Catechesi 79-2005 23497

Accorato appello del Santo Padre per la pace nello Zaire

Nuovamente rivolgo il mio affettuoso e, insieme, dolente pensiero allo Zaire e all'intera sua popolazione, la quale continua a soffrire anche in questo Tempo di Pasqua, che dovrebbe essere tempo di gioia.

Chiedo insistentemente a tutte le parti coinvolte nel conflitto di accettare un leale dialogo e un vero negoziato, collaborando con gli sforzi della comunità internazionale, affinché si giunga quanto prima alla cessazione delle ostilità e alla ripresa del cammino verso un'autentica democrazia. Solo così saranno risparmiate a tanti innocenti ulteriori e più gravi sofferenze!

Desidero riportare all'attenzione di tutti la tragedia dei rifugiati rwandesi, che sembra non avere mai fine: supplico che si assicuri loro il soccorso di cui hanno bisogno! Domando che si favorisca il loro rientro in patria, nella dignità, nella sicurezza e nella giustizia, senza porre ostacoli o intralci ai piani predisposti per tali scopi!

Al Cristo risorto, vincitore dell'odio e della morte, eleviamo la nostra unanime preghiera affinché la pace, di cui Egli intende far dono pasquale allo Zaire come all'intera umanità, possa trovare accoglienza in cuori rinnovati e riconciliati.






Mercoledì, 30 aprile 1997: Visita Pastorale nella Repubblica Ceca

30497

1. "Sant'Adalberto, nostro Patrono, Protettore della nostra patria, prega per noi!". Queste parole e la melodia con cui vengono cantate mi hanno accompagnato durante la visita nella Repubblica Ceca, in occasione del millennio della morte di sant'Adalberto.

Sant'Adalberto, originario della stirpe principesca degli Slavník, nacque nel 956 a Libice, nel territorio dell'attuale diocesi di Hradec Králové. In giovane età divenne Vescovo e fu il primo Ceco ad occupare la sede episcopale di Praga. Il suo ministero pastorale, tuttavia, si dimostrò non facile, tanto che, in breve tempo, dovette abbandonare la città. Venne a Roma e qui, sull'Aventino, divenne benedettino. Il Vescovo-monaco, obbediente alla Sede Apostolica, si dichiarò sempre pronto a far ritorno a Praga, se il Papa l'avesse chiesto. Quando la situazione a Praga divenne un po' migliore, gli fu domandato dal successore di Pietro di ritornare in patria. Egli obbedì. Ma si trattava di un miglioramento passeggero. Il Vescovo Adalberto fu nuovamente espulso. Partì allora missionario per annunziare Cristo ai popoli che ancora non lo conoscevano.

Trascorse dapprima un periodo nelle pianure della Pannonia, territorio dell'odierna Ungheria; poi, su invito del re Boleslao l'Intrepido, soggiornò alla sua corte. Attraverso la Porta di Moravia si diresse verso Gniezno, non soltanto per usufruire dell'ospitalità del re, ma per intraprendere un ulteriore lavoro missionario. Questa volta la missione lo condusse verso le coste del Mar Baltico, nella prospettiva di annunziare Cristo alla Prussia pagana. E fu proprio sul Baltico che trovò la morte per martirio, come ben sottolinea Giovanni Canapario nella officiatura della sua memoria liturgica. Il re Boleslao l'Intrepido riscattò a caro prezzo il corpo del Martire e ne fece venire le reliquie a Gniezno.

In quel tempo, nel medioevo cristiano, le reliquie dei martiri rivestivano un alto valore anche per la comunità civile. Così fu per sant'Adalberto. Grazie alle sue reliquie, nel 1000 nacque a Gniezno la prima metropoli polacca e la Polonia dei Piast entrò nella famiglia delle nazioni e degli stati europei. Il martirio di sant'Adalberto divenne il fondamento della Chiesa e dello Stato nelle terre dei Piast. Oggi le reliquie di questo santo Martire si trovano oltre che a Gniezno, a Praga, nella cattedrale dei santi Vito, Venceslao e Adalberto.

2. Era giusto che, prima di rispondere positivamente all'invito rivoltomi dai Vescovi polacchi di recarmi a Gniezno, mi recassi nella Repubblica Ceca. "Sant'Adalberto, nostro Patrono, Protettore della nostra patria, prega per noi!"

Senza dubbio la prima patria di sant'Adalberto è la Boemia, e specialmente la cittadina di Libice, dove egli nacque e dove tuttora esiste la sede della famiglia dei principi Slavník. Questa prima patria di sant'Adalberto, la sua terra natale e il luogo dove ricevette il battesimo per opera dei suoi genitori, è stata, com'era logico, la prima meta della mia Visita pastorale nella ricorrenza del millennio. Si può dire che la Polonia fu la sua seconda patria, la terra dove ricevette il secondo battesimo, quello del martirio, per mezzo del quale nacque alla patria celeste, verso cui peregrinò eroicamente lungo i quarantuno anni dell'esistenza terrena. Divenne Vescovo in giovane età e in giovane età maturò per il Regno dei cieli.

