GPII 1987 Insegnamenti - Omelia all celebrazione dei vespri dinanzi alla Cattedrale nella "Domplatz" - Münster (Repubblica Federale di Germania)
Titolo: Il Cardinale Clemens-August von Galen visse ciò che predicava
Cari fratelli e sorelle! 1. Continuiamo ora la celebrazione dei vespri in comunione davanti al vostro magnifico Duomo. Questo venerabile Paulusdom, davanti al quale siamo riuniti come fedeli di Cristo, è assai prezioso per la sua architettura artistica con le sue imponenti torri ed archi. Colui che ebbe la forza di erigere una simile costruzione sia in onore di Dio che come patria spirituale per gli uomini, deve essere stato egli stesso un uomo forte, coscienzioso e pio, mosso da profonde convinzioni. Da millenni la fede cattolica viene proclamata da questo luogo agli uomini del Münsterland.
Molti dei vostri Vescovi e sacerdoti hanno trovato qui la loro ultima dimora dopo aver di volta in volta portato e predicato agli uomini, con le parole e le azioni, la buona novella di Gesù Cristo, nostro Signore e Redentore. Tra questi, spicca in particolare la figura del vostro indimenticabile Vescovo e Cardinale Clemens-August von Galen, di cui tra poco saro onorato di visitare la tomba.
Poco fa, quando sentimmo la lettura della Seconda lettera dell'apostolo Paolo al suo discepolo Timoteo, ho avuto la sensazione che il Vescovo Clemens August si rivolgesse nuovamente a noi: Vi imploro in nome di Dio e di Gesù Cristo: annunciate il Verbo; fatevene garanti se lo si voglia ascoltare oppure no! Difendete la buona causa! Siate fedeli! (cfr. 2Tm 4,1-7).
Lo stesso Cardinale von Galen ha annunciato senza timore la parola divina. Allo stesso tempo pero visse quello che predicava. La sua vita fu una testimonianza per il Vangelo di Gesù Cristo. Il periodo della sua vita donatagli da Dio, lo mise al servizio del suo Signore e Maestro e dei credenti a lui affidati. Come 70° successore dei Vescovi fondatori di san Ludgerus, prese qui a Münster il pastorale e guido coraggiosamente la sua diocesi in un periodo buio per la Germania, un periodo in cui persone arroganti e senza Dio, si eressero a giudici della vita dell'uomo, e a questo seguirono il sangue, la morte e la distruzione.
2. Il Vescovo Clemens August fu uomo di fede. Credeva fermamente nella fede della santa Chiesa. Come le querce della vostra terra restano salde e profondamente radicate nel terreno, durante una tempesta, così il vostro supremo pastore resto saldo nelle tempeste della storia del suo tempo.
La fede: non è l'ultima nuova che oggi fa notizia e domani è già dimenticata. La fede non è un insegnamento che ognuno può adattare ai propri bisogni e secondo il momento. Non è una nostra invenzione o una nostra creazione.
La fede è il grande dono divino che Gesù Cristo ha fatto alla Chiesa. Nella Lettera ai Romani, Paolo dice: "La fede dipende dunque dalla predicazione e la predicazione a sua volta si attua per la parola di Cristo" (10,17). Il credente trova il suo fondamento in Gesù Cristo, che continua a vivere nella sua Chiesa attraverso i secoli fino al giorno del giudizio.
Lo stesso apostolo Paolo sottolinea: "Io ho infatti ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso" (1Co 11,23). "Quello che hanno ricevuto dai padri lo hanno trasmesso ai figli", dirà più tardi sant'Agostino. Infine il Vescovo von Galen scrisse nella sua prima lettera pastorale alla diocesi: "Quello che ho imparato nella casa paterna, voglio mantenerlo fino all'ultimo respiro", e prosegue dicendo: "Riconosco davanti a voi che,... l'obbedienza al Papa, la fiduciosa dedizione alla conduzione della santa Chiesa e alle indicazioni della Santa Sede, dovranno essere per la mia vita privata e per il mio operato per voi, la guida e la mia regola". La fede vive della tradizione della Chiesa. Solo in essa possiamo trovare con sicurezza la verità di Gesù Cristo. Soltanto un ramo vivo dell'albero della comunità ecclesiale trae forza dalle sue radici.
