GPII 1995 Insegnamenti 209

Angelus: Giovanni Paolo II ricorda i momenti centrali del viaggio apostolico appena conclusosi in Asia e in Oceania

Titolo: "Ho ancora negli occhi e nel cuore l'entusiasmo di milioni di giovani"

Carissimi Fratelli e Sorelle!

210
1. Ho appena concluso il lungo viaggio pastorale in Asia ed Oceania, che ha avuto, come momento culminante, la celebrazione della decima Giornata Mondiale della Gioventù, domenica scorsa, a Manila. Ho ancora negli occhi e nel cuore l'entusiasmo di milioni di giovani delle Filippine e di ogni altra parte del mondo. Insieme hanno offerto una straordinaria testimonianza di fede. Rendiamo grazie per questo al Signore! Vorrei esprimere la mia riconoscenza a tutti coloro che, a vario titolo, hanno collaborato alla buona riuscita di questo pellegrinaggio apostolico, proseguito, dopo Manila, a Port Moresby in Papua Nuova Guinea, a Sydney in Australia e, infine, a Colombo in Sri Lanka.

Ringrazio, inoltre, quanti mi hanno accompagnato con la loro preghiera; soprattutto i giovani che mi hanno seguito da lontano, ma vicini col cuore. Il Signore doni a ciascuno la gioia e il coraggio di "parlare al mondo del suo amore", come hanno cantato i loro coetanei a Manila.

211
2. L'odierna domenica è compresa nell'"Ottavario di preghiera per l'unità dei cristiani", che va dal 18 al 25 gennaio. E' un tempo propizio durante il quale i cristiani - cattolici, ortodossi, protestanti e anglicani - rivolgono una più intensa invocazione al Signore per superare le incomprensioni che ancora esistono tra loro e raggiungere la piena unità.

Questa divisione, scrivevo nella recente Lettera apostolica Tertio Millennio adveniente, è "un problema cruciale per la testimonianza evangelica nel mondo" (
TMA 34). Ne va, infatti, della fedeltà al Signore e della credibilità stessa dell'annuncio della divina salvezza. La fedeltà all'unico Redentore dell'umanità esige l'unità di tutti i cristiani, cioè "la comunione con Dio e tra di noi" (cfr. Jn 15,1-17). Ed è proprio in questi termini che è stato enunciato quest'anno il tema dell'"Ottavario", proposto congiuntamente dal Consiglio ecumenico delle Chiese e, per la Chiesa cattolica, dal Pontificio Consiglio per la promozione dell'Unità dei Cristiani.

212
3. Solo la sincera comunione con Dio genera vera unione tra i cristiani, perché sollecita ogni discepolo ad essere attento e docile nei confronti della volontà dell'unico Maestro. Ciò non può non incidere sulle relazioni dei cristiani tra di loro, giacché la volontà di Gesù è precisa: "Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati" (
Jn 15,12).

Più la comunità cristiana saprà mettere in pratica questo comandamento, più riuscirà efficace la preghiera umile e concorde con la quale essa chiede il dono dell'unità. I contatti fraterni, il dialogo attento alla verità, la costante collaborazione tesa al bene del prossimo sono di indubbio aiuto nel cammino verso il raggiungimento della piena comunione che il Signore sicuramente un giorno realizzerà.

Invochiamo su questo impegno, che non può non essere di ogni battezzato, la materna intercessione di Colei che è incomparabile esempio di fedeltà e di obbedienza, la Vergine Maria, la Theotokos, Madre di Dio e Madre dei cristiani.

(Il Santo Padre ha poi rivolto un accorato appello per la Cecenia:] Si sono levati dalla Cecenia pressanti appelli perché cessi un conflitto che ha già causato centinaia di morti ed ingenti distruzioni, soprattutto a Grozny. La Comunità internazionale segue con via apprensione quanto sta succedendo in quella regione.

Profondamente sensibile a così accorate richieste, mi rivolgo ai responsabili politici perché si adoperino con decisa volontà nel negoziato per superare i contrasti tuttora esistenti e per giungere finalmente ad una pace giusta e durevole. Rivolgo un invito particolare alla Comunità cattolica, perché, attraverso la rete delle sue organizzazioni umanitarie, venga in aiuto di quelle popolazioni tanto duramente provate.

