Agostino Locuzioni Heptateuco 160
3001
(Lv 1,2) Se uno di voi vorrà offrire un'offerta al Signore, (prendendola) dal bestiame minuto, dai buoi e dalle pecore la offrirete, cioè se la offrirete dal bestiame minuto, la offrirete dai buoi e dalle pecore. L'agiografo usando il termine " pecore " incluse anche il genere delle capre, come suol fare anche in altri passi.
3002
(Lv 2,6) E spezzerai quelle cose in frammenti, cioè: " le farai a pezzi spezzandole ".
3003
(Lv 4,23) E conoscerà il peccato ch'egli peccò mediante esso. Qui sono da notare due specie di locuzioni: e peccò un peccato e l'aggiunta: mediante esso. Mediante che cosa se non mediante lo stesso, cioè col peccato?
3004
(Lv 5,1) Se poi una persona peccherà e udrà la voce del giuramento e sarà testimone o vedrà o ne sarà a conoscenza e non lo denuncerà e sconterà il peccato. Sembra che l'e sia superfluo poiché, qualora sia tolto, (il senso) segue correttamente: sconterà il peccato.
3005
(Lv 5,1) Se poi una persona peccherà e udrà la voce del giuramento ed essa sarà testimone o vedrà o ne verrà a conoscenza, se non lo denuncerà: " e " è usato invece di " cioè "; poiché secondo l'abitudine del nostro modo di parlare si sarebbe potuto dire così: " Se poi una persona peccherà, cioè udrà la voce del giuramento, ecc. ".
3006
(Lv 5,3) Se toccherà una persona colpita da impurità, di qualunque genere essa sia, che si trasmette per contatto, e non se ne è accorto, ma in seguito lo verrà a sapere e sarà in colpa; sebbene secondo la corretta disposizione delle parole si sarebbe dovuto dire: e sarà in colpa, ma ne verrà a conoscenza in seguito.
3007
(Lv 5,15-16) Una persona se gli sfuggirà per inavvertenza e peccherà involontariamente. L'agiografo non dice: " se le sfuggirà ", poiché usa " anima " per " uomo ", come fa in altre frasi, ove prima dice " anima " che è di genere femminile, poi introduce il (pronome di) genere maschile riferendolo a " uomo ". Ma qui la locuzione è molto più vistosa perché espressa da parole vicine tra loro, poiché ambedue i generi sono usati l'uno subito dopo l'altro in modo da dire: Una persona se gli sfuggirà per inavvertenza. Questa locuzione spaventò i traduttori latini e non vollero tradurla, ma la espressero così: Se un'anima rimarrà nascosta e peccherà non volendo, sebbene una cosa sia, naturalmente, che un'anima rimanga nascosta, un'altra che qualcosa rimanga nascosta all'anima; ma la Scrittura dice così: se rimane nascosta ad essa e non se essa rimane nascosta. In un altro traduttore greco invece troviamo: Un'anima se rimarrà nascosta essa a causa della dimenticanza, ma anch'egli nel seguito della frase introdusse il maschile dicendo: il sacerdote pregherà per lui e gli sarà perdonato, poiché lì ha . Da ciò è chiaro che lo scrittore volle evitare un solecismo e tuttavia non poté proseguire nel genere femminile costretto dall'evidenza del seguito della Scrittura.
3008
(Lv 6,9) Questo olocausto sopra la sua combustione sopra l'altare per tutta la notte fino alla mattina, e il fuoco dell'altare arderà su di esso; la frase avrebbe potuto eliminare (la congiunzione) " e " e si sarebbe potuto dire così: il fuoco dell'altare arderà per tutta la notte fino alla mattina. Ma l'aggiunta della congiunzione ingenera oscurità in coloro che non sono abituati a siffatte locuzioni delle Scritture.
3009
(Lv 6,14) Questa è la legge del sacrificio, che i figli del sacerdote Aronne lo offriranno al cospetto del Signore; non mancherebbe nulla se mancasse: lo.
3010
(Lv 6,17) È il Santo dei santi. Così ha pure il greco; ma è una locuzione greca che alcuni dei nostri, non volendo tradurla, dissero: " Sono cose santissime ".
3011
(Lv 6,32) Uccideranno l'ariete che per il peccato al cospetto del Signore. I traduttori latini aggiunsero " è " che non ha il greco, e dissero: che è per il peccato.
3012
(Lv 7,16) E se la sua offerta sarà un sacrificio votivo o spontaneo, in qualsiasi giorno offrirà il sacrificio, sarà mangiato il domani, invece di: "il giorno seguente "; per questo altri tradussero: il secondo giorno.
3013
(Lv 8,31) Cocete le carni nell'atrio della tenda della testimonianza nel luogo santo e lì mangerete quelle e i pani che sono nel canestro della consacrazione come è stato ordinato a me dicendo: Aronne e i suoi figli la mangeranno. Alcuni, non volendo tradurre questa locuzione dissero: come ordinò a me dicendo, poiché questa frase pare costruita correttamente mentre quell'altra, in rapporto al nostro modo di parlare usuale, è un solecismo.
3014
(Lv 8,35) E starete seduti per sette giorni davanti all'ingresso della tenda della testimonianza giorno e notte; " starete seduti " invece di quel che vuol dire, cioè: " rimarrete ".
3015
(Lv 9,7) E Mosè disse ad Aronne: Accòstati all'altare e fa' il sacrificio per il tuo peccato e l'olocausto e fa' il sacrificio espiatorio per te e la tua famiglia e (poi) fa' il sacrificio del popolo e il sacrificio espiatorio per essi, secondo l'ordine dato a Mosè dal Signore. Non è detto: " secondo l'ordine che il Signore mi ha dato ", ma (l'agiografo) parla così, come se uno fosse il Mosè, al quale il Signore aveva dato ordine, e un altro questi che parlava in questo modo ad Aronne.
3016
(Lv 10,8-9) Il Signore parlò poi ad Aronne dicendo: Non berrete né vino né sicera, ecc. Questa frase del Signore si conclude con queste parole: tutti i precetti che il Signore ha dato loro per mezzo di Mosè. Sebbene fosse il Signore che parlava, non disse: " che ha dato loro per mezzo di Mosè ", ma usò la locuzione usata dallo stesso Mosè poco prima.
3017
(Lv 10,9) Dovere perpetuo per i vostri discendenti è quello di distinguere tra il mezzo delle cose pure e di quelle impure, ecc. Da notare come venga detto perpetuo ciò che non sarà senza fine.
3018
(Lv 10,14) Mosè, parlando ad Aronne e ai suoi figli Eleazaro e Itamar, tra l'altro, dice anche ciò: (la parte prelevata) dai sacrifici di saLv ezza dei figli d'Israele. La spalla del tributo e il petto messo da parte per l'offerta nei sacrifici delle carni grasse li offriranno come offerta da offrire al cospetto di Dio. E sarà la parte prescritta per te, per i tuoi figli e le tue figlie con te come legge perpetua, sebbene tutto ciò fosse destinato ad avere una fine.