3. Oggi vi esorto a tenere alta la fede della Chiesa. Lo hanno fatto anche le vostre madri ed i vostri padri. Attenetevi alla fede anche voi e trasmettetela successivamente ai vostri figli. E' questa la ragione del mio viaggio pastorale qui da voi: "Vi rendo noto, fratelli, il Vangelo che vi ho annunciato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi" (1Co 15,1).
Senza una salda fede siete privi di sostegno in balia dei mutevoli insegnamenti del tempo. Certamente anche oggi vi sono alcuni ambienti in cui non si accetta più la giusta dottrina e in questi si cercano, secondo i propri desideri, sempre nuovi maestri, che vi lusingheranno, come aveva predetto Paolo.
Non fatevi ingannare. Non date retta ai profeti dell'egoismo, che interpretano in maniera distorta l'evoluzione individuale, che vi propongono una dottrina terrena di salvezza e che vogliono costruire un mondo senza Dio.
Per poter dire credo - io credo, è necessario essere pronti all'abnegazione, a donare se stessi, bisogna anche essere pronti al sacrificio e alla rinuncia e avere un cuore generoso.
Per colui che ha questo coraggio, si dissolvono le tenebre. Colui che crede ha trovato il faro che gli consente un cammino sicuro. Chi crede conosce la direzione, è capace di orientarsi. Chi crede ha trovato la giusta via, e nessuna insensatezza, di nessun falso maestro, lo potrà più fuorviare. Il credente ha un punto di forza e accetta di vivere la vita in maniera degna per un uomo e come piace a Dio. Chi crede può concludere consapevolmente la propria vita e accettare quando Dio lo chiama a sé.
4. Questo tesoro, che è la nostra fede, lo custodiamo in vasi di creta (cfr. 2Co 4,7); spesso è soltanto fragile e debole. Il primo Papa, san Pietro, l'ha dolorosamente provato (cfr. Mt 14,22-33). Magnanimo e pieno di entusiasmo scese dalla barca e si mise a camminare sulle acque poiche il Signore lo aveva chiamato: vieni! E la fede porto Pietro sulle onde e gli abissi. Questo è un esempio per la nostra fede. Il Signore è anche davanti a noi. Guarda ognuno di noi e dice "Vieni". A tale invito incoraggiante il credente non resta indifferente: egli intraprende il cammino e supera tutti gli ostacoli fino a giungere al Signore.
Ma in seguito in quell'occasione anche per Pietro, vennero momenti di paura e dubbio, come anche oggi spesso, succede a noi. Allora Pietro inizio a sprofondare nelle acque. Quando si indebolisce la fede questa non sorregge più.
Cosa fece allora Pietro, il primo Pontefice, quando si trovo in questa situazione? Con tutta la sua forza e parlando con il cuore si rivolse al Signore: "Dio, salvami!". Il Signore tese la sua mano: "Uomo di poca fede, perché disperi?" - una vera crisi spirituale! Eppure il Signore non abbandona colui che implora il suo aiuto.
Signore io credo - credo. Spesso pero si deve aggiungere con franchezza: "Aiutami nella mia incredulità". (Mc 9,24). Il consiglio che vi do è questo: nei momenti di paura e di dubbio, non smettete di pregare: Signore, io credo; aggiungendo anche: aiutami nella mia incredulità! Il Signore non vi abbandonerà, non vi lascerà soccombere nelle tempeste della vostra vita privata e dei problemi del mondo.
5. Fratelli e sorelle! Se oggi vi parlo del Cardinale von Galen lo faccio pensando contemporaneamente anche ai fedeli per i quali era ordinato Vescovo. Il mio pensiero va alle innumerevoli donne e uomini, e ai giovani e agli anziani, che a Oldenburg, nel Münsterland, sul Basso Reno, che insieme al loro Vescovo si professavano per la fede - e la croce. Penso allo stesso modo agli innumerevoli cristiani protestanti impegnati nella loro Chiesa. I dominatori dell'epoca non potevano permettersi di non sentire la voce del pastore supremo di Münster. E non poterono neanche ridurla al silenzio con la forza, grazie all'entusiasmo e all'amore con cui i fedeli si strinsero intorno a lui. Questa fedeltà dei credenti fu il sostegno del Vescovo. Dove si trovava il Vescovo, li c'erano anche i cattolici: con lui, dietro a lui o davanti a lui, uniti sempre nella fede comune.
