GPII 1982 Insegnamenti - Nella cappella dell'areoporto - Fiumicino (Roma)

Nella cappella dell'areoporto - Fiumicino (Roma)

Titolo: Luogo di preghiera e raccoglimento per i lavoratori e i passeggeri

Testo:

Prima di intraprendere questo viaggio pastorale, che mi porterà in terra africana, ho voluto sostare qualche istante in preghiera nella nuova Cappella che l'Ente di gestione Aeroporti di Roma, su indicazione del Ministero dei Trasporti e dell'Aviazione civile, ha di recente allestito.

Ho notato con piacere la degna sistemazione del locale, destinato ad essere luogo di culto e di preghiera o almeno, per chi non ha il dono della fede, luogo di riflessione e di raccoglimento, come in tanti altri aeroporti, crocevia dell'umanità in cammino.

La realizzazione della Cappella, all'interno di questo come di ogni altro grande aeroporto, consente lo svolgimento di una pastorale che si fa sempre più attuale e vasta, in risposta alle esigenze ed alle attese di quanti frequentano l'aeroporto, sia che si distacchino da terra per i viaggi - piloti, personale a bordo e passeggeri - sia che facciano servizio logistico sul posto.

Nella Cappella la comunità aeroportuale potrà raccogliersi per ascoltare la Parola di Dio in particolari momenti liturgici e rafforzarsi nella fede, impegnandosi a testimoniarla nelle azioni di ogni giorno, così da divenire lievito di valori umani e cristiani.

L'azione pastorale ha la sua figura fondamentale nel Cappellano, il cui primo dovere è di formare una comunità integrata nella pastorale della Chiesa locale, collegandosi, attraverso questa, alla Chiesa universale. Universalità, caratteristica della Chiesa, che l'aviazione, per i contatti facili ed agili, sembra rendere più tangibile ed immediata.

Questa vitalità religiosa reclama una costante disponibilità del Cappellano, che è parte vivente dell'aeroporto, inserito nella pianificazione d'emergenza. Nella tensione dell'ambiente aeroportuale, egli riuscirà ad offrire serenità e senso di sicurezza grazie ad una dedizione, arricchita dalla sensibilità umana e specialmente dalla credibilità e validità del suo messaggio spirituale.

Alla Madonna di Loreto, alla quale la vostra pietà ha voluto dedicare questa Cappella, raccomando l'attività pastorale, che si svolge in questo aeroporto. Ringrazio la Direzione dell'aerostazione per la premurosa e concreta attenzione ai valori dello spirito; e desidero altresi esprimere il mio compiacimento e la mia gratitudine per quanti, Vescovi e Responsabili di altre stazioni aeree, hanno sentito l'esigenza di collocarvi una Cappella.

A voi, qui presenti, alle vostre famiglie, a tutti i Cappellani degli aeroporti, a quanti mi accompagnano in questo viaggio con l'augurio e la preghiera, e, particolarmente, a quelli che ne curano l'esito felice, vada con affettuosa riconoscenza la mia apostolica benedizione.




1982-02-12 Data estesa: Venerdi 12 Febbraio 1982




L'arrivo in Nigeria, all'areoporto - Lagos (Nigeria)

Titolo: "Davanti a me si apre una visione di speranza"

Testo:

Signor Presidente, vostra eminenza Cardinale Ekandem, miei fratelli Vescovi, rispettabili Capi del Governo, stimati Dignitari, e voi tutti abitanti della Nigeria.

Sono felice di giungere nel vostro amato paese. Per lungo tempo ho desiderato farvi questa visita, e ora questo desiderio del mio cuore si sta appagando. Per me questo è un momento di grande gioia; davanti a me si apre una visione di speranza.


1. Sono venuto per incontrare persone di diverse convinzioni religiose - sia come individui che come comunità - e spero vivamente che la mia presenza fra voi esprima l'amore ed il rispetto che porto a tutti voi, come pure la stima per i pregevoli valori religiosi che nutrite. Desidero dimostrare fraterna solidarietà a tutto il popolo di questa nazione, che tramite la sua Costituzione ha fermamente e seriamente deciso di vivere sotto Dio, in unità e armonia, e di lavorare per il bene di tutti. E' mio desiderio di elogiare il contributo della Nigeria per la giustizia, la pace e lo sviluppo in Africa e oltre, e di sostenere gli sforzi che si compiono per costruire una società sempre più fraterna e umana.


2. Ai Cattolici io dico: vengo a voi nel Nome di Gesù Cristo, in una visita che, per sua natura, è pastorale. Vengo ad incontrarvi, ad ascoltarvi, a celebrare la santissima Eucaristia con voi e per voi. Vengo a proclamare Gesù Cristo fra voi e fortificarvi nella vostra fede e nell'amore verso Dio e verso tutti i vostri fratelli e sorelle. Vengo a sostenere i miei fratelli Vescovi e sacerdoti nel loro lavoro di evangelizzazione e nel loro generoso servizio all'umanità.