3019
(Lv 11,9) Quando (il Signore) dava ordini riguardanti gli esseri viventi che sono nelle acque indicando quali di essi fossero mondi o immondi, nelle acque, è detto, e nel mare e nei torrenti. I manoscritti latini hanno dunque nel mare poiché sarebbe stato troppo insolito tradurre dal greco al plurale e non dire " nel mare ", ma nei mari, soprattutto a causa dell'ambiguità per evitare che s'intendessero non i mari ma i maschi. Infatti non meno insolito è il fatto che tuttavia si traducesse " dei sangui " poiché la lingua latina non ammette il plurale neppure nel nominativo. Poiché anche se nessuno, declinando il nome mare, dice: maribus, tuttavia si dice maria sebbene non si dica sanguines e tuttavia sta scritto: Liberami dai sangui 1, e: Non radunerò i loro conciliaboli con i sangui 2. Si potrebbe dunque dire così anche maribus saLv o che si potesse evitare, come ho detto, l'ambiguità. La Scrittura, al contrario, usa in questo passo torrenti per " fiumi " poiché si chiamano propriamente " torrenti " i fiumi invernali che d'estate si seccano e perciò non possono avere pesci. Per questo motivo alcuni traduttori nostri preferirono tradurre non " torrenti ", ma " fiumi ". Inoltre che nelle Scritture si usi " torrenti " invece di " fiumi " lo mostra bene il passo del Salmo ove si legge: Li disseterai al torrente delle tue delizie. Il Salmista infatti con il termine " torrente " non volle far intendere qualcosa di simile che scorresse temporaneamente e poi si seccasse, poiché proseguì dicendo: poiché in te è la sorgente della vita 3, la quale è di certo eterna e non viene mai meno.
3020
(Lv 11,21) Ma degli insetti alati mangerete quelli che camminano su quattro zampe; che hanno le zampe (posteriori) più alte delle zampe (anteriori); l'agiografo non dice " delle loro zampe ".
3021
(Lv 11,44) E voi sarete santi, perché Io santo. È sottinteso " sono ". Ecco perché molti nostri autori hanno tradotto: poiché Io sono santo.
3022
(Lv 12,1) Il Signore poi parlò a Mosè dicendo. Questa è una locuzione assai usuale e assai frequente nella Scrittura: parlò dicendo. Ma quella che segue si trova raramente e restringe la povertà della lingua latina. Il greco infatti ha: , che in latino potrebbe tradursi: " e dirai loro dicendo "; ma ci urterebbe di meno se si dicesse: " e ordinerai loro dicendo " ed è più simile al greco poiché non dice: , ma: .
3023
(Lv 12,2) Qualunque donna avrà ricevuto il seme (maschile) e avrà partorito un maschio e sarà impura sette giorni. Un gran numero dei nostri non vollero tradurre così ma si espressero così: Qualunque donna avrà ricevuto il seme e avrà partorito un maschio sarà impura per sette giorni. Questa locuzione dunque, poiché è inusitata anche in greco non avrebbe potuto essere tradotta neppure in greco, ma poiché ai greci non dispiacque di tradurla, non so perché dispiacque ai latini.
3024
(Lv 12,4) Sederà per trentatré giorni nel suo sangue puro. Similmente, a proposito della puerpera che ha partorito una femmina è detto: Sederà nel suo sangue puro, ma per il doppio dei medesimi giorni, cioè per sessantasei giorni. Sederà è detto dunque per " rimarrà ", poiché non le era vietato alzarsi dalla sedia per tanti giorni.
3025
(Lv 13,2) Se a un uomo si sarà prodotta sulla pelle del suo corpo una cicatrice di color bianco lucido. Da notare che la Scrittura chiama cicatrice non solo quella di una ferita, ma anche la macchia di un solo colore.
3026
(Lv 13,2) E ci sarà sulla pelle di quel colore un attacco della lebbra. È chiamata " attacco " la macchia, per il fatto che l'uomo è stato colpito dalla lebbra.
3027
(Lv 13,3) E lo esaminerà il sacerdote e lo contaminerà; invece di: " lo dichiarerà contaminato ".
3028
(Lv 13,3) E il pelo che si trova nella piaga si cambi bianco, cioè: " si cambi in bianco ".
3029
(Lv 13,6) E il sacerdote lo purificherà: è infatti un segno. Lo dichiarerà mondato, allo stesso modo che " contaminerà " detto prima (significa) " lo dichiarerà contaminato ".
3030
(Lv 13,7-8) E lo osserverà il sacerdote ed ecco che l'eruzione si sarà allargata sulla pelle, e lo contaminerà il sacerdote. Ha una e superflua, poiché togliendo la congiunzione il senso rimane completo in questo modo: Se però l'eruzione nella pelle si sarà mutata dopo che il sacerdote l'ha osservato per purificarlo e sarà stato osservato di nuovo dal sacerdote e il sacerdote l'avrà osservato ed ecco, l'eruzione si sarà mutata nella pelle, il sacerdote lo contaminerà.
3031
(Lv 13,9-10) Inoltre, se l'attacco della lebbra sarà in un uomo, andrà dal sacerdote e il sacerdote lo osserverà ed ecco una cicatrice bianca nella pelle e questa ha mutato il pelo bianco e dal sano della carne viva nella cicatrice. Cioè: ha cambiato il pelo in colore bianco nella cicatrice; ha cambiato a partire dal sano della carne viva, cioè, poiché non ha il pelo sano come quello nella carne viva.
3032
(Lv 13,45-46) Parlando del lebbroso è detto: E l'impuro sarà chiamato impuro, come se non bastasse dire una sola volta: sarà chiamato impuro. Sebbene alcuni manoscritti abbiano così, in un altro greco troviamo detto una sola volta: sarà chiamato immondo. Parimenti poco dopo è detto: Essendo immondo, sarà immondo; questa frase non si poté tradurre dal greco in latino così come è enunciata. Il greco infatti dice: , come se dicesse: " risultando immondo sarà immondo ". Ma existens non significa ciò che dice il greco , ma, se potesse dirsi, essens, (essendo) derivato da esse (essere), non da existere (risultare).
3033
(Lv 13,47) E nel vestito se ci sarà in esso l'attacco della lebbra. Si sarebbe potuto dire al modo usuale: " E nel vestito se ci sarà l'attacco della lebbra ".
3034
(Lv 13,51) O in ogni specie d'oggetto di pelle in qualunque sarà in esso l'attacco. Poteva essere sufficiente dire: in qualunque sarà l'attacco.
3035
(Lv 13,55) Ed ecco che l'attacco non cambiò il suo aspetto, cioè il colore in cui è visto. Infatti (l'agiografo) non dice la " vista " con cui quello guarda, ma chiama attacco la stessa macchia.
3036
(Lv 14,15) E il sacerdote prendendo dall'emina dell'olio lo verserà nella mano sinistra del sacerdote. Non si dice: " nella propria mano sinistra ", sebbene versi nella propria mano.
