Prof. Aldrich, Taiwan: Il sacramento della cresima
La Confermazione è il secondo Sacramento di iniziazione. La maggior parte delle trattazioni di teologia sacramentale si occupano più del Battesimo che della Confermazione. Nonostante sia importante ed incisivo, a volte questo Sacramento è stato trascurato dal punto di vista teologico.
3.2 Istituzione ed esistenza della Confermazione
La Confermazione prevede due azioni rituali, l’imposizione delle mani e l’unzione con olio profumato, detto Crisma. Entrambi i riti vengono eseguiti pronunciando parole significative. In questa sede esamineremo l’esistenza di questo rito secondo le Scritture, i Padri, e l’insegnamento della Chiesa.
3.2.1 Scritture
Nel Vecchio Testamento sono rilevabili alcune prefigurazioni della Confermazione. Fin dai tempi più antichi, le mani vengono utilizzate per far discendere una benedizione su particolari persone prescelte (Gn 48, 13-16) e per conferire agli individui alcuni ruoli particolari (Nm 8, 10). L’unzione con olio profumato era uno dei rituali di celebrazione gioiosa dell’Antica Alleanza (Am 6, 6) . Oltre alle prefigurazioni sono presenti anche profezie di un prossimo afflato dello Spirito Santo come quella di Gioele: "Dopo questo, io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie; i vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni" (Gl 3,1). Il Profeta Isaia predisse un dono futuro dello Spirito Santo: "poiché io farò scorrere acqua sul suolo assetato , torrenti sul terreno arido. Spanderò il mio spirito sulla tua discendenza , la mia benedizione sui tuoi posteri" (Is 44, 3).
Nel Nuovo Testamento Cristo compie la Sua missione con la forza dello Spirito Santo (Mc 1, 10) e proclama: "Lo Spirito del Signore è sopra di me" (Lc 4, 17-21). Cristo promette lo Spirito Santo agli Apostoli affinché possano essere suoi testimoni senza timore: "avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni" ( At 1, 8; cf Lc 24, 49).
Le promesse di Cristo si avverarono durante la Pentecoste, quando lo Spirito Santo discese potentemente su Nostra Signora e sugli Apostoli. I primi credenti venivano battezzati e ricevevano lo Spirito Santo (At 2, 38). Il termine "crismazione" è utilizzato in relazione al Battesimo di Gesù per descrivere in che modo fu consacrato in Spirito Santo (At 10, 38) e anche in riferimento al Suo essere Figlio di Dio (Eb 1, 9). L’espressione è dunque utilizzata per descrivere in che modo i cristiani condividono, mediante Cristo, il dono messianico dello Spirito (1 Gv 2, 20-27). Gli Atti degli Apostoli descrivono un rito che implica un dono dello Spirito Santo legato al Battesimo e al contempo distinto da esso. L’idea di imporre le mani: "Frattanto gli apostoli, a Gerusalemme, seppero che la Samaria aveva accolto la parola di Dio e vi inviarono Pietro e Giovanni. Essi discesero e pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo, non nera infatti ancora sceso sopra nessuno di loro, ma erano soltanto stati battezzati nel nome del Signore Gesù. Allora imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo" (At 8, 14-17). Circa trent’anni dopo, san Paolo portò alcuni riti a Efeso (At 19, 1-8). La Lettera agli Ebrei cita un’imposizione delle mani distinta da quella del Battesimo (Eb 6, 2).
Da quanto è stato evidenziato emerge che il rito trasmesso dagli Apostoli Pietro e Giovanni possiede tutte le caratteristiche di un Sacramento. Venivano celebrato con un segno tangibile, precisamente con l’imposizione delle mani. Il rito produceva grazia (At 8, 18) ed era distinto da quello del Battesimo e fu istituito da Cristo in modo permanente. Poiché il Signore promise di impartire lo Spirito Santo a tutti i fedeli, bisogna presumere che diede istruzioni chiare su come comunicare tale Dono. Il fatto che gli Apostoli si considerassero semplici ministri di Cristo e amministratori dei misteri di Dio (1 Cor 4, 1) e non iniziatori degli stessi, indica che dal momento che essi celebravano questo rito del dono dello Spirito Santo, allora questo atto sacro era stato istituito da Cristo stesso. Non si hanno certezze sul momento preciso in cui il Signore istituì la Confermazione. Mentre alcuni teologi sostengono che la fondò prima della Risurrezione, altri ritengono che fu istituita dopo. Alcuni studiosi suggeriscono che Cristo istituì la Confermazione durante L’Ultima Cena quando parlò a lungo del dono dello Spirito Santo (Gv 16, 5-15). Altri teologi hanno affermato che il Sacramento fu prefigurato quando Cristo impose le sue mani sui bambini (Mt 19, 13), mentre in occasione dell’Ultima Cena lo fondò più chiaramente, istruendo gli Apostoli affinché lo amministrassero dopo la Pentecoste (1).
