Catechesi 79-2005 10500

Mercoledì, 10 Maggio 2000: La gloria della Trinità nella risurrezione

10500

1. L’itinerario della vita di Cristo non ha come approdo l’oscurità della tomba, ma il cielo luminoso della risurrezione. Su questo mistero è fondata la fede cristiana (cfr
1Co 15,1-20), come ci ricorda il Catechismo della Chiesa Cattolica: “La risurrezione di Gesù è la verità culminante della nostra fede in Cristo, creduta e vissuta come verità centrale dalla prima comunità cristiana, trasmessa come fondamentale dalla Tradizione, stabilita dai documenti del Nuovo Testamento, predicata come parte essenziale del Mistero pasquale insieme con la croce” (CEC 638).

Affermava uno scrittore mistico spagnolo del XVI secolo: “In Dio si scoprono nuovi mari quanto più si naviga” (Fray Luis de León). Lungo l’immensità del mistero noi intendiamo ora navigare verso la luce della presenza trinitaria negli eventi di Pasqua. È una presenza che si dilata nei cinquanta giorni post-pasquali.

2. A differenza degli scritti apocrifi, i Vangeli canonici non presentano l’evento della risurrezione in sé, ma piuttosto la nuova e differente presenza di Cristo Risorto in mezzo ai suoi discepoli. Proprio questa novità sottolinea la prima scena sulla quale vogliamo soffermarci. È l’apparizione che si svolge in una Gerusalemme ancora immersa nella luce fioca dell’alba: una donna, Maria di Magdala, e un uomo s’incontrano all’interno di un’area cemeteriale. In un primo momento, la donna non riconosce l’uomo che le si è avvicinato: eppure è quel Gesù di Nazaret che essa ha ascoltato e che le ha trasformato la vita. Per riconoscerlo è necessario un altro canale di conoscenza diverso da quello della ragione e dei sensi. È la via della fede che si apre quando ella si sente chiamata per nome (cfr Jn 20,11-18).

Fissiamo la nostra attenzione, all’interno di quella scena, sulle parole del Risorto. Egli dichiara: “Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro” (Jn 20,17). Appare, dunque, il Padre celeste, nei cui confronti Cristo, con l’espressione “Padre mio”, sottolinea un legame speciale e unico, distinto da quello che intercorre tra il Padre e i discepoli: “Padre vostro”. Nel solo Vangelo di Matteo per ben 17 volte Gesù chiama Dio “il Padre mio”. Il quarto evangelista userà due vocaboli greci diversi, l’uno - hyiós - per indicare la piena e perfetta filiazione divina di Cristo, l’altro - tékna - riferito al nostro essere figli di Dio in modo reale ma derivato.

3. La seconda scena ci conduce da Gerusalemme verso la regione settentrionale della Galilea, su un monte. Lassù, si attua un’altra cristofania, nella quale il Risorto si rivela agli apostoli (cfr Mt 28,16-20). È un solenne evento di rivelazione, riconoscimento e missione. Nella pienezza dei suoi poteri salvifici egli conferisce alla Chiesa il mandato di annunziare il Vangelo, di battezzare e insegnare a vivere secondo i suoi comandamenti. Ed è la Trinità ad emergere in quelle parole essenziali che risuonano anche nella formula del battesimo cristiano così come la Chiesa lo amministrerà: “Battezzate (tutte le nazioni) nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” (Mt 28,19).

Commenta un antico scrittore cristiano, Teodoro di Mopsuestia (IV-V secolo): “L’espressione nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo indica chi dà i beni del battesimo: la nuova nascita, il rinnovamento, l’immortalità, l’incorruttibilità, l’impassibilità, l’immutabilità, la liberazione dalla morte, dalla schiavitù e da tutti i mali, il godimento della libertà e la partecipazione ai beni futuri e sublimi. Ecco perché si è battezzati! Si invocano dunque il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo perché tu conosca la sorgente dei beni del battesimo” (Omelia II Sul Battesimo 17).

4. Giungiamo, così, alla terza scena che vogliamo evocare. Essa ci riporta indietro nel tempo, quando Gesù camminava ancora per le strade della Terra Santa, parlando e operando. Durante la solennità ebraica autunnale delle Capanne, egli proclama: “Chi ha sete venga a me e beva chi crede in me. Come dice la Scrittura, fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno” (Jn 7,38). L’evangelista Giovanni interpreta quelle parole proprio alla luce della Pasqua di gloria e del dono dello Spirito Santo: “Questo egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui; infatti non c’era ancora lo Spirito, perché Gesù non era stato ancora glorificato” (Jn 7,39).

Verrà la glorificazione della Pasqua e con essa anche il dono dello Spirito nella Pentecoste, che Gesù anticiperà per i suoi Apostoli la sera stessa del giorno della risurrezione. Comparendo nel cenacolo, aliterà su di loro e dirà: “Ricevete lo Spirito Santo” (Jn 20,22).

