GPII 1984 Insegnamenti - Celebrazione mariana in cattedrale - Moncton (Canada)
Titolo: L'Assunta ha salvato la vostra fede da tutte le tempeste
Testo:
Cari fratelli e sorelle.
1. Sia lodato Gesù Cristo: rendo grazie a Dio che mi ha permesso di venire a visitare questa provincia del Nuovo Brunswick che celebra quest'anno il suo secondo centenario. Con gioia, saluto la Chiesa di Dio che è a Moncton, la sede metropolitana e il suo arcivescovo, monsignor Donat Chiasson e anche la diocesi di Saint-Jean, la più antica creata fin dal 1843 con monsignor Arthur Gilbert; la diocesi di Bathrust, con monsignor Edgar Godin; e quella di Edmundstone, con monsignor Gérard Dionne. Saluto coloro che sono venuti da altre province del Canada, e anche dagli Stati Uniti, perché vicini, o perché i loro antenati vennero dall'Acadia (Nuova Scozia).
Il Signore è in mezzo a noi che siamo riuniti nel suo nome. A noi che abbiamo riposto la nostra fede nel Cristo risorto, è concesso di riflettere come in uno specchio la gloria del Signore, di essere trasformati per mezzo dello Spirito Santo (cfr. 2Co 3,18). E' come se si vedesse Gesù, "ut videntes Iesum", secondo la bella massima di questa diocesi. Ed è Maria che, per mezzo dello Spirito Santo, ci ha dato il salvatore Gesù; è lei che ci conduce a lui.
2. Questa cattedrale ci rammenta il ruolo di Maria nella Chiesa. Gli Acadiani hanno sempre avuto una grande devozione verso Maria, loro Madre del cielo. Dal
1881, all'epoca del primo congresso nazionale, essi la scelsero come patrona sotto il titolo di nostra Signora dell'Assunta e adottarono la ricorrenza del 15 agosto come festa nazionale. Fondarono anche la società "L'Assunzione".
La stella di Maria brilla dunque sulla bandiera dai colori francesi e papali, e l'"Ave maris Stella" risuona come un inno nazionale. La prima parrocchia acadiana qui, a Moncton, fu dedicata all'Assunta ed è sul luogo della sua cappella che il primo arcivescovo di Moncton, monsignor Arthur Mélanson, fece costruire questa cattedrale, inaugurata nel 1940.
Cari fratelli e sorelle, come mi rallegra la vostra devozione secolare a Maria! Sono sicuro che avreste a cuore di esserle fedeli, di intensificare questa devozione, sulla linea che il Concilio Vaticano II ha tracciato al termine della costituzione sulla Chiesa. L'Assunta è veramente "segno di certa speranza e di consolazione per il popolo di Dio in pellegrinaggio sulla terra" (LG 68). E penso che ella ha già permesso alla fede ben radicata nel popolo acadiano di resistere a tutte le tempeste.
3. Giacché la Chiesa, in questo luogo, riceve oggi il Papa, essa è il coronamento magnifico della sua laboriosa edificazione e della sua storia tormentata nella quale ammiriamo la tenacia dei vostri antenati.
Fin dal 1604, è stata fondata qui la prima colonia francese in America.
In questa regione dell'Acadia, grazie allo zelo di numerosi gruppi missionari, la fede cattolica si è profondamente ancorata nella popolazione, e presso tutti gli Amerindi delle province marittime, che fin da allora diedero prova di una meravigliosa fedeltà. Si, malgrado le prove della deportazione e inoltre le minacce dell'annientamento dovute alle vicissitudini politiche, gli Acadiani furono al contempo fedeli alla loro fede, alla loro cultura, alla loro terra alla quale si sforzarono costantemente di ritornare, nella più grande povertà, privati del ministero dei sacerdoti, dei mezzi per l'istruzione e dei diritti politici.
Per un certo tempo i laici hanno assicurato riunioni di preghiera e mantenuto la fede, in attesa che alcuni sacerdoti e religiose avessero la possibilità di venire ad esercitare l'apostolato in mezzo a loro. E da allora, nel corso di questi ultimi cento anni, il popolo acadiano ha rialzato la testa e la fioritura della fede cattolica non è mancata. Pensiamo, tra l'altro, alle famiglie numerose profondamente cristiane, al notevole incremento delle vocazioni sacerdotali e religiose. Come dimenticare che, qui vicino, Memramcook è stata la culla della congregazione fondata dalla beata suor Marie-Léonie? E come dimenticare il progresso culturale testimoniato qui dall'università di espressione francese e dai mezzi di comunicazione sociale? All'inizio del secolo, gli Acadiani sono venuti a Roma, nella persona dell'abate François-Michel Richard, dal mio predecessore papa Pio X, per testimoniare la loro storia eroica e la loro esigenza di un vescovo autoctono. Il santo Papa, così devoto al mistero eucaristico, consegno loro un calice d'oro in pegno della sua sollecitudine e della sua promessa. Oggi è il Vescovo di Roma che viene a voi. Egli rende grazie per la fedeltà e la forza della vostra fede attraverso prove che gli ricordano quelle del suo Paese nel corso dei secoli, e quelle che conoscono oggi tanti fratelli e sorelle nel mondo, perseguitati per la loro fede, maltrattati per la tradizione culturale e nazionale ove la loro fede si era radicata. Non è senza emozione che celebrero la messa con il calice donato da san Pio X. Tutte queste sofferenze vi si uniranno al sangue di Cristo, nella speranza della loro trasfigurazione nella vita gloriosa del Signore.
