozione e un onore. Può essere, ma per detta nomina ero diventato poverissimo di colpo. La curia arcidiocesana aveva un deficit di budget di circa € 1.700.000,- su un totale di circa € 5.000.000,- almeno durante un periodo di 5 anni, come risultava da una indagine in cui venivano ‘purificate’ le cifre finanziarie dei consuntivi relativi a detto periodo. L’arcidiocesi di Utrecht, un tempo molto facoltosa, stava sull’orlo del precipizio. Il momento della presa di possesso della Sede sapevo che l’Arcidiocesi sarebbe andata in fallimento nel 2009, se non avessi preso le misure dovute per risanare la situazione finanziaria.

Le premesse per la riorganizzazione

Il riorganizzare l’arcidiocesi risultava essere un compito assai difficile. Un ostacolo importante era il fatto che l’autorità suprema, secondo il diritto particolare dell’arcidiocesi era il “Consiglio della Diocesi”, composto dall’Arcivescovo, dal Vescovo ausiliare, dal vicario generale, da cinque decani, e inoltre da 4 laici: una donna, che si presentava come “vicaria episcopale”, il capo del centro diocesano di pastorale, il capo del personale e il capo dell’ufficio stampa. In questo Consiglio l’Arcivescovo aveva solo una voce e soltanto con molta fatica era in grado di prendere le proprie decisioni. Appena due settimane prima della mia nomina questo Consiglio aveva comunicato un piano di risparmio sulle spese dell’arcidiocesi, che implicava una riduzione graduale del personale fino al 2010. Il numero degli impiegati che sarebbero stati licenziati era troppo basso e inoltre il ritmo della riorganizzazione era troppo lento per prevenire il fallimento dell’arcidiocesi.

Una difficoltà ulteriore era che il Consiglio della Diocesi aveva deciso di far cominciare l’esecuzione di detto piano di riorganizzazione il 4 febbraio 2008, cioè 8 giorni dopo la mia presa di possesso della Sede. Visto che questo piano era insufficiente per prevenire un fallimento, dovevo intervenire direttamente, cambiando il diritto diocesano particolare e di sopprimendo il Consiglio della Diocesi. Dopo aver consultato il Capitolo su tutto questo, ho comunicato al Consiglio della Diocesi di volerlo sopprimere con decorrenza immediata e di volerlo sostituire con uno staff della diocesi, che il diritto canonico non prevede, ma che esiste in tutte le diocesi olandesi. Questo staff è formato dall’Arcivescovo, dal vicario-generale, dal segretario generale/cancelliere e dall’economo. Ho nominato direttamente, dall’inizio, un nuovo vicario generale. Il segretario generale/cancelliere è passato dalla mia diocesi precedente di Groningen-Leeuwarden all’Arcidiocesi di Utrecht insieme con me. L’economo era stato nominato dal mio predecessore nel 2007. Istituendo questo staff sono riuscito a ristabilire l’autorità usuale del Vescovo, a fermare l’attuazione del piano insufficiente di riorganizzazione e ad elaborare un piano adeguato.

S’intende che i coinvolti non erano tanto contenti di questi cambiamenti drastici e non previsti. La resistenza più forte veniva dal capo dell’ufficio stampa, che ha però sbagliato enormemente, cooperando ad una lettera aperta contro di me. Dopo aver scoperto questo l’ho licenziato in tronco. Il tribunale ha confermato questo licenziamento senza imporre all’Arcidiocesi l’obbligo di pagare una indennità.

Ho visitato, da febbraio a maggio, le 45 federazioni di parrocchie per incontrare i membri dei team pastorali e membri di comitati di affari economici delle parrocchie, per conoscere l’Arcidiocesi. Questo periodo, con tutti questi incontri, è stato molto utile per vedere i bisogni dell’Arcidiocesi e sapere quali attività del centro pastorale della curia arcidiocesana e dei decanati dovrebbero essere continuate e quali meno, e anche per scoprire quali nuove iniziative sarebbero state necessarie.

Finalmente ho deciso di riorganizzare l’Arcidiocesi in due fasi diverse, prima a livello dei decanati e dopo a quello della curia. Prima di poter riorganizzare la curia bisognava infatti avere un Consiglio d’Impresa, richiesto dalla legge olandese per un’azienda con più di 50 impiegati, che deve essere consultato in un caso di riorganizzazione. Visto che l’istituire il Consiglio d’Impresa, esigendo quasi una metà anno, sarebbe stato compiuto solo nell’autunno del 2008 e vista l’urgenza di riorganizzare, ho cominciato la riorganizzazione a livello dei decanati prima dell’estate.

