Genitori con teen-agers,
manuali per l'uso
di Lluis Cassany Riera
Introduzione al primo manuale | Dedicato ai genitori, ma con speciale riferimento ai padri | Ti dico ora più concretamente come devi comportarti nei confronti di tuo figlio adolescente | "Uff! Avrei bisogno che la giornata fosse di trenta ore!" ovvero: stratagemmi educativi per madri che lavorano fuori casa. Introduzione al secondo manuale | In casa il terremoto ... e a noi i grattacapi! Manuale per genitori di bambini che non arrivano alla cintura. Introduzione al terzo manuale | Come riuscire ad avere un figlio sciocco. Introduzione al quarto manuale | Documenti di navigazione per nonni ben collaudati. Introduzione al quinto manuale
Mancano pochi minuti alla partenza; i passeggeri hanno preso posto sull’aereo e la hostess inizia a fare gesti con le mani mostrando le uscite di emergenza e gli scomparti che conservano le maschere per l’ossigeno e i giubbotti salvavita. Se siete un habitué del volo non ci fate caso e vi sprofondate nella lettura del vostro giornale, ma, quasi senza volerlo, di lì a poco vi sorprenderete, con l’aria di chi non vuol farlo, a dare un’occhiata di qua e di là verso le porte di emergenza per verificare se ci sono; sono certo che lo fate dissimulando le vostre intenzioni, magari, mentre fingendo di allacciarvi le scarpe, allungate invece di soppiatto la mano sotto il vostro sedile per ‘toccare’ il vostro giubbotto salvavita. "Sì, c’è"; e vi rassicurate. Siccome siete un assiduo frequentatore di aerei, siete riuscito a fare tutte le verifiche del caso senza che il vostro vicino se ne sia accorto. Bravo; avete superato il vostro piccolo esame pre-volo. Mentalmente siete riuscito anche a ripassare la ‘posizione-da-catastrofe", quella cioè che vi potrebbe salvare la vita in caso di disastro aereo. Perché lo avete fatto? Perché siete un uomo prudente e quindi avvertite la necessità di sapere a che cosa dovete attenervi quando sull’aereo sta per iniziare il `rullare` e pare quasi che il velivolo arranchi su una pista forestale mentre nella vostra mente fa capolino lo spiacevole pensiero che forse questa volta non potrete gustare il piacere di raccontare a casa "lo spavento che abbiamo provato".
Ebbene, anche se non ci avete pensato, con l’educazione succedono esattamente le stesse cose. Soprattutto quando iniziamo a renderci conto che il nostro progetto educativo non è poi così vigoroso e vincente come avevamo immaginato prima di intraprendere il viaggio nel ‘pianeta figlio’, senza dare nell’occhio, ci sorprendiamo a spiare l’ubicazione e la praticabilità delle possibili uscite di sicurezza e a ricercare a tentoni qualcosa a cui poter aggrapparsi nel caso gli eventi precipitassero all’improvviso. E’ come se soltanto allora ci accorgessimo dell’esistenza di un cartello segnaletico che ci ammoniva: PERICOLO: adolescenti a bordo!
La ragione che mi ha condotto
a compilare i presenti
"Manuali di sopravvivenza"
è proprio questa:
la compassione per il nostro destino di genitori.
Introduzione al primo manuale
Avete un adolescente in casa? Se sì, allora è sicuro che almeno in qualche occasione vi sarà capitato di paragonare la vostra situazione con quella di una sala di aspetto in cui c’è una bomba a orologeria ormai sul punto di scoppiare. Non dovete dolervene però: si tratta di un’esperienza comune a tutti. Essere padri e madri di un adolescente è infatti un’occasione ideale per sperimentare le crisi di nervi, la perdita delle staffe, le arrabbiature violente, gli scoraggiamenti e anche le crisi di onorabilità e di prestigio. Mi è capitato in più di una occasione di ricevere, da genitori, confessioni del seguente tenore: "Devo fare un grande sforzo per ricordarmi che il mostro che ho in casa è mio figlio e che lo amo. Ho paura infatti che, se mi lasciassi andare, finirei per odiarlo. Quello che prima era un essere meravigliosamente ingenuo, sincero, gradevole e affettuoso (anche se un po' sudicio e, lo devo ammettere, anche disordinato), ora si è convertito in un ribelle che protesta e che contesta, senza manco avvedersi di quanto il suo comportamento sia incostante, incoerente e assurdo. Si finisce per provare la sensazione che questi esseri vivi che si muovono per casa (esseri umani?) siano lì proprio con lo scopo di fare ciò che più arreca disturbo ai genitori; ma non basta: sembra che siano totalmente incapaci di un qualsiasi gesto simpatico, di un piccolo servizio utile agli altri, di un comportamento gradevole. Anche se non mancano di sorprenderti; soprattutto se ti capita di osservarli quando stanno con gli amici: con la loro combriccola, infatti, si mostrano servizievoli e cercano, e ci riescono, di essere simpatici. Così ti capita di chiederti: perché non si comportano così anche in casa? Ma non riesci a trovare risposta".
Se avete un adolescente in casa, che vive proprio sotto il vostro tetto, è sicuro che in più di una occasione, vi sarete sorpresi a esprimere un’angosciosa domanda: "Ma noi: che cosa abbiamo fatto di male?"
Dovete però anche considerare che assumersi il carico di un adolescente ha anche i suoi vantaggi: innanzitutto potete dimagrire facilmente senza la necessità di dover ricorrere a nessun regime strano a base di plastica elaborata, per la semplicissima ragione che o vi ritrovate senza appetito o avvertite la necessità, per evitare guai peggiori, di autoconvincervi che non avete lo stomaco che brontola; inoltre potete usufruire di molte più ore per stare con voi stessi (pensate soltanto alle lunghe notti in cui non vi è proprio riuscito di chiudere occhio!); non ultimo, i vostri bisogni che vi spingono a interessarvi del campionato di calcio e a frequentare le rappresentazioni teatrali hanno la fortuna di trovare, per così dire, un appagamento all’origine, senza bisogno che vi scomodiate da casa, dato che i vostri desideri di sfogarvi, di gridare e di liberare l’ansia restano perfettamente soddisfatti entro le mura domestiche.
Sì, ho pensato a voi, cari genitori, al momento di concepire questo libretto. Esso è come un prontuario di sopravvivenza in caso di catastrofi naturali: ho preparato per voi una serie di consigli pratici e molto concreti per riuscire a sopportare le bufere ricorrendo a una certa dose di astuzia tattica.
Nota: Se la ‘vostra ora’ non è ancora arrivata, arriverà; siatene certi. Quella meraviglia di bambino che avete in casa nasconde, dietro i jeans sciupati e la maglietta colorata la sua vera personalità. Essa è sepolta sotto una tonnellata di insicurezze e di acne, ma non mancherà di esplodere. E’ solo questione di tempo.
Dedicato ai genitori,
ma con speciale riferimento ai padri
1) Sì, lo so che è difficile, tuttavia cercate di lottare con tutte le vostre forze per essere più coerenti: se volete evitare guai cercate di non fare mai nulla che vada contro quelle che vi è capitato di esprimere come idee vostre.
2) Non restate inattivi; i desideri che avete di incidere sull’andamento sociale, metteteli in pratica; discutete quello che viene affermato dai mass-media; criticate e proponete soluzioni alle situazioni che vi sembrano ingiuste; uscite da casa: visitate e aiutate i poveri (se non lo avete capito, questa è ‘politica di prevenzione’ di quella ‘fine’).
3) Non litigate né mostratevi arrabbiati con vostra moglie (o vostro marito) davanti a ‘lui’.
4) Vi capita di sbagliare? Correggetevi senza paura. Non pensate di perdere il vostro prestigio (...quale prestigio?).
5) Sforzatevi di mostrarvi più servizievoli in casa e occupatevi di più della faccende domestiche.
6) Insieme, voi e il vostro coniuge, fate un piano settimanale delle cose da fare che preveda, per ambedue, impegni di uguale intensità.
7) Siate ottimisti! E siate realisti.
8) Cercate di sottoporre a verifica le idee che avete e di distinguere bene quali di esse sono frutto di ferma convinzione e quali, invece, corrispondono all’abitudine o alla moda. Riguardo a queste ultime, la parola d’ordine dev’essere: flessibilità.
9) In quello che considerate realmente importante, siate fermi. Se trovate questo compito difficile aiutatevi con questo esercizio: che cosa salvereste in caso di catastrofe?
10) Rinnovate ogni giorno l’amore che avete verso il vostro coniuge.
11) Studiate. Imparate. Interessatevi sinceramente delle novità che si manifestano nel mondo.
12) Non prendete alla leggera il fatto di avere in casa un figlio adolescente. Formatevi! Cercate qualcuno che vi segnali letture, corsi, conversazioni, ecc.
13) Pregate. Anche se da tempo non lo fate, è arrivato il momento di farlo. Dio solo sa che razza di pasticcio avete in casa e non mancherà di esprimervi tutta la Sua solidarietà.
14) Anche se vi capita di pensare che è tutta colpa vostra, non abbattetevi. Sicuramente avete commesso degli errori, ma ricordatevi che dopotutto anche ‘lui’ ha la sua libertà.
15) Sorvegliate la televisione, la stampa e le riviste che entrano in casa. Siate molto attenti su questo punto anche se dovrete fare i conti con le molte proteste che vi pioveranno addosso.