4. Ma la Chiesa qui non si limita alla popolazione di origine acadiana. Essa abbraccia tutti coloro i quali, uniti al successore di Pietro, condividono la stessa fede cattolica; ed essa li invita a vivere come fratelli e sorelle, nel rispetto delle loro diverse ricchezze spirituali e culturali, e uniti insieme nella stessa missione di evangelizzare il mondo contemporaneo. Altre ondate di immigrati, infatti, particolarmente dall'Irlanda, vennero a raggiungerli negli ultimi 150 anni. La vitalità della Chiesa nel Nuovo Brunswick deve molto a loro, e io saluto con affetto queste famiglie anglofone.
Saluto inoltre tutti i nostri fratelli e sorelle di questa regione che in origine vennero da altri Paesi, da altre culture e da altre confessioni cristiane. Anch'essi ripongono la propria fede in Gesù Cristo il Salvatore; essi partecipano di uno stesso Battesimo; e sono chiamati alla stessa carità, senza tuttavia poter partecipare alla stessa Eucaristia poiché la piena unità nella fede non è stata ancora raggiunta. Come ho detto in Svizzera, in un diverso contesto, ai nostri fratelli e sorelle protestanti: "La purificazione della memoria è un elemento importante del progresso ecumenico". E' necessario per noi "affidare senza reticenza il passato alla misericordia di Dio e, in piena libertà, tendere verso il futuro per renderlo conforme alla sua volontà". Dio vuole che il suo popolo abbia un solo cuore e una sola anima ed accolga la salvezza di cui egli ci dà sempre la grazia (cfr. Discorso a Kehrsatz, 14 giugno 1984, n. 2).
Possa lo Spirito Santo guidarci in questo arduo ma necessario cammino di sforzi ecumenici affinché possiamo tendere costantemente alla piena unità! Dio ci vuole fedele all'autenticità della nostra fede, alla nostra cultura, alla nostra storia, alla nostra terra, nel rispetto del prossimo e anche nell'amore fraterno, nella vera solidarietà di fronte alle attuali esigenze umane, e nella sincera ricerca della sua verità.
5. Cari fratelli e sorelle: ci incontreremo ancora questo pomeriggio per la celebrazione Eucaristica, nello scenario di bellezze naturali che è parte del fascino di questa zona. Ma guardiamo ancora questa bella cattedrale di granito. E' la casa di Dio, costruita con cura dai nostri predecessori come segno della presenza divina, visibile da lontano a testimonianza della loro gratitudine a Maria. E' il posto più adatto per l'assemblea eucaristica attorno al Vescovo; e nella persona del vescovo assistito dai suoi sacerdoti, è il Signore Gesù Cristo, il supremo Pontefice, che è presente in mezzo ai fedeli (cfr. LG 21). Questa cattedrale è anche il luogo della riconciliazione personale dei peccatori con Dio. Ed è permanentemente la casa della preghiera, della preghiera comunitaria, e anche della preghiera silenziosa di adorazione.
E', allo stesso tempo, il simbolo della Chiesa che è a Moncton, fatta di pietre vive, di voi stessi che ne siete i membri. Ognuno di voi ha il suo posto qui, il suo ruolo specifico secondo l'ordinazione, la vocazione o il carisma. Voi, i vescovi, sacerdoti e i diaconi che sono ordinati per rappresentare Cristo, il Capo, nel servizio della comunità. Voi, i religiosi, fratelli e sorelle, consacrati a dare al mondo una valutazione del regno di Dio, presente e a venire, nel suo radicale carattere evangelico. E tutti voi, i battezzati e i laici. Voi, le famiglie cristiane, incarnazione dell'amore; voi, padri e madri che avete il compito di vegliare sulle vostre famiglie. Voi, i membri dei movimenti di spiritualità. E i molti tra voi che rappresentano la gioventù. Voi che siete incaricati del servizio della liturgia, della catechesi, della carità, dei malati, degli anziani o di coloro che vivono ai margini della società. Voi, gli educatori, e coloro, tra voi, che sono impegnati nella cultura e nei mass-media. Voi, i laici dei movimenti dell'Azione cattolica o delle associazioni professionali dei pescatori, degli agricoltori o dei lavoratori.
L'unica Chiesa universale è necessariamente presente in questa Chiesa particolare. E io stesso che sono stato chiamato, come Pietro, da Cristo, ad essere il pastore delle "pecore" e degli "agnelli", e a confermare i miei confratelli nella fede vengo a fortificare ognuno di voi nella sua missione.
Mediteremo questo pomeriggio sulla comunità ecclesiale.
L'unico fondamento della nostra Chiesa è Gesù Cristo. Il cemento che unisce le pietre è l'amore che viene dal suo Spirito Santo. Il segno che essa deve offrire a tutti i viandanti è una testimonianza delle virtù teologali attinte da Dio e che consistono nel credere incondizionatamente nel Cristo, nel non perdere la speranza nelle prove più difficili, nell'amare senza frontiere. Noi siamo un popolo in cammino verso una pienezza che oltrepassa l'orizzonte terrestre. E Maria è la nostra stella su questo mare agitato.
Ave maris Stella!
Data: 1984-09-13 Data estesa: Giovedi 13 Settembre 1984
Titolo: La crisi dei valori esige autentici testimoni
Testo:
1. "Se c'è pertanto qualche consolazione in Cristo, se c'è conforto derivante dalla carità, se c'è qualche comunanza di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, rendete piena la mia gioia con l'unione dei vostri spiriti, con la stessa carità, con i medesimi sentimenti... non cerchi ciascuno il proprio interesse, ma anche quello degli altri. Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù" (Ph 2,1-5).
Queste parole di san Paolo ai cristiani di Filippi sono anche per voi, cari fratelli e sorelle di Moncton, dell'Acadia e di tutta la provincia del Nuovo Brunswick. Io vi incoraggio a formare comunità umane esemplari per la loro pratica della solidarietà; vi esorto a conservare alle vostre comunità ecclesiali la dignità che Cristo conferisce loro: uniformatevi all'ispirazione del Vangelo, ricercate ciò che è giusto agli occhi di Dio. Abbiate il coraggio della fede, il dinamismo della carità e la forza della speranza cristiana, quali che siano le prove da superare. Si, aprite le vostre comunità allo Spirito di Cristo.
