SECONDO LIBRO DI SAMUELE
Davide aveva sempre rifiutato di muovere guerra a Saul
poiché lo considerava, malgrado tutte le infedeltà, l’unto del Signore. Morto
Saul, la via del trono era aperta.
Il Secondo libro di Samuele, è dedicato interamente al
governo di Davide, che arriva alla costruzione di un regno unito e forte,
rispettato dai suoi vicini.
Il personaggio di Davide è rappresentato nella sua
complessità: intelligente e astuto, coraggioso e intraprendente, eccessivamente
dotato, amante di Dio con tutto il cuore, la mente e la forza, debole e
peccatore perché sensibile e umano fino all’ultimo respiro.
In modo incontestabile, Davide è qualcosa di più di un
re. È il "prediletto" di Dio, che a sua volta fa di Dio il suo
prediletto.
Per convincersene basta evocare l’episodio del
trasporto dell’Arca a Gerusalemme.
Il nuovo re d’Israele ha posto la sua capitale sulla
rocca di Gerusalemme e decide subito di farvi salire l’Arca dell’Alleanza,
abbandonata da molto tempo nella località sconosciuta di Kiriat-Iearim. Davide
sa che il suo regno deve fondarsi su Dio, il solo vero Re dell’universo.
Come il fidanzato, il mattino delle nozze, va con gli
amici incontro alla fidanzata, Davide si mette in cammino accompagnato da un
lungo corteo di ballerini e musicisti. Poi, in senso inverso, ci si dirige
questa volta verso la casa del fidanzato, per portarvi l’amata.
Giunto alle porte di Gerusalemme, la musica e i canti
raddoppiano, e Davide dà inizio attorno all’Arca alla danza nuziale. Mikal, sua
moglie, che assiste alla scena da lontano, non si sbaglia. Il suo grido di
disprezzo non è altro che l’espressione della sua gelosia: Davide ama Dio più
di ogni essere al mondo.
La festa termina con un banchetto offerto al popolo.
Ormai il Signore abita a Gerusalemme, la città di Davide.
Tutta la tradizione riconosce il posto eminente di
Davide nella storia della salvezza, come attesta lo Zohar (commenti mistici
della Torah, molto antichi, riscoperti nel XIII secolo): il nome di Adamo in
ebraico si scrive con le tre lettere che nel nostro alfabeto corrispondono a A,
D, M. Ciascuna di esse rappresenterebbe l’iniziale di un nome proprio: A come
Adamo, D come Davide, e M come Messia. E il "Libro dello splendore"
ne conclude: "Ciò che è stato cominciato da Adamo, è continuato in Davide,
sarà terminato con il Messia".
Anche qui, la diversità dei materiali rende difficile
ricostruire la storia dell’opera. È certo che la composizione ha conosciuto
molte tappe. Il grande numero di doppioni invita a distinguere due serie di
racconti paralleli, raggruppati in seguito. Alcuni critici hanno voluto
distinguervi una trama yavhista e una elohista, ma questa tesi si scontra con
numerose difficoltà, perché non si ritrovano nei Libri di Samuele le
caratteristiche dottrinali e letterarie di queste due grandi tradizioni.
Altri specialisti pensano che il nucleo del libro sia
nato da tradizioni particolari, raggruppate da uno storico secondo un ordine
cronologico, ritoccato poi da un redattore deuteronomista. Qualunque sia la
teoria adottata riguardo le prime redazioni, si è d’accordo nel riconoscere che
esse formavano certamente una raccolta ancor prima della revisione
deuteronomista. I Libri di Samuele hanno un valore storico innegabile; si pensa
che numerosi racconti siano stati scritti da testimoni diretti degli
avvenimenti, o almeno molto vicini ad essi. Presentano spesso il vantaggio di
informarci sull’impressione lasciata dagli avvenimenti nella memoria del
popolo. Gli storici riconoscono che non ci sono, su questo periodo della storia
d’Israele, fonti di documenti migliori di questi scritti biblici.