5. Il Padre e lo Spirito sono uniti, dunque, al Figlio nell’ora suprema della redenzione. È ciò che Paolo afferma in una pagina particolarmente luminosa della Lettera ai Romani dove evoca la Trinità proprio in connessione con la risurrezione di Cristo e di tutti noi: “Se lo Spirito di Colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, Colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi” (Rm 8,11).

La condizione perché si realizzi questa promessa è indicata dall’Apostolo nella stessa Lettera: “Se confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore, e crederai con il tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo” (Rm 10,9). Alla natura trinitaria dell’evento pasquale, corrisponde l’aspetto trinitario della professione di fede. Infatti, “nessuno può dire ‘Gesù è Signore’ se non sotto l’azione dello Spirito Santo” (1Co 12,3) e chi lo dice, lo dice “a gloria di Dio Padre” (Ph 2,11).

Accogliamo quindi la fede pasquale e la gioia che ne risulta, facendo nostro un canto della Chiesa d’Oriente, per la veglia pasquale: “Tutte le cose sono illuminate dalla tua risurrezione, o Signore, e il paradiso è riaperto. Tutto il creato ti benedice e ogni giorno ti offre un inno. Glorifico la potenza del Padre e del Figlio, inneggio all’autorità dello Spirito Santo, Divinità indivisa, increata, Trinità consustanziale che regna nei secoli dei secoli” (Canone pasquale di san Giovanni Damasceno, Sabato Santo, terzo tono).



Saluti


Versione italiana del testo in lingua ceca:

Un cordiale benvenuto ai pellegrini di Praga, e delle Scuole Orsoline di Kutná Hora e Olomouc!

Carissimi, prego Dio onnipotente perché infonda in voi la vera gioia della Risurrezione e vi accompagni sempre con i suoi numerosi doni.

Con questi voti vi benedico di cuore!

Sia lodato Gesù Cristo!



Versione italiana del testo in lingua lituana:

Rivolgo un cordiale benvenuto ai fratelli e alle sorelle lituani, in particolare da Klaipeda.

Vi auguro che, affidandovi a Maria, Madre della divina Grazia, possiate trovare ogni giorno in Cristo Risorto la Luce per il vostro cammino di fede. Vi accompagni tutti la mia benedizione.

Sia lodato Gesu Cristo!


Versione italiana del saluto in lingua slovacca

Fraternamente saluto i pellegrini slovacchi provenienti da Bratislava e Zilina, da Trnava, Nitra e Banská Bystrica, da Lipovce, Šindliar e Cadca, da Radatice, Michalovec e Vranov, da Klak, Remeniny e Ostrý Grún, da Velký Lipník, Topolcany e dintorni, da Nizný Hrušov e Ondavské Matiašovce, come anche il numeroso pellegrinaggio della Società di Sant'Adalberto.

Cari Fratelli e Sorelle, auguro di cuore a tutti che la grazia pasquale trasformi la vostra vita cristiana di ogni giorno. Particolarmente saluto il pellegrinaggio della Società di Sant'Adalberto, la quale celebra il 130° anniversario della sua fondazione. Che l'intercessione della Vergine Addolorata, l'esempio di Sant'Adalberto e la mia Benedizione Apostolica vi aiutino a perseverare nel servizio a Dio ed alla Nazione.

Sia lodato Gesù Cristo.

Saluto del Santo Padre in lingua ungherese ai pellegrini ungheresi provenienti da Esztergom (Arcidiocesi di Esztergom):

Saluto cordialmente voi, cari pellegrini ungheresi, e specielmente voi, alunni del Seminario dell’Arcidiocesi di Esztergom-Budapest.

Per intercessione di Maria, “Magna Domina” degli Ungheresi, vi invoco la Benedizione Apostolica su tutti voi ed i vostri cari in patria.

Sia lodato Gesù Cristo !
* * * * *


Nel salutare tutti i pellegrini di lingua italiana, rivolgo un cordiale pensiero ai fedeli della Diocesi di Novara, venuti in pellegrinaggio a Roma con il loro Vescovo, Monsignor Renato Corti. Carissimi, vi ringrazio per la vostra gradita presenza, così numerosa, ed auspico di cuore che il vostro pellegrinaggio giubilare vi rinsaldi nell'adesione a Cristo e nei vostri generosi propositi di testimonianza cristiana.

Saluto, poi, i Vescovi e Sacerdoti partecipanti all'incontro promosso dalla Comunità di Sant'Egidio sul tema "La Chiesa per il nuovo millennio". Venerati e cari Fratelli, a tutti il mio affettuoso saluto e il grazie più sentito per la vostra visita. Mentre auguro ogni buon esito al vostro fraterno convegno, vi accompagno con la mia preghiera al Signore ed alla sua celeste Madre, perché possiate trarne i frutti apostolici sperati.