Questo suo itinerario personale, il cammino di un Martire, patrono della Boemia e della Polonia, dopo mille anni ha pure per noi credenti e per l'intera umanità, pellegrini sulla terra, una grande importanza. Attraverso l'itinerarium terreno di sant'Adalberto, attraverso il suo martirio, possiamo rileggere la storia spirituale dell'intero continente europeo e, in modo speciale, dell'Europa Centrale. Questo è lo scopo delle celebrazioni del millennio, che hanno visto intervenire rappresentanti dell'episcopato di ogni nazione europea, tutti consapevoli del peso che Adalberto ha avuto nella storia spirituale dell'Europa.

Ringrazio di cuore, ancora una volta, le Autorità dello Stato e l'Episcopato della Repubblica Ceca per l'invito rivoltomi a prendere parte alle celebrazioni del millennio di sant'Adalberto. Ringrazio il Signor Presidente, Václav Havel, per le sue parole, che ben hanno interpretato il significato della missione del grande Vescovo. Ringrazio il Signor Cardinale Miloslav Vlk e tutti i Vescovi della Repubblica Ceca per l'organizzazione delle celebrazioni millenarie.

Come non ricordare a questo punto, in modo particolare, il defunto Cardinale František Tomášek, di cui ho potuto visitare la tomba nella Cattedrale di Praga? Si deve, infatti, a lui l'iniziativa del "Decennio di rinnovamento spirituale", in vista del millennio della morte di sant'Adalberto. Voglio altresì ringraziare il Vescovo Karel Otcenášek, decano dell'Episcopato ceco, che ha organizzato le celebrazioni nella sua diocesi di Hradec Králové, dove nacque sant'Adalberto. Quanto mai opportuno è stato che, proprio nel luogo legato alla giovinezza del Santo, si siano dati appuntamento per la santa Messa i giovani, quelli della Boemia e della Moravia, e quelli dei Paesi confinanti, rappresentando in un certo senso la gioventù di tutta l'Europa.

Ugualmente ricco di significato è stato l'incontro con i religiosi e le religiose, insieme con i malati, nella storica Arciabbazia benedettina di Brevnov a Praga, che deve la propria fondazione a sant'Adalberto. La vita consacrata, dopo la lunga e dura prova della dittatura comunista, vive ora la sua primavera, come in modo eloquente ha messo in evidenza la presenza di giovani vocazioni accanto ad anziani religiosi e religiose. L'abbazia di Brevnov, e specialmente l'Arciabate Anastasio, molto conosciuto, continuano la loro opera nel solco della tradizione della grande Famiglia benedettina, ricca di meriti in tutta l'Europa, non solo per quanto riguarda la vita liturgica e religiosa, ma anche per la cultura nazionale.

Domenica, 27 aprile, una grande moltitudine di fedeli si è raccolta per la santa Messa a Praga, nello stesso luogo dove, sette anni fa, appena dopo la caduta del comunismo, mi fu dato di celebrare per la prima volta l'Eucaristia in terra ceca. Nel pomeriggio si è poi svolto l'ultimo incontro, la comune preghiera ecumenica nella Cattedrale, seguita dalla visita alle reliquie di sant'Adalberto, che lì riposano accanto a quelle di san Venceslao. La Cattedrale è il grande santuario nazionale di tutta la Boemia. Alla preghiera ecumenica hanno preso parte le confessioni cristiane che vivono in terra ceca. Tutti, insieme al Papa, hanno sentito l'urgenza dell'unità cristiana, di cui sant'Adalberto fu convinto ed operoso assertore. Ringrazio Iddio per quest'incontro e per le parole pronunciate dal dott. Smetana, Presidente del Consiglio delle Chiese della Repubblica Ceca, rappresentante della tradizione dei Fratelli Boemi.

Il Presidente Václav Havel, dandomi nel 1990 il benvenuto all'aeroporto di Praga, pronunciò queste parole memorabili: "Io non so che cosa sia un miracolo, ma il fatto di poter ricevere oggi qui il Papa è sicuramente un miracolo". Parlava di miracolo in senso morale, alludendo al crollo del sistema totalitario comunista, che per lungo tempo aveva oppresso diverse nazioni dell'Est europeo. Si può dire che questa mia visita, legata al millennio di sant'Adalberto, è stata quasi il seguito di quel miracolo morale. Per questo, col Salmista, dico al Signore: "Voglio renderti grazie in eterno per quanto hai operato" (
Ps 52,11 [51], 11).


...

Traduzione italiana del saluto in lingua ungherese

Vi saluto di cuore, cari pellegrini ungheresi. Durante il mio viaggio apostolico nella Repubblica Ceca abbiamo festeggiato il millennio del martirio di sant'Adalberto, vescovo di Praga e martire. Il culto di sant'Adalberto viene mantenuto anche in Estergom. Chiediamo la sua intercessione per la nuova evangelizzazione di tutta la società in Ungheria.