3. Rivolgo le mie espressioni di amicizia a tutti i settori della comunità nazionale. Il mio pensiero ed affetto si rivolgono, in modo particolare, agli ammalati, agli anziani e handicappati, e a tutti quelli che stanno provando il peso della sofferenza e del dolore. Spero di potervi avvicinare per confortarvi.

Aspetto con piacere l'opportunità di poter incoraggiare e sfidare la gioventù, e di onorare tutti i cittadini della Nigeria.

Vi sono profondamente grato per avermi invitato ad essere vostro ospite e prego Dio di ricompensarvi per questa calorosa accoglienza.

Che Dio conceda a tutti noi giorni di lieto incontro, celebrazioni e preghiera.

Che Dio onnipotente e misericordioso conceda alla Nigeria ogni benedizione di vera prosperità e pace.

Dio benedica la Nigeria!




1982-02-12 Data estesa: Venerdi 12 Febbraio 1982




L'omelia della Messa - Lagos (Nigeria)

Titolo: Azione di pace e di giustizia per la vera testimonianza del Vangelo

Testo:

Sia lodato Gesù Cristo.


1. E' una grande gioia essere a Lagos con tutti voi. Ringrazio Dio per questo giorno e per la possibilità di celebrare l'Eucaristia con voi nel vostro amato paese. Ho atteso questo momento con grande emozione. Ho atteso con ansia di incontrarmi con i membri della Chiesa della Nigeria. Ed ora sono felice di avere questa possibilità di conoscervi meglio, di parlarvi, di confermarvi nella fede, e di pregare con voi. Noi uniamo le nostre voci per lodare e rendere grazie alla santissima Trinità.


2. Nell'iniziare questa giornata del mio pellegrinaggio pastorale nel vostro paese, mi viene subito alla mente il grande lavoro di evangelizzazione che è stato compiuto fra di voi e che sta felicemente proseguendo. Dio vuole che tutte le persone siano salvate, che tutti possano godere insieme dei suoi doni di unità e giustizia, integrità e pace. L'origine e la fondazione dell'evangelizzazione sono l'azione di salvezza di Dio stesso, l'amore salvifico del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo effuso su tutta l'umanità. Il nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo è stato mandato dal Padre. Cristo, a sua volta, ha effuso il suo Spirito sugli Apostoli ed ha inviato loro ed i loro successori a portare la Buona Novella della salvezza agli uomini di ogni età e cultura, di ogni nazione e razza. E' stato lo Spirito Santo che ha ispirato tutte le opere degli apostoli e le ha portate a compimento, Nel Vangelo di oggi, Gesù parla di questo quando dice: "Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto" (Jn 14,26).


3. E in tal modo, nel corso del tempo e in armonia con il profondo mistero del piano di Dio, la Buona Novella della salvezza finalmente è giunta in Nigeria, raggiungendo prima il Regno del Benin, circa cinque secoli fa. Questo primo tentativo di evangelizzazione alla fine si è spento. Il lavoro permanente di diffusione della fede dovette attendere fino al 1863, quando i missionari della Società per le Missioni Africane raggiunsero Lagos. Poi, nel 1885, i Padri dello Spirito Santo si spinsero fino ad Onitsha e, un po' più tardi, la Società per le Missioni Africane arrivo a Lokoja e Shendam.

Il coraggio e l'opera eroica di questi primi missionari vi sono ben noti. Alcuni di loro sono morti entro due settimane dal loro arrivo. Gli altri hanno continuato a predicare Cristo con fede instancabile, amore paziente e determinazione apostolica, poiché erano continuamente rinnovati ed illuminati dallo Spirito Santo. Il risultato delle loro fatiche è l'abbondante raccolto che noi vediamo oggi. Essi hanno seminato nelle lacrime, e tornano gioiosi portando i loro covoni (cfr. Ps 125 [126],5). E' a causa dei loro zelanti sforzi e della generosa risposta dei vostri predecessori, che noi ci troviamo qui riuniti oggi all'altare del Signore, a professare la nostra unica fede in Dio e a glorificare il suo santo nome.

L'accettazione della fede cristiana qui in Nigeria è stata veramente notevole. Con cuori pieni di desiderio, avete ricevuto generazioni di zelanti missionari nel vostro paese. Avete imparato da loro a conoscere molto bene Gesù e lo avete accolto nelle vostre vite con la fede ed il sacramento del Battesimo.