3. 2. 2 Padri della Chiesa
Le primissime liturgie cristiane di iniziazione includevano l’imposizione delle mani e l’unzione post-battesimale, ma non è sempre chiaro se si trattasse di un Sacramento separato da quello del Battesimo. Anche oggi nel rito attuale del Battesimo dei bambini è prevista l’unzione post-battesimale con un crisma, che preannuncia la successiva Confermazione del bambino. Questa crismazione è un residuo della Confermazione derivante dal rito di iniziazione degli adulti quando tutti e tre i Sacramenti di iniziazione venivano amministrati contemporaneamente. Essa si compie con la seguente orazione: "Dio, Padre di Nostro Signore Gesù Cristo ti ha liberato dal peccato, rigenerandoti dall’acqua e dallo Spirito Santo, e ti ha accolto nel Suo santo popolo. Egli ora ti unge con il crisma della salvezza. Come Cristo fu unto Sacerdote, Profeta e Re, così possa tu vivere sempre come parte del Suo corpo, partecipando alla vita eterna"
Tuttavia, la distinzione fra i due Sacramenti risultò evidente quando sant’ Ippolito nel suo Trattato sulla Tradizione Apostolica, datato 215 A.D. circa, si riferì al rito romano dell’ iniziazione, nel quale si svolgevano due unzioni post-battesimali. Dopo il Battesimo, i candidati uscivano dalla fonte e venivano immediatamente unti con l’olio del rendimento di grazie da sacerdoti che utilizzavano le seguenti parole: "Ti ungo con l’olio santo nel nome di Gesù Cristo" (2). Poi, la seconda crismazione con l’olio consacrato pare chiaramente essere la Confermazione. Dopo che tutti erano stati asciugati e vestiti, il Vescovo imponeva le mani sui candidati e pregava. Poi versava l’olio consacrato su ognuno dei candidati e poneva una mano sul capo di ognuno, recitando la formula: "Ti ungo con l’olio santo in Dio, Padre Onnipotente, e Cristo Gesù e lo Spirito Santo" (3). Il Vescovo poi toccava la fronte di ogni candidato e gli dava un bacio di pace. Questa prima descrizione della Confermazione è molto simile a quanto accade oggi. Tertulliano parlò di tre fasi distinte nel rito dell’iniziazione cristiana, considerando quindi la Confermazione un Sacramento a se stante: "Viene lavata la carne perché l’anima sia liberata da ogni macchia; viene unta la carne perché l’anima sia consacrata; viene segnata la carne perché anche l’anima si rinvigorita; la carne è adombrata dall’imposizione delle mani, perché anche l’anima sia illuminata dallo Spirito: la carne si pasce del Corpo e del Sangue di Cristo, perché anche l’anima si nutra abbondantemente di Dio" (4)
Nell’Oriente cristiano, intorno alla metà del IV secolo, san Cirillo di Gerusalemme trattò del Sacramento della Confermazione nelle sue letture catechetiche: "Come Cristo fu crocifisso, sepolto e risuscitò, e il Battesimo, in virtù di una somiglianza, vi ha resi degni di essere crocifissi e sepolti e di risuscitare, così avviene con questa crismazione. Egli fu unto con l’olio spirituale della letizia, ossia con lo Spirito Santo, che è l’Olio della letizia perché Egli è l’Autore della gioia spirituale. Tuttavia, siete stati unti con unguenti, perché siete stati resi partecipi e associati di Cristo" (5). In Occidente, alla fine del IV secolo, sant’Ambrogio si occupò di tutti i Sacramenti dell’iniziazione, inclusi i riferimenti alla Confermazione: "Ora, dopo il Battesimo, siete andati dal Vescovo. Considerando l’unzione che ne è seguita, non si è trattato forse di ciò di cui parla David: "E’ come olio prezioso sul capo, che scorre lungo la barba, lungo la barba di Aronne…Avete ricevuto il sigillo spirituale… Dio Padre vi ha toccato, Cristo vi ha confermato e lo Spirito ha posto il sigillo nel vostro cuore" (6)
In seguito, lo sviluppo teologico della Confermazione fu influenzato grandemente dal pensiero di un certo Fausto, già Abate di Lérins, Vescovo di Riez, località del Sud della Francia, durante la seconda parte del V secolo. Una delle sue omelie ebbe un grande impatto su tutta la successiva teologia sacramentale medievale della Confermazione. Secondo lui, la Confermazione implicava che il cristiano fosse un soldato di Cristo:
"Le procedure militari richiedono che quando un comandante arruola un uomo fra i suoi soldati, non solo dovrebbe marcarlo, ma anche fornirgli le armi atte a combattere… Così lo Spirito Santo, che è disceso sulle acque battesimali recando la salvezza, ha dato alla fonte tutto il necessario per l’innocenza: nel momento de ella Confermazione lo Spirito Santo dona una maggiore quantità di grazia perché in questo mondo chi sopravvive alle diverse fasi della vita, deve avanzare fra pericoli e nemici invisibili. Nel Battesimo nasciamo a nuova vita, dopo il Battesimo siamo confermati per la battaglia" (7).
