Solennità dell’Annunciazione della Beata Vergine Maria

 

 

Con l’odierna Solennità dell’Annunciazione, la Chiesa ci introduce in quel preciso momento, nel quale il Verbo di Dio è stato concepito, come uomo, nel grembo della Vergine Maria. Questo evento, così mirabile, per antica tradizione, viene ricordato anche dal suono delle campane, le quali, rendendosi voce di Dio e della Chiesa, rinnovano quotidianamente l’invito alla memoria cristiana, attraverso la preghiera dell’Angelus. Veniamo ricondotti, quindi, all’avvenimento centrale della storia umana: «Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò Suo Figlio, nato da donna» (Gal 4,4).

L'Incarnazione stessa costituisce questa “pienezza del tempo”, cioè il cuore del Disegno d’Amore di Dio; tutto fu creato in vista di questo momento. È quanto, in modo suggestivo, esprime il poeta Eliot: «Un momento nel tempo, ma il tempo fu creato attraverso quel momento». L’Eterno è entrato nella storia, Dio si è legato agli uomini, divenendo Egli stesso Uomo, Alleanza indissolubile e Amore più forte della morte.

Dalla seconda Lettura, abbiamo appreso la stupenda interpretazione che la Lettera agli Ebrei offre del Salmo 34 e, così, anche la comprensione che la Chiesa ha del Mistero oggi celebrato: «Entrando nel mondo Cristo dice: “Ecco io vengo […] per fare, o Dio, la Tua Volontà”» (Eb 10,7). L’Incarnazione è l’inizio, nel tempo, di quell’eterno Dialogo d’Amore fra il Figlio ed il Padre, Dialogo che, nel grembo della Vergine, diviene veramente “umano”, riassumendo in Sé tutta la creazione e chiamandola a divenire partecipe della stessa Comunione Divina.

«Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato» (Eb 10,5): è in questo Corpo che si realizzerà la vera obbedienza, il vero Sacrificio a Dio gradito, il frutto d’amore che il Padre attendeva dagli uomini e che sarà il Suo stesso Figlio fatto uomo a renderGli.

Da questo Dialogo d’Amore tra il Figlio e il Padre, ci è dato di scorgere qualcosa dell’ineffabile Mistero Trinitario, nel quale avviene come una perenne “reciprocità” dei “Sì”: l’eterno Amore delle Tre Persone divine, che da sempre Si donano l’Una all’Altra, sembra presentarsi come una gioiosa “danza”, nella quale è come se le Persone Divine facessero “a gara” per far risaltare l’Altro darGli e la gioia di aver amato. Precisamente questo “Canto divino” «è venuto ad abitare in mezzo noi»: il concepimento del Verbo nel grembo di Maria corrisponde alla Volontà del Padre di accogliere l’uomo nel perenne gaudio della Comunione divina. Il Verbo, fattosi carne, pronuncia il suo “Eccomi” perché il Disegno del Padre si compia; lo Spirito Santo scende sua Maria per realizzare, nel Suo grembo, la “nuova Creazione”.

Siamo posti, così, dinnanzi al “sì” definitivo del Creatore verso la Sua creatura. Al trittico di questa prima anta, corrisponde l’altra: Maria. Ella, nel silenzioso nascondimento di Nazareth, viene a scoprire il “Sì” che Dio ha pronunciato verso di Lei. Ella è già santificata – l’Immacolata – ed è proprio questo “Sì” antecedente di Dio a rendere possibile, quasi a “contenere”, il “sì” di Maria. Maria, con il suo “fiat”, corrisponde ad un previo assenso: «Tu sei piena di grazia», «Tu hai trovato grazia presso Dio» (Lc 1,28.30). Dio pronuncia previamente il suo “Sì” a noi perché, finalmente, anche noi possiamo dire il nostro “sì” a Lui. Questo “sì” Gli è prezioso; lo desidera ed attende: l’uomo, così, non è mai puro strumento passivo nella mani di Dio, ma sta dinanzi a Dio con vocazione divina, chiamato a cooperare al Suo disegno ed a connotarlo irrevocabilmente. È per questa ragione che la Chiesa, oggi, ci permette di contemplare come l’“Eccomi” del Verbo, che si fa carne, risuoni dentro l’“eccomi” di Maria Santissima. Dalla congiunzione mirabile e misteriosa di questi due “fiat” vengono a noi “la grazia e la verità”.

         Chiediamo alla Vergine Santa il dono di poter pronunciare il nostro “sì” filiale nella dolce dimora del Suo “sì”, dimora che è la Santa Chiesa, nella quale veniamo inseriti nell’obbedienza di Maria, vivificati dall’obbedienza del Figlio e, fatti un solo Corpo con Lui, diveniamo sull’Altare un’unica Offerta a Dio gradita. Amen!