Con la mia Benedizione Apostolica. Sia lodato Gesù Cristo!

Traduzione italiana del saluto in lingua lituana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini dalla Lituania. Carissimi, grato per la vostra presenza, vi auguro e prego il Signore che il vostro ritorno in Patria sia profondamente segnato dal il vivo desiderio di progredire sempre sulla via della fede, della verità e dell'amore.

Con affetto imparto a tutti voi e ai vostri cari la mia Benedizione apostolica. Sia lodato Gesù Cristo.

Traduzione italiana del saluto in lingua ceca

Un cordiale benvenuto ai pellegrini di Ostrava.

Carissimi, mi rallegro per la felice riuscita del mio viaggio pastorale nella vostra cara Patria in occasione delle celebrazioni del millennio santadalbertiano e ringrazio per la cordiale accoglienza che ho ricevuto.

Possa la preziosa eredità di Sant'Adalberto accendere in voi il desiderio di servire Dio con cuore indiviso.

Con questi voti vi benedico.

Sia lodato Gesù Cristo!

Traduzione italiana del saluto in lingua slovacca

Cordialmente saluto i pellegrini slovacchi da Bratislava e Topo any, da Nitra, Hronské K c any e Levice, da Banská Bystrica e Zuberc.

Cari fratelli e sorelle, nel tempo pasquale tutta la Chiesa ogni giorno saluta la Vergine Maria con le parole: Regina caeli, laetare! - Veramente, la Madre Addolorata ha motivo di gioire, perché il suo Figlio Crocifisso è risorto dai morti, è sempre vivo. E può gioire anche perché i milioni di uomini, per i quali Gesù è morto, hanno ottenuto la nuova vita. Anche voi avete ricevuto questa vita di Gesù nel sacramento del battesimo. Pregate la Vergine Maria specialmente nel mese di maggio, affinché vi ottenga la grazia di vivere fervorosamente la vostra vita con Cristo. Perciò vi imparto la mia Benedizione apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo.

Traduzione italiana del saluto in lingua slovena

Saluto il coro dei giovani di Begunje na Gorenjskem in Slovenia; i pellegrini della diocesi di Maribor di Starše, Ljutomer e Ver ej ed i seminaristi di Ljubljana. Particolarmente benvenuti i fedeli di Maténja vas presso Postojna, dove i giovani sloveni mi hanno accolto entusiasticamente nel maggio scorso, ed in certo modo mi restituiscono ora la visita. Possa la visita a Roma consolidare la vostra fede e la Madonna ausiliatrice assistervi nella vita quotidiana. A tutti imparto la mia Benedizione Apostolica.

Traduzione italiana del saluto in lingua croata

Saluto cordialmente i gruppi di pellegrini di Split, Vinkovci e Sra inec, ed altri pellegrini croati. Benvenuti!

La preparazione al Grande Giubileo richiede l'impegno di tutte le energie della Chiesa per raggiungere lo scopo proposto per tale evento che ci ricorda la "pienezza del tempo" (cfr Ga 4,4), avvenuta con l'Incarnazione del Verbo, Figlio consustanziale del Padre, e con il mistero della Redenzione del mondo. E' necessario, pertanto, che ogni cristiano operi, agisca e renda testimonianza in conformità alla fede, affinché avvenga una nuova primavera di vita cristiana al livello dei singoli, delle famiglie e dell'intera società.

A ciascuno di voi qui presenti ed alle vostre famiglie volentieri imparto la Benedizione Apostolica.

Siano lodati Gesù e Maria!
* * *


Rivolgo ora un saluto ai pellegrini di lingua italiana, ricordando in particolare i fedeli della Parrocchia di Santa Maria del Giglio, venuti per far benedire le corone auree che saranno poste sul capo del Bambino Gesù e della Madonna a ricordo del recente restauro della chiesa parrocchiale.

Saluto gli allievi Ufficiali di Complemento della Guardia di Finanza, che questa mattina, presso la tomba di San Pietro, hanno ricevuto il Sacramento della Cresima e li invito ad essere sempre fedeli e coraggiosi seguaci di Cristo.

Sono lieto, poi, di accogliere voi, cari giovani, malati e sposi novelli. Il calendario della pietà cristiana ricorda che domani inizia il mese tradizionalmente legato alla devozione mariana. Vi invito tutti a perseverare nel cammino della preghiera a Maria, riscoprendo con maggiore intensità il quotidiano dialogo con Colei che ci ha dato il Principe della vita.

Questo aiuterà voi, cari giovani, nel ricercare costantemente Cristo e a seguirlo con gioia; sosterrà voi, cari malati, nel quotidiano e impegnativo sforzo di unire le vostre sofferenze a quelle del Redentore dell'uomo; guiderà voi, cari sposi novelli, ad edificare il mutuo amore nella fedeltà a Dio e nel generoso servizio alla vita.

A tutti la mia Benedizione!