Senza la fedeltà dei suoi credenti, il Vescovo sarebbe debole; la forza gli proviene dalla profonda comunione tra il pastore ed il gregge.
Anche oggi, la vostra responsabilità è in questa comunione; siatene sempre più certi! E' vero, riconoscersi oggi nella Chiesa non è il modo più comodo per vivere. E' più facile adattarsi e rifugiarsi. Attualmente accettare la fede e viverla significa andare contro corrente. Questa scelta richiede forza e coraggio.
Oggi più che mai, la Chiesa ha bisogno anche del riconoscimento pubblico dei fedeli. Né il Vescovo, né i sacerdoti e diaconi, né i laici impegnati al servizio della Chiesa potrebbero farcela da soli. Soltanto se voi tutti, giovani e anziani, donne e uomini, sarete uniti il messaggio di Cristo potrà attecchire e restare vivo nella sua Chiesa e nel mondo! Aiutatela con la vostra fede, con il vostro impegno, affinché la fede continui a vivere nel vostro paese, ed anche il terzo millennio possa diventare un'epoca cristiana: per la diocesi di Münster, per la Germania, per l'Europa. Unitevi al vostro Vescovo, al Papa, e alla Chiesa di Cristo in tutto il mondo! 6. Dopo la nomina a Cardinale, poco prima della sua morte il Vescovo Clemens-August, pronuncio queste ultime parole: "Come vuole il Signore. Dio vi ricompensi. Protegga la cara patria. Continuate ad operare per lui (Cristo)". E' come se il Cardinale in punto di morte volesse nuovamente riaffermare con queste poche parole, la sua condotta di vita: un totale affidamento alla misericordiosa Provvidenza divina, una gratitudine disinteressata verso tutti coloro che gli erano vicini, una paterna preoccupazione per il popolo tedesco e per la patria che amava così tanto, il suo impegno coraggioso per il regno divino, per il suo mandato quale cristiano e Vescovo.
Continuate a operare per Cristo: questo è il suo testamento, è la missione che affida a tutti coloro a cui sta a cuore il benessere di questo paese e della sua gente, la prosperità terrena ed eterna dei giovani e degli anziani, dei sani e dei malati. Questo è il suo messaggio a tutti quelli che cercano una via per dare un proprio contributo spirituale e religioso alla vitalità del vostro popolo. Continuare a prodigarsi per Cristo affinché la terra sia accogliente e degna dell'uomo, e affinché il regno di Dio si compia in verità e giustizia.
7. Fratelli e sorelle! Oggi ha inizio il mese di maggio. Per buona tradizione cattolica è dedicato particolarmente alla Madre di Dio, Maria. Ornata di fiori e ceri, vediamo davanti a noi la sua immagine come madre dei credenti, come protettrice dei popoli, come regina della pace. "Aiutaci, - Maria, è giunta l'ora - aiutaci, madre misericordiosa!". così pieni di fiducia, preghiamo Maria, che Gesù sulla croce ci ha dato come madre. "Aiutaci, madre misericordiosa". Chissà quante volte in passato i vostri Vescovi, sacerdoti e confratelli hanno pregato in questo modo, in tempi difficili, davanti all'immagine sofferente della Madonna a Telgte, luogo di rifugio spirituale situato davanti alle porte di questa città! Anche noi ci affidiamo con amore filiale alla Madre di nostro Signore.
Colui che si rimette nelle mani di Maria, chi si lascia condurre da lei è ben guidato; questi trova la via della fede, via che Maria ha precedentemente percorso in modo esemplare; questi è pronto per il messaggio di Cristo, il Figlio di lei è nostro fratello; non è mai solo, neanche nella sofferenza e nella morte. Fiducioso e deciso egli può compiere i suoi doveri terreni ed incamminarsi su la via del futuro. Per lui e per tutti i cristiani questo è sempre un futuro in Dio. Che egli sia ringraziato e lodato. Amen.
1987-05-01 Data estesa: Venerdi 1 Maggio 1987
Titolo: Prendo silenziosamente la vostra mano in segno di condivisione e conforto
Testo:
Cari fratelli e sorelle! A tutti voi si rivolge, in occasione della mia breve visita al vostro magnifico Duomo, il mio saluto fraterno. A voi che siete malati, che soffrite nel fisico e nello spirito. E anche a voi che portate la dignità e il peso degli anni.