Saluto, ora, il gruppo di infermieri della Regione Puglia e formulo fervidi voti che questo loro incontro giubilare li incoraggi a proseguire con generoso slancio evangelico il loro lavoro con gli ammalati.

Saluto, inoltre, i militari dell'Accademia Aeronautica di Pozzuoli, i membri della Scuola Alpina della Guardia di Finanza ed il Circolo Sottufficiali di Presidio del Comando Militare Regionale del Piemonte, e tutti ringrazio per la loro partecipazione.

Il mio pensiero si rivolge, infine, ai giovani, ai malati ed agli sposi novelli.

La Giornata Mondiale delle Vocazioni, che celebreremo domenica prossima, ci invita a riflettere sulle parole di Gesù "Vieni e seguimi", con cui egli chiama gli Apostoli a seguirlo.

Saluto voi, cari giovani, in particolare voi dell'Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni, venuti per il vostro giubileo e voi, ragazzi e ragazze di varie scuole, e specialmente voi, "premiati" dall'istituzione San Donnino d'oro della Diocesi di Fidenza. Auguro a ciascuno di saper riconoscere, in mezzo alle tante voci di questo mondo, quella di Cristo, che continua a rivolgere il suo invito al cuore di chi sa mettersi in ascolto. Siate generosi nel seguirlo, non abbiate timore nel mettere le vostre energie e il vostro entusiasmo a servizio del suo Vangelo.

E voi, cari malati, che il Signore unisce in modo più misterioso alla sua passione, apritegli il cuore con fiducia. Egli non vi farà mancare la luce consolante della sua presenza.

Infine, a voi, cari sposi novelli, auguro che le famiglie da voi appena formate rispondano alla vocazione di essere, nel mondo, trasparenza dell'amore di Dio, grazie alla fedeltà del vostro amore.








Mercoledì, 17 Maggio 2000

17500

Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Desidero oggi soffermarmi con voi sul pellegrinaggio a Fatima, che il Signore mi ha dato di compiere venerdì e sabato della scorsa settimana. Sono ancora vive in me le emozioni provate. Ho negli occhi l'immensa folla radunatasi nella spianata davanti al Santuario, venerdì sera all'arrivo, e specialmente sabato mattina per la beatificazione dei due pastorelli Francesco e Giacinta. Una folla esultante di gioia e, al tempo stesso, capace di creare momenti di assoluto silenzio e di intenso raccoglimento.

Il mio cuore è colmo di gratitudine: per la terza volta, nella ricorrenza del 13 maggio, data della prima apparizione della Madonna alla Cova da Iria, la Provvidenza mi ha concesso di recarmi in pellegrinaggio ai piedi della Vergine, là dove Ella si mostrò ai tre pastorelli Lucia, Francesco e Giacinta, dal maggio all'ottobre del 1917. Lucia è ancora in vita, e ancora una volta ho avuto la gioia di incontrarla.

Rivolgo un sentito ringraziamento al Vescovo di Fatima ed all'intero Episcopato del Portogallo per la preparazione di questa visita e per la calorosa accoglienza. Rinnovo, altresì, il mio saluto e la mia gratitudine al Signor Presidente, al Primo Ministro ed alle altre Autorità portoghesi per le attenzioni riservatemi e per l'impegno con cui si sono adoperati per la riuscita di questo pellegrinaggio apostolico.

2. Come a Lourdes, anche a Fatima la Vergine ha scelto dei fanciulli, Francesco, Giacinta e Lucia, quali destinatari del suo messaggio. Essi lo hanno accolto così fedelmente, da meritare non solo di essere riconosciuti come testimoni credibili delle apparizioni, ma da diventare essi stessi esempio di vita evangelica.

Lucia, la cuginetta poco più grande, e tuttora vivente, ha dato significativi ritratti dei due nuovi beati. Francesco era un bambino buono, riflessivo, di animo contemplativo; mentre Giacinta era vivace, piuttosto suscettibile, ma assai dolce e amabile. I genitori li avevano educati alla preghiera, e il Signore stesso li attirò più strettamente a sé, mediante l'apparizione di un Angelo che, tenendo tra le mani un Calice e un'Ostia, insegnò loro ad unirsi al Sacrificio eucaristico in riparazione dei peccati.

Questa esperienza li preparò ai successivi incontri con la Madonna, la quale li invitò a pregare assiduamente e ad offrire sacrifici per la conversione dei peccatori. Con i due pastorelli di Fatima la Chiesa ha proclamato Beati due giovanissimi, perché, pur non essendo martiri, hanno dimostrato di vivere le virtù cristiane in grado eroico, nonostante la loro tenera età. Eroismo di bambini, ma vero eroismo.