Mercoledì, 7 maggio 1997: Ecco la tua Madre

7597

(
Jn 19,25-27)

1. Dopo aver affidato Giovanni a Maria con le parole: "Donna, ecco il tuo figlio!", Gesù, dall'alto della croce, si rivolge al discepolo prediletto, dicendogli: "Ecco la tua madre!" (Jn 19,26-27). Con questa espressione, Egli rivela a Maria il vertice della sua maternità: in quanto madre del Salvatore, Ella è la madre anche dei redenti, di tutte le membra del Corpo Mistico del Figlio.

La Vergine accoglie nel silenzio l'elevazione a questo massimo grado della sua maternità di grazia, avendo già dato una risposta di fede con il suo "sì" nell'Annunciazione.

Gesù non soltanto raccomanda a Giovanni di prendersi cura di Maria con particolare amore, ma gliela affida perché la riconosca come la propria madre.

Nel corso dell'ultima Cena, "il discepolo che Gesù amava" ha ascoltato il comandamento del Maestro: "Che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati" (Jn 15,12) e, posando il capo sul petto del Signore, ha ricevuto da Lui un segno singolare di amore. Tali esperienze l'hanno preparato a meglio percepire nelle parole di Gesù l'invito ad accogliere Colei che gli è donata come madre e ad amarla come Lui con trasporto filiale.

Possano tutti scoprire nelle parole di Gesù: "Ecco la tua madre!", l'invito ad accettare Maria come madre, rispondendo da veri figli al suo materno amore.

2. Alla luce di tale consegna al discepolo prediletto, si può comprendere il senso autentico del culto mariano nella comunità ecclesiale. Esso, infatti, pone i cristiani nella relazione filiale di Gesù verso sua madre, mettendoli nella condizione di crescere nell'intimità con entrambi.

Il culto che la Chiesa rende alla Vergine non è solo frutto di una spontanea iniziativa dei credenti dinanzi al valore eccezionale della sua persona e l'importanza del suo ruolo nell'opera della salvezza, ma si fonda sulla volontà di Cristo.

Le parole "Ecco la tua madre!" esprimono l'intenzione di Gesù di suscitare nei discepoli un atteggiamento di amore e fiducia verso Maria, conducendoli a riconoscere in Lei la loro madre, la madre di ogni credente.

Alla scuola della Vergine i discepoli imparano, come Giovanni, a conoscere profondamente il Signore e a realizzare un intimo e perseverante rapporto d'amore con Lui. Scoprono, altresì, la gioia di affidarsi all'amore materno della Madre, vivendo come figli affettuosi e docili.

La storia della pietà cristiana insegna che Maria è la via che conduce a Cristo e che la devozione filiale verso di Lei non toglie nulla all'intimità con Gesù, anzi, l'accresce e la conduce ad altissimi livelli di perfezione.

Gli innumerevoli santuari mariani, sparsi nel mondo, stanno a testimoniare le meraviglie operate dalla Grazia per intercessione di Maria, madre del Signore e madre nostra.

Ricorrendo a Lei, attratti dalla sua tenerezza, anche gli uomini e le donne del nostro tempo incontrano Gesù, Salvatore e Signore della loro vita.

Soprattutto i poveri, provati nell'intimo, negli affetti e nei beni, trovando presso la Madre di Dio rifugio e pace, riscoprono che la vera ricchezza consiste per tutti nella grazia della conversione e della sequela di Cristo.

3. Il testo evangelico, secondo l'originale greco, prosegue: "Da quell'ora il discepolo l'accolse tra i suoi beni" (Jn 19,27), sottolineando, così, la pronta e generosa adesione di Giovanni alle parole di Gesù e informandoci circa il comportamento, da lui tenuto per tutta la vita, quale fedele custode e docile figlio della Vergine.

L'ora dell'accoglienza è quella del compimento dell'opera di salvezza. Proprio in tale contesto, ha inizio la maternità spirituale di Maria e la prima manifestazione del nuovo legame tra lei ed i discepoli del Signore.

Giovanni accolse la Madre "tra i suoi beni". Questa espressione piuttosto generica sembra evidenziare la sua iniziativa, piena di rispetto e di amore, non solo di ospitare Maria, nella sua casa, ma soprattutto di vivere la vita spirituale in comunione con Lei.

Infatti, l'espressione greca letteralmente tradotta "tra i suoi beni" non indica tanto i beni materiali poiché Giovanni - come osserva sant'Agostino (In Ioan. Evang. tract. 119,3) - "non possedeva nulla di proprio", quanto piuttosto i beni spirituali o doni ricevuti da Cristo: la grazia (Jn 1,16), la Parola (Jn 12,48 Jn 17,8), lo Spirito (Jn 7,39 Jn 14,17), l'Eucaristia (Jn 6,32-58) . . . Tra questi doni, che gli derivano dal fatto di essere amato da Gesù, il discepolo accoglie Maria come madre, stabilendo con lei una profonda comunione di vita (cfr Rm 45, nota 130).

