GPII 1995 Insegnamenti 141

Ai Presuli di Papua Nuova Guinea e delle Isole Salomone

Titolo: La "plantatio Ecclesiae" è un'opera coraggiosa e richiede paziente saggezza e sforzi eroici

Cari Confratelli Vescovi,

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1. In questo giorno memorabile della Beatificazione del catechista martire Pietro To Rot, è per me una grande gioia rivolgermi a voi ed esprimere il mio affetto nel Signore per ciascuno di voi e per il popolo di Dio affidato alla vostra cura pastorale: "Il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e pace nella fede, perché abbondiate nella speranza per la virtù dello Spirito Santo" (
Rm 15,13).

Insieme a tutta la Chiesa, nella gloriosa Comunione dei Santi, lodiamo Dio, Padre del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo per il dono del nuovo Beato, e confidiamo che questo coraggio di martire ispirerà i cattolici di Papua Nuova Guinea e delle Isole Salomone ad essere sempre più saldi nel professare la fede una, santa, cattolica e apostolica, e ancor più fedeli nel vivere le esigenze del Vangelo.

La Chiesa è "l'edificio di Dio" (1Co 3,9), il cui Architetto è Cristo stesso (cfr. Mt 16,18). Le sue fondamenta, la base della sua durata e della sua solidità, sono Pietro e gli altri Apostoli. Noi, che per disegno divino siamo succeduti nel ministero apostolico, abbiamo l'obbligo di sostenere e migliorare la famiglia di Dio nello Spirito (cfr. CD 1-2). Quali servitori del Vangelo, il nostro compito principale è quello di impegnarci a eccellere per "l'edificazione della comunità" (1Co 14,12). Costruire il Corpo di Cristo nell'amore comporta sia l'evangelizzazione, sia un costante rinnovamento interiore della vita cristiana. Il nostro incontro qui a Port Moresby mi offre l'occasione di incoraggiarvi ad assolvere i compiti che Dio ha posto sulle vostre spalle. Mi permette di sollecitarvi a lavorare insieme in solidarietà sempre maggiore per il bene della Chiesa, in quest'"ora di grazia" che stiamo vivendo all'avvicinarsi del Terzo Millennio Cristiano, "quella nuova primavera di vita cristiana che dovrà essere rivelata dal Grande Giubileo, se i cristiani saranno docili all'azione dello Spirito Santo" (TMA 18).

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2. L'Anno 2000 dalla nascita del Salvatore non è inteso come un'occasione di falso entusiasmo o di irreali aspettative. Anzi, poiché la misura del tempo è ripiena della presenza di Dio (cfr.
TMA 16), esso può rappresentare un'opportunità per consolidare la fede del vostro popolo attraverso un programma intenso di predicazione e di catechesi. Se i cristiani e le loro comunità dovranno crescere più forti nella fede, essi devono maturare nella loro conoscenza di Cristo e dei suoi misteri. Il Catechismo della Chiesa Cattolica può rappresentare un aiuto assai efficace nel presentare la pienezza della dottrina cristiana fedelmente e sistematicamente. Una sana predicazione e catechesi sono i mezzi migliori per aiutare uomini e donne a credere che "Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e, credendo, abbiano la vita nel suo nome" (cfr. Jn 20,31). In ciò, l'eroica figura del Beato Pietro To Rot, catechista e martire, rappresenta un eminente modello.

So che negli ultimi anni c'è stato un influsso di nuovi movimenti religiosi e di sette in questa regione. Essi hanno avuto successo, almeno in parte, perché alcuni aspetti delle loro attività riempiono il vuoto lasciato dalla perdita dei valori e dello stile di vita tradizionali, una perdita che si accompagna ai massicci cambiamenti nella vita economica, politica e sociale che si verificano in tutta la Melanesia. Vi sollecito a proseguire nei vostri sforzi pastorali per affrontare questa sfida. La migliore e più adeguata risposta consiste nel far si che ogni cattolico battezzato sia in grado di recepire con attenzione l'esortazione della Prima Lettera di Pietro: "Siate pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi la ragione della speranza che è in voi" (1P 3,15).