Per approfondire questo appello, vi propongo l'esempio e le parole del santo vescovo che oggi si festeggia, uno dei più celebri dell'Oriente cristiano: san Giovanni Crisostomo. Il salmo esprimeva mirabilmente la sua anima: "Che io faccia il tuo volere. Mio Dio, questo io desidero... Ho annunziato la tua giustizia nella grande assemblea; vedi, non tengo chiuse le labbra, Signore, tu lo sai" (Ps 39,9-10). Questo pastore eccezionale non ha cessato infatti di aprir bocca per illuminare il suo popolo, per formarlo, per trascinarlo nella sua vocazione cristiana; è stato chiamato Crisostomo, cioè "bocca d'oro". E il suo insegnamento, tutto impregnato della parola di Dio e della contemplazione del mistero di Cristo, ha saputo trovare un'espressione chiara, suadente, concreta, che spinge i cristiani di tutti i tempi alle scelte essenziali per la loro salvezza, per la realizzazione della "giustizia".
2. Alla fine del IV secolo, in una Chiesa in piena crescita, Giovanni viveva ad Antiochia di Siria. Egli avrebbe potuto aver successo nel mondo dei tribunali, del teatro e delle lettere, ma preferi, dopo il suo Battesimo verso i vent'anni, iniziarsi allo studio dei libri sacri e dedicarsi al servizio della Chiesa. Egli cerco di vivere la contemplazione e l'ascesi nelle solitudini montane. Poi, per undici anni, come diacono e sacerdote, predico instancabilmente il Vangelo alle folle di Antiochia. Fu chiamato nel 397 a divenire patriarca di Costantinopoli, ove non poté esercitare liberamente il suo episcopato se non durante sei anni. In presenza di questo ambiente credente e sensibile alla pietà, ma incline alle passioni, agli intrighi mondani, al lusso dei ricchi, al lassismo dei monaci e dei chierici, non volle per nulla attenuare il vigore e la chiarezza del Vangelo, le esigenze del Battesimo cristiano e dell'Eucaristia, del sacerdozio, della carità, della dignità del povero. Egli non ha veramente "tenuto chiuse le sue labbra per annunciare la giustizia". E nemmeno durante i due esili che gli impose l'imperatrice Eudosia dopo averlo fatto deporre, aggravando ancora la sua seconda deportazione sul cammino del Caucaso, ove egli mori il 14 settembre 407. Lo si può a buon diritto considerare un martire del coraggio pastorale. Ma ciò che riterremo soprattutto è ch'egli ha saputo formare un popolo cristiano, delle comunità cristiane degne di tale nome.
3. L'eloquenza della sua "bocca d'oro" proveniva dalla potenza della sua fede. Con san Paolo, egli poteva dire: "Ho creduto, perciò ho parlato" (2Co 4,13). E questa fede impregnata d'amore trascinava il suo zelo apostolico. "Tutto infatti è per voi, perché la grazia, ancora più abbondante ad opera di un maggior numero, moltiplichi l'inno di lode alla gloria di Dio" (2Co 4,15).
In realtà, questo zelo del pastore aveva la sua sorgente nell'unione con Cristo. Questa unione era particolarmente viva allorché il grande vescovo di Costantinopoli doveva conoscere la sofferenza e la persecuzione. Poteva dire anch'egli, seguendo san Paolo: "Portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo" (2Co 4,10). L'unione con il Cristo sofferente e agonizzante ha conferito efficacia al suo servizio apostolico e ne ha fatto una sorgente di vita soprannaturale per gli altri. "Di modo che in noi opera la morte, ma in voi la vita" (2Co 4,12).
4. Dei giudizi iniqui, delle vessazioni, delle diffamazioni e delle persecuzioni, Giovanni Crisostomo non aveva paura. Anzi annunziava più fermamente le esigenze del Vangelo, per fedeltà a Cristo e per carità verso coloro di cui voleva la conversione. Ma questa forza irremovibile mai contraddiceva la carità. Egli ha veramente vissuto le parole di Gesù riportate nel Vangelo di san Luca che abbiamo appena ascoltato: "Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano" (Lc 6,27-28). La sua eloquenza gli attirava il successo presso le folle ad Antiochia, a Costantinopoli, anche durante il suo esilio in Asia Minore - ma la sua franchezza gli attirava anche l'odio di un certo numero di persone. Egli l'aveva posta unicamente al servizio della verità e della giustizia; egli l'ha pagata a duro prezzo, soffrendo profondamente nel suo cuore e nel suo corpo. ciò non lo ha distolto dall'amare e dal cercare il bene degli altri, poiché donava senza cercar di ricevere: "Fate del bene e prestate senza sperarne nulla... date e vi sarà dato" (Lc 6,35-38). Piuttosto che vedere i suoi sostenitori versare il sangue dei suoi compatrioti, fu lui a consegnarsi ai soldati.
Ecco il pastore, cari fratelli e sorelle, che ha formato una generazione di cristiani in gran parte dell'Oriente, mediante la sua parola e l'esempio della sua vita. Ecco il testimone che oggi vi viene presentato, a voi che cercate di fortificare le vostre comunità ecclesiali.
5. Il Concilio Vaticano II ha parlato della "comunità cristiana", segno della presenza di Dio nel mondo: "Nel sacrificio eucaristico essa passa incessantemente al Padre in unione con il Cristo: zelantemente alimentata con la parola di Dio, rende testimonianza del Cristo, cammina nella carità ed è ricca di spirito apostolico" (AGD 15). Possano le vostre parrocchie e le vostre diverse comunità realizzare questo programma! Ma per realizzarlo secondo il Vangelo, è utile ascoltare ancora Giovanni Crisostomo esprimere la sua fede: "E' nella mia propria forza ch'io confido? Io possiedo la sua parola: ecco il mio appoggio, ecco la mia sicurezza, ecco la mia oasi di pace" (cfr. Omelia prima della partenza per l'esilio, 1-3; PG 52, 427-430). Compenetratevi in questa parola, diceva egli ancora, "voi avete un bisogno continuo di trovare la vostra forza nella Scrittura". Egli chiede anche che si preghi senza sosta, ovunque, nel tempio di Dio che è il cuore umano.