Nutriti dall'Eucaristia e dalla Parola di Dio, avete imparato a vivere come Cristo vi ha insegnato. Avete messo in pratica la vostra fede nella vita pubblica e privata, nelle famiglie e nelle case, nel lavoro e nei luoghi di svago. Avete anche offerto la vostra giovinezza a Cristo e alla Chiesa per essere educati a diventare sacerdoti, conversi, suore e laici impegnati. I vostri catechisti, con grande successo, hanno animato comunità cattoliche locali, insegnato preghiere, inni e dottrina a giovani e anziani, e sono diventati un aiuto indispensabile per i sacerdoti. Gli insegnanti cattolici meritano un particolare riconoscimento. Nei primi tempi si sono sacrificati moltissimo ed hanno lavorato con enorme zelo, e sono sempre rimasti fedeli a Cristo nel servizio alla Chiesa. Questa nazione deve veramente molto ai suoi fedeli maestri. Possano essere sempre presenti nel vostro paese. I loro nomi sono scritti nel libro della vita.

La Chiesa nel vostro paese è ora guidata in larga misura da Vescovi e sacerdoti nigeriani, anche se continuate ad accettare con cuore generoso l'importante contributo dei missionari. La mia presenza qui oggi è un tributo ai vostri missionari, quelli di ieri e quelli di oggi, e a voi, che avete accettato la fede e l'avete fatta vostra. Ma soprattutto siamo qui riuniti per glorificare lo Spirito Santo, sorgente di vita e di verità.


4. Il lavoro dell'evangelizzazione comprende molte attività. Comprende la predicazione del Vangelo, aiutare le persone a credere che Cristo è il Figlio di Dio, e amministrare il Battesimo e gli altri sacramenti. Un altro indispensabile elemento è quello della silenziosa testimonianza di Cristo negli avvenimenti comuni della vita e nell'azione per la pace e la giustizia.

L'annuncio silenzioso del Vangelo attraverso la testimonianza cristiana nella vita di tutti i giorni è un mezzo potente ed efficace di proclamare Cristo.

San Paolo faceva notare questo quando esortava i Colossesi: "Rivestitevi dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza, sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi degli altri.

Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Al di sopra di tutto poi vi sia la carità, che è il vincolo della perfezione" (3,12-14). Tutti possono in questo modo contribuire alla missione della Chiesa. Poiché la testimonianza richiede semplicemente che noi viviamo in modo autentico la fede che abbiamo ricevuto. Significa che noi prestiamo attenzione alle parole di Gesù: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola" (Jn 14,23).

L'azione di pace e di giustizia è in effetti una parte importante della testimonianza al Vangelo. Come seguaci di Gesù noi professiamo la nostra fede non soltanto con le parole, ma la proclamiamo agli altri con il modo in cui la mettiamo in pratica. Noi cerchiamo, con l'aiuto dello Spirito Santo, di promuovere il Regno di Dio e di fondare una società caratterizzata dall'integrità, dall'unità, dalla giustizia e dalla pace. Ciò per cui lavoriamo e che desideriamo ardentemente è espresso nella profezia di Isaia, come abbiamo udito nella prima lettura: "Il mio popolo abiterà in una dimora di pace, in abitazioni tranquille, in luoghi sicuri" (32,18).


5. Sono felice di apprendere che qui, in Nigeria, avete cercato di promuovere il Vangelo attraverso un'autentica testimonianza ed azione per la pace e la giustizia. Voi, cattolici nigeriani, non avete vissuto tagliati fuori dalla società. Voi siete effettivamente parte integrante di questo paese, che amate.

Avete dato un grande contributo a fare della Nigeria la grande nazione che è. Per esempio, la Chiesa ha promosso l'istruzione, che, a sua volta, ha favorito lo sviluppo nel suo insieme: sociale, culturale, politico ed economico. Avete inoltre assistito i vostri fratelli e sorelle con programmi di assistenza sanitaria, cliniche mobili nelle zone rurali, consultori per gestanti ed ospedali. E non avete dimenticato i servizi sociali per gli orfani, gli anziani, gli handicappati ed i poveri. Sono anche degni di una speciale menzione i vostri sforzi per aiutare coloro che hanno lasciato la scuola ad imparare dei mestieri importanti, come la carpenteria, la tessitura, la lavorazione a maglia, la meccanica dei motori, la calzoleria, la cura dei bimbi e l'economia domestica. In tal modo voi avete dato la possibilità a molti giovani di affrontare il futuro con motivi di speranza.

Grazie a tutti questi sforzi voi date testimonianza a Cristo che "non è venuto per essere servito, ma per servire" (Mt 20,28).


6. Anche il vostro impegno nell'ecumenismo merita una menzione particolare. Poiché quando vi impegnate al dialogo con altri Cristiani, voi operate per realizzare il desiderio del Concilio Vaticano II di ristabilire l'unità fra tutti i Cristiani.

