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    Tema : Biblioteca / Teologia / Fondamentale

    Biblioteca /Teologia /Fondamentale
    Con la fede l'uomo accetta la verità della rivelazione
    17/04/1985
    Se l'originalità della fede consiste nel carattere di conoscenza essenzialmente soprannaturale, che le proviene dalla grazia di Dio e dai doni dello Spirito Santo, parimenti si deve affermare che la fede possiede una sua originalità autenticamente umana. Infatti troviamo in essa tutte le caratteristiche della convinzione razionale e ragionevole sulla verità contenuta nella divina rivelazione. Tale convinzione - ovverosia certezza - corrisponde perfettamente alla dignità della persona come essere razionale e libero. Circa questo problema è assai illuminante, tra i documenti del Concilio Vaticano II, la dichiarazione sulla libertà religiosa, che inizia con le parole "Dignitatis humanae".
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    Biblioteca /Teologia /Fondamentale
    Con la fede l'uomo risponde all'"autorivelazione" di Dio
    10/04/1985
    La fede è una particolare risposta dell'uomo alla parola di Dio che rivela se stesso fino alla rivelazione definitiva in Gesù Cristo. Questa risposta ha senza dubbio un carattere conosciuto, dà infatti all'uomo la possibilità di accogliere questa conoscenza (autoconoscenza) che Dio "condivide" con lui. L'accettazione di questa conoscenza di Dio, che nella vita presente è sempre parziale, provvisoria e imperfetta, dà però all'uomo la possibilità di partecipare fin d'ora alla verità definitiva e totale, che gli sarà un giorno pienamente svelata nella visione immediata di Dio. "Abbandonandosi tutt'intero a Dio" in risposta alla sua autorivelazione, l'uomo partecipa a questa verità. Da una tale partecipazione prende inizio una nuova vita soprannaturale, che Gesù chiama "vita eterna" (Gv 17,3) e che, con la lettera agli Ebrei, si può definire "vita mediante la fede": "Il mio giusto vivrà mediante la fede" (Eb 10,38).
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    Biblioteca /Teologia /Fondamentale
    Con la ragione l'uomo può giungere alla conoscenza di Dio
    20/03/1985
    Un testo classico sul tema della possibilità di conoscere Dio - prima di tutto la sua esistenza - partendo dalle cose create, lo troviamo nella lettera di san Paolo ai Romani: "...poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato. Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità; essi sono dunque inescusabili" (Rm 1,19-21). L'Apostolo ha qui nella mente gli uomini "che soffocano la verità nell'ingiustizia" (Rm 1,18). Il peccato li trattiene dal rendere la gloria dovuta a Dio, che ogni uomo può conoscere. Può conoscere la sua esistenza, e anche, fino ad un certo grado, la sua essenza, le sue perfezioni, i suoi attributi. Dio invisibile diventa in un certo senso "visibile nelle sue opere". Nell'Antico Testamento, il libro della Sapienza proclama la stessa dottrina dell'Apostolo sulla possibilità di giunge
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    Biblioteca /Teologia /Fondamentale
    Credere in modo cristiano
    19/06/1985
    Secondo la dottrina contenuta nella costituzione "Dei Verbum", la fede cristiana è la risposta consapevole e libera dell'uomo all'autorivelazione di Dio, che ha raggiunto in Gesù Cristo la sua pienezza. Mediante ciò che san Paolo chiama "l'obbedienza della fede" (cf. Rm 16,26; 1,5; Cor 10,5-6), tutto l'uomo si abbandona a Dio, accettando come verità ciò che è contenuto nella parola della divina rivelazione. La fede è opera della grazia che agisce nell'intelligenza e nella volontà dell'uomo, e al tempo stesso è un atto consapevole e libero del soggetto umano. La fede, dono di Dio all'uomo, è anche una virtù teologale, e contemporaneamente una disposizione stabile dell'animo, cioè un ambito o atteggiamento interiore durevole. Essa esige perciò che l'uomo credente la coltivi continuamente, cooperando attivamente e consapevolmente con la grazia che Dio gli offre.
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    Biblioteca /Teologia /Fondamentale
    Credo
    16/06/1999
    Vi sono formule dottrinali nel NT (Rom 1,3-4-4,24-25- 1 Cor 8,6; 1 Tim 2,5; 3,16; 2 Tim 2 8- I Ptr 3,18) e nella letteratura cristiana antica (Ign., Eph. 18,2, Trall. 9; Smyrn. 1,1-2, Polic., Ep. 2,1), ma non possono essere identificate come simboli rudimentali perché troppo diversificate e mancano di paralleli posteriori. Predecenti del simbolo possono ritenersi la formula trinitaria basata o ricavata da Mt 28,19, connessa, come implica il testo, col rito battesimale, e la forma interrogatoria, cioè presentata al candidato al battesimo in una serie di domande. La confessione cristologica fu inclusa nella più semplice formula trinitaria e diede origine al credo oggi noto come Simbolo apostolico, anche se tanto le formule separate che la formula di sintesi erano diverse da chiesa a chiesa.
