Il 21 aprile la giornata mondiale di
preghiera per le vocazioni
Con il profumo di Cristo e
l’odore delle pecore
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Di Celso
Morga Iruzubieta *
Il 21 aprile, domenica
del Buon Pastore e Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, Papa
Francesco ordinerà dieci nuovi sacerdoti per la Diocesi di Roma. E' una bella
tradizione che contiene una grande ricchezza di significato, legata alla
convergenza tra Parola di Dio, rito dell'ordinazione e tempo pasquale in cui essa
si colloca. Questi dieci fedeli saranno "unti" con la stessa unzione
con la quale è stato unto Gesù, Nostro Signore, come Sommo ed Eterno Sacerdote.
Nella messa del Crisma del Giovedì Santo, il Pontefice ha parlato della
bellezza del buon sacerdote che con la sua vita offre una prova chiara di
quest'unzione in favore del suo popolo. Il sacerdote sta fra la sua gente con
l'olio di gioia del buon pastore.
Vorrei soffermarmi
nell'importantanza fondamentale che la gioia del buon pastore ha per le
vocazioni novelle. La grandezza della chiamata – elezione divina in favore
degli uomini – esige che i sacerdoti presentino davanti ai giovani il prezioso
e bellissimo dono che comporta seguire Cristo nel ministero sacerdotale con una
chiara coscienza della propria identità, con coerenza di vita, con trasparente
gioia e ardore missionario. Il sacerdote irradia e atrae se la sua vita e il
suo ministero sono manifestazione gioiosa della sua adesione al mistero di
Gesù. Questa gioia ha la sua radice in forma di croce, sostenuta dall'identificazione
con il Buon pastore, crocifisso e rissorto. La vita e il ministero del
sacerdote sono continuazione della vita e dell'azione della stesso Cristo.
Questa è la sorgente della loro identità, della loro gioia, della loro vera
dignità, la certezza della loro vita. Il segreto è “svuotarsi” da se stessi per
lasciare che Cristo, Buon Pastore e Sacerdote delle nostre anime, riempia
pienamente quel vuoto. Bisogna uscire da sé per conformarsi a Cristo. «Così –
diceva il Papa nell'omelia della messa crismale – bisogna uscire da sé per
sperimentare la nostra unzione, il suo potere e la sua efficacia redentrice (...).
Il sacerdote che esce poco da sé, che unge poco (...) si perde il meglio del
nostro popolo, quello che è capace di attivare la parte più profonda del suo
cuore sacerdotale». L'olio della gioia, il profumo di Cristo che guarisce e
conforta e rallegra il cuore deve giungere attraverso del sacerdote «nelle
"periferie" dove c'è sofferenza, c'è sangue versato, c'è cecità che
desidera vedere, ci sono prigioneri di tanti cattivi padroni».
Il grande
paradosso cristiano, che nel sacersote si fa vita attraverso il ministero, sta
nel «perdere la vita», nel «dare la vita per le pecore». Soltanto così potrà
condurre i fedeli a lui affidati alla vita vera, la vita «in abbondanza» (Gv
10,10). Come faceva notare Benedetto XVI nell'omelia pronunciata lo scorso anno
in questa stessa domenica IV di Pasqua, «dare la vita» è la caratteristica
essenziale del vero pastore . Gesù lo ripete per tre volte nel Vangelo odierno
e alla fine conclude dicendo: «per questo il Padre mi ama: perché io do la mia
vita per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso»
(Gv 10,17-18).
Questa stessa
libertà di «dare la vita», fiduciosi nella parola del Signore che ci sarà data
«in abbondanza» di nuovo, chiede Gesù a quelli che lo seguono per questa via
del ministero sacerdotale. «Chi non esce da sé – ha detto Papa Francesco lo
scorso Giovedì Santo – invece di essere mediatore, diventa a poco a poco un
intermediario, un gestore». Da qui deriva l'insoddisfazione, la tristezza, la
mancanza di slancio apostolico; si diventa così collezionisti di antichità
oppure di novità, invece di essere pastori con "l'odore delle
pecore". Parole forti che mettono il sacerdote in guardia per conservare e
acrescere sempre più in sé stesso quello che è essenziale: dare la vita per
Cristo e per le pecore, usire da sé stessi, fidarsi pienanamente della parola
di Gesù dal momento stesso dell'imposizione delle mani e dell'unzione da parte
del vescovo fino al ultimo sospiro della vita.
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* Arcivescovo
Segretario della Congregazione per il Clero