Questo desiderio del Concilio è l'espressione dello stesso ardente desiderio di Cristo "perché tutti siano una sola cosa" (Jn 17,21). Ma un contributo ancora maggiore alla causa dell'unità dei cristiani è dato dalla preghiera e dalla penitenza. La conversione dei cuori è realmente un efficace mezzo soprannaturale.

Il Concilio desiderava che noi comprendessimo il potere dell'"ecumenismo spirituale" ed il suo rapporto con l'unità, dono di Dio: "Si ricordino tutti i fedeli che tanto meglio promuoveranno, anzi vivranno in pratica la unione dei cristiani, quanto più si studieranno di condurre una vita più conforme al Vangelo" (UR 7). Mi congratulo con voi anche per le iniziative che vi vedono operare in comune con i membri di altre religioni, soprattutto con i Musulmani, per la promozione della pace, dell'unità e dei diritti umani.


7. Mi rallegra profondamente il fatto che abbiate iniziato ad inviare missionari in altri paesi, anche prima di avere sufficienti operai per la vostra vigna. Sono lieto di sapere che vi sono sacerdoti nigeriani in Sierra Leone, in Liberia, nella Repubblica Popolare del Congo, nello Zambia e, ancor più lontano, a Granada. Vi è un fratello nigeriano in Kenya. E vi sono suore in Ghana, nella Sierra Leone, in Liberia, nel Gabon, in Angola, in Kenya e nello Zambia; vi sono suore che lavorano anche a Torino. Un altro segno tangibile del vostro desiderio di promuovere la fede è la fondazione, nel 1977, del Seminario Missionario Nazionale. Possa Dio far prosperare tutte queste iniziative.


8. Miei fratelli e sorelle in Cristo, la nostra fede è veramente un tesoro inestimabile; è la perla di grande valore (cfr. Mt 13,46). E' un dono del Signore che, a sua volta, deve essere trasmesso agli altri: trasmesso da un'autentica testimonianza attraverso il nostro operare per la giustizia e la pace, trasmesso con l'esplicita proclamazione e attraverso l'insegnamento del catechismo, degli inni e delle preghiere, trasmesso da tutti i membri della Chiesa quando essi rispondono alle loro personali vocazioni con un profondo sentimento di gioia. Con il cuore pieno di gratitudine per questo dono della nostra fede, cerchiamo sempre di servire il Signore in spirito di amore, di santità e di pace. E con la fedeltà delle nostre vite di cristiani proclamiamo che Gesù è Signore!




1982-02-12 Data estesa: Venerdi 12 Febbraio 1982




Al Presidente e al Governo della Nigeria - Lagos (Nigeria)

Titolo: Consolidando l'unità nazionale della Nigeria, avete rafforzato l'unità dell'Africa intera

Testo:

Signor Presidente.


1. Sono molto riconoscente per le cortesi parole che mi avete rivolto, e con le quali, a nome di tutti i cittadini della Nigeria, mi avete dato un caldo benvenuto nel vostro Paese. Permettetemi di esprimere i sentimenti che in questo momento mi riempiono il ouore, con le parole del vostro poema "Wakar Nigeriya": "E ringraziamo Dio che ci ha posti fra il popolo della Nigeria"! Queste parole, che tanti dei vostri cittadini hanno recitato, adesso esprimono nel modo più adeguato lo stretto legame fra la Nazione intera e la mia persona. Come voi, io desidero ringraziare Dio Onnipotente per avermi permesso di essere oggi in Nigeria e di avermi concesso di effettuare questa lunga visita al popolo di questa grande nazione.

La ringrazio anche, signor Presidente, per il gentile invito che mi avete rivolto. Il fatto che, così facendo, avete parlato a nome di tutta la Nigeria, si è già reso manifesto dall'entusiastico benvenuto che la gente mi ha rivolto. Vorrei chiedervi, oggi più di prima, di considerarmi uno dei vostri, poiché io sono venuto in questo paese come un amico e un fratello di tutti i suoi abitanti.


2. Nel corso di questa mia seconda visita in Africa, desidero sottolineare il carattere essenzialmente religioso del mio viaggio, che inizia assai opportunamente in Nigeria. Sono venuto per confermare i miei fratelli Vescovi - che a loro volta mi hanno rivolto un cordiale invito - nella loro opera pastorale; sono venuto per condividere con il mio gregge di cattolici momenti di preghiera e di comune celebrazione. Sono venuto per professare insieme agli altri cristiani e ai miei fratelli e sorelle di altre fedi, il nostro comune credo nella bontà e nella misericordia di Dio Onnipotente. Il mio è un messaggio di pace e di amore, di fraternità e di fede. Di fede in Dio, certamente, ma anche di fede nell'umanità, di fiducia nelle meravigliose possibilità di ogni uomo, donna e bambino.

