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Quale Chiesa per quale mondo - Linee ecclesiologiche per la contemporaneità   versione testuale


Magnifico Pro-Rettore,
Reverendissimo Assistente Ecclesiastico Generale,
Chiarissimi Professori e Reverendi Confratelli,
Carissimi Studenti tutti,
 
nell’Omelia pronunciata, il 19 febbraio scorso, in occasione della Solennità della Cattedra di San Pietro, il Santo Padre Benedetto XVI ha affermato: «La Chiesa non esiste per se stessa, non è il punto d’arrivo, ma deve rinviare oltre sé, verso l’alto, al di sopra di noi. La Chiesa è veramente se stessa nella misura in cui lascia trasparire l’Altro – con la “A” maiuscola – da cui proviene e a cui conduce. La Chiesa è il luogo dove Dio “arriva” a noi, e dove noi “partiamo” verso di Lui; essa ha il compito di aprire oltre se stesso quel mondo che tende a chiudersi in se stesso e portargli la luce che viene dall’alto, senza la quale diventerebbe inabitabile».
 
Ci sono verità, che quando vengono proclamate nella loro completezza, suscitano immediatamente un assenso pieno, come un’esultanza del cuore che scaturisce da una totale immedesimazione; suscitano quel gaudium veritatis, quella gioia che è godimento della verità, di agostiniana memoria. Questa definizione della Chiesa, data dal Santo Padre, straordinariamente efficace e sintetica, appartiene a questo tipo di verità e suscita questa esperienza.
 
Ma che cos’è la Chiesa? O meglio, chi è la Chiesa?
 
Qual è il suo posto nel mondo, se ha diritto ad averne uno?
 
Tenterò di rispondere a queste cogenti domande, articolando la presente riflessione in tre distinti momenti: nel primo, prenderò in considerazione il rapporto tra identità della Chiesa e relativismo; nel secondo, la realtà della Chiesa come Presenza nel mondo; infine, nel terzo punto, getteremo lo sguardo sull’aspetto missionario della Comunità ecclesiale.
 
 
 
 
di S. Em. R. il Card. Mauro Piacenza