Giovanni Crisostomo si prende cura di preparare i candidati al Battesimo e soprattutto di aiutare i battezzati a capire la grandezza del dono che Dio ha fatto loro con questo sacramento. Egli parla con entusiasmo dell'Eucaristia che ci rende partecipi della vittoria della Pasqua. Ma egli non dimentica che "il primo cammino della conversione è la condanna delle nostre colpe. Comincia tu stesso col dire le tue colpe per esser giustificato" (cfr. PG 49, 263-264).
6. Questa testimonianza di Giovanni Crisostomo sul dono della grazia, sulla fede, la preghiera, i sacramenti, sfocia sempre nelle esigenze di comportamento cristiano che ne conseguono inevitabilmente, salvo cadere nell'illogicità o nell'ipocrisia. Ed è a questo proposito che egli parla con un vigore stupefacente della carità, dell'amore per il prossimo.
Quest'amore è riconciliazione: "Che nessuno di coloro che hanno un nemico si accosti alla mensa eucaristica... va' prima a riconciliarti, poi ricevi il sacramento" (cfr. Omelia al popolo di Antiochia).
Quest'amore è volontà di unità e di fraternità: "La Chiesa non esiste perché noi restiamo divisi venendovi, ma perché le nostre divisioni vi si spengano: questo è il senso dell'assemblea. Se è per l'Eucaristia che veniamo, non compiamo nessun atto che contraddica l'Eucaristia" (cfr. Omelia su 2Co 24,2 2Co 27,3-5).
Questo amore è rispetto e accoglienza del povero: "Tu vuoi onorare il corpo di Cristo? Non disprezzarlo quando esso è nudo. Non onorarlo qui, in chiesa, mediante tessuti di seta, mentre lo lasci di fuori soffrire il freddo e la mancanza di vestiti... Dio non ha bisogno di calici d'oro, ma di anime che siano d'oro... Comincia col saziare l'affamato, e con quel che ti rimarrà, ornerai l'altare" (cfr. PG 619-622).
L'amore è ricerca di ciò che è utile al prossimo: "Nulla è più freddo di un cristiano indifferente all'altrui salvezza" (cfr. PG 60, 162-164). "Noi trascuriamo la salvezza dei nostri figli. Cerchiamo soltanto il profitto. Ci occupiamo più degli asini e dei cavalli che dei nostri figli... Cosa c'è di paragonabile all'arte di formare un'anima?" (cfr. PG 58, 580-584).
L'amore è apostolato, è zelo missionario fino in capo al mondo. "Dio non ci chiede di riuscire, ma di lavorare... Se il Cristo, modello dei pastori, ha lavorato fino alla fine alla conversione di un uomo disperato (Giuda), cosa non dobbiamo fare noi per coloro nei confronti dei quali ci è stato ordinato di sperare?" (cfr. Omelia sulla Cananea, 10-11). "Il lievito, pur scomparendo nella massa, non vi perde la sua forza; esso la comunica al contrario a poco a poco...
E' Cristo soltanto che dà al lievito il suo potere... e allorché la massa ha fermentato, essa diviene a sua volta lievito per tutto il resto" (cfr. Omelia su Mt 2-3).
Queste poche parole di san Giovanni Crisostomo vi dicono la fede, la carità, il coraggio apostolico e la speranza che egli ha voluto condividere con i suoi fratelli.
7. Cari fratelli e sorelle del Nuovo Brunswick: è ancora necessario per il progresso delle vostre comunità che queste esortazioni siano espresse in termini di sfida adatte al nostro tempo? So che il vostro spirito comunitario vi ha già permesso di superare molte difficoltà iniziali in Acadia; ancora oggi voi vi segnalate per il vostro senso di fraternità, di ospitalità e di comunione cordiale. Ma la vostra regione, come molte altre, sta attraversando una profonda trasformazione che è una nuova prova. La vita urbana si sviluppa, una crisi economica, accompagnata da una crisi spirituale e da una crisi di valori, affligge le comunità locali. Tuttavia, voi potete guardare al futuro con serenità se restate fermi nella fede del Cristo risorto, se permettete al suo Spirito di formulare dentro di voi le risposte alle nuove sfide, se mostrate solidarietà gli uni verso gli altri, se accettate di essere lievito nella Chiesa e nella società.
E le vostre comunità cristiane raccoglieranno immediatamente la sfida se saranno capaci di costruire e approfondire la fede dei loro membri attraverso la catechesi della gioventù e degli studenti, attraverso la formazione permanente degli adulti, attraverso corsi o ritiri. Si tratta di avere una fede che sia un'adesione personale al Dio vivente e che abbracci l'intero credo. Non permettete che il prestigio della cultura profana si accompagni in voi all'ignoranza religiosa! Le vostre comunità faranno progressi e si rinnoveranno se darete maggiore spazio alla meditazione sul Vangelo, alla preghiera, ai sacramenti dell'Eucaristia e della Penitenza.
Tentativi in direzione della giustizia, della carità e della partecipazione che si potrebbe definire "amore sociale" corrono il rischio di diventare mera filantropia, se non attingono le loro radici a quel vigore spirituale che troviamo negli scritti di san Giovanni Crisostomo cui ho fatto riferimento. Ebbene, egli parlava a un gruppo di credenti che avevano dimenticato le esigenze etiche della fede. Oggi è necessario in primo luogo rivivere quella fede che in alcuni è stata scossa e messa in dubbio.