E in tal modo, il mio incontro con voi, signor Presidente e Membri del Governo, è più dell'osservanza di una pura pratica di cortesia, che permette di ringraziare gli ospiti, come meritano, per la loro generosa ospitalità e per la buona volontà dimostrata nell'affrontare i gravi impegni dell'organizzazione di questa visita da parte di tutti coloro che ne sono stati incaricati. Attribuisco inoltre una grande importanza alla possibilità che mi viene offerta di uno scambio di opinioni con coloro che detengono i poteri civili, sulla nostra comune sollecitudine per l'umanità. Ognuna nel proprio campo, la comunità politica e la Chiesa sono autonome ed indipendenti, ma il loro comune interesse per l'uomo le unisce e le invita ad una collaborazione per il benessere di tutti.


3. Mi sembra quindi opportuno esprimere a voi, signor Presidente, ai Membri del Governo, e a tutto il popolo di questo grande paese il mio profondo apprezzamento per le conquiste fatte dal popolo nigeriano, non sempre senza sofferenza e sacrificio, dal momento delle sua indipendenza, avvenuta oltre due decenni fa. Io provo una gioia profonda nel costatare come la Nigeria, insieme a numerose altre nazioni africane, è giunta a una piena sovranità nazionale, e sia in grado di gestire in proprio il suo futuro, in sintonia con la ricchezza del proprio ingegno, nel rispetto della sua cultura, e in conformità al proprio senso di Dio e ai valori spirituali. E' mia convinzione che tutta l'Africa, una volta messa in condizione di gestire i propri affari interni, senza alcuna pressione o interferenza da parte di potenze e gruppi esterni, non soltanto farà stupire il resto del mondo con le sue conquiste, ma potrà dividere la sua saggezza, il suo senso della vita, il suo rispetto per Dio con altri continenti e nazioni, stabilendo così quello scambio e quella associazione, nel reciproco rispetto, che si rendono necessari per il vero progresso di tutta l'umanità.


4. Per questo motivo desidero rendere omaggio al significativo contributo che la nazione della Nigeria - in prima linea - ha dato e sta continuando a dare al continente Africano. Vi adoperate vigorosamente per la libertà politica e per i diritti di tutti i popoli all'autodeterminazione. Non risparmiate alcuno sforzo per contribuire ad eliminare tutte le discriminazioni contro gli uomini a causa del colore della pelle, della razza, della lingua e delle loro condizioni sociali.

Vi siete offerti di aiutare paesi che si trovano a dover affrontare necessità maggiori e vi fate promotori di rapporti fraterni e di collaborazione economica fra le nazioni dell'Africa. La Nigeria è vista come una nazione leader nel promuovere una generosa politica di accoglienza e di assistenza dei rifugiati e di aiuto ai medesimi per la loro sistemazione definitiva sia con un rimpatrio dignitoso sia con programmi di miglioramento delle loro condizioni. E avete dato agli altri paesi un esempio di come riconciliarsi quando i fratelli hanno sofferto di serie incomprensioni. Nel consolidare l'unità nazionale all'interno della vostra nazione, avete rafforzato l'unità dell'Africa; a sua volta questa attività costituisce la pietra angolare dell'impegno della Nigeria nei confronti dell'Africa e del mondo. Agendo collettivamente nell'ambito di una collaborazione fra tutti i paesi dell'Africa, non avete soltanto contribuito a rendere la voce dell'Africa sempre più ascoltata nell'ambito della comunità delle nazioni, ma state efficacemente promuovendo la solidarietà internazionale fra tutti i popoli del mondo.


5. La Nigeria è stata benedetta dal Creatore con un grande potenziale umano e una naturale ricchezza. Tali doni, ricevuti con umile gratitudine, sono anche una sfida costante, poiché i beni di questo mondo sono stati dati dal Creatore per il benessere di tutti. Le pubbliche autorità sono investite del sacro compito di incanalare queste ricchezze per il miglior interesse del popolo, vale a dire, per il miglioramento di tutti e per il futuro di tutti. Allo stesso modo è necessario proteggere la terra, il mare, l'acqua e l'aria dall'inquinamento e dai danni provocati dallo sviluppo industriale, proprio allo scopo di proteggere la dignità e le conquiste dell'uomo. Sono stato anche informato, signor Presidente, che il vostro Governo Federale e le autorità statali attribuiscono grande priorità al problema della casa, dell'agricoltura, dell'istruzione e dei servizi sociali.

