GPII Discorsi 2000 211

211 Il capitolo si svolge in questo anno speciale di grazia in cui tutta la Chiesa celebra il grande Giubileo e la comunità cristiana è chiamata ad "allargare il proprio sguardo di fede su orizzonti nuovi nell'annuncio del Regno di Dio" (Bolla d'Indizione Incarnationis mysterium, n. 2). Oggi più che mai le persone hanno bisogno di ascoltare il messaggio di salvezza che nostro Signore Gesù Cristo rese noto "quando venne la pienezza del tempo" (Ga 4,4) e di accogliere nella propria vita la misericordia di Dio, che fa di noi i suoi figli adottivi e guarisce le ferite del nostro cuore. Tutti i discepoli di Cristo dovrebbero possedere un senso profondo della necessità di trasmettere agli altri la luce e la gioia della fede. In quanto missionari, dovreste sentirvi particolarmente rafforzati dalla consapevolezza di portare al mondo la Luce vera delle nazioni, Cristo il Salvatore, nel quale tutta l'umanità "può trovare, in una pienezza insospettabile, tutto ciò che essa cerca a tentoni su Dio, sull'uomo e sul suo destino, sulla vita e sulla morte, sulla verità" (Papa Paolo VI, Evangelii nuntiandi EN 53). la predicazione del Vangelo ad Gentes, nella quale siete profondamente impegnati, è essenziale per la missione della Chiesa di "rivelare e comunicare la carità di Dio a tutti gli uomini e ed a tutte le genti" (ad Gentes AGD 10). Con la fiducia che mi deriva dalla fede, vi incoraggio a intensificare questo sforzo, certi che lo Spirito Santo, che guida la missione della Chiesa e apre a Cristo la mente e il cuore delle persone, vi accompagna.

Fedeli allo spirito di san Francesco di Sales e al carisma del vostro fondatore, vi invito a essere attenti alle nuove sfide del nostro tempo e essere creativi nel rispondere alle nuove necessità missionarie.

La vostra opera di evangelizzazione sarà efficace se vi impegnerete in un'intensa vita di preghiera, sempre disposti a ricevere la forza e la guida dello Spirito Santo.

Credete nella Divina Provvidenza, che è sempre all'opera nel mondo e che vi aiuterà ad affrontare le nuove sfide e farà sì che il vostro contributo all'edificazione del Regno rechi frutti nelle varie attività: missioni e ritiri, educazione dei giovani, formazione dei seminaristi e apostolato sociale. Nel campo dell'educazione dovete recare una testimonianza radicale dei valori del Vangelo e infondere nei giovani i concetti di impegno generoso e di santità.

I vostri studenti, come san Giovanni Bosco ha sapientemente detto: "non siano solo amati, ma conoscano anche d'essere amati" (cfr Vita consecrata VC 96). Ponendovi al servizio dei poveri, dovete condurre uno stile di vita semplice e austero e dovete amarli in modo devoto e abnegato, come ha fatto Cristo. Prego affinché il Signore continui a benedire l'opera della vostra Congregazione e ispiri molti giovani a donarsi generosamente e gioiosamente al suo servizio, quali Missionari di san Francesco di Sales.

Nella gioia di questo tempo pasquale, vi affido alla protezione di Maria, Madre del Redentore, e all'intercessione di san Francesco di Sales. Imparto di cuore la mia Benedizione Apostolica a tutti i membri della Congregazione, ai vostri benefattori e a quanti servite.

Dal Vaticano, 27 maggio 2000.

GIOVANNI PAOLO P.P. II


PAROLE DEL SANTO PADRE


AI PARTECIPANTI ALLA XX EDIZIONE


DELLA MARATONA DI PRIMAVERA


Sabato, 27 maggio 2000


Un cordiale saluto a tutti voi, cari promotori, organizzatori e partecipanti alla "Maratona di Primavera", che si corre nell'ambito della festa della Scuola cattolica. Questa vostra significativa manifestazione è ormai giunta alla sua ventesima edizione. Ed è quest'anno un'edizione straordinaria, è la Maratona di Primavera del Giubileo. Questa felice coincidenza ha spinto il Comitato organizzatore a coinvolgere non soltanto le Scuole cattoliche del Lazio, ma anche quelle statali, per offrire a tutti un momento di festa, che sottolinei i valori della gioia e della fraternità.