Ora vorrei stare in silenzio. Vorrei fare soltanto una cosa: prendere silenziosamente la vostra mano nella mia per dimostrarvi che sono tra di voi, che condivido le vostre sofferenze e le vostre preoccupazioni. In questo senso desidero confortarvi ed incoraggiarvi.
Ma vorrei anche parlarvi. Siamo profondamente uniti dalla nostra comune fede in Gesù Cristo, che ha sofferto ed è resuscitato dalla morte. Cristo attraverso la sofferenza e la morte giunse alla resurrezione. Ho letto con molta commozione la frase che avete scritto sulla tomba del vostro Vescovo Clemens August Cardinale von Galen! "Hic expectat resurrectionem mortuorum Augustinus Clemens Cardinalis de Galen". Qui il vostro Cardinale aspetta la resurrezione dai morti. Tutti noi condividiamo questa speranza cristiana. Noi che ancora viviamo, coloro che sono malati e soffrono, gli anziani consapevoli che l'ora del congedo si avvicina sempre più E dalle loro tombe, anche i morti che si sono addormentati in questa speranza.
Tutti noi attendiamo la risurrezione.
In quest'ottica piena di fede possiamo vivere, possiamo addirittura sopportare pazientemente pesanti sofferenze e possiamo morire pieni di fiducia poiché abbiamo la certezza: "In te Domine speravi, non confundar in aeternum" - così come poc'anzi cantava il coro del Duomo. "In te, o Signore, ho sperato, non saro perduto in eterno". Cari fratelli e sorelle sofferenti ed anziani! Sappiate che la Chiesa ha bisogno di voi in modo particolare. Anche il Papa ha bisogno di voi. Tutti abbiamo bisogno della vostra preghiera e del consiglio saggio della vostra età. Abbiamo bisogno del sacrificio delle vostre sofferenze per la Chiesa ed il mondo.
Così, potete fare molto più di altri, che sono sani e idonei al lavoro, per il rinnovamento della Chiesa e la pace nel mondo. Aiutate il Papa, il vostro Vescovo e i sacerdoti. Aiutate la Chiesa e il mondo con le vostre preghiere e con la fiduciosa accettazione del vostro fardello e delle vostre prove.
Allo stesso modo preghiamo per voi e così vi aiutiamo a sopportare con pazienza e fiducia il vostro destino.
Nel primo giorno del mese mariano, vi raccomando particolarmente alla cura amorosa e all'intercessione della Madre di Dio. Allo stesso modo impartisco a voi, di tutto cuore, ai vostri parenti e a tutti quelli che sono pronti ad aiutarvi in nome della solidarietà fraterna, la mia speciale benedizione apostolica.
1987-05-01 Data estesa: Venerdi 1 Maggio 1987
Titolo: Madre della Parola eterna: insegnaci ad andare incontro a Cristo
Testo:
Ave, o Maria, madre del nostro Salvatore madre della Chiesa e madre nostra! Come pellegrino in questo luogo di grazia, Kevelaer, mi unisco alla schiera dei numerosi fedeli, che qui davanti alla tua immagine, hanno cantato la tua lode.
Così si compie anche per mezzo nostro la Parola delle Scritture: "D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata".
Con te noi lodiamo Dio nostro Signore, che guarda la meschinità degli uomini e ha fatto grandi cose per noi con la morte e la resurrezione del suo Figlio.
Insieme a tutti i pellegrini che si uniscono alla mia preghiera mi rivolgo a te nostra speranza e fonte di consolazione.
Maria, consolatrice degli afflitti, prega per noi.
Al tuo amore materno e alla tua intercessione, affido tutti coloro che oggi pieni di fiducia si rivolgono a te.
A te vengono i sani e i fortunati: mantieni viva in loro la gioia e la gratitudine rendili disponibili e caritatevoli verso coloro che soffrono, siano essi lontani o vicini.
A te vengono i malati; ti chiedono la salute dell'anima e del corpo.
Aiutali a sopportare le loro sofferenze; lenisci il loro dolore e concedi loro consolazione e salvezza.
A te è rivolto lo sguardo di coloro che sono soli e abbandonati.