Possano questi splendidi obiettivi contribuire realmente al bene dei numerosissimi abitanti e della società nel suo insieme. Io desidero incoraggiare con tutto il cuore coloro che sono impegnati nella campagna per il benessere dei loro connazionali, affinché facciano della persona umana il vero criterio di tutti gli sforzi di sviluppo. I progetti di sviluppo debbono sempre avere un volto umano. Non possono essere ridotti ad una conquista puramente materialistica od economica. La persona umana deve sempre essere l'unità di misura ultima della realizzazione e del successo di un programma economico o sociale. Per questo motivo il progresso non può prescindere dalla dignità della persona umana, né dal rispetto per i suoi diritti fondamentali. Nella ricerca del progresso, del progresso totale, deve essere respinto tutto ciò che è indegno della libertà e dei diritti umani del singolo e di un popolo nella sua totalità. perciò vengono respinti fattori come la corruzione, la malversazione, l'appropriazione indebita del denaro pubblico, la prevaricazione dei deboli, l'insensibilità nei confronti dei poveri e degli handicappati. Partecipazione alla vita politica del paese, libertà di religione, di parola, di associazione, protezione di un sistema giudiziario ben funzionante, rispetto e promozione dei valori spirituali e culturali, amore della verità: questi sono gli ingredienti del progresso che è veramente e pienamente umano. Non ho dubbi che le autorità e il popolo della Nigeria siano pienamente consci di queste sfide e di questi valori.

Io confido che essi collaboreranno sempre per la ricerca dell'autentico progresso economico e sociale del paese, intimamente legato al problema della dignità umana.


6. Signor Presidente, il vostro è un paese di promesse, una terra di speranza. Nei suoi sforzi di sviluppo, è anche costretto a soffrire le pressioni che così spesso sorgono da esigenze in conflitto fra loro e dalla semplice enormità del compito.

Fra i problemi che affliggono i paesi in via di sviluppo vi è l'urbanizzazione sproporzionata, che può creare i bassifondi, porre il diseredato e il meno fortunato ai margini della società, e legare l'indigenza e la povertà al crimine e alla perdita dei valori morali. Soltanto gli sforzi comuni di tutti i cittadini sotto una guida illuminata possono superare difficoltà come queste. Soltanto l'imbrigliamento di tutte le forze per il bene comune, nell'autentico rispetto dei valori supremi dello spirito, farà grande una nazione e la renderà una felice dimora per la propria gente. Il successo del Governo è il benessere, la pace e la gioia dei governati. Questa è la visione di speranza che oggi divido con voi.

Questo è l'augurio che rivolgo a voi, signor Presidente, e a voi, illustri rappresentanti del Governo. Questa è la mia preghiera per tutti voi, amati cittadini della Nigeria. Questa è la preghiera che rivolgo a Dio onnipotente e misericordioso.




1982-02-12 Data estesa: Venerdi 12 Febbraio 1982




L'omelia alla Messa per le famiglie - Onitsha (Nigeria)

Titolo: Soltanto la famiglia promuove le persone e le colloca nel tessuto della società

Testo:

Famiglie cristiane della Nigeria! Con Paolo apostolo io dico a voi: "Voi siete il popolo eletto di Dio, i suoi santi; egli vi ama e voi dovreste rivestirvi di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza, sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente" (Col 3,12).

Con queste parole vi saluto, sposi e spose, padri, madri e figli. Vi saluto, famiglie nigeriane, e per mezzo di voi saluto il passato, il presente ed il futuro del popolo della Nigeria.

Il Papa viene a voi oggi, nel nome di Cristo che ha pregato per Pietro, così che, fortificato nella sua fede, potesse confermare i suoi fratelli. Vengo a voi nel nome del Figlio di Dio che divento uomo e abito tra noi, nel cuore della famiglia umana. Gesù è vicino alle gioie e alle pene della vita di famiglia.

Comprende le speranze e delusioni della famiglia e condivide gli avvenimenti che compongono la storia di ciascuna famiglia.

In questa celebrazione eucaristica desidero raccogliere insieme, così come furono, l'amore, l'unità, la pietà, il perdono, la pazienza, le speranze e le aspirazioni, il lavoro, le sofferenze e i dispiaceri di tutte le famiglie della Nigeria in modo da offrirli come sacrificio spirituale al nostro Padre celeste, tramite il suo Figlio Gesù Cristo e in unione con il sacrificio di Cristo sulla croce. Desidero pregare con voi e per voi, per dimostrare a Gesù che crediamo nella potenza dell'amore nello sradicare il male e bandirlo dai nostri cuori. Ho desiderato venire tra voi per incoraggiarvi a realizzare l'insegnamento di san Paolo di "mettere al di sopra di tutto la carità", cosicché la pace di Cristo possa regnare nei vostri cuori (cfr. Col 3,14-15).


1. Fratelli e sorelle, le vostre famiglie hanno tanti valori positivi e lodevoli, basati sulle vostre tradizioni familiari. Avete forti legami di famiglia. I figli sono considerati come una benedizione, e sono desiderati come coronamento del matrimonio. Il sistema della famiglia patriarcale provvede un affettuoso ambiente umano per la cura degli orfani, degli anziani e dei poveri.

