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New-Age

di Camillo Morganti

Che cos’è il New-Age e qual è la sua origine | Il New-Age e le religioni e filosofie orientali | Il New-Age, la scienza (fisica e psicologia) e la natura (ecologia) |  New-Age esoterico: astrologia, channeling e occultismo | New-Age e salute: medicine alternative, tecniche di guarigione e psicotecniche | Il New-Age, la ginnastica, le danze e le arti marziali; la New-Age music | New-Age "satanico"? | I canali di diffusione del New-Age

 

Il termine New-Age è conosciuto ormai da molte persone; numerosi sono i prodotti venduti sotto questa etichetta, così come pure i luoghi in cui è possibile procurarseli. Entrando in una qualsiasi libreria ci si imbatterà quasi certamente in un settore dedicato alla medicina alternativa, alle psicotecniche e alle filosofie orientali; sicuramente in questo settore la stampa New-Age giocherà la parte del leone. Lo stesso discorso può essere fatto per i negozi di dischi, dove l’etichetta New-Age contraddistingue addirittura un intero genere musicale. Ma non basta, dal momento che il New-Age è un sistema religioso basato sul relativismo -- si serve infatti a piene mani di elementi di religioni diverse e a volte tra loro incompatibili -- in molti casi esso fa proprie idee già accettate dal mondo occidentale e molto diffuse, come per esempio la credenza nell’astrologia, e se ne serve per crearsi una facciata che possa attirare numerosi consensi.

Proprio in virtù di una diffusione così ampia e di un simile modo di radicarsi nella mentalità occidentale, non è infrequente il caso che si possa entrare in contatto con le idee di questo movimento senza nemmeno saperlo e che si possa farle proprie senza comprenderne appieno le conseguenze ultime.

Da un paio d’anni a questa parte gli studiosi esperti in materia di nuove religioni hanno periodicamente richiamato l’attenzione su questo fenomeno di massa importato dagli Stati Uniti, ma esso è riuscito nondimeno a espandersi e ad aumentare la propria presa sul pubblico, nonostante lo si credesse, in quanto moda, destinato a esaurirsi.

Può dunque essere opera di una qualche utilità fornire notizie dettagliate sul New-Age e sui nuovi canali di diffusione attraverso cui esso si propone alla gente, in primo luogo perché sicuramente già in molti ne hanno avuto una sia pur superficiale esperienza e desiderano forse saperne di più, e poi anche perché nel campo della libertà religiosa e di coscienza, più che in altri, l’informazione è di vitale importanza per evitare inganni e manipolazioni.

 

Che cos’è il New-Age e qual è la sua origine

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Il New-Age è un movimento religioso di recente formazione il quale, connotato da un forte sincretismo, accoglie molti elementi di religioni e filosofie orientali cercando di conciliarli con le componenti fondamentali del pensiero scientifico e della spiritualità occidentale, in gran parte derivata dalla tradizione cristiana.

Deve il suo nome, New-Age, che in inglese vuol dire "nuova èra", al grande significato di cui i suoi adepti investono un particolare evento astrologico: ogni duemilacentocinquantasette anni il sole che, tra le sue numerose rivoluzioni, ne compie anche una intorno allo zodiaco, passa da una costellazione a quella seguente.

Secondo uno degli antesignani del New-Age, l’esoterico francese Paul Le Cour (1871-1954), che per primo tirò in ballo la questione nel suo libro L’ère du Verseau (1937), l’evolversi delle grandi civiltà umane è stato sempre legato al passaggio del sole in una nuova costellazione.

Attualmente saremmo verso la fine dell’èra dei pesci, iniziata con la nascita di Cristo (quindi nello 0 a. D.) e destinata a finire tra circa centosessant’anni. A giudizio di uno dei fondatori del movimento New-Age, Marilyn Ferguson, autrice del best-seller The Aquarian Conspiracy. Personal and social Transformation in the 1980s (1989), l’èra dei pesci è stata un’èra di dolore e di scetticismo, dominata dai fanatici e dal conformismo; in una parola un’èra materialistica. Ora però le cose stanno per cambiare: con l’avvento della nuova èra, l’èra dell’acquario, e con la venuta di un relativo nuovo Messia, l’umanità passerà a un nuovo stadio di coscienza, del quale le caratteristiche principali saranno la fratellanza universale e l’armonizzazione delle componenti razionali e intuitive, intellettuali e affettive.

Quindi New-Age, alla lettera "nuova èra", fa riferimento proprio a questo cambiamento epocale, al passaggio dall’èra dei pesci a quella dell’acquario e alle relative trasformazioni che esso comporterà, donde il sottotitolo del libro della Ferguson: "trasformazione personale e sociale degli anni ’80".

Ci si potrebbe però chiedere, a questo punto, se una credenza astrologica e due libri bastino a far nascere un movimento. Per poter rispondere bisogna tornare a far riferimento al libro della Ferguson, la quale a un certo punto dichiara di intravedere, nei movimenti giovanili degli anni Sessanta e dei primi anni Settanta, un moto verso una sintesi storica, come se intere generazioni obbedissero a uno "spirito del tempo". Ergo, secondo la Ferguson, di movimento si trattava. Non di movimento organizzato, però, bensì di una "cospirazione", quell’Aquarian Conspiracy ("cospirazione acquariana") che dà il titolo al suo libro, cioè, letteralmente, di una serie di persone che si muovevano "respirando insieme" la stessa aria.

Ancora troppo poco per considerare la New-Age un movimento? Se la Ferguson fosse stata sola e si fosse fermata qui, se non avesse avuto seguaci, forse sì, ma, com’è facile immaginare, nessuno di questi "se non" si è verificato. La Ferguson non era isolata; non molto prima che lei pubblicasse il suo libro gli scozzesi Peter e Eileen Caddy, insieme alla medium Dorothy MacLean, avevano fondato la comune ecologistica di Findhorn. Questa diverrà presto il prototipo del villaggio globale del nuovo mondo prospettato dalla New-Age e, soprattutto, aderirà al movimento, godendo così di ampia pubblicità tanto che anche in Italia, nei pressi di Novara, è sorta una comunità ecologistica "acquariana": il Villaggio Verede.

La Ferguson, poi, sviluppò il suo programma, e già dodici anni prima di pubblicare il suo libro, nel 1977, aveva inviato un questionario a duecentodieci persone impegnate, secondo lei, in quel processo di trasformazione di portata epocale da lei poi descritto. Aveva inoltre iniziato a definire i suoi interessi: religioni orientali, psicotecniche, medicine alternative, spiritismo... tutto quello che potesse -- non importa se anche solo attraverso la suggestione -- andare al di là dei limiti dell’umano. Infine, il seguito che ella ebbe è da considerarsi notevolissimo, se si pensa che tra i simpatizzanti o i mentori del New-Age vanno annoverate personalità quali la celebre attrice americana Shirley MacLaine e il fisico Fritjof Capra, i cui libri, dai titoli eloquenti -- il Tao della fisica e Il punto di svolta. Scienza, società e cultura emergente -- sono pubblicati in Italia dalla Feltrinelli.