Davanti a te piangono gli afflitti.
Fa' sapere loro che ai piedi della croce sei diventata nostra madre e che soprattutto sei vicina con il tuo amore materno, a coloro che hanno particolarmente bisogno del tuo aiuto.
Davanti a te ci sono i giovani che entrano nella vita.
Guidali come una stella luminosa nelle difficoltà del loro cammino affinché non abbandonino la via della fede.
Davanti a te vi sono i meno giovani: fa' che non si scoraggino, fortificarli nei loro doveri quotidiani e fa che diventino sempre più seguaci del tuo figlio.
Davanti a te vi sono gli anziani che sanno che il loro cammino su questa terra volge al termine.
Con loro preghiamo: santa Maria, mostraci dopo questo esilio, Gesù frutto benedetto del ventre tuo.
O Vergine dolce, soave e misericordiosa alla tua protezione materna affido l'intera Chiesa di questo paese: i Vescovi, i sacerdoti e i religiosi, coloro che sono soli, le famiglie e le parrocchie.
Che tutti i cristiani crescano nella fede, nella speranza e nell'amore.
Fai di loro dei testimoni degni del Figlio tuo, della sua verità liberatrice e del suo amore salvifico, che promette a tutti gli uomini di buona volontà la salvezza eterna.
Madre della Parola eterna, insegnaci ad andare incontro a Cristo; il nostro Signore e Salvatore che ritorna, nella cui santa comunione tu vivi ed intercedi per noi ora, tutti i giorni e in eterno. Amen.
1987-05-02 Data estesa: Sabato 2 Maggio 1987
Titolo: Nei luoghi silenziosi della preghiera mariana si scopre il fulcro autentico della storia dell'uomo
Testo:
"Sancta Maria, consolatrix afflictorum, ora pro nobis".
Santa Maria, consolatrice degli afflitti, Madonna di Kevelaer, prega per noi. Prega per tutti noi qui riuniti nella preghiera del mattino, per le lodi, per la lode di Dio e la lode tua. Prega per tutti coloro che stamane si uniscono a noi attraverso la televisione e la radio, in una grande comunità di preghiera.
Fratelli e sorelle carissimi! 1. Vengo a voi oggi, qui a Kevelaer, con grande gioia. I miei primi passi in questo santuario mi hanno condotto all'immagine miracolosa della Consolatrice degli afflitti. Davanti a questa immagine ho pregato ed ho raccomandato tutti voi e anche me alla speciale protezione della Madonna.
Vengo come pellegrino e in preghiera, nella schiera delle innumerevoli persone che vengono in pellegrinaggio alla Madonna di Kevelaer sin dal 1642. Oggi io stesso dichiaro aperto il periodo di pellegrinaggio di quest'anno. Ora tornerete di nuovo a Kevelear: le grandi processioni, piccoli gruppi e famiglie, pellegrini isolati, persone di ogni classe e condizione sociale. Tutti seguono le orme dei pellegrini attraverso i secoli. Una processione di fede, incessante, ininterrotta, file interminabili di persone che cantano le lodi di Maria. Il canto della fede echeggia attraverso i tempi, attraverso tutti i paesi in tutto il mondo. Risuona in questo tempo terreno e riecheggia nell'eternità di Dio.
I veri centri della storia del mondo e della salvezza non sono le laboriose e attive capitali della politica e dell'economia, del denaro e del potere terreno. I fulcri autentici della storia vanno ricercati nei luoghi silenziosi di preghiera degli uomini. Qui trovano in modo particolarmente pregnante il loro compimento l'incontro del mondo terreno con il mondo ultraterreno, della Chiesa pellegrina sulla terra con la Chiesa eterna e vittoriosa del cielo. Qui avviene qualche cosa di più grande e di più decisivo per la vita e la morte che non nelle grandi capitali, dove si è convinti di avere il polso dei tempi e di manovrare il timone della storia del mondo.
2. Riuniti davanti all'immagine miracolosa della Madonna a Kevelaer, volgiamo oggi lo sguardo a Maria, che porta in braccio il Re del cielo e della terra. Questo incontro con Maria e con suo Figlio è per noi una nuova chiamata, una esortazione ad una presa di coscienza e ad un risveglio spirituale. Questo è il luogo nel quale il messaggio del Vangelo ci viene di nuovo gridato: "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo" (Mc 1,15).