8. Ma è evidente che una fede ben compresa comporta tutti gli impegni della carità di cui parlava il pastore di Costantinopoli e che oggi potrebbe essere così definita: rispetto per le persone, per la loro libertà e dignità, cosicché non vengano schiacciate dalle nuove costrizione sociali; rispetto per i diritti umani, secondo le carte già note, compreso il diritto alla vita fin dall'istante del concepimento, il diritto alla propria reputazione, il diritto allo sviluppo, il diritto alla libertà di coscienza; rifiuto della violenza e della tortura; interessamento per le categorie meno favorite, per le donne, i lavoratori, i disoccupati, gli immigrati; ristabilimento di misure sociali per una maggiore uguaglianza e giustizia per tutti, uomini e donne, senza riguardo agli interessi individuali o ai privilegi; la volontà di vivere una vita semplice e di spartire i propri beni, in contrasto con l'attuale corsa al profitto, al consumo e alla gratificazione artificiale in modo che non ci sia chi è privato di ciò che gli è essenziale, e sia permesso anche ai poveri, chiunque essi siano, di condurre una vita dignitosa; una più universale apertura verso i bisogni basilari dei Paesi meno fortunati, in particolare quelli generalmente denominati "il Sud", le regioni in cui ogni giorno migliaia di esseri umani muoiono per la mancanza di pace e delle elementari forme di assistenza; e dunque la preoccupazione di trovare, a livello internazionale, soluzioni effettive per una più equa distribuzione dei beni e delle risorse sulla terra; lo zelo missionario per l'aiuto tra le Chiese.
Così le vostre comunità saranno in grado di provvedere alla generosa condivisione che comincia da quelli che vi sono più vicini e si apre poi, senza frontiere, al mondo. Voi non aspetterete di veder risolti i vostri problemi sociali - che sono certamente molto gravi, sto pensando in particolare al problema della disoccupazione - prima di vivere quella pienezza di carità descritta da san Giovanni Crisostomo.
Tutte queste attività di solidarietà voi le compirete individualmente o attraverso le vostre associazioni cristiane, e anche prendendo parte alle iniziative delle istituzioni della società civile (cfr. GS 42-43).
E seguendo la motivazione cristiana che vede nell'altra persona un fratello o una sorella in Dio e un membro della Chiesa, sarete il lievito che fa crescere la pasta a un livello di maggiore giustizia, solidarietà fraterna e amore sociale.
9. Le vostre comunità ecclesiali saranno sempre più stabili e dinamiche se ognuno svolgerà il suo ruolo, secondo la sua vocazione e il suo carisma, come ho detto questa mattina nella cattedrale: vescovi, sacerdoti, religiosi, laici.
E' necessario senza dubbio che si formino quelli che voi chiamate "groupes-relais" (gruppi di appoggio) allo scopo di manifestare meglio la vitalità della Chiesa permettendo attività specializzate e un'azione veramente umana. Ma tutto deve essere rivolto all'unità nella comune missione dell'evangelizzazione, e qui la parrocchia svolge un ruolo unico. Per tutti i gruppi la vocazione della parrocchia "è quella di essere una casa di famiglia, fraterna e accogliente, dove i battezzati e i cresimati prendono coscienza di essere popolo di Dio. Di li essi sono rinviati quotidianamente alla loro missione apostolica, in tutti i cantieri della vita del mondo" (cfr. CTR 67).
10. Cari fratelli e sorelle: noi siamo un popolo in viaggio. Noi lavoriamo quaggiù con coraggio e ardente amore per costruire un mondo nuovo più aperto a Dio e più fraterno, un mondo che offre alcune immagini anticipatrici dei mondo che verrà (cfr. GS 39). Cerchiamo di non dimenticare la pienezza a cui Dio ci chiama! San Giovanni Crisostomo, un discepolo del Signore, un successore degli apostoli, fu sostenuto durante l'intero corso della sua faticosa e difficile vita da un'escatologica speranza: la speranza dell'aldilà, della nuova vita promessa da Dio che san Paolo annunciava nella sua lettera ai Corinzi: "Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione, ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria, perché noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili; le cose visibili sono d'un momento, quelle invisibili sono eterne" (2Co 4,17-18).
La voce di san Paolo, e la voce del grande santo di Costantinopoli continuino ad echeggiare nei vostri cuori, insieme con la voce dei vostri stessi pastori uniti al successore di Pietro! L'intercessione di nostra Signora dell'Assunzione, nostra Signora dell'Acadia, permetta alla Chiesa di Moncton e delle altre diocesi di crescere, di fortificarsi, di irradiare la sua influenza, come anticipazione del suo destino eterno: "Il nostro sguardo è fisso su ciò che non si vede, su ciò che è eterno!".
Amen.
Data: 1984-09-13 Data estesa: Giovedi 13 Settembre 1984
Titolo: Portare al mondo i doni della comunione e dell'amore
Testo:
Cari giovani.
1. Vi saluto nella pace di Cristo! E' una grande gioia essere con voi questa sera al Central Commons di Halifax. Come sapete, sono sempre contento di incontrarmi con i giovani, sia a Roma che nei miei viaggi ovunque nel mondo. E' una gioia essere con voi perché vedo nei vostri volti una disposizione a imparare e l'impazienza di rendervi utile. So del grande desiderio che avete di pace e di unità in tutto il mondo. E sono anche consapevole che il futuro appartiene a voi, che le vostre decisioni daranno un'impronta alla Chiesa e al mondo di domani.
2. Nel radunarci stasera per recitare l'Angelus, c'è un comune spirito di fede e di gioia che ci unisce. Questo è naturale perché siamo riuniti come amici, come fratelli e sorelle in Cristo. Sappiamo anche che la Chiesa è una comunione di persone, uomini, donne e bambini di differenti età e razze, persone che, benché così diverse, sono fatte una sola cosa dall'amore di Cristo e dal dono dello Spirito Santo.