A proposito di Capra, forse meno noto al grande pubblico rispetto alla MacLaine, bisogna subito precisare che, contrariamente alla fama che gli si attribusice in ambiente New-Age, egli non ha grandi meriti scientifici, dal momento che, dopo essersi laureato a Vienna nel 1966, abbandonò la ricerca accademica già nell’aprile 1970, per dedicarsi alle "culture alternative", ma, ciò nonostante, è riuscito benissimo nell’opera di propaganda delle sue idee, grazie alla sua prolifica opera di pubblicista. È infatti autore di numerosi articoli e ha già al suo attivo quattro libri di successo. Oltre a questo ha anche fondato l’Elmwood Institute, organizzazione internazionale con sede in California, dedita allo studio di "nuove visioni ecologiche e alla loro applicazione a problemi sociali, economici e ambientali" (F. Capra, Verso una nuova saggezza, Feltrinelli 1995, p.4).

Quindi la New-Age è da considerarsi movimento pseudoreligioso a pieno titolo, soprattutto perché dotata di una fortissima capacità di compenetrazione della cultura contemporanea. È bene però fare una precisazione: movimento pseudo-religioso, nuova religione, setta o altri termini consimili non significano fede religiosa, Chiesa organizzata o anche solo religione nel senso pieno del termine. Anzi, il New-Age è quanto di più lontano si possa concepire da una Chiesa come quelle cristiane o da una fede religiosa forte come l’islam e l’ebraismo, ma è anche totalmente differente da una setta organizzata come quella dei testimoni di Geova. Gli adepti del New-Age non tengono affatto a essere definiti seguaci di una nuova religione, né tantomeno di una setta; preferiscono il termine di Movimento (uno dei nomi sotto i quali il New-Age è conosciuto) o Supermovimento, ma più ancora tengono a definirsi un Network dei Network, cioè una rete acefala, o, meglio, policefala, di relazioni tra gente che ha in comune una certa visione del mondo e che a quella cerca di adeguare la realtà attraverso una propaganda capillare, di cui a volte si può essere gli inconsapevoli destinatari.

La New-Age non chiede conversioni, né lo potrebbe, dal momento che non ha un credo strutturato, si basa sull’individualismo e cerca di assorbire le altre religioni, anziché contrapporvisi, con l’unica esclusione della religione cattolica, che secondo i newagers tramonterà insieme con l’èra dei pesci quando nascerà il nuovo Messia "acquariano".

Alla New-Age basta una superficiale adesione, ma, nondimeno, è una pseudo-religione perché chi ne accoglie le linee guida cessa di "sentire il bisogno" - è un’espressione brutta, ma è la più adatta - di una fede religiosa qualsivoglia. È, in un certo senso, il pensiero debole eretto a sistema religioso, o, anche, una nuova forma di gnosticismo, una delle specie sotto cui si manifesta quello che Germain Grisez (si veda L’Informatore di Urio, n. 124, gennaio-febbraio 1995) ha definito neo-gnosticismo, corrente di pensiero secondo cui la morale cattolica tradizionale è vecchia, superata e oppressiva e non va pertanto presa troppo sul serio. Bisogna invece approvare tutti coloro che propongono nuove visioni, dell’uomo e del mondo, rispetto alle quali sia ininfluente il criterio di verità o la ricerca della verità stessa, purché esse tendano a giustificare la soggettività esasperata che caratterizza l’uomo moderno. A quali pericoli si esponga chi accetta un simile punto di vista è cosa che non è difficile immaginare.

Visto dunque che cos’è il New-Age e quale sia stata la sua origine, possiamo ora passare ad analizzarne gli sviluppi e le tematiche principali, nonché illustrare i nomi degli altri personaggi che hanno concorso a edificarne la struttura.

 

Il New-Age e le religioni e filosofie orientali

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Prima colonna portante dell’edificio New-Age è l’interesse per le religioni e le filosofie orientali; naturalmente, poiché il New-Age, come già detto, non è una religione vera e propria, il risultato cui approdano tutti gli apporti provenienti dall’Oriente non è altro che quello di costruire un centone "occidentalizzato" di numerosi elementi tra loro eterogenei. In pratica, come in una ricetta di cucina, si prende un pizzico di buddhismo, lo si mescola con un po’ di taoismo, gli si aggiunge una spolverata di induismo, magari si stempera il tutto con pratiche zen e yoga e voila, purché, beninteso, il tutto si possa adattare al palato radical-chic di un benpensante occidentale.

Ecco allora che chi entra in contatto con gli scritti di autori New-Age si trova alle prese con termini a volte conosciuti, come quello di metempsicosi, e -- forse -- yin e yang, ma più spesso con termini non noti come avatar, dharma, chakras, mantra..., tanto che tra gli studiosi che si sono occupati del Supermovimento c’è anche chi ha aggiunto, in appendice al suo libro, un piccolo glossario che potesse aiutare il lettore.

Naturalmente questo centone è "occidentalizzato" non solo perché è rielaborato da occidentali, ma anche perché, nel contempo, vi si infilano elementi tipici della cultura occidentale, filtrati da una visione "orientaleggiante" delle cose.

Un esempio? Basta pensare alla rilettura del cristianesimo. Gli adepti del New-Age parlano di ritorno di Cristo, ma di un Cristo che non è più il Figlio di Dio, bensì "Cristo cosmico", avatar (vocabolo sanscrito che indica la discesa e la manifestazione periodica della divinità), istruttore spirituale che segna un passaggio epocale e che in questo caso verrebbe a insegnarci che noi siamo Dio, che la realtà è illusione e che il peccato originale dell’uomo sta proprio nell’essersi creato questa illusione e nel credere che la divinità gli fosse esterna. È questo, infatti, il messaggio contenuto in un altro dei best-seller del New-Age: A course in Miracles, di Helen Schucman.

L’autrice, la quale sostiene di aver scritto il suo libro "sotto la dettatura" dello spirito di Gesù Cristo, vi espone il suo personale vangelo: Dio non creò il mondo, anzi, non creò proprio nulla fuorché suo Figlio Gesù, del quale ciascuno di noi è frammento inseparabile. A un certo punto Gesù s’addormentò e, in sogno, s’immaginò di diventare come Dio. Per salvare il Figlio da questo sia pur involontario atto di ribellione, Iddio gli inviò allora lo Spirito Santo, ma Gesù in quest’invio lesse un atto di condanna nei suoi confronti e, anziché svegliarsi, cadde in un sonno ancora più profondo, nel quale concepì un mondo fisico su cui proiettare il suo ego e la sua colpa frammentati in migliaia di altri ego più piccoli, vale a dire gli uomini. In realtà la colpa e il peccato non esistono, per noi come per Gesù, perché la separazione da Dio non è effettiva, ma solo sognata. La redenzione, quindi consiste unicamente nello svegliarsi dal sogno.