3037
(Lv 15,2) Se un uomo, un uomo qualunque avrà la gonorrea.
3038
(Lv 15,16) E un uomo al quale uscirà da lui l'emissione seminale.
3039
(Lv 15,21) E ogni oggetto sopra qualunque dorme su di esso.
3040
(Lv 15,21) E ogni oggetto, sul quale si metterà a sedere su di esso, sarà immondo.
3041
(Lv 16,21) E lo lascerà andare per mano di un uomo predisposto verso il deserto, cioè: " lo lascerà andare verso il deserto per mano di un uomo a ciò predisposto "; quando diceva ciò (l'agiografo) parlava del capro emissario. Da notare poi in qual senso dica: per mano.
3042
(Lv 17,3) Un uomo, un uomo dei figli d'Israele, cioè tra i figli d'Israele. Questa ripetizione però sembra indicare un uomo qualunque, cioè questo o quello.
3043
(Lv 18,7) Non scoprirai la turpitudine di tuo padre né quella di tua madre. Con questa locuzione è vietato l'accoppiamento con queste persone.
3044
(Lv 18,14) Non scoprirai la turpitudine del fratello di tuo padre e non ti accosterai a sua moglie, poiché è tua parente. È usato e per " cioè "; è detta infatti " turpitudine " del fratello di suo padre, cioè la " turpitudine " dello zio paterno, le pudende della moglie dello zio paterno.
3045
(Lv 18,25) E la terra si è irritata contro coloro che risiedono su di essa, cioè: " hanno le loro sedi ", che equivale ad: " abitano ".
3046
(Lv 19,9) Nel mietere la messe della vostra terra non dovrete mietere completamente la vostra messe del tuo campo. Un gran numero di traduttori latini non vollero tradurre questa locuzione che comincia con il plurale e termina con il singolare, ma dissero: del vostro campo dove è detto: del tuo campo, come se il greco non potesse esprimersi così; quindi più che essere corretta, la locuzione doveva essere solo notata.
3047
(Lv 20,17) Chiunque prenderà (in moglie) una sua sorella per parte di suo padre o per parte di sua madre e vedrà la sua turpitudine ed essa vedrà la turpitudine di lui; egli ha scoperto la turpitudine di sua sorella, riceveranno il loro peccato. È usato peccato invece di "pena del peccato ".
3048
(Lv 20,25) E separerete voi stessi tra il mezzo degli animali mondi e il mezzo degli animali immondi e tra mezzo degli uccelli mondi ed immondi. Separerete, è detto, voi stessi tra mezzo degli (animali) mondi e immondi, poiché vengono separate le cose monde dalle immonde o dalle cose monde quelle immonde; è una locuzione del tutto strana. Una cosa infatti è: " separerai tra mezzo degli animali mondi e tra mezzo degli animali immondi ", come spesso è solito parlare (l'agiografo) e un'altra ciò che ha detto ora: separerete voi stessi, come se separando gli animali gli uni dagli altri separassero se stessi dagli uni e dagli altri come giudicando tra gli uni e gli altri.
3049
(Lv 21,1) Di' ai sacerdoti figli di Aronne e dirai loro: Non si contamineranno per le anime della loro gente, saLv o che si tratti dei congiunti più stretti. Ciò è detto riguardo al lutto che si deve alle anime dei defunti, poiché si piange per il fatto che uscirono di vita.
3050
(Lv 21,5) Non vi raserete il capo per il morto e sulle loro carni non faranno incisioni. Il modo usuale di esprimerci sarebbe: " non incideranno le loro carni con incisioni ".
3051
(Lv 21,7-8) Non prenderanno (in moglie) una prostituta né una corrotta né una donna ripudiata da suo marito, poiché egli (il sacerdote) è santo per il Signore suo Dio. Non è detto: " perché sono santi", ma come se parlasse d'uno solo pur avendo cominciato con il plurale. Di poi seguita al singolare: Lo santificherò; sarà lui a offrire i doni del vostro Dio; egli è santo perché sono santo Io, il Signore, che li santifico; di nuovo alla fine usa il plurale.
3052
(Lv 22,11) Se poi un sacerdote possederà una persona acquistata con denaro, questo mangerà dei pani di lui. Non è detto: " questo mangerà ", sebbene avesse parlato di " persona " che è di genere femminile; ma (l'agiografo) ebbe riguardo a ciò che voleva fare intendere con " persona ", cioè un uomo.
3053
(Lv 22,12) E la figlia d'un sacerdote se avrà un estraneo, cioè: " se avrà sposato un estraneo ".
3054
(Lv 22,26-27) E il Signore parlò a Mosè dicendo: Un vitello o un agnello o un capretto, dopo la nascita, e resterà per sette giorni con la madre. Sembra che (questo periodo) contenga la e superflua secondo le familiarissime locuzioni nelle Scritture che i latini in gran parte non vollero tradurre.
3055
(Lv 22,32) Io sarò santificato tra i figli d'Israele, che vuol dire: " sarò ritenuto santo ". Il Signore infatti non può non essere santo anche al di fuori dei figli d'Israele. In tal senso anche nella preghiera insegnata dal Signore è detto: Sia santificato il tuo nome 4, cioè: " sia ritenuto santo dagli uomini ".
3056
(Lv 23,2) Parla ai figli d'Israele e dirai loro: Le solennità del Signore che chiamerete convocazioni sante, sono le mie solennità. Lavorerai per sei giorni. Pur avendo detto che Mosè doveva parlare a più persone, in seguito parla come a una sola persona.
3057
(Lv 23,15-16) E conterete per voi a partire dal giorno successivo al sabato, in cui avrà portato il covone dell'offerta supplementare, sette settimane complete conterai. Non si dice: " conterete ", sebbene poco prima si parlasse a più persone.
3058
(Lv 24,11) E il figlio d'una donna israelita, avendo pronunciato il nome, maledisse il nome. Sebbene qui non sia stato aggiunto: " di Dio ", è tuttavia chiaro che si deve intendere il nome di Dio ch'egli maledisse.
3059
(Lv 24,15) Un uomo, un uomo se maledirà Dio si addosserà il proprio peccato. Ecco un passo ove è chiaro che si tratta d'una locuzione, quando si dice: un uomo, un uomo, come se uno dicesse: "questo o quell'uomo ", cioè qualunque uomo, non, come hanno pensato alcuni, è detto: un uomo, un uomo come se denotasse l'"uomo " meritevole (di tal nome), cioè come se si dicesse: " un uomo, ma uomo ", cioè non uno qualunque come uno simile a un animale, ma uno che sia davvero un uomo. Che questo senso non sia quello vero ma una frase idiomatica delle Scritture è chiaramente mostrato in questo passo, poiché si parla di chi è biasimato come colpevole, non chi viene lodato.