In seguito, nel nono secolo, Rabanus Maurus, Arcivescovo di Magonza, fece riferimento a due unzioni ricevute dal cristiano dopo il Battesimo. La prima, sul capo del candidato, era compiuta dal sacerdote, la seconda , sulla fronte, da Vescovo. La prima crismazione simboleggia la discesa
dello Spirito Santo a consacrare un degno dimorare in Dio, mentre la seconda conferisce la settupla grazia dello Spirito Santo all’uomo con tutta la pienezza della santità. Nella seconda crismazione, la Confermazione, lo Spirito Santo discende sul cristiano per colmarlo di doni celesti, e per rafforzarlo con la sua grazia affinché possa testimoniare Cristo senza paura di fronte ai re e ai regnanti di questo mondo e annunciarlo con voce libera (8).
Il Dottore Angelico sviluppò queste idee sulla Confermazione e considerò quest’ultima una "certa crescita spirituale che conduce l’uomo all’età spirituale perfetta" (9). In un’altra formulazione, san Tommaso descrive la Confermazione come "il Sacramento della pienezza dello Spirito Santo" (10).
3.2.3 Dottrina della Chiesa
Il termine Confermazione è stato utilizzato per la prima volta durante il Concilio di Riez nel 439. Il Concilio di Firenze , mille anni dopo, definì la Confermazione un Sacramento in cui lo Spirito Santo viene "dato per irrobustire" (11). Il Concilio di Trento affermò, contro i Riformatori, che la Confermazione era un vero e proprio Sacramento (12). Il "Decreto tridentino sui Sacramenti in generale" insegnò che questo Sacramento era stato istituito da Cristo, in opposizione alla Confessione luterana di Augusta, secondo la quale la Confermazione era un’istituzione apostolica (13). In seguito, all’inizio del XX secolo, i modernisti superarono persino i Riformatori e negarono che il rito della Confermazione fosse già usato dagli Apostoli e sostennero che "la distinzione formale fra i due Sacramenti, il Battesimo e la Confermazione, non avesse nulla a che fare con la storia del cristianesimo primitivo" (14). Nel 1971, Papa Paolo VI sottolineò che dopo la Pentecoste gli Apostoli "in adempimento del volere di Cristo, comunicavano ai neofiti, attraverso l’imposizione delle mani, il dono dello Spirito, destinato a completare la grazia del Battesimo". Paolo VI spiegò che "l’imposizione delle mani viene giustamente considerata dalla tradizione cattolica come la prima origine del Sacramento della Confermazione" (15). Queste affermazioni dichiarano l’istituzione divina da parte di Cristo del Sacramento della Confermazione.
3.3 Il segno esteriore
3.3.1 La maniera
La maniera della Confermazione ha subito una evoluzione storica nei vari riti d’Oriente e d’Occidente. Pare che nel periodo degli Atti degli Apostoli, la Confermazione venisse amministrata imponendo le mani e pregando (Cf At 19, 1-7). Tuttavia, l’idea di crismazione sacra è implicita nel concetto neo-testamentario di dono dello Spirito, come del resto ha sottolineato san Giovanni: "l’unzione che avete ricevuto da lui rimane in voi e non avete bisogno che alcuno vi ammaestri; ma come la sua crismazione vi insegna ogni cosa, è veritiera e non mente, così state saldi in lui, come essa vi insegna" (1 Gv 2, 27)
A volte, nel primo secolo della vita della Chiesa, il rito della Confermazione era talmente legato alle cerimonie conclusive del Battesimo che è difficile discernere quale fosse la sua essenza.