Percorrendo le vie di Roma, portate un messaggio di speranza: testimoniate che è possibile costruire un avvenire di pace e di giustizia, allontanando ogni forma di sfruttamento e di oppressione. La Scuola, in ogni sua articolazione, deve essere palestra di formazione per affrontare le sfide emergenti nel nostro tempo. Gli anni da trascorrere nelle aule scolastiche costituiscono per voi, cari alunni, una preziosa opportunità culturale da valorizzare appieno. Sono per voi, cari insegnanti, un'occasione per trasmettere non solo nozioni e dati scientifici, ma per comunicare un'autentica esperienza di vita. Sono per voi, care famiglie, anni di importante accompagnamento dei vostri figli, perché dal dialogo e dalla cooperazione costante tra voi e la Scuola essi apprendano a costruire il loro futuro sui valori basilari umani e cristiani dell'esistenza.

Nell'augurare a tutti una felice giornata di festa e di amicizia, do inizio ufficialmente alla vostra Maratona e, implorando su voi e su tutte le Scuole cattoliche la materna protezione di Maria, vi benedico di cuore.


AI PARTECIPANTI A VARI PELLEGRINAGGI GIUBILARI


212
Sabato, 27 maggio 2000


Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Benvenuti a Roma, dove siete giunti per il vostro pellegrinaggio giubilare. Qui intendete confermare la vostra professione di fede, attingendo con abbondanza alle fonti della grazia che Dio, ricco di misericordia, elargisce con particolare intensità ai suoi figli in questo Anno Santo.

Rivolgo, anzitutto, il mio saluto a voi, pellegrini della diocesi di Pozzuoli. Saluto Mons. Silvio Padoin, vostro Vescovo, e lo ringrazio per le deferenti parole che, a nome vostro, mi ha indirizzato. La vostra presenza, in certo modo, mi restituisce la visita che ho avuto la gioia di compiere alla vostra Città dieci anni or sono. Grazie per i sentimenti che questa mattina mi manifestate. Nell'indirizzarmi al vostro Pastore, desidero rinnovare la mia vicinanza e il mio incoraggiamento a tutte le componenti della comunità diocesana, che qui rappresentate.

Voi siete membri di una Chiesa antica, visitata dall'apostolo Paolo, che, sotto scorta armata, era in viaggio alla volta di Roma. L'umanissima accoglienza riservata a quei viandanti del Vangelo si è mantenuta inalterata, lungo i secoli, come caratteristica del cuore della gente di Pozzuoli. Il senso dell'ospitalità, la disponibilità a confrontarsi seriamente con il Vangelo, la cordialità premurosa nel sovvenire a chi è nel bisogno sono valori che vi sono stati lasciati in eredità e che dovete coltivare anche come tratto essenziale della vostra adesione a Cristo.

2. Fedele al Vangelo, il vostro popolo in questi due millenni ha conservato la fede ed il vincolo di comunione con il Capo del Collegio Apostolico. Niente ha mai affievolito questa fedeltà: né difficoltà e sofferenze, né ostacoli e neppure i disastri naturali - eruzioni vulcaniche, terremoti, bradisismo - che hanno colpito la vostra terra.

Varcando la Porta Santa, la vostra Comunità intende ora proseguire il suo cammino. Continuate con fiducia nella vostra testimonianza. La storia di santità che la Chiesa di Pozzuoli ha saputo scrivere in questi duemila anni, come ha ricordato il vostro Vescovo, è un forte sprone a proseguire nel donarvi generosamente all'opera missionaria. Perché l'annuncio di Cristo possa giungere in profondità, accompagnate ogni iniziativa apostolica con una incessante opera di promozione umana. Vasto è il campo dei necessari interventi. Penso al fenomeno della disoccupazione giovanile, che nella vostra terra, come del resto in tutto il sud d'Italia, tocca alte percentuali. Per quanto è nelle vostre possibilità, infondete fiducia in quanti desiderano inserirsi nel processo produttivo della società. Così facendo, contribuirete ad ispirare serenità nei loro cuori e nelle loro famiglie.

3. So, poi, che il rapido sviluppo urbanistico ha coinvolto tutta la zona dei comuni flegrei e pone esigenti domande quanto alla formazione di una comunità coesa, accogliente, aperta alla solidarietà, ben salda nelle proprie antiche tradizioni di fede e di carità. Sia vostra cura edificare, con i vostri comportamenti, un clima favorevole per una società civile ordinata e rispettosa dei diritti e dei doveri di ognuno.

Mi piace qui ripetervi quanto ebbi a dirvi durante la citata mia visita alla vostra Città: "Cercate di reagire con coraggio, senza abbandonarvi alla passiva rassegnazione, che spegne ogni possibile risorsa interiore. Non date per scontato che la situazione non possa essere cambiata. Pensate, soprattutto, ai giovani ed al loro avvenire; esigete in tutti i modi legittimi che le autorità responsabili non vi abbandonino. E siate coscienti che solo con il contributo generoso di ognuno si può costruire una città a dimensione d'uomo" (Insegnamenti XIII/2, 1133).