Convertitevi! Ascoltate la novella! Eppure, quale è la parola che gli uomini hanno più spesso sulla bocca oggi? Quale parola definisce più intensamente il pensare e l'agire degli uomini? E' una piccola parola: io! Quale profitto posso trarne io? A cosa mi serve questo? A che cosa mi serve? Ecco le domande che poniamo. Il riferimento all'io nell'uomo domina la vita privata e quella pubblica.
La parola "realizzazione di sè" non è forse una di quelle che ritornano più spesso e più volentieri nella nostra quotidianità? Voglio pensare innanzi tutto a me stesso, sviluppare me stesso.
Eppure nel Vangelo di Cristo si trova la frase: "Se qualcuno vuole venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà" (Mc 8,34). Come può l'uomo prigioniero del suo io comprendere questo messaggio di Cristo e seguirlo? E' incapace di liberarsi e di rinunciare. Non ha tempo per il prossimo e per Dio, non ha pane per gli affamati, non ha posto per chi non ha casa e per chi cerca asilo. Non ha amore.
"Convertitevi e credete al Vangelo!". Apriamoci di nuovo a questo messaggio! 3. Qui al santuario della Madre del Signore udiamo la parola che Maria pronuncio all'annuncio dell'angelo: "Fiat. Avvenga di me quello che tu hai detto". La storia di Maria comincia da qui: dal momento in cui dice tu. Già allora a Nazaret pronuncio quella frase che il Signore stesso ci ha poi insegnato a pregare: "Sia fatta la tua volontà così in cielo come in terra". Maria non si è chiusa in se stessa, non si è rifiutata al messaggio dell'angelo. Ha avuto il coraggio della dedizione; l'umiltà di diventare serva del Signore. Ed ecco, perché Maria si è aperta al tu divino ed ha accolto la sua chiamata, il suo grembo diventa fertile e può partorire Cristo, il Figlio di Dio e redentore della umanità. Perché ha detto si a Dio, diventa madre di un popolo infinitamente grande, madre della Chiesa e anche nostra madre.
Nel nostro incontro odierno dinnanzi alla sua immagine miracolosa Maria ci invita non solo ad invocarla nelle nostre preghiere, ma specialmente a seguire la sua parola e il suo esempio. Dobbiamo avere anche noi il coraggio di dire come Maria tu, di aprire la nostra vita al prossimo ed a Dio! Siate uomini pronti ad essere presenti per gli altri ed a vivere concretamente nell'amore per il prossimo il vostro amore di Dio (cfr. 1Jn 4,20). La nostra apertura al divino tu esige necessariamente il nostro amoroso interesse per i nostri fratelli e le nostre sorelle. Soltanto il fervido servizio del prossimo ci rende capaci di un degno e soddisfacente servizio di Dio.
4. Maria come serva del Signore era pronta ad una dedizione pienamente disinteressata, alla rinuncia e al sacrificio, alla sequela di Cristo fino alla croce. Esige da noi lo stesso atteggiamento e la stessa disponibilità, quando ci indirizza a Cristo e ci chiede: "Fate quello che vi dirà!" (Jn 2,5). Maria non vuole legarci a sé; ci chiama alla sequela di suo Figlio. Ma per diventare veramente suoi discepoli è necessario che - come Cristo stesso c'insegna - distogliamo lo sguardo da noi stessi, ci liberiamo del nostro autocompiacimento e, come Maria, ci rimettiamo interamente a Cristo; dobbiamo seguire la sua verità, che egli stesso ci propone come unica via alla vita vera, eterna.
"Fate quello che vi dirà!" Una sequela così concreta di Cristo esige da noi l'accoglienza fiduciosa della sua parola, la prontezza alla ubbidienza e alla dedizione, l'unione cosciente della nostra libertà alla sua verità, ai suoi comandamenti. Dobbiamo pronunciare il nostro fiat interamente personale sul modello e con l'atteggiamento di Maria: "Avvenga di me quello che tu hai detto".
