GLI ANABATTISTI
Già dopo Worms appare chiaro che il luteranesimo è troppo stretto per contenere la massa di energie umane che erano state risvegliate in quegli anni. La rivolta dei contadini del 1525 deriva in buona parte dalle convulsioni del medioevo declinante, ma tra i capi della rivolta c'è quel Thomas Münzer che aveva dato un tono di esaltato radicalismo ad alcuni principi luterani. Legate o meno con le idee di Münzer già dal 1523 sorgono ovunque schiere di riformati che non si riconoscono in Lutero e negano risolutamente il valore del battesimo impartito ai bambini. Questi settari impugnano la fede come una spada che deve rigenerare da cima a fondo l'umanità e per prima cosa si fanno ribattezzare, venendo perciò chiamati con il nome dispregiativo di anabattisti. Predicare con toni accesi l'imminente apocalisse, testimoniare con impavido coraggio la loro certezza ritrovata, affrontare il martirio e la morte: di questo sono capaci gli anabattisti, che nessun principe protegge e che nessuno invita alle conferenze teologiche presso le diete imperiali e che ciò nonostante si diffondono con estrema rapidità nei dieci o quindici anni successivi al 1523. All'inizio li rintracciano a Zurigo e in altri cantoni svizzeri, ma subito compaiono nel Tirolo, in Moravia, in Renania, a Strasburgo, in Olanda, in Westfalia. Gli anabattisti, che sono reclutati in massima parte tra le classi popolari urbane, appaiono dei fanatici perturbatori dell'ordine sociale e suscitano lo stesso orrore nei cattolici e nei protestanti: torturati, portati al rogo, annegati, essi riescono a un certo punto a prendere il potere nella città westfalica di Münster e lo tengono dal 1533 al 1535. Indemoniati e immorali gli anabattisti di Münster vengono accusati di aver introdotto la poligamia e il comunismo e la loro avventura finisce in un massacro generale. Negli anni successivi sembra che nella sola Olanda, dove essi erano più numerosi, 30.000 anabattisti trovarono la morte.