Possa ogni cristiano, sull'esempio dal discepolo prediletto, "prendere Maria nella sua casa", farle spazio nella propria esistenza quotidiana, riconoscendone il ruolo provvidenziale nel cammino della salvezza.


...

Traduzione italiana del saluto in lingua neerlandese

Ora vorrei porgere il benvenuto ai pellegrini belgi e neerlandesi.
Domani la Chiesa celebra la solennità dell’Ascensione del Signore. Pregate nei prossimi giorni specialmente per il dono dello Spirito Santo, affinché riceviate la forza di testimoniare l’amore di Cristo per gli uomini.
Vi auguro che la vostra visita ai luoghi sacri vi sia di sostegno.
Di cuore imparto la Benedizione Apostolica.

Traduzione italiana del saluto in lingua svedese

Un saluto particolare agli studenti liceali di Alingsås e Stoccolma.
Dio benedica voi e tutta la Svezia!

Traduzione italiana del saluto in lingua lituana

Saluto di cuore i pellegrini provenienti dalla Lituania. Cari fratelli e sorelle, all'inizio del mese maggio, dedicato alla devozione mariana, voglio affidare tutti voi e la vostra Patria alla Vergine Maria - la speranza della Chiesa e dell'umanità. Il suo Cuore Immacolato vi guidi sempre nella ricerca costante della verità e dell'autentica pace.
Con questi voti volentieri imparto a voi qui presenti e ai vostri familiari la mia Benedizione Apostolica. Sia lodato Gesù Cristo.

Traduzione italiana del saluto in lingua ceca

Do il mio benvenuto ai pellegrini provenienti dall'Istituto fisiologico, di Praga!
Ieri avete celebrato la festa di San Giovanni Sarkander. Questo Sacerdote seppe vivere del Mistero Pasquale: il Salvatore fu per lui forza anche nel martirio. Possiate anche voi sempre trarre forza dalla Croce di Cristo e dalla sua Risurrezione.
Benedico di cuore tutti voi e i vostri cari a casa. Sia lodato Gesù Cristo!

Traduzione italiana del saluto in lingua slovacca

Con affetto do un benvenuto ai pellegrini slovacchi da Levice e Pleš, da Ocová e Slovenská Lupca.
Domani ricorre la solennità liturgica dell’Ascensione del Signore. L’eterno Figlio di Dio, il quale visse trentatré anni sulla terra per essere nostro Maestro e Redentore, salì al cielo per preparare un posto per noi.
Cari Fratelli e Sorelle, quando nel vostro pellegrinaggio che state compiendo siete giunti alla mèta - a Roma -, ne avete gioito. Tutta la vostra vita dev’essere un pellegrinaggio verso la patria eterna, verso il cielo. Là vi attende la gioia eterna. Vi accompagni verso questa mèta la protezione materna della Vergine Maria e la mia Benedizione Apostolica. Sia lodato Gesù Cristo.

Traduzione italiana del saluto in lingua slovena

Benvenuti i pellegrini del Comune di Vodice presso Ljubljana in Slovenia. Saluto il Signor Sindaco e l’Assistente Ecclesiastico. La vostra visita di ringraziamento nella città eterna vi colmi di abbondanti grazie umane e spirituali, onde possiate testimoniare nelle opere la gioia pasquale. A tutti imparto la mia Benedizione Apostolica.

Traduzione italiana del saluto in lingua croata

Questo periodo che ci separa dal Grande Giubileo deve rafforzare in ogni cristiano e nelle singole comunità cristiane la coscienza che Cristo, Redentore del mondo, è l'unico Mediatore tra Dio e gli uomini, e non vi è altro nome sotto il cielo nel quale possiamo essere salvati (cf Ac 4,12), e che Egli ha rivelato il disegno di Dio nei riguardi di tutta la creazione e, in particolare, nei riguardi dell'uomo e della sua altissima vocazione (cf Tertio Millennio adveniente TMA 4).
Con queste parole rivolgo un cordiale saluto ai fedeli della Parrocchia di Sant'Anna di Osekovo, al gruppo degli invalidi e dei malati della Caritas di Varaždin, e ad altri pellegrini croati, e vi benedico tutti.
Siano lodati Gesù e Maria!
***


Saluto ora i pellegrini di lingua italiana e desidero ricordare, in particolare, il gruppo di Ufficiali ed Allievi dell'Accademia della Guardia di Finanza italiana, venuti a rendermi visita insieme ad alcuni Ufficiali della Guardia di Finanza rumena.

Carissimi, vi ringrazio per la vostra presenza ed invoco su di voi e sui vostri familiari le benedizioni del Signore per un impegno cristiano sempre coerente nelle diverse mansioni che la Provvidenza riserva a ciascuno.

Indirizzo, poi, uno speciale pensiero ai giovani, ai malati ed agli sposi novelli.

Ai giovani auguro di conservare sempre l'entusiasmo e la gioia di vivere guardando a Cristo, che la liturgia di domani ci mostra mentre ascende al cielo.