16) Imparate ad usare le seguenti frasi: "Vinca il migliore"; "Quello che dici è verissimo"; "Chiaro! Non ci avevo proprio pensato"; "Sì, ho sbagliato; accetto il mio errore". Utilizzatele soprattutto quando l’argomento o la situazione vi permette di rinunciare a qualcosa di non troppo importante.
17) Allontanate da voi il pernicioso desiderio di ‘usare lui’ per fare bella figura davanti ad altri genitori.
18) Riflettete: quando un animale riceve uno stimolo, reagisce; non decide. I genitore di un adolescente (ossia di un animale razionale in crisi) devono invece decidere ‘prima’ di avere una reazione.
19) Preparate una lista di cose che volete sistemare con lui e numeratele secondo l’importanza reale che esse hanno. Otterrete due risultati notevoli: di non battagliare su tutti i fronti e di lottare con ordine e raziocinio. Man mano che riuscirete a ottenere qualcosa, potrete porre sul tappeto un’altra questione. E soprattutto: siate calmi.
20) Cercate di convincervi che ‘lui’ non è più un bambino. State però anche attenti a non contraddirvi: non ditegli che è grande mentre continuate a trattarlo come un ragazzino.
21) Ogni sera fate un esame di coscienza riguardo a vostro figlio. Ma non che sia fine a se stesso: ricavatene dei propositi concreti.
22) Anche se vi costa molto sforzo -perché prevedete una reazione negativa- non rinunciate a cercare un’occasione propizia per dire la verità a vostro figlio.
23) Collaborate con la scuola che lui frequenta. Cercate di ottenere le massime informazioni possibili dai suoi prof. Fissate con loro, sempreché ciò sia possibile, degli obiettivi che siano comuni.
24) Rammentate che vi è anche una ribellione sana e costruttiva: è quella che va contro la menzogna, l’ipocrisia, la falsità, la disonestà e l’antinaturalezza. Siate voi stessi dei ribelli in questo preciso senso.
25) Guardatevi dalla demagogia; tuttavia non mancate di riflettere che i giovani sono il prodotto -in qualche misura- di ciò che abbiamo fatto noi, dal momento in cui siamo divenuti adulti.
Ti dico ora più concretamente come devi comportarti nei confronti di tuo figlio adolescente
1) Parla molto meno e ascoltalo molto di più. Soprattutto vedi di non sentirti continuamente in obbligo di mostrargli il tuo disaccordo.
2) Se proprio non puoi farne a meno, limita le prediche teoriche e i discorsi sulla tua gioventù a uno soltanto per anno.
3) Sorridi.
4) Procura di trovare argomenti che non siano sempre causa di conflitti. Riguardo a questi ultimi, lo sai, non devi proprio preoccuparti: già se ne occupa infatti tuo figlio di portarli a dibattito.
5) Non scandalizzarti di nulla.
6) Mostrati come sei. Raccontagli le tue cose anche se lui non te lo chiede. Non aver timore di confessargli che hai delle lacune: lui se ne è già reso conto.
7) Concentrati su poche cose. Accetta la battaglia solo quando avverti di avere la forza per vincerla. Non ‘bruciarti’ se non è strettamente necessario.
8) Se non ti senti realmente capace di portarla a termine con serenità, non incominciare mai una conversazione con lui. Succeda quel che succeda, dica quello che dica, convinciti che hai fatto la scelta migliore.
9) Abbassa la guardia. Rilassati. Pare che invece di stare seduto in casa tua assaporando una pizza, ti trovi nel cuore del Vietnam.
10) Ragiona con ordine, con l’ordine che tu hai imparato, anche se lui non l’accetta. Poi taci, ascolta e sopporta con fermezza. Non rispondergli mai: "Perché sì", né "Perché sono tuo padre", né "Fintanto che stai in questa casa".
11) Conserva tranquillamente il tuo stile di vita. Non è necessario che tu ti sforzi di stare aggiornato nel modo di vestire, nel vocabolario e nelle maniere... sempreché non sia tu stesso a volerlo. Per tuo figlio -lo devi sapere- tu sarai sempre come una vecchia carrozza in un mondo di automobili sfreccianti.
12) Con calma e senza ironia, rivolgigli domande pertinenti sul perché delle sue idee.
13) Mostragli senza parlare, con l’esempio, che sei abbastanza sicuro di quello che fai. Se ti senti insicuro, non agire.
14) Cerca l’aiuto di qualcuno di tua fiducia, estraneo alla famiglia: un insegnante, un sacerdote, un amico, un compagno.
15) Mostrati disponibile a che la ‘combriccola’ si riunisca in casa tua piuttosto che in qualche altro posto. Cura solo di fissare le condizioni di salute mentale e fisica indispensabili e che esse diventino effettive affinché i ragazzi non disturbino i vicini.
16) Non mettere mai etichette. Invece di dirgli: "Sei un bugiardo", digli: "Hai detto una bugia".
17) Soldi. Non dargliene; quasi mai. Voler comprare un adolescente produce sempre risultati negativi.
18) Cerca di ottenere che si metta di fronte a se stesso: scrivendo un diario, esprimendo le sue idee per iscritto, ragionando su una protesta, ecc.
19) Non castigare mai ‘a caldo’. Non minacciare neppure castighi che sai che non puoi dare. Cerca sempre che il castigo sia proporzionato all’errore commesso.
20) Non umiliarlo. Né con insulti, né con commenti burloni, né con castighi corporali (attenzione: potresti uscirne male!).
21) Parli con lui? Non divagare; usa un linguaggio diretto.
22) Quando parli con lui delle sue cose, non essere cinico, né ironico.
23) Davanti alle sue impertinenze la strategia vincente è di non perdere mai la calma. Se però manca di rispetto ai suoi parenti, non devi permetterlo.
24) Non gridare tu per primo e non permettere che lui gridi. Ricorda: se gridi tu è come se permettessi anche a lui di gridare.
25) Smettila di fare l’ingenuo: anche se i tempi cambiano e lo stile del conversare, dell’atteggiarsi e del comportarsi muta, le stesse cose che allora hanno dato fastidio a te, ora danno fastidio anche a lui.
26) Dagli responsabilità. Non per finta, però: veramente.
27) Se vedi che la sua integrità -fisica, mentale, spirituale- non è in pericolo, lascialo fare; anche se prevedi che andrà a sbattere.
28) Se lui è presente, non dare mai la colpa ai professori e alla scuola.
29) La virtù sta nel mezzo. Non essere paternalista o permissivo, né autoritario o direttivo.
"Uff! Avrei bisogno che la giornata fosse di trenta ore!" ovvero: stratagemmi educativi per madri che lavorano fuori casa.
Introduzione al secondo manuale.
Mettiamo subito le cose in chiaro: non sono una donna. Non è che io mi senta molto orgoglioso degli appartenenti al mio sesso (neppure me ne vergogno, come comprenderete), ma è qualcosa che proprio non posso rimediare. Neppure desidero, attraverso queste righe, adottare il punto di vista delle madri che lavorano fuori casa. Non saprei davvero farlo.
Tuttavia mi rivolgo a voi con ammirazione, sì vi ammiro profondamente. Le madri che lavorano fuori casa sono delle donne valide e chi non lo riconosce è perché soffre di cecità mentale. Avete una famiglia, la portate avanti ciascun giorno (quasi come una locomotiva che tira gli altri vagoni) e in più uscite ogni giorno di casa per recarvi al lavoro. E so benissimo che molte di voi non lavorano solo ‘per realizzarsi’ o ‘per non annoiarsi in casa’, ma lo fanno proprio per contribuire con i loro guadagni all’economia familiare. C’è tra di voi chi va a lavorare per aiutarsi a superare delle inquietudini e c’è chi lo fa perché non vuole rinunciare all’esperienza e alla preparazione acquisita quand’era nubile. Altre di voi, ancora, si dedicano ad attività socialmente utili o assumono impegni con l’intento di fare delle esperienze atte a migliorare il loro carattere.
Le statistiche affermano che le donne sono delle lavoratrici migliori della maggioranza degli uomini. Ma c’era proprio bisogno di ricorrere alle statistiche per saperlo? Basta osservare e vedere. In casa voi esprimete una vera e propria cultura manageriale: stilate i budget, trattate i problemi del ‘personale’ in modo creativo ed efficace, vigilate sulla organizzazione interna e curate le relazioni pubbliche, vi occupate direttamente dei ‘servizi d’impresa’ (famigliare): le pulizie, gli acquisti, i pagamenti, ecc. E, dopo che vi siete occupate di tutte queste incombenze, risulta anche che, se andate fuori casa a lavorare, venite considerate delle buone lavoratrici. Davvero non c’è da stupirsi se molte volte siete così stanche! Il vostro più che a un ménage, assomiglia piuttosto a un surménage. Per di più quando siete sul vostro posto di lavoro, vi accade spesso, a differenza dei vostri colleghi maschi, di trovarvi nella situazione di dover dimostrare agli altri, con il vostro lavoro professionale, che valete per davvero.
I sorrisetti ironici e i commenti insinuanti spesso non si contano e talvolta li incrociate in modo completamente inaspettato a farvi da stimolo affinché ‘non dormiate sugli allori’. Infine, cosa questa che non viene in mente alla maggioranza degli uomini, cercate di vestire bene, vi fate belle e date risalto alla vostra figura.