Nel corso della Schucman si giunge addirittura ad affermazioni come questa: "Il corso può essere riassunto in questo modo: nulla di reale può essere minacciato. Nulla di reale esiste. Qui si trova la pace di Dio". Inutile dire che una simile interpretazione del cristianesimo è aberrante e in nessun modo fondata, eppure il libro della Schucman è stato un best-seller e giustamente uno dei più recenti studiosi del fenomeno New-Age, Carlo Maccari, si è chiesto: "Come è possibile che l’uomo d’oggi, anche se smarrito nella inquieta ricerca di un "perché" alla propria vita, anziché tornare alla "casa paterna" inondata di luce e di amore, si volga a una favola pseudo-cristiana che gli promette la "nuova casa" che non esiste perché "nulla di reale esiste"? Eppure è così" (cfr La New Age di fronte alla fede cristiana, Elle Di Ci, Torino 1994, p. 142).

Naturalmente questo miscuglio è reso possibile dal fatto che l’Occidente ha già comunque accettato elementi delle religioni orientali, pur senza accettare queste ultime in toto. Ricorda il Maccari (p. 35) che le statistiche indicano che "un europeo su quattro crede al mito della "reincarnazione", uno su due consulta il proprio "oroscopo", uno su tre è convinto che ci sia del vero nelle preveggenze degli indovini".

Tutto questo ha un senso ben preciso, ben individuato da Antonio Maria Baggio in uno dei primi articoli dedicati al New-Age: "Il rivolgersi all’Oriente per trovare un senso alla propria vita, come se in Occidente non ci fosse più nulla da cercare, manifesta l’irrilevanza del cristianesimo in ampi settori della società occidentale, quell’indifferenza cioè che si accompagna al fenomeno chiamato "secolarizzazione"" (cfr. "Nuova Umanità", luglio-ottobre 1993, p.8)

E in più c’è da aggiungere, come lo stesso autore precisava più oltre nel suo articolo, che questi mix di religioni diverse denotano in realtà un impoverimento dell’uomo occidentale e una mancanza di rispetto nei confronti delle tradizioni culturali e religiose di altri Paesi: le religioni non sono taxi, automezzi il cui modello è indifferente rispetto al fatto che vadano tutte in una stessa direzione, poiché il praticare una religione piuttosto che un’altra fa realizzare esperienze diverse e consente di attingere in modo e misura diversi alla Verità.

 

Il New-Age, la scienza (fisica e psicologia) e la natura (ecologia)

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Nei confronti della scienza il New-Age sembra vivere una sorta di rapporto schizofrenico: da un lato la idolatra, dall’altro sembra attaccarla, accusandola di settorialità. La chiave per comprendere questa ambiguità sta nel ricordare che, come sempre, i newagers credono nella superiorità dell’Oriente sull’Occidente e che il loro è un credo sincretistico.

Non è dunque la scienza che essi osannano, nelle loro pubblicazioni pseudo-scientifiche, bensì alcune e ben determinate teorie scientifiche che, in tutto prive di fondamento, s’adattano tuttavia alla loro particolare visione del mondo e contribuiscono a rafforzarla. Vediamo più nel dettaglio un esempio di questo singolare atteggiamento.

Abbiamo già citato il fisico Fritjof Capra, autore dei due libri Il Tao della fisica e Il punto di svolta; a proposito delle sue teorie, come di quelle di altri, occorre fare subito una precisazione: è abbastanza comune che i fisici teorici, arrivati a un certo punto delle loro ricerche, inizino a speculare sui massimi sistemi ed elaborino personali filosofie di vita.

Quel che occorre tener presente è che, per quanto grandi essi possano essere come fisici, una volta usciti dal terreno che è loro proprio cessano di essere delle autorità e, soprattutto, non godono più dei privilegi di cui li forniva la loro scienza empirica. In una parola, se una teoria fisica sia esatta è cosa che è possibile verificare, viceversa l’esistenza di Dio, la conformazione dell’aldilà, la sorte ultraterrena dell’uomo, sono argomenti refrattari alle dimostrazioni empiriche. Ancora una volta è possibile rendersene conto proprio dalle parole del diretto interessato. Nel 1969 Capra sedeva in riva all’oceano in un pomeriggio di fine estate: "Osservavo il moto delle onde e sentivo il ritmo del mio respiro, quando all’improvviso ebbi la consapevolezza che tutto intorno a me prendeva parte a una gigantesca danza cosmica". La conclusione, ancor più sconcertante, è la seguente: Capra sentì il suo corpo "partecipare a questa danza cosmica di energia; percepii il suo ritmo e ne "sentii" la musica; e in quel momento seppi che questa era la danza di Siva, il dio dei danzatori adorato dagli Indù"; esperienza mistica rispettabile, ma che non dimostra nulla. Quel che Capra sentì non è necessariamente la Verità o l’unica esperienza mistica possibile.

Questo che sembra un appunto sciocco nella sua ovvietà diventa invece discriminante per proteggersi dalla categoricità con cui si esprimono gli adepti del New-Age. Serve un esempio? Basta andare in edicola e acquistare una delle numerose pubblicazioni ispirate alle idee del Supermovimento: Vivere New-Age, periodico bimestrale, riprodotto anche su floppy-disk, il cui primo numero, dedicato alla scienza della salute, è uscito a maggio-giugno del 1995. Nel numero d’esordio di questa giovane testata sono contenute amenità di questo tipo: "Anche Fritjof Capra, il celebre fisico americano, nel suo famoso libro il Tao della fisica, dimostra [il corsivo è nostro] che la fisica moderna ci riporta a una concezione del mondo che è molto simile a quella dei mistici di tutti i tempi e di tutte le tradizioni".

In realtà, come s’è visto, Fritjof Capra non dimostra un bel niente; oltretutto, come già è stato detto, se si va a guardare da vicino la sostanza del lavoro di ricerca scientifica svolto da Capra, si scopre che i suoi meriti nei confronti della scienza sono davvero ben poca cosa.

Nel già citato Verso una nuova saggezza, Capra, colto da un accesso di sincerità, così si pronuncia al riguardo della sua carriera accademica: "All’aprile 1970 risale l’ultimo assegno da me ricevuto per ricerche nella fisica teorica delle particelle. Da allora continuai tali ricerche in varie università americane ed europee, senza però riuscire a convincerne alcuna a fornirmi un sostegno finanziario. La ragione di questo rifiuto di fondi è da vedersi nel fatto che dal 1970 le mie ricerche di fisica, pur rimanendo un versante essenziale della mia attività, vennero occupando solo una parte relativamente piccola del mio tempo di lavoro. La parte di gran lunga maggiore fu infatti quella da me spesa in ricerche [...] che trascendono i confini ristretti delle attuali discipline accademiche [...] tali ricerche erano e sono ancora troppo nuove e controverse per essere sostenute da qualsiasi istituzione accademica" (p. 7). E più oltre ancora precisa: "La fine degli anni Sessanta coincise per me con la fine della mia occupazione, ma non delle mie ricerche come fisico teorico. Nell’autunno del 1970 mi trasferii dalla California, dove avevo fatto parte del personale docente all’Università di California a Santa Cruz, a Londra, dove avrei trascorso i quattro anni seguenti a esplorare i paralleli fra la fisica moderna e il misticismo orientale" (p.10). In realtà, la formazione di Capra ha subìto, come lo stesso autore dichiara, un brusco arresto nella California sessantottina: "Nel settembre 1968 mia moglie Jacqueline e io ci trasferimmo in California, dove avevo un incarico di insegnamento e di ricerca all’Università di California a Santa Cruz. [...] In California, Jacqueline e io ci imbattemmo in due culture molto diverse: la cultura ufficiale dell’"ortodossia" americana e la "controcultura" degli hippies. Rimanemmo incantati dalla bellezza fisica della California, ma anche sorpresi dalla generale mancanza di gusto e di valori estetici nella cultura ortodossa". Senz’altro degna di nota è quella che, secondo Capra, costituì la base dei suoi nuovi orizzonti ("contro-") culturali: "Negli anni 1969 e 1970 sperimentai tutti gli aspetti della controcultura: i festival rock, le droghe psichedeliche, la nuova libertà sessuale, la vita in comune, i molti giorni passati sulla strada" (pp. 13-15); come è possibile vedere, dunque, le convinzioni di Capra hanno un’origine che con la rigorosità del metodo scientifico sperimentale non ha nulla a che spartire.

