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Incontro con la Penitenzieria Apostolica   versione testuale


 
 
Cari amici sacerdoti che svolgete una missione così delicata e importante come penitenzieri di Roma, Diocesi del Successore di Pietro che presiede nella carità tutta la Chiesa universale.
 
Vi parlo come Segretario della Congregazione per il Clero, che per mandato del Santo Padre cura l’attenzione pastorale nei riguardi dei sacerdoti del mondo. Vorrei quindi improntare la mia relazione sulla vostra specifica missione in particolare come confessori dei sacerdoti che sono incardinati a Roma o lavorano abitualmente in essa o semplicemente di passaggio, pellegrini che ne approfittano per ricevere il sacramento della riconciliazione.
 
Come ben sapete, la Congregazione per il Clero ha pubblicato, nel 2011, il Sussidio per i confessori e i direttori spirituali, intitolato: “Il sacerdote ministro della misericordia divina. Sussidio per confessori e direttori spirituali”. Esso è offerto a tutti i sacerdoti come frutto dell’Anno sacerdotale, sulla scia dell’esempio del Santo Curato d’Ars e di tanti sacerdoti santi lungo la storia della Chiesa.
 
Il sacerdote, amministratore del Sangue redentore di Cristo, ha bisogno lui stesso di ricevere il sacramento del perdono; ha bisogno di non trascurarlo consapevolmente. Se qualcuno nella Chiesa è chiamato a configurarsi interamente a Cristo affinchè la salvezza operata da Lui possa arrivare efficacemente a tutti, questi è proprio il sacerdote. La meta è l’identificazione non solo sacramentale ma anche vitale, morale con Cristo, mediante una profonda amicizia con lui, una sorte di amore innamorato. Il sacerdote deve vivere questa identificazione “ministrando”, ossia nello svolgimento fedele del suo ministero sacerdotale.
 
 
S. E. Mons. Celso Morga Iruzubieta