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3. Nel momento presente e nei decenni a venire, la Chiesa in Melanesia passerà da una Chiesa prevalentemente missionaria, ad una Chiesa sempre più indigena. Questo è il normale modello dello sviluppo della vita ecclesiale, e nella vita di ciascuna Chiesa particolare rappresenta un momento molto delicato. La plantatio Ecclesiae è l'opera di coraggiosi e generosi missionari - uomini e donne - che gradualmente preparano la comunità, e soprattutto le famiglie cristiane, a produrre quei sacerdoti, quei religiosi e quei laici di cui la Chiesa ha bisogno.

In tal modo la Chiesa si radica saldamente nella vita e nella cultura di un popolo. Questo è un processo lungo e delicato, che ha bisogno di paziente saggezza e di sforzi eroici. Nel ringraziare Dio per i missionari, soprattutto i membri delle Comunità Religiose, che hanno lavorato e continuano a operare con tanta abnegazione in questa parte del mondo, tutti voi comprendete che il sostegno ai sacerdoti e ai religiosi che vengono dall'estero sarà necessario per lungo tempo a venire. Attraverso di voi quindi lancio un appello alle Congregazioni che hanno dei membri nelle vostre Chiese locali, affinché facciano tutto il possibile per mantenere e se possibile aumentare questa presenza.

Sono consapevole delle difficili situazioni in cui voi e i vostri sacerdoti esercitate il vostro ministero. In questo contesto desidero incoraggiarvi a rimanere vicini ai vostri sacerdoti, aiutandoli a "rinnovare la fiamma del dono di Dio" (cfr.
1Tm 1,6), che hanno ricevuto all'Ordinazione. E' necessaria una formazione permanente intellettuale, spirituale e pastorale, affinché i sacerdoti possano rendere il loro servizio pastorale al popolo di Dio.

Questo sostegno è di particolare importanza durante i primi anni di vita sacerdotale. In questi "anni decisivi" i giovani sacerdoti "dovranno poter fruire del rapporto personale con il proprio Vescovo e con un saggio padre spirituale; di momenti di riposo, di meditazione, di ritiro mensile" (Congregazione per il Clero, ).

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4. Mentre la plantatio Ecclesiae procede e gli Istitui di Vita Consacrata passano a una nuova fase, la loro preghiera, la loro fedele osservanza dei consigli evangelici e la loro vita fraterna diventano sempre più un requisito per la testimonianza ecclesiale alla santità. Nelle Chiese particolari, uomini e donne consacrate devono essere stimati sempre di più per ciò che sono, piuttosto che per quel che fanno! Quando la società presenta segni di frammentazione e alcuni aspetti del consumismo e del materialismo provocano un declino dei valori tradizionali, i Religiosi devono rinnovarsi alla luce del carisma particolare dei loro Fondatori e Fondatrici, un carisma ricevuto da Dio e approvato dalla Chiesa (cfr. Redemptionis Donum, 15). Soltanto in questo modo la loro testimonianza sarà veramente profetica, un costante esempio della presenza del Regno di Dio nel mondo.

In modo speciale vi sollecito a sviluppare la maturità spirituale ed ecclesiale delle donne consacrate, riconoscendo e promuovendo il loro specifico contributo alla vita e alla missione della Chiesa. In molti casi è attraverso le loro attività, svolte a stretto contatto con la gente, che la Chiesa viene avvertita come presenza amorevole e il Vangelo si incorpora autenticamente nel tessuto di una data società, villaggio o comunità. Affinché questa forma di "inculturazione", che eleva e trasforma, possa dare risultati positivi, le stesse Religiose hanno bisogno di sviluppare una vita spirituale realmente incentrata in Cristo, come pure uno studio serio e meditato delle Sacre Scritture e la conoscenza degli insegnamenti del Magistero.

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5. Si, in molti e diversi modi lo Spirito Santo continua a costruire la Chiesa come "tempio del Dio vivente" (
2Co 6,16)! Uno dei principali canali per una profonda e penetrante inculturazione del Vangelo in una società è la famiglia cristiana, il nucleo fondamentale della "famiglia della fede" (cfr. Ga 6,10). Le deliberazioni e le pubblicazioni della vostra Conferenza mostrano che avete assunto il rafforzamento della vita familiare come una delle vostre priorità pastorali. Poiché questa comunità fondamentale di persone non è fatta dall'uomo, bensi originata "al principio, alle origini stesse della creazione" (cfr. Lettera alle Famiglie, 2 febbraio 1994, LF 18), la famiglia deve sempre essere aiutata a crescere al livello del piano originario del Creatore: "l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno una sola carne" (Gn 2,24).