La loro santità non dipende dalle apparizioni, ma dalla fedeltà e dall'impegno con cui essi hanno corrisposto al dono singolare ricevuto dal Signore e da Maria Santissima. Dopo l'incontro con l'Angelo e con la bella Signora, essi recitavano il rosario più volte al giorno, offrivano frequenti penitenze per la fine della guerra e per le anime più bisognose della divina misericordia, e sentivano l'intenso desiderio di "consolare" il Cuore di Gesù e quello di Maria. I pastorelli, inoltre, dovettero sopportare le forti pressioni di coloro che li spingevano, con la forza e con terribili minacce, a rinnegare tutto e a rivelare i segreti ricevuti. Ma essi si fecero coraggio l'un l'altro, confidando nel Signore e nell'aiuto di "quella Signora", di cui Francesco diceva: "E' nostra amica". Per la loro fedeltà a Dio, costituiscono un luminoso esempio, per bambini e adulti, di come conformarsi in modo semplice e generoso all'azione trasformante della grazia divina.

3. Il mio pellegrinaggio a Fatima è stato, pertanto, un ringraziamento a Maria per quanto ha voluto comunicare alla Chiesa attraverso questi fanciulli e per la protezione accordatami durante il pontificato: un ringraziamento che ho voluto rinnovarLe simbolicamente con il dono del prezioso anello episcopale, offertomi dal Cardinale Wyszynski pochi giorni dopo la mia elezione alla Sede di Pietro.

Sembrandomi ormai maturi i tempi, ho ritenuto opportuno rendere pubblico il contenuto della cosiddetta terza parte del segreto. Sono lieto di aver potuto pregare nella Cappella delle Apparizioni, costruita nel luogo in cui la "Signora splendente di luce" si mostrò più volte ai tre fanciulli e parlò con loro. Ho reso grazie per quanto la divina misericordia ha compiuto nel secolo ventesimo, grazie all'intercessione materna di Maria. Alla luce delle apparizioni di Fatima, gli eventi di questo periodo storico assai travagliato assumono una loro singolare eloquenza. Non è difficile, allora, comprendere meglio quanta misericordia Iddio abbia riversato sulla Chiesa e sull'umanità per mezzo di Maria. Non possiamo non ringraziare Iddio per la testimonianza coraggiosa di tanti araldi di Cristo che sono rimasti fedeli a Lui sino al sacrificio della vita. Mi piace qui, inoltre, ricordare bambini ed adulti, uomini e donne che, secondo le indicazioni date dalla Vergine a Fatima, hanno offerto quotidianamente preghiere e sacrifici, soprattutto con la recita del santo Rosario e con la penitenza. Di tutti vorrei ancora una volta fare memoria e rendere grazie a Dio.

4. Da Fatima si diffonde su tutto il mondo un messaggio di conversione e di speranza, un messaggio che, in conformità con la rivelazione cristiana, è profondamente inserito nella storia. Esso, a partire proprio dalle esperienze vissute, invita i credenti a pregare assiduamente per la pace nel mondo e a fare penitenza per aprire i cuori alla conversione. E' questo il genuino Vangelo di Cristo riproposto alla nostra generazione particolarmente provata dagli eventi passati. L'appello che Dio ci ha fatto giungere mediante la Vergine Santa conserva intatta ancor oggi la sua attualità.

Accogliamo, carissimi Fratelli e Sorelle, la luce che viene da Fatima: lasciamoci guidare da Maria. Il suo Cuore Immacolato sia il nostro rifugio e il cammino che ci conduce a Cristo. Intercedano i Beati pastorelli per la Chiesa, perché essa prosegua con coraggio nel suo pellegrinaggio terreno ed annunci con costante fedeltà il Vangelo della salvezza a tutti gli uomini!

Nei giorni scorsi sono ripresi i combattimenti tra Etiopia ed Eritrea, mentre la violenza ha continuato a colpire le popolazioni della Sierra Leone. Come sempre, sono i civili e le persone inermi a pagare il prezzo di tanta inaudita crudeltà.

Vi invito a pregare il Signore della pace, perché ascolti il grido dei sofferenti e raggiunga il cuore e la mente dei vari responsabili di questi assurdi conflitti.

Un particolare incoraggiamento ed una fervida preghiera vanno per le persone di buona volontà che spendono la propria vita nella solidarietà con chi soffre, nonché per le Organizzazioni che si prodigano per allargare ogni spiraglio di pace.

Saluti

Saluto ai pellegrini provenienti dalla Grecia:


Versione italiana del testo in lingua ceca:

Cari pellegrini di Brno e dintorni!