4. Ad incrementare quest'incisiva opera apostolica contribuirà, ne sono certo, in modo determinante la visita pastorale che il vostro Vescovo sta per concludere nelle varie realtà diocesane, ed alla quale auguro ogni successo. Essa vi aiuterà a porre in atto ogni iniziativa, perché nessuno resti privo dell'annuncio liberatorio della Buona Novella di Cristo. Accompagnate ogni vostra azione pastorale con tanta preghiera. Il Signore non mancherà di rendere fruttuosi i vostri sforzi.

Grande speranza, a questo riguardo, costituisce l'aumento delle ordinazioni sacerdotali, che hanno rinvigorito e ringiovanito il presbiterio, e la presenza promettente di numerosi seminaristi. Continuate ad invocare il Signore perché non faccia mai mancare sacerdoti, consacrati e consacrate alla sua vigna.

213 5. Un pensiero cordiale rivolgo, poi, ai fedeli delle parrocchie di santa Maria Nascente di Pojana Maggiore e di san Giovanni Battista in Cicogna; di sant'Eufemia in Carinaro; di sant'Alessandro in Albizzate; di san Barnaba in Rosaro di Grezzana; di sant'Angelo in Salute di Gatteo; di santa Maria Assunta in Gisso; di san Biagio in Piombino Dese. Carissimi, tornando nelle vostre parrocchie, recate a tutti il saluto del Papa, che segue con la preghiera il cammino di ogni vostra comunità. Siate sempre fedeli al Vangelo.

Saluto, infine, i membri provenienti dall'Abruzzo e dal Molise dell'Associazione Nazionale Marinai d'Italia; l'Associazione culturale “Agorà” di Sirignano; i soci di Napoli del Circolo ricreativo aziendale Dipendenti Ente Regione Campania, e i fedeli di Marconia. A tutti auguro che il provvidenziale periodo dell'Anno Santo sia un forte appello a rendervi strumenti della grazia del Signore, che reca salvezza e rinnovamento agli umili di spirito, aperti alla verità.

6. Traduzione del testo cirillico:

Con vivo piacere saluto ciascuno di voi, cari membri delle Forze Armate Ucraine, che siete venuti a farmi visita in occasione del vostro Giubileo. Rivolgo un pensiero affettuoso ai vostri Pastori, che vi accompagnano in questo momento di viva comunione ecclesiale. Il mio deferente pensiero va, altresì, al Signor Generale e agli altri Ufficiali per la loro significativa partecipazione all'odierno incontro.

Il vostro itinerario giubilare, iniziato ai piedi della grotta di Lourdes, fa tappa oggi presso le tombe degli Apostoli. Carissimi, attingete da questa sosta di riflessione e di preghiera la forza ed il coraggio per aderire fedelmente al Vangelo e, in nome di Cristo, diventate autentici servitori della giustizia e della pace.

Iddio vi aiuti a realizzare questa vostra missione. Vi affido alla celeste intercessione di Maria Santissima, Madre di Cristo e della Chiesa. La Vergine esaudisca ogni vostra aspirazione di bene.

Con tali sentimenti, tutti vi benedico.

7. Ringraziando ancora una volta ciascuno di voi per la vostra presenza, invoco su tutti la dolce protezione della Madre della Chiesa, particolarmente presente nella pietà popolare in questo mese mariano, ed imparto di cuore a voi, come pure alle persone care una speciale Benedizione Apostolica.



MESSAGGIO DEL SANTO PADRE


AL CARD. ANTONIO MARÍA ROUCO VARELA,


ARCIVESCOVO DI MADRID, PRESIDENTE DELLA


CONFERENZA EPISCOPALE SPAGNOLA


Al Signor Cardinale Antonio María Rouco Varela
Arcivescovo di Madrid e Presidente della Conferenza Episcopale Spagnola

1. In occasione dell'incontro omaggio dei sacerdoti spagnoli a san Giovanni d'Avila, a motivo del V centenario della sua nascita, desidero far giungere un cordiale saluto ai Pastori e ai presbiteri delle diverse Diocesi spagnole che hanno voluto commemorare questa ricorrenza in modo solenne nella città cordovana di Montilla, accanto al sepolcro di colui che è il principale Patrono del clero secolare spagnolo.

214 Lo faccio quando ancora vibra dentro di me l'esperienza della visita ai Luoghi Santi e in particolare al Cenacolo, da dove ho inviato una lettera a tutti i sacerdoti mentre ricordavo quanto avvenne lì, in quella notte carica di mistero, e avevo gli occhi dello spirito fissi su Gesù e sugli Apostoli seduti alla mensa con Lui (cfr Ai sacerdoti in occasione del Giovedì Santo del 2000, n. 2). Da allora, «è cominciata per il mondo una presenza nuova di Cristo, una presenza che si produce ininterrottamente, dovunque è celebrata l'Eucaristia e un sacerdote presta a Cristo la sua voce» (Ibidem, n. 13). La celebrazione di questo incontro deve essere una nuova prova di gratitudine al Signore per il dono della sua permanenza fra i suoi attraverso il ministero sacerdotale, del quale san Giovanni d'Avila è un modello sempre attuale.

