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    Tema : Biblioteca / Teologia / Dio Padre

    Biblioteca /Teologia /Dio Padre
    Commento alla prima lettera a Timoteo (Parte II)
    30/11/2000
    Il documento (160 Kb) GIOVANNI CRISOSTOMO

    Biblioteca /Teologia /Dio Padre
    Creatore degli angeli, esseri liberi
    23/07/1986
    Nella perfezione della loro natura spirituale gli angeli sono chiamati fin dall'inizio, in virtù della loro intelligenza, a conoscere la verità e ad amare il bene che conoscono nella verità in modo molto più pieno e perfetto di quanto non sia possibile all'uomo. Questo amore è l'atto di una volontà libera, per cui anche per gli angeli la libertà significa possibilità di operare una scelta a favore o contro il Bene che essi conoscono, cioè Dio stesso. Bisogna qui ripetere ciò che già abbiamo ricordato a suo tempo a proposito dell'uomo: creando gli esseri liberi, Dio volle che nel mondo si realizzasse quell'amore vero che è possibile solamente sulla base della libertà. Egli volle dunque che la creatura, costituita a immagine e somiglianza del suo Creatore, potesse nel modo più pieno possibile rendersi simile a lui, Dio, che "è amore" (1Gv 4,16).
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    Biblioteca /Teologia /Dio Padre
    Creatore delle "cose visibili e invisibili"
    09/07/1986
    La creazione degli esseri puramente spirituali, che la Sacra Scrittura chiama "angeli" appare chiaramente nei Simboli della fede, particolarmente nel Simbolo niceno-costantinopolitano: "Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra, di tutte le cose (cioè enti o esseri) visibili e invisibili". Sappiamo che l'uomo gode, all'interno della creazione, di una posizione singolare: grazie al suo corpo appartiene al mondo visibile, mentre per l'anima spirituale, che vivifica il corpo, egli si trova quasi al confine tra la creazione visibile e quella invisibile. A quest'ultima, secondo il Credo che la Chiesa professa alla luce della rivelazione, appartengono altri esseri, puramente spirituali, non dunque propri del mondo visibile, anche se in esso presenti e operanti. Essi costituiscono un mondo specifico.
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    Biblioteca /Teologia /Dio Padre
    Creazione e legittima autonomia delle cose create
    02/04/1986
    La creazione, sul cui fine abbiamo meditato nella catechesi precedente dal punto di vista della dimensione "trascendentale", esige anche una riflessione dal punto di vista della dimensione immanente. Ciò è reso oggi particolarmente necessario dal progresso della scienza e della tecnica, che ha introdotto significativi mutamenti nella mentalità di molti uomini del nostro tempo. Infatti "molti nostri contemporanei sembrano temere che, se si fanno troppo stretti i legami tra attività umana e religiosa, venga impedita l'autonomia degli uomini, della società delle scienze" ("Gaudium et spes", 39). Il Concilio ha affrontato questo problema, che è strettamente collegato con la verità di fede circa la creazione e il suo fine, proponendone una spiegazione chiara e convincente.
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    Biblioteca /Teologia /Dio Padre
    Creazione e legittima autonomia delle cose create
    02/04/1986
    La rifledssione sulla creazione esige anche una considerazione dal punto di vista della dimensione immanente. Ciò è reso oggi particolarmente necessario dal progresso della scienza e della tecnica, che ha introdotto significativi mutamenti nella mentalità di molti uomini del nostro tempo. Infatti "molti nostri contemporanei sembrano temere che, se si fanno troppo stretti i legami tra attività umana e religiosa, venga impedita l'autonomia degli uomini, della società delle scienze" ("Gaudium et spes", 39). Il Concilio ha affrontato questo problema, che è strettamente collegato con la verità di fede circa la creazione e il suo fine, proponendone una spiegazione chiara e convincente.