Nel Beato Pietro To Rot i fedeli hanno un maestro della santità del matrimonio e della famiglia, che ha confermato la sua predicazione con il sangue.

Era un marito devoto che ha vissuto profeticamente il comando del Vangelo per cui gli sposi sono "sottomessi gli uni agli altri nel timore di Cristo" (Ep 5,21) (cfr. MD 24). Era un padre amorevole che "onorava" i suoi figli (cfr. LF 15). La morte del Beato Pietro è stata decisa soprattutto per la sua inflessibile difesa della dignità sacramentale del matrimonio. Che i fedeli possano sempre udire nel vostro insegnamento un'eco della voce del Redentore nei vostri appelli a sposarsi sacramentalmente "nel Signore" (1Co 7,39), mentre ricordate i valori della fedeltà e dell'amore reciproco, e mentre invitate gli sposi a vivere la piena verità della castità coniugale. Ciò è tanto più importante poiché il matrimonio per i battezzati è stato elevato a dignità di sacramento.

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6. Cari Confratelli nell'Episcopato, grato per "la vostra cooperazione alla diffusione del Vangelo" (
Ph 1,5), vi assicuro il mio fraterno sostegno. Prego per voi e per i vostri collaboratori nel Signore. Attraverso la grazia divina e la protezione materna di Maria, state costruendo la Chiesa in Papua Nuova Guinea e nelle Isole Salomone, formandola in una degna abitazione per Dio. Che Dio benedica abbondantemente il vostro ministero.

Con affetto impartisco la mia Benedizione Apostolica come pegno di gioia e conforto in Cristo Signore.

Data: 1995-01-17 Data estesa: Martedi 17 Gennaio 1995

L'arrivo: il Santo Padre durante la cerimonia di benvenuto - Sydney

Titolo: L'onore che la Chiesa renderà a Madre MacKillop è un riconoscimento all'Australia e alla sua gente

Sua Eccellenza il Governatore Generale, Signor Primo Ministro, Sua Eminenza, Miei Fratelli Vescovi, Cari amici australiani,

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1. Con grande gioia e stima saluto tutti voi, profondamente grato a Dio che mi ha permesso di visitare ancora una volta l'amata Australia. Ringrazio lei, Eccellenza, per essere venuto personalmente a salutarmi. Le sono grato, signor Primo Ministro, per le sue cordiali parole che mi ha rivolto a nome del governo e del popolo. Saluto vivamente tutti i presenti e tutti coloro che mi stanno ascoltando alla radio o alla televisione.

Al caro Cardinale Clancy ed ai miei Fratelli Vescovi rinnovo l'espressione del mio affetto fraterno nel Signore. Sono molto lieto di poter celebrare ancora una volta con la comunità cattolica australiana i misteri della nostra fede e la speranza di salvezza che ci unisce nel nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. Sono veramente lieto del fatto che la prima beatificazione di un cittadino e una donna australiana possa aver luogo proprio qui, nell'amata terra di Madre Mary MacKillop.

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2. Sebbene questa volta la mia visita debba essere breve, sono sicuro che sarà un'intensa esperienza di preghiera, di dialogo e di gioia condivisa, così come è stata la mia visita precedente del 1986. Allora sono riuscito a recarmi in tutti gli stati e territori australiani. Ricordo l'immensità del territorio, i suoi tratti maestosi e le sue bellezze naturali, le vostre città moderne, la ricca varietà della vostra gente e i segni impressionanti della loro energia ed iniziativa. Dai primi abitanti ai più recenti immigranti, fra giovani e anziani, fra genitori con le loro famiglie, ho avuto il privilegio di scoprire il più prezioso dei vostri tesori nazionali: il popolo australiano stesso, con tutta la sua creatività e la sua determinazione.