Agli ammalati raccomando di non perdersi mai d'animo, conservando la certezza che il Signore sta loro vicino e che le loro sofferenze sono preziose ai suoi occhi.

Ai giovani sposi rivolgo l'invito ad andare avanti con fiducia, sforzandosi di crescere nell'amore e coltivando un intenso spirito di preghiera ed un'attiva partecipazione alla vita della comunità cristiana.

A tutti la mia Benedizione.
***


Appello del Papa per la messa al bando delle armi chimiche

Dalla fine dello scorso mese è entrata in vigore la Convenzione sulla messa al bando delle armi chimiche, che rappresentano per tutto il mondo un immane pericolo. Mentre mi congratulo per gli sforzi perseveranti che hanno permesso tale traguardo, faccio appello ai responsabili governativi affinché si adoperino senza indugio per mettere in pratica quanto previsto dalla relativa Convenzione. E' tutta l'umanità che aspetta tale atteggiamento per poter guardare verso il futuro con più serenità.




Mercoledì, 14 maggio 1997: Visita Apostolica in Libano

14597

1. La visita in Libano, a lungo attesa, si è finalmente svolta nei giorni 10-11 maggio, nel periodo in cui la Chiesa, dopo l'Ascensione al cielo del Signore, si prepara alla solennità della Pentecoste.

Essa rivive quella che fu come la prima grande novena alla Spirito Santo della Comunità cristiana. Gesù, prima di ascendere al cielo, ordinò infatti agli Apostoli di tornare a Gerusalemme e di attendere la venuta dello Spirito Santo: "Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra" (
Ac 1,8). Gli Apostoli, obbedendo al comando del Signore, fecero ritorno a Gerusalemme e, come è scritto negli Atti degli Apostoli, "erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù, e con i fratelli di lui" (Ac 1,14). Rimasero radunati nello stesso Cenacolo dove era stata istituita l'Eucaristia; dove, dopo la risurrezione, era loro apparso il Cristo, indicando le ferite, segni della sua passione, e dove aveva alitato su di loro dicendo: "Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi" (Jn 20,22-23). Il Cenacolo, testimone dell'istituzione dell'Eucaristia e del sacramento della riconciliazione, è il luogo dove la Chiesa ritorna spiritualmente, invitata dalla Liturgia di questi giorni dopo l'Ascensione al cielo. E come non ringraziare Iddio che proprio in questo periodo si è potuto realizzare l'incontro con la Nazione libanese, incontro che desideravo da tanto tempo.

2. La causa immediata di questa visita è stata la solenne conclusione del Sinodo dei Vescovi per il Libano, i cui lavori si erano svolti a Roma nel novembre e dicembre del 1995. I frutti di tale Assemblea sono stati raccolti in un'Esortazione postsinodale, documento che ho avuto la gioia di firmare durante il pellegrinaggio nel Libano. E questo è avvenuto in una circostanza quanto mai significativa, durante cioè l'incontro con i giovani, la sera di sabato 10 maggio. Alla presenza dei giovani è stato firmato il documento che rappresenta quasi la Magna Charta della Chiesa che è in Libano. Il fatto che esso sia stato firmato proprio in quell'occasione riveste una sua particolare eloquenza. La presenza dei giovani fa pensare sempre al futuro. Consegnando proprio a loro il documento postsinodale, desideravo mettere in risalto il fatto che la realizzazione dei compiti indicati dal Sinodo dei Vescovi dipenderà in grande misura dalla gioventù libanese. Dai giovani dipende il domani della Chiesa e della Nazione libanese. Sono i giovani che devono varcare la soglia del terzo millennio ed introdurre la loro patria e la Chiesa in tale nuova epoca della fede.

3. Il Libano è un Paese biblico, con un passato che si estende lungo alcuni millenni. Suo simbolo è l'albero del cedro, che fa riferimento ai cedri fatti giungere dal re Salomone a Gerusalemme per la costruzione del Tempio. Il Libano è terra sulla quale si posarono i piedi di Gesù di Nazaret. Il Vangelo parla del soggiorno di Cristo nei pressi di Tiro e di Sidone e dentro i confini della cosiddetta Decapoli. Là Cristo insegnò e compì non pochi miracoli. Memorabile è, fra tutti, quello della guarigione della figlia della cananèa, quando Gesù esaudì la richiesta della madre, ammirandone la fede profonda (cfr Mt 15,21-28). I libanesi sono ben consapevoli del fatto che i loro avi hanno udito la Buona Novella dalla bocca di Cristo stesso.

