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Omelia nella Solennitą di Pentecoste   versione testuale


 
"Spe salvi facti sumus". Nella speranza siamo stati salvati.
 
 
Con queste parole il Santo Padre Benedetto XVI ha voluto intitolare la sua seconda Lettera Enciclica, sulla Speranza cristiana, prendendo spunto dal brano della Lettera ai Romani, che abbiamo ascoltato.
In esso, quasi a mo' di invocazione, l'Apostolo ricorda come: «tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo».
La Solennitą di Pentecoste, che questa sera celebriamo, nel giorno della festa liturgica di San Filippo Neri, é proprio la memoria di questo "possesso dello Spirito" anzi delle "primizie dello Spirito"!
Possedere lo Spirito Santo, significa, in realtą, essere da Lui posseduti, ricordando sempre la precedenza del "dono" sul "frutto", dell'essere sull'operare.
Questo é oggettivamente vero grazie al dono dei sacramenti, in particolare del Battesimo, della Confermazione e dell'Ordine Sacro, che hanno come effetto, nei fedeli, quella speciale "inabitazione permanente dello Spirito", che ne cambia l'essere, configurandolo a quello di Cristo Signore.
L'essere posseduti dallo Spirito, diviene particolarmente evidente nella vita dei Santi, che sono gli autentici riformatori della Chiesa. Ogni riforma, infatti, se non proviene dallo Spirito, é solo volontą umana, obbediente spesso al proprio capriccio o, peggio, agli imperativi del mondo; se invece proviene dallo Spirito, si attua e diffonde progressivamente, non con strumenti umani di pressione ideologica e disorientante sulle coscienze, ma con il fulgido esempio della Santitą, universalmente accolta e riconosciuta.
 
 
Card. Mauro Piacenza