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II Domenica di Avvento – C

 

Citazioni:

Bar 5,1-9:                     www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/9abtame.htm                 

Phil 1,4-6.8-11:                    www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/9aev3pa.htm

Lc 3,1-6:                       www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/9absooc.htm

 

In questa seconda Domenica d’Avvento, la Chiesa sembra come “attirarci”, sempre di più, verso il “Fatto” che ha cambiato la storia dell’umanità, verso l’Avvenimento che è a fondamento di quella “nuova storia”, che, ora, abbraccia l’umanità e che celebreremo nella Notte di Natale: Gesù di Nazareth, Signore e Cristo, Incarnato, morto e risorto per noi.

Sono due, nella Liturgia odierna, i modi, nei quali la Chiesa ci introduce alle soglie del Mistero del Natale: dandoci le coordinate storico-politiche del Fatto, di cui stiamo parlando, e facendoci incontrare colui, che di questo Fatto, è stata la voce.

Anzitutto, guardiamo alle coordinate storico politiche del Fatto: San Luca ci riferisce chi era l’imperatore di allora, chi il governatore della Giudea, quali i tetrarchi e chi i sommi sacerdoti d’Israele. Dio non si affaccia genericamente sulla storia dell’umanità, ma entra in una storia, in un popolo e in un luogo ben determinati, nei quali attirerà, poi, l’umanità intera, come abbiamo ascoltato nella straordinaria profezia del profeta Baruc: «Sorgi, o Gerusalemme, sta’ in piedi sull’altura e guarda verso oriente; vedi i tuoi figli riuniti, dal tramonto del sole fino al suo sorgere, alla parola del Santo, esultanti per il ricordo di Dio. Si sono allontanati da te a piedi, incalzati dai nemici; ora Dio te li riconduce in trionfo come sopra un trono regale» (Bar 5,5).

Veniamo così condotti, progressivamente, a quella “concretezza” estrema di Dio che è il Mistero dell’Incarnazione: Dio si rende incontrabile in un particolare momento storico e in un determinato popolo, ma non solo; Egli si fa incontrare addirittura in una “persona”, nella Persona di Gesù di Nazareth, il Figlio Unigenito dell’Eterno Padre, concepito da Maria Vergine e dato alla luce a Betlemme di Giudea.

Dio, però, non ha operato e non opera in questa particolare storia, per merito dell’uomo. Non vi è nell’uomo e nel suo operare, infatti, alcuna “ragione” per meritare la venuta di Dio; non vi è nell’universo un solo atomo che possa meritare una tale grazia! Dio si china su di noi, in questa nostra concretissima vicenda, perché nel Mistero della Sua sovrana Libertà, Egli vuole così. Certamente, eleggendosi un popolo, il popolo di Israele, Egli ha voluto anche “educare” l’uomo a domandare il Suo intervento, ad implorare il Suo perdono, la Sua grazia, ma Egli, ultimamente, interviene per un atto assolutamente gratuito della Sua Volontà.

Guardiamo sempre con infinita gratitudine a Gesù e domandiamo di incontrarLo: Egli, Bambino nella culla di Betlemme, è “per noi”, Egli è per ciascuno di noi. Ed è tanto più evidente l’incommensurabile grandezza di questo Dono, quanto più accettiamo di riconoscere che non lo meritiamo, che nulla in noi merita tanto. Non attendiamo, perciò, un tempo favorevole per incontrare il Signore, non aspettiamo di meritare il dono della Fede o di una Fede più ardente e profonda, ma domandiamo che Egli intervenga nella nostra vita, che Si mostri a noi, che ci apra gli occhi, perché la Fede, cioè l’incontro con Lui, è una “grazia”, che Egli vuole accordarci – anzi che nel Battesimo ci ha accordato definitivamente - e che ci invita a domandare, perché, desiderandola, possiamo accoglierla con sempre maggiore frutto.

E, infine, la Chiesa ci fa incontrare, nella Liturgia odierna, colui che di questo Fatto, è la voce: il figlio di Zaccaria e di Elisabetta, il cugino di Gesù, Giovanni Battista, eletto da Dio per diventare il Profeta del Suo Figlio. Giunge a noi quella voce che sapremo spegnersi presto, nel martirio, per lasciare posto a Colui che è la Parola, la Parola Eterna del Padre, Cristo Signore.

E cosa dice Giovanni? Qual è il suo messaggio? Egli ci invita, anzitutto, ad un’azione, dicendo: «preparate la via del Signore, raddrizzate i Suoi sentieri»; ma, poi, aggiunge – attraverso quello, che gli esegeti chiamano il “passivo teologico” – che questa azione sarà compiuta da Dio stesso: «le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate». Equivale a dire: «Non ponete ostacoli sulla via del Signore, ma domandate, implorate che Egli venga e “lasciate” che giunga fino a voi». Sì, perché Dio ha deciso di non salvarci senza di noi. Egli non vuole fare a meno del “sì” di Maria, per farsi uomo; vuole essere annunciato, per la prima volta, all’umanità da Giovanni, figlio di Zaccaria; ha costituito gli Apostoli, i Sacerdoti, quali strumenti “necessari” della Sua opera di Salvezza; ha costituito la Chiesa quale “luogo” dell’Incontro con Lui, e domanda, ora, il nostro personale “sì” per salvarci: «Preparate la via del Signore […]. Le vie tortuose diventeranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la Salvezza di Dio».

Maria Immacolata, la Dimora che Dio stesso si è preparata per farsi uomo ed entrare nel mondo, l’umilissima creatura che ha accettato e domandato che avvenisse di Lei quanto l’Angelo aveva detto, ci ottenga Lei la grazia di implorare ed accogliere l’Incontro con Cristo e la radicale trasformazione, che da questo Incontro, sempre, scaturisce. Amen!

 

Preghiera dei fedeli

 

Introduzione del celebrante

Rispondiamo all’invito di Giovanni Battista che ci chiede di preparare la strada alla venuta del Signore. Domandiamo l’apertura del cuore.

  

1.    Signore Gesù, donaci la grazia di preparare la tua venuta rinnovando la nostra fede, nell’ascolto della tua parola, nella preghiera, e nella carità,

Ti preghiamo: SIGNORE ASCOLTA LA NOSTRA PREGHIERA

 

2.    Per quanti sono chiamati a svolgere la missione di annuncio di Giovanni Battista: Papa, vescovi, sacerdoti, perché con letizia, convinzione e coraggio preparino la strada a Cristo che viene

Ti preghiamo: SIGNORE ASCOLTA LA NOSTRA PREGHIERA

 

3.    Per i genitori, i catechisti, gli educatori e tutta la comunità cristiana: perché possiamo trasmettere alle nuove generazioni il dono della fede, testimoniandola con la parola e con la vita,

Ti preghiamo: SIGNORE ASCOLTA LA NOSTRA PREGHIERA

 

4.    Per quanti soffrono per malattia, solitudine, povertà, mancanza di lavoro. O Signore, rendici attenti al bisogno di ogni persona che soffre,

Ti preghiamo: SIGNORE ASCOLTA LA NOSTRA PREGHIERA

 

Conclusione del celebrante

Tu ci vieni incontro Signore. Accogli la nostra preghiera, e rispondi al desiderio del nostro cuore e al bisogno del mondo.