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Vent'anni dopo il Catechismo della Chiesa Cattolica per la Nuova Evangelizzazione   versione testuale


 
 
Sono lieto di poter intervenire a questo Convegno, nel quale, con mirabile zelo, quasi si anticipa l’Anno della Fede, introducendoci ad uno dei due Anniversari che ne hanno determinato la celebrazione: quello del ventennale del Catechismo della Chiesa Cattolica, non disgiungibile, in realtà, dal Cinquantesimo Anniversario di indizione del Concilio Ecumenico Vaticano II.
 
Mi soffermerò, in questo intervento, su tre aspetti che ritengo essenziali, in ordine al tema assegnatomi: il rapporto tra Catechismo della Chiesa Cattolica e Concilio Ecumenico Vaticano II, alcuni profili della ricezione del Catechismo e, infine, la stretta connessione tra Catechismo e Nuova Evangelizzazione.
Desidero premettere, all’intero sviluppo del tema, la lucida consapevolezza ecclesiale della "insufficienza" di un documento, qualunque sia il suo tenore, a determinare, da solo, radicali cambiamenti ed evangeliche riforme.
I documenti sono essenziali ed aiutano ogni reale cammino di conversione e, perciò, di riforma, sostenendone le ragioni ed offrendo indicazioni, ma il motore del personale ed ecclesiale rinnovamento, sempre, in modo certo e preminente, è la santità! Sia la santità oggettiva della Chiesa, mistico Corpo di Cristo, sia la personale santità, di ciascuno dei suoi membri.
Se così non fosse, anche la Nuova Evangelizzazione, della quale ormai si parla da oltre un decennio, ufficialmente dalla Novo Millennio ineunte, rischierebbe di divenire uno slogan demagogicamente ripetuto, senza un autentico rapporto con la realtà, con le concrete situazioni culturali, dottrinali e pastorali delle comunità cristiane e delle Chiese particolari.
 
 
di S. Em. il Card. Mauro Piacenza