Nel più antico rito romano, quello di Ippolito,. che risale alla metà del III secolo, la Confermazione era amministrata come segue. Al termine dell’abluzione battesimale, i candidati, una volta asciugatisi e vestitisi, si recavano in chiesa dove il Vescovo imponeva le mani su di loro pregando. In seguito, il Vescovo li ungeva sul capo con l’olio santo dicendo: "Io ti ungo con l’olio santo nel Padre Onnipotente, in Gesù Cristo e nello Spirito Santo". Quindi, utilizzava sia l’unzione sia l’imposizione delle mani . In tutte le successive liturgie latine, l’unzione con il crisma o crismazione e l’imposizione delle mani sono stati presenti in tutti i riti.
Nelle Liturgie Orientali dei riti bizantino, armeno ortodosso e siro-antiocheno si utilizza solo la crismazione. D’altra parte, la liturgia caldea-nestoriana prevede soltanto l’imposizione delle mani. Nei riti copto e etiope sono presenti sia la crismazione sia l’imposizione delle mani. Nei riti latini occidentali, la crismazione acquisì importanza a partire dal V secolo. Poi dal XIII secolo, la crismazione assunse un rilievo maggiore senza che fosse però dimenticata l’imposizione delle mani. Papa Innocenzo III considerò la crismazione come un’espressione dell’imposizione delle mani (16). Il Primo Concilio di Lione e il Concilio di Firenze ridussero l’imposizione delle mani alla crismazione della fronte del candidato, mentre il Concilio di Trento non affrontò questa questione particolare (17) Quindi, si sviluppò l’idea che l’imposizione delle mani rientrasse nel simbolismo del segnare la fronte con il crisma. Papa Benedetto XIV (1740-1758) fu il primo a sottolineare di nuovo l’imposizione delle mani quale elemento rituale a se stante, spiegando che la maniera del Sacramento era in realtà la crismazione. Nella Chiesa Ortodossa attuale l’imposizione delle mani sta man mano perdendo importanza.
Esistono diverse interpretazioni del rapporto fra l’imposizione delle mani e la crismazione con il crisma. Alcuni ritengono che l’imposizione delle mani menzionata negli Atti degli Apostoli si sia evoluta in crismazione. Altri sostengono che persino negli Atti degli Apostoli si utilizzino sia l’imposizione delle mani sia la crismazione, ma che quest’ultima semplicemente non sia stata menzionata. In tutti i casi, a proposito della futura interpretazione della maniera del Sacramento della Confermazione, quando Papa Paolo VI riformò il rito, chiarì ogni dubbio: "Perché dunque la revisione del rito della Confermazione comprenda opportunamente anche l’essenza stessa del rito sacramentale, con la nostra suprema autorità apostolica decretiamo e stabiliamo che in avvenire sia osservato nella chiesa latina quanto segue:
Il sacramento della Confermazione si conferisce mediante l’unzione del crisma sulla fronte, che si fa con l’imposizione della mano, e mediante le parole: "Ricevi il sigillo del dono dello Spirito Santo"" (18). La definizione di Papa Paolo VI si applica alla Chiesa latina. Il documento spiega anche che l’imposizione delle mani, compiuta insieme alla prevista orazione prima della crismazione, anche se non appartiene all’essenza del rito sacramentale, è da tenersi in grande considerazione, in quanto serve a integrare maggiormente il rito stesso e a favorire una migliore comprensione del Sacramento. Papa Paolo VI specificò inoltre che l’imposizione delle mani su tutti i candidati formanti un gruppo, prima della crismazione, differisce dall’imposizione della mano, con cui si compie l’unzione crismale sulla fronte. Recentemente, è stato pubblicato un documento esplicativo secondo il quale durante il gesto di Confermazione è sufficiente che il ministro applichi il crisma con il pollice, senza porre al contempo la mano sul capo del candidato (19) Nella preparazione del crisma in genere si utilizza olio d’oliva unito a profumo e poi benedetto dal Vescovo il Giovedì Santo durante la Messa celebrata normalmente a questo scopo. Si può utilizzare olio vegetale diverso da quello d’oliva, ma non è ammissibile utilizzare olio animale o minerale. (20)