Questa comunione di persone che è la Chiesa è realmente un mistero, e in ciò più meravigliosa, di quel che possiamo immaginare, più grande di quel che la nostra mente potrà mai concepire. Come membri dell'unico corpo di Cristo, partecipiamo alla vita stessa della Santissima Trinità, uniti l'uno all'altro come figli di un padre amorevole, come fratelli e sorelle in Gesù Cristo, coeredi del regno dei cieli.
3. Quel che abbiamo ricevuto gratuitamente, comunque, gratuitamente dobbiamo dare (cfr. Mt 10,8). Il dono gratuito della comunione con Dio deve essere diviso con gli altri. Il nostro mondo moderno è lacerato dal pregiudizio e dalla violenza, mentre le nostre famiglie sono minacciate dal divorzio, dalla pornografia, dall'abuso di alcool e droga e da molti altri mali. Al mondo del 1984 e a quello che verrà, alle nostre famiglie e alle nostre città, noi dobbiamo portare i doni della comunione e dell'amore. Dobbiamo forgiare i vincoli della giustizia e della pace. Voi che siete giovani e pieni di entusiasmo avete un ruolo speciale da assolvere nella missione della Chiesa.
Cercate, dunque, di creare una comunione di amore cristiano a casa e nelle vostre scuole, nelle vostre parrocchie e fra i vostri vicini, fra i vostri amici e con le persone di tutte le età. Ricordate le parole di san Paolo: "Comportatevi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto, con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandovi a vicenda con amore, cercando di conservare l'unità dello Spirito per mezzo del vincolo della pace" (Ep 4,1-3).
Amati giovani di Halifax, il Signore Gesù fa affidamento su di voi!
4. Ogni sera, nei Paesi di tutto il mondo, le campane delle chiese rintoccano, invitando la gente a recitare l'Angelus. Stasera, nel rivolgerci in preghiera alla Madre di Dio, ricordiamo come ella, ancora giovinetta, fu strettamente legata al mistero di Cristo, pienamente consacrata alla sua opera di salvezza. Dal suo esempio di fede e di preghiera noi impariamo come incontrare Dio nei profondi recessi del nostro cuore, impariamo come ascoltare la parola di Dio in modo che possa produrre frutti nella nostra vita.
Rivolgiamoci dunque a Maria con grande fiducia e speranza, portando a lei la nostra richiesta di una comunione d'amore e d'armonia nelle nostre case e di pace e unità nel mondo. Maria, Madre di Dio e Regina della pace, prega per noi.
Data: 1984-09-13 Data estesa: Giovedi 13 Settembre 1984
Titolo: Coerenza tra la vostra condotta e la vostra fede
Cari fratelli e sorelle in Cristo.
1. La Visitazione di Maria a sua cugina Elisabetta è davvero un bell'episodio nel Vangelo di san Luca. E' l'incontro drammatico di due madri incinte, due donne il cui cuore è pieno di gioia nell'anticipazione del "miracolo umano" che si sta schiudendo nel loro corpo. Il racconto ha anche un importante messaggio teologico: esso mostra come Giovanni il Battista, il più grande tra i profeti dell'Antico Testamento, rese testimonianza a Gesù già dal grembo di sua madre. Esso richiama allo stesso modo l'attenzione sulla fede di Maria: "Beata colei che ha creduto all'adempimento delle parole del Signore" (Lc 1,45).
Insieme con queste riflessioni, noi siamo portati a comprendere anche un altro significato che il Vangelo ha per noi. Siamo indotti ad apprezzare il commovente gesto umano di Maria nel recarsi amorevolmente da sua cugina Elisabetta. Ella ci offre non solo un modello ai servizio agli altri, ma anche un esempio di come, quali suoi figli e figlie spirituali, noi dovremmo aprire i nostri cuori alla compassione verso quelli che attendono ansiosamente che Cristo venga a loro per mezzo nostro.
L'idea di servizio, cari fratelli e sorelle, è infatti essenziale nell'apostolato laicale e a ogni ministero. Il servizio è davvero al centro di ogni vocazione nella Chiesa: il servizio di Dio e del prossimo che è al tempo stesso ardente e umile, sempre ispirato al desiderio di compiere la volontà di Dio quale si manifesta attraverso la mozione dello Spirito Santo che opera nella Chiesa.
2. Desidero dirvi quanto sono felice di essere con voi questa sera. Voi siete venuti dalle fattorie, dai villaggi, dalle città e dai grandi centri della Nuova Scozia e dell'Isola Principe Edoardo. Dalla grazia di Dio ciascuno di voi è stato chiamato a dare testimonianza a Cristo in un modo particolare. Voi avete inteso questa chiamata e avete risposto generosamente ad essa. Vi ringrazio per la vostra attiva dedizione alla Chiesa, e vi saluto nel nome del nostro Signore Gesù Cristo e nel nome di Maria sua Madre in questa basilica di Halifax a lei dedicata.
3. Nel Vangelo leggiamo: "Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna" (Jn 3,16). Gesù Cristo, il Figlio di Dio, prese carne umana "non per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti" (Mc 10,45). Dopo la sua risurrezione, Cristo apparve ai suoi discepoli, infondendo in essi il suo Spirito e inviandoli a continuare la sua prossima missione: "Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi" (Jn 20,21).
Così comprendiamo che la Chiesa fu fondata sugli apostoli per continuare la missione di Cristo, che è di guidare tutta l'umanità alla vita eterna mediante la fede. Ogni attività intrapresa dalla Chiesa con questo scopo fa parte del suo apostolato, e questo apostolato è la sua risposta alla missione affidatale da Cristo.