3060
(Lv 25,46) Nel trattare degli schiavi che agli Israeliti era lecito possedere: E saranno, è detto, vostro possesso per l'eternità, sebbene a causa della morte non potessero essere eterni né i padroni né gli schiavi. È detto dunque: l'eternità ove non c'è un limite di tempo prefissato fino a quando dovranno essere schiavi, come è stabilito per coloro ai quali (Dio) comanda che nel(l'anno) sabatico del condono siano lasciati andare in libertà.
3061
(Lv 26,3) Se camminerete seguendo i miei precetti e osserverete i miei comandamenti e li metterete in pratica, e io vi darò la pioggia al tempo opportuno. Per il nostro consueto modo di parlare è superflua la e, ma è stata aggiunta secondo il costume delle Scritture; poiché veniva di seguito: vi darò.
3062
(Lv 26,18) E se ancora non mi ubbidirete e continuerò a castigarvi sette volte per i vostri peccati. Anche qui è superflua la e, poiché veniva di seguito: continuerò a castigarvi; inoltre l'espressione sette volte deve intendersi per ogni numero.
4001
(Nb 1,4) E saranno con voi ciascuno secondo il capo di ciascuno dei principi.
4002
(Nb 1,22 Nb 20) Per i figli di Simeone secondo le loro parentele, secondo i loro paesi, secondo le casate delle loro famiglie, secondo il numero dei loro nomi, secondo il capo di essi, tutti i maschi dai vent'anni in su, ciascuno ch'era abile alla guerra il loro censimento. Questa locuzione, che non dice: " i figli di Simeone ", o: " tra i figli di Simeone ", ma: per i figli di Simeone in caso dativo e così continua (con questo caso) elencando le altre tribù, non è stata tradotta dagli altri traduttori che ho potuto vedere. Ma questa locuzione non si trova a proposito della tribù di Ruben, poiché non è detto: " per i figli di Ruben le loro parentele " ecc., ma è detto: i figli di Ruben, primogenito d'Israele, secondo le loro parentele furono, e così similmente come a proposito di tutte le altre tribù.
4003
(Nb 1,22 Nb 54) E i figli d'Israele fecero secondo tutti gli ordini che il Signore aveva dato a Mosè e ad Aronne, così fecero.
4004
(Nb 3,3) I sacerdoti che furono unti, dei quali avevano perfezionato le mani loro per esercitare il sacerdozio.
4005
(Nb 4,14) E porranno su di esso tutti gli arredi con i quali fanno il servizio (religioso) con essi.
4006
(Nb 5,7) E lo restituirà a colui contro il quale ha peccato contro di lui. Alcuni, non volendo tradurre questa locuzione, tradussero le parole della frase correggendone l'ordine, dicendo: E restituirà a colui verso il quale ha peccato.
4007
(Nb 5,6) L'uomo o la donna, chiunque commetterà dei peccati umani. Non è detto: " qualunque donna commetterà ", ma è una locuzione, ove il sesso maschile s'è attribuito il pronome sebbene il sesso femminile sia posto dopo, ma questa non è una locuzione usuale.
4008
(Nb 5,12) Se di un uomo, di un uomo la moglie di lui avrà traviato; questa locuzione è notevole non solo perché è stato ripetuto il nome dicendo: d'un uomo, d'un uomo ma anche perché è stato aggiunto: di lui.
4009
(Nb 5,14) Se gli entrerà lo spirito di gelosia, ma ella non sarà contaminata, e l'uomo condurrà sua moglie dal sacerdote: lì e è superfluo, ma è una locuzione abituale nelle Scritture.
4010
(Nb 5,18) Sarà l'acqua del biasimo la quale reca la maledizione questa. Questa locuzione è stata prodotta dall'insolita disposizione delle parole, poiché secondo il nostro consueto modo di esprimerci si sarebbe potuto dire così: " Sarà l'acqua del biasimo questa che arreca la maledizione ", oppure: " Sarà questa l'acqua del biasimo che arreca la maledizione ", oppure con un'altra frase costruita disponendo le parole nel modo abituale.
4011
(Nb 5,19) Immune resta dall'acqua del biasimo che reca maledizione questa. In questa locuzione non solo suona in modo insolito la costruzione delle parole, ma è cambiato anche il caso: la frase integra ed espressa in modo abituale sarebbe: " Resta immune dall'acqua del biasimo, che arreca la maledizione ", oppure: " da quest'acqua del biasimo, che arreca la maledizione ".
4012
(Nb 5,27) E sarà gonfiata nel ventre, invece di: " si gonfierà nel ventre ". Questa locuzione si trova usata spesso anche negli scrittori latini; ma i nostri traduttori che non vollero trasportarla in latino dissero: e si gonfierà il suo ventre.
4013
(Nb 6,2) Un uomo o una donna, chiunque esso sia, farà straordinariamente un voto, non è detto " chiunque essa sia ".
4014
(Nb 6,9) E si raderà la sua testa: questa locuzione è come la precedente: e si gonfierà il suo ventre.
4015
(Nb 7,3) Sei carri coperti e dodici buoi, un carro (offerto) da due capi tribù e un vitello da ciascuno di essi. A proposito di questa locuzione ho creduto fosse da notare che sono chiamati vitelli quelli stessi che erano stati chiamati " buoi "; ma si dice che anche questo è un idiotismo greco.
4016
(Nb 7,11) Un capotribù ogni giorno, un altro capotribù ogni altro giorno offriranno le proprie offerte, invece di dire: " ciascun capotribù in ciascun giorno ".
4017
(Nb 7,15) Un vitello tra i buoi e un montone tra le capre.
4018
(Nb 8,19) E tra i figli d'Israele non ci sarà chi osi accostarsi al santuario. Sembra che sarebbe stato sufficiente (dire): " E non ci sarà tra i figli d'Israele chi si avvicini al santuario ", o almeno: " Non ci sarà nessuno dei figli d'Israele che si accosterà al santuario ".
4019
(Nb 8,20) E così fece Mosè e Aronne e tutta la comunità dei figli d'Israele per i Leviti; conforme a quanto aveva ordinato il Signore a Mosè a proposito dei Leviti, così fecero a essi i figli d'Israele.
4020
(Nb 9,13) E un uomo, un uomo qualunque sarà mondo e non si trova in un lungo viaggio e mancherà di fare la pasqua; quella persona sarà recisa dal suo popolo. Dunque un uomo, un uomo è una locuzione come se dicesse: " un uomo qualsiasi ", " questo o quello ".
4021
(Nb 9,17) OgniquaLv olta la nuvola s'alzava al di sopra della tenda, e poi i figli d'Israele si mettevano in marcia. Il senso completo sarebbe potuto essere: " E ogniquaLv olta la nuvola si alzava al di sopra della tenda, i figli d'Israele si mettevano in marcia ".
4022
(Nb 10,14) L'ordine di marcia dell'accampamento lo effettuarono per primi quelli dei figli di Giuda.