Ma il vostro vero cruccio è che il tempo non vi basta mai; infatti c’è sempre qualcosa che non va secondo le vostre aspettative, nonostante tutti i vostri sforzi; una volta sono i lavori di casa, un’altra i bambini che vi appaiono come le vittime incolpevoli del vostro stare così tante ore fuori casa per lavorare, un’altra volta ancora è vostro monito che, lui così comprensivo, vi fa la faccia cattiva perché "la sua camicia ha delle pieghe fuori posto" oppure semplicemente perché "avete ritardato" e ciò avviene precisamente in quel giorno in cui tutto vi è andato storto e rincasate con una gran voglia di trovare un po’ di comprensione.
I suggerimenti che seguono e che ho dedicato a voi ‘madri che lavorate fuori casa’, anche se non vi appariranno buoni consigli sappiate almeno che sono stati oggetto di molta riflessione. Senza falsa umiltà vi confesso che a me, padre di una creatura, sembrano interessanti. Potete leggerli dove volete, in autobus, alla fermata del metrò o mentre state facendo la coda in macelleria. Essi sono il frutto dell’esperienza di altre madri lavoratrici e forse voi potrete ottenerne un qualche vantaggio. In ogni caso, dietro ciascun punto c’è una storia nascosta; a volte di amari insuccessi e, altre volte, di clamorose riuscite, tutte, sempre, con lo scopo di fare le cose bene nell’attendere ai figli e al marito. Nel proporveli io mi auguro che il frutto di questi ‘sudori’ anteriori ai vostri, possano aiutarvi a schivare qualche errore o a rendervi conto di qualcosa che non potreste in ogni caso arrivare a fare senza il ricorso a uno sforzo supplementare eccessivamente gravoso.
1) Non ti lamentare. Lo so, hai trecentomila ragioni per farlo, tuttavia non ti lamentare. Che vantaggio ne otterrai, infatti? Pensa invece che, se non lo fai, stai già ottenendo di educare meglio i tuoi figli.
2) Non ti compatire; anche se hai cinquecentomila ragioni per farlo, non ti compatire. E’ vero che è un modo per esternare almeno un poco tutte le tue angosce, però renditi conto che, nel migliore dei casi, il risultato che otterrai sarà solo quello di riuscire ad addolorare i tuoi figli.
3) Quando programmi le cose che hai da fare in casa, mettile in scala d’importanza secondo una gerarchia di valori. Chiediti: che cosa ho da fare di più importante? Che cosa invece può aspettare?
4) La casa è il luogo dove vivete e vi relazionate. Proprio per questo tu vuoi che sia igienica, gradevole e accogliente. D’accordo; però, tranquillamente. Non devi arrivare prima al concorso per la casa più bella.
5) Non voler fare tutto tu, impara a delegare. Fai in modo che ognuno abbia le proprie incombenze, senza complessi. Dividi le cose da fare a metà, con tuo marito, senza pensare che gli toccano solo le cose ‘nelle quali tu non arrivi’.
6) Non permettere che in casa tua ci siano ‘lavori da donne’ e ‘lavori da uomini’. Che ciascuno faccia quello che c’è da fare, quello per cui è versato e ha maggior abilità e gusto: questa è infatti la ricetta giusta.
7) Lungo la settimana riserva qualche momento per te, anche se si tratta di pochi minuti. Abitua gli altri a rispettare questa decisione di ritirarti in questo tuo "sancta sanctorum". Non devi preoccuparti; non è egoismo. E’ solo necessità di ricaricarsi.
8) Se non ti fai divorare dall’attivismo frenetico di voler arrivare dappertutto, eviterai di cadere nella depressione. La cosa migliore è che la tua testa governi sempre il tuo lavoro e la tua attività. Pertanto domandati di quando in quando: perché sto facendo questa cosa?
9) Se credi in Dio -cosa che ti consiglio- digli ogni mattina che le cose che farai, le farai per Lui. E chiedigli anche che ciascuno dei tuoi sforzi vada per il bene di tuo marito e dei tuoi figli.
10) Lavori ‘fuori’ e lavori ‘in’ casa; pertanto non puoi fare tutto bene e pienamente. Bada allora a non perdere di vista ciò che è più importante come persona, come sposa e come madre; quindi, adatta il tuo agire al tuo modo di pensare (e non al contrario!)
11) Dedica un’attenzione intensa e quotidiana a ciascuno dei tuoi figli. Osserva che dico ‘intensa’ e ‘quotidiana’, non ‘esaustiva’ perché so che tu non hai tempo per questo.
12) Quando puoi e secondo la loro età, racconta qualcosa del tuo lavoro ai tuoi figli. A quello molto piccolo puoi spiegare che oggi "hai fatto molto bene il tuo dovere"; a quello più grande potrai anche confessargli che ‘questo lavoro non è riuscito proprio come speravi’. Fa che partecipino alle tue attività.
13) Spiega ai tuoi figli qual è la situazione in casa. Di senza giri di parole quel che ti aspetti da loro, ma, più che imporre le cose, se è possibile, chiedi che ti aiutino.
14) Non tenere tutto dentro. Parla dei tuoi desideri con tuo marito; parlagli di te, di lui, dei vostri figli. E parlane anche con chi ti può aiutare. Eviterai così di sentirti isolata in un mare di attività.
15) Quando ritorni dal lavoro, proprio prima di varcare la soglia di casa, pensa a quello che da te ci si aspetta. Metti la chiave nella serratura e preparali a rinnovare l’utopia in cui credi. Non entrare in casa come chi entra in un campo di concentramento; anche se a volte lo sembra, tu sai che può essere diverso se ci metti del tuo.
16) E ora alcuni imperativi, facili da dire, nei confronti dei figli. Quando li vedi, sorridi, non gridare e non convertirti in una mitragliatrice di ordini (il record attuale dev’essere di dieci o undici ordini al secondo; non è affatto necessario che tu lo superi!).
17) A volte ti capita di sentirti domestica invece di madre: fermati un secondo e cerca una buona ragione per servire. Se però ti accorgi che stai facendo qualcosa che doveva esser fatto da un altro, allora smetti, cerca il responsabile e mettilo al lavoro.
18) Cura la tua persona... ma non solo quando esci. Fatti bella, quando puoi, per tuo marito e per i tuoi figli.
19) Vi sono ragazzi che pensano che il lato migliore della mamma se lo godono ‘quelli fuori casa’ e che a loro toccano solo ‘i resti’. Pensa se questo è vero in qualche occasione anche per te.
20) Non complicarti la vita per organizzare i pasti. Dà loro da mangiare cibi sani,; varia il menù, ma attenta a non complicarti la vita.
21) Se, già sposata e con figli, hai da poco iniziato a lavorare, siediti con loro a discutere sulla nuova situazione per programmare e distribuire gli incarichi. Sii ben cosciente che il tuo lavoro interessa a loro quanto a te.
22) Poiché non puoi fare tutto da sola, se la tua economia te lo permette, cercati un aiuto; così potrai dedicarti a cose che contribuiranno meglio all’educazione dei tuoi figli.
23) Se devi cercare un ‘asilo d’infanzia’, evita di lasciare tuo figlio in un ‘parcheggio per bambini’. Sceglilo con cura; entra in rapporto con le assistenti in modo di avere con loro un rapporto di fiducia. E verifica che il loro programma educativo ti soddisfi.
24) I fine-settimana, sì, quelle quarantott’ore tanto desiderate e tanto odiate, programmale. Così da avere il tempo per: fare le cose rimaste in arretrato; riposare; stare con i tuoi figli e con tuo marito in un clima di minore stress del solito; dedicarti a quello che ti piace.
25) Se ti pare di seguire un ritmo ‘frenetico’, ricorda che l’immagine che devi dare in casa è quella dell’"accessibilità". Nessun figlio deve tralasciare di avvicinarti ‘perché mamma ha cose più importanti a cui pensare’.
26) "Ma come vuoi che dedichi tempo ai miei figli, se non ne ho?" Ecco il mio consiglio: accetta di fare le cose che fai, con un figlio appeso alla tua gonna. Se spazzi, spazza con lui che ti racconta come è andata la sua partita di calcio; se cucini, cucina con quell’altro che vuole spiegarti l’ingiustizia patita a scuola. Certo, ci metterai più tempo a fare le cose... e forse brucerai la frittata. Però ne vale la pena.
27) Se i tuoi figli arrivano a casa quando tu sei ancora al lavoro, chiamali. Per domandare loro come è andata la giornata, per incaricarli di quello che devono fare, per dire loro che arriverai non appena potrai. Affinché i tuoi figli vedano che tu vorresti stare con loro.
28) Tu non sei un asino carico né una macchina da lavoro. Inventati quindi quello che sia -distrazioni, hobby, attività, sport, giochi-, che dimostri (anche a te stessa) che non sei una ‘sepolta viva’.
29) Non irritare i maschi nell’andare in giro con la fronte aggrottata e con l’espressione risentita di chi pensa al molto che gli altri gli devono a causa del lavoro che svolgono.
30) Non tralasciare di visitare la scuola dei tuoi figli. Potrai apprendervi cose di estremo interesse: se risentono del tuo lavoro fuori casa, se la loro condotta, le loro amicizie, i loro studi e il loro carattere sono ok. E potrai anche spiegare ai professori come possano meglio aiutarli.