4. Mediante il Battesimo e la Confermazione ognuno è chiamato a partecipare alla missione salvifica della Chiesa. Quale membro dell'organismo vivente che è il corpo mistico di Cristo, nessun cristiano può svolgere una parte puramente passiva. Ogni persona deve partecipare attivamente alla vita della Chiesa. Poiché la vocazione cristiana è, per sua natura, una vocazione all'apostolato.
E' Cristo, il capo del corpo, colui che personalmente delega i suoi membri all'apostolato. Partecipando alla missione della Chiesa, ogni fedele partecipa alla missione di Cristo. L'effettivo contributo di ciascuno richiede che egli viva della fede, speranza e carità riversate nel suo cuore dallo Spirito Santo. E il precetto della carità, che è il più grande dei comandamenti del Signore, spinge ciascuno a lavorare per la gloria di Dio e per la comunicazione della vita eterna a tutti; cosicché tutti possano conoscere il solo vero Dio e Gesù Cristo che egli ha mandato (cfr. Jn 17,3).
Tra i membri della Chiesa esiste una diversità di servizi all'interno di un'unità di missione. Agli apostoli e ai loro successori Cristo ha affidato il ministero di insegnare, di santificare e di governare nel suo nome e con il suo potere. Ma ai laici è stato dato di partecipare alle funzioni sacerdotali, profetiche e regali di Cristo (cfr. LG 31). Per adempiere al ruolo che è loro proprio, essi devono unire i loro sforzi al ministero dell'intero popolo di Dio e lavorare in unione con coloro che lo Spirito Santo ha designato al governo di tutta la Chiesa (cfr. Ac 20,28). Al tempo stesso, a tutti i cristiani incombe l'obbligo di lavorare per portare a tutti il messaggio divino della salvezza in tutto il mondo.
In quanto laici, voi siete chiamati a dare testimonianza a Cristo nel contesto delle vostre famiglie, dei vostri villaggi, delle vostre città e metropoli. Voi contribuite alla missione della Chiesa prima di tutto mostrando coerenza tra la vostra condotta e la vostra fede. Con le parole e con le opere voi dovete proclamare Cristo, la luce del mondo. Questa è la chiamata generale all'apostolato che tutti i cristiani hanno ricevuto. Come laici, voi avete anche lo specifico compito di rinnovare l'ordine temporale, permeandolo dello Spirito del Vangelo.
Provenendo, com'è nel vostro caso, da differenti retroterra culturali e sociali, voi potete infondere lo spirito cristiano nella mentalità e nella pratica, nelle leggi e nelle strutture della comunità nella quale vivete. così pure, voi svolgete una speciale opera e responsabilità impegnandovi nell'apostolato del "simile verso il simile": famiglie che evangelizzano famiglie, studenti che evangelizzano studenti, giovani che portano a Cristo altri giovani.
Qui specialmente la testimonianza della vostra vita è completata dalla testimonianza della vostra parola (cfr. AA 13).
Attraverso una vita che manifesta una profonda integrità e con la vostra perseverante pratica della carità fraterna nel tratto con gli altri, coloro che voi incontrate nel vostro lavoro e con i quali vi ritrovate a diversi livelli della vita sociale possono essere profondamente influenzati.
Voi avete la specialissima missione di parlare al mondo in un modo pratico: manifestare la verità e la giustizia nella vostra vita; proclamare con l'azione il vostro rispetto per la vita, il vostro interessamento sociale, il vostro rifiuto del materialismo e del consumismo. Siete chiamati a dare esempio di purezza di vita e, se sposati, di essere segno vivente della fedeltà coniugale e dell'indissolubilità del matrimonio, come Cristo le ha predicate. Siate certi, cari fratelli, che la parola di Dio ha il potere di effettuare questo in voi: "Voi siete il sale della terra... Voi siete la luce del mondo" (Mt 5,13-14).
5. Ma, oltre a ciò, ciascuno di voi ha ricevuto un carisma, il dono dello Spirito Santo che vi dispone ad avere una speciale attitudine per un servizio particolare dentro la Chiesa. Come ci dice san Paolo, lo Spirito Santo è dato in un modo particolare a ciascuna persona: "Abbiamo doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi. Chi ha il dono della profezia la eserciti secondo la misura della fede; chi ha un ministero attenda al ministero; chi l'insegnamento, all'insegnamento" (Rm 12,6-7).
Questo esercizio dell'apostolato cristiano può essere praticato come individui o come membri di gruppi di persone che lavorano insieme per lo stesso particolare scopo. Dentro l'ampia varietà dell'apostolato, alcuni sono chiamati a proclamare la parola di Dio come catechisti, insegnanti o come coloro che guidano altri adulti attraverso il rito dell'iniziazione cristiana. Alcuni si dedicheranno al servizio delle famiglie, dei malati, dei carcerati, degli handicappati, dei giovani o degli anziani. Altri eserciteranno l'assistenza nel campo della giustizia sociale o della sanità o dell'ecumenismo. Altri ancora metteranno le loro capacità amministrative al servizio dei consigli diocesani o parrocchiali, o nei vari organismi richiesti per coinvolgere la più ampia comunità cristiana.
Movimenti specializzati di rinnovamento spirituale per individui e gruppi, specialmente per famiglie, possono grandemente contribuire alla missione della Chiesa.
Il ruolo svolto dalla famiglia nel servizio del Vangelo è tenuto in speciale onore dalla Chiesa. Nella mia esortazione apostolica sul ruolo della famiglia cristiana nel mondo moderno, sottolineavo che "il ministero di evangelizzazione dei genitori cristiani è originale e insostituibile" (FC 53). A questo riguardo, i bambini hanno anch'essi un ruolo da svolgere e devono essere incoraggiati a dare il loro contributo. Secondo le parole del Concilio Vaticano II, "anche i fanciulli hanno la loro attività apostolica" (AA 12).