4023
(Nb 10,17) Si metteranno in marcia i figli di Gerson e i figli di Merari; è usato il verbo del tempo futuro sebbene sia narrato un fatto compiuto nel passato, come nelle frasi precedenti quando si parlava della nuvola 1, all'alzarsi o allo star ferma della quale (sulla Tenda) l'accampamento si metteva in marcia o rimaneva fermo, e in questo modo è usato questo verbo in seguito, a proposito delle marce successive di molte persone.
4024
(Nb 10,29) E Mosè disse a Obet, figlio di Raguel madianita, genero di Mosè; non è detto: " suo genero ".
4025
(Nb 10,30) E gli rispose: Io non verrò, ma alla mia terra e alla mia parentela; è sottinteso: " andrò ".
4026
(Nb 11,4) E la turba mista che si trovava in mezzo a loro bramarono. Dicendo: promiscuus e non: promiscui; (l'agiografo) usò il singolare invece del plurale e tuttavia lo rese plurale dicendo: bramarono.
4027
(Nb 11,6) Ma ora inaridita la nostra anima, in nient'altro fuorché nella manna i nostri occhi. Mancano le parole " è " e " sono " poiché la frase completa sarebbe: " la nostra anima è inaridita, in null'altro sono i nostri occhi, fuorché nella manna ". Infatti molti traduttori tradussero così e aggiunsero le parole mancanti nel greco.
4028
(Nb 11,8) E la macinavano nella macina da mulino.
4029
(Nb 11,21) Seicentomila fanti tra i quali mi trovo in mezzo ad essi.
4030
(Nb 11,25) E tolse dello spirito che su di lui. È sottinteso: " era ", oppure: " è ". Ma questa locuzione detta ellissi, assai familiare alla lingua greca e - a quanto credo - anche all'ebraica, i traduttori latini non osarono tradurla, sebbene sia frequente anche nella lingua latina quantunque meno che nella greca.
4031
(Nb 11,33) E il Signore colpì il popolo un flagello molto grande; era da notare la locuzione: colpì un flagello, non: " colpì con un flagello ", come si è soliti dire.
4032
(Nb 12,3) E Mosè uomo molto mansueto; è sottinteso: " era ".
4033
(Nb 12,9) E l'ira della collera del Signore su di loro; è sottinteso: " si accese ".
4034
(Nb 12,10) Ed ecco Maria lebbrosa come la neve; anche qui è sottinteso: " divenne ".
4035
(Nb 13,20) E quale terra in cui quelli risiedono su di essa; e quali le città in cui quelli abitano in esse.
4036
(Nb 13,25) Il luogo che chiamarono Valle del Grappolo, sebbene più sopra (l'agiografo) avesse detto: Giunsero alla Valle del Grappolo. È stato detto dunque per anticipazione, non perché fosse già chiamato così quando vi giunsero, ma si chiamava già così quando veniva scritto questo libro.
4037
(Nb 13,32) Poiché più di noi è più forte; sarebbe un modo di dire consueto, se non contenesse (un superfluo): più.
4038
(Nb 13,33) E gettarono il terrore della terra ch'essi l'avevano esplorata.
4039
(Nb 13,33) La terra che abbiamo percorsa per esplorarla è una terra che divora gli abitanti su di essa. Si sarebbe dovuto dire secondo l'uso: " La terra che abbiamo percorsa per esplorare ".
4040
(Nb 14,7) La terra che l'abbiamo percorsa è buona assai assai.
4041
(Nb 14,10) E tutta l'assemblea disse di lapidarli con le pietre. Non è detto: lapidibus, sebbene sarebbe potuto bastare lapidare di per se stesso secondo il consueto modo di dire.
4042
(Nb 14,11) E fino a quando non mi credono con tutti i segni con i quali io feci in mezzo ad essi?. Non è detto: " che io feci in mezzo ad essi ".
4043
(Nb 14,24) Ma il mio servo Caleb, poiché uno spirito diverso (era) in lui e mi ha seguito, e lo farò entrare nella terra. Sarebbe un'espressione consueta se non avesse: e.
4044
(Nb 14,24) E lo farò entrare nella terra in cui è entrato là. Sarebbe stato sufficiente dire, come diciamo abitualmente: " in cui è entrato ".
4045
(Nb 14,26) E il Signore parlò a Mosè e ad Aronne, dicendo. Questa frase fu aggiunta, sebbene il Signore parlasse già poco prima. La Scrittura fa spesso così: quando vuol dire qualche altra cosa, fa parlare di nuovo la persona che già parlava.
4046
(Nb 14,29) Tutti coloro che hanno mormorato sopra di me. Non è detto: " riguardo a me ", o: " contro di me ".
4047
(Nb 14,31) E possederanno in eredità la terra che voi vi siete allontanati da essa. Sarebbe stato consueto dire: " dalla quale vi siete allontanati "; ora al contrario è detto in un modo strano: la quale voi vi siete allontanati, ed è stato aggiunto: da essa, come di solito par-lano le Scritture. Così è l'espressione: Siete giunti presso gli scogli riecheggianti i boati delle caverne 2, cioè: " vi siete avvicinati gli scogli ", non è detto: " agli scogli "; così pure: giunsero luoghi 3, non è detto: " (giunsero) ai luoghi ". Così è: vi siete allontanati, non è detto: " dai quali vi siete allontanati ".
4048
(Nb 14,35) Io, il Signore, ho parlato: se non farò così a questa moltitudine maLv agia. Ci si deve porre certamente il quesito che cosa vuol dire usato in greco, poiché i nostri traduttori l'hanno tradotta quasi sempre con: nisi, cioè: se non.
4049
(Nb 15,18) Nel paese in cui io v'introduco là.
4050
(Nb 15,27-28) Se invece sarà stata una singola persona a peccare involontariamente, offrirà (come sacrificio) un capretto d'un anno per (espiare) il peccato. Allora il sacerdote supplicherà per la persona involontaria, e che avrà peccato senza volerlo, davanti al Signore (per) supplicarlo per esso e gli sarà rimesso. A proposito di questo strano modo di esprimersi era da mettere in rilievo anche la locuzione poiché è detto: il sacerdote supplicherà, e poi è detto: supplicare - le due espressioni si sarebbero potute formulare riunendole insieme in questo modo: supplicherà (per) supplicare - e l'altra locuzione poiché comincia con il genere femminile e va a finire al maschile. (L'agiografo) infatti, dopo aver detto: se a peccare sarà stata una persona singola, termina dicendo: supplicare per lui, ove s'intende " per quell'uomo ". Poiché anche l'aggiunta: sarà rimesso a lui, in latino veramente non è chiaro per il fatto che questo pronome è di qualsiasi genere, ma in greco risulta chiaramente maschile, poiché lì ha: (" a lui "), corrispondente al (latino): ei. Per di più l'espressione: per la persona involontaria, s'intende: " che avrà peccato involontariamente ", non: " la quale non voglia che sia offerto per lei ". Questo significato è spiegato anche in seguito quando è detto: e che avrà peccato involontariamente. Ed è stato usato l'aggettivo invita (" involontaria ") poiché non poteva esprimersi in latino la parola usata in greco , non potendosi dire nolentata o qualcos'altro di simile per ciò che fece involontariamente.