Oppure pregare come Cristo stesso: "Non come voglio io, ma come vuoi tu!" (Mt 26,39). Soltanto una pronta accettazione di Cristo e del suo messaggio può condurci alla nostra autorealizzazione autentica. può esistere una autorealizzazione autentica solo portando al suo pieno sviluppo l'immagine di Dio posta come fondamento in noi. Prendete come guida sicura a questo traguardo la parola della sacra Scrittura e la dottrina vincolante della Chiesa. Qui a Kevelaer vi raccomando calorosamente anche il prezioso libro della "Imitazione di Cristo" del canonico agostiniano Thomas von Kempen, scritto nella vostra vicina patria molti secoli fa. E' una guida spirituale d'intramontabile valore.
Chiediamo dunque particolarmente l'intercessione e l'aiuto della Madonna sul cammino della nostra sequela di Cristo. Ella ci mostra e ci conduce con mano sicura a Cristo e con lui al Padre. Vi raccomando oggi di nuovo alla sua sollecitudine materna. E vi incoraggio nello stesso tempo ad un più intima venerazione della Madonna; ora nel mese di maggio, che le è consacrato, e poi nell'Anno Mariano che sta per iniziare.
Fratelli e sorelle carissimi! 5. Incominciando le nostre lodi mattutine, vi ho gridato: "Pax vobis!" La pace sia con voi! Ho pronunciato così una parola che esprime un fondamentale anelito di tutti gli uomini: pace; pace nel proprio cuore e pace nel mondo. Nelle Litanie Lauretane riconosciamo Maria "Regina della pace", e le chiediamo il suo aiuto.
Per donare al mondo la pace cui l'umanità anela non bastano le conferenze degli uomini politici; non bastano gli accordi, le politiche di distensione perseguite dagli uomini - per quanto importanti e necessarie esse possano essere. Il mondo travagliato dalle discordie ha bisogno innanzi tutto della pace di Cristo. E questa è più che la pace politica pura e semplice. La pace di Cristo può affermarsi solo laddove gli uomini siano disposti a staccarsi dal peccato. La causa più profonda di ogni dissidio nel mondo è l'abbandono di Dio da parte degli uomini. Chi non vive in pace con Dio può solo difficilmente vivere in pace con il prossimo.
Come lo ha chiaramente sottolineato l'incontro di preghiera di Assisi dello scorso anno, è soprattutto la preghiera che assume importanza nei molteplici sforzi per la pace. La nostra speranza per il futuro dell'umanità ha le sue fondamenta laddove gli uomini lottano per la pace nella preghiera. Qui la nostra umana impotenza si allea con l'onnipotenza di Dio. Qui la misericordia di Dio viene in aiuto della nostra miseria. Qui la Madre di Dio prega con noi e presenta la nostra preghiera per la pace a suo Figlio il quale è venuto, come dice la Scrittura, per annunciare la pace a quelli che erano lontani e a quelli che erano vicini (cfr. Ep 2,17).
6. Quando Maria partori a Betlemme il Redentore del mondo, i cieli si aprirono. Il messaggio degli angeli annuncio ad un mondo sprofondato nelle tenebre: "Gloria a Dio nel più alto dei cieli, e pace in terra agli uomini che egli ama" (Lc 2,14).
Il messaggio della pace è strettamente legato alla chiamata di Maria e al messaggio di salvezza del suo divino Figlio. I grandi messaggi della Madonna al mondo come per esempio ai fanciulli a Fatima - parlano incessantemente di pace e della necessità di conversione degli uomini e dei popoli in Gesù Cristo.
Dopo la seconda guerra mondiale i santuari mariani divennero centri nei quali gli appartenenti a popoli resi ostili dalla guerra si sono di nuovo incontrati per la prima volta: per la preghiera in comune e per la reciproca riconciliazione fu allora creato a Lourdes, dall'allora Vescovo Theas il movimento Pax Christi. In Germania questo stesso movimento è nato qui a Kevelaer. La cappella di Pax Christi nella piazza del santuario lo ricorda in una simbologia impressionante.
7. Per questo motivo vi invito oggi in questo santuario della Madonna, ad un impegno più vigoroso per la pace. La pace è prima di tutto un obbligo morale e si fonda sulla disposizione alla pace di tutti i partecipanti. Come discepoli di Cristo siamo chiamati in modo particolare ad essere pacificatori: superamento delle ingiustizie, rinuncia all'uso della violenza, disponibilità alla comprensione ed anche al reciproco perdono. Ognuno può dare così, un contributo decisivo e interamente personale alla pace tra gli uomini. Impegnatevi per la comprensione dei popoli a livello internazionale, per una progressiva eliminazione delle armi di annientamento e per sforzi congiunti di tutti i popoli in favore della pace e della giustizia nel mondo.