Nel corso dei secoli il Vangelo è stato poi annunciato in vari modi. Decisiva, al riguardo, è la missione del santo monaco Marone, dal quale prende nome la Chiesa Maronita, la Chiesa orientale più strettamente congiunta alla tradizione cristiana del Libano. I Maroniti, tuttavia, non rappresentano l'unica comunità. Il Libano e, in particolare, la sua capitale, Beirut, è luogo in cui risiedono anche i fedeli di altre Chiese Patriarcali cattoliche: i greco-melchiti, gli armeno-cattolici, i siro-cattolici, i caldei e i latini. Ciò arricchisce la vita cristiana in quel Paese. In certo senso, vocazione del Libano è proprio questa apertura universale e, poiché in esso sono presenti Chiese ortodosse, sua vocazione è l'ecumenismo. Avendo avuto in passato occasione di incontrarmi a Roma con i rappresentanti di queste Chiese e Comunità cristiane, la mia visita a Beirut è servita per rinnovare questi legami di reciproca conoscenza ed amicizia.

Questo è emerso specialmente nella solenne Celebrazione eucaristica di domenica 11 maggio, che ha riunito spiritualmente l'intero Libano e tutta la Chiesa di tale Paese. Si dice che vi abbiano preso parte non soltanto i cristiani cattolici e ortodossi, ma anche molti musulmani. Il Libano, infatti, è allo stesso tempo patria delle diverse espressioni della comunità musulmana: Sunniti, Sciiti, Drusi. Tutti sanno come i musulmani libanesi da secoli vivono in profonda armonia con i cristiani, e durante la mia visita è stata molto sottolineata la necessità di tale convivenza per conservare l'identità nazionale e culturale della Nazione libanese.

4. Scopo di questo mio pellegrinaggio è stato anche quello di sostenere l'impegno di tale "convivialità", pregando al tempo stesso per la pace. Il Libano durante gli ultimi anni è stato scenario di una terribile guerra, di cui sarebbe difficile spiegare tutto il meccanismo: una guerra tra fratelli libanesi, sulla quale hanno pesato in modo decisivo forze ed influenze esterne. Il fatto che la guerra sia finalmente terminata e che sia iniziato il tempo della riconciliazione e della ricostruzione, è estremamente importante, non soltanto per quanto riguarda il Libano stesso, ma anche nella prospettiva più generale della situazione nel Vicino Oriente.

Il Libano è un Paese non grande, situato nel cuore del Medio Oriente. Durante il mio pellegrinaggio, come molte volte nel corso degli ultimi anni, mi sono rivolto sia all'intera regione mediorientale che a tutti i Paesi della Comunità internazionale, perché assicurino effettive garanzie di pace in quel Paese, che già tanto ha sofferto. La pace è, in un certo senso, la missione fondamentale del Libano. Se deve compiere questa missione, che scaturisce dalla sua stessa complessità culturale e religiosa, il Paese ha diritto ad essere in ciò sostenuto da quanti possono influire sulla pace nel suo territorio. Soltanto in tali condizioni il Libano può essere se stesso, cioè può essere un Paese in cui le varie comunità culturali e religiose coesistono e convivono, rispettando reciprocamente le loro identità.

Allo spirito del Libano è estraneo ogni fondamentalismo. Ed è proprio questo che lo distingue da altri Paesi, in cui la vita sociale e politica è fortemente condizionata da estremismi, che spesso fanno ingiustificato riferimento alla religione. Il Libano è una società aperta. Auguro ai suoi cittadini, come pure ai Paesi vicini, che possa continuare la collaborazione a favore di tale apertura. Soltanto in questo modo, infatti, il Libano può compiere la propria missione, al suo interno ed anche nella grande famiglia delle Nazioni e delle società del Vicino Oriente. Depongo questi auguri nelle mani del Presidente della Repubblica, di tutte le Autorità, ed insieme nelle mani delle Chiese che sono nel Libano, così come delle diverse comunità di religione islamica, ringraziando per la grande ospitalità ricevuta tutti coloro che hanno cooperato alla riuscita della Visita apostolica.


...

Traduzione italiana del saluto in lingua neerlandese

Adesso vorrei salutare i pellegrini belgi e neerlandesi.

In questi giorni la Chiesa prega la novena allo Spirito Santo in preparazione alla solennità della Pentecoste.

La venuta dello Spirito Santo ci ricorderà continuamente tutto ciò che Cristo ha detto, e ci condurrà alla verità tutta intera.

La vostra visita alle tombe degli Apostoli vi renda più consapevoli dell'azione dello Spirito Santo nella vita della Chiesa.

Di cuore imparto la Benedizione Apostolica.

Traduzione italiana del saluto in lingua finlandese

Avvicinandoci alla Pentecoste preghiamo insieme lo Spirito Santo perché ci aiuti a poter trovare l'unità in Cristo.

Dio benedica voi e tutto il popolo finlandese.

Traduzione italiana del saluto in lingua svedese

A Pentecoste i cristiani ricordano la discesa dello Spirito Santo. Preghiamo Dio di mandare lo Spirito nei nostri cuori.

Dio benedica voi e tutta la Svezia!

Traduzione italiana del saluto in lingua lituana

Rivolgo un caloroso benvenuto ai pellegrini lituani, in particolare al coro "Aušra" di Vilnius, giunto per partecipare al Concorso dei cori religiosi ed auspico che la visita a Roma sia per ciascuno spiritualmente proficua, contribuisca a riscoprire e vivere la gioia della solidarietà cristiana.