2. In effetti, in un momento storico pieno di controversie e di cambiamenti profondi, Giovanni d'Avila seppe far fronte con interezza alle grandi sfide della sua epoca, nel modo in cui solo gli uomini di Dio sanno fare: appoggiandosi incondizionatamente a Cristo, pieno di amore per i fratelli e impaziente di far giungere loro la luce del Vangelo. Fu questo il mistero della sua immensa attività apostolica, della sua ampia produzione letteraria e della sua creatività nel compito di evangelizzare tutti i settori della società. L'esempio della sua vita, la sua santità, è la lezione migliore che continua ad impartire ai sacerdoti di oggi, chiamati anche a conferire nuovo vigore all'evangelizzazione in circostanze che spesso sconcertano per la rapidità delle trasformazioni o la diversità quasi incontenibile di mentalità e di culture, a volte mescolate in uno stesso ambiente. Egli ci insegna che esiste una cultura dello spirito dalla quale emanano la serenità e la lungimiranza necessarie ad affrontare le più intricate situazioni personali e pastorali, aiutando a distinguere gli aspetti effimeri e superficiali da quelli che indicano ciò che lo Spirito realmente dice alla Chiesa di oggi (cfr Tertio Millennio adveniente
TMA 23).

3. Pervaso da questa cultura, Giovanni d'Avila trovò il cammino che diede pienezza alla sua vita e senso alle sue attività ministeriali. Nessuna difficoltà, neppure l'offesa della persecuzione, potè separarlo da ciò che era essenziale nella sua esistenza: essere ministro e apostolo di Gesù Cristo. Questo desiderò trasmettere a molti altri, lavorando con coraggio affinché i sacerdoti, con una vita interiore profonda, una formazione intellettuale vigorosa, una fedeltà indefettibile alla Chiesa e un anelito costante di portare Cristo agli uomini, rispondessero in modo adeguato all'ambizioso progetto di rinnovamento ecclesiale del suo tempo.

Di fronte alle sfide della nuova evangelizzazione, la sua figura è incoraggiamento e luce anche per i sacerdoti di oggi che, essendo amministratori dei misteri di Dio, sono al centro stesso della Chiesa, dove si costruisce su base solida e si riunisce nella carità. Per questo, come dimostra anche la preoccupazione di Giovanni d'Avila per tutti i settori che compongono e arricchiscono la comunità cristiana, il sacerdote ha in sé il segno dell'universalità che caratterizza la Chiesa di Cristo, nella quale tutti i carismi sono ben accolti e nulla e nessuno deve sentirsi incompreso o relegato nell'unica comunità ecclesiale.

4. Con questi sentimenti, desidero esprimere i miei migliori auspici affinché questo incontro rafforzi i vincoli di fraternità fra i sacerdoti e l'intima comunione con i loro Vescovi, li confermi nella loro vocazione e possano così servire meglio il popolo di Dio che peregrina nelle diverse zone della Spagna con generosità, «con purezza, sapienza, pazienza, benevolenza, spirito di santità, amore sincero; con parole di verità, con la potenza di Dio» (2Co 6,6-7). Mentre affido i partecipanti di questo incontro, come pure gli altri sacerdoti spagnoli, alle cure materne della Vergine Maria e chiedo, per intercessione di san Giovanni d'Avila, che il Signore continui a chiamare molti figli di questa nobile terra a proclamare il Vangelo, dentro e fuori dai suoi confini, imparto di buon grado la Benedizione Apostolica.

Dal Vaticano, 10 maggio 2000, memoria liturgica di san Giovanni D'Avila.

IOANNES PAULUS PP. II


MESSAGGIO DEL SANTO PADRE


GIOVANNI PAOLO II


ALLA CONGREGAZIONE


DELLE MISSIONARIE DEL SACRO CUORE




Alla Reverenda Madre

LINA COLOMBINI

Superiora Generale
delle Missionarie del Sacro Cuore

1. Con gioia mi unisco al rendimento di grazie che codesta Congregazione delle Missionarie del Sacro Cuore eleva al Signore in occasione del 150° anniversario della nascita della Fondatrice, Madre Francesca Saverio Cabrini, e dei 50 anni dalla sua proclamazione a Patrona degli emigranti. Si tratta di felici ricorrenze che vengono ad impreziosire il cammino giubilare del vostro Istituto e costituiscono una speciale opportunità per riscoprire, con zelo ed amore creativo, il vostro carisma dinanzi a sfide sempre nuove, che provengono dal mondo della mobilità umana.