Questa precisazione è più importante di quanto possa apparire, perché invece il modo di porsi nei confronti del lettore degli opuscoli New-Age può, con buona ragione, esser definito terroristico: come i rapinatori, solitamente, prima di reclamare il portafoglio delle loro malcapitate vittime, per buona precauzione assestano loro due schiaffoni o li minacciano con qualche arma, in modo da ottenere il più alto grado di soggezione da parte di chi è costretto ad ascoltarli, così anche questi libriccini sono pieni di affermazioni categoriche, per il cui fondamento si rimanda a presunte autorità delle quali nulla si dice e che però vengono presentate come incontestabili, facendo oltretutto sentire profondamente ignorante chi non abbia mai udito prima i nomi di certi sedicenti luminari.

Qualche volta il gioco è talmente scoperto che la malafede risulta evidente; sempre nel primo numero della rivista Vivere New-Age è possibile leggere quanto segue (p. 25): "Gli scienziati si sono sempre un po’ beffati dell’alchimia: poi, dopo anni e forse secoli di studio, hanno scoperto che l’atomo di piombo ha 82 elettroni e quello dell’oro ne ha 79 e che se si tolgono qualche elettrone, qualche protone e qualche neutrone al piombo, si ottiene l’oro! E questo conferma, o per lo meno legittima, le teorie degli alchimisti [il corsivo è nostro]". Orbene, chiunque abbia anche solo qualche rudimento di fisica e chimica sa che:

1) l’energia che occorrerebbe per rompere i legami elettronici di un atomo come quello del piombo è enorme e, sempre che si potesse compiere un’operazione del genere, il suo costo sarebbe più alto del ricavo che se ne potrebbe trarre, e anche così non si otterrebbe ancora l’oro perché

2) non si tratterebbe solo di sottrarre "qualche elettrone", ma anche di togliere "qualche protone e qualche neutrone", il che vuol dire ristrutturare radicalmente l’architettura atomica di una molecola metallica, cosa che, oltre che essere pressoché impossibile, verrebbe a costare quanto una bomba atomica o una centrale nucleare;

3) infine, gli alchimisti erano solo dei ciarlatani molto scaltri e il metodo che proponevano per trasformare un metallo vile qualsiasi -- e non solo il piombo -- in oro era tutt’altro che scientifico: esso consisteva nel ricorso alla cosiddetta pietra filosofale, il cui contatto avrebbe dovuto sortire gli stessi effetti del tocco del mitico re Mida.

Francamente, dati questi elementi, non ci pare che si possa screditare la moderna scienza "ufficiale" (obbiettivo neanche tanto nascosto dei newagers) per andare dietro alle fandonie di qualche arruffone dei tempi passati, qualunque sia l’immaginifico fascino che esse possano avere.

Da ultimo ci piace riportare una giusta osservazione contenuta nel già ricordato articolo di Antonio Maria Baggio: "Il premio Nobel per la fisica Abdus Salam ha più volte spiegato che la teoria sulla struttura della materia che gli aveva fatto guadagnare il Nobel gli venne suggerita dalla concezione della bellezza e della simmetria trasmessagli dalla fede e dalla cultura islamica".

Bisogna dunque ritenere che questa sia una prova sulla base della quale si possa fondare una conversione a questo credo religioso? Noi pensiamo che i motivi che fanno aderire a questa o a quell’altra fede siano più profondi e, come già detto, che tutte le esperienze mistiche siano ugualmente rispettabili.

L’equivoco sul quale invece giocano molti uomini di scienza "illuminati" dei giorni nostri, trae origine dal fatto che la moderna fisica quantistica (quella che studia le particelle subatomiche e le varie forme di energia), rivelando come inadatti i modelli della fisica classica, espone a volte lo studioso a dei paradossi. Con queste parole Capra ricorda il clima in cui si trovò a lavorare il premio Nobel Heisenberg al principio dei suoi studi: "Molti di quei paradossi erano connessi alla duplicità di natura della materia subatomica, la quale appare talvolta nella forma di particelle talaltra in quella di onde. "Gli elettroni", erano soliti dire i fisici a quei tempi, "sono particelle al lunedì e al mercoledì, e onde al martedì e al giovedì". E la cosa strana era che, quanto più i fisici tentavano di chiarire la situazione, tanto più acuti diventavano i paradossi" (Verso una nuova saggezza, p. 12).

In sostanza si può dire che quello che si è verificato con l’avvento della moderna fisica quantistica è stato un "cambiamento di paradigma", ossia un mutamento del modello tradizionale di cui l’uomo si serviva per interpretare i fenomeni naturali. Nel momento in cui il vecchio modello ha iniziato a rivelarsi inadeguato la realtà stessa ha cessato di apparire sensata agli occhi degli studiosi, non perché non lo fosse effettivamente, ma semplicemente perché essi non disponevano più degli strumenti atti alla sua interpretazione, il che ha lasciato ampi spazi per la riflessione metafisica agli uomini di scienza (non a caso Heisenberg scrisse un libro dal titolo eloquente di Fisica e filosofia).

Bisogna tuttavia tenere ben presente due cose:

1) in primo luogo che la speculazione filosofica non è che un tentativo, da parte dello studioso, di anticipare i tempi della ricerca scientifica, che invece sono molto più lunghi e portano di solito a risultati inattesi;

2) l’anticipazione dei risultati della ricerca si presenta allo studioso come una necessità per l’esigenza di porre rimedio a quelli che lui sente come buchi neri nell’interpretazione del reale. In una parola: il fisico è più esposto di altri ad ansie nei confronti della realtà che lo circonda. Inutile dire che l’incontrovertibilità delle affermazioni, già inesistente nel campo scientifico -- basti pensare a quante teorie e modelli del passato sono stati smentiti -- diventa drasticamente la regola in campo filosofico. Ecco perché non è il caso di provare soggezione di fronte alla pretesa categoricità di determinate pubblicazioni.

