Santa Messa di S.Em. il Card. Beniamino Stella

 presso il Santuario Mariano di Tersatto (Trsat)

27 Ottobre 2014

 

Con animo di pellegrini, ci siamo oggi riuniti in questo venerabile Santuario, il più antico della Croazia, impreziosito dalla fede dei fedeli che nei secoli ci hanno preceduto qui, per onorare Maria, Madre della Chiesa e Madre dei sacerdoti, e per invocare la sua intercessione su questa comunità diocesana e sui suoi pastori, nonché sui frati francescani, custodi di questo luogo.

 

Da sempre siamo abituati a pensare e a rivolgerci a Maria come Madre, la Madre per eccellenza, che ha generato il Messia e che dopo la risurrezione ha esteso la sua maternità a tutti i credenti, di ogni luogo e di ogni epoca. Perciò desidero oggi meditare con voi su Maria proprio a partire da una virtù che contraddistingue lei, e che spesso è propria delle mamme in genere, espressione peculiare del loro amore, ma che ben si addice anche a tutti i discepoli del Signore: la perseveranza.

 

Un dato di fatto si impone subito a chi legge la Sacra Scrittura: Maria è stata presente in ogni momento della vita terrena di Gesù e anche dopo la sua morte e risurrezione – lo abbiamo ascoltato nella prima lettura – è rimasta accanto alla comunità dei Discepoli. Ella ha avuto fede e ha perseverato in essa, come prima discepola di suo Figlio.

Tuttavia, nel vederla da sempre elevata agli onori degli altari, forse rischiamo di dimenticare la donna Maria di Nazareth e di non cogliere la giusta grandezza della sua fede, messa alla prova ed esercitata in lunghi anni, mai scontata, come quella di ciascuno di noi. Infatti, Maria dopo aver detto il primo, grande “sì” all’arcangelo Gabriele, ha proseguito una vita ordinaria, nel nascondimento e nell’umiltà di Nazareth, dedita alle normali occupazioni richieste dalla vita domestica; ha quindi dovuto attendere non meno di trent’anni perché le parole di Gabriele Le divenissero meno oscure.

 

Un’attesa non sempre facile e serena. Quando Gesù ha iniziato il suo “ministero pubblico”, evidentemente non senza qualche trepidazione, Maria lo ha lasciato partire, mentre abbandonava la sicurezza del suo mestiere di carpentiere e una posizione sociale umile, ma rispettabile e sicura. Avrà gioito poi nel vedere quel suo figlio tanto amato osannato dalle folle, ascoltato dai poveri e dai potenti, soffrendo però atrocemente per la sua condanna e la sua morte.

 

Tuttavia, con pochi, sapienti tratti, le parole dei Vangeli ci fanno capire che Maria è sempre stata accanto a Gesù, ha perseverato in quel suo primo “sì” attraverso le tante sfide, piccole o grandi, che nel tempo la sua fede ha ricevuto. La grandezza di Maria allora non sta solo nella speciale predilezione di cui ha goduto presso Dio, grazie alla sua Immacolata Concezione, ma anche nel suo essere stata una donna credente, fedele alle promesse di Dio, anche quando il loro adempimento appariva lontano o addirittura impossibile.

 

Guardiamo per un istante ai passaggi salienti che hanno caratterizzato l’esistenza di Maria. Ella desiderava diventare moglie e madre, come le altre ragazze della sua età. Il Signore l’ha accontentata, in modo speciale e sovrabbondante; è stata la casta sposa di Giuseppe ed è diventata madre, di Gesù e dell’umanità intera. Sicuramente, come tutte le mamme, avrà desiderato la felicità del Figlio, avrà sperato di vederlo apprezzato e amato; e di nuovo questo è avvenuto, ma per la via inattesa della croce, che ha innalzato Gesù sino al cielo, offrendolo all’amore di tutti gli uomini. Possiamo immaginare, infine, che Maria desiderasse non restare sola, trascorrere la vita sempre circondata dall’amore di una famiglia. Pensiamo alle letture che abbiamo ascoltato; la famiglia che ha accolto Maria è quella dei credenti in Cristo, gli Apostoli all’inizio, poi i discepoli di ogni epoca, noi compresi, che siamo qui ora in questo Santuario a lei dedicato.

 

L’insegnamento della vita di Maria per tutti i credenti è chiaro: Dio risponde ai nostri desideri e non manca di mantenere quanto ci ha promesso, nel momento in cui ci ha chiamato; tuttavia ciò avviene in tempi e modi che non sono i nostri e a volte l’attesa può farci vacillare. Per questo, ci rivolgiamo volentieri a lei anche come Madre e modello dei credenti.

 

Noi a volte rischiamo di trattare Dio come un “bancomat”, inseriamo la tessera e pretendiamo un risultato immediato e corrispondente in tutto alla nostra richiesta. Spesso ci ritroviamo infelici e delusi per questo, vogliamo “costringere” Dio alle nostre opinioni e ci irritiamo se ciò non accade. Maria invece ci mostra in modo eminente quale grande amore Dio riversa nella nostra vita, se restiamo suoi discepoli fedeli e ci lasciamo condurre da Lui per le sue vie.

 

Proviamo a trarre uno spunto concreto per la nostra vita di fede a partire da queste riflessioni sulla Vergine Maria; possiamo dire, allora, che la perseveranza è misura e alimento dell’amore.

 

Infatti, solo chi ama persevera; tanti sono capaci di grandi slanci e di momenti di “sacro zelo”, ma l’amore vero è quello fatto anche di piccole cose, di momenti ordinari, che passa attraverso la quotidianità dell’esistenza. Noi oggi viviamo un momento più intenso del solito, radunati insieme in questo Santuario, ma guai a noi se restringessimo il nostro cammino di fede a circostanze straordinarie come questa, a scapito della nostra vita quotidiana. La buona volontà, o anche la testardaggine, nemmeno lontanamente valgono l’amore, quando si tratta di seguire Gesù come suoi discepoli.

 

Ma la perseveranza è anche alimento dell’amore del discepolo, non lo “consuma”. Maria non ha seguito Gesù in ogni momento, sin sotto la croce, perché doveva o perché era semplicemente giusto, ma perché nel tempo il suo amore era cresciuto, ogni “sì”, piccolo o grande, detto al Signore lo aveva nutrito.

 

«De Maria numquam satis», scriveva S. Bernardo di Chiaravalle, (da Sermo de nativitate Mariae, PL 183, 437D); di lei non parleremmo mai abbastanza, per lodarne i meriti, affidarle le nostre preghiere e per trarre esempi per la nostra vita di credenti. Ci riempie di gioia e di serenità l’abbraccio di una madre così amorevole. Un ultimo pensiero per un santo che alla Madre di Dio fu assai devoto: S. Giovanni Paolo II, proprio qui, nel 2003, ha chiesto che si pregasse per lui, da vivo e dopo la morte, come è riportato sulla bella scultura che lo ritrae pellegrino a questo Santuario.

 

Affidiamo all’intercessione del Santo Pontefice e della Madonna delle Grazie di Tersatto la nostra vita di credenti e di discepoli, incamminati dietro a Gesù nelle strade del mondo, affinché, perseveranti nell’amore, diffondiamo intorno a noi la gioia del Vangelo. Amen.