In questa circostanza, desidero anzitutto farmi voce della gratitudine dei poveri e dei bisognosi, che in voi, care Missionarie del Sacro Cuore, sperimentano la tenerezza di Dio. Insieme con loro, vorrei esprimervi apprezzamento e riconoscenza per il grande bene che instancabilmente compite, seguendo i passi della Santa Fondatrice.

215 2. Nata e battezzata il 15 luglio 1850 a Sant'Angelo Lodigiano, in una famiglia ricca di fede e di pietà, Francesca Cabrini iniziò ben presto il cammino di discepola del Signore, che l'avrebbe portata, attraverso misteriosi ed imprevedibili sentieri, a raggiungere le vette della santità.

Svolta decisiva nella sua vita fu l'ingresso nella "Casa della Provvidenza" di Codogno, dove le tribolazioni e le difficoltà consolidarono nel suo cuore l'ardore missionario ed il proposito di consacrarsi totalmente al Signore. Lì ricevette l'abito religioso e più tardi, pur conservando il nome Francesca, volle aggiungere quello di Saverio, in memoria del grande missionario gesuita patrono delle missioni. Grazie all'incoraggiamento ed al sostegno del Vescovo di Lodi, Mons. Domenico Maria Gelmini, Suor Francesca Saverio si staccò con sette Consorelle dalla "Casa della Provvidenza" per fondare, in un antico convento francescano della Città, il vostro Istituto, allora chiamato delle "Salesiane Missionarie del Sacro Cuore", che ebbe l'approvazione diocesana nel 1881.

Alle religiose la Madre Cabrini chiedeva l'obbedienza evangelica, la mortificazione, la rinuncia, la vigilanza del cuore, il silenzio interiore, quali virtù necessarie per conformare la propria esistenza a Cristo e per coltivare e vivere l'anelito missionario. Sopravvenne una fioritura di vocazioni sorprendente e una rapida espansione dell'Istituto in Lombardia ed anche oltre i confini della regione, con l'apertura delle prime case a Roma e l'approvazione pontificia delle "Missionarie del Sacro Cuore di Gesù", il 12 marzo 1888, ad appena otto anni dalla fondazione.

Sono note le parole "Non all'Oriente, ma all'Occidente" rivolte dal Papa Leone XIII alla Fondatrice, desiderosa di partire per la Cina; parole che diedero nuovo impulso e nuova direzione al suo zelo missionario. L'invito del Vicario di Cristo l'orientava verso le masse degli emigranti, che alla fine dell'Ottocento varcavano numerosi l'Oceano verso gli Stati Uniti d'America, spesso in condizioni di estrema indigenza.

3. Da quel momento l'infaticabile attività apostolica della Madre Cabrini fu sempre più animata dal desiderio di recare la salvezza a tutti e in fretta. "Il Cuore di Gesù - soleva ripetere - fa così in fretta a fare le cose che io non riesco a starci addietro". Con un gruppo di Suore partì per New York, nel primo dei tanti viaggi che l'avrebbero in seguito vista raggiungere, messaggera di speranza, sempre nuove mete nel suo infaticabile apostolato: il Nicaragua, il Brasile, l'Argentina, oltre che la Francia, la Spagna e l'Inghilterra.

Armata di singolare audacia, dal nulla iniziò scuole, ospedali, orfanotrofi per masse di diseredati avventuratisi nel nuovo mondo in cerca di lavoro, privi della conoscenza della lingua e di mezzi capaci di permettere loro un decoroso inserimento nella società americana e spesso vittime di persone senza scrupoli. Il suo cuore materno, che non si dava pace, li raggiungeva dappertutto: nei tuguri, nelle carceri, nelle miniere. Per nulla intimorita dalla fatica e dalle distanze, Madre Cabrini si portava da New York al New Jersey, dalla Pennsylvania all'Illinois, dalla California, alla Louisiana e al Colorado. Anche oggi negli Stati Uniti, ove continua ad essere chiamata familiarmente col nome di "Madre Cabrini", è sorprendentemente viva la devozione verso colei che, pur amando la sua patria d'origine, volle prendere la cittadinanza americana.

Fu beatificata dal Papa Pio XI, nel 1938, ad appena 21 anni dalla morte sopravvenuta a Chicago il 22 dicembre 1917, e fu canonizzata nel 1946 dal Papa Pio XII. Questi, durante l'Anno Santo del 1950, volle proclamare Patrona degli Emigranti questa piccola donna che, difendendo la dignità di quanti erano costretti a vivere lontani dalla Patria, si era fatta indomita costruttrice di pace.