È però necessario ricordare, ancora una volta, che il New-Age non è una religione in senso proprio e che pertanto ha bisogno di ricorrere a simili pseudo-dimostrazioni per cercare di convincere chi entri in contatto con essa.

Analoga la sorte della psicologia e dell’ecologismo nell’universo New-Age; qui vale solo la pena ricordare alcuni nomi e alcuni concetti fondamentali in proposito.

Come ecologisti possiamo ricordare, oltre ai già citati Peter e Eileen Caddy, anche personaggi a metà strada tra il mondo della psicologia e dell’ecologia come Alan Watts, autore del libro La dolce liberazione - Psicologia moderna e sapienza orientale, il quale molto insiste sul carattere divino della natura, concetto caro al New-Age.

Quali psicologi e psicoterapeuti aderenti a questa nuova religione possiamo invece citare: Carl Rogers, Abraham Maslow, Fritz Perls e Ken Wilber. Ma come loro precursore i newagers ricordano soprattutto uno dei padri della psicologia moderna: Karl-Gustav Jung.

I concetti fondamentali sono, ancora una volta, un miscuglio di mitologia orientale e di ideologia occidentale. L’essere umano sarebbe composto fondamentalmente di due parti: l’"io" e il "sé". La prima parte, l’"io", è la parte egoistica, superficiale e stretta dalle convenzioni sociali; la seconda, il "sé", è la più vera e profonda, aperta all’alterità, in senso sociale e quasi religioso, quando l’alterità diventa l’Alterità. Ma ancora non basta; in tutti gli esseri umani si manifesterebbe un sostrato profondo, che Jung chiama "inconscio collettivo": questo sarebbe popolato di simboli primordiali detti "archetipi", i quali a volte si manifestano in immagini, rappresentazioni e soprattutto sogni. I due archetipi più importanti per la New-Age sono quello del "Sé", che è collettivo, a differenza del "sé", e quello del "Divino", ma gli adepti del Supermovimento, diversamente da Jung, il quale già non è detto che fosse il detentore del Vero, li concepiscono come identici.

In sostanza tra la coscienza del "Sé" e il "Divino" ci sarebbe solo una differenza di consapevolezza. Questo è il fondamento della psicologia cosiddetta transpersonale, che da Laura Boggio Gilot, una dei divulgatori, in Italia, dell’opera del succitato Ken Wilber, viene così definita: ""Transpersonale" vuol dire infatti ciò che è al di là della persona quale unità bio-psichica, in un piano spirituale e cognitivo che trascende ciò che è razionalmente comprensibile; tale piano superiore è la sede della creatività, dell’amore cosmico, dell’intuizione geniale, degli stati di illuminazione mistica ecc.".

Già da questi primi sommari elementi è possibile trarre due conclusioni allarmanti: in primo luogo che si opera una sovrapposizione tra religione e psicologia, che riduce le diverse religioni al rango di psicotecniche, dominio esclusivo di terapeuti o maestri di sette; in seconda battuta che la dilatazione dell’"io" fino ai livelli del divino corre il rischio di tradursi in una sistematica approvazione di sé stessi che non è altro, conclude Baggio, che una "raffinata espressione dell’individualismo, in sintonia con l’egoismo richiesto dal benessere consumista e con le sempre crescenti prestazioni richieste dalla società competitiva a chi vuole emergere".

Simili sono i risultati cui giunge l’esperienza New-Age in campo ecologistico. Partendo da una visione orientaleggiante della natura, i new-agers vedono la presenza divina contenuta -- e non semplicemente rappresentata -- in qualsiasi componente dell’universo e della terra, che chiamano spesso col nome di Gaia, antica divinità mediterranea. È ciò che loro definiscono visione olistica, dove "olistico" è da intendersi come sinonimo di "integrale", derivando dal vocabolo greco hòlos (Óloj) che vuol dire per l’appunto "intero, tutto".

È un nuovo particolare tipo di panteismo, come si ricava dall’opera del già menzionato Alan Watts. In un passo in cui cita e commenta le Upanis^ad, -- testo sacro e iniziatico dell’induismo, trasmesso di maestro in allievo --, Watts dice (nel passo si parla di Brahma, divinità che, dalla fine dell’epoca vedica, viene messa a capo del pantheon induista): ""Un’essenza invisibile e sottile è lo spirito di tutto l’universo. Questo è realtà. Questo è verità. Questo sei tu". Il maestro non dice al discepolo che egli è una parte del Brahma; gli dice che lui è Brahma; e se dovessimo dare un nome a questa dottrina, dovremmo stabilire che non si tratta di panteismo [= tutto è dio, n.d.r.], ma di pan-en-teismo [= Dio è in tutto, n.d.r.]".

Orbene, il panenteismo è sostanzialmente lontanissimo dalla visione cristiana del divino, ma bisogna subito aggiungere che gli ideologi del New-Age, anche in questo caso, giocano molto sul malinteso e cercano conferma proprio nel tanto disprezzato mondo cristiano-cattolico, nelle opere di mistici quali santa Caterina da Genova, che essi travisano e interpretano erroneamente, adattandole alle loro convinzioni.

A questo proposito valgono le parole del Maccari: "Quanto al significato del "pan-en-teismo" [...], esso è perfettamente cristiano, se vuol dire che Dio vive in noi ma distinto da noi, come il nostro Creatore e Signore. Non così però lo intende la New Age, per la quale "Dio" o il "Divino" è la parte più profonda di noi stessi."

 

New-Age esoterico: astrologia, channeling e occultismo

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Grazie all’abbondanza di certi negozietti, alla miriade di pubblicazioni astrologiche e sull’occulto disponibili in edicola e nelle librerie e grazie anche alle trasmissioni televisve, uno degli aspetti del New-Age coi quali s’entra in contatto più di frequente e più comunemente è proprio quello esoterico, cioè quello "per iniziati", anche se poi col termine "iniziati" non si devono intendere i membri di una qualche società segreta, ma semplicemente "persone a conoscenza di certe pratiche", solitamente magiche o divinatorie.

Il fatto, poi, che queste pratiche, come per esempio la chiromanzia, siano ormai talmente comuni da non sembrare affatto "esoteriche" (ma, del resto, s’è detto prima dell’ampia cultura degli europei in questo campo), non scoraggia i newagers che continuano a riferirsi a questo aspetto della loro filosofia come "esoterico".

Non bisogna tuttavia sottovalutare l’ampia presa sul pubblico che il New-Age ha su questo terreno, soprattutto perché, su questo terreno più che su altri, risulta più facile sfruttare la suggestionabilità dell’essere umano, sempre pronto a credere al peggio e nel contempo ansioso di avere rassicurazioni sul proprio futuro.