La soppressione dei decanati

Il 25 giugno ho notificato i decreti di soppressione dei 5 decanati. I decanati, che erano nell’arcidiocesi di Utrecht persone giuridiche, erano datori di lavoro che avevano insieme 45 impiegati nei loro centri. La maggior parte di questi erano operatori pastorali laici, che assistevano i team pastorali, promovendo e accompagnando il teamwork dei preti, diaconi e operatori pastorali nelle parrocchie, producendo materiale per la catechesi, dando consiglio e formazione riguardante attività diaconali, e offrivano corsi di formazione ai volontari.

         Il risultato del licenziamento di questi è stato un risparmio sulle spese dell’Arcidiocesi per i decanati (in totale € 475.000,-) e una diminuzione dei contributi delle parrocchie ai decanati (in totale € 1.025.000,-). L’ultimo era necessario, perché un numero considerevole di parrocchie ha mancanza di mezzi finanziari. I decanati sarebbero stati soppressi definitivamente quando avrebbe avuto luogo la liquidazione delle attività e delle passività. Secondo le nostre aspettative la liquidazione dei decanati sarà completata alla fine di marzo di quest’anno.

Dall’inizio di febbraio di quest’anno la suddivisione dell’Arcidiocesi in cinque decanati è stata sostituita da tre vicariati regionali, che non sono persone giuridiche e il cui capo è un vicario episcopale. A parte loro compiti regionali i tre vicari regionali hanno anche compiti settoriali a livello diocesano: uno si occupa della liturgia, un’altro della pastorale giovanile e della catechesi e il terzo della pastorale familiare.

Il Consiglio Direttivo e due parrocchie del decanato di Arnhem hanno sollevato obiezioni contro la soppressione. Perciò ho notificato un decreto corretto di soppressione del decanato di Arnhem il 21 luglio di questo anno, in cui sono stati corretti alcuni piccoli errori, senza cambiare però l’essenza del decreto originale. Contro il decreto corretto le due parrocchie e una segretaria del decanato di Arnhem sono ricorse in appello presso la Congregazione per il Clero. Non senza un sospiro di sollievo ho letto i decreti della Congregazione, notificati il 22 dicembre 2008, in cui i 3 appelli erano rigettati.

Tuttavia, pare sia presto per cantare vittoria. Il 27 gennaio di questo anno c’è stata una causa in un tribunale olandese contro un decanato e l’Arcidiocesi: una segretaria del decanato coinvolto richiede che le sue obiezioni contro la soppressione di detto decanato, mandate a me dopo la scadenza del termine in cui si potevano sollevare obiezioni, siano ancora sottomesse alla Congregazione per il Clero. Inoltre richiede di essere nominata segretaria del vicario episcopale dell’Arcidiocesi e una indennità più alta di quella prevista dal piano sociale per il suo licenziamento. Sto ancora aspettando la sentenza del giudice.

La riorganizzazione della curia arcidiocesana

Nell’autunno dell’anno scorso c’erano le trattative con il Consiglio d’Impresa della curia diocesana sulla riorganizzazione della curia stessa, che aveva 59 impiegati, di cui un terzo doveva andarsene. Questo implicava il licenziamento di 16 persone, fra cui tutti gli operatori pastorali laici, tranne uno, cioè in totale 6, che facevano più o meno le stesse cose di quelli che lavoravano nei centri dei decanati. Solo poco prima di Natale il Consiglio d’Impresa ha dato parere negativo riguardante il piano di riorganizzazione della curia. Questo implica di principio che il datore di lavoro deve aspettare un mese prima di eseguire la riorganizzazione intesa, durante tale periodo il Consiglio d’Impresa ha la possibilità di presentare le sue obiezioni contro la riorganizzazione alla Camera d’Impresa, un tribunale particolare a cui il Consiglio può rivolgersi. Eravamo davvero fortunati che il Consiglio d’Impresa, pur avendo espresso parere negativo concernente il piano di riorganizzazione, ha detto di non voler rivolgersi alla Camera d’Impresa e ha dato permesso all’Arcidiocesi di eseguirlo subito. Il motivo per questa decisione era che il personale voleva essere informato quanto prima possibile sul proprio futuro.

Come era da aspettarsi, alcuni impiegati (tre finora) si sono rivolti al tribunale per impugnare il licenziamento o per far aumentare l’indennità del licenziamento. Queste cause, o la trattativa delle richieste, proseguono ancora.