31) Non sentirti mai colpevole per più di venti secondi: questo è infatti il tempo massimo ammesso. Se hai fatto qualcosa di male, vedi piuttosto di organizzarti per fare meglio la prossima volta. E dopo, avanti!
32) Neppure devi sentirti colpevole se ti capita di esplodere davanti ai bambini o perché confessi di non arrivare a fare tutto. Non è affatto male che sappiano che tu non sei perfetta.
33) Non minacciare: "Qualche giorno non mi vedrete più" o "Uno di questi giorni pianto tutto e...": Gli ultimatum non servono; bandiscili dalla tua vita.
34) Se realmente vedi che non puoi fare tutto quello che ci si aspetta da te, non ti disperare; parlane con tuo marito (aspetta a parlarne quando non sei nervosa) e cercate insieme una soluzione. Rinunciate a qualcosa, cercate aiuto...quello che sia. La tua salute è molto più importante.
35) Nel tuo lavoro, non opprimere i tuoi colleghi con la ‘stitichezza’ dei figli, ma neppure lascia che pensino che sei una zitella tutta d’un pezzo.
36) Non trasportare i tuoi problemi familiari sul lavoro...e,prima di uscire dall’ufficio, ricordati di depositare nell’archivio i tuoi impegni legati alla professione.
37) Se il tuo lavoro e quello di tuo marito sono su un piano d’uguaglianza, dividete equamente tutto, sia le spese che gli oneri di conduzione della casa, con la flessibilità che si conviene a due persone legate da un vincolo d’amore reciproco.
38) Se vedi che ti manca il tempo per parlare con tuo marito, ricorri a una decisione ‘eroica’. Sopprimi la televisione. Prova e vedrai.
39) ‘Prima’ avevi delle amiche? Conservale! Esse ti aiuteranno a non sentirti una madre-oggetto. Già lo sai che non potrai dedicare loro lo stesso tempo di prima, però, una chiamata di quando in quando, una merenda o un’uscita con altre coppie...questo te lo puoi permettere. E’ solo questione di proporselo.
40) Chiediti ogni tanto: che cosa ho di più importante? A che cosa non sarei disposta a rinunciare mai? Sii allora conseguente e, se non puoi dedicare a ‘quello’ il tuo tempo e la tua attenzione a lungo, dedicaglielo almeno con intensità pari al tuo interesse.
41) Ecco una cosa tanto importante quanto difficile da esprimere: non devi essere aggressiva nel tuo modo di vivere, ma neppure devi lasciare che ti schiaccino. Come fare? Sii audace, prendi decisioni e non lasciare che nessuno (né la tua amica che parla dell’aborto come ‘una grande conquista di civiltà’, né tua nonna che aborrisce ogni forma di emancipazione femminile e vorrebbe vederti sempre relegate in casa) ti colga di sorpresa.
42) Guardati con un po’ di distacco e prova a fare la parodia di te stessa nelle situazioni difficili che hai dovuto sopportare. Impara a ridere di ‘te stessa in casa’. Insomma vivi con ilarità.
43) Solo tu sai quello che ti costa questo lavoro fuori casa. Non permettere quindi che i tuoi figli spendano il tuo denaro in assurdi capricci. No, proprio no!
In casa il terremoto...e a noi i grattacapi!
Manuale per genitori di bambini che non arrivano alla cintura.
Introduzione al terzo manuale
Vi ricordate il giorno delle vostre nozze? Sembra appena ieri quella giornata così densa di emozioni, di commozioni e di addii. Per l’ultima volta avete occupato il vostro appartamento da scapolo e, con un rimescolio interno che vi prendeva allo stomaco, avete accettato il ‘gran passo’; in quegli sguardi tanto pieni di voglia di amare e di essere amati che vi siete scambiati, mano nella mano, insieme avete sentito che quel turbamento interiore scemava. Anche se il ricordo si mantiene così nitido, è passato tanto tempo; sono accadute tante cose. E, tra le tante cose, è successa ‘la cosa’: avete avuto un figlio. Mai nella vita, pur con l’immaginazione più sfrenata, sareste riusciti a immaginare una gioia tanto straordinaria come quella che vi ha arrecato la nascita di un figlio. Ricordate il primo istante? Magari avete pianto. E ricordate di aver toccato la sua pelle, le sue dita, la sua bocca e quella testona così grande? Da allora è trascorso qualche tempo e voi avete speso i vostri risparmi tra biberon, rullini di fotografie, succhiotti, video-nastri e mini-biancheria... Il primo bagno, la prima pappina, il primo "mamma" che risuonava meglio della musica della Traviata, i primi passi, il primo bernoccolo, il primo...
La vita, la ‘sua’ vita si è manifestata ad ogni passo e ogni giorno era come il giorno del Principino. Che cosa vi è rimasto di quel tempo magico?
Quello di adesso, infatti, è tutto diverso! Senza, peraltro, che l’amore che sentite verso di ‘lui’ sia diminuito; anzi, è successo proprio il contrario! Avete ascoltato le sue prime parole con trepidazione e avete perfino intuito i suoi primi pensieri. Mentre la piccola creatura correva per la casa, riempiendola tutta di grida, di bava e di disordine miste a curiosità, voi avete partecipato con intensità alla sua gioia di vivere; avete risposto ai suoi richiami e avete sorpreso nei suoi sorrisi e nelle sue carezze la gioia degli incontri con i familiari. A volte avreste desiderato di mangiare vostro figlio di baci... e, in altri momenti,forse vi siete pentiti di non averlo fatto. Perché, chi lo ferma più, ora? E’ diventato un terremoto che tutto investe, tutto tocca, tutto insudicia e tutto rompe. Il giornale - il suo posto è sempre stato sul tavolino della sala da pranzo - ora giace, ridotto in briciole, nel bagno. Il soprammobile regalato dalla zia e sul quale si mettevano i fermagli metallici, ora è introvabile, sia lui sia i fermagli. Ora vi muovete per casa con una circospezione prima sconosciuta; perché? Diamine, per non rischiare di ripetere il volo dell’altro giorno quando il vostro piede è inciampato in una macchinina delle sue abbandonata sul pavimento del corridoio! E che dire della bambolina della ‘principessa’ che, anziché stare nel suo bel lettino, è sempre lì a intralciare i vostri movimenti nei posti più impensabili?
Ricordate quei bei momenti di tranquillità che gustavate al ritorno dal lavoro? E quelle belle notti lunghe, lunghe in cui si poteva dormire per tante ore di seguito? Dove sono andate a finire? "Più!" vi sorprendete ad esclamare imitando il gesto di allargare le braccia nel modo tipico del piccolo terremoto. Vi rendete conto, a poco a poco, che s’è verificato, che continua a verificarsi, uno scambio: tranquillità contro amore. Se eravate in cerca di una maniera per educarvi a sopportare le piccole, frequenti, fastidiose contrarietà della vita, ora non avete più bisogno di cercarla; l’avete trovata. E voi, forti dell’amore che sentite, sopportate tutto. Sì, perché niente vi tocca per davvero specie se confrontato con il compenso grande che avete ricevuto e che continuate a ricevere.
I consigli che ora vi proporrò non vi insegneranno certamente ad amare di più vostro figlio; solo uno sciocco può pensare una cosa simile. Spero però di riuscire a passarvi qualche idea affinché possiate educarlo meglio ovverosia farlo più felice. Ho infatti raccolto, con pazienza, alcune testimonianze di ‘vittime’ del ‘terremoto’ e che, al pari di voi ora, si sono già cimentate con analoghe gioie e difficoltà. Ho suddiviso la materia in quattro distinti titoli.
Habitat
1) Imparate da lui la capacità di captare le cose; osservatelo: prima di comprendere le parole lui già sa se voi siete arrabbiati, contenti, tristi, orgogliosi, preoccupati o angustiati per la sua condotta. L’atmosfera generale che lo circonda (il contesto) è la prima comunicazione che riceve.
2) Sorridete. Anche se a volte vi costa farlo, sorridete; specie quando lo vedete apparire. E poi ancora, tutte le volte che è possibile sorridere, fate in modo di non perdere questa buona abitudine.
3) Toccatelo, abbracciatelo, spettinatelo. Il contatto fisico, durante i primi anni di vita, è il miglior linguaggio. Non abbiate paura, voi papà, a mostrarvi affettuosi con lui.
4) Un buon ‘clima’ in casa si ha solo se vi è un buon ‘clima’ tra di voi. Se siete ‘amareggiato’, manifestatelo quando lui non c’è. Per un bambino il vedere litigare i genitori è come assistere al crollo della volta del cielo.
5) Voi non siete solo i suoi genitori; siete la sua sicurezza, i suoi canali di comunicazione, i suoi modelli e i suoi eroi. Voi siete sopra di tutto; e ora che siete il tutto di qualcuno non potete più essere i tipi normali e ordinari che eravate prima quando percorrevate la vostra strada da soli. Sforzatevi allora di migliorare, personalmente, perché così anche l’universo di vostro figlio migliorerà.
6) Insegnategli tutto: cose, parole, gusti, odori, rumori, esperienze tattili. Vi sembra che non capisca? Non preoccupatevi. Egli archivia.
7) Non capiterà più a vostro figlio, in tutta la sua vita, di aver tanta voglia di imparare così tante cose come ora. Non lasciate che, per colpa vostra, questo bel desiderio venga limitato.