In questo campo posso citare anche la mia esperienza diretta; incuriosito da quanto avevo letto a proposito del New-Age e colpito dall’abbondanza di negozietti che sembravano collegati a questo tipo di ideologia, mi sono risolto alla fine a entrare in uno di questi per vederci più chiaro. I negozi di tale stampo sono facilmente riconoscibili: se anche nelle insegne non fanno esplicito riferimento alla New-Age, comunque capita di leggere sopra l’entrata diciture del tipo: "Libri rari-tarocchi-curiosità-articoli esoterici", e in vetrina ci sono sempre oggetti in pietra, cristalli, amuleti indiani e gadgets consimili.

La titolare mi ha accolto cortesemente presentandomi l’immancabile Morgana di turno (si chiamava proprio così), poi mi ha spiegato, devo dire il vero molto gentilmente, i servizi che offre la sua impresa. Tralasciando alcune cose che sono vendute anche in altri negozi, ciò in cui le due gestrici erano specializzate erano: la lettura del tema natale (tariffa: L. 50.000), che in pratica è una sorta di oroscopo molto dettagliato che indicherebbe il quadro energetico al momento della nascita e il proprio cammino Karmico, che è in relazione con le dodici parti dell’anima, cui sono associate le case astrologiche (lavoro, affari, amore, salute...). Il tema natale aiuterebbe a capire il momento energetico e a sfruttarlo al meglio (un po’ come avere le soffiate giuste per giocare in borsa).

È possibile poi anche farsi leggere i tarocchi o i dadi astrali; questi ultimi sono quattro normalissimi dadi, che recano figure dei tarocchi sulle sei facce, e che vanno tirati tre volte ciascuno per avere un responso sul proprio destino. Destino e non futuro, perché le due signore hanno tenuto a precisare che le informazioni ricavabili da queste pratiche sono in realtà informazioni che per una persona che si conosce bene potrebbero risultare non nuove, nondimeno sarebbero pratiche utili a tutti perché aiutano a riflettere.

Gli amuleti sono forse il servizio più caro: le verette decorate con motivi egizi, catalizzatori di energia positiva, che erano esposte nelle vetrinette del negozio, costavano L. 520.000, se d’oro, e L. 80.000, se d’argento, ma a quanto pare vanno a ruba.

Tra i servizi offerti dalla titolare e dalla sua aiutante merita senz’altro di essere citato l’esame radioestetico, un esame che viene fatto per mezzo di un pendolino, che viene passato intorno al corpo del paziente, al modo dei rabdomanti, al fine di capire i punti deboli dei "corpi leggeri" e la situazione dei sette chakras. Volete un esempio pratico? Se peccate di fiducia in voi stessi, avrete difficoltà nella metabolizzazione dello iodio, ergo avrete sovente mal di gola o disturbi in quella zona del vostro corpo, cosa che il pendolino immancabilmente segnalerà. Per essere sempre in forma bisognerebbe fare un check-up radioestetico ogni due mesi.

Altre curiosità degne di essere ricordate sono i fiori di Bach, dal nome molto esotico (ma, in proposito, oltre al nome le due signore non mi hanno offerto altre delucidazioni) e il libro degli angeli, un libro contenente indicazioni su come entrare in contatto con gli angeli, che girano in mezzo a noi, e su come evocarli ricorrendo al loro nome.

Un altro elemento caratteristico di questi negozi New-Age è il fatto che, quasi sempre, esposte in vetrina tra i prodotti in vendita, spicchino come articolo principale le pietre zodiacali, cioè le pietre che dall’astrologia vengono assegnate a ciascun segno e che, se portate a contatto della pelle, dovrebbero assicurare grandi benefìci a chi le indossa. Sempre le pietre dure sono fondamentali per la cristalloterapia, che è una tecnica di guarigione basata sugli influssi dei minerali: ogni disturbo può essere guarito grazie all’ausilio di una data pietra.

Non sempre però si fanno incontri così innocui e, se si vuole, anche simpatici. Su questo versante della New-Age il panorama spazia da chi pubblica libri o partecipa a talk-show televisivi raccontando le proprie vite anteriori (i newagers credono, come forse s’è già avuto modo di capire, nella reincarnazione e nella possibilità di recuperare i ricordi delle vite antecedenti), a chi pratica la magia e altre discipline esoteriche, a chi venera i dischi volanti e pratica il channelling, una moderna forma di spiritismo con cui, gli adepti che ne fanno uso, cercano di contattare esseri viventi in dimensioni diverse da quella umana.

Il channelling, che della New-Age è elemento fondante e costitutivo, tanto da essere stato definito dagli ideologi del Supermovimento "metodo indispensabile all’ingresso nel terzo millennio", deriva in effetti dallo spiritismo classico, ma si unisce all’attesa millenaristica della nuova èra dell’Acquario.

In che cosa consiste di preciso? In un particolare tipo di comunicazione: "Come per telefonare a una persona occorre qualcuno che chiami, qualcuno che ascolti, un colloquio che si sviluppi tra i due, analogamente per avere un channeling occorre un "canale" (channel) che trasmette, qualcuno che riceve la comunicazione (channeler), quindi un "messaggio" o informazione o "rivelazione" trasmessi (channeling)" (Maccari).

Qual è la differenza rispetto allo spiritismo classico? Essa consiste nel fatto che il "canale" che invia il messaggio non è necessariamente lo spirito di un defunto; all’altro capo del filo, in questa particolare telefonata, "possono presentarsi anche Dio, spiriti collettivi, extraterrestri, fate, gnomi, elfi, angeli, Gesù, maestri di ascesi, demoni, l’inconscio collettivo, ecc." (cfr G. Maggioni, I nuovi movimento religiosi o sette, Centro Ambrosiano Milano, p. 66).

Inoltre nel channelling mancano tutti quegli elementi che normalmente associamo allo spiritismo classico: ambienti bui e tenebrosi, candele, tavolini che si muovono, mani collegate a formare catene... Anzi, grazie a personaggi come l’attrice Shirley MacLaine, autrice tra l’altro di tre best-seller gravidi di dottrina New-Age, negli Stati Uniti sono state dedicate al channeling fortunate trasmissioni televisive, che, in virtù del loro successo, hanno reso possibile l’apertura di scuole di channeling nelle quali si promette la possibilità di divenire channeler a chiunque soddisfi alcuni modesti requisiti minimi.

Ma questa particolare forma di spiritismo, oltre ad aver fatto entrare in contatto le masse con l’ideologia New-Age per mezzo della televisione (appropriata appare dunque la definizione di Network dei Network per il Supermovimento), è degna di nota anche perché è la fonte primaria per la redazione di quelli che vengono definiti "nuovi vangeli", opere cioè che, rivelate "tramite una "voce" e talvolta tramite "scrittura automatica", da Dio o da Gesù Cristo o da spiriti angelici" si proporrebbero di interpretare, chiarire e completare le Sacre Scritture (Antico e Nuovo Testamento), naturalmente in modo incompatibile con il credo cristiano-cattolico. Abbiamo già parlato, infatti, del libro della Schucman A course in Miracles; ebbene, esso era stato scritto proprio mediante la tecnica del channeling. Altri "vangeli" simili a quello della Schucman sono, per esempio, The Aquarian Gospel of Jesus Christ ("Il vangelo acquariano di Gesù Cristo") di Levi H. Dowling, il Libro di Urantia che sarebbe stato dettato da angeli e spiriti celesti ai membri del gruppo di ricerca psico-religioso americano Forum, nonché tutta una serie di scritti prodotti dai membri della già menzionata comunità verde di Findhorn, dove pare che si facesse ricorso ai consigli di entità superumane anche per migliorare le tecniche di produzione agricola.