Un anno dopo la mia presa di possesso della Sede, il 26 gennaio 2008, sto concludendo la riorganizzazione della mia Arcidiocesi. Una volta completata la riorganizzazione, il numero totale degli impiegati della diocesi e dei decanati sarà ridotto da 104 a 35. Si tratta quindi di una riduzione di due terzi del numero originale. S’intende che questo non è stato un processo facile, vista la protezione forte dei diritti di lavoratori in Olanda e viste le emozioni – comprensibili – di coloro ai quali è toccato di essere licenziati. Alla domanda di un giornalista se io considerassi questo anno come il più pesante di tutta la mia vita, ho risposto di non essere profeta e quindi di non poter sapere che cosa implichi il futuro, ma di essere certo che questo anno è stato il più pesante nella mia vita almeno finora. La cosa più importante, in questo momento, è che il rischio di un fallimento dell’Arcidiocesi è stato sventato.

Ma guardiamo al futuro

Pian piano cominciavo ad avere la fama di un vescovo “blu”, una espressione usata da alcuni gruppi olandesi che vuol dire: “un vescovo che si interessa soltanto di soldi”, ma non della pastorale. L’espressione deriva forse da una pubblicità della banca postale di Olanda con immagini di leoni blu. In ogni caso, per evitare questa fama, mi sono affrettato a pubblicare, almeno prima della fine dell’anno 2008, e quindi della riorganizzazione, una lettera pastorale per il periodo di Avvento. Ho aggiunto come supplemento un piano pastorale.

Lo scopo del piano pastorale era anche di togliere l’impressione che a causa del licenziamento di tanti impiegati la riorganizzazione avrebbe implicato la perdita della maggior parte delle attività dell’Arcidiocesi. In primo luogo il piano pastorale mostra che la maggior parte delle attività, che l’Arcidiocesi conosceva già, sarà continuata, sebbene non più dai operatori pastorali laici, impiegati della curia arcidiocesana e dei centri dei decanati, ma da membri selezionati di team pastorali delle parrocchie e da volontari. In secondo luogo il piano pastorale contiene le seguenti nuove iniziative:

-          un pellegrinaggio a Lourdes, incluso un programma particolare per giovani;

-          lo sviluppo di nuovo materiale per la catechesi parrocchiale;

-          attività per giovani;

-          la pastorale familiare;

-          lo sviluppo di progetti diaconali: per esempio la distribuzione di pasti gratuiti, banchi di cibo, l’ospitalità a senza tetti;

-          la pastorale per gli studenti universitari: ho eretto una nuova parrocchia per gli studenti nella città di Utrecht, sotto la guida di un nuovo monastero priorale di frati di San Giovanni, come “pilot project” per vedere se questo sia possibile anche in altre città che hanno moli studenti;

-          il reclutare nuove comunità di religiosi: far l’altro detto monastero di frati di San Giovanni; inoltre sto tentando di avere una nuova comunità di suore contemplative di San Giovanni e altre comunità religiose;

-          l’ulteriore sviluppo e l’uso di mezzi moderni di comunicazione: fra l’altro intranet e extranet;

-          la pastorale vocazionale: visto che il numero di preti e di seminaristi è molto basso, ho nominato invece del operatore pastorale laico licenziato nel processo di riorganizzazione un prete, il vicepreside del seminario, come preside della commissione diocesana per la pastorale vocazionale e preti e religiosi giovani come membri di essa. Il compito di questa commissione è di organizzare delle attività nel campo della pastorale vocazionale in cui sarà fatta una netta distinzione fra vocazione particolare e quella generale.

Osservazioni conclusive

Concludendo questo breve racconto della riorganizzazione dell’Arcidiocesi di Utrecht vorrei fare le osservazioni seguenti:

1.       La riorganizzazione energica dell’Arcidiocesi richiedeva che l’autorità ordinaria del vescovo secondo il diritto canonico fosse restaurata dal primo inizio.

2.       Una grande sfida delle riorganizzazione era il confronto fra il diritto canonico e quello olandese.

3.       Una riduzione del personale implica per l’Arcidiocesi una diminuzione dell’attività. Tuttavia, cercando la cooperazione di membri selezionati dei team pastorali delle parrocchie e quella di volontari, saremo in grado di continuare le attività essenziali e anche di sviluppare nuove e buone iniziative. La disponibilità di nuovi collaboratori con idee nuove e fresche promette un futuro pieno di prospettive.

4.       Perfino nell’Arcidiocesi di Utrecht è impossibile di spegnere il fuoco dello Spirito Santo.