(Giovanni Paolo II ha indirizzato un particolare saluto ai pellegrini giunti dalla Spagna:] Desidero ora salutare cordialmente le Comunità Neocatecumenali spagnole venute dalle Isole Canarie per fare la loro professione di fede sulla tomba dell'apostolo S.Pietro e manifestare la loro adesione al suo Successore.

Vi raccomando alla protezione della Santissima Vergine, al cui Santuario di Loreto vi dirigete, chiedendo che Ella sia per voi la Stella che guida con sicurezza il vostro cammino all'incontro del Signore.

Tutti vi benedico di cuore.

(Infine, Giovanni Paolo II si è rivolto ai fedeli con le seguenti parole:] Ancora una volta ringrazio tutti i romani, come anche i pellegrini, per la loro presenza oggi. Ringrazio di nuovo quelli che ho incontrato durante questi dieci giorni nelle Filippine, a Port Moresby in Papua Nuova Guinea, a Sydney in Australia e a Colombo in Sri Lanka, e coloro che mi hanno aiutato con la preghiera in questo viaggio lungo e, grazie a Dio, speriamo anche proficuo.

Tutti saluto cordialmente augurando una buona domenica e una buona settimana, che è molto importante a causa dell'Ottavario Ecumenico.

Sia lodato Gesù Cristo!

Data: 1995-01-22 Data estesa: Domenica 22 Gennaio 1995


Udienza: Giovanni Paolo II agli alunni dell'Almo Collegio Capranica - Città del Vaticano

Titolo: Coraggiosa fedeltà nel servire il Vangelo

Carissimi Alunni del Collegio Capranica!

218
1. Vi accolgo come sempre con grande gioia, insieme col Cardinale Vicario, col Rettore e con i vostri Superiori. La memoria liturgica della vostra patrona, Sant'Agnese, è già trascorsa, ma non poteva mancare il nostro incontro annuale, anche se con qualche giorno di ritardo. Agnese, come ogni anima santa, riflette un raggio della luce di Cristo, "sole sorto dall'alto" (cfr.
Lc 1,78), splendore di verità che la Chiesa diffonde nel mondo.

Voi, carissimi, state completando la vostra formazione teologica e spirituale in un Collegio, il Capranica, ricco di storia e di santità, organicamente inserito nella Diocesi di Roma, edificata sul fondamento degli apostoli e dei martiri, che hanno versato il loro sangue in coraggiosa fedeltà alla Verità evangelica.

219
2. Poter completare gli studi teologici a Roma! E' una straordinaria opportunità spirituale, che deve costituire per voi motivo di maggior spinta nell'impegno di generosa testimonianza a Cristo. Siete chiamati a coraggiosa fedeltà nel servire il Vangelo fino alle estreme conseguenze, sul modello di Pietro, di Paolo, di Agnese. Tra poco sarete chiamati a vari compiti nel ministero presbiterale.

Preparatevi con serietà e grande cura. Voi sapete che essere in tutto fedeli al Magistero della Chiesa può significare non di rado esporsi a incomprensione ed emarginazione. Ma questo non è che la verifica della consegna di Gesù ai suoi: "Un discepolo non è da più del maestro, né un servo più del suo padrone" (
Mt 10,24).

Quanto è illuminante al riguardo l'ultima parte dell'Enciclica Veritatis splendor! Vi invito a leggerla nella luce della testimonianza della vergine martire Agnese e nella prospettiva del servizio pastorale che già esercitate e che svolgerete in pienezza al termine del presente periodo di studi.

220
3. Possa l'"almo" Collegio annoverare, tra le molte testimonianze nascoste di giovani sacerdoti, anche la vostra. In tal modo voi potrete contribuire ad accumulare un patrimonio che arricchisce la Diocesi di Roma e la Chiesa intera. Di questo vi ringrazio e per questo prego, invocando su di voi, per intercessione di Sant'Agnese, doni abbondanti di carità e sapienza.

A conferma di tali pensieri ed auspici imparto ora a voi e all'intera Comunità del Capranica la Benedizione Apostolica, volentieri estendendola a quanti, familiari e fedeli, portate nel cuore.

Data: 1995-01-28 Data estesa: Sabato 28 Gennaio 1995

Angelus: l'implorazione del Santo Padre - Città del Vaticano

Titolo: "Dio non voglia che domani si debba piangere su altre Auschwitz"

Carissimi Fratelli e Sorelle!

221
1. Questa mattina, nella Basilica di San Pietro, ho proclamato quattro nuovi Beati: ciascuno di loro ci offre un concreto esempio di fedeltà a Dio e di amore ai fratelli. Essi sono anche modelli di intensa devozione alla Madre del Signore.