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3. I frutti abbondanti che questa eredità può produrre quando è illuminata da una profonda fede in Dio sono evidenti nell'esempio di una donna australiana straordinaria: Madre Mary MacKillop. Mary MacKillop ha personificato il meglio del vostro Paese e della sua gente: autentica apertura verso gli altri, ospitalità per gli stranieri, generosità verso i bisognosi, giustizia per coloro che vengono trattati ingiustamente, perseveranza di fronte alle avversità, disponibilità ed aiuto ai sofferenti. Prego affinché il suo esempio ispiri molti australiani ad essere orgogliosi della loro eredità cristiana e a lavorare per una società migliore per tutti. Faranno ciò agendo con coraggio ed impegno ovunque vi sia povertà o ingiustizia, ovunque una vita innocente sia minacciata o la dignità umana sia sminuita.

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4. Negli anni trascorsi dalla mia ultima visita sono cambiate molte cose nel mondo, e molto è cambiato anche in Australia. A livello internazionale, la caduta del totalitarismo basato sull'ideologia e il calo di tensioni politiche e militari tra i blocchi, sono indubbiamente gli eventi più notevoli. Inoltre, i benefici che si potevano aspettare da tali trasformazioni sono ancora lontani e nuove fonti di tensione e di conflitto si stanno verificando. Come molti altri Paesi sviluppati, anche l'Australia deve affrontare sfide economiche e sociali, alle quali sta rispondendo. Ma molta gente, soprattutto i poveri e gli emarginati, hanno ancora bisogno dell'aiuto della società.

C'è una crisi culturale e spirituale che lascia confusi molti, soprattutto i giovani, circa il significato della propria vita e i valori che darebbero un senso e un orientamento ai loro sforzi.

Al centro della cultura moderna c'è un crescente senso di bisogno del rinnovamento morale e spirituale: il bisogno di un nuovo atteggiamento, un atteggiametno in cui la gente conti più delle cose, e la dignità umana abbia la precedenza sull'interesse materiale.

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5. Cari amici australiani, la vostra Mary MacKillop offre la chiave di tale rinnovamento: Ella è stata una donna coraggiosa che ha messo il benessere materiale e spirituale degli altri dinanzi ad ogni ambizione o tornaconto personali. L'onore che la Chiesa renderà a Madre Mary MacKillop beatificandola è in un certo senso un onore reso all'Australia ed alla sua gente. E' anche un invito: un invito all'intera società a mostrare l'amore genuino e la sollecitudine autentica per tutti coloro che sono oppressi dai fardelli della vita. Oso dire che la vostra risposta determinerà enormemente il tipo di società che tramanderete alle future generazioni in questa grande terra di promessa.

E ora consentitemi di rivolgere i miei pensieri e le mie preghiere al Giappone, alle numerose vittime del terremoto di ieri. Preghiamo per loro e possa Dio dare forza e coraggio a tutte le persone colpite e a tutti coloro che sono dediti all'opera di soccorso. Grazie.

Ancora grazie a tutti per l'accoglienza.

Dio benedica l'amato popolo australiano.

Dio benedica la vostra splendida terra! Grazie.

Data: 1995-01-18 Data estesa: Mercoledi 18 Gennaio 1995

Alla popolazione: l'incontro nel "Sydney Domain", un parco vicino alla "St. Mary's Cathedral" - Sydney

Titolo: In un mondo sempre più minacciato da atteggiamenti razzisti continuate ad essere saldamente ancorati agli ideali di solidarietà

Cari amici australiani, buona sera

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1. Come potete vedere, sono ancora una volta qui in Australia. Negli ultimi mesi alcune persone si sono chieste se sarei stato in grado di venire. Tuttavia la Divina Provvidenza mi ha permesso di effettuare questo pellegrinaggio, che mi ha già portato a Manila nelle Filippine per la Giornata Mondiale della Gioventù e per il Quarto Centenario della presenza istituzionalizzata della Chiesa in quelle isole. Come potete vedere i giovani sono molto forti! Essi hanno spinto il Papa a venire non solo nelle Filippine ma anche in Australia! Poi ho avuto la gioia di recarmi a Port Moresby in Papua Nuova Guinea per la Beatificazione di Pietro To Rot, un catechista che ha dato la sua vita per la fede in un campo di prigionia, poco prima della fine della Seconda Guerra Mondiale. Ora eccomi a Sidney per la Beatificazione di Madre Mary MacKillop. Da qui mi rechero a Colombo per un'altra Beatificazione, quella di Padre Joseph Vaz, il grande missionario dello Sri Lanka.