Ieri avete celebrato la festa di San Giovanni Nepomuceno. Possa il suo esempio di fedeltà a Dio risvegliare la magnanimità in tutti i pastori e i fedeli, affinché sappiano sempre prontamente agire secondo l'esortazione del Apostolo Pietro: "Bisogna obbedire piuttosto a Dio che agli uomini." (cfr.
Ac 5,29).

Di cuore vi benedico tutti!

Sia lodato Gesù Cristo!


Versione italiana del testo croato:

Cari fratelli e sorelle, il punto di partenza della nuova evangelizzazione deve essere un ritorno alle origini, riscoprendo l'eredità cristiana di ogni popolo e ogni Paese. Essa, infatti, vuole rilanciare la fedeltà al Vangelo ed a quei valori che hanno sostenuto le generazioni dei cristiani dei primi due millenni nel loro cammino di fede, di speranza e di carità, per continuare oggi a costruire, su basi solide, un futuro sereno e sempre più ricco di fede e di santità.

Saluto di cuore e benedico i pellegrini provenienti da Osijek, Zagabria ed altre località croate.

Siano lodati Gesù e Maria!



Versione italiana del saluto in lingua slovacca

Un cordiale benvenuto ai pellegrini provenienti dalla Slovacchia: da Bratislava, Ohradzany, Nová Bana, Lovca, Hronské Klacany, Bobrovec, Košice, Plavecký Štvrtok, Stránavy a Vyhne. Saluto, in modo particolare, il gruppo delle Suore della Congregazione del Divin Redentore.

Cari Fratelli e Sorelle, vi auguro che questo vostro pellegrinaggio giubilare alle tombe degli Apostoli Pietro e Paolo vi sia di stimolo per un sempre più generoso impegno di testimonianza evangelica nel vostro Paese.

Vi ringrazio per la vostra presenza e per le vostre preghiere e volentieri benedico voi e i vostri cari.

Sia lodato Gesù Cristo.

Saluto in lingua ungherese ai pellegrini ungheresi provenienti da Budapest (Arcidiocesi di Esztergom-Budapest ).

Saluto cordialmente i pellegrini ungheresi da Budapest.

Per intercessione di Maria Santissima di Fàtima vi invoco la Benedizione Apostolica su tutti voi ed sulle vostre famiglie.

Sia lodato Gesù Cristo !



Versione italiana del saluto in lingua neerlandese:

Adesso vorrei porgere il benvenuto a tutti i pellegrini neerlandesi e belgi.

Il vostro pellegrinaggio alle tombe degli Apostoli vi porta alle origini del cristianesimo. Pertanto auguro a tutti voi, che la scoperta dei valori cristiani trasformi e rinnovi la vostra vita.

Di cuore imparto la Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo !



Versione italiana del saluto in lingua polacca

Ora voglio rivolgere un saluto ai pellegrini giunti dalla Polonia, presenti in questa udienza.

Do un cordiale benvenuto al pellegrinaggio che rappresenta l'ambiente dell'Università di Opole insieme al Decano della Facoltà di teologia e agli altri rappresentanti delle autorità della facoltà e dell=ateneo. Auguro che da questa giovane Università polacca escano uomini amanti della vera cultura e della pura libertà, capaci di camminare alla luce della verità, impegnati nel compiere tutto ciò che è vero, buono e giusto.

Ci sono qui anche i pellegrini di Wadowice.La vostra presenza mi ricorda la mia Città natale, e specialmente gli uomini, con i quali mi sento sempre legato, nonostante il fatto che molti di loro ci abbiano ormai lasciato.Dio vi renda merito per questa visita!

Abbraccio oggi col pensiero e con il cuore tutti i miei Connazionali in Polonia e nel mondo intero. Ringrazio tutti e ciascuno personalmente per i doni spirituali, per la solidarietà e specialmente per le preghiere, con le quali costantemente mi sostenete.Cerco di ricambiare anche con il quotidiano ricordo nella preghiera.

Saluto cordialmente anche i presbiteri, venuti a Roma, per partecipare domani all=incontro Eucaristico nell'ambito del Grande Giubileo dell'Anno 2000.

Che Dio benedica tutti!
* * * * *



Rivolgo, ora, un cordiale pensiero a tutti i pellegrini di lingua italiana. In particolare, ai fedeli della Diocesi di Aosta, venuti a Roma con il loro Vescovo, Monsignor Giuseppe Anfossi, come pure a quelli dell'Abbazia territoriale di Montevergine ed al loro Abate Ordinario, Padre Tarcisio Giovanni Nazzaro. Cari Fratelli e Sorelle, vi ringrazio per la vostra visita ed auspico cordialmente che questo vostro pellegrinaggio giubilare vi aiuti a rinsaldarvi nell'adesione a Cristo ed alimenti i vostri propositi di generosa testimonianza evangelica.