(Il Papa ha poi proseguito in lingua spagnola con le parole che pubblichiamo in una nostra traduzione italiana:] Cari fratelli e sorelle, il Beato Rafael Guizar Valencia, Vescovo messicano, affronto con coraggio la drammatica situazione del suo Paese cattolico in cui la Chiesa veniva perseguitata. Lo sostenne e lo ispiro sempre l'intima unione con l'Eucaristia e con Maria Santissima, pilastri della sua vita spirituale. Di fatto volle che nel suo stemma episcopale figurasse la Vergine di Guadalupe in ginocchio davanti al Santissimo Sacramento.

Di origine umile, orfana e disabile era la Beata Genoveva Torres Morales. Nella sua debolezza si manifesto la forza di Dio. Essa segui l'esempio di Maria: come l'umile ragazza di Nazaret, anch'essa pronuncio il suo "fiat" confidando nel potere del Signore e ricevendo da Lui l'aiuto necessario per rispondere generosamente alla vocazione religiosa e per fondare un nuovo Istituto.

(Riprendendo in italiano Giovanni Paolo II ha detto:]

222
2. Padre Modestino diffuse il culto alla Madonna del Buon Consiglio, da lui venerata fin da ragazzo. Sarà Maria a guidarlo nel suo quotidiano apostolato spingendolo ad amare senza riserve quella gente, fino a pagare con la vita l'assistenza ai malati di colera.

Ed infine, il Beato Grimoaldo della Purificazione costituisce per i giovani di ogni epoca un significativo esempio di filiale affidamento a Maria.

Egli visse una profonda e sentita consacrazione alla Madonna, di cui avvertiva la presenza, specialmente durante la Santa Messa. A Lei si rivolse sempre in ogni difficoltà con illimitata fiducia.

Carissimi Fratelli e Sorelle! In comunione con questi nuovi Beati, rinnoviamo anche noi il nostro "si" a Dio, sul modello di Maria, discepola perfetta del Signore, e domandiamo a Lei di aiutarci nel realizzare fedelmente la nostra vocazione cristiana.

223
3. Il cinquantesimo anniversario della liberazione dei detenuti di Auschwitz riporta la nostra memoria a una delle ore più oscure e tragiche della storia. Ad Auschwitz, come in altri campi di concentramento, morirono tanti innocenti, di diverse nazionalità. In particolare, i figli del popolo ebraico, di cui il regime nazista aveva programmato il sistematico sterminio, subirono la drammatica esperienza dell'"olocausto". Fu un oscuramento della ragione, della coscienza, del cuore. Il ricordo di quel trionfo del male non può non riempirci di profonda amarezza, in fraterna solidarietà con quanti portano il segno indelebile di quelle tragedie.

Purtroppo, pero, i nostri giorni continuano ad essere segnati da tanta violenza. Dio non voglia che domani si debba piangere su altre Auschwitz di questi anni.

Preghiamo ed operiamo perché ciò non avvenga. Mai più l'antisemitismo! Mai più l'arroganza dei nazionalismi! Mai più genocidi! Il terzo millennio inauguri una stagione di pace e di rispetto reciproco tra i popoli.

(Questo il saluto rivolto dal Papa all'Azione Cattolica romana:] Rivolgo un caloroso benvenuto agli amici dell'Azione Cattolica romana qui presenti con i loro responsabili diocesani. Saluto pure il Cardinale Vicario, che li accompagna. Carissimi, la marcia che avete compiuto da Piazza Navona fin qui intende esprimere l'impegno dell'intera vostra Associazione in favore della pace. Questa vostra iniziativa, denominata "Giornata della Pace", è sorta dall'Azione Cattolica Ragazzi, ed oggi, per la prima volta, è realizzata in modo unitario da tutta l'Azione Cattolica: ragazzi, giovani e adulti. Si tratta di una novità che mette bene in luce il vostro impegno a lavorare uniti per promuovere la pace. La pace si costruisce con concreti gesti di solidarietà. So che a questo scopo avete scelto di essere vicini in modo concreto ai bambini ricoverati all'Ospedale pediatrico "Bambino Gesù", specialmente a quelli provenienti da Paesi poveri o in guerra. Apprezzo molto questa vostra iniziativa, che conforta i piccoli sofferenti e al tempo stesso diffonde serenità nella nostra società. Ora, come ogni anno, insieme con i rappresentanti dell'A.C.R., faremo volare le colombe, simbolo di riconciliazione e di pace.