4051
(Nb 15,30) Inoltre qualunque persona avrà fatto con mano di superbia, è sottinteso " il peccato ". È da mettere in risalto anche l'espressione: con mano di superbia, in cui mano è usata invece di " opera " o di " potere ".
4052
(Nb 15,35) L'uomo morrà di morte; con pietre lapidatelo tutta la comunità. Sia: di morte morrà, che: lapidatelo con pietre, e: lapidatelo, la comunità sono locuzioni per noi insolite.
4053
(Nb 16,17) E prendete ciascuno il proprio incensiere.
4054
(Nb 16,33) E discesero essi e tutto ciò che appartiene ad essi. È usato il presente invece del passato, sono invece di " erano " o " erano state ".
4055
(Nb 16,34) E tutto Israele il quale lì intorno fuggirono alle loro grida. È sottinteso " era ", cioè: tutto Israele che si trovava lì attorno.
4056
(Nb 16,37) Poiché hanno santificato gli incensieri di questi peccatori nelle loro anime. Si sarebbe dovuto dire: " Poiché questi peccatori hanno santificato gli incensieri nelle loro anime "; ma come se fosse stato chiesto: " gli incensieri di chi? ", invece di dire " i loro" (l'agiografo) disse: di questi peccatori. Ma lasciò sottinteso chi erano stati coloro che li avevano santificati, cioè essi stessi.
4057
(Nb 17,8) Ed ecco che nella casa di Levi il bastone aveva messo le gemme; il modo consueto di parlare latino esigerebbe si dicesse in domo Levi.
4058
(Nb 18,6) Ed io ho preso i Leviti vostri fratelli di mezzo ai figli d'Israele come dati in dono al Signore. Questa locuzione è stata tradotta necessariamente così in latino, poiché il greco ha . Se lo si volesse tradurre in latino, si dovrebbe dire " dono donato ", poiché anche è il dono - conforme a quanto afferma l'Apostolo: Non che io cerchi il (vostro) dono, ma ricerco il frutto 4, che in greco sta scritto e nella Genesi è detto: Abramo diede doni ai suoi figli 5, il greco ha: , e nel Vangelo: Sapete dare doni buoni ai vostri figli 6, e in greco: - e non è un sostantivo ma un participio. Si potrebbe quindi dire: datum datum quasi " una cosa data che si dà ", se non si dovesse evitare l'ambiguità. Alcuni nostri traduttori, cercando di evitare questa ambiguità dissero: " un dono dato ", ma " dono " in greco si dice: , non: . Per conseguenza in questo passo non sarebbe l'espressione corretta, poiché Dio non dice che ciò fosse stato regalato dai figli d'Israele, ma reso a lui in cambio dei primogeniti a lui dovuti; perciò può dirsi " dato " sia ciò che si rende per debito sia ciò che si dona. Per questo motivo qualsiasi dono è anche dato, ma non qualsiasi cosa data è anche un dono, poiché non è senz'altro anche donata qualunque cosa si dà.
4059
(Nb 18,12) Ogni primizia dell'olio e ogni primizia del vino e del grano, tutte le cose di quelle che daranno al Signore le ho date a te. Non è detto: Ogni primitivo l'ho dato a te, ma dopo aver detto ogni primizia ed enumerato di quali cose si trattasse, (l'agiografo) aggiunse: a te ho dato quelle cose. Non disse neppure: l'ho data a te, oppure le ho date a te, cioè le primizie, ma aggiunse il genere neutro, come in verità suole avvenire anche nella lingua, ma in una locuzione sciolta da legami grammaticali. Neppure sembra latino il nome primitia, poiché il nome primitiae (" le primizie ") ha solo il plurale. Ma se i nostri traduttori poterono volgere al plurale come li trovarono in greco: Io non radunerò le loro adunanze con i sangui 7, e in un altro passo: Il Signore aborrirà l'uomo dei sangui e fraudolento 8, pur essendo il nome sanguis (" il sangue ") solo singolare in latino, perché sarebbe dovuto loro dispiacere di tradurre anche qui al singolare primitia come ha il greco? Alcuni traduttori tuttavia tradussero primitias (" le primizie ") con l'accusativo, dicendo: " ti darò tutte le primizie ". In tal modo non vollero tradurre ambedue le locuzioni insolite per noi, che si trovano solo in greco.
4060
(Nb 19,2) Parla ai figli d'Israele e prendano verso di te una giovenca rossa. Il senso dell'espressione è come se dicesse: " ti conducano ", o esprimendo almeno ambedue le azioni: prendano e conducano a te una giovenca rossa.
4061
(Nb 19,7) E laverà il proprio corpo con l'acqua. Ciò si comprenderebbe anche se (la frase) non avesse: aqua.
4062
(Nb 19,9) E depositerà (le ceneri) fuori dall'accampamento, in un luogo mondo. Non è detto: in loco mundo secondo l'espressione propria del latino.
4063
(Nb 19,15) Ogni recipiente aperto, tutte le cose che non hanno un legaccio legato su di esse.
4064
(Nb 20,9) E Mosè prese il bastone che davanti al Signore; è sottinteso " era ".
4065
(Nb 20,12) Poiché non avete avuto fiducia (in me) per santificare me agli occhi dei figli d'Israele, cioè: per manifestare la mia santità. Conforme a questa locuzione è detto: e per essi io santifico me stesso9. Così pure nella preghiera insegnataci dal Signore: sia santificato il tuo nome 10.
4066
(Nb 20,15) E siamo stati abitanti in Egitto parecchi giorni, invece di " parecchi anni ".
4067
(Nb 20,18) Ed Edom gli disse, cioè il popolo - in realtà Edom, che era Esaù, non viveva più - come coloro che avevano inviato messaggeri si chiamavano " Israele ", che prima era il nome di una sola persona.
4068
(Nb 20,19) E i figli d'Israele gli dicono: noi passeremo lungo il monte; ma se berremo dell'acqua tua io e il mio bestiame, te ne pagherò il prezzo. (L'agiografo) passa assai elegantemente dal plurale al singolare, come se parlasse Israele dopo aver detto i figli d'Israele, e aver iniziato con parole di numero plurale, cioè: passeremo e berremo.
4069
(Nb 20,30) E la comunità (degli Israeliti) vide che Aronne se n'era andato. A stento nelle Scritture si trova questo termine essersene andato invece di " morto ". Esso si trova anche nel Vangelo nel passo ove Simeone dice: Ora lascerai andare il tuo servo in pace 11. Nel greco tuttavia si ha che suona detto piuttosto della dissoluzione (fisica) anziché dell'atto di lasciare andare, poiché non è detto , che senza dubbio vuol dire " lascerai andare ".
4070
(Nb 20,30) E ogni casa d'Israele piansero Aronne per trenta giorni. Si sarebbe dovuto dire " pianse " e " tutta ", oppure " tutta quanta ", ma è detto: ogni, come se fossero parecchie; così come è " ogni uomo " detto di tutti, dal significato di gran lunga diverso da " tutto l'uomo " che si dice di un sol uomo. Ma la Scrittura usa continuamente " ogni " invece di " tutto ".