8) I due migliori giocattoli di vostro figlio? Senza alcun dubbio siete voi due genitori. Non privatelo dei suoi giochi: state con lui. Giocate con lui.
9) Osservatelo ogni giorno un po’. Sì, perché a volte lo guardate senza vederlo... o vedendo solo le sue mani sudicie o i suoi pantaloni strappati. Quando cambia gioco osservate la sua reazione davanti alle cose, la sua forza e la sua curiosità. Vi sono moltissimi genitori che non sarebbero in grado di parlare obiettivamente dei loro figli per più di dieci minuti... perché non li conoscono abbastanza.
10) Comprategli dei libri (oggi ci sono libri per tutti i gusti, perfino da mordere, da calpestare, da stropicciare). Anche se non sanno ancora leggere, comprateglieli. E leggeteglieli anche: voi dinanzi a lui.
11) Raccontate loro delle fiabe e spiegate loro molti racconti. Se vi ricordate, usate sempre le stesse parole nel raccontare una nuova volta. Questa ripetizione che tanto vi annoia, aiuterà vostro figlio a interiorizzare la struttura del linguaggio.
12) Stimolate la sua immaginazione. Incoraggiatelo a raccontarvi quello che gli passa per la testa e lasciate che inventi storie insensate.
13) Se potete, dotate la sua camera di una lavagna affinché possa fare dei grandi disegni. In questa maniera lo preparerete alla lettura.
14) Fate in modo che faccia molti chilometri a quattro zampe. Otterrete il risultato di migliorare la sua coordinazione motoria.
15) Di quando in quando ispezionate la casa con l’occhio ai possibili pericoli: spine e prese elettriche, prodotti per le pulizie, vasi e altri oggetti fragili e taglienti, piccoli oggetti che possono essere inghiottiti o infilati nelle narici o nelle orecchie. Evitate errori che potranno rivelarsi fatali.
16) Sedetevi, tranquillamente, mentre lui fa qualcosa. Siate presenti; che lui senta che voi ci siete: è importante per dargli sicurezza.
17) Predisponete nella casa una zona dove lui possa stare a suo agio. Che sia sempre la stessa zona è meglio, ma non confinatelo là. Lasciate che si muova liberamente per la casa, il più possibile compatibilmente con le esigenze di agibilità.
Ordine e obbedienza
18) Vi capita di dire: "Bambino mio, la tua camera sembra una gabbia di leoni!" e poi: "Ma dove avrò messo i miei occhiali?". Ebbene, se credete che vostro figlio non si renda conto della notevole contraddizione del vostro parlare, lasciatemelo dire, siete davvero degli ingenui!
19) L’ordine ‘fuori’ è il risultato dell’ordine ‘dentro’. Se volete insegnargli a essere ordinato, cercate per prima cosa di ordinare la sua ‘scatola nera’.
20) Insegnategli a essere previdente: "Che cosa farai ora?"; "Che cosa ti servirà per farlo?".
21) Mostrate a vostro figlio che bisogna aver cura delle cose e che l’ordine è il modo giusto per farlo. Come? Con l’esempio. Abbiate voi, per primi, cura delle cose che usate. Pensateci bene prima di gettarle via.
22) Anche se siete disordinati, non sottraetevi all’impegno di non esserlo. E’ importante che lui vi veda ogni giorno lottare per migliorare. Potete anche chiedergli aiuto... anche se ha solo tre anni, egli potrà aiutarvi efficacemente.
23) Riordinare le cose è un’abitudine; quindi ci vuole tempo per impararla. Siate dunque costanti. Esigete poche cose, però ben fatte e che... siano suscettibili di essere verificate.
24) E’ inutile che dite al bambino: "Ragazzo mio, devi essere più ordinato!". E’ come se tu gli avessi detto: "Il mare è azzurro e l’economia potreebbe inflazionare". Bisogna ‘concretare’. Metti in pratica!
25) Ordine. Ogni cosa deve avere il suo posto. Non ci deve essere posto per giocattoli ‘fluttuanti’ nello spazio, oggi in un cassetto, domani in un armadio, nel passato dentro la dispensa...perché: dove finirà l’anno prossimo?
26) L’ordine non è solo ordine nelle cose; bisogna essere ordinati anche negli orari. Nello spazio e nel tempo.
27) Ci sono quelli che nascono ordinati... però la cosa normale è quella che voi avete in casa: una lotta senza quartiere per mantenere aperto un passaggio verso la camera del bambino. Coraggio; non perdetevi d’animo.
28) Rifletti: non c’è alternativa. Per poter arrivare alla sua camera senza inciampare l’unica strada è quella di educarlo all’ordine. E la via efficace è quella di educare la sua testa all’ordine. Non tralasciare di farlo se vuoi che la sua vita sia davvero consistente.
29) Quando i bambini sono molto piccoli (fino a cinque anni) avete un asso nella manica come genitori; potete infatti usare come argomento questo: "Lo fai perché te lo dico io".
30) Gli dici: "Paolo, vai in cucina, apri l’armadio della dispensa e prendi una scatola di sardine. Dopo passa dalla sala da pranzo e prendi quel calzino che devo terminare di cucire; ma, prima di portarmi queste due cose, non dimenticare di pulirti le scarpe". Che cosa vuoi: un figlio ubbidiente o un tecnico della NASA?
31) Come dare esempio di ubbidienza? Le occasioni non vi mancano: ubbidite alle norme del traffico, astenetevi dal criticare gli ordini che i vostri capi vi impartiscono, rispettate le norme sociali.
32) Date pochi ordini. Vigilate che siano adempiuti.
33) Quando date un ordine, datelo una sola volta, in modo chiaro. Se infatti lo ripetete e, man mano che i minuti passano, non siete ubbiditi, il vostro ordine diviene simile al ritornello di un pappagallo.
34) Di fronte a un atto di disubbidienza, per prima cosa chiedetevi il motivo; poi cercate di comprendere; in terzo luogo cercate di ragionare sul perché non doveva disubbidire; da ultimo fate sì che vostro figlio accetti di subire qualche conseguenza negativa che sia a volte un rimprovero e a volte un castigo.
35) Troppi divieti! "Non toccare questo! Non mettere le dita nel naso! Non ascoltare quando parlo al telefono! Non correre per la casa! ...". A volte pare che l’ubbidire equivalga a essere come una mummia nel suo sarcofago. E dopo non meravigliamoci delle sue reazioni davanti alle nostre parole sciocche!
36) Se invece di comandare, quache volta proponete; se invece di imporre, all’occasione suggerite; se invece di esigere, di quando in quando spiegate,... forse non darete a vostro figlio così tanti motivi per disubbidirvi.
37) Predicate a vostro figlio che quando voi eravate piccoli e disubbidienti, arrivava vostro padre con la frusta. A che pro lo fate? Servono davvero a vostro figlio, queste prediche?
Abitudini familiari
38) Non gridate e non sarete assordati.
39) "Ascolta, bambino mio, bisogna sempre dire la verità... e se chiama la nonna, dille che la mamma è uscita a fare la spesa". Ecco un’altra contraddizione di quelle che fanno epoca.
40) Se volete abituare vostro figlio a dire la verità, fatelo voi per primi e non abbiate paura che le vostre menzogne e le vostre pietose bugie vengano a galla.
41) Se volete che la vostra famiglia inizi a formarsi saldamente, inventate molte abitudini familiari e create delle tradizioni domestiche: il sabato, tutti insieme a lavare l’auto; dopo una vittoria di squadra, si festeggia con un sacchetto di patatine; la domenica, cioccolata con frittelle a colazione... Tutto questo aiuta la famiglia a mettere delle radici.
42) Da dove veniamo noi? Raccontate ai vostri figli le storie dei loro famigliari; che sappiano da dove vengono e conoscano le loro origini.
43) Ecco un buon cocktail per capire vostro figlio:40% di osservazione; 40% di ascolto; 15% di domande e solo il 5% di colloquio. Non c’è una ricetta migliore di questa.
44) C’è un lamento comune: "Mio figlio non mi racconta niente; devo tirargli fuori tutto io a furia di domande". E allora mi viene spontaneo dire: "Avete osservato che vostro figlio racconta le cose quando andate in gita in macchina, o nel bagno o vedendo la televisione insieme o mentre giocate con lui?" Alla fine, una conclusione: meno interrogatorio e più situazioni gradite vissute insieme.
45) "Qual è il nome delle quattro tartarughe, bambino?" Se guardate insieme a lui la televisione, approfittatene per farlo ragionare, per fornirgli un criterio su ciò che è bene e ciò che è male. Se infatti accettate la televisione come una pianta soporifera, accettate poi anche le conseguenze: violenza, parolacce, cattive abitudini, ...
46) Vi sono alcune norme di cortesia che servono per comportarsi con un certo tocco di qualità: aprire la porta agli adulti e alle signore; chiedere le cose per favore; non toccare il cibo con le mani; dire grazie... Se non lo insegnate voi, a volte non glielo insegna nessuno...
47) Non aspettate che il bambino sia grande per inculcargli le abitudini igieniche (lavarsi le mani, i denti, farsi la doccia da solo, usare la salvietta...). A volte i bambini sentono un’attrazione fatale per la sporcizia, che bisogna sradicare quanto prima.
48) Non fate voi le cose che potrebbe fare lui! Anche se a voi riuscirebbero meglio e più in fretta, lasciate che si eserciti in tutto quello che non possa pregiudicarlo.