(Le colombe liberate in volo sono ritornate più volte indietro, posandosi sul davanzale della finestra. Osservando la scena, il Papa ha detto:] Si vede che le colombe si sentono bene a casa! Pero devono portare il messaggio della pace dappertutto nel mondo. E oggi il mondo è caldo, non fa freddo. Allora non abbiamo scrupoli per le colombe.

(In occasione della Giornata Mondiale dei malati di lebbra, il Santo Padre ha rivolto un particolare incoraggiamento alle persone colpite da questa malattia e alle associazioni impegnate per sconfiggerla. Ecco le sue parole:] Oggi, poi, si celebra la Giornata Mondiale dei malati di lebbra. Molte sono, purtroppo, ancora nel mondo le persone affette dal morbo di Hansen, soprattutto là dove permangono condizioni di povertà e di miseria. Eppure non occorrerebbe molto per debellare definitivamente questa malattia. Mentre saluto con affetto i nostri fratelli e sorelle malati di lebbra, rinnovo il mio apprezzamento per quanti si dedicano al loro servizio. Saluto, inoltre, le associazioni impegnate in questo settore, a cominciare dagli "Amici di Raoul Follereau", presenti qui in Piazza S. Pietro con il gruppo romano. A tutti il mio cordiale incoraggiamento.

(Dopo il saluto ai pellegrini spagnoli il Papa si è congedato dai fedeli presenti in Piazza San Pietro con queste parole di saluto:] Auguro a tutti una buona settimana. Buona settimana, tra gennaio e febbraio! Ecco, l'Azione Cattolica per la pace. Non solamente l'Azione Cattolica Ragazzi, ma tutta l'Azione Cattolica per la pace. Adios! Arrivederci!

Data: 1995-01-29 Data estesa: Domenica 29 Gennaio 1995

Il Papa durante la celebrazione per la Beatificazione di un Vescovo messicano, di una suora spagnola e di due religiosi italiani - Città del Vaticano

Titolo: Hanno corrisposto all'amore di Dio seguendo la via migliore di tutte: la via della carità



224
1. "Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo..." (
Jr 1,5). così parla il Signore a Geremia, chiamandolo a diventare "profeta delle nazioni" ().

Così Iddio dice, in senso più generale, a ciascun uomo che viene al mondo. Ogni persona è pensata e voluta da Lui con un atto eterno di amore, amore che "non avrà mai fine" (1Co 13,8). L'uomo, ricorda il Concilio, "in terra è la sola creatura che Iddio abbia voluto per se stessa" (GS 24).

"Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo...". La conoscenza che Dio ha di ogni essere umano è una chiamata nei suoi confronti. Egli chiama l'uomo a conoscerlo ed amarlo, a diventare santo e immacolato nell'amore (cfr. Ep 1,4), come Egli stesso è. In questo senso universale e insieme personalissimo il Signore ha conosciuto fin dal grembo materno Rafael Guizar Valencia, Modestino di Gesù e Maria, Genoveva Torres Morales, Grimoaldo della Purificazione, i quattro nuovi Beati che oggi ho la gioia di elevare agli onori degli altari. Ciascuno di essi ha corrisposto con la propria esistenza all'amore di Dio. Ciascuno di essi ha vissuto aspirando al carisma più grande, seguendo la via migliore di tutte (cfr. 1Co 12,31): la via della carità.

(Il Santo Padre ha quindi proseguito l'omelia in lingua spagnola. Questa una nostra traduzione delle sue parole:]

225
2. In questa via della carità entro con passo fermo il Vescovo Rafael Guizar Valencia.

Esercito il suo apostolato come sacerdote e come Vescovo quasi sempre perseguitato e in situazioni pericolose. Per molti anni non ebbe un domicilio fisso, ma le difficoltà non gli impedirono di svolgere la sua azione missionaria; ripeteva: "Io darei la vita per la salvezza delle anime", sull'esempio del Buon Pastore. Coloro che lo conobbero poterono affermare che non vi era forza o contrarietà in grado di indebolire il suo slancio evangelico. L'insegnamento del catechismo e le missioni popolari furono i poli sui quali incentro la sua attività. In tal modo il suo Messico, gli Stati Uniti, il Guatemala e Cuba beneficiarono del suo zelo pastorale.