3.3.2 Formula
Anche la formula della Confermazione, l’orazione che accompagna la maniera, ha conosciuto una gran varietà di espressioni nel corso della sua storia. Le Scritture parlano semplicemente di una preghiera che accompagna l’imposizione delle mani (At 8, 15). Alcuni Padri come Tertulliano e san Cipriano descrivono l’amministrazione del Sacramento con una crismazione e un’invocazione dello Spirito Santo. Sant’ Ambrogio e sant’ Agostino hanno considerato importante l’invocazione dello Spirito Santo con il suo dono settuplo. Nella Chiesa Orientale, dal IV secolo in poi, è stata impiegata una formula semplice: "Sigillo del dono dello Spirito Santo". Fino al X secolo quest’espressione fu utilizzata anche in Occidente, ma dal Medioevo mutò più volte fino al XII secolo, quando in Occidente divenne ufficiale la seguente formula: "Io ti segno con il segno della croce e ti confermo con il crisma della salvezza. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo". Questa formula fu utilizzata fino al 1971, quando Papa Paolo VI rinnovò il rito della Confermazione con la nuova formula: "Jane, ricevi il sigillo del Dono dello Spirito Santo" . Il nome del candidato menzionato nel rito può essere o quello ricevuto nel Battesimo oppure un nuovo nome di Confermazione scelto per l’occasione. La nuova formula somiglia all’antica formula del Rito Bizantino, in cui il Dono Personale dello Spirito Santo ricorda il giorno della Pentecoste (At 2, 1-4; 38). Il Rito Siro-Malabarese adotta la formula: "Crisma del dono dello Spirito Santo", mentre quello Caldeo: "sii perfetto nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo". Il Rito Etiope Copto usa la formula: "Ti ungo con la grazia dello Spirito Santo". In tutti questi casi, è significativo che le formule esprimano, sia direttamente sia indirettamente, il doppio effetto della grazia e per la precisione il carattere e la grazia.
3. 6 Gli effetti
Il Sacramento della Confermazione completa il Sacramento del Battesimo. Conferisce ulteriore grazia, oltre a quella ricevuta nel Battesimo e imparte anche un nuovo carattere sacramentale. Perfeziona ciò che si è ottenuto con il Battesimo. Tuttavia, sia il Battesimo sia la Confermazione si completano nell’Eucaristia. Il carattere della Confermazione è legato alla natura specifica del Sacramento. Possiamo comprendere che cosa aggiunge la Confermazione paragonando la natura del carattere sacramentale del Battesimo, della Confermazione e dell’Ordinazione. Il Battesimo permette l’unione cristiana con Cristo e con la sua Chiesa. La Confermazione assegna al battezzato la missione di laico cristiano in seno alla Chiesa. L’Ordinazione al presbiterio o all’episcopato permette la partecipazione al ruolo di Cristo quale mediatore fra Dio e l’uomo. Più dettagliatamente, il carattere ricevuto nella Confermazione investe la persona della natura pubblica del suo essere cristiana. Mentre il Battesimo si concentra di più sulla vita individuale del membro della Chiesa, la Confermazione ne sottolinea l’aspetto comunitario. Ciò spiega in parte perché il Sacramento è legato alla crescita volta al raggiungimento della maturità cristiana. Parte di questa crescita include la lotta del bene contro il male, cosa che ricorda l’analogia fra il confermato e il soldato di Cristo. La Confermazione conferisce alla persona il potere di proclamare la fede cristiana pubblicamente con parole e azioni (21).