49) Un modo per insegnargli a essere responsabile è di dargli incarichi in famiglia: farsi il letto, ritirare la biancheria sporca, spegnere le luci, vuotare il cestino, portare fuori la spazzatura... Questo contribuirà a trarre dal suo lavoro un beneficio per tutti.
50) Non temete che si spezzi o che si pieghi se esigete da lui che faccia qualcosa che non desidera fare per ‘nessuna ragione al mondo’.
51) Lasciate che partecipi nelle decisioni che sono alla sua portata: dove andiamo oggi a passeggio? Che cosa comperiamo di dolce? Quali bambini invitiamo alla tua festa? Come possiamo chiamare il cane?
52) Se avete convinzioni religiose, agite di conseguenza e insegnategli a viverle. Fate che impari alcune orazioni a memoria... un giorno, queste orazioni saranno la soluzione dei suoi problemi.
Situazioni di compromesso
53) Il miglior regalo che ci sia...siete voi; fategli questo regalo con frequenza.
54) Non castigatelo per calmare la vostra arrabbiatura. Quando lo castigate, fatelo perché volete che vostro figlio diventi migliore. E se potete cambiare i castighi con cose positive ("Come castigo ti incaricherai di preparare la tavola per tutta una settimana" invece di "Non uscirai a giocare") è molto meglio.
55) Ai figli non si deve promettere loro cose perché facciano il loro dovere. A voi non danno la medaglia al merito civile per andare ogni giorno a lavorare.
56) E’ una cosa infondata pensare che i figli subiscano un trauma se i loro genitori esigono qualcosa da loro. No; i figli si traumatizzano se i loro genitori sono dei despoti, dagli ubriaconi, degli attaccabrighe o se si separano o litigano. Fino ad oggi, nessun figlio ha subito un trauma perchè alcuni genitori amorevolmente gli hanno chiesto di fare quello che deve.
57) Mio figlio mi ha domandato come nascono i bambini, perché sa già a memoria come nascono. Che faccio? 1°- Non sottrarti e rispondi. 2°- Non dire bugie. 3°- Dì le cose come stanno. 4°- Leggi in tutta fretta un libro di consigli.
58) La maggioranza dei bambini, fino a tre anni, non dice bugie, perché nella loro testa confondono la realtà con la fantasia.
59) Se vostro figlio dice una bugia, non ditegli che è bugiardo, ma che ha detto una bugia.
60) Le menzogne sono punte di iceberg, segnali di allarme che segnalano che qualcosa va male. Il più delle volte, le bugie sono la conseguenza di qualcosa da scoprire e a cui occorre dare soluzione.
61) Le gelosie sono una reazione logica di rifiuto di qualcosa o di qualcuno che ci separa dai nostri privilegi. Pertanto, in molte occasioni, sono logiche e prevedibili.
62) Un bambino roso dalla gelosia fa pena. Però, poveri quei genitori che, portando questa pena, gli consentono capricci! Alla fine, otterranno un figlio geloso e capriccioso.
63) I gelosi di solito si curano: 1°) con l’attenzione individualizzata verso il bambino geloso (e quello che più importa, è il contatto personale, lui da solo con il padre o con la madre); 2°) con il tempo; 3°) con l’avere chiaro che il modo di comportarsi dei gelosi non produrrà alcun vantaggio; 4°) con l’ottenere, attraverso la nuova situazione familiare che si è creata, una maggiore responsabilità da parte sua (la responsabilità del maggiore).
64) I nonni non sono fazzoletti: non si possono usare e gettare. Se stanno passando un momento di fervore educativo o sono ansiosi di ricompensare il nipote che li ha fatti diventare nonni, bisogna parlare con loro (il padre coi suoi genitori, la madre con i suoi).
65) Avete sbagliato. Avete fatto male, molto male. Però che solenne sciocchezza avete commesso! Ebbene, non continuate a colpevolizzarvi. Pensate piuttosto, quando il vostro senso di colpa non vi lascia vivere che l’educazione non è la stessa cosa di una partita di pallacanestro; i vostri ‘centri’ valgono mille volte più dei vostri sbagli, e per ciascun sbaglio avete a disposizione mille nuove opportunità di risalire.
66) Cerca, fai paragoni, e se credi che tuo figlio può essere migliore... domandati come concretamente puoi fare; chiedi aiuto a chi ne sa più di te; studia; scambia esperienze con altri, rifletti di più.
67) Nell’educazione di vostro figlio, comportatevi con rigore professionale. Prima di tutto, i due ‘soci’ dell’impresa devono avere frequenti incontri di lavoro, nei quali scambiarsi informazioni e punti di vista, al fine di unificare i criteri di azione e fissare gli obiettivi adeguati. Se sorgono problemi, bisogna cercarne le cause e usare creatività per trovare le soluzioni.
Come riuscire ad avere un figlio sciocco
Manuale per genitori principianti
Introduzione al quarto manuale
I genitori che non hanno necessità di questo manuale costituiscono un vero esercito. Essi hanno assai più cognizioni di quelle che sono necessarie per raggiungere l’obiettivo di fare dei loro figli degli autentici sciocchi. Tuttavia, in alcune zone lontane di questo pianeta, sopravvivono alcuni genitori antiquati che -in buona fede, ne sono sicuro- esercitano sui loro figli una tale influenza da ottenere che questi crescano sani e contenti, socievoli, onesti, servizievoli e che perfino studino. E’ a questo sparuto gruppo di ‘educatori’ che io dirigo questa mia pubblicazione, per vedere se finiranno per cambiare i loro atteggiamenti al fine di raggiungere le mete che ci si aspetta da loro, e cioè che i loro figli siano come la maggior parte dei figli: capricciosi, incostanti, pettegoli, pigri e brontoloni.
Se dunque sei preoccupato perché tuo figlio o tua figlia non sono tanto stupidi come i figli dei tuoi amici, non ti abbattere. Sei ancora in tempo a ‘rimediare’. Metti in pratica i consigli che seguono e otterrai il risultato desiderato.
Soprattutto non pensare mai che il senso comune sia un buon consigliere. Rinuncia senz’altro a essere coerente e lasciati portare dai tuoi istinti più che dal tuo cuore.
L’autore, certo dell’enorme pericolo che comporta la cattiva interpretazione di questi suoi consigli pratici, raccomanda al lettore di adempiere alla lettera ciò che qui si raccomanda, senza fare concessioni né alla propria creatività né a considerazioni intorno a ciò che è facile e ciò che è difficile mettere in pratica.
Se si pensa che tutto quello che qui di seguito verrà detto, è stato ricavato dall’osservazione reale di fatti e di aneddoti aventi come protagonisti genitori di differenti condizioni sociali, i quali tutti hanno conseguito un risultato pieno nell’obiettivo di riuscire ad avere dei figli tonti e inadatti per la vita, si converrà che ciò costituisce una prova inconfutabile della bontà e dell’effettività di quanto qui si consiglia.
1) Sempre quando puoi, litiga col tuo coniuge davanti a tuo figlio. Se prevedi che il pasticcio che vai preparando sarà sufficientemente impressionante -in termini di acustica, volo di piatti, colpo di porta, piagnucolamenti, ecc.- non aver dubbi nel decidere di toglierlo dal letto o di andare a cercarlo a scuola perché possa assistervi. In questo modo contribuirai che il ragazzo si renda conto di come va il mondo e percepisca per tempo che ha ragione chi è il più testardo e il più egoista.
2) Procura di essere disordinato nelle tue cose. Quando arrivi a casa non appendere mai la giacca e il cappotto. Nel tuo luogo di lavoro, sul tuo divano (perché è indispensabile che tu abbia un divano in esclusiva) e in generale in quelle zone della casa dove tu passi regolarmente, devono essere disseminati i tuoi effetti personali. Contribuirai così ad evitargli traumi per quando andrà all’università.
3) Se è possibile, menti non appena te ne è offerta l’occasione. Non temere che ti colgano in fallo, perché anche se tuo figlio qualche volta captasse le tue menzogne, in fondo imparerà che non deve fidarsi di nessuno nella vita... neanche di suo padre.
4) A tavola, pensa più a te stesso che agli altri; avventati, se è necessario, sul miglior pezzo di carne; serviti per primo da bere e se manca qualcosa non alzarti mai. Sforzati di protestare rumorosamente se osservi sulla tavola il minimo indizio di uno sbaglio. In questo modo avrai la sicurezza che tuo figlio mangerà la sua parte quando farà il servizio militare.
5) Non mostrarti educato, né curati delle norme di urbanità. Non ringraziare mai... neanche quando senti il dovere di farlo. Non cedere il passo ad altre persone né tralascia di alzare la voce in un luogo pubblico anche se ti sembra di non doverlo fare. Insegnerai così a tuo figlio che chi è molto remissivo non trionfa nella vita.
6) Cerca sempre di cominciare i tuoi discorsi con lui con "perché lo dico io". Lo aiuterai così a identificare con prontezza tra le molte voci quella che è sicuramente più autorevole.
7) Subito dopo avergli detto di no in qualche cosa (mangiare un gelato, vedere la televisione, giocare al calcio, ecc.) fai tu immediatamente quello che gli hai appena proibito. Egli se ne andrà rendendosi conto dei vantaggi che si hanno da adulti.
8) Nello stesso senso, come rafforzativo, cerca di alternare "questo lo farai quando sarai più grande" con "sei ancora piccolo per questo" e con "questo devi farlo perché sei già grande".