La sua spiritualità si fondava sulla devozione eucaristica e sull'amore per la Vergine Maria. La promozione delle vocazioni sacerdotali, l'amministrazione dei sacramenti, in particolare della penitenza e del matrimonio, con la conseguente regolarizzazioni di molte unioni di fatto, la predicazione della Parola di Dio, oltre a una dedizione assidua alla preghiera, fecero di lui un uomo di fede e di azione, preoccupato per la salvezza delle anime.

La nuova evangelizzazione, alla quale ho chiamato in numerose occasioni tutta la Chiesa e nella quale è impegnata anche la Chiesa in America, trova in figure come quella di Rafael Guizar Valencia un modello da seguire. Alla sua intercessione desideriamo affidare il lavoro apostolico, volto ad estendere il Regno, che svolgono tanti uomini e donne, in ogni luogo e anche in situazioni difficili, come quelle che sperimento il nuovo Beato.

(Quindi il Santo Padre ha così continuato in italiano:]

226
3. "Sei tu, Signore, la mia speranza, / la mia fiducia fin dalla mia giovinezza" (Salmo resp., 70,5). così canta la Chiesa, vivificata costantemente dal soffio dello Spirito Santo. così ripete oggi il Beato Modestino di Gesù e Maria, presbitero, dell'Ordine Francescano dei Frati Minori, singolare testimone della misericordia di Dio e artefice di speranza nel Meridione d'Italia, nella prima metà del secolo scorso.

A lui, Dio Padre si compiacque di rivelare, fin dagli anni della fanciullezza, i misteri del Regno dei cieli (cfr. Canto al Vangelo), facendogli scoprire il valore autentico della persona, che si attua nell'adesione generosa a Cristo povero e crocifisso nel dono di sé agli altri.

Vissuto in una società segnata dall'emarginazione e dalla sofferenza morale, Padre Modestino seppe condividere in pieno le attese e le angosce dei più deboli, rispondendo al profondo bisogno di Dio presente nei fratelli assetati di giustizia e di amore. Divenne così fermento di rinnovamento e segno vivo di speranza. Veramente la mano del Signore era sopra di lui rendendolo, per ogni categoria sociale, ministro di misericordia e di consolazione, soprattutto attraverso l'assidua e paziente celebrazione del sacramento della Riconciliazione.

Padre Modestino fu autentico "fratello universale": su di lui ognuno poteva contare, trovando ascolto, accoglienza, condivisione. Questo amore lo accompagno fino al dono di se stesso, quando non esito ad esporsi al pericolo della morte pur di assistere i fratelli colpiti da un'epidemia di colera. Ne condivise in effetti la sorte fino in fondo, cadendo vittima di carità.

(Giovanni Paolo II ha poi ripreso in lingua spagnola, pronunciando le parole che pubblichiamo in una nostra traduzione italiana:]

227
4. "Non spaventarti - abbiamo ascoltato nella prima lettura della liturgia della Parola -. Io faccio di te come una fortezza, come un muro di bronzo... io sono con te per salvarti" (
Jr 1,17-19). Al profeta viene promessa una particolare assistenza divina capace di far fronte agli ostacoli, affinché si possa portare a termine il piano di Dio. Vediamo realizzate queste parole nella nuova Beata Genoveva Torres Morales, che dimostro una fermezza eroica, sia nella sua attività umana sia nella sua opera apostolica. Avendo subito da giovane l'amputazione di una gamba, dovette camminare sempre appoggiandosi a delle stampelle, tuttavia ciò non le impedi di discernere e di compiere, con decisione, la volontà del Signore.

Donna umile, sia per la sua origine sia per la sua cultura, possedette la scienza dell'amore divino, appreso nella sua profonda devozione al Cuore di Gesù Cristo. Era solita ripetere: "L'amore vince tutto". Questo amore la spinse a consacrare la sua vita al servizio delle donne giubilate, a porre rimedio all'abbandono e al bisogno in cui si trovavano molte di esse, assistendole materialmente e spiritualmente in un vero focolare domestico, stando al loro fianco come "Angelo della solitudine". A tale fine fondo a Valenza l'Istituto delle Suore del Sacro Cuore di Gesù e dei Santi Angeli.

La sua opera continua ad essere oggi di grande attualità, poiché la solitudine e l'abbandono, con tutti i pericoli che ne conseguono, sono tra i mali più dolorosi di tutti i tempi. Ad essi volle far fronte la Beata Genoveva Torres e noi le chiediamo che continui a incoraggiare anime generose che, fedeli al carisma che essa ricevette dallo Spirito, si adoperino per imitare il suo esempio e per continuare la sua opera.

