OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
Fratelli Vescovi,
Padre Custode,
cari fratelli e sorelle in Cristo!
E’ per me fonte di profonda commozione
essere presente con voi oggi proprio nel luogo dove la Parola di Dio si è fatta
carne ed è venuta ad abitare fra noi. Quanto è opportuno trovarci qui riuniti
per cantare la Preghiera dei Vespri della Chiesa, dando lode e grazie a Dio per
le meraviglie che egli ha fatto per noi! Ringrazio l’Arcivescovo Sayah per le
parole di benvenuto, e, tramite lui, saluto tutti i membri della comunità Maronita
qui in Terra Santa. Saluto i sacerdoti, i religiosi, i membri dei movimenti
ecclesiali e gli operatori pastorali venuti da tutta la Galilea. Ancora una
volta rendo lode alla cura dimostrata dai Frati della Custodia, nel corso di
molti secoli, nel provvedere ai luoghi santi come questo. Saluto il Patriarca
Latino emerito, Sua Beatitudine Michel Sabbah, che per più di venti anni ha
guidato il suo gregge in queste terre. Saluto i fedeli del Patriarcato Latino
ed il loro attuale Patriarca, Sua Beatitudine Fouad Twal, così come i membri
della comunità Greco-Melchita, qui rappresentata dall’ Arcivescovo Elias
Chacour. Ed in questo luogo dove Gesù stesso crebbe fino alla maturità ed
imparò la lingua ebraica, saluto i Cristiani di lingua ebraica, che sono per noi
un richiamo alle radici ebraiche della nostra fede.
Ciò che accadde qui a Nazareth, lontano
dagli sguardi del mondo, è stato un atto singolare di Dio, un potente
intervento nella storia attraverso il quale un bambino fu concepito per portare
la salvezza al mondo intero. Il prodigio dell'Incarnazione continua a sfidarci
ad aprire la nostra intelligenza alle illimitate possibilità del potere
trasformante di Dio, del suo amore per noi, del suo desiderio di essere in
comunione con noi. Qui l'eterno Figlio di Dio divenne uomo, e rese così
possibile a noi, suoi fratelli e sorelle, di condividere la sua figliolanza
divina. Quel movimento di abbassamento di un amore che si è svuotato di sé ha
reso possibile il movimento inverso di esaltazione nel quale anche noi siamo
elevati a condividere la vita stessa di Dio (cfr Fil 2,6-11).
Lo Spirito che “discese su Maria” (cfr Lc
1,35) è lo stesso Spirito che si librò sulle acque all'alba della Creazione
(cfr Gn 1,2). Questo ci ricorda che l'Incarnazione è stata un nuovo atto
creativo. Quando nostro Signore Gesù Cristo fu concepito per opera dello
Spirito Santo nel seno verginale di Maria, Dio si unì con la nostra umanità
creata, entrando in una permanente nuova relazione con noi e inaugurando una
nuova Creazione. Il racconto dell'Annunciazione illustra la straordinaria
gentilezza di Dio (cfr Madre Julian di Norwich, Rivelazioni 77-79). Egli
non impone se stesso, non predetermina semplicemente la parte che Maria avrà
nel suo piano per la nostra salvezza, egli cerca innanzitutto il suo assenso.
Nella Creazione iniziale ovviamente non era questione che Dio chiedesse il
consenso delle sue creature, ma in questa nuova Creazione egli lo chiede. Maria
sta al posto di tutta l’umanità. Lei parla per tutti noi quando risponde all'invito
dell'angelo. San Bernardo descrive come l’intera corte celeste stesse
aspettando con ansiosa impazienza la sua parola di consenso grazie alla quale
si compì l'unione nuziale tra Dio e l’umanità. L'attenzione di tutti i cori
degli angeli s’era concentrata su questo momento, nel quale ebbe luogo un
dialogo che avrebbe dato avvio ad un nuovo e definitivo capitolo della storia
del mondo. Maria disse: "Avvenga di me secondo la tua parola". E la
Parola di Dio divenne carne.
Il riflettere su questo gioioso mistero
ci dà speranza, la sicura speranza che Dio continuerà a condurre la nostra
storia, ad agire con potere creativo per realizzare gli obiettivi che al
calcolo umano sembrano impossibili. Questo ci sfida ad aprirci all’azione
trasformatrice dello Spirito Creatore che ci fa nuovi, ci rende una cosa sola
con Lui e ci riempie con la sua vita. Ci invita, con squisita gentilezza, a
consentire che egli abiti in noi, ad accogliere la Parola di Dio nei nostri
cuori, rendendoci capaci di rispondere a Lui con amore ed andare con amore
l’uno verso l'altro.
Nello Stato di Israele e nei Territori
Palestinesi i Cristiani formano una minoranza della popolazione. Forse a volte
vi sembra che la vostra voce conti poco. Molti dei vostri amici cristiani sono
emigrati, nella speranza di trovare altrove maggiore sicurezza e migliori
prospettive. La vostra situazione richiama alla mente quella della giovane
vergine Maria, che condusse una vita nascosta a Nazareth, con ben poco per il
suo quotidiano quanto a ricchezza e ad influenza mondana. Per citare le parole
di Maria nel suo grande inno di lode, il Magnificat, Dio ha guardato
alla sua serva nella sua umiltà, ha ricolmato di beni l’affamato. Prendiamo
forza dal cantico di Maria, che tra poco canteremo in unione con la Chiesa intera
in tutto il mondo! Abbiate il coraggio di essere fedeli a Cristo e di rimanere
qui nella terra che Egli ha santificato con la sua stessa presenza! Come Maria,
voi avete un ruolo da giocare nel piano divino della salvezza, portando Cristo
nel mondo, rendendo a Lui testimonianza e diffondendo il suo messaggio di pace
e di unità. Per questo, è essenziale che siate uniti fra voi, così che la
Chiesa nella Terra Santa possa essere chiaramente riconosciuta come "un
segno ed uno strumento di comunione con Dio e di unità di tutto il genere
umano" (Lumen gentium, 1). La vostra unità nella fede, nella speranza e
nell’amore è un frutto dello Spirito Santo che dimora in voi e vi rende capaci
di essere strumenti efficaci della pace di Dio, aiutandovi a costruire una
genuina riconciliazione tra i diversi popoli che riconoscono Abramo come loro
padre nella fede. Perché, come Maria ha gioiosamente proclamato nel suo Magnificat,
Dio è sempre memore “della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza per sempre" (Lc 1,54-55).
Cari Amici in Cristo, siate certi che io
continuamente vi ricordo nella mia preghiera, e vi chiedo di fare lo stesso per
me. Volgiamoci ora verso il nostro Padre celeste, che in questo luogo ha
guardato all’umiltà della sua serva, e cantiamo le sue lodi in unione con la
Beata Vergine Maria, con tutti i cori degli angeli e dei santi e con tutta la
Chiesa in ogni parte del mondo.