9) Ripetigli continuamente "io alla tua età..." e dopo dilungati in qualche virtù. Sempre che tu possa porti come modello nei tuoi discorsi. Avrà così un buon esempio in cui riflettersi.
10) Picchialo forte e spesso. Se qualche volta si ferisce seriamente, in viaggio verso l’ospedale fagli comprendere che lo hai fatto solo per il suo bene, e ricordagli che tuo padre ti colpiva con una cinghia di cuoio.
11) Quando devi parlare di tuo figlio davanti a una terza persona, e lui è presente, puoi scegliere tra due atteggiamenti: lodarlo in modo esagerato o dire che è un disastro assoluto e senza rimedio.
12) Cerca di mettergli ‘etichette durature’, succeda quel che succeda: "sei uno sciocco", "sei un egoista", "non smetterai mai di essere disordinato", ecc. sono le più raccomandate. Procura di non cambiarle mai, per tutta la vita. In tal modo andrà sempre più prendendo coscienza di se stesso.
13) Cerca di non sorridere mai. Perché chi sorride oggi? Solo i pazzi e le monache.
14) Cura tutto col denaro! Dagliene in quantità, che non si senta inferiore o più povero dei suoi compagni. Non chiedergli spiegazioni sull’uso che ne fa. E’così che lo educherai alla libertà.
15) Anche se devi chiedere un prestito alla banca, compragli sempre quello che ti chiede. I regali ‘costosi’ (come il trenino elettrico computerizzato, la moto, la macchina, l’appartamento da scapolo, ecc.) regalaglieli pirma che te li chieda lui. Ricorda sempre che la tua missione di padre è quella di farlo felice.
16) Tienilo il massimo tempo possibile davanti al televisore. Se è necessario, obbligalo a sorbirsi i programmi che non gli piacciono. Non faresti lo stesso se avesse dovuto inghiottire uno sciroppo cattivo? E’ una occasione d’oro perché acquisti spirito critico.
17) Rispetta la sua libertà: che arrivi a mangiare quando ha fame e che dica ciò che vuole -anche se fossero grossolanità-. Non lo opprimere né con orari né con regole antiquate riguardo il buon andamento di una famiglia.
18) Insegnagli che il badare alla casa non è affar suo: non permettere che si faccia il letto, né che si occupi di incarichi di alcun tipo. Avrà già l’occasione di servire gli altri quando sarà obbligato.
19) Fai in modo che mai ti veda leggere! Al massimo, se proprio hai questo vizio, chiuditi in bagno e leggi. In casa tua devono circolare solo riviste leggere e opuscoli pubblicitari.
20) Non pregare mai. Non praticare la tua religione. Anche se ti risulta difficile, digli che andare a Messa e confessarsi è molto buono per i bambini, ma non per te. Quando sarà maggiorenne potrà così scegliere più liberamente secondo la sua coscienza.
21) Sii sincero. Non evitare di criticare le persone conosciute alla sua presenza. Se puoi, fai in modo che sia presente anche quando, col tuo coniuge, ‘analizzate’ qualcuno. Così comprenderà appieno che nessuno è perfetto.
22) Evita di avere contatti con la scuola che frequenta; né fa che ti invitino i suoi professori.
23) Quando arrivano le comunicazioni scolastiche, controlla per prima cosa quello che non va bene: le note e i provvedimenti disciplinari causati dalle mancanze di applicazione. Dopo esserti arrabbiato (non può mancare la frase -ricorda- "Quando io avevo la tua età...") commenta come di sfuggita: "Vuoi spiegarmi a che cosa ti serve un bel voto in lingua se in matematica sei un disastro?"
24) Se tuo figlio arriva a casa contrariato per l’operato di un suo professore, non dar peso alla cosa e soprattutto non dare mai la colpa a tuo figlio; digli piuttosto che progetti subito un cambio di scuola, perché i suoi insegnanti sono un vero disastro.
25) Insegnagli a ‘piantar grane’. Non permettere che si intimorisca davanti ai suoi compagni. Mostragli qualche colpo segreto e altri stratagemmi che possono arrecare veramente danno. Quando avrai ottenuto che lo impari, ricordagli che non dovrà mai incominciare per primo a ‘menare le mani’. Quello che gli hai insegnato -così gli dirai- deve usarlo solo per difendersi.
26) Non permettere che senta pietà o che tenti di aiutare un altro. Taglia alla radice questi gesti di collaborazione in cose benefiche e senza guadagno immediato. Spiegagli subito, senza mezzi termini, che nessuno dà niente per niente. Se infatti agisci al contrario, ti potrebbe uscir fuori un figlio buono e povero.
27) Mostragli che cosa significa la proprietà privata: i suoi giocattoli han da essere solo suoi. Quelli infatti che prestano sempre finiscono per non valutare più che cosa costano effettivamente le cose.
28) Risparmiagli le visioni spiacevoli della vita. Soprattutto non raccontargli che esistono persone di molto più bisognose di lui. Tanto non potrebbe farci nulla.
29) Quando tuo figlio si stanca e lascia le cose da fare a metà, lascia correre. E’ ancora piccolo per fare tutto bene. Se hai dei dubbi, rifletti: non ti dà forse fastidio comportarti tutto il giorno da poliziotto nei suoi riguardi?
30) Ripeti spesso a tuo figlio che tutto è relativo e che le verità di prima sono state sostituite dalle verità di adesso.
31) Non traumatizzarlo proibendogli la visione di scene e di immagini violente o erotiche. Sii naturale proprio per insegnargli a vivere la ‘virtù’ della naturalezza: che veda e che legga tutto.
32) Cerca di fare della satira, quando puoi; vedrai come starà al suo posto! Se un giorno si lava le mani prima di cenare, invece di complimentarti con lui, sciogligli un "Va’, il nostro mostrcciattolo, per una volta, si è civilizzato!" Mentre dici questo, non sorridere, né guardalo: continua a leggere il tuo giornale.
33) Mettilo in ridicolo quando puoi farlo. In sua presenza, racconta ai tuoi amici le cose barbare che di solito fa. E ridi sempre di lui: è il modo più sottile che si conosca di educare all’umiltà.
34) Quando viene a raccontarti le sue cose, taglia corto. Fagli capire che le sue cose non hanno per te la minima importanza. Ne riparlerete quando sarà più grande.
35) Hai già insegnato a tuo figlio che bisogna essere servili con i potenti e prepotenti con gli umili? Fallo subito. Potresti arrivare tardi, e in tal caso tuo figlio non avrà successo nella vita.
36) Se non ti lamenti, sempre e continuamente, degli ordini che ricevi sul tuo lavoro e non commenti che i tuoi capi sono degli inetti e che tu faresti mille volte meglio, stai perdendo l’occasione di dare a intendere a tuo figlio che il mondo è ingiusto.
37) Dimostragli che appartiene a una famiglia che ha un proprio stile: che i suoi biscotti non sono semplici biscotti, ma biscotti con doppio strato di cioccolato e nocciola; che la sua bibita non è acqua corrente, ma acqua minerale decalcificata con gas (meglio: gazzosa); che le sue scarpe non sono solamente scarpe, ma l’ultimo modello aerodinamico di calzature. Compra solo cose di marca e che si tratti di marche note e care.
38) Quando devi comprargli dei giocattoli, segui due massime educative infallibili: che siano carissime e che servano solo per essere ammirati.
39) Di sicuro, qualche volta hai giocato con tuo figlio! Pentiti e cerca per il futuro di correggerti.
40) La minaccia è una risorsa pedagogica insufficientemente sfruttata dai genitori; procura che le minacce siano ‘vere’ minacce. Senza dubbio non è poi necessario che tu le attui.
41) Polemizza sopra tutti gli argomenti, anche se ti mancano le conoscenze e l’unica cosa che possiedi sono dei pregiudizi. Se infatti non lo fai, potresti perdere la tua autorità e tuo figlio potrebbe pensare che tu sei un ignorante.
42) Insegnagli che cosa vuol dire vestire degnamente: ad ogni stagione rinnova tutto il suo vestiario, anche se è in buone condizioni; se qualcosa minimamente si sciupa, insegnagli a gettarla.
43) Per ottenere che tuo figlio se ne intenda, usa un vocabolario adeguato: parolacce, grossolanità, cinismo, frasi fatte, ecc. Procura che il tuo vocabolario si limiti rigorosamente al vocabolario del comico d’avanspettacolo.
44) Ti costa essere altero, orgoglioso, presuntuoso? Prova allora ad esercitarti in gesti di disdegno, in frasi umilianti, in maniere pretenziose, ecc.; un po’ alla volta imparerai.
45) Quando ti sbagli, non riconoscerlo mai; evita di correggerti anche se tu dovessi per questo ‘agire di immaginazione’ sull’argomento. In altro modo, infatti, con un padre che sbaglia, come credi che tuo figlio potrebbe crescere senza provare dei sentimenti di insicurezza?
46) Convinciti totalmente che, magari un qualche giorno la tecnologia cambierà l’erba dei prati in una più pratica moquette lavabile e convertirà la brezza marina in una gradevole aria condizionata. Insegna a tuo figlio che la natura o "la si sfrutta o non serve a nulla".
47) Insegnagli che la virtù dell’ottimismo consiste nel non fare nulla e nel pensare che qualche giorno le cose andranno meglio.