Finché Dio lo permetterà io dovro continuare ad adempiere il ministero di Pietro: professare che Gesù Cristo è il Messia e il Signore (cfr.
Mt 16,16) e confermare i miei fratelli e le mie sorelle nella fede vera (cfr. Lc 22,32).

Sono grato a tutti voi per il gentile e cordiale benvenuto che mi avete riservato questa sera. Ringrazio in particolare il Primo Ministro del Nuovo Galles del Sud e tutte le autorità locali, federali e statali. Sono lieto di essere con il Cardinale Clancy, gli altri miei Fratelli Vescovi, e così tanti sacerdoti, religiosi e laici della Chiesa a Sydney e di altre parti di questa vasta terra, non so se basta dire "questa vostra terra". E' un continente! Il più piccolo, ma un continente! Con le parole del Nuovo Testamento vi saluto tutti: "Grazia e pace sia concessa a voi in abbondanza" (2P 1,2). Le parole di San Pietro.

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2. Qui, nel territorio di Sidney, siamo circondati da impressionanti simboli dell'Australia moderna, strabilianti costruzioni che sono come monumenti alla benedizione che Dio Onnipotente ha profuso sul vostro Paese. Tutti ci ricordiamo che l'arte, la scienza, il governo e la religione hanno contribuito alla formazione della società creativa e vigorosa che si è sviluppata nel vostro Paese.

Per i credenti queste opere dell'uomo rievocano una realtà più profonda, più misteriosa: il fatto che noi stessi siamo le pietre viventi che Dio sceglie per costruire il suo Regno tra noi. Egli desidera far uso di ognuno di noi in modo che il mondo venga riedificato nella giustizia e nella pace.

Avete appena assistito ad una rappresentazione che ha illustrato la vita e l'opera di Mary MacKillop, Madre Maria della Croce. Essa rappresenta un esempio eminente di come Dio usi una persona, ogni persona che realmente voglia essere uno strumento di Dio, per cambiare le cose in meglio, e per portare la luce e la speranza nel cuore umano. La sua storia, la storia di Mary MacKillop, esorta tutti voi Australiani ad un rinnovamento personale e sociale radicale, chiamandovi ad abbracciare e a vivere la speranza che è nostra in Cristo Gesù (cfr. P 1,3). Mary MacKillop ha consacrato tutto il suo essere a Dio, e rispondendo alla richiesta della sua vocazione religiosa ha cercato ogni giorno di obbedire al primo di tutti i Comandamenti: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente"; e al secondo comandamento che è come il primo: "Amerai il prossimo tuo come te stesso" (
Mt 22,37-39). Poiché l'amore di Dio infiammo il suo cuore, ella difese tenacemente i deboli, i poveri, i sofferenti e tutti coloro che vivevano ai margini della società. Lavoro per assistere le donne e le famiglie in disgrazia e per sradicare l'ignoranza tra i giovani. Con una volontà risoluta e un cuore misericordioso scorse in ognuno dei suoi fratelli e delle sue sorelle l'immagine e la somiglianza di Dio; vide in ogni individuo un'anima inestimabile per la quale Cristo aveva versato il suo Preziosissimo Sangue. In lei, le persone reiette, non amate ed emarginate dalla società trovarono conforto e forza. Attraverso il suo lavoro divento una potente fonte di ispirazione per altre donne come lei, e dalla loro esperienza condivisa nacque la Congregazione delle Sorelle di San Giuseppe. La fede e l'impegno di Mary MacKillop sono diventati una parte della vostra eredità australiana: una fede immersa nella conoscenza di Dio, una speranza piena della presenza di Cristo, un amore espresso dall'altruismo di un cuore sincero e indiviso.

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3. L'Australia ha bisogno del tipo di impegno di cui Mary MacKillop è un esempio così significativo. Considerate la storia del vostro Paese: l'Australia attuale è sorta da uomini e donne provenienti da ogni parte del globo, che sono approdati sulle vostre sponde in cerca di una vita migliore o in cerca di libertà, giustizia e tolleranza. Di conseguenza, la vostra è una società di varietà multi-culturale.

In un mondo in cui l'unità è sempre più minacciata dalla rivalità etnica e da atteggiamenti razzisti, dovete continuare ad essere saldamente ancorati agli ideali di armonia e di solidarietà, basati sul rispetto della dignità inalienabile di ogni essere umano, senza eccezioni.

