IL DONO DEL "CONSIGLIO" (Prof. Carrasco, Madrid)
I doni dello Spirito Santo sono come delle disposizioni in virtù delle quali il cristiano è reso in grado di muoversi sotto l’ispirazione, l’impulso e la guida dello Spirito. Grazie a tali doni il soggetto morale raggiunge la sua forma propria e necessaria, non solo perché essi perfezionano le sue diverse virtù, ma anche perché, penetrando nel profondo della persona, la dispongono ad accogliere un movimento verso il suo fine ultimo che non può generare da se stessa, che supera le sue virtù morali e teologali – benché perfezionate dalla grazia; movimento che può essere originato solo dal moto superiore dello Spirito. Ogni fedele cristiano riceve quindi i doni dello Spirito, che li consegna per sempre, essendo l’unica condizione quella di trovarsi in stato di grazia. In questa maniera, l’uomo viene condotto alla sua possibile perfezione già in via, nella vita quotidiana e, subito dopo, alla sua perfezione in patria.
Orbene, Dio muove ognuno secondo il suo modo proprio di essere, muove l’uomo come creatura razionale e libera. In quanto tale, il suo agire proprio consiste nel cercare la comprensione razionale di quel che deve fare; questo è quello che viene chiamato tradizionalmente consiglio, con il quale l’uomo orienta le proprie azioni al loro fine.
Il dono del consiglio, inoltre, perfeziona quella che sarebbe la virtù morale della prudenza, che guida l’uomo consigliandolo nella misura in cui la ragione è in grado di comprendere le cose. La ragione umana, infatti, non è capace di abbracciare la singolarità e la contingenza degli esseri e degli avvenimenti; ha bisogno, pertanto, di essere orientata dal consiglio di Dio, di accogliere il suo consiglio, come chi accetta il consiglio di qualcuno più saggio, poiché Egli conosce tutte le cose.
I doni dello Spirito presuppongono che l’uomo sia unito liberamente a Dio, il suo vero fine, tramite le virtù teologali, che sono – in un certo senso – le sue radici. In questo caso, con il dono del consiglio, la ragione viene istruita dallo Spirito Santo in quel che deve fare, la prudenza viene portata alla sua massima perfezione e le azioni vengono orientate al fine della vita eterna, mosse e guidate dall’Amore dello Spirito.
L’uomo può così affrontare tutte le cose con sicurezza e creatività, superando l’ansietà e il dubbio, caratteristiche proprie della ragione in questo mondo, nel quale non può comprendere come vorrebbe tutto ciò che è contingente, recependo un criterio di giudizio e una misura nuovi, che vanno oltre il criterio della prudenza, pur eroica.
Se la ragione umana cerca già naturalmente il consiglio in coloro che sono più saggi, il dono dello Spirito, ponendo in movimento il credente in modo particolare nelle circostanze storiche concrete, non solo lo rende capace di rivolgersi a se stesso in maniera particolarmente libera, ma lo converte, in mezzo al mondo, in testimone della vita secondo lo Spirito, lo rende capace di muovere anche gli altri: mens humana ex hoc ipso quod dirigitur a Spiritu Sancto, fit potens dirigere se et alios.
D’altra parte, il dono del consiglio è caratterizzato in maniera particolare dal suo rapporto con la misericordia, la cui massima utilità affinché l’uomo possa ordinare i suoi atti verso il fine autentico non può essere compresa senza l’aiuto dello Spirito. Con il suo Consiglio, tra l’altro, l’uomo scopre fino a che punto esso costituisca l’unico rimedio per il suo cammino nelle circostanze concrete del mondo e della storia. Per questo, tradizionalmente si associa il dono del consiglio alla beatitudine della misericordia.