Venerato Fratello nell'Episcopato,
cari fratelli sacerdoti!
E' per me una gioia rinnovata accogliere
e salutare tutti voi, venuti anche quest'anno per manifestare al Successore di
Pietro la testimonianza del vostro affetto e della vostra fedeltà. Saluto il
Presidente della Pontificia Accademia Ecclesiastica, Mons. Beniamino Stella, e lo ringrazio per le
parole che mi ha cortesemente rivolto, come pure per il servizio che svolge con
grande dedizione. Saluto i suoi collaboratori, le Suore Francescane Missionarie
di Gesù Bambino, e voi tutti, che in questi anni della vostra giovinezza
sacerdotale vi state preparando a servire la Chiesa e il suo Pastore
universale, in un singolare ministero, quale è appunto quello svolto nelle
Rappresentanze Pontificie.
In effetti, il servizio nelle Nunziature
Apostoliche si può considerare, in qualche misura, come una specifica vocazione
sacerdotale, un ministero pastorale che comporta un particolare inserimento nel
mondo e nelle sue problematiche spesso assai complesse, di carattere sociale e
politico. E' allora importante che impariate a decifrarle, sapendo che il
"codice", per così dire, di analisi e di comprensione di queste
dinamiche non può essere che il Vangelo e il perenne Magistero della Chiesa.
Occorre che vi formiate alla lettura attenta delle realtà umane e sociali, a partire
da una certa sensibilità personale, che ogni servitore della Santa Sede deve
possedere, e usufruendo di una esperienza specifica da acquisire durante questi
anni. Inoltre, quella capacità di dialogo con la modernità che vi è richiesta,
nonché il contatto con le persone e le istituzioni che esse rappresentano,
esigono una robusta struttura interiore e una solidità spirituale in grado di
salvaguardare e anzi di evidenziare sempre meglio la vostra identità cristiana
e sacerdotale. Solo così potrete evitare di risentire degli effetti negativi
della mentalità mondana, e non vi lascerete attrarre né contaminare da logiche
troppo terrene.
Poiché è il Signore stesso che vi domanda
di svolgere nella Chiesa questa missione, attraverso la chiamata del vostro
Vescovo che vi segnala e vi pone a disposizione della Santa Sede, è al Signore
stesso che dovete sempre e soprattutto far riferimento. Nei momenti di oscurità
e di difficoltà interiore, volgete il vostro sguardo verso Cristo che un giorno
vi ha fissati con amore e vi ha chiamati a stare con Lui e ad occuparvi, alla
sua scuola, del suo Regno. Ricordate sempre che è essenziale e fondamentale per
il ministero sacerdotale, in qualunque modo lo si eserciti, mantenere un legame
personale con Gesù. Egli ci vuole suoi "amici", amici che cercano la
sua intimità, seguono i suoi insegnamenti e si impegnano a farlo conoscere ed
amare da tutti. Il Signore ci vuole santi, cioè tutti "suoi", non
preoccupati di costruirci una carriera umanamente interessante o comoda, non
alla ricerca del plauso e del successo della gente, ma interamente dediti al
bene delle anime, disposti a compiere fino in fondo il nostro dovere con la
consapevolezza di essere "servi inutili", lieti di poter offrire il
nostro povero apporto alla diffusione del Vangelo.
Cari sacerdoti, siate, in primo luogo,
uomini di intensa preghiera, che coltivano una comunione di amore e di vita con
il Signore. Senza questa solida base spirituale come sarebbe possibile
perseverare nel vostro ministero? Chi così lavora nella vigna del Signore sa
che quanto viene realizzato con dedizione, con sacrificio e per amore, non va
mai perduto. E se talora ci è dato di assaporare il calice della solitudine,
dell'incomprensione e della sofferenza, se il servizio ci risulta talora
pesante e la croce qualche volta dura da portare, ci sostenga e ci sia di
conforto la certezza che Dio sa rendere tutto fecondo. Noi sappiamo che la
dimensione della croce, ben simboleggiata nella parabola del chicco di grano
che sepolto in terra muore per dare frutto - immagine usata da Gesù poco prima
della sua passione - è parte essenziale della vita di ogni uomo e di ogni
missione apostolica. In ogni situazione dobbiamo offrire la lieta testimonianza
della nostra adesione al Vangelo, accogliendo l'invito dell'apostolo Paolo a
vantarci solamente della croce di Cristo, con l'unica ambizione di completare
in noi stessi ciò che manca della passione del Signore, a favore del suo Corpo
che è la Chiesa (cfr Col1,24).
Occasione quanto mai preziosa per
rinnovare e rafforzare la vostra risposta generosa alla chiamata del Signore,
per intensificare la vostra relazione con Lui, è l'Anno Sacerdotale, che avrà
inizio il prossimo 19 giugno, solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù e
Giornata di santificazione sacerdotale. Valorizzate al massimo questa
opportunità per essere sacerdoti secondo il cuore di Cristo, come san Giovanni
Maria Vianney, il santo Curato d'Ars, del quale ci apprestiamo a celebrare il
150º anniversario della morte. Alla sua intercessione e a quella di sant'Antonio
Abate, Patrono dell'Accademia, affido questi voti ed auspici. Vegli materna su
di voi e vi protegga Maria, Madre della Chiesa. Quanto a me, mentre vi
ringrazio per la vostra odierna visita, vi assicuro il mio speciale ricordo
nella preghiera, e imparto di cuore la Benedizione Apostolica a ciascuno di
voi, alle reverende Suore, al personale della Casa e a tutti coloro che vi sono
cari.