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    Biblioteca /Teologia /Dio Padre
    Credo in Dio creatore del cielo e della terra
    15/01/1986
    La Verità circa la creazione è oggetto e contenuto della fede cristiana: essa è presente in modo esplicito unicamente nella rivelazione. Non la si trova infatti che molto vagamente nelle cosmogonie mitologiche al di fuori della Bibbia, ed è assente dalle speculazioni di antichi filosofi, anche massimi, quali Platone e Aristotele, che pur hanno elaborato un concetto abbastanza elevato di Dio come Essere totalmente perfetto, come Assoluto. L'intelligenza umana può da sola giungere a formulare la verità che il mondo e gli esseri contingenti (non necessari) dipendono dall'Assoluto. Ma la formulazione di questa dipendenza come "creazione" - quindi in base alla verità circa la creazione - appartiene originalmente alla rivelazione divina e in questo senso è una verità di fede.
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    Biblioteca /Teologia /Dio Padre
    Cristo ha testimoniato la verità della sua figliolanza divina
    30/10/1085
    Credo in Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: luce da luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre...". Con queste parole del Simbolo niceno-costantinopolitano, espressione sintetica dei Concili di Nicea e Costantinopoli, che hanno esplicitato la dottrina trinitaria della Chiesa, noi professiamo la fede nel Figlio di Dio. Ci avviciniamo così al mistero di Gesù Cristo, il quale anche oggi, come nei secoli passati, interpella e interroga gli uomini con le sue parole e con le sue opere. I cristiani, animati dalla fede, gli mostrano amore e devozione. Ma non mancano neppure tra i non cristiani coloro che sinceramente lo ammirano. Dove dunque risiede il segreto dell'attrattiva che Gesù di Nazaret esercita? La ricerca della piena identità di Gesù Cristo ha occupato fin dagli inizi il cuore e l'intelligenza della Chiesa che lo proclama Figlio di Dio, seconda persona della santissima Trinità.
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    Biblioteca /Teologia /Dio Padre
    Culmine della fede: credere che Dio è amore
    02/10/1985
    "Dio è amore...": queste parole, contenute in uno degli ultimi libri del Nuovo Testamento, la prima Lettera di san Giovanni (4,16), costituiscono come la definitiva chiave di volta della verità su Dio, la quale si fece strada mediante numerose parole e molti avvenimenti, fino a divenire piena certezza della fede con la venuta di Cristo, e soprattutto con la sua croce e la sua risurrezione. Sono parole nelle quali trova un'eco fedele l'affermazione di Cristo stesso: "Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna" (Gv 3,16). La fede della Chiesa culmina in questa verità suprema: Dio è amore! Ha rivelato se stesso in modo definitivo come amore nella croce e risurrezione di Cristo.
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    Biblioteca /Teologia /Dio Padre
    Dio che si rivela è colui che esiste
    31/07/1985
    Pronunciando le parole "credo in Dio", noi esprimiamo innanzitutto la convinzione che Dio esiste. E questo un tema che abbiamo toccato nelle catechesi del precedente ciclo, riguardante il significato della parola "credo". Secondo l'insegnamento della Chiesa la verità sull'esistenza di Dio è accessibile anche alla sola ragione umana, se libera da pregiudizi, come testimoniano i passi del libro della Sapienza (13,1-9) e della lettera ai Romani (1,19-20) riportati in precedenza. Essi parlano della conoscenza di Dio come creatore (o prima causa). Questa verità ricorre anche in altre pagine della Sacra Scrittura. Il Dio invisibile diventa in un certo senso "visibile" attraverso le sue opere. "I cieli narrano la gloria di Dio, / e l'opra delle sue mani annunzia il firmamento. / Il giorno al giorno ne affida il messaggio / e la notte alla notte ne trasmette notizia" (Sal 19,2-3).
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    Biblioteca /Teologia /Dio Padre
    Dio della nostra fede
    24/07/1985
    "Io credo in Dio" o, più pienamente: "Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore...". Così suona questa prima e fondamentale verità della fede nel simbolo apostolico. E quasi identicamente nel simbolo niceno-costantinopolitano: "Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore...". Così, il tema delle catechesi di questo ciclo sarà Dio: il Dio della nostra fede. E poiché la fede è la risposta alla rivelazione, il tema delle catechesi che seguiranno sarà quel Dio, che si è fatto conoscere all'uomo, al quale "ha rivelato se stesso e manifestato il mistero della sua volontà" (cf. "Dei Verbum", 2).
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