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4. Sono felice di avere incontrato qui, stasera, i rappresentanti delle varie Chiese cristiane e delle Comunità ecclesiali presenti in Australia. All'inizio di questa settimana di Preghiera per l'Unità Cristiana, quando i seguaci di Cristo nel mondo implorano lo Spirito Santo per il dono della riconciliazione e dell'unità, uniamo le nostre speranze e le nostre preghiere per la grazia e la saggezza necessarie a superare le divisioni del passato, che hanno portato a incomprensioni e sfiducia reciproche. Vi incoraggio nel vostro impegno per un dialogo ecumenico autentico, così come riconfermo lo stesso impegno da parte della Chiesa Cattolica, nella certa speranza che un giorno la preghiera di Cristo in occasione dell'Ultima Cena diventi una realtà: "perché tutti siano una cosa sola" (cfr.
Jn 17,21).

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5. Cari Fratelli e Sorelle, nello splendido scenario dei progressi moderni che ci circonda nel Territorio di Sidney, ricordo semplicemente che ognuno di noi è chiamato ad essere una parte, una unica ed indispensabile parte di una struttura che è di gran lunga più grande di qualsiasi cosa possiamo vedere qui. Dio che ha creato tutte le cose per comunicare il suo amore e la sua saggezza è infinitamente più esperto di quanto possa mai esserlo qualsiasi costruttore umano: cercate di essere volenterosi strumenti nelle sue mani. Guardate l'esempio di una delle vostre donne eroiche, la santa figlia della Chiesa, Mary MacKillop. Possa ella far sorgere in ognuno di voi il desiderio di essere creazione di Dio. Prego ardentemente affinché anche oggi la Chiesa australiana ispiri, incoraggi e guidi con la luce del Vangelo la costruzione di una nazione la cui storia sia, il più possibile, profondamente segnata dall'amore di Dio e del prossimo.

Dio benedica il popolo di Sidney e del Nuovo Galles del Sud! Dio benedica l'Australia! Dio benedica il Commonwealth dell'Australia! E' tutto per oggi! A domani!

Data: 1995-01-18 Data estesa: Mercoledi 18 Gennaio 1995

Omelia: la liturgia delle Lodi con le Suore di San Giuseppe del Sacro Cuore di Gesù nella "St. Mary's Cathedral" - Sydney

Titolo: Il mondo ha bisogno della testimonianza di santità e di integrità morale della consacrazione religiosa

Eminenza, Care Sorelle e Amici in Cristo,

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1. "Questo è il giorno fatto dal Signore; rallegriamoci ed esultiamo in esso" (
Ps 118,24). Oggi, per la prima volta un australiano viene elevato agli onori degli altari. "La bontà misericordiosa del nostro Dio" (Lc 1,78) si rifletta sul volto della sua Chiesa in questo continente con la luminosa santità della vostra fondatrice e tramite: Madre Maria MacKillop. Ringrazio vivamente tutte voi: le Suore di San Giuseppe del Sacro Cuore, le Suore Federate di San Giuseppe, le Suore Giuseppine Associate in Missione, e i membri della vasta famiglia dei Giuseppini.

Molti di voi sono arrivati da lontano - dalle aree più remote dell'Australia, dalla Cambogia, dall'Irlanda, dalla Nuova Zelanda e dal Perù - per la beatificazione di Madre Maria della Croce. Siamo qui riuniti a Sydney per venerare ed invocare l'intercessione di questa fervente e valorosa donna che il Signore ha reso: "santa, immacolata e irreprensibile al suo cospetto" (cfr. Col 1,22). "La sovrana Grazia" di Dio, di santità e di amore si si è manifestata nella vita di Madre Maria, e questo è il principale motivo della nostra gioia. La beatificazione di Mary MacKillop ci ricorda che tutti gli sforzi per rinnovare il volto della terra (cfr. Ps 104,30) sono vani se non sono basati sul dono di una nuova ed abbondante vita attraverso la quale una persona "è portata in una realtà soprannaturale della vita divina stessa e diventa la 'dimora dello Spirito Santo', tempio vivente di Dio" (DEV 58)