Inutile dire che l’unico concreto risultato cui giungono simili pratiche è quello di aumentare il numero di sedicenti Messia e di alimentare la pericolosa illusione che qualsiasi cosa possa passare per la testa in particolari stati di euforia o esaltazione (che a volte gli adepti New-Age si procurano artificialmente, ricorrendo all’ausilio di allucinogeni) sia frutto dell’ispirazione divina e dunque legge cui conformarsi.

In questo campo, in realtà, i newagers procedono come moderni apprendisti stregoni, ma non vanno ugualmente sottovalutati, perché è anche il campo dove sanno essere più convincenti.

Come ultime stranezze di questo versante del New-Age vanno infine ricordati i culti ufologici e la grande importanza attribuita alle Near Death Experiences ("esperienze prossime alla morte", abbreviate anche N.D.E.). Queste ultime consistono nei racconti di ciò che hanno provato le persone che, spesso in seguito a gravi incidenti, hanno sperimentato il coma profondo, avendo la fortuna di ritornare tra i vivi. Di solito i newagers si servono di questi racconti per avvalorare le loro tesi sulla reincarnazione e la loro visione ultramondana; va detto però che essi sono solitamente molto generici (parlano di luci, voci e sensazioni), non si sa che credito possa esser loro riconosciuto e, comunque, possono accordarsi con qualunque visione dell’aldilà.

I culti ufologici hanno invece una doppia origine: da un lato sono collegati al fenomeno degli avvistamenti e dei presunti contatti con gli extraterrestri, di per sé estraneo al New-Age, dall’altro rientrano nell’esperienza del channeling. Infatti s’è detto di come, tramite channeling, possano essere contattate entità anche non necessariamente ultramondane; in più bisogna aggiungere che come, per questa moderna forma di spiritismo, non contano i vincoli temporali, ancor meno contano quelli spaziali. Ecco allora che con un’"interurbana" si può entrare in collegamento con gli extraterrestri, i quali forniscono ai destinatari i loro personali vangeli.

Questa particolare forma di "contatto" con entità di altri pianeti ha iniziato a diffondersi dagli anni Cinquanta (il primo a dirsi "contattato" fu George Adamski, in California) e ha avuto una tale diffusione che, per quanto sembri incredibile, ci sono oggi parecchie persone che attendono l’arrivo degli ufo come quello del Messia e venerano i dischi volanti, anche al di fuori dell’area New-Age.

 

New-Age e salute: medicine alternative, tecniche di guarigione e psicotecniche

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Il rapporto del New-Age con la medicina è lo stesso già messo in luce nei riguardi delle altre scienze; va bene tutto ciò che è orientale, va male tutto ciò che è occidentale, con l’unica eccezione di quelle tecniche di guarigione ai limiti della scienza medica ufficiale. In particolare i newagers credono nelle medicine alternative, che loro però preferiscono chiamare complementari, per evitare lo scontro frontale con la "medicina ufficiale". Il primo numero della rivista Vivere New Age, corredato di ipertesto (cioè con riproduzione su supporto informatico), ne dà una buona idea.

Per la filosofia New-Age tutte le malattie, ma proprio tutte, sono psicosomatiche, e guarire, in realtà, significa curare l’anima. Il fatto è che anche se l’umore del paziente, o la sua buona disposizione nei confronti del medico e della cura da questi adottata, sono fattori fondamentali, non tutto in medicina può essere risolto mediante il ricorso all’effetto placebo. Solo per citare alcuni casi, non vediamo come curare le ustioni, i traumi, le lesioni, le affezioni virali e derivanti da esposizione a radiazioni, le malattie ereditarie, quelle legate all’invecchiamento, le intossicazioni con il ricorso alla teoria psicosomatica.

Inoltre, se anche l’influenza della mente su malattie gravi come i tumori pare notevole, anche per la medicina occidentale, pure non pare che si possa definire il tumore unicamente come malattia psicosomatica.

Infine non so quanto sarebbe contento un paziente affetto da patologia grave di sapere che -- citiamo da Vivere New Age 1, p. 32 -- "l’obiettivo dell’intervento medico non deve necessariamente essere la guarigione (che appartiene all’àmbito dei "risultati possibili") ma il potenziamento delle risorse "auto-riparative" della persona stessa. Colui che cura [...] non può che fungere da tramite, affinché il malato stesso "decida" di guarire, di operare per sé stesso, di mettersi sulla strada della guarigione".

Analoghe affermazioni sono contenute anche negli scritti del medico New-Age tedesco Thorwald Dethlefsen: "Noi intendiamo mostrare che il malato non è la vittima innocente delle imperfezioni della natura, bensì l’agente stesso della malattia" (cfr Malattia e destino, Edizioni Mediterranee, p.11)

Non tutto però è da buttare via; bisogna riconoscere che i newagers hanno ragione quando sollecitano nei medici una maggior attenzione per l’intera persona del paziente, e quindi anche per il suo umore e per le sue ansie; ma queste istanze, che rivendicano all’essere umano una complessità che le scienze moderne, sempre più settoriali, spesso trascurano, anche se giuste, non bastano a rendere valide posizioni aberranti come quella sopra riportata.

 

Il New-Age, la ginnastica, le danze e le arti marziali; la New-Age music

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Elementi fondamentali del New-Age, come pure dell’educazione orientale, sono anche la ginnastica, la danza e le arti marziali; a questo proposito occorre ricordare che le scuole yoga e zen spesso sono veicolo di propaganda di idee New-Age o simili, tanto più subdolo in quanto mascherato sotto le mentite spoglie di tecniche per raggiungere serenità interiore, una serenità che spesso manca a chi si rivolge a queste scuole. Il problema è ancora una volta quello della libera scelta: essere informati, in questo caso, garantisce la genuinità di un’eventuale adesione a una nuova filosofia di vita, oppure consente di prenderne le distanze se la si reputasse fasulla.

Discorso diverso e più complesso quello riguardante la musica; l’etichetta principale di musica New-Age è americana, la Windham-hill, e vanta ormai un catalogo numericamente assai consistente; i musicisti che ne fanno parte sono tutti bravissimi e tecnicamente molto ben preparati. Ricordiamo il chitarrista Michael Hedges, il bassista Michael Manring e il trombettista Mark Ishram, autore anche delle colonne sonore di diverse pellicole di successo.