Ci sono comunque anche alcune ombre. Per tradizione la vostra cultura non escludeva la poligamia, anche se molti matrimoni erano e sono monogami. A volte le donne furono private di alcuni loro diritti. E i nemici moderni della famiglia, la degradazione disturbante di alcuni valori fondamentali - divorzio, contraccezione e aborto - non hanno risparmiato il vostro paese.

Il mio appello e l'invito che rivolgo a voi, famiglie cristiane della Nigeria, è lo stesso appello e invito che ho rivolto a tutte le famiglie cristiane del mondo nella mia recente esortazione apostolica "Familiaris Consortio": "Famiglia, diventa ciò che sei".


2. La famiglia viene da Dio. E' il Creatore che ha predisposto il patto d'amore di un uomo e di una donna. Lui ha benedetto il loro amore e lo ha reso fonte di scambievole aiuto. L'ha reso fecondo, ed ha stabilito la sua permanenza fino alla morte. Nel piano del Creatore, la famiglia è una comunità di persone. Quindi la forma fondamentale della vita dell'amore nella famiglia sta nel rispetto di ogni persona, di ogni singolo membro della famiglia. Gli sposi si stimano e si trattano con il massimo rispetto. Genitori, rispettate la personalità unica dei vostri figli. Figli, prestate ai vostri genitori rispetto obbediente. Tutti i membri della famiglia devono sentirsi accettati e rispettati perché devono sentirsi amati. In modo particolare, gli anziani e gli ammalati.

Il rispetto nel suo significato profondo significa fedeltà. Rispetto significa accettazione reciproca, fiducia e unione, pazienza e perdono quando occorre, oltre e nonostante le difficoltà personali, le quali non possono mai giustificare la mancanza di amore. Sposi e spose, amatevi reciprocamente; sacrificate voi stessi l'uno per l'altro e per i vostri figli. Resistete a tutte le tentazioni di tradirvi l'un l'altro.


3. Dato che l'amore dello sposo e della sposa è un'unica compartecipazione nella vita di Dio stesso, dovrebbe essere genuinamente e generosamente aperto a una nuova vita. Dovrebbe essere aperto a tutti quelli dei quali la vita è diminuita o minacciata da necessità di qualunque genere. Famiglie cristiane della Nigeria lasciate che il vostro esempio splenda davanti al mondo intero: sostenete il diritto alla vita. Non accettate una mentalità contraria alla vita, radicata "nella corruzione dell'idea e dell'esperienza della libertà, concepita non come capacità di realizzare la verità del progetto di Dio per il matrimonio e la famiglia, ma come autonoma forza di affermazione, non di rado contro gli altri, per il proprio egoistico benessere" (FC 6).

Renderete un grande sevizio al vostro paese, alla Chiesa e all'umanità intera, se cercate in qualunque modo possibile di salvaguardare l'amore per il bambino, che fa parte della vostra cultura e delle vostre tradizioni per la famiglia.

Amate i vostri figli come Maria e Giuseppe amarono, protessero ed educarono Gesù.

So che nel vostro paese una coppia senza figli deve subire una grande croce, che deve essere tollerata con coraggio tutta la vita. Agli sposi che non possono avere figli propri dico: non siete menomati da Dio; il vostro amore reciproco è completo e fecondo quindo è aperto agli altri, alle necessità dell'apostolato, alle necessità dei poveri, alle necessità degli orfani, alle necessità del mondo.


4. E se domandiamo ora alla famiglia nigeriana: Qual è il vostro contributo specifico per il vostro paese? allora dico di nuovo: "Diventate ciò che siete", la prima e vitale cellula della società.Dalla famiglia infatti nascono i cittadini, nella famiglia essi trovano la prima scuola di quelle virtù sociali, che sono l'anima della vita e dello sviluppo della società stessa (cfr. FC 42). E' la famiglia che rimuove dall'anonimato ogni uomo e donna e li rende consci della loro dignità personale, arricchendoli di profonde esperienze umane e collocandoli attivamente nella loro unicità, nel tessuto della società.

Fratelli e sorelle, se amate il vostro paese, amate pure la vostra vita di famiglia. Se volete evitare di avere una società che corre il rischio di diventare sempre più spersonalizzata e standardizzata e perciò stesso inumana e disumanizzante, allora rafforzate le vostre strutture della vita di famiglia.

Rispettatele.

E voi, giovani, preparatevi per il matrimonio con la preghiera, con l'autodisciplina, il mutuo rispetto e la castità. Perché il dono intero e genuino di se stessi può solo avvenire nell'amore coniugale indissolubile.


5. Famiglie cristiane della Nigeria! La vostra dignità e responsabilità come discepole di Gesù viene dal fatto che voi siete chiamati ad essere santi e ad aiutare l'un l'altro la comunità ecclesiale ed il mondo a divenire santi.

