ARGOMENTAZIONE PATRISTICA

La Tradizione è nella Chiesa principio normativo, ereditato dal giudaismo e integrato sotto l'influsso delle tradizioni religiose antiche greco-romane. Ma fu soprattutto durante la controversia ariana che molti autori hanno fatto riferimento all'autorità dei Padri, sia per appoggiarsi alla loro fede, conforme alle Scritture ed alla tradizione apostolica, sia per riprendere le loro esatte affermazioni su articoli controversi di fede. Questi argomenti, fondati sull'autorità dei Padri, diedero vita ad nua nuova forma di prova teologica, simile a quella fondata sui testimonia scritturistici, attestati dagli Apologisti, specialmente nelle opere contro i Giudei.

L'argomentazione patristica, di tradizione giudaica, non era sconosciuta alla cultura classica, come appare dai commenti letterari di autori famosi, dall'uso di trasmettere il pensiero dei grandi filosofi e maestri in antologie, dalla giurisprudenza che interpretava le leggi ricorrendo all'autorità degli autori più famosi del passato; ma ha trovato il suo teorico in Vincenzo di Lerino che, seguendo i principi di Agostino, ha posto come criterio dell'ortodossia la consensio Ecclesiae antiquae et universalis (Comm. 30 s).

argumenta inventionis et compositionis:

 

•analogica: •autofagica: adversaria ex sese destruuntur •auctoritativa •causalitatis •concessiva •consectaria •a contrario •còracis •dilemmata •directiva •distinctionis et dissociationis •divisa •hierarchica •exempla •essentialia •a fortiori •ad hominem: argumentum auctoritatis contrarium •identificationis •ad ignorantiam: omnia excludenda praeter proprium •illustrativa •incompatibilitatis •instar •comparationis •ad personam •pragmatica •praecedentis •fere logica •reciprocitatis •iusta legalia: negotia sunt negotia •ridicula •retorsionis •sacrificalia •symbolica •perdita [sprecare] •structuralia realia •victoriae •transitiva

 

 

Ars dictandi (componendi) - A Parigi all'inizio del secolo XII fu pubblicata la Summa dictaminis breviter et artificiose compositum per magistrum Laurentium iuxta stilum Curiae Romanae et consuetudinem modernorum, destinata ad entrare in tutte le cancellerie, per insegnare a perfezionare la forma dei documenti ufficiali (bolle, diplomi, lettere, brevi, atti in genere), con salda dottrina per i contenuti e gusto raffinato per la forma. Vengono così fissate norme stilistiche per la collocazione delle parole nella frase, dei membri nel periodo, delle figure nei periodi, del cursus nella conclusione, degli artifici retorici nell'intero documento o composizione.

La lettera viene studiata nelle cinque parti della salutatio, captatio benevotentiae, narratio, petitio, conclusio, e le regole, desunte dalle opere dei classici o suggerite dall'uso contemporaneo di maggior prestigio, vengono fissate in trattati, detti ars dictandi (o ars dictaminis), cioè trattati di composizione secondo le regole della retorica.

Per la chiarezza, brevità e completezza di esposizione dei precetti stilistici, le artes dictandi divennero comuni non solo presso i funzionari delle cancellerie, ma anche presso i giuristi e i docenti, nelle corti e nei centri culturali, spingendo a creare le sottospecie delle ars notaria, ars sermocinandi (o praedicandi), ad uso dei predicatori, e simili.