4071
(Nb 21,5) E il popolo sparlava contro Dio e contro Mosè. Non è detto: de Deo (di Dio), ma: ad Deum (verso Dio). Ciononostante alcuni, pur non volendo trasportare (alla lettera in latino) questa locuzione, la tradussero così: detrahebant de Deo (denigravano Dio).
4072
(Nb 21,7) Innalza dunque la tua preghiera al Signore che allontani da noi il serpente. Come anche nell'Esodo è detto " la rana " 12 al singolare per il plurale.
4073
(Nb 21,9) E avvenne (che) quando una persona era stata morsa da un serpente e volgeva lo sguardo al serpente di bronzo e viveva. Questa locuzione non ha solo la particolarità che cambia il modo del verbo e dalla forma del perfetto, cioè del passato remoto, finisce con l'imperfetto, ma anche che ha un e superfluo.
4074
(Nb 21,11) E levando il campo da Obot lo posero in Acalgai, al di là del deserto, cioè nel deserto ulteriore.
4075
(Nb 22,23) E percosse l'asina nel bastone. Non è detto " con il bastone ", ma nel bastone.
4076
(Nb 23,11) Io ti ho chiamato per la maledizione dei miei nemici ed ecco che tu hai benedetto la benedizione; non è detto " con la benedizione " ma come se fosse detto: ecco tu hai detto la benedizione.
4077
(Nb 23,12) Quali che siano le cose che Dio mi porrà nella mia bocca, ciò starò attento a dire. Non è detto: " queste cose starò attento (a dire) ".
4078
(Nb 23,13) Vieni con me ancora in un altro posto dal quale non lo vedrai di lì.
4079
(Nb 25,4) E il Signore disse a Mosè: Prendi i capi del popolo e presentali al Signore, al sole, e si allontanerà da Israele l'ira della collera del Signore. Sebbene fosse il Signore a parlare, (l'agiografo) non disse: e presentali " a me " e si allontanerà l'ira " mia " da Israele.
4080
(Nb 25,15) È del casato di una famiglia dei Madianiti. Ciò è detto della donna che fu uccisa con l'israelita adultero. Con queste parole (l'agiografo) volle far intendere - a parer mio - che era nobile, dicendola del casato d'una famiglia. Così ormai comunemente si dice "padre di famiglia " e " madre di famiglia " in segno di agiatezza.
4081
(Nb 26,1) E il Signore parlò a Mosè e al sacerdote Eleazaro dicendo: Prendi il principio di tutta la comunità dei figli di Israele da vent'anni in su. È da notare che cosa è chiamato " principio ", cioè il nerbo dell'età nel popolo.
4082
(Nb 27,20-21) E gli prestino ubbidienza i figli d'Israele, e: nella sua bocca usciranno, e: nella sua bocca rientreranno, cioè " quando lo ordinerà ".
4083
(Nb 27,22) E Mosè fece come gli aveva ordinato il Signore; e prendendo Giosuè lo pose davanti al sacerdote Eleazaro, ecc., ove si è dovuto notare che, pur essendo già stato detto e Mosè fece tutto ciò che gli aveva ordinato il Signore, viene ripetuta la stessa cosa.
4084
(Nb 27,23) E lo raccomandò come il Signore aveva ordinato a Mosè. Non si dice: come " gli " aveva ordinato il Signore.
4085
(Nb 28,13) E un decimo un decimo di fior di farina intrisa d'olio per un agnello; cioè un decimo per ogni agnello. Poiché con l'espressione: un decimo un decimo viene indicato che si deve ripetere un decimo per ogni agnello.
4086
(Nb 28,16-17) Nel primo mese, il quattordici di questo mese è giorno di festa, per sette giorni mangerete gli azzimi. Si deve osservare che la festa si celebra per più giorni e tuttavia è detta " giorno di festa ", e la celebrazione della festività non è denotata come " giorni festivi ", cioè tutti i giorni in cui essa continuerà.
4087
(Nb 29,1) E nel settimo mese, l'uno del mese. Conforme a questa locuzione è detto nella Genesi: E fu sera e fu mattino: il giorno uno 13; poiché anche lì come qui il greco ha: . Alcuni quindi traducendo il primo giorno del mese tralasciarono la locuzione fissata (nel greco) pur non allontanandosi dal senso delle parole.
4088
(Nb 29,2) (Offrite in sacrificio) un vitello tra i buoi e un montone. Non è detto: (un montone) tra le pecore, come (l'inciso) tra i buoi, perché anche quello, se mancasse, non lascerebbe incompleto il senso.
4089
(Nb 29,2) Sette agnelli di un anno senza difetto. Ciò che (l'agiografo) scrisse a proposito degli agnelli senza difetto, è sottinteso rispetto a tutti (gli animali), sia per il vitello che per il montone.
4090
(Nb 29,4) Un decimo, sì un decimo per un agnello, per sette agnelli: cioè un decimo per ciascun agnello.
4091
(Nb 29,39) Eccetto i vostri voti e le vostre (offerte) volontarie e i vostri olocausti e i vostri sacrifici e le vostre libazioni e i vostri (sacrifici) salutari. Questa locuzione, se fosse solo greca, non l'avrei notata. In realtà non è detto: Eccetto i vostri voti e le (vostre) offerte volontarie, ecc. (in ablativo) come aveva iniziato, ma neppure: Eccetto i vostri voti (in accusativo) cominciando per così dire con il solecismo; ma (l'agiografo), avendo prima detto, con una locuzione usuale: eccetto i vostri voti (in ablativo), in seguito aggiunse quelle altre cose in un altro caso, ove non si potrebbe sottintendere exceptis (fatta eccezione di), ma excepta (in accusativo), che non è ammesso da nessuna locuzione né greca né latina.
4092
(Nb 30,3) Un uomo, un uomo qualunque avrà fatto un voto al Signore, invece di " ogni uomo ".
4093
(Nb 30,4) Quando però una donna avrà fatto un voto al Signore oppure avrà fissato una privazione in casa di suo padre nella propria giovinezza. Qui (l'agiografo) secondo l'usanza della Scrittura chiama " donna " una femmina, anche se (come qui) essa è una vergine; per questo è relativo a Cristo ciò che dice l'Apostolo: nato da una donna 14.
4094
(Nb 30,5) E suo padre verrà a conoscere i voti di lei e le limitazioni di lei ch'essa limitò. " Limitò le limitazioni " è una locuzione.
4095
(Nb 30,5) (Che) fissò contro la propria anima, cioè contro i godimenti della propria anima.
4096
(Nb 30,5) E suo padre tacerà, e resteranno in vigore tutti i voti di lei. Qui c'è un e in più, poiché il senso intero è: se suo padre sarà venuto a saperlo e tacerà, resteranno in vigore tutti i suoi voti.
