8. Comunismo utopico e capitalismo "razionale"
Per quanto il pensiero di Comte abbia avuto anche in Inghilterra una certa diffusione, ad opera di HENRIETTE MARTINEAU (1802-1876), che tradusse il Corso di filosofia positiva, e di RICHARD CONGREVE (1818-1899), che tradusse il Catechismo positivista, tuttavia qui lo "spirito positivo" si espresse soprattutto nel movimento dell'utilitarismo e in quello dell'evoluzionismo. L'utilitarismo nacque in connessione con l'esigenza diffusa di una riforma politica e sociale che assicurasse il conseguimento del benessere ai cittadini; esso quindi si pone come il tentativo di fondare una concezione scientifica della condotta umana che potesse servire da base per una prassi politica riformista.
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In questo "clima" solo Robert Owen (1771-1858) culla il sogno d'una società comunista. Egli invero sostiene che la sua "sistemazione della società" "si fonda su fatti dimostrabili"; ma tale affermazione non toglie né attenua il carattere utopico del suo "sistema del tutto nuovo per riformare l'uomo e costituire la società su nuove basi". Basterà, per rendersene conto, leggere la Prefazione alla Parte Prima del suo Il libro del nuovo mondo morale: S'avvicina il tempo in cui, nel progredire della natura, lo spirito malvagio del mondo, generato dall'ignoranza e dall'egoismo, cesserà di esistere, e sorgerà un altro spirito, originato dai fatti e dall'esperienza, che darà nuovi indirizzi a tutti i pensieri, sentimenti e azioni umane e che creerà un nuovo carattere saggio e benevolo per la razza umana. verrà un Nuovo Mondo Morale, nel quale il male sarà noto soltanto per il ricordo, che di esso rimarrà, delle passate sofferenze dell'umanità; un Nuovo Mondo Morale nel quale soltanto la verità reggerà tutti gli affari degli uomini e nel quale il sapere, non frenato dalla superstizione o dal pregiudizio, avanzerà sempre di piú; un mondo nel quale, per la prima volta, sarà resa giustizia alla natura umana, poiché tutti i sentimenti, tutte le facoltà o poteri esistenti in ogni bambino saranno migliorati fin dalla nascita ed educati anche da tutta l'intelligenza e la bontà dell'epoca. Con queste misure, tutte le circostanze esterne, che sono sotto il controllo dell'uomo, saranno riordinate cosí saggiamente da rendere efficaci e superiori tutti i pensieri, i sentimenti e le azioni della razza umana
(Il libro del nuovo mondo morale)
E continua su questo tono anche nell'Introduzione:
In questo Nuovo Mondo gli abitanti raggiungeranno una condizione d'esistenza tale che uno spirito di carità e di affetto pervaderà l'intera razza umana; l'uomo vivrà una vita spirituale e felice fra una razza di esseri superiori.
La conoscenza di se stesso e della natura, che otterrà in tal modo, lo indurrà e lo renderà capace, per il suo stesso interesse o per il desiderio di felicità, a formare questi ordinamenti esterni e superiori, che lo collocheranno in un paradiso terrestre. (Il libro del nuovo mondo morale)
Appunto, il suo è il sogno di un paradiso in terra, in cui non sussistano piú contese tra gli individui come tra le nazioni, in cui siano banditi l'ignoranza, la superstizione e i cattivi costumi; in cui siano curate e promosse le scienze utili e le arti pratiche, "né esisteranno piú i mali che ora sono causati dal desiderio... di ottenere una superiorità individuale nella ricchezza nei privilegi e negli onori", perché la ricchezza sarà superiore alle necessità e ai desideri, e quindi ognuno ne godrà per la giusta parte senza che possa neppure insorgere il bisogno della proprietà individuale.
Owen analizza dettagliatamente le condizioni di vita di questo "paradiso terrestre". Non lo seguiremo ulteriormente. Ricorderemo però ch'egli ha tentato di attuare, sia in Inghilterra che in America, una comunità che incarnasse questo suo ideale di società in cui non ci fosse piú religione né matrimonio, né famiglia, né proprietà, né doveri da osservare, né diritti da tutelare; una comunità che fosse autosufficiente con la semplice coltivazione del suolo realizzata con strumenti semplici, in modo da eliminare il conflitto, proprio della società industriale moderna, tra "macchinario morto" e "macchinario vivente"; una comunità in cui la scienza guidasse la vita economica e regolasse i rapporti sociali, e in cui coincidessero l'interesse individuale con quello pubblico.