Saluto anche i militari in servizio presso il Quartier Generale della Base NATO di Bagnoli, il Ventunesimo Reggimento Genio Pionieri di Caserta ed i numerosi partecipanti al Raduno dell'Associazione Nazionale Vigili del Fuoco in congedo. Carissimi, grazie per la vostra presenza! Possa questa vostra visita a Roma spingervi sempre più a fare del vostro lavoro un autentico servizio a Cristo ed ai fratelli.

Mi rivolgo, infine, ai giovani, ai malati ed agli sposi novelli, esortando tutti ad approfondire la pia pratica del santo Rosario, specialmente in questo mese di maggio dedicato alla Madre di Dio.

Invito voi, cari giovani, ad accogliere il Rosario come preghiera evangelica, che aiuta a meglio comprendere i fondamentali momenti della storia della salvezza.

Esorto voi, cari malati, a rivolgervi con fiducia alla Madonna mediante questa tradizionale preghiera mariana, affidandovi a Lei in tutte le vostre necessità.

Auguro a voi, cari sposi novelli, di riuscire a fare del santo Rosario recitato insieme nelle vostre case, un momento di intensa vita familiare sotto lo sguardo materno della Vergine Maria.

A tutti la mia Benedizione.






Mercoledì, 24 Maggio 2000: La gloria della Trinità nell’Ascensione

24500

1. Il mistero della Pasqua di Cristo coinvolge la storia dell’umanità, ma insieme la trascende. Lo stesso pensiero e il linguaggio umano possono in qualche modo afferrare e comunicare questo mistero, ma non esaurirlo. Per questo il Nuovo Testamento, pur parlando di “risurrezione”, come attesta l’antico Credo che Paolo stesso ha ricevuto e trasmette nella Prima Lettera ai Corinzi (cfr
1Co 15,3-5), ricorre anche a un’altra formulazione per delineare il significato della Pasqua. Soprattutto in Giovanni e Paolo essa è presentata come esaltazione o glorificazione del Crocifisso. Così, per il quarto evangelista la croce di Cristo è già il trono regale, che poggia sulla terra ma penetra nei cieli. Il Cristo vi è assiso come Salvatore e Signore della storia.

Gesù, infatti, nel Vangelo di Giovanni esclama: “Quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me” (Jn 12,32; cfr Jn 3,14 Jn 8,28). Paolo, nell’inno incastonato nella Lettera ai Filippesi, dopo aver descritto l’umiliazione profonda del Figlio di Dio nella morte in croce, celebra così la Pasqua: “Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre” (Ph 2,9-11).

2. L’Ascensione di Cristo al cielo, narrata da Luca a suggello del suo Vangelo e come inizio della sua seconda opera, gli Atti degli Apostoli, è da comprendere in questa stessa luce. Si tratta dell’ultima apparizione di Gesù, che “termina con l’entrata irreversibile della sua umanità nella gloria divina simbolizzata dalla nube e dal cielo” (CEC 659). Il cielo è per eccellenza il segno della trascendenza divina. È la zona cosmica che sta sopra l’orizzonte terrestre, entro il quale si svolge l’esistenza umana.

Il Cristo, dopo aver percorso le strade della storia ed essere entrato anche nell’oscurità della morte, frontiera della nostra finitudine e salario del peccato (cfr Rm 6,23), ritorna alla gloria, che dall’eternità (cfr Jn 17,5) condivide col Padre e con lo Spirito Santo. E con sé conduce l’umanità redenta. La Lettera agli Efesini, infatti, afferma che “Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amati… ci ha fatti rivivere con Cristo… e ci ha fatti sedere con lui nei cieli” (Ep 2,4-6). Questo vale anzitutto per la Madre di Gesù, Maria, la cui assunzione è primizia della nostra ascensione nella gloria.

3. Di fronte al Cristo glorioso dell’Ascensione noi sostiamo per contemplare la presenza di tutta la Trinità. È noto che l’arte cristiana, nella cosiddetta Trinitas in cruce, ha raffigurato a più riprese il Cristo crocifisso sul quale si curva come in un abbraccio il Padre, mentre fra i due vola la colomba dello Spirito Santo (così, ad esempio, Masaccio nella chiesa di S. Maria Novella a Firenze). In tal modo la croce è un simbolo unitivo che congiunge l’umanità e la divinità, la morte e la vita, la sofferenza e la gloria.

Analogamente si può intravedere la presenza delle tre persone divine nella scena dell’Ascensione. Luca nella pagina finale del Vangelo, prima di presentare il Risorto che, come sacerdote della Nuova Alleanza, benedice i suoi discepoli e si stacca dalla terra per essere condotto nella gloria del cielo (cfr Lc 24,50-52), rievoca il discorso d’addio rivolto agli apostoli. In esso appare innanzitutto il disegno di salvezza del Padre, che nelle Scritture aveva annunziato la morte e la risurrezione del Figlio, sorgente di perdono e di liberazione (cfr Lc 24,45-47).