4. Reverenda Madre, queste ricorrenze giubilari, che la vostra Famiglia celebra nel corso dell'Anno Santo 2000, vi spingono a guardare con rinnovata intensità alle motivazioni profonde che hanno reso santa Francesca Saverio Cabrini intrepida missionaria di Cristo ed hanno sostenuto la sua infaticabile e profetica opera in favore dei più poveri.

La sua straordinaria attività - voi lo sapete - attingeva forza dalla preghiera e, soprattutto, dalle lunghe soste ai piedi del Tabernacolo. Cristo era per lei tutto. Sua costante preoccupazione era di leggerne la volontà nelle disposizioni del Magistero della Chiesa e negli stessi eventi della vita.

Anche per voi, care Sorelle, la ricerca del volere dello Sposo divino sia il fulcro della vostra esistenza. Alla scuola del Cuore di Gesù vi sarà possibile imparare ad ascoltare il grido dei poveri per dare risposte adeguate ai loro problemi materiali e spirituali. E' questa la consegna che la Madre vi affida all'inizio di un nuovo millennio ricco di attese e di speranze, ma segnato anche da ferite che insanguinano il corpo vivo dell'umanità, soprattutto nei Paesi più poveri del mondo.

I recenti Capitoli Generali vi hanno richiamato alla spiritualità dell'Incarnazione, come espressione dell'amore di Gesù per l'umanità. Inoltre, in questi anni avete operato scelte a favore dei poveri e degli indifesi, che vi hanno condotto a condividerne le difficili condizioni nelle favelas e nelle zone rurali del Nord Est del Brasile. Vi siete altresì prese cura dei bambini della strada ed avete lavorato per promuovere la dignità della donna.

216 Gli odierni complessi flussi migratori, che in parte hanno mutato le direzioni di un tempo, vi hanno spinto ad incarnare con creatività e generosità lo spirito della Madre Cabrini nelle inedite e moderne situazioni dei migranti. Avete così accolto nelle vostre case le famiglie degli emigranti, ed inserito nelle scuole i loro bambini. Vi siete rese attivamente presenti in numerosi centri di accoglienza, dove spesso in storie e volti di oggi sembrano ritornare i problemi e le necessità dei tempi della Santa Fondatrice: l'ottenimento del permesso di residenza, l'insegnamento della lingua, l'inserimento nella società, l'aiuto ai clandestini nei centri di detenzione.

5. Questo fervore apostolico, aperto ad una cooperazione sempre più vasta con i laici, chiede a ciascuna di voi, missionarie del Sacro Cuore, una salda consapevolezza della specifica vocazione dell'Istituto ed un costante sforzo per la tutela e la promozione d'ogni essere umano. Sforzatevi di servire il Signore in comunità fraterne ed accoglienti, per poter testimoniare agli altri i valori evangelici che devono contraddistinguervi. Sarete allora sagge educatrici dei laici che intendono condividere il vostro carisma e con loro stringerete una collaborazione ispirata al Vangelo ed agli ideali di sacrificio, di attenzione fraterna e di dialogo che dal messaggio evangelico promanano.

Prego il Signore perché, grazie al vostro esempio, molte giovani restino affascinate dall'ideale missionario della Madre Cabrini, quanto mai attuale pure in questo nostro tempo. La celebrazione dell'Anno Santo 2000 e le provvidenziali ricorrenze che voi commemorate siano occasioni propizie per accrescere in ogni membro dell'Istituto la fedeltà e l'amore verso il Sacro Cuore di Gesù. Possa ciascuna di voi ripetere spesso, durante la propria esistenza, queste parole dell'Apostolo, tanto care alla Santa Fondatrice: "Omnia possum in eo qui me confortat - tutto posso in Colui che mi dà la forza" (
Ph 4,13).

La Vergine Santa, di cui Madre Cabrini fu molto devota, vi protegga e interceda per tutte voi. Dal cielo vegli su voi santa Francesca Saverio ed i Santi e Sante vostri Patroni. Vi accompagno anch'io con il mio affetto ed imparto di cuore a Lei, Reverenda Madre Generale, alle consorelle, ai collaboratori laici, alle loro famiglie ed a quanti sono oggetto delle vostre amorevoli cure, una speciale Benedizione Apostolica.