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Chi invece si dedicò allo studio scientifico del comportamento socio-economico dell'uomo fu Thomas Robert Malthus (17661834). Nel suo Saggio sulla popolazione sostenne che l'accrescimento della popolazione non corrisponde a quello dei mezzi di sussistenza; infatti il primo avanza con progressione geometrica, e il secondo con progressione aritmetica; tale sempre crescente squilibrio può essere frenato o dal diffondersi della miseria e del vizio, che producono un rallentamento naturale dell'incremento demografico, oppure per mezzo del controllo delle nascite; scegliendo questa seconda ipotesi, è opportuno attuare un controllo non repressivo, bensí preventivo, inducendo negli uomini il "ritegno morale", cioè l'esigenza etica di astenersi dal matrimonio e di conservare, durante questa astinenza, un comportamento rigorosamente morale; a tale ritegno morale si può condurre l'uomo solo attraverso un'adeguata azione educativa.
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Il manifesto economico degli utilitaristi, poi, fu il libro Principi di economia politica e di tassazione redatto da David Ricardo (17721823). Egli, applicando il metodo induttivo all'economia, cioè partendo dall'analisi dei fatti, ne ricavò delle leggi, e contemporaneamente offrí la prima rigorosa analisi del capitalismo, individuando con precisione i conflitti d'interesse e gli antagonismi ad esso connessi. I cardini del suo sistema dottrinario sono l'idea, ereditata da ADAMO SMITH (1723-1790), che il valore di un prodotto è equivalente alla quantità di lavoro speso per produrlo, e il principio che il "progresso economico" è determinato solo dalla libertà d'iniziativa individuale, sia sul piano della produzione che su quello dello scambio.
Egli visse in un periodo in cui, in Inghilterra, si configurò un conflitto d'interessi tra i proprietari terrieri e gli imprenditori industriali. I primi chiedevano l'aumento dei dazi doganali sull'importazione del grano, in modo da tutelare la produzione interna, incrementare l'attività agricola e mantenere, cosí, alte le loro rendite fondiarie. Contro questi Ricardo difese gli interessi degli imprenditori industriali: i dazi - sostenne - incrementano solo la rendita parassitaria dei proprietari, e non migliorano sostanzialmente le condizioni dei coltivatori; inoltre l'incremento dell'attività agricola toglie braccia e capitali al lavoro industriale; per giunta, l'alto prezzo del grano fa aumentare il costo del cibo, il che comporta la necessità di aumenti salariali. Se poi si considera che la diminuzione della produzione Industriale e l'aumento dei salari fanno crescere il costo di produzione dei prodotti dell'industria, e pertanto ne diminuiscono la competitività internazionale, il che genera il calo delle esportazioni e con esso la diminuzione dei profitti allora l'aumento dei dazi sul grano comporta la crisi del sistema industriale e, insieme, quella della stessa espansione economica dell'Inghilterra.
Egli infatti identificava il progresso economico con l'espansione industriale, il suo schema era il seguente: se si favorisce l'incremento dell'industria, si produce l'incremento dei profitti che sono la fonte dei capitali d'investimento; questi, impiegati razionalmente nell'ambito della stessa attività industriale, rendono piú basso il costo di produzione e piú competitiva la stessa produzione; il che genera nuovamente massimi profitti da reinvestire; solo questo circolo assicura, in senso proprio, il progresso economico della nazione; pertanto lo stato deve intervenire non per limitare la logica del profitto, ma per eliminare ogni ostacolo all'incremento della libera attività industriale e alla libertà di commercio.
Questo schema ha avuto vita lunga; esso ha costituito per molto tempo la base "scientifica" della difesa degli interessi degli industriali non solo rispetto ai proprietari terrieri, ma anche rispetto ai lavoratori, presentando come dannoso ogni aumento salariale, in quanto inevitabilmente in conflitto con l'incremento dei profitti e quindi con la crescita economica globale.