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2. Cari amici: Mary MacKillop non può essere capita se non si fa riferimento alla sua vocazione religiosa. Il recente Sinodo dei Vescovi sulla vita consacrata ha riflettuto su molte questioni riguardanti la consacrazione stessa. Ciò che è emerso chiaramente dai dibattiti del Sinodo è il fatto che la vita consacrata è una vocazione specifica, da non confondere con altri tipi di impegno e dedizione all'apostolato. La gente guarda i religiosi che percorrono il cammino della vita con loro, come a coloro che sono saggi secondo i criteri di Dio. Madre Maria della Croce non ha solo liberato la gente dall'ignoranza attraverso la scolarizzazione, o alleviato le loro sofferenze grazie alla sua compassione. Ha lavorato per soddisfare il loro profondo, sebbene talvolta inconscio, desiderio per "le imperscrutabili ricchezze di Cristo" (
Ep 3,8).

Attraverso la Morte e Risurrezione redentrici di Cristo, il Regno di Dio si sta radicando nella storia - e voi vi state prendendo cura della sua crescita.

Nella misura in cui rendete "la contemplazione delle cose divine e l'unione assidua con Dio nella preghiera" la vostra principale responsabilità (cfr. CIC 683,1) - diventate gli artefici principali della trasformazione più profonda della società. Il Signore vi ha consacrati "per portare il lieto annunzio ai poveri" (Is 61,1). Il mondo, ingannato da false promesse, ha bisogno della particolare e visibile testimonianza di santità e d'integrità morale della consacrazione religiosa. Il popolo di Dio è aiutato e sorretto più da ciò che voi siete che da ciò che voi fate. Ha bisogno di riscontrare nella vostra vita i valori della fedeltà alla vita sacramentale e liturgica della Chiesa, la preghiera personale incentrata su Cristo e sulla vita Trinitaria di Dio, una vita comune semplice e gioiosa, amore preferenziale per i più poveri, libertà nell'obbedienza e nella gioia di appartenere sempre a Dio (cfr. Evangelica testificatio, n. 55).

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3. In una parola, quello che la Chiesa e la società vogliono da coloro che abbracciano la vita consacrata è che siano la testimonianza vivente di cosa significa seguire "Gesù Cristo, e questi crocifisso" (
1Co 2,2). Madre Maria della Croce risplende di fronte a noi come una donna straordinaria che ha abbracciato la Croce, non come un fardello o come uno scandalo, ma come il modo più efficace di essere unita al Signore suo Sposo. Una volta scrisse che la Croce è "un dolce e caro strumento nelle mani di un grande e buon Padre che rende i Suoi figli così come qualsiasi Padre ha diritto che i suoi figli siano".

Come la "nuova ed eterna Alleanza" fu stabilita attraverso "il sangue della sua croce" (Col 1,20), così anche la professione dei consigli evangelici consiste nel fare un dono sacrificale e totale di sé a Dio in una nuova consacrazione (cfr. Redemptionis donum, n.7). Questa "consacrazione speciale", che comporta un carisma originale, permette alla persona di raggiungere le vette dell'amore: un amore completo, dedicato a Cristo sotto l'impulso dello Spirito Santo e, attraverso Cristo, offerto al Padre. Con la professione dei consigli si proclama che Cristo deve essere amato con un cuore indiviso (cfr. 1Co 7,34), abbracciato come vostro inestimabile tesoro (cfr. Mt 6,21) e venerato come unico Signore (cfr. Ep 4,5). La libertà interiore e l'autentica maturità spirituale sono le eredità benedette di coloro che "hanno dato la vita" per la causa di Dio (cfr. Mt 16,25).

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4. Tra le pressanti questioni che il Popolo di Dio in Australia deve affrontare, c'è la necessità di comprendere la dignità e la missione della donna, nella famiglia, nella società e nella Chiesa, che è fedele alla "verità del Vangelo" (
Ga 2,14). Un'autentica teologia della donna, basata su una antropologia rivelata nel mistero della Creazione e della Redenzione, rivela la femminile "originalità" ed il particolare "genio" delle donne (cfr. MD 10 MD 30). Le donne che cercano un autentico concetto cristiano di femminilità possono guardare al ruolo libero ed attivo assunto da Maria di Nazareth, la Vergine Madre del Signore. In lei, tutte le donne possono scoprire "il segreto di vivere la loro femminilità con dignità e di raggiungere la loro vera emancipazione" (cfr. RMA 46).