(Il Papa ha concluso poi l'omelia in italiano. Queste le sue parole:]

228
5. "... ancora oggi proclamo i tuoi prodigi" (Salmo resp.). così testimonia dinanzi al mondo il Beato Grimoaldo della Purificazione, al secolo Ferdinando Santamaria. Giovane Passionista, nel corso della sua breve esistenza s'ispiro costantemente ad alcune linee programmatiche che restano significative anche per noi: dare a Dio il primo posto; manifestare a Gesù Crocifisso costante gratitudine mediante opere concrete di penitenza e di umiltà; perseverare nel bene anche a costo di grandi sacrifici; vivere con austerità e accontentarsi in tutto; essere sempre disponibile per gli altri.

Secondo il carisma della Famiglia Passionista, egli sentiva di dover completare in sé le sofferenze di Cristo a vantaggio dell'intero suo corpo mistico (cfr.
Col 1,24). Amava ripetere: "Penso sempre a Gesù quando sali il Calvario, e alla sua santissima Madre che andava appresso al Signore, e io voglio seguire le loro sofferenze".

I biografi lo ricordano allegro anche nelle umiliazioni, nelle contrarietà e nelle difficoltà degli studi. I compagni notavano che, pure non facendo cose diverse da loro, Grimoaldo le compiva con straordinaria e crescente intensità di amore. In lui i giovani di oggi e di domani possono scorgere un modello di spiritualità semplice e generosa, fortemente ancorata al mistero pasquale di Cristo.

229
6. "Benedetto sei tu, Padre, perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno dei cieli" (Canto al Vangelo).

Carissimi Fratelli e Sorelle! L'odierna celebrazione liturgica ci spinge ad elevare riconoscenti il nostro pensiero al Signore. Egli continua nei secoli a rivelare i misteri del suo amore ai "piccoli". E' Lui la fonte della saggezza vera del vivere, il saldo sostegno d'ogni imperituro progetto umano.

Nell'Eucaristia la Chiesa loda il Padre che ha fatto "ogni cosa con sapienza e amore" a tutti venendo incontro perché coloro che lo cercano lo possano trovare. Lo loda e lo ringrazia soprattutto perché ha mandato nel mondo l'"unico Figlio come Salvatore" e lo "Spirito Santo, primo dono ai credenti... a compiere ogni santificazione" (Preghiera eucaristica, IV).

I Santi, i Beati, ed in particolare coloro che oggi presentiamo alla venerazione di tutti i credenti, rendono testimonianza a quest'eterna verità.

Proclamano la fedeltà di Dio, ne testimoniano l'amore, sorgente di vita e di santità.

230
7. "Benedetto sei tu, Padre!". Diciamolo anche noi, carissimi Fratelli e Sorelle, insieme a Rafael Guizar Valencia, vescovo, a Modestino di Gesù e Maria, presbitero dell'Ordine Francescano dei Frati Minori, a Genoveva Torres Morales, vergine fondatrice delle Suore del Sacro Cuore di Gesù e dei Santi Angeli, a Grimoaldo della Purificazione Santamaria, religioso, della Congregazione della Passione.

Preghiamo perché anche noi possiamo adorare Dio con tutta l'anima ed amare i fratelli nella carità di Cristo (cfr. Colletta).

E' questa la strada della santità: la via dell'amore, della divina carità, che "tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta".

Questa carità "non avrà mai fine" (
1Co 13,7-8).

Signore, facci comprendere che queste sono "le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità" (1Co 13,13).

Rivelaci, Padre, i misteri del tuo Regno! Donaci, o Cristo, con la potenza dello Spirito Santo, la tua carità.

Amen! (Al termine dell'omelia della Messa per le Beatificazioni di ieri il Santo Padre ha improvvisato le seguenti parole:] Carissimi, non posso concludere senza tornare a due settimane fa; era domenica come oggi. Due settimane fa a Manila si celebrava la Giornata Mondiale della Gioventù. E' stata un'esperienza unica. Speriamo che si possa continuare questa esperienza con i giovani delle diverse parti del mondo. Non posso che ringraziare Dio e ringraziare il Signore per questa esperienza, che mi è stato dato di vivere insieme ai miei fratelli e sorelle nelle Filippine, a Manila e anche insieme ai miei giovani amici.