Dal Vaticano, 31 Maggio 2000

IOANNES PAULUS II


MESSAGGIO DEL SANTO PADRE


GIOVANNI PAOLO II


ALLA CONGREGAZIONE


DELLE MISSIONARIE DEL SACRO CUORE




Alla Reverenda Madre

LINA COLOMBINI

Superiora Generale
delle Missionarie del Sacro Cuore

1. Con gioia mi unisco al rendimento di grazie che codesta Congregazione delle Missionarie del Sacro Cuore eleva al Signore in occasione del 150° anniversario della nascita della Fondatrice, Madre Francesca Saverio Cabrini, e dei 50 anni dalla sua proclamazione a Patrona degli emigranti. Si tratta di felici ricorrenze che vengono ad impreziosire il cammino giubilare del vostro Istituto e costituiscono una speciale opportunità per riscoprire, con zelo ed amore creativo, il vostro carisma dinanzi a sfide sempre nuove, che provengono dal mondo della mobilità umana.

In questa circostanza, desidero anzitutto farmi voce della gratitudine dei poveri e dei bisognosi, che in voi, care Missionarie del Sacro Cuore, sperimentano la tenerezza di Dio. Insieme con loro, vorrei esprimervi apprezzamento e riconoscenza per il grande bene che instancabilmente compite, seguendo i passi della Santa Fondatrice.

2. Nata e battezzata il 15 luglio 1850 a Sant'Angelo Lodigiano, in una famiglia ricca di fede e di pietà, Francesca Cabrini iniziò ben presto il cammino di discepola del Signore, che l'avrebbe portata, attraverso misteriosi ed imprevedibili sentieri, a raggiungere le vette della santità.

217 Svolta decisiva nella sua vita fu l'ingresso nella "Casa della Provvidenza" di Codogno, dove le tribolazioni e le difficoltà consolidarono nel suo cuore l'ardore missionario ed il proposito di consacrarsi totalmente al Signore. Lì ricevette l'abito religioso e più tardi, pur conservando il nome Francesca, volle aggiungere quello di Saverio, in memoria del grande missionario gesuita patrono delle missioni. Grazie all'incoraggiamento ed al sostegno del Vescovo di Lodi, Mons. Domenico Maria Gelmini, Suor Francesca Saverio si staccò con sette Consorelle dalla "Casa della Provvidenza" per fondare, in un antico convento francescano della Città, il vostro Istituto, allora chiamato delle "Salesiane Missionarie del Sacro Cuore", che ebbe l'approvazione diocesana nel 1881.

Alle religiose la Madre Cabrini chiedeva l'obbedienza evangelica, la mortificazione, la rinuncia, la vigilanza del cuore, il silenzio interiore, quali virtù necessarie per conformare la propria esistenza a Cristo e per coltivare e vivere l'anelito missionario. Sopravvenne una fioritura di vocazioni sorprendente e una rapida espansione dell'Istituto in Lombardia ed anche oltre i confini della regione, con l'apertura delle prime case a Roma e l'approvazione pontificia delle "Missionarie del Sacro Cuore di Gesù", il 12 marzo 1888, ad appena otto anni dalla fondazione.

Sono note le parole "Non all'Oriente, ma all'Occidente" rivolte dal Papa Leone XIII alla Fondatrice, desiderosa di partire per la Cina; parole che diedero nuovo impulso e nuova direzione al suo zelo missionario. L'invito del Vicario di Cristo l'orientava verso le masse degli emigranti, che alla fine dell'Ottocento varcavano numerosi l'Oceano verso gli Stati Uniti d'America, spesso in condizioni di estrema indigenza.

3. Da quel momento l'infaticabile attività apostolica della Madre Cabrini fu sempre più animata dal desiderio di recare la salvezza a tutti e in fretta. "Il Cuore di Gesù - soleva ripetere - fa così in fretta a fare le cose che io non riesco a starci addietro". Con un gruppo di Suore partì per New York, nel primo dei tanti viaggi che l'avrebbero in seguito vista raggiungere, messaggera di speranza, sempre nuove mete nel suo infaticabile apostolato: il Nicaragua, il Brasile, l'Argentina, oltre che la Francia, la Spagna e l'Inghilterra.

Armata di singolare audacia, dal nulla iniziò scuole, ospedali, orfanotrofi per masse di diseredati avventuratisi nel nuovo mondo in cerca di lavoro, privi della conoscenza della lingua e di mezzi capaci di permettere loro un decoroso inserimento nella società americana e spesso vittime di persone senza scrupoli. Il suo cuore materno, che non si dava pace, li raggiungeva dappertutto: nei tuguri, nelle carceri, nelle miniere. Per nulla intimorita dalla fatica e dalle distanze, Madre Cabrini si portava da New York al New Jersey, dalla Pennsylvania all'Illinois, dalla California, alla Louisiana e al Colorado. Anche oggi negli Stati Uniti, ove continua ad essere chiamata familiarmente col nome di "Madre Cabrini", è sorprendentemente viva la devozione verso colei che, pur amando la sua patria d'origine, volle prendere la cittadinanza americana.