6. Poiché lo scopo primario dell'apostolato della Chiesa è di annunciare al mondo con la parola e con l'azione il messaggio di Cristo e di comunicare ad esso la grazia salvifica di Cristo, il mezzo principale per attuare ciò è il ministero della parola e dei sacramenti. Questo compito è assolto in un modo specifico attraverso i ministeri ordinati, conferiti dal sacramento degli Ordini. Cristo stesso ha istituito il sacerdozio ministeriale per rendere accessibile a tutto il popolo di Dio il Sacrificio eucaristico, che è "fonte e apice di tutta la vita cristiana" (LG 11). Ne deriva che ogni ministero è orientato a questo Sacrificio come a suo termine e centro.
Alcuni laici sono chiamati ad essere associati in modo particolare alle attività dei vescovi, dei sacerdoti e dei diaconi, o ad esercitare taluni compiti pastorali o ministeriali in maniera stabile. Quando c'è scarsità di clero, questo aspetto del ministero laicale è particolarmente provvidenziale. Già tutti i laici sono permanentemente designati da Cristo stesso al servizio del suo Vangelo nell'unità della sua Chiesa. La Chiesa si rallegra quando clero, religiosi e laici lavorano insieme, ciascun gruppo secondo la sua specifica chiamata, per dare al mondo la testimonianza unitaria di una comune missione: la missione di Cristo.
7. C'è così tanto da fare. Ci sono interi settori della vita umana che sembrano sfuggire ad ogni influenza etica o religiosa. In questa situazione, ci viene alla mente Gesù: "Vedendo le folle, ne senti compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore. Allora disse ai suoi discepoli: "La messe è molta ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!"" (Mt 9,36-37). Il vero discepolo è bramoso di annunciare Cristo con la parola, sia ai non credenti, per attirarli alla fede, sia ai fedeli, per istruirli, rinvigorirli e spingerli a una vita cristiana più fervente (cfr. AA 6). C'è veramente un urgente bisogno nella Chiesa di oggi di più numerosi laici impegnati nell'insegnare ai giovani la dottrina cristiana.
La verità dei bisogni umani richiede una diversificazione di risposte da parte della Chiesa. La Chiesa è una, come lo è il suo Vangelo di salvezza e la sua Eucaristia, ma essa conta sulla sollecitudine dei suoi membri per scoprire modi efficaci di affrontare i nuovi problemi e i nuovi bisogni. Paolo VI ha chiaramente delineato il quadro della Chiesa: "Non senza provare nel nostro intimo una grande gioia, osserviamo una legione di pastori, di religiosi e di laici i quali, appassionati della loro missione evangelizzatrice, cercano modi sempre più adatti di annunziare efficacemente il Vangelo" (EN 73).
8. Sappiamo che il fondamento e la fecondità di ogni apostolato e ministero della Chiesa dipende dalla nostra vissuta unione con Cristo nostro Signore e Maestro.
Questa vita di intima unione con Cristo è mantenuta e alimentata dalla preghiera.
Nel vero senso della parola possiamo dire che l'apostolato è il manifestarsi dell'amore di Gesù per gli altri dal di dentro di noi stessi. Tuttavia, senza quella unione con Cristo che è alimentata per mezzo della preghiera, il nostro vigore illanguidisce, perdiamo fervore e corriamo il rischio di diventare "un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna" (1Co 13,1).
Inoltre, ogni ministero richiede il sostegno di tutta la comunità cristiana, specialmente mediante la nostra perseveranza nella preghiera l'uno per l'altro. Quanto abbiamo bisogno di pregare gli uni per gli altri! Quanto apprezzo e sento il bisogno delle vostre preghiere! Quanto i vostri vescovi, sacerdoti e diaconi fanno assegnamento sul sostegno delle vostre preghiere! Essi sanno quanto voi contribuite al bene di tutta la Chiesa, quanto voi fate per promuovere la missione salvifica della Chiesa verso il mondo.
9. Di questa vita spirituale apostolica troviamo un modello nell'umile Vergine di Nazaret, la Madre di Gesù, la Regina degli apostoli. Il Concilio Vaticano II dice di lei: "Mentre viveva sulla terra una vita comune a tutti, piena di sollecitudine familiare e di lavoro, era sempre intimamente unita al figlio suo e coopero in modo del tutto singolare all'opera del Salvatore; ora, poi, assunta in cielo, "con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo ai pericoli e affanni fino a che non siamo condotti nella patria beata"" (AA 4).
10. Fratelli e sorelle, rendete grazie a Dio per la possibilità che egli vi dà di servire Cristo e la sua Chiesa. Servite con gratitudine e con gioia! Ringraziate Dio per la fede che avete ricevuto nelle vostre famiglie e nelle vostre comunità, e che si è diffusa ovunque nel vostro Paese, e anche attraverso il mondo.
Ringraziate Dio per tutti coloro che lo hanno servito prima di voi, per tutti coloro che hanno annunciato il Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo lungo queste spiagge dell'Atlantico. Ringraziate Dio per i vostri genitori, i vostri educatori e i vostri pastori che sono stati i primi ad iniziarvi al Vangelo! Come un servitore di Cristo che ama voi tutti, vi esorto vivamente, miei compagni nella fede, pellegrini con me in questo viaggio verso il Padre, ad ascoltare le parole che san Pietro scriveva alla prima comunità cristiana: "Ciascuno viva secondo la grazia ricevuta, mettendola a servizio degli altri, come buoni amministratori di una multiforme grazia di Dio. Chi parla, lo faccia con parole di Dio; chi esercita un ufficio, lo compia con l'energia ricevuta da Dio, perché in tutto venga glorificato Dio per mezzo di Gesù Cristo, al quale appartiene la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen" (1P 4,10-11).
Data: 1984-09-13 Data estesa: Giovedi 13 Settembre 1984
GPII 1984 Insegnamenti - Celebrazione mariana in cattedrale - Moncton (Canada)