E non posso non ringraziare il Signore per le Beatificazioni che si sono susseguite dopo Manila: a Port Moresby, nella Papua Nuova Guinea, un beato catechista, Pietro To Rot, primo Beato di questo Paese missionario; poi in Australia, a Sydney, la Beata Mary MacKillop, la prima beata del grande continente Australiano; e finalmente nello Sri Lanka, il Beato Padre Joseph Vaz, primo Beato di quest'Isola, e di questa cultura tanto ricca e tanto profondamente religiosa.

Io vorrei oggi, stando qui a San Pietro, in questa Basilica, ricordarli tutti e aggiungere questi tre nuovi Beati, che sono Prototestimoni delle loro terre, delle loro Chiese, al nostro canto, per cantare la Gloria di Dio sino ai confini della terra. Non solamente qui in Roma, sulla Tomba di San Pietro, ma fino ai confini della terra, dove c'era stata tanta attesa per la beatificazione dei Prototestimoni di Papua Nuova Guinea, di Australia, di Sri Lanka. Cantiamo insieme a loro la nostra lode a Dio che è fonte di ogni santità attraverso i secoli, attraverso i popoli e le generazioni e che con questi santi e beati ci porta a vivere la grande comunione dei santi che è il nostro futuro nella Chiesa.

Amen. Sia lodato Gesù Cristo.

Data: 1995-01-29 Data estesa: Domenica 29 Gennaio 1995

Udienza: il discorso del Papa durante l'incontro con i pellegrini convenuti a Roma per le Beatificazioni - Città del Vaticano

Titolo: I nuovi Beati proclamano al mondo intero che Cristo è il Redentore dell'uomo: è la sua verità, la sua felicità, la sua pienezza

Carissimi Fratelli e Sorelle!

231
1. Il Signore ci dona la gioia di prolungare oggi, in un clima di famiglia, il solenne incontro di ieri per rendere omaggio ai quattro nuovi Beati: Rafael Guizar Valencia, Modestino di Gesù e Maria, Genoveva Torres Morales e Grimoaldo della Purificazione Santamaria.

Rinnovo di cuore uno speciale saluto a tutti voi, convenuti in questa felice circostanza dal Messico, dalla Spagna, dall'Italia, e da altri luoghi nei quali la testimonianza dei nuovi Beati ha lasciato una traccia indelebile.

L'intero popolo di Dio è invitato ormai ad ammirare ed emulare i loro esempi. Ma è particolarmente bello ed edificante, per me e per voi, soffermarci insieme a considerare il loro esemplare profilo di discepoli del Signore.

(Il Papa ha proseguito l'omelia in lingua spagnola. Ecco la traduzione italiana delle sue parole:]

232
2. Cari Fratelli e Sorelle! Molti di voi, accompagnati da un gruppo di Vescovi, sono venuti dal Messico fino alla Sede di Pietro per assistere con devozione e con giubilo alla beatificazione di Mons. Rafael Guizar Valencia, che fu Pastore della diocesi di Veracruz per 18 anni, sebbene dovette trascorrere la metà di essi fuori dal territorio o nascosto.

Il nuovo Beato realizzo nella sua persona la sintesi tra una profonda vita interiore, caratterizzata dal suo intenso amore per l'Eucaristia e dalla devozione sincera e filiale alla Vergine Maria, e la sua grande fecondità apostolica. Di fatto il suo più grande desiderio fu quello di essere apostolo: in tutti i paesi in cui si recava, scevro da altre preoccupazioni e per fare della sua visita una grande missione, predicava la dottrina cristiana, avvalendosi di un semplice catechismo che egli stesso aveva composto. La sua vita ci mostra anche come la predicazione si deve portare avanti non solo con la parola, ma specialmente con la testimonianza delle proprie opere.

La sua vita e il suo messaggio sono di evidente attualità. L'eredità spirituale che Mons. Rafael Guizar lascia alla Chiesa è la testimonianza di una dedizione sublime all'evangelizzazione. A lui possono ispirarsi tutti gli agenti di pastorale. Che la sua elevazione agli onori degli altari costituisca per tutta la Chiesa, specialmente in America Latina e in particolare per gli amati figli del Messico, un motivo di incoraggiamento e di rinnovato impulso per continuare a portare agli uomini e alle donne del nostro tempo il messaggio liberatore del Vangelo!.