Ascoltiamo di nuovo le parole di san Paolo dalla seconda lettura: il messaggio di Cristo, in tutta la sua ricchezza, vi sia familiare. Ammaestratevi a vicenda con tutta la saggezza.

Diventate santi attraverso i doni del Signore, doni di fede, speranza e carità, attraverso la preghiera personale e familiare, attraverso una fiducia amorosa nel vostro Padre celeste, attraverso la vita di grazia nutrita e sostenuta con i sacramenti.

Divenite santi partecipando alla vita della Chiesa nelle vostre comunità locali, nelle vostre parrocchie, nelle vostre diocesi, con rispetto ed amore per i vostri sacerdoti ed i Vescovi.

Divenite santi nel servizio d'amore, amore a Dio e al vostro prossimo, soprattutto alle vostre famiglie.

Divenite santi ed aiutate a rendere santa la vita delle vostre comunità sociali e nazionali.

Io benedico e ringrazio tutti coloro che lavorano per la promozione della famiglia, specialmente i vostri Vescovi ed i vostri sacerdoti che celebrano i sacri misteri, che istruiscono, benedicono, consigliano, consolano e riconciliano. Io ringrazio i catechisti e tutti coloro cbe lavorano nell'apostolato laico. E in modo tutto speciale i religiosi e le religiose che sono testimonianza vivente dei veri valori evangelici.

Io sono lieto di conoscere l'eccellente lavoro che è stato compiuto dall'Associazione per la Vita in Nigeria, in favore di una paternità responsabile, in accordo con gli insegnamenti della Chiesa. Mi sono anche compiaciuto nel conoscere l'arricchimento dei vostri programmi per la vita matrimoniale. Dio benedica queste iniziative.

Io benedico tutte le famiglie che pregano insieme. Famiglie cristiane della Nigeria, il Papa vi chiede di alimentare la preghiera in famiglia, la preghiera quotidiana in famiglia: marito e moglie, i genitori con i loro figli.

Siate particolarmente devoti al santo Rosario. Pregate Maria, Madre di Cristo e Madre della Chiesa, la madre delle famiglie cristiane. Il Signore non mancherà di benedire la famiglia che prega unita, nel nome del Figlio suo, il nostro Signore Gesù Cristo.


6. Fratelli miei e sorelle, io sono convinto che il nostro incontro qui, oggi, sarà segnato da una fresca effusione dello Spirito del Signore sulla Chiesa della Nigeria. Io sono qui tra voi per obbedire al comando di Gesù: "Andate, formate discepoli di tutte le nazioni e battezzateli nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo".

Tra pochi istanti, io battezzero e daro la confermazione ad un gruppo di catecumeni che rappresentano le varie diocesi della Nigeria. Il seme piantato in questa terra attraverso la fedele proclamazione della Chiesa della Buona Novella della salvezza ha dato frutto. Per Gesù Cristo, in cui noi abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, noi abbiamo nuovi membri nel suo corpo, la Chiesa.

Questi fratelli e sorelle vogliono ora essere purificati con l'acqua per il potere della Parola vivente (cfr. Ep 5,26) che li renderà partecipi della stessa vita di Dio (cfr. 2P 1,4) e suoi figli adottivi (cfr. Rm 8,15 Ga 4,5).

Essi e tutti noi insieme faremo la professione di fede della Chiesa nel potere della Passione, Morte e Risurrezione del Signore.

Nel Battesimo noi non siamo solo sepolti con Cristo; noi anche siamo risorti alla vita con lui, perché noi crediamo nel potere del Signore che lo ha risuscitato dalla morte (cfr. Col 2,12).

Nella confermazione questi nostri fratelli e sorelle saranno fortificati per divenire membri attivi della Chiesa e per edificare il Corpo di Cristo nella fede e nell'amore. Essi saranno segnati con i doni dello Spirito Santo per il servizio della Chiesa nell'amore.

Fratelli e sorelle, questi sacri riti della iniziazione cristiana, Battesimo, Cresima, sacrificio Eucaristico, ci ricordano che noi siamo testimoni di Cristo. Accenda egli i nostri cuori ad un amore sempre più grande.

In prego lui, il Dio della vita, per tutte le famiglie della Nigeria: per coloro che si sforzano di vivere la testimonianza della fede, per quelle famiglie che non condividono la nostra fede ma rispettano i più grandi ideali della vita familiare, per le famiglie divise, per quelle che sono in difficoltà, per le vedove e gli orfani.


La santa Famiglia di Nazaret, Gesù, Maria e Giuseppe, benedica tutte le famiglie della Nigeria.

Amen. 1982-02-13 Data estesa: Sabato 13 Febbraio 1982





GPII 1982 Insegnamenti - Nella cappella dell'areoporto - Fiumicino (Roma)