Portate il mio cordiale saluto e la mia Benedizione Apostolica a tutti gli abitanti della Lituania, soprattutto ai bambini, agli ammalati e a coloro che soffrono.

Sia lodato Gesù Cristo.

Traduzione italiana del saluto in lingua bulgara

Rivolgo un cordiale benvenuto al gruppo di fedeli ortodossi della Parrocchia di Santa Sofia in Bulgaria, guidati dai loro sacerdoti.

Carissimi, mentre vi ringrazio per la vostra presenza, auspico di cuore che questo pellegrinaggio vi sia di stimolo per un sempre più generoso impegno di testimonianza evangelica nella vostra Patria.

Traduzione italiana del saluto in lingua ceca

Cari pellegrini provenienti dalla Boemia Meridionale e dalla Parrocchia di Zub í a Byte !

Questa settimana - il 16 maggio - celebrerete la festa di San Giovanni Nepomuceno, Martire del segreto sacramentale. Che il suo affascinante esempio di fedeltà a Dio nuovamente risvegli la magnanimità in tutti i vostri pastori e fedeli, affinché sappiano sempre prontamente agire secondo l'esortazione dell'Apostolo Pietro: "Bisogna obbedire piuttosto a Dio che agli uomini." (cfr Ac 5,29).

Di cuore vi benedico tutti!

Sia lodato Gesù Cristo!

Traduzione italiana del saluto in lingua slovacca

Cordialmente saluto i pellegrini slovacchi da Bratislava e Košice, da Dru stevná pri Homáde e Nitrianske Parvno, come anche i fedeli della Parrocchia di Kak.

Dopodomani sarà la festa di San Giovanni Nepomuceno, venerato anche in Slovacchia. Egli è patrono principale della diocesi di Roava. Lo veneriamo come un confessore esemplare.

Cari fratelli e sorelle, amate la Santa Confessione - il Sacramento della Riconciliazione - perché essa è il dono pasquale del Signore Gesù, ed accostatevi ad essa con cuore umile e grato.

Pregate per i sacerdoti, affinché amministrino sempre con fede ed abnegazione questo Sacramento della Divina misericordia. Con questa speranza imparto la Benedizione Apostolica a voi e a tutti i sacerdoti-confessori in Slovacchia.

Sia lodato Gesù Cristo.

Traduzione italiana del saluto in lingua croata

La preparazione al Grande Giubileo stimola i battezzati ad approfondire la vocazione dell'uomo rivelata da Dio in Cristo, che nascendo da Maria Vergine si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorché nel peccato (cf He 4,15).

Ora do il benvenuto ai pellegrini croati e imparto loro la Benedizione Apostolica.

Siano lodati Gesù e Maria!
* * *


Rivolgo ora un cordiale saluto a tutti i pellegrini di lingua italiana, in particolare al gruppo di fedeli della Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo in Porto Legnago, della Diocesi di Verona, della Parrocchia del Preziosissimo Sangue di Torre del Greco, dell'Arcidiocesi di Napoli, impegnati nella "Missione Mariana", e del Santuario della Madonna delle Grotte, nella Parrocchia di Santa Giustina a Mondolfo, della Diocesi di Senigallia, venuti per far incoronare la statua della Vergine delle Grotte, in occasione delle Grandi Feste decennali della Madonna. Carissimi, partecipo volentieri alla vostra gioia ed auspico che l'esempio e l'intercessione della Beata Vergine Maria sia stimolo a rafforzare la vostra fede e i vostri generosi propositi di testimonianza cristiana.

Saluto, poi, i membri della Società Italiana per il Traforo del Monte Bianco, venuti per far benedire l'artistica statua in bronzo di san Francesco d'Assisi, che sarà collocata sul versante italiano del traforo, come pure i promotori dell'iniziativa "Francesco, cantautore di Dio", che si propone di diffondere con la musica il messaggio evangelico e francescano. Mi compiaccio delle vostre iniziative, invocando di cuore copiose benedizioni dal cielo.

Saluto anche il gruppo di sbandieratori "Città di Marino" ed i soci del "Club La Meridiana", ringraziandoli ben volentieri della loro partecipazione a quest'Udienza.

Rivolgo, infine, un cordiale saluto ai giovani, ai malati ed agli sposi novelli, qui presenti.

In questi giorni, che precedono la Solennità della Pentecoste, la Comunità cristiana invoca con maggiore slancio lo Spirito Santo, dono del Signore risorto.

Cari giovani, siate sempre docili all'azione dello Spirito Santo per diventare testimoni del Vangelo ovunque il Signore vi chiamerà. Voi, cari malati, attingete dalla presenza del Consolatore conforto e sollievo nella sofferenza e nella prova. E voi, cari sposi novelli, domandate allo Spirito divino di rendere la vostra famiglia sempre più "chiesa domestica" e luogo di autentica crescita umana e spirituale.

A tutti imparto la mia Benedizione.





Catechesi 79-2005 23497