233
3. Risulta suggestiva e commovente la figura della nuova Beata spagnola Genoveva Torres Morales, conosciuta come "Angelo della solitudine". Nata a Almenara (Castellon), la sua vita, sebbene traboccante di allegria esteriore, fu croce e martirio costante. L'amputazione di una gamba a tredici anni la trasformo in una disabile, obbligandola per tutta la vita ad appoggiarsi a delle stampelle. Alle sofferenze provocate dalla ferita aperta che sopporto per tutta la vita, se ne aggiunsero molte altre di natura spirituale, che le permisero di dire, come l'Apostolo Paolo, "porto le stigmate di Gesù nel mio corpo" (
Ga 6,17).

Tuttavia animata da una fede profonda, da uno spirito di sacrificio e dal fuoco di un'accesa carità, compi i passi necessari, sotto la guida e l'orientamento di diversi direttori spirituali, per fondare a Valenza la Congregazione delle Suore del Sacro Cuore e dei Santi Angeli, con sede in seguito definitiva accanto al Pilar a Saragozza.

Lo Spirito Santo, che agisce nei diversi tempi e momenti suscitando persone per determinate missioni, chiamo Genoveva Torres per un compito ancora urgente e profetico ai nostri giorni: porre rimedio alla solitudine e all'abbandono di coloro che, per diverse circostanze della vita, sono privi di famiglia e di focolare domestico. La vita della nuova Beata è anche particolarmente ricca di insegnamenti per tutte le persone disabili. Madre Genoveva dimostra che la limitazione fisica non impedisce di realizzarsi come persone e di vivere pienamente la vocazione e la missione cristiane.

(Giovanni Paolo II ha poi così proseguito in italiano:]

234
4. Lo Spirito Santo ha fatto di Modestino di Gesù e Maria un apostolo della gente povera e umile. Su di lui ognuno poteva contare, trovando ascolto, accoglienza, condivisione. Egli si è reso "piccolo" per il Regno dei cieli, ed è diventato una vivente e coinvolgente "profezia" della carità di Dio, un testimone ed artefice di gioia e di speranza per gli ammalati, i carcerati, i peccatori, gli emarginati, i diseredati e gli oppressi.

La sua morte, causata dal colera contratto nel servire i fratelli ammalati, è stata come un suggello d'una vita tutta spesa, sul modello di Gesù e Maria, a lode e gloria di Dio Padre.

Mentre ringraziamo il Signore per la testimonianza che egli ci ha lasciato, preghiamo affinché possiamo seguirne gli insegnamenti e gli esempi concreti di amore a Dio e al prossimo.

235
5. Un altro Beato è venuto ad arricchire ieri il firmamento della santità nella Chiesa: Grimoaldo della Purificazione, al secolo Ferdinando Santamaria. La sua figura si aggiunge a quella di San Gabriele dell'Addolorata in felice coincidenza con il III centenario della nascita del Fondatore dei Passionisti, San Paolo della Croce.

Fin da piccolo Grimoaldo dimostro una singolare sensibilità religiosa, uno spiccato spirito di preghiera e di sacrificio.

Ebbe un'esistenza segnata da contrarietà e umiliazioni che, pero, erano motivo di letizia per lui sempre ilare, innamorato com'era di Dio, della Santa Vergine e desideroso anzitutto di unirsi ai patimenti di Cristo. Una grave e inaspettata malattia lo porto, quando ancora non aveva vent'anni, improvvisamente alla morte. Possa l'esempio di questo giovane costituire uno stimolo specialmente per i suoi coetanei di oggi a seguire il Signore Gesù senza riserve.

236
6. Carissimi Fratelli e Sorelle! Questi quattro Beati si aggiungono alla folta schiera di coloro che ho avuto la gioia di elevare all'onore degli altari nel corso del mio Pontificato. Essi proclamano al mondo intero che Cristo è il Redentore dell'uomo; è la sua verità, la sua felicità, la sua pienezza.

Imitiamoli! Essi hanno saputo incarnare il Vangelo nella loro vita, trasformandola in un inno all'amore di Dio. Amore che non avrà mai fine.

Nell'impegno della quotidiana santificazione vi sostenga, carissimi, anche la Benedizione Apostolica, che di cuore imparto a ciascuno di voi, alle vostre famiglie e alle vostre Comunità ecclesiali.

Data: 1995-01-30 Data estesa: Lunedi 30 Gennaio 1995


GPII 1995 Insegnamenti 209