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Fede e Teologia: necessità, fecondità e prospettive di un rapporto   versione testuale


 
nell’Allocuzione (mai pronunciata) all’Università La Sapienza di Roma, il 17 gennaio del 2008, il Santo Padre Benedetto XVI indicava, in modo particolarmente sintetico ed efficace, il compito della teologia, affermando che ad essa è «affidata la ricerca sull’essere uomo nella sua totalità e, con ciò, il compito di tenere desta la sensibilità per la verità».
 
In un’epoca come la nostra, nella quale sia la sensibilità per la verità, sia una corretta antropologia, capace non solo di conoscere, ma di ri-conoscere l’uomo, paiono particolarmente fragili, emerge con forza, secondo la definizione pontificia, il duplice compito della scienza teologica, che potremmo definire, al tempo stesso, noetico ed antropologico, capace di conoscere la verità e l’uomo.
 
Nell’ormai storico Discorso di Regensburg, in occasione dell’incontro con i rappresentanti della scienza, Benedetto XVI invitava a «recuperare la sensibilità per la verità», indicando, in essa, l’espressione della «potenzialità del pensiero cristiano di fronte alle aporie della post-modernità, o alle nuove specie di illuminismo».
 
Proprio in tale specificità, è possibile cogliere la radice e l’originalità del rapporto tra fede e ragione: nel Cristianesimo, Dio si è rivelato come Ragione Creatrice e, al tempo stesso, come Ragione Amore. Per questo, la teologia, fin dal suo sorgere, è un fenomeno specificamente cristiano, derivato dalla struttura stessa dell’atto di fede. Solo per analogia – e in realtà per analogia impropria –, è possibile parlare di teologia, al di fuori della fede biblica vetero e neo-testamentaria.
Il Vangelo di Giovanni definisce Cristo come il Logos, in un evidente ed insuperabile fusione tra fede biblica e razionalità greca, sulla quale lo stesso Cristianesimo antico si fonda, già nel Nuovo Testamento.
 
Il rapporto tra fede e teologia, allora, è adeguatamente indagabile, solo mettendo in luce, come condizione previa ad ogni ulteriore considerazione, l’aspetto “razionale” della fede. Una fede solo emotiva, o solo etica – riduzioni sempre possibili della fede –, non potrà essere fondamento ad una corretta e buona Teologia.
 
 
 
di Sua Em.za Rev.ma il Cardinal Mauro Piacenza