Fu beatificata dal Papa Pio XI, nel 1938, ad appena 21 anni dalla morte sopravvenuta a Chicago il 22 dicembre 1917, e fu canonizzata nel 1946 dal Papa Pio XII. Questi, durante l'Anno Santo del 1950, volle proclamare Patrona degli Emigranti questa piccola donna che, difendendo la dignità di quanti erano costretti a vivere lontani dalla Patria, si era fatta indomita costruttrice di pace.

4. Reverenda Madre, queste ricorrenze giubilari, che la vostra Famiglia celebra nel corso dell'Anno Santo 2000, vi spingono a guardare con rinnovata intensità alle motivazioni profonde che hanno reso santa Francesca Saverio Cabrini intrepida missionaria di Cristo ed hanno sostenuto la sua infaticabile e profetica opera in favore dei più poveri.

La sua straordinaria attività - voi lo sapete - attingeva forza dalla preghiera e, soprattutto, dalle lunghe soste ai piedi del Tabernacolo. Cristo era per lei tutto. Sua costante preoccupazione era di leggerne la volontà nelle disposizioni del Magistero della Chiesa e negli stessi eventi della vita.

Anche per voi, care Sorelle, la ricerca del volere dello Sposo divino sia il fulcro della vostra esistenza. Alla scuola del Cuore di Gesù vi sarà possibile imparare ad ascoltare il grido dei poveri per dare risposte adeguate ai loro problemi materiali e spirituali. E' questa la consegna che la Madre vi affida all'inizio di un nuovo millennio ricco di attese e di speranze, ma segnato anche da ferite che insanguinano il corpo vivo dell'umanità, soprattutto nei Paesi più poveri del mondo.

I recenti Capitoli Generali vi hanno richiamato alla spiritualità dell'Incarnazione, come espressione dell'amore di Gesù per l'umanità. Inoltre, in questi anni avete operato scelte a favore dei poveri e degli indifesi, che vi hanno condotto a condividerne le difficili condizioni nelle favelas e nelle zone rurali del Nord Est del Brasile. Vi siete altresì prese cura dei bambini della strada ed avete lavorato per promuovere la dignità della donna.

Gli odierni complessi flussi migratori, che in parte hanno mutato le direzioni di un tempo, vi hanno spinto ad incarnare con creatività e generosità lo spirito della Madre Cabrini nelle inedite e moderne situazioni dei migranti. Avete così accolto nelle vostre case le famiglie degli emigranti, ed inserito nelle scuole i loro bambini. Vi siete rese attivamente presenti in numerosi centri di accoglienza, dove spesso in storie e volti di oggi sembrano ritornare i problemi e le necessità dei tempi della Santa Fondatrice: l'ottenimento del permesso di residenza, l'insegnamento della lingua, l'inserimento nella società, l'aiuto ai clandestini nei centri di detenzione.

218 5. Questo fervore apostolico, aperto ad una cooperazione sempre più vasta con i laici, chiede a ciascuna di voi, missionarie del Sacro Cuore, una salda consapevolezza della specifica vocazione dell'Istituto ed un costante sforzo per la tutela e la promozione d'ogni essere umano. Sforzatevi di servire il Signore in comunità fraterne ed accoglienti, per poter testimoniare agli altri i valori evangelici che devono contraddistinguervi. Sarete allora sagge educatrici dei laici che intendono condividere il vostro carisma e con loro stringerete una collaborazione ispirata al Vangelo ed agli ideali di sacrificio, di attenzione fraterna e di dialogo che dal messaggio evangelico promanano.

Prego il Signore perché, grazie al vostro esempio, molte giovani restino affascinate dall'ideale missionario della Madre Cabrini, quanto mai attuale pure in questo nostro tempo. La celebrazione dell'Anno Santo 2000 e le provvidenziali ricorrenze che voi commemorate siano occasioni propizie per accrescere in ogni membro dell'Istituto la fedeltà e l'amore verso il Sacro Cuore di Gesù. Possa ciascuna di voi ripetere spesso, durante la propria esistenza, queste parole dell'Apostolo, tanto care alla Santa Fondatrice: "Omnia possum in eo qui me confortat - tutto posso in Colui che mi dà la forza" (
Ph 4,13).

La Vergine Santa, di cui Madre Cabrini fu molto devota, vi protegga e interceda per tutte voi. Dal cielo vegli su voi santa Francesca Saverio ed i Santi e Sante vostri Patroni. Vi accompagno anch'io con il mio affetto ed imparto di cuore a Lei, Reverenda Madre Generale, alle consorelle, ai collaboratori laici, alle loro famiglie ed a quanti sono oggetto delle vostre amorevoli cure, una speciale Benedizione Apostolica.

Dal Vaticano, 31 Maggio 2000


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