Deve essere chiaro che la Chiesa è decisamente schierata contro ogni forma di discriminazione che comprometta in qualche modo la pari dignità tra uomo e donna. La totale uguaglianza tra le persone è tuttavia accompagnata da una meravigliosa complementarità. Questa complementarità riguarda non solo il ruolo degli uomini e delle donne, ma anche, e più profondamente, il loro aspetto e il loro significato come persone (cfr. CL 50). Per questo motivo sono convinto che un'antropologia errata è alla base del fallimento della società a comprendere l'insegnamento della Chiesa sul vero ruolo della donna.

Questo ruolo non è sminuito in alcun modo, anzi è valorizzato dall'essere relazionato in modo particolare alla maternità - la fonte di una nuova vita - sia fisica che spirituale. La Chiesa inoltre affronta la sfida di cercare modi nuovi e creativi per riconoscere ed integrare i carismi specifici delle donne, che sono essenziali per l'edificazione del Corpo di Cristo nell'unità e nell'amore.

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5. Ci stiamo preparando a varcare la soglia del terzo millennio cristiano. Per poterlo fare senza timore, i nostri cuori devono essere saldamente uniti a Cristo, "speranza di gloria" (
Col 1,27). L'intera Chiesa, compresi gli istituti religiosi, deve essere ancora più sensibile a tutto quello che lo Spirito dice (cfr. Ap 2,7) poiché il Grande Giubileo è vicino. Con serenità, e fiducia nella misericordia di Dio, gli individui e le comunità sono esortate - come ho scritto nella recente lettera Apostolica che annuncia il Giubileo del 2000 - "a purificarsi, attraverso il pentimento, degli errori passati e dei casi di infedeltà, di inconsistenza e inerzia" (TMA 33).

In questi ultimi anni del nostro secolo, siamo nel periodo del "nuovo Avvento", un periodo di profonda conversione della mente e del cuore, che l'apostolo Paolo ha definito come "una rivoluzione spirituale" (cfr. Ep 4,23).

Quando Madre Maria della Croce mori, lascio alle sue sorelle un messaggio di semplicità e forza evangelica: "Non abbiate paura", ha scritto. "Amatevi l'un l'altra, sostenetevi a vicenda, e lasciatevi guidare in tutta la vostra vita dalla carità". Questo è lo spirito con cui dobbiamo vivere il "nuovo Avvento".

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6. Oggi ti lodiamo, o Dio, per il dono prezioso che ci hai fatto con Madre Maria della Croce. Ti ringraziamo per le meraviglie di santità che hai operato in lei come discepolo di Gesù e fedele figlia della Chiesa. Care sorelle e cari amici: d'ora in poi avrete un potente intercessore dinanzi al trono di Dio nella persona della beata Mary MacKillop. Prego affinché il suo esempio di amore ardente per la Chiesa, il Corpo di Cristo, vi ispiri a servire il Signore con gioia - nei deboli, in coloro che sono straziati dal dolore e negli oppressi. In Mary MacKillop tutti gli australiani hanno un simbolo della fiorente santità in mezzo a loro.

"Rallegriamoci e siamo felici" (
Ps 118,24). Amen.

(Al termine del discorso il Papa ha aggiunto le parole che pubblichiamo in una nostra traduzione italiana:] E sono veramente lieto, veramente lieto di essere tra voi. Vi dico: Pax.

Entrando nella Cattedrale ho incontrato molte di voi sorelle, e ognuna di voi è stata per me motivo di ammirazione per il mistero che portate nei vostri cuori. Il mistero di un nuovo amore. Gesù Cristo vi ha chiamate, ognuna di voi, e a ognuna ha detto: seguimi, sii mia sposa, io sono lo sposo delle anime. Sii mia sposa, mia sposa. Sposami, diventerai madre di tanti figli. E' questo grande mistero che ammiro in ognuna di voi, in ogni sorella e in ogni superiora in ogni sorella religiosa e in ogni superiora religiosa in tutto il mondo.

Sono molto felice di essere qui in mezzo a voi, in questo grande giorno in cui la prima tra voi, Mary MacKillop, verrà beatificata.

Vi ringrazio molto.

Data: 1995-01-19 Data estesa: Giovedi 19 Gennaio 1995


GPII 1995 Insegnamenti 141