48) Se dici che pensi a qualcosa e agisci in modo contrario, stai aiutando il tuo ragazzo a capire qual è il sottile e vero ingranaggio della vita.
49) Cerca di essere sicuro di te stesso affinché tuo figlio abbia sempre dove attaccarsi. Non ti porre mai il problema se potresti agire meglio di quello che attualmente stai facendo.
50) Se dopo tutti gli sforzi che hai investito nella sua educazione, tuo figlio è tanto stupido e disgraziato da andarsene da casa, non crearti stupidi complessi nel ripensare a lui e a quello che avresti potuto fare e non hai fatto. Allontana prontamente questi inutili pensieri!
Documenti di navigazione
per nonni ben collaudati
Introduzione al quinto manuale
Avresti mai immaginato come è duro essere nonno? Chiaro che no; quando uno, da fuori, è ridotto alla semplice categoria di padre, non arriva mai a mettersi nella pelle di un nonno. Al massimo alcuni arrivano a scorgere nella figura dei ‘padri grandi’ -come direbbero i francesi- una immagine di tranquillità, di sussiego e di riposo.
Ah, quanto si sbagliano! Tu ed io sappiamo bene che, oggigiorno, essere nonno o nonna non è per niente facile. Da un lato, vediamo che, in non pochi casi, i figli si sbagliano di grosso nell’educare i nipoti... però nessuno chiede la tua opinione e, se la dici di tua iniziativa, povero te! Nel migliore dei casi, ti tacceranno di antiquato o non ti ascolteranno. D’altro canto ultimamente la figura del nonno si è convertita in un campione fino a oggi inedito nel processo di civilizzazione. Come potremmo infatti definirlo? Il nonno è oggi una mescolanza caotica di padre-sorvegliante-canguro e cane-guardiano, senza voce né volto.
Che gioia, che soddisfazione, stare con i nipoti, passeggiare con loro, raccontare loro delle cose ed ascoltarli! Ecco qui una gioia intima che solo con il passare degli anni può essere scoperta... il brutto è quando i figli, i padri dei nipoti, considerano che questa allegria, questa soddisfazione, questa gioia intima, è nostro obbligo e ci impongono orari e condizioni per poterne usufruire. Già sai che non si tratta di chiedere niente in cambio. Lo facciamo per amore, che è il modo migliore per fare le cose. Però un poco di considerazione non andrebbe davvero niente male! Perché dimmi, con la mano sul cuore: non ti sei mai sentito un po’ ‘utilizzato’?
Questa carta di navigazione non è per nonni amareggiati. E neppure è diretta a quei vecchietti incantevoli che trascorrono le ore al sole, senza fare nulla e senza nessuno di cui occuparsi. Questa carta di navigazione è diretta a zii con iniziativa, a giovani di cuore... che hanno nipoti. I punti che seguono sono stati pensati propio per chiarire quali debbono essere le funzioni del nonno, perché se è vero che c’è da amare e c’è da servire, è però anche vero che non c’è da lasciarsi truffare.
1) Tu non ‘sei’ solo nonno, ma devi anche ‘esercitare’ come tale. Se essere nonno fosse solo un titolo, la cosa migliore sarebbe appenderlo in sala da pranzo invece di questo orribile quadro. Pensa che essere nonno è un lavoro e domandati: che c’è da fare?
2) Nell’ordine naturale tu sei il terzo responsabile dell’educazione dei tuoi nipoti. Primi sono i genitori, dopo i fratelli maggiori e dopo voi, i nonni. Applica questo principio!
3) Non permettere che tuo figlio deleghi a te la responsabilità che deve assumere lui per quanto concerne l’educazione dei figli.
4) Fa’ tutto il possibile affinché non ti vedano come un "canguro gratuito" o come un "parcheggio di bambini" per il fine settimana. Cura i tuoi nipoti, procura di stare con loro, però non lasciarti prendere in giro.
5) Anche se sei in pensione, il tuo tempo è tuo. Investilo come meglio ti pare. Non lasciare che altri te lo pianifichino.
6) Non dire mai ai tuoi nipoti: "Ai miei tempi...". I tuoi tempi sono oggi, ora! Tu non hai smesso di vivere qualche anno fa. Non vivere dunque i tempi attuali con la prospettiva nel passato.
7) A ciascuno dei tuoi nipoti, quando li vedi, fa’ loro due domande su cose che non comprendono bene. Vedrai che in quattro o cinque settimane diventerai il nonno meglio informato del paese; verrai a conoscere cose insospettate... e il tuo prestigio aumenterà considerevolmente.
8) Non cercare di risolvere niente col denaro o con regali ai nipoti. Essi ti considereranno un nonno-oggetto. Se vuoi, e puoi, compra regali, però non cercare di coprarli per mezzo dei regali.
9) Che i nipoti non notino mai che non sei d’accordo con le decisioni importanti che hanno preso i loro genitori. Essi possono sbagliare (anche tu) però non faresti nessun bene ai figli mostrando il tuo disaccordo.
10) Non ti scandalizzare mai di nulla. Limita al massimo espressioni come questa: "Dove andremo a finire!"
11) La storia, l’arte, la politica, la musica, lo sport, non hanno cessato di esistere il giorno in cui tu sei andato in pensione. Fa’ uno sforzo per restare informato.
12) E’ bene essere aggiornati, non solo nelle questioni che direttamente ti premono, ma anche in tutto quello che è possibile. I tuoi nipoti possono aiutarti molto in questo.
13) Vi sono nonni ‘con classe’ e nonni ‘senza classe’. Si differenziano in quanto i primi sanno ascoltare e i secondi sanno solo parlare.
14) Fa domande... e ascolta le risposte. Ciò aiuterà i nipoti a pensare; tu li conoscerai meglio e potrai altresì aiutarli meglio.
15) A volte i nipoti vedono i loro nonni come alcuni mobili antichi, di cui bisogna avere cura per il loro valore d’antiquariato. A volte, i nonni portano la responsabilità del fatto che i loro nipoti li vedano così.
16) Una persona accessibile è quella che è disposta ad ascoltare e a parlare... se un’altra persona le chiede che ascolti e che parli. Infatti, non è propriamente la stessa cosa il rendersi disponibili e l’inquisire.
17) I consigli sono più effettivi (meglio: sono effettivi soltanto) quando sono sollecitati. Se sei tu che hai la necessità di darli, il meglio che puoi fare è risparmiarli. In ogni caso sii astuto: provoca nei tuoi nipoti la necessità di chiederli.
18) Se svolgiamo un’indagine tra tutti i nipoti del mondo su una sola domanda: "Qual è la virtù più rara del tuo nonno?" sono sicuro che riporterebbe la vittoria la risposta "L’allegria". Tu, allora, sii raro, proprio in questo senso!
19) Se non ti lamenti mai dei tuoi mali, alla fine i tuoi nipoti finiranno per rendersi conto che tu li sai sopportare, e così avrai dato loro una lezione davvero indimenticabile.
20) Non minacciarli mai ed astieniti dal ricattarli affettivamente con l’idea della tua morte.
21) Ora lasciami dire alcune cose che un nonno che ha iniziativa deve conoscere: i nomi degli amici intimi del nipote, il nome del suo professore preferito o di cui ha simpatia, il nome del complesso di Rock preferito, la marca del suoi pantaloni...
22) Contribuisci affinché i tuoi nipoti conoscano gli usi e le tradizioni familiari, sociali, storiche. Se lo fai, proporrai loro una cosa che non hanno, che non sanno di avere bisogno e di cui più avanti ti ringrazieranno: le loro radici.
23) Tenta di spiegare seriamente ai nipoti la storia della famiglia: ti assicuro che ti sorprenderai gradevolmente.
24) Non rinunciare alle tue idee di fondo con la scusa che sono superate per i tempi attuali. Dà esempio di fedeltà ad alcuni principi.
25) Hai osservato la povertà di vocaboli della gioventù? Non credi che su questo puoi aiutarli moltissimo? Utilizza allora sinonimi, frasi fatte, proverbi, ecc. che non siano propri del linguaggio televisivo, né comico di turno.
26) Ti piace burlarti delle limitazioni, dei difetti, o dei problemi dei tuoi nipoti; vedi di farlo un po’ di meno.
27) Burlati invece un poco dei tuoi propri limiti, dei tuoi difetti o dei tuoi problemi. Se non ti prendi troppo sul serio, contribuirai a che neppure i tuoi nipoti si considerino l’ombelico del mondo.
28) Se hai idee religiose, diffondile tra i tuoi nipoti. Non soffrire pensando che coarti la loro libertà. Al contrario: darai loro elementi che potranno usare per capire se stessi e per capire il mondo.
29) Non è la stessa cosa amarli e stare con loro a fare le stesse sciocchezze che fanno loro. Non pretendere di attirarli facendo il pagliaccio.
30) Però neppure devi temere di fare il pagliaccio nel momento di dire che sinceramente non comprendi la loro condotta e le loro inclinazioni.
31) Ti ricordi come ti mostravi simpatico e gradevole quando, anni fa, cercavi di far innamorare la tua ‘bella’? Ora hai da far innamorare i tuoi nipoti: sii simpatico.
32) C’è un tesoro che tu hai, che manca ai tuoi figli e che i nipoti non conoscono: il tempo! Abbi tempo per loro.
33) Se la tua dentiera è posticcia, non importa: mostrala con prodigalità.