Esaminate nella concreta quotidianità quello che vi viene presentato come "progresso". E' d'obbligo una speciale vigilanza se vogliamo difendere efficacemente la nostra terra e la nostra vita su di essa per il futuro. Infatti nel problema dell'ambiente e della protezione dalle radiazioni, per citare un esempio, non si tratta ormai più da tempo della sola vita degli uomini di oggi. Fa anche di quella delle prossime generazioni. Dobbiamo trarre le conseguenze dei limiti e dei pericoli della crescita. Non possiamo permetterci di fare tutto ciò che saremmo in grado di fare. - Ascesi, autolimitazione, rinuncia - queste antiche richieste della Chiesa diventano improvvisamente di nuovo attuali e moderne; anzi, tanto più vitali per assicurare anche domani la sopravvivenza dell'umanità.
8. Noi presentiamo oggi la preghiera per la pace tra i popoli e per un futuro garantito e degno dell'uomo davanti a Dio, che è un "Dio della pace" (Rm 15,33).
Riponiamo per questo la nostra fiducia nell'intercessione di Maria. Essa ci aiuterà a passare dalla diffidenza alla comprensione, a superare l'odio con l'amore. Ci aiuterà a trasformare l'indifferenza in solidarietà e ad aprire la mente e il cuore gli uni gli altri nella fratellanza universale.
Maria è madre di tutti gli uomini, perché è madre del Figlio di Dio. Dio è veramente uomo e quindi si è fatto fratello di tutti gli uomini. Sopra tutte le razze, le nazioni e gli stati si estende il manto protettore della Madonna. Ciò è particolarmente evidente qui a Kevelaer.
Insieme a me, Vescovo di Roma, vi sono qui credenti dei diversi Länden di Germania. Con noi sono presenti credenti dei Paesi Bassi, del Belgio e del Lussemburgo, di Francia, della Polonia e di molte altre nazioni. Quello che appare sogno e utopia agli occhi di molti, è qui vero e reale: i confini scompaiono. Gli uomini si riuniscono. L'estraneità si dissolve. Ciò che separa scompare. Perché la fede comune degli uomini unisce. Perché ci conduce la comune speranza. Perché ci anima l'amore comune. Qui esiste già l'Europa unita fatta da molti popoli - quell'Europa che gli uomini politici cercano di formare attraverso difficoltà innumerevoli. Qui è l'Europa della fede, che esisteva già nei secoli passati.
Qui nasce la speranza che anche in futuro ciò si possa realizzare.
9. Negli Atti degli Apostoli si racconta che nel Cenacolo tutti perseveravano nella preghiera "insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui" (Ac 1,14). In questa concordia ci troviamo oggi riuniti con Maria davanti alla sua immagine miracolosa di Kevelaer per farci mostrare con la sua parola e il suo esempio, con il suo fiat pronunciato e vissuto, la via verso Cristo, nostra vera vita. Siamo qui per invocare da lei, Regina della pace, la pace per il mondo. Anche in futuro, nelle fatiche e negli impegni della nostra quotidianità, restiamo fermi in questa unanime comunità di preghiera con Maria! Possa il Congresso Internazionale Mariano e Mariologico, che avrà luogo nell'autunno di quest'anno qui a Kevelaer con il tema "Maria, madre dei credenti", dare anche a voi preziosi stimoli per un ulteriore approfondimento della vostra venerazione e per il vostro amore alla Madonna. Allo stesso modo l'Anno Mariano ci aiuterà a prepararci degnamente, con tutta la Chiesa, all'imminente bimillenario della natività del nostro Redentore, affinché sotto la guida e la protezione di Maria il regno di Dio diventi sempre più realtà nel mondo.
Maria diletta con il tuo Figlio, benedici tutti noi! così sia.
1987-05-02 Data estesa: Sabato 2 Maggio 1987
GPII 1987 Insegnamenti - Omelia all celebrazione dei vespri dinanzi alla Cattedrale nella "Domplatz" - Münster (Repubblica Federale di Germania)