4097
(Nb 30,7) Se invece sarà diventata per il marito. S'intende " si sarà sposata "; così parla la Scrittura.
4098
(Nb 30,7) E i suoi voti sopra di lei, è sottinteso " sono ", che fu aggiunto anche da alcuni traduttori.
4099
(Nb 30,13) Tutte le cose che saranno uscite dalle sue labbra conformi ai suoi voti e secondo le limitazioni le quali contro la sua anima, non resta valido per lei, sebbene si aspettasse il plurale in modo che si dicesse: non restano valide per lei; in realtà alcuni hanno tradotto così evitando quello che prendevano per un solecismo.
4100
(Nb 31,4) ( Mandate in guerra ) mille da una tribù e mille da una tribù da tutte le tribù d'Israele. È forse detto dodici volte mille? E tuttavia questa ripetizione significa mille per ciascuna tribù.
4101
(Nb 31,8) Uccisero nella spada. Ciò si sarebbe potuto dire nel modo a noi abituale: " uccisero con la spada ".
4102
(Nb 31,10) E tutte le loro città le quali nei loro (luoghi) di abitazione. È sottinteso: " erano ".
4103
(Nb 31,10) E incendiarono nel fuoco le loro città. Ciò nel modo a noi abituale si direbbe: incendiarono " con il fuoco ".
4104
(Nb 31,18) Ma tutta la moltitudine di donne, che non ha conosciuto contatto d'uomo, conservatele in vita. In nessun passo (della Bibbia) appare più sicuramente che nella locuzione ebraica anche le vergini sono chiamate di solito " donne ".
4105
(Nb 31,28-29) Lo prenderete dalla metà di essi e lo darai al sacerdote Eleazaro come primizie del Signore. Non è detto: " darete ".
4106
(Nb 31,35) E le anime di sesso femminile, cioè le donne che non avevano conosciuto il contatto dell'uomo, tutte le persone trentaduemila. Anche qui è confermata la locuzione precedente, cioè che sono chiamate " donne " anche quelle che non avevano conosciuto l'accoppiamento con l'uomo, cioè le vergini.
4107
(Nb 31,54) Mosè e il sacerdote Eleazaro prese l'oro dai capi di migliaia e dai capi di centinaia e portò quelle cose nella tenda del convegno. Sembra che si sarebbe dovuto dire: e lo portò nella tenda del convegno, poiché prima aveva detto " l'oro " che era stato preso. Parecchi manoscritti latini hanno così, ma sembra che l'aggiunta fatta (dall'agiografo) dicendo: portò quegli oggetti si spiega con il fatto che in precedenza erano stati ricordati molti vasi in cui era quest'oro.
4108
(Nb 32,1) E bestiame avevano un gran numero i figli di Ruben e i figli di Gad, una moltitudine molto grande; non è detto: " avevano un gran numero di bestiame ".
4109
(Nb 32,1) E videro la regione di Iazer e la regione di Galaad ed era un luogo, un luogo per il bestiame. Quando si legge non si devono unire (le parole) locus ripetute due volte, ma si devono separare con una virgola: et erat locus (" ed era un luogo "), e quindi dire: locus pecoribus (un luogo adatto al bestiame). Infatti, come se si aspettasse (di sapere) quale specie di luogo, così è stata introdotta la ripetizione.
4110
(Nb 32,2) E avvicinandosi i figli di Ruben e i figli di Gad dissero a Mosè e al sacerdote Eleazaro e ai capi della comunità, dicendo. Questa locuzione dicendo dissero non è né greca né latina, ma sembra ebraica.
4111
(Nb 32,5) Questa terra sia data in possesso ai tuoi servi; come se parlassero di altre persone mentre chiedevano per loro stessi.
4112
(Nb 32,12) Poiché non mi hanno seguito a eccezione di Caleb figlio di Iefone. Pare che si sarebbe dovuto dire: praeter Chaleb filium Iephone ma fu aggiunta (l'apposizione) " figlio " in nominativo poiché prima era stato detto: hanno seguito. Questa locuzione è anche latina, ma rara.
4113
(Nb 32,13). Finché non scomparisse tutta la generazione coloro che facevano il male al cospetto del Signore. Non è detto: che faceva il male, né: di coloro che facevano il male.
4114
(Nb 32,16) E gli si avvicinarono e dicevano. Non è detto com'è abituale: accesserunt ad eum (si avvicinarono a lui).
4115
(Nb 32,24) E costruirete per voi stessi città per i vostri bagagli. Come se fosse detto: costruirete per voi stessi delle città a causa dei vostri bagagli.
4116
(Nb 32,26-27) I nostri bagagli e le nostre mogli e tutto il nostro bestiame saranno nelle città di Galaad; i tuoi servi invece marceranno tutti armati. Non dissero: noi invece marceremo tutti armati, ma come se parlassero di altri.
4117
(Nb 32,28) E Mosè raccomandò loro il sacerdote Eleazaro e Gesù figlio di Nave e i capi delle casate delle tribù d'Israele. Il testo non dice: Mosè li raccomandò al sacerdote Eleazaro, come certamente esigeva la disposizione del consueto nostro modo di esprimerci; infatti fu per opera di questi che furono introdotti nel paese verso il quale erano diretti; sembra quindi che ad essere raccomandati siano più quelli che questi dai quali essi venivano introdotti nella terra desiderata anziché questi che introducevano più che quelli che da essi venivano introdotti.
4118
(Nb 32,30) Se invece non marceranno armati con voi in guerra al cospetto del Signore, e trasferite i loro bagagli (la congiunzione) " e" è superflua.
4119
(Nb 32,33) E Mosè diede ad essi ai figli di Gad e ai figli di Ruben. C'è un a essi in più.
4120
(Nb 33,14) E non v'era per il popolo acqua (per) bere. Invece di ad bibendum (da bere).
4121
(Nb 33,51) Parla ai figli d'Israele e di' loro. Sembra che sia sufficiente: parla ai figli d'Israele.
4122
(Nb 33,52) Tutti gli idoli di metallo fuso li distruggerete. C'è un ea (li) di più.
4123
(Nb 34,6) E ciò sarà per voi i confini del mare; non disse: " questi saranno per voi ".
4124
(Nb 34,7) E questo sarà per voi i confini verso settentrione. È la ripetizione della medesima (precedente) locuzione.
4125
(Nb 35,3) Essi avranno città ad abitare, invece dell'espressione abituale ad habitandum (per abitarvi).
4126
(Nb 35,11) (Città) saranno per voi asili fuggire là l'omicida; ciò in modo abituale si potrebbe esprimere (dicendo): ove si possa rifugiare l'omicida.
4127
(Nb 35,15) E all'abitante che tra voi queste città in rifugio. Incolae (" all'abitante ") è usato al singolare, cioè: " all'abitante il quale tra voi ", poiché manca " è ". Infatti non è detto: " che si trova in mezzo a voi ", con una locuzione assai nota ma più rara in latino che in greco.
Agostino Locuzioni Heptateuco 160