La musica New-Age si caratterizza per l’ariosità delle sue melodie, evita gli intervalli discordanti e risolve sempre, quando addirittura non evita, ogni tipo di tensione nella costruzione delle armonie. Gli strumenti sono sempre suonati con effetti che ne aumentano l’alone sonoro, quali i vari tipi di eco e riverbero e, nel caso del pianoforte, il pedale d’espressione. L’effetto conseguito è quello di una musica realmente rilassante e gradevole, a tratti anche stimolante. A differenza dei CD musicali venduti in edicola, quelli del catalogo Windham-hill non contengono pamphlet propagandistici e, francamente, andrebbero giudicati secondo canoni strettamente musicali, anche perché nella quasi totalità dei casi i brani sono solo strumentali e non contengono testi cantati.

In ogni caso, non pare che possa definirsi New-Age musica come quella degli Enigma, che con la musica New-Age propriamente detta non hanno nulla a che spartire e che sono semmai più vicini ai complessi rap o alla musica da discoteca.

 

New-Age "satanico"?

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Preciso subito, prima di occuparmi del problema della diffusione della New-Age, che non ho intenzione, né qui, né in altra sede, di occuparmi del presunto aspetto "satanico" del Supermovimento. C’è chi ha detto e s’è sforzato di dimostrare che il movimento New-Age esalterebbe l’ideologia nazista e che conterrebbe nel suo seno gruppuscoli di satanisti (cfr Maccari, op. cit., pp. 147-164). Sicuramente l’ideologia New-Age, così eterogenea e sincretistica com’è, s’adatta assai bene ad attrarre mitomani, esaltati e squilibrati; la cosa va presa in seria considerazione e dovrebbe far sorgere qualche ulteriore dubbio sulla bontà di un simile movimento; ma di pazzi ce ne sono dovunque, anche al di fuori dell’àmbito New-Age.

Il pericolo rappresentato dal New-Age è un altro, e consiste nella sfida che esso lancia alla spiritualità malata dell’uomo occidentale; il fatto stesso che l’unica religione che il New-Age non tenti di assorbire direttamente sia il cristianesimo, e che proprio a quest’ultimo cerchi di sostituirsi, la dice lunga. La scomparsa del cristianesimo, infatti, rappresenterebbe l’ultimo tassello dell’autodistruzione della cultura e, per conseguenza diretta, dell’uomo occidentali.

Insistere su certe deviazioni del New-Age vorrebbe dire fargli pubblicità: quel tipo di pubblicità che sfrutta una certa curiosità morbosa che, in misura minore o maggiore, tutti quanti abbiamo, e nel contempo ignorare il vero problema. In sostanza, si finirebbe per demonizzare il New-Age, facendogli un favore, e non lo si affronterebbe sul terreno dove è realmente più debole: quello della verità. Che verità può contenere una religione in cui la verità non conta nulla, in cui "nulla di reale esiste", in cui Dio siamo noi e il peccato è solo un’illusione? E se non contiene verità alcuna, che possibilità ha di salvare l’uomo da sé stesso?

Certo, posta in questi termini la questione lascia molto meno spazio all’ideologia New-Age, ma non ne diminuisce la pericolosità. Valgono, anche per questa forma di neo-gnosticismo e pensiero debole relgioso, le parole di Germain Grisez: "Il neo-gnosticismo costituisce un amalgama instabile di pseudo-sesso, pseudo-spiritualità, pseudo-scienza e pseudo-teologia. Rende facile il cammino a quella gente che sta perdendo la fede e abbandonando i propri impegni vocazionali. Ma non converte alcuno che non creda; e conduce a culle vuote e a matrimoni infranti, a seminari e noviziati vuoti, a promesse infrante e a voti inadempiuti". Il dato allarmante in queste parole non è tanto nella descrizione degli effetti del pensiero debole in campo religioso, quanto in quel "rende facile il cammino a quella gente che sta perdendo la fede". Quanti oggi in Occidente si trovano in questa situazione?

Ecco allora che il cristiano ha chiaro di fronte a sé il cammino: alimentare la propria fede, informarsi, in quanto il processo informativo costituisce una salutare "mitridatizzazione", e confrontarsi apertamente, ma ricordando che, su certi argomenti, il proprio parlare deve essere "sì, sì, no, no".

E il non credente? Il non credente dovrebbe ricercare la verità come e più del cristiano e, come il cristiano, rifiutare i compromessi in questo campo e informarsi non meno del cristiano, perché il New-Age, come altri movimenti, fa ricorso all’autocompiacenza e all’autosuggestionabilità umana ed è perciò auspicabile essere informati, in modo che, se anche ci si volesse convertire a questa visione del mondo, lo si potesse fare responsabilmente, e non in seguito a un mezzo plagio.

 

I canali di diffusione del New-Age

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Come già più volte ripetuto, è possibile entrare in contatto con le idee del New-Age quotidianamente e in molti modi.

In primo luogo nelle edicole: attualmente la New-Sounds Multimedia di Monza pubblica periodicamente la rivista New Age Music and New Sounds, accompagnata da relativo CD musicale, e la rivista ipertestuale Vivere New Age, della quale s’è già detto e di cui è da non molto uscito anche il secondo volume, dedicato al rapporto uomo-donna; esistono poi pubblicazioni accompagnate da CD rom per PC e videocassetta.

In secondo luogo si può incontrare il New-Age nelle librerie: numerosissime ormai le piccole case editrici interessate al Supermovimento. Possiamo ricordarne alcune, che costituiscono solo la punta dell’iceberg: le edizioni Bresci di Torino, le edizioni Cometa e le edizioni Mediterranee di Roma, e poi ancora le case editrici Armenia, il punto d’incontro, Tecniche Nuove e altre ancora. Ma a parte questi piccoli editori di materiale che potremmo definire "alternativo", anche le case editrici maggiori -- Feltrinelli, Longanesi, Adelphi, Sperling e Kupfer -- ora accolgono diversi libri che, se non addirittura scritti da mentori del New-Age, come il fisico Fritjof Capra o l’attrice Shirley MacLaine, sono per lo meno collocabili nell’area culturale di questo movimento.

Ai canali attraverso i quali si può entrare in contatto con le idee di questa nuova religione bisogna poi aggiungere: le pellicole cinematografiche e i fumetti. A proposito di questi ultimi, evitando di fare pubblicità ("che se ne parli bene, che se ne parli male, purché se ne parli") i fumetti, italiani e non, abbondano di personaggi che reinterpretano il Vangelo e l’Antico Testamento in chiave esoterica o come fossero banali favolette, che credono che la realtà non esista o che sia per lo meno soggettivamente interpretabile, che pensano che l’inferno sia una dimensione parallela non molto dissimile da quella in cui viviamo, che sono animati da uno stucchevole ecologismo, in virtù del quale meritano più rispetto le bestie degli esseri umani, che credono nella reincarnazione...

Bisogna poi ancora annoverare i negozi di dischi, le trasmissioni televisive, in particolare quelle astrologiche, quando esse non siano dirette dai soliti ciarlatani (per altro più innocui), e i negozi in cui è possibile comperare i libri sopracitati e i gadgets di cui s’è detto prima.

Da ciò risulta che si è quotidianamente sottoposti a un bombardamento di idee derivate dal New-Age e che concreto è il pericolo di incorrere in quella sia pur "superficiale adesione" che si è detto prima bastare per entrare a far parte del Supermovimento.