4. Ma in quelle stesse parole del Risorto si profila anche lo Spirito Santo, la cui presenza sarà fonte di forza e di testimonianza apostolica: “Io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto” (Lc 24,49). Se nel Vangelo di Giovanni il Paraclito è promesso da Cristo, per Luca il dono dello Spirito fa anche parte di una promessa del Padre stesso.

L’intera Trinità, perciò, è presente nel momento in cui si apre il tempo della Chiesa. È ciò che Luca ribadisce anche nel secondo racconto dell’Ascensione di Cristo, quello degli Atti degli Apostoli. Gesù, infatti, esorta i discepoli ad “attendere che si adempia la promessa del Padre”, quella cioè di essere “battezzati in Spirito Santo”, nella Pentecoste ormai imminente (cfr Ac 1,4-5).

5. L’Ascensione è, dunque, un’epifania trinitaria che indica la meta verso cui corre la freccia della storia personale e universale. Anche se il nostro corpo mortale passa attraverso la dissoluzione nella polvere della terra, tutto il nostro io redento è proteso verso l’alto e verso Dio, seguendo Cristo come guida.

Sostenuti da questa gioiosa certezza, ci rivolgiamo al mistero di Dio Padre, Figlio e Spirito, che si rivela nella Croce gloriosa del Risorto, con l’invocazione adorante della Beata Elisabetta della Trinità: “O mio Dio, Trinità che adoro, aiutami a dimenticarmi interamente per stabilirmi in te, immobile e quieta, come se la mia anima fosse già nell’eternità… Pacifica la mia anima! Fanne il tuo cielo, la tua dimora prediletta e il luogo del tuo riposo… O miei Tre, mio tutto, mia Beatitudine, Solitudine infinita, Immensità in cui mi perdo, io mi abbandono a te…, nell’attesa di poter contemplare nella tua luce l’abisso della tua grandezza” (Elevazione alla SS. Trinità, 21 novembre 1904).

E adesso invito tutti a sentirsi solidali con le popolazioni che, nella regione del Libano meridionale, temono per il loro futuro, a causa della situazione che là si è creata in questi ultimi giorni.

Mi preme ricordare a tutti i responsabili il grave dovere di rispettare i diritti degli individui e dei popoli, e di non compiere atti che potrebbero mettere a repentaglio la vita delle persone nonché la coesistenza tra le comunità.

Preghiamo Iddio di voler illuminare le menti ed i cuori, affinché siano risparmiate a tutte le popolazioni civili nuove stragi e venga garantita la sovranità di ogni Paese, così che tutti possano guardare all'avvenire con grande speranza.

Saluti:


Versione italiana del saluto in lingua ceca:

Saluto i pellegrini provenienti dalla Boemia Meridionale, e da varie parrocchie di Ostrava e Karviná.

Nel mese di maggio, dedicato alla Vergine Maria, invito tutti voi ad intensificare la preghiera e la devozione alla Madre di Dio. Affidate alle sue cure materne il cammino della Chiesa nella vostra Patria, come pure il cammino di tutta la Chiesa universale. Vi benedico di cuore!

Sia lodato Gesù Cristo!


Versione italiana del testo croato:

Cari Fratelli e Sorelle, le vostre terre croate possiedono una ricca eredità cristiana con numerosi esempi di fedeltà a Cristo e di santità dai primi secoli ai nostri giorni. Questa eredità, debitamente valutata e rispettata, può essere un forte punto di appoggio per quanti nell'attuale contesto storico, docili allo Spirito Santo, sono impegnati nel permeare il proprio ambiente del Vangelo, a vantaggio di ogni persona e dell'intera società.

Saluto cordialmente il Coro della Parrocchia di Santo Stefano in Opuzen; i fedeli della Parrocchia di San Giuseppe in Varazdin; i giovani della Parrocchia di Sant'Antonio di Padova in Zagabria ed i membri dell'Associazione «Donna Croata» di Krapina. Invoco su tutti la benedizione di Dio.

Siano lodati Gesù e Maria!


Versione italiana del saluto in lingua lituana:

Saluto si cuore i fratelli e le sorelle lituani!

A tutti voi auguro che lo spirito del Grande Giubileo pervada i cuori con il sacro fuoco d’amore. Dio, per interecessione della Vergine Maria, protegga e benedica voi e le vostre famiglie.

Sia lodato Gesu Cristo!



Versione italiana del saluto in lingua neerlandese:

Adesso vorrei salutare tutti i pellegrini belgi e neerlandesi.

Auguro che il vostro pellegrinaggio alle tombe degli Apostoli vi porti ricchi frutti spirituali, per intercessione di Maria Santissima, Madre di Dio, che veneriamo in particolare in questo mese di maggio.

Di cuore imparto la Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo !


