Intervento del Prof. P. Jean Galot, S.I.: "La Cristologia dal Vaticano II ai nostri giorni"
Congregazione per il Clero – 29 Settembre 2001
La cristologia ha conosciuto, dopo il Concilio, un periodo difficile.
C'era la difficoltà di elaborare una sintesi dottrinale che avrebbe integrato i risultati più validi degli studi sulla Scrittura e più precisamente su i vangeli. Le ricerche esegetiche conducono spesso a posizioni e interpretazioni molto diverse. Il teologo che non voleva semplicemente riprodurre la dottrina più comune nel passato doveva dunque tenere conto dei cambiamenti di prospettiva imposti dall'esegesi, scegliendo la via che sembrava più giusta. Possiamo capire che per un periodo, si era fermata la pubblicazione di cristologie. Significativo è il fatto che in una Facoltà di Teologia era scomparso dal programma il corso di cristologia.
Più grave ancora dal punto di vista dottrinale è stata la situazione creata da un movimento, nato fra teologi cattolici, che per porre l'accento sulla realtà dell'uomo in Cristo lasciava nell'ombra, ignorava o negava la sua divinità. Questa "nuova cristologia", formulata in Olanda nel 1966, si è diffusa in altri paesi e, attualmente meno viva, non ha pure perso tutti i suoi aderenti. Comporta una sfida che spinge la teologia sulla via di un'affermazione più solida, meglio giustificata, della divinità di Cristo.
A questa affermazione sono legate più particolarmente la fede nella Trinità e la fede nell'Eucaristia.
La controversia recente ci ricorda che al momento della venuta di Gesù nel mondo, il problema essenziale è stato quello della fede nella sua identità di Figlio di Dio. Non è sorprendente che questo problema continui a manifestarsi per suscitare una risposta più convinta di fede.
Nei tempi recenti un altro aspetto della dottrina cristologica è stato oggetto di controversia: Cristo, Salvatore unico e assoluto. La preoccupazione di affermare per tutti gli uomini la possibilità di accedere alla salvezza ha condotto alcuni teologi a proporre, accanto a Cristo, altre vie di salvezza. La possibilità deve essere ammessa, ma in connessione con la verità di Cristo, Salvatore unico e universale. Questa verità merita di essere molto approfondita.