Il carattere sacramentale conferito nella Confermazione è la base dell’ "aumento" della vita divina, nel senso di una più intima unione con Cristo, di una più profonda presenza nello Spirito Santo, di un più profondo essere figli adottivi di Dio Padre. Ciononostante, va sottolineato che lo Spirito Santo non si riceve per la prima volta nella Confermazione, ma nel Battesimo. Piuttosto, la Confermazione pone un sigillo sul Battesimo così come la Pentecoste completa la Pasqua. Il crisma simboleggia l’afflato dello Spirito Santo che procede dal Padre e dal Figlio. L’orazione che precede la Confermazione parla del dono settuplo che i candidati riceveranno, lo spirito di sapienza e di intelligenza, lo spirito di consiglio e di fortezza, lo spirito di conoscenza e di timore del Signore, lo spirito di stupore e di timore reverenziale al cospetto di Dio. Questi doni sono elencati dal profeta Isaia (Is 11,2). Il dono della sapienza permette al cristiano di considerare le verità eterne e di giudicare tutte le cose per mezzo di esse, di desiderare la salvezza e i mezzi necessari per ottenerla, di apprezzare le cose di Dio. L’intelligenza è il potere di penetrare il significato più profondo delle verità della Rivelazione e anche di trasmettere agli altri queste verità. Il retto giudizio o consiglio è il potere di decidere con prudenza su questioni relative a Dio e alla salvezza e implica anche il rafforzamento della volontà di scegliere per il meglio. Il dono del coraggio o fortezza conferisce al cristiano la fermezza dell’anima nel professare la fede e nel perseverare nella vita cristiana. Implica la forza nelle avversità durante le lotte contro il mondo, la carne e il diavolo. Il dono della conoscenza permette al confermato di individuare e utilizzare le cose temporali alla luce della vita eterna. La riverenza o pietà è il dono che dispone la persona a servire Dio, la Santissima Trinità, con tenero amore e devozione e a praticare quanto insegna la Chiesa. Il dono dello stupore e del timore reverenziale al cospetto di Dio (o timore del Signore) permette al cristiano confermato di essere riverente di fronte alla maestà e alla sovranità di Dio, non solo nella sfera religiosa, ma in tutti gli aspetti della vita, ricordando che Dio è presente ovunque.
La Confermazione è importante per la salvezza e anche se non è assolutamente indispensabile come il Battesimo, bisognerebbe comunque fare in modo che questo strumento prezioso di salvezza sia sempre disponibile. Nell’era carolingia alcuni teologi sostennero che questo Sacramento avrebbe aumentato il grado di felicità celeste dopo la morte. San Tommaso d’Aquino sottolineò che mentre il Battesimo è necessario per la salvezza perché senza di esso non v’è alcuna salvezza, la Confermazione è necessaria per la perfezione della salvezza. Chi omette il Sacramento della Confermazione per disobbedienza mette a repentaglio la propria salvezza. (22)
Inoltre la Chiesa evidenzia l’importanza salvifica di questo Sacramento con la pratica di amministrarlo a bambini che non hanno ancora raggiunto l’età della ragione e sono in pericolo di vita cosicché non " debbano essere privati dei benefici di questo Sacramento" (cf 23)
Note:
San Tommaso d’Aquino m Summa Theologiae III, q. 72, a.1
Sant’Ippolito, La Tradizione Apostolica 21, 19 come in SW, p.8
Sant’Ippolito, La Tradizione Apostolica 22, 2 come in SW, p.8
Tertulliano, De Resurrectione Carnis, cap. 8, 3 in CCL 2, 931
San Cirillo di Gerusalemme, Catechesi Mistacogica, 3, 2; in PG 33, 1089-1090.
Sant’Ambrogio, De Mysteriis, 6, 29; 7, 42; in Pl 16, 398, 402-403.
San Fausto di Riez, Omelia di Pentecoste in L.G. Walsh, The Sacraments of Initiation (Londra: Geoffrey Chapman, 1988), p. 141
San Rabanus Maurus, De Clericorum Institutione, Lib. 1. Cap. 30 in PL 107, 314.
San Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae III, q. 72, a.5; si veda anche a.1
San Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae III, q. 72, a.1
Si veda Concilio di Firenze, Decreto per gli Armeni, in ND 1416-18
Concilio di Trento, Settima Sessione, Canone 1 sul Sacramento della Confermazione in ND1434
Ibidem, Canone 1 sui Sacramenti in generale in ND 1311
Decreto Lamentabili del Sant’Uffizio (1907), che condanna gli articoli di modernismo in ND [1437/44].
Papa Paolo VI, Costituzione Apostolica sul Sacramento della Confermazione, Divinae consortium naturae (1971)
Papa Innocenzo III, Lettera Cum venissit DS 785
Primo Concilio di Lione in DS 831; Concilio di Firenze in ND 1416.
Papa Paolo VI, Costituzione Apostolica sul Sacramento della Confermazione, Divinae consortium naturae (1971)
Pontificia Commissione per l’Interpretazione dei Decreti del Vaticano II, Risposta del 9 giugno 1972 in AAS 64 (1972), p. 526
Rito di benedizione degli oli e di consacrazione del crisma in EV 3 (1968-1970) N. 2858
San Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae III, q. 72, a.5
San Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae III, q. 72, a.1.
Congregazione per il Culto Divino, Introduzione Generale al rito della Confermazione, 11.