Versione italiana del saluto in lingua slovacca:

Con affetto do il benvenuto ai pellegrini slovacchi provenienti da Bratislava, Klokocov, Štiavnik, Košice, Sokol'any, Kalša, Hubošovce, Šarišske Sokolovce, Zilina, Presel'any e Hrušovany, Bánov, Prakovce, Trencín, Nové Mesto nad Váhom, Nové Zámky, Vrbov, Poprad, Nitra, Banská Bystrica, Dobrá Niva, Hladovka, Hrnciarovce nad Parnou, Krizovany, Buciany, come pure alle Suore Domenicane di Dunajská Luzná.

Cari Fratelli e Sorelle, la Chiesa oggi fa memoria di Maria, Ausiliatrice del Popolo cristiano. Sull'esempio di San Giovanni Apostolo anche voi prendete Maria nelle vostre case (cfr Jn 19,27) e fateLe spazio nella vostra vita quotidiana.

Di cuore benedico voi e i vostri cari nella Patria.

Sia lodato Gesù Cristo.

Saluto ai pellegrini ungheresi provenienti da Budapest, Miskolc e Kiskunfélegyháza (dalle Arcidiocesi di Esztergom-Budapest, di Eger e di Kalocsa-Kecskemét ):

Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini provenienti dall’Ungheria, in particolare a quelli da Budapest, Miskolc e Kiskunfélegyháza.

Vi auspico che il pellegrinaggio giubilare alle tombe degli Apostoli Pietro e Paolo sia per voi la fonte delle grazie. Di cuore imparto a tutti voi la Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo !
* * * * *


Saluto, ora, tutti i pellegrini di lingua italiana. In particolare, i fedeli dell'Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno, accompagnati dall'Arcivescovo Monsignor Gerardo Pierro. Grazie di cuore, carissimi, per la vostra presenza, che mi ricorda la recente visita alla vostra Comunità arcidiocesana, durante la quale ho avuto la gioia di inaugurare il vostro nuovo seminario. Auguro cordialmente di continuare con coraggio nell'opera evangelizzatrice.

Saluto i fedeli delle Diocesi di Foligno con il Vescovo Monsignor Arduino Bertoldo, e di San Miniato, guidati dal Vescovo Monsignor Edoardo Ricci. Carissimi, possa questa vostra visita giubilare apportare ricchi apostolici alle vostre Comunità diocesane.

Saluto poi i numerosi religiosi e religiose presenti e, in special modo, il pellegrinaggio delle "Opere di San Leonardo Murialdo", nel centenario della morte del loro Fondatore. Cari Fratelli e Sorelle, le celebrazioni del Giubileo siano per tutti occasione di rinnovato fervore spirituale nel cammino di fede e nell'impegno missionario.

Un ricordo particolare alle Capitolari della Congregazione delle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret. Vi accompagno, carissime Sorelle, con la preghiera ed auspico che dai lavori del vostro Capitolo Generale scaturisca per l'intero vostro Istituto un rinnovato ardore religioso.

Accolgo con effetto i membri dell'Associazione "Comunità Papa Giovanni XXIII". So con quanto impegno operate accanto a bambini ed adulti in difficoltà. Il Signore vi accompagni e vi renda testimoni coraggiosi al servizio della vita e della dignità umana.

Saluto anche le partecipanti al Premio promosso dall'Associazione culturale "DONNAROMA". Auspico cordialmente che l'iniziativa valga a rinsaldare l'importanza della missione della donna nella famiglia e nella società, quale garante di irrinunciabili valori umani e spirituali.

Un saluto, inoltre, ai gruppi dell'Azienda Municipale Ambiente e della Federambiente, venuti per celebrare il loro Giubileo. Ad essi auguro di intensificare i loro generosi propositi di solidarietà cristiana.

Mi rivolgo, ora, ai militari dell'Accademia Aeronautica di Pozzuoli, ai membri della Scuola Alpina delta Guardia di Finanza di Predazzo, agli Ufficiali dell'Accademia Militare di Modena, ai membri dell'Ufficio Logistico del Comando Cavalleria dell'Aria di Viterbo ed a quelli del Centro Alti Studi per la Difesa dell'Istituto Superiore di Stato Maggiore Interforze. Tutti ringrazio per la loro partecipazione, augurando a ciascuno ogni bene nel Signore.

Saluto, infine, i giovani, gli ammalati e gli sposi novelli. Oggi è la festa della Madonna venerata con il titolo di Maria Ausiliatrice.

Maria aiuti voi, cari giovani, a rinsaldare ogni giorno la vostra fedeltà a Cristo. Ottenga conforto e serenità per voi, cari ammalati. Incoraggi voi, cari sposi novelli, a tradurre nella vita quotidiana il comandamento dell'amore.











Catechesi 79-2005 10500