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    Biblioteca /Teologia /Fondamentale
    Dio che si rivela è la fonte della fede del cristiano
    27/03/1985
    La conoscenza di Dio per mezzo della ragione, salendo a lui "dalle cose create", corrisponde alla natura razionale dell'uomo. Corrisponde anche all'originale disegno di Dio, che dotando l'uomo di tale natura, vuole poter essere da lui conosciuto. "Dio, il quale crea e conserva tutte le cose per mezzo del Verbo, offre agli uomini nelle cose create una perenne testimonianza di sé" ("Dei Verbum", 3). Questa testimonianza è data come dono e nello stesso tempo è lasciata come oggetto di studio da parte della ragione umana. Mediante l'attenta e perseverante lettura della testimonianza delle cose create, la ragione umana si dirige verso Dio e si avvicina a lui. Questa è in un certo senso la via "ascendente": sui gradini delle creature l'uomo si innalza verso Dio, leggendo la testimonianza dell'essere, della verità, del bene e della bellezza che le creature posseggono in se stesse.
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    Biblioteca /Teologia /Fondamentale
    Gli uomini di scienza e Dio
    17/07/1985
    E' opinione abbastanza diffusa che gli uomini di scienza siano generalmente agnostici e che la scienza allontani da Dio. Che cosa c'è di vero in questa opinione? Gli straordinari progressi compiuti dalla scienza, particolarmente negli ultimi due secoli, hanno talvolta indotto a credere che essa sia in grado di dare risposta da sola a tutti gli interrogativi dell'uomo e di risolverne tutti i problemi. Alcuni ne hanno dedotto che non ci sarebbe più, ormai, alcun bisogno di Dio. La fiducia nella scienza avrebbe soppiantato la fede. Tra scienza e fede - si è detto - occorre fare una scelta: o si crede nell'una o si abbraccia l'altra. Chi persegue lo sforzo della ricerca scientifica, non ha più bisogno di Dio; viceversa, chi vuol credere in Dio, non può essere uno scienziato serio, perché tra la scienza e la fede c'è contrasto insanabile.
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    Biblioteca /Teologia /Fondamentale
    I libri del Nuovo Testamento
    22/05/1985
    Il Nuovo Testamento è di dimensioni minori dell'Antico. Sotto l'aspetto della redazione storica, i libri che lo formano sono stati scritti in un arco di tempo molto più breve che non quelli dell'antica alleanza. Si compone di ventisette libri, alcuni molto brevi. In primo luogo elenchiamo i quattro Vangeli: secondo Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Segue il libro degli Atti degli apostoli, l'autore del quale è ancora Luca. Il gruppo più numeroso è costituito dalle lettere apostoliche, le più numerose delle quali sono le lettere di san Paolo: una ai Romani, due ai Corinzi, una ai Galati, una agli Efesini, una ai Filippesi, una ai Colossesi, due ai Tessalonicesi, due a Timoteo, una a Tito e una a Filemone. Il cosiddetto "corpus Paulinum" termina con la lettera agli Ebrei, scritta nell'ambito di influenza di Paolo.
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    Biblioteca /Teologia /Fondamentale
    Il problema dell'incredulità e dell'ateismo
    12/06/1985
    Credere in modo cristiano significa "accettare l'invito al colloquio con Dio", abbandonandosi al proprio Creatore. Una tale fede consapevole ci predispone anche a quel "dialogo della salvezza" che la Chiesa deve portare avanti con tutti gli uomini del mondo di oggi, anche con i non credenti. "Molti nostri contemporanei... non percepiscono affatto o esplicitamente rigettano questo intimo e vitale legame con Dio" ("Gaudium et spes", 19), costituito dalla fede. Perciò nella costituzione pastorale "Gaudium et spes" il Concilio ha preso posizione anche sul tema dell'incredulità e dell'ateismo. Esso ci dice inoltre quanto consapevole e matura dovrebbe essere la nostra fede, di cui ci capita spesso di dover dare testimonianza davanti agli increduli e agli atei. Proprio nell'epoca attuale la fede deve esser educata alla "capacità di guardare in faccia con lucidità alle difficoltà per superarle".
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    Biblioteca /Teologia /Fondamentale
    Il significato della parola "credere"
    13/03/1985
    Il primo e fondamentale punto di riferimento della presente catechesi sono le professioni universalmente conosciute della fede cristiana. Esse si chiamano anche "simboli di fede". La parola greca "symbolon" significava la metà di un oggetto spezzato (per esempio di un sigillo) che veniva presentata come il segno di riconoscimento. Le parti spezzate venivano messe insieme per verificare l'identità del portatore. Da qui provengono gli ulteriori significati del "simbolo": la prova dell'identità, le lettere credenziali e anche un trattato o contratto di cui il "symbolon" era la prova. Il passaggio da questo significato a quello di raccolta o sommario delle cose riferite e documentate era abbastanza naturale. Nel nostro caso i "simboli" significano la raccolta delle principali verità di fede, cioè di ciò in cui la Chiesa crede. Nella catechesi sistematica sono contenute le istruzioni su ciò in cui crede la Chiesa, cioè sui contenuti della fede cristiana.
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