La testimonianza della risurrezione nella Prima Lettera di san Paolo ai Corinzi
Professor Jose Vidamor B. Yu. Manila
La testimonianza di san Paolo ai Corinzi è considerata un’esperienza diretta del Signore Risorto. Questa narrazione diretta è la rivendicazione personale di Paolo di aver "visto" il Cristo Risorto, sebbene l’elevazione e la risurrezione fossero già note prima del suo incontro sulla via di Damasco. La lettera rammenta in modo importante ai cristiani di Corinto il significato della conoscenza di Gesù quale Signore. In primo luogo, Paolo sottolinea il valore della propria testimonianza che trasmette ai Corinzi quale elemento basilare di fede. Il contenuto della testimonianza che egli offre è quello che ha ricevuto. La fede giunge dalla testimonianza di colui che ha ricevuto il messaggio. Paolo cita le apparizioni di Cristo a Cefa, ai dodici apostoli, a cinquecento fra fratelli e sorelle, a Giacomo e ad altri apostoli (Cf. 1 Cor 15, 4-7).
In secondo luogo, che Gesù è Signore significa che gli eventi salvifici a Gerusalemme hanno incluso l’agonia, la morte e la risurrezione di Cristo. La narrazione di Paolo della propria esperienza di questi eventi è la stessa degli evangelisti come evidenziano la terminologia e la formula del credo utilizzate. La veridicità di questa esperienza è attestata dal suo riferimento ai cinquecento uomini e donne la maggior parte dei quali "vive ancora " (1 Cor 15, 6). In terzo luogo, questi eventi sottolineano una fondamentale verità di fede: Cristo è morto per i nostri peccati ed è risuscitato il terzo giorno. Paolo attribuisce una grande importanza al fatto che la morte di Cristo sulla Croce sia una condizione per la risurrezione. Paolo sottolinea che è "per i nostri peccati", spiegando così il significato della morte di Cristo.
In quarto luogo, Paolo afferma che le sue esperienze gli hanno permesso di cambiare la propria vita per grazia di Dio. Gli viene ricordato il nome di "Cristo" che richiama alla memoria la Sua morte e la Sua risurrezione. Paolo, come Pietro e altri apostoli, fa della risurrezione di Cristo l’evento che ha modificato la sua vita e un elemento di fede salda.
In quinto luogo, l’apostolato di Paolo si concentra sulla predicazione della risurrezione di Gesù. Paolo descrive la propria esperienza o il suo incontro con il Signore come "definitivi". Questa apparizione è limitata e non la si può pretendere per tutti i cristiani nel corso dei secoli. Quindi, la testimonianza a cui si riferisce richiede una grandissima fede, in considerazione della formazione personale di Paolo. Tuttavia, Paolo non ritiene il proprio apostolato di proclamazione del Cristo risorto meno importante di quello degli Apostoli.
E’ l’incontro con il Signore risorto a fare di Paolo un edificatore e un promotore di nuove chiese. Il nuovo orientamento di Paolo a una vita radicalmente nuova in Cristo, attraverso il suo incontro con Lui, sfocia in una nuova comprensione di Dio. Questa nuova comprensione del Dio vivo fa sì che Paolo si trasformi da persecutore di Cristo a Suo missionario. La testimonianza di Paolo non intende soltanto convalidare l’autorità apostolica o semplicemente descrivere quanto ha visto, ma anche confermare che Gesù è risuscitato dai morti il terzo giorno, quale essenziale elemento di fede. La